NOTE:
questa shot l’ho scritta durante l’Australian Open di quest’anno, Rafa
è andato alla grande con l’arrivo del nuovo allenatore, Carlos Moya,
mentre Nole è stato un disastro col suo nuovo mental coach, infatti è
uscito subito. Moya è un amico per Rafa, un idolo del tennis ed è
l’unico nuovo allenatore che lui ha accettato dopo un sacco che si
rifiutava di cambiare i suoi. Poco dopo è arrivata la notizia che suo
zio Tito il prossimo anno non ci sarà. Nole invece ha concluso la
collaborazione con Boris Becker ed ha preso questo misterioso individuo
che non ha fatto grandi cose fin qua. Intanto continuano ciclicamente
le voci sulla presunta non confermata crisi matrimoniale fra lui e sua
moglie Jelena. E, in aggiunta, Rafa si fa fotografare mentre si allena
a torso nudo con Carlos. Insomma, mi sono fatta un bel film! Buona
lettura. Baci Akane
PS: per tenere sotto controllo quel che scrivo e pubblico nei vari siti, questa è la mia pagina: https://www.facebook.com/akanethefirst/
mentre per seguire le faccente slash sul tennis, la pagina è questa ed entrambe sono mie: https://www.facebook.com/tennislash/
E questo è l'album pieno di foto di Rafa e Carlos:
https://www.facebook.com/pg/tennislash/photos/?tab=album&album_id=1043199112452769
Quando lo sento che ne parla
tutto entusiasta noto subito nella sua voce uno strano tono che cerca
quasi di nascondere, ma a me non può di certo darla a bere…
Lo faccio parlare e nel mentre assottiglio lo sguardo cercando di figurarmi la sua faccia attraverso il tono che sento.
In questi momenti mi irrita molto non averlo davanti.
- Rafa, cosa fai, possiamo fare
con skype? - Chiedo poi improvviso mentre parla, lui allora mi dà l’ok
senza problemi e così poco dopo lo posso vedere in viso.
Oh, lo sapevo. È rosso in faccia!
L’avevo percepito dalla sua voce, ma non volevo crederci!
Ma tu guarda!
- RAFA! - Esclamo improvviso
facendogli venire un colpo, mi guarda attraverso lo schermo come se
fossi impazzito ed io ribatto sempre più convinto: - SEI EMOZIONATO! -
Grido facendogli allontanare il telefono di qualche centimetro.
- E con questo? Certo che lo sono! Lui è Carlos Moya, è uno dei miei tennisti preferiti di quando ero ragazzino! -
Caccio il broncio e mi inalbero perché vuole darmi del visionario o del geloso o non so che!
- No, è diverso, ti sentivo
prima e ti vedo ora! Sei rosso mentre parli di lui, gli occhi ti
brillano e la tua voce non è semplicemente felice, è eccitata! -
Rafa sospira alzando gli occhi al cielo, cerca di controllarsi.
- Carlos è un amico, ci
alleniamo spesso a Maiorca insieme, è delle mie parti, è normale per me
essere particolarmente felice! -
- E allora perché l’hai inserito nel tuo staff di lavoro solo ora e non prima? - Sospira ancora seccato.
- Perché prima ero convinto che
non mi servissero allenatori in più. Mio zio voleva chiamare un aiuto
da due anni, io ho sempre rifiutato perché con loro ho vinto tanto e
non mi serviva gente in più, io sono uno molto riservato con gli
estranei, avevo paura di chiudermi e di lavorare male, ma quando mi ha
offerto questa soluzione ho capito che era perfetto in realtà. Carlos
non è un estraneo! - Mi mordo la bocca, lo ripete come se non fosse una
cosa bruciante da sentire. - Senti, anche tu hai assunto un nuovo
allenatore, un… come si chiama? Un allenatore della testa? - Rido al
modo in cui lo dice, come se fosse una sciocchezza. Non ne abbiamo
parlato perché so come la penserebbe. Lo conosco bene.
- Mental coach. - Lo correggo pignolo.
- Beh, quello che è. - Sminuisce lui.
- Non è un allenatore della
testa, è un allenatore che tiene conto anche dell’aspetto emotivo e
mentale di un giocatore. Gli altri allenano solo a livello fisico e di
gioco tecnico, ma a volte ti servono aiuti morali, emotivi, mentali… -
Spiego quello che mi sono guardato bene dal spiegargli prima ed in un
momento capisco che le nostre diversità si vedono in momenti come
queste.
- Non importa cos’è, Nole, mi sta bene che tu ce l’abbia anche se penso che sia una cagata. Perché tu devi fare il geloso? -
Sospiro e gonfio le guance come un bambino.
- Io non faccio il geloso, dico solo che tu sei troppo felice di averlo in squadra, non lo saresti con un altro. -
- Non avrei mai preso un altro… - Corregge calmo e vittorioso. Faccio una smorfia e scuoto la testa.
- Senti, lascia perdere. Tanto
ormai l’hai assunto, lui ha accettato. Perciò che ne parliamo a fare? È
solo che lo trovo incredibile che per anni non hai voluto nessuno con
una testardaggine pari solo a te ed ora improvvisamente accetti lui
perché è lui. Scusa se mi dà fastidio! Mi terrò per me i miei fastidi!
- Rafa sospira e si appoggia allo schienale del divano e allontana il
telefono per mostrasi meglio a me.
- Mi piace se sei geloso, ma non mi piace litigare con te. - Rido.
- Parla mister ‘odio Jelena dal
profondo del cuore’ - Lo canzono e lui fa una smorfia che sdrammatizza
e lascia che tutto torni come al solito. Con una mano nei suoi
pantaloni. Faccio un sorrisino soddisfatto.
