NOTE:
non so come mi sia uscita questa, ma ho sempre voluto usare Gipsy come
fattore scatenante e la palestra come location… a volte mi faccio dei
prompt da sola e parto in quarta. Se devo essere onesta sembra più una
PWP, ovvero una fic scritta solo per fare una bella scena di sesso.
Però c’è vagamente l’intenzione di stillare una trama. La fic non è
collegata alle altre già scritte, è a sé ed i due non stanno ancora
insieme. Non so se ne farò altre di seguito a questa, non lo escludo.
Però attenti che è in prima persona dalla parte di Rafa ed è molto
spinta e volgare in certe parti… più che altro direi… sporca e
descrittiva? Beh, valutate voi! Io questi due li amo in tutte le salse,
ma se sono erotiche ancora meglio! Buona lettura. Baci Akane
Avere una palestra a disposizione
nei vari centri di tennis che organizzano i tornei, è una gran bella
cosa per fanatici della preparazione come me.
Ho una palestra privata a casa
che utilizzo regolarmente, grazie alla quale mi sono fatto il fisico
adatto per affrontare qualsiasi situazione di fatica.
Sono fiero del mio corpo e
ritengo che sia utile continuare a coltivarlo, specie perché mi crea
comunque problemi per cui è meglio che ci stia attento come un maniaco.
Così dopo aver capito gli orari
che gli altri atleti usano prevalentemente per queste palestre a
disposizione dei partecipanti, cerco di venirci quando c’è poca gente.
Orari assurdi, per lo più, come
il mattino presto o la sera tardi. Perché ci tengo, ma odio conversare
mentre sono intento a sudare per fare i muscoli.
Insomma, mi rendo conto che sono
un personaggio pubblico, devo socializzare se sono con gli altri, è un
dovere altrimenti mi demoliscono e se mi demoliscono poi gioco male a
tennis perché non ho la testa libera.
Risultato: arrivo in palestra alle sei di mattina, da bravo pazzoide che sono.
Mio zio mi dà del folle quando lo
faccio, io dormo comunque poco, per cui tanto vale che approfitto di
questi orari per fare le cose da solo.
Entro nella palestra deserta e
nel piacevole silenzio inizio a fare corsa sul tapis roulant, così come
poi vado con altri macchinari per il rinforzo delle gambe.
Ho appena cominciato con questo
secondo, quando la porta si apre. Impreco stupito che qualcuno sia
pazzo come me, mi giro a guardare chi è e quando lo vedo mi ricredo.
Poteva essere solo un altro pazzo fanatico ed eccolo lì!
Novak mi vede e si mette a ridere.
- Giusto noi due possiamo pensare
che le sei del mattino sia un orario sensato per fare palestra! - Io
rido divertito, ha il potere di girarmi l’umore con una facilità
sconcertante. Invidio molto la sua capacità di battuta sempre e
comunque, anche nei momenti più difficili sdrammatizza in qualche modo.
Lui col suo asciugamano in spalla
e la bottiglietta d’acqua in mano, va al tapis roulant dove ero prima e
lo riavvia posando le sue cose.
- Sono sociopatico quando mi
alleno! - Rispondo per giustificarmi cercando di essere simpatico
quanto lui. In realtà non sono un orso, dipende un po’ dai momenti. Se
uno riesce a farmi aprire, io scherzo e rido come tutti, ho la battuta
pronta se la persona con cui sono me la stimola. Ci sono un paio di
persone con cui, a pelle e da sempre, l’ho avuta.
Roger e Novak sono fra questi, un paio d’altri, poi per il resto dipende dalla situazione.
Sono sempre gentile, non tolgo parola e sorrisi a nessuno, solo che sono diverse le accezioni con cui lo faccio.
Con Roger sono davvero rilassato,
parlo un sacco e di tutto, è una persona speciale. E vedo che anche con
Novak ci riesco, ma con lui è diverso, c’è qualcosa che… non so, mi fa
rabbrividire tutte le volte. Positivamente, eh?
Però non identificando la cosa, rimango sempre un po’ sull’attenti.
- A proposito, bellissimo il
video di Gipsy! Ho invidiato molto Shakira! - Sapevo che avrebbe detto
qualcosa, sembra che abbia fatto una parodia del video, mi sono
rifiutato di guardarla, sono un po’ permaloso!
Io continuo a muovere le gambe su
e giù incastrate nella macchina che modella polpacci e cosce, lui corre
ad un’andatura sostenuta senza togliermi gli occhi di dosso, io un po’
lo ricambio, un po’ devio.
- Vuoi dire che hai invidiato me per Shakira! - Lo correggo senza pensarci su molto e lui scuote la testa.
- No no, ho invidiato Shakira! -
Così fermo le gambe e lo fisso con un sopracciglio alzato, lui tutto
felice aggiunge: - In quel video sei un figo che avrei dato tutto per
essere lei! - Mi mordo le labbra e arrossisco immediatamente. Di primo
impatto si potrebbe pensare che mi prende in giro, è da lui. Poi però
mi vien da chiedermi. E se ci sta provando con me?
Ma dai, stai scherzando? Siamo due ragazzi!
Esistono i gay, specie nello sport, però insomma… che proprio lui lo sia…
- Stupido. - Commento bruscamente in quello che è il mio classico stile scorbutico di certi momenti. Lui ride.
- Sono serio! Mi sei piaciuto moltissimo! -
Insiste ed io non ho il coraggio di guardarlo di nuovo e non so cosa dire se non un ‘grazie’ impacciato.
Io sono gay, lo so da un po’, da quando ho iniziato a frequentare spogliatoi con avversari nudi dentro. Difficile non capirlo.
Fortunatamente la mia migliore
amica si è offerta di aiutarmi a sistemare la cosa, visto che sono un
personaggio piuttosto pubblico. Xisca fa la mia fidanzata e le devo
molto per questo.
Non la sposerò mai, però mi aiuta a tenere lontano delle voci che potrebbero crearsi in qualunque modo e momento.
Di Novak non so, mi pare sia
fidanzato ma si sa che avere la ragazza o la moglie conta poco, è solo
che non l’ho mai visto come gay. Forse era questo che lo rendeva
diverso da Roger. Roger lo adoro e parlo benissimo e rido un sacco,
anche con Novak, ma in modo diverso.
Ecco come.
Perché mi affascina, mi intriga sessualmente.
Me ne rendo conto ora che sto a
pensare se lui ci abbia provato con me o meno, perché quando ha detto
che ero bello nel video mi ha fatto arrossire accaldato.
Difficile non capire che uno più uno fa due.
Però non penso che lui fosse sincero, è uno che scherza sempre.
Sto zitto per il resto del tempo
in cui uso il macchinario, lui scende dalla corsa ed io sciolgo le
gambe, bevo la mia acqua mentre lui fa altrettanto.
Si asciuga il sudore e si siede
al lettino imbottito del bilanciere, prima di stendersi si toglie la
maglietta ed io inarco le sopracciglia alla mia maniera, scettico. Non
glielo chiedo, sarebbe imbarazzante.
Ma perché diavolo se la deve togliere?
Io mi sforzo enormemente di far
finta di nulla e cerco qualcos’altro da fare, Novak intanto si stende e
prende il manubrio d’acciaio e inizia il sollevamento nel modo
corretto.
Lo guardo di sottecchi mentre
fingo di cercare una macchina, ma rimango davvero distratto da lui che
solleva il bilanciere. Una volta, due… e poi la sua voce sotto sforzo.
- Rafa? - Oh Dio ti prego… ti alleni ai pesi senza maglia, lasciami in pace, cazzo!
Però rispondo gentilmente.
- Sì? -
- Potresti… potresti aiutarmi? -
E con questo posso guardarlo meglio. In effetti sta facendo particolare
sforzo e capisco subito perché, infatti vado da lui, al contrario
rispetto a come è steso, e praticamente in piedi sopra la sua testa nel
senso opposto al suo, gli prendo la sbarra e gliel’appoggio ai ganci.
- Sei pazzo? Non hai visto che c’erano troppi pesi? - Novak tossisce.
- No! Ero distratto… - Non gli chiedo da cosa, improvvisamente ho paura di tutto, come un imbecille.
- Te ne tolgo un paio. - Dico sfilandone uno per parte. - Ora dovrebbe andare. - Dico fermandomi dietro la sua testa.
Lui riprende a sollevare e annuisce sorridendo.
- Grazie, mi hai salvato la vita! - Io rido scuotendo il capo.
- Non si fa da solo il bilanciere… - Ma a volte dovrei mordermi la lingua!
Lo saprà bene che non si fa da solo, no?
- Non volevo disturbare qualcuno
della squadra, li ho lasciati dormire. Ti dispiace, visto che sei qua?
Poi ricambio… - Sospiro. Che faccio, gli dico di no?
Ovviamente sono quello delizioso e disponibile, così impacciato annuisco arrossendo.
Mi metto come prima, proprio sopra la sua testa, ci guardiamo uno dal basso e steso e uno dall’alto ed in piedi, al contrario.
Metto le dita sotto la sbarra e
tengo leggermente per aiutarlo a bilanciare e a sollevare, quando sento
che esita per lo sforzo uso un po’ di forza per aiutarlo.
Insomma, le solite cose che si fanno.
Però il problema non è questo
quanto la posizione. Sono in pantaloncini corti, gambe un po’
divaricate e la sua testa si infila quasi lì in mezzo.
E’ un situazione erotica per me
che ho cominciato chiedermi se Novak mi piaccia in quel senso e se era
quello che percepivo di diverso dagli altri.
Novak si allena in silenzio senza parlare e questo crea ulteriore imbarazzo, sdrammatizza sempre su tutto, perché ora sta zitto?
E’ tutto così maledettamente
imbarazzante ed i suoi occhi più che sul bilanciere sembrano fissi
sulle mie mani. O sulle mie gambe.
Inghiotto a vuoto e credo di essere rossissimo.
Se prima erano dubbi, ora sono certezze.
Ci voleva poco, in effetti.
Finora lo guardavo nudo nello spogliatoio quando ci trovavamo lì, o
sotto la doccia dove cercavo di non fissarlo e di lavarmi di spalle.
Forse l’ho sempre saputo, ma a volte serve qualcosa fuori
dall’ordinario, chi lo può sapere!
Fisso sfacciato il suo torace ed
il suo addome piatto e nudo, i pantaloncini gli sono scesi fino alla
linea dell’inguine che si vede bene ed io inghiotto a vuoto leccandomi
le labbra. E’ maledettamente erotico. Anche se non fa nulla di
speciale. Sono io, io che voglio stendermi su di lui e fare quello che
faccio con gli altri ragazzi nel mio letto!
Ci penso insistentemente, fino a che lui dice ‘ok’ ed io sussulto.
L’aiuto a mettere giù il bilanciere nei ganci e sospiro, forse sopravviverò.
Sto per fare un passo indietro quando parla.
- Certo che da qua si vedono ancora meglio… - Mi raggelo.
- Cosa? - Lui sta steso com’è e
mi fissa. Fissa le mie gambe, praticamente sulla sua faccia, sempre
divaricate. Alza così le braccia e con le mani inizia a toccare
delicatamente le ginocchia e risale lento.
- I muscoli delle tue gambe… -
Trattengo il fiato, ho perso il momento di andarmene, se lo faccio ora
sembra che non mi piace che mi tocca, invece mi piace. Però potrebbe
essere legittimo da parte mia non volerlo. Il punto è che lo voglio.
Ma lui? Che intenzioni ha?
Improvvisamente voglio saperlo, tanto al peggio che mi va non succede nulla, al meglio fa esattamente quello che voglio!
Sto fermo come sono, le mani sul manubrio sopra di lui.
Le sue dita delineano i muscoli
di cui parla che dalle ginocchia salgono a definire le cosce, chiuse
dai pantaloncini comodi, sufficientemente larghi.
Inghiotto. Non si ferma.
- Li ho sempre notati, hai un
bellissimo corpo, ma le cosce… - Lascia in sospeso la frase, la sua
voce è roca e carica di una voglia che è più che sospetta.
Non so cosa dire, per cui non
dico nulla. Fisso però insistentemente il suo basso ventre scoperto e
quei pantaloncini così bassi.
E così risale con le dita, esternamente, fino ad arrivare alla stoffa degli shorts. Che afferra. E tira verso il basso.
Non so cosa gli sia passato per la testa, è un nano secondo, non c’è tempo per farsi domande, però la sua mente è un mistero.
Da che non ha mai dato
particolarissimi segni di omosessualità o quanto meno di provarci con
me, a che improvvisamente oltre che parlare e scherzare con me, ecco
che lo fa.
Punto e basta.
Ed io paralizzato non vedo l’ora che continui.
Abbassa i pantaloncini che
finiscono alle caviglie facilmente, me li tolgo automaticamente e lui
capisce che potrà farmi tutto quello che vuole.
Si lecca le labbra e risale
ancora con le mani, prende i boxer aderenti, tira giù anche quelli,
faticano un po’ a finire giù, mi muovo un po’ per togliermeli
dall’impaccio e quando sono insieme agli shorts, lui mi prende le gambe
e me le allarga, poi risale sui fianchi e mi conduce sicuro su di sé,
infine mi abbassa sul proprio viso.
La mia erezione scende verso la
sua bocca che apre, tira fuori la lingua ed io trattengo il respiro
tendendo tutti i muscoli, stringo convulsamente il manubrio a cui mi
appoggio mentre glielo conduco come vuole.
Stringo gli occhi e apro la bocca sospirando mentre pregusto la sua lingua sulla mia erezione.
Non parliamo.
Succede e basta.
Me lo prende e se lo conduce in
bocca, lecca e poi l’avvolge. Quando ce l’ha, mi prende per i fianchi,
risale sulla vita e la schiena facendo in modo che mi muova su di lui,
che mi sieda quasi. Non potendo fare lui il movimento con la testa
perché è steso al contrario, inizio a farlo io.
Mi alzo e mi abbasso in modo da farlo succhiare per bene e lui stringe con le labbra sulla mia erezione.
E’ la cosa più piacevole che abbia mai fatto.
Ho scopato, sono un po’ sul classico, per cui mai in palestra, forse è per questo.
Comunque la sua bocca sembra nata
per succhiare il mio cazzo ed io sembro nato per muovermi sul suo viso
in questo modo ondulatorio, perpetuo.
I brividi mi ricoprono
dalla testa ai piedi, il calore aumenta, non so quanto resisterò,
credo che gli verrò nella bocca. Mi mordo il labbro e quando sento che
sta per succedere, mi alzo di scatto.
Lui mi guarda infastidito.
- E ora che c’è? - Chiede. Io sorpreso capisco che per lui va bene.
- Stavo per venirti in bocca! - Lui ridacchia.
- Allora sono bravo… - Scuoto la
testa ridendo rilassato e capisco che per lui è ok, quindi tolgo il
bilanciere, salgo con le ginocchia ai lati della sua testa, sul lettino
in cui sta, gli restituisco l’oggetto del desiderio e mi piego tutto su
di lui, al contrario, prendendomi il suo.
Così impegnato su un altro fronte, prolungo l’orgasmo.
Novak mi tiene per non farmi
cadere e per indirizzarmi come meglio vuole, infatti prima di
avventarsi sul mio cazzo, passa a giocare con la mia apertura, dove
lecca ed infila le dita, per poi tornarci a piacimento con la lingua,
in un’alternanza che prelude ad una penetrazione di cui non vedo l’ora.
Sono passivo se non mi stimolano fino a farmi impazzire, allora divento io l’attivo. Ma mi piace averlo dentro.
Gli abbasso i pantaloncini e gli
tiro fuori il cazzo che mi prendo con piacere dopo averlo ammirato per
bene, è grande come lo ricordavo, solo che da vicino e toccandolo è
anche meglio.
Lo metto quasi subito in bocca e succhio con un certo piacere, mentre lui mi fa morire per dietro con le dita e la lingua.
Non ce la posso fare, non ce la posso proprio fare.
Sono molto distratto ed a volte
mi inarco per gemere, così lui si ferma ed io riprendo ed allora è lui
che smette per gemere. E’ una cosa un po’ in alternanza più che
contemporanea. Ci distraiamo a vicenda, il piacer non è poco.
Poi lo sento grande nella mia bocca e penso che così pulsante me lo voglio sentire dentro.
Così scendo e mi rimetto in piedi
davanti a lui, che rimane steso a guardarmi nudo vicino al suo viso. Mi
fissa e con aria affamata lo guardo masturbandomi. Mi tocco per
completare l’opera sul suo corpo che è qua per me, nudo,
eccitato, che mi si offre.
Lo bagno gemendo e lui si tocca
strofinandosi il mio piacere addosso e poi sul suo cazzo. Sospiro e mi
giro appoggiandomi ai manici del tapis roulant, mi piego in avanti,
inarco la schiena e gli do quello che voglio si prenda immediatamente.
Novak si alza e si lecca le
labbra affamato. Non diciamo nulla, non ci sta molto a farlo. Mi prende
per un fianco, con l’altra mano ce l’ha in mano e lo infila dentro di
ma. Poi mi afferra per bene ed inizia a muoversi. Entra subito, un po’
per la preparazione, un po’ perché sono abituato. Lui lo capisce
subito.
- Non è la prima volta, eh? - Io sorrido girando la testa a metà.
- Nemmeno per te… - Entrambi sappiamo troppo bene come fare.
Sorride anche lui e mi morde la
spalla. I brividi aumentano così come le sue spinte, fino a che chiedo
incontrollato che faccia più forte. Più forte. Ancora più forte.
Aumento i gemiti ed il tono,
penso che siamo due pazzi a farlo qua così, quando potrebbe entrare
chiunque, anche se alle sei e mezza del mattino ho i miei dubbi.
Poi non capisco più nulla, tutto
si mescola, i sensi impazziscono, i corpi esplodono, uniti e sincroni.
Novak perde la testa mentre mi scopa, va sempre più forte ed è rumoroso
come me, mi rimarrà per sempre impressa la sua voce che geme così
eroticamente.
E poi il calore che sprigiona dentro di me, inondandomi.
Eccolo qua che si tende e spinge possente, fermandosi lì.
Lì, così. Dio, che sensazione. Si
accascia contro di me, mi avvolge con le braccia e appoggia le labbra
al mio collo. I suoi respiri mi inebriano.
non so quanto stiamo così, i cuori battono fortissimi, ansimiamo sudati.
- Non sai da quanto lo volevo! - Dice finalmente. Io giro la testa verso di lui, torcendo il busto. Ci guardiamo, sono stupito.
- Davvero? - Lui sorride.
- Non te ne eri accorto? - Scuoto
al testa. - Non ero sicuro che lo fossi anche tu… a volte si capisce
facilmente, altre no… - Mi mordo il labbro guardando il suo così vicino
al mio. Scopare è un conto, baciarsi è un altro. Baciarsi è intimo.
Scopare lo fai anche con uno sconosciuto al parco!
- Io non pensavo che tu lo fossi. -
- Ma lo volevi? - Alzo la spalla.
- Non mi faccio scopare da
chiunque! - la mia risposta un po’ brusca lo fa ridere ed io rimango
inebetito a fissarlo, fino a che si spegne e ruba le mie labbra. Me le
ruba ed io me le lascio rubare. Le prende fra le sue, me le succhia, io
faccio altrettanto, poi respiriamo uno sull’altro, le apriamo e tiriamo
fuori le lingue che si incontrano a mezza strada, pieghiamo di più le
teste e uniamo le bocche iniziando questo gioco erotico di lingue,
mentre mi avvolge e mi tiene a sé, entrambi nudi, appagati, rilassati.
Non so quanto stiamo a baciarci.
Quando ci separiamo gli occhi brillano.
- Se ti va di rifarlo per me va bene… - Mi lecco le labbra e sorrido.
- Anche per me… -
E quando andiamo negli spogliatoi
ci laviamo insieme senza staccarci gli occhi di dosso, silenziosi,
pensierosi, senza dire o fare nulla, sorpresi di quanto successo, ma
sostanzialmente convinti.
Non sappiamo dove ci porterà
questa cosa, potrebbe essere solo uno sfizio che ci siamo voluti
togliere. O potrebbe essere di più.
Va bene comunque.
E’ stato maledettamente bello.