- Vediamo se riesco a
convincerti che non devi preoccuparti di nessuno… - Dice piano ed
allusivo tirandosi fuori l’erezione che si preoccupa di farmi vedere.
Sorrido malizioso e compiaciuto mentre mi metto comodo anche io.
In breve le divergenze vengono dimenticate e messe da parte per un’attività ben più piacevole.
Anche se prevedo una stagione complicata per me a pensare a lui con Carlos.
Molto complicata.
Il problema è che Carlos è sempre stato speciale per Rafa, perciò non è facile accettare che ora lavorino insieme.
Carlos è compaesano di Rafa, i
due si incontrano spesso, hanno giocato spesso insieme, si conoscono
bene, sono in ottimi rapporti e Rafa lo ha sempre adorato, lo ha sempre
preso come punto di riferimento e gli ha anche chiesto spesso consigli.
So che è diverso, infatti lui che non ha mai voluto altri che suo zio nello staff, ora vederlo accettare Carlos è emblematico.
Non posso non pensarci e non
esserne infastidito, però se ne parlo di nuovo con lui va a finire che
litighiamo un sacco e per me in questo momento non è l’ideale avere
problemi con lui, l’unica mia oasi felice dopo mio figlio.
Vivere una vita di finzioni dove
non posso mai essere me stesso è un conto, essere profondamente
infastidito dalla donna che ho scelto per starmi accanto per sempre è
un altro. Qua le cose non possono andare bene. È normale.
Perciò devo trovare un rifugio
sicuro per stare bene, per scrollarmi di dosso lo stress che ho nella
vita privata. E quel rifugio è Rafa. Ma se ora guardando Rafa mi viene
su un ictus perché è felice con Carlos, le cose non funzionano di
certo.
Come diavolo ne esco da qua?
Non mi aiuta vederlo a torso nudo che si allena con lui, no proprio questo no.
Rafa di solito indossa comunque
qualcosa, anche se normalmente può indossare tutto quello che vuole,
resta super gnocco lo stesso. Negli allenamenti di Melbourne, che è il
primo torneo che fa con Carlos, Rafa indossa una maglietta senza
maniche nera, a giorni alterni è bianca, ed è un grosso problema perché
già così lui è troppo.
Cioè, immaginatelo.
Immaginate i suoi bicipiti ben
in mostra, le spalle larghe, il fisico perfetto messo ancora più in
evidenza dalla maglietta smanicata. Immaginate la sua pelle abbronzata
imperlata di sudore, il cappellino all’indietro ed il gioco è fatto.
Io ho una salivazione accentuata
quando lo vedo e ho sempre fatto in modo di incrociarlo negli
allenamenti, di allenarmi più o meno insieme a lui apposta poi per
‘occuparmi’ meglio di lui.
Però è in queste condizioni che si mostra a Carlos.
Ed anche peggio.
Perché poi quando fa palestra lo stronzo si fa fotografare seduto in cyclette vicino a lui e si allena a torso nudo.
Il bastardo!
Nel corso della mia breve
permanenza qua, capitano tante di queste. Rafa e Carlos insieme ad
allenarsi e Rafa a torso nudo. Non bastava la maglietta senza maniche
che mi uccide?
Doveva pure togliersela vicino a lui?
Ed il problema maggiore è rappresentato dal fatto che CARLOS È UN BELLISSIMO UOMO!
Non posso farcela a gestire
questo ed infatti avendo troppe cose per la testa, troppo stress,
troppi pensieri, perdo subito contro un non so chi che sta non so dove.
Guarda, è impensabile!
Io… io non so, io devo uscirne,
devo capire come fare. Non posso farmi divorare anche dalla gelosia per
Rafa e Carlos, altrimenti sono morto.
Butto i borsoni a terra quando
torno in camera, sbuffo e scuoto la testa, poco dopo bussano alla mia
porta e mi giro furioso, apro di scatto con l’urlo che esce prima di
vedere chi è.
- CAZZO HO DETTO LASCIATEMI UN
MOMENTO! - Ma poi vedo che è Rafa che si irrigidisce e mi guarda
sorpreso. Probabilmente immaginava fossi arrabbiato, ma non a questo
livello.
Realizzo e mi scuso facendomi in parte.
- Scusa, pensavo fosse qualcun
altro… - Lui entra ed io maledico il momento in cui ho accettato di far
venire mia moglie. Non ho potuto dare le seconde chiavi a Rafa come al
solito perché c’era Jelena che ha chiesto di poter venire quando vuole.
Alla fine succede sempre più spesso così sono io che ho le chiavi di
Rafa e non il contrario.
Ho cercato di mettere delle
regole, quando il giorno dopo ho delle partite, di lasciarmi solo a
concentrarmi, mentre per il resto non ho potuto dire ‘non rompermi il
cazzo’.
Rafa mi guarda preoccupato e
dispiaciuto ed è un libro aperto, riesco a capire molto bene tutto
quello che pensa, così evito di trattenere che tanto è inutile, non
servirebbe. Ormai io e lui parliamo, parliamo bene e di tutto e se
voglio uscire da questa situazione, devo fargli capire quanto mi crea
problemi il suo atteggiamento con Carlos. Almeno questo. Perché per il
resto lui non può farci nulla.
- Vuoi fare una cosa per me, ti va? - Chiedo subito sostenuto, col tono teso e tremolante.
Rafa rimane fermo più o meno in mezzo alla stanza ed aspetta paziente, dolcemente annuisce.
- Certo, tutto quello che vuoi.
- Risponde dimesso. Che strano vederlo così pieno d’attenzioni, di
solito è un treno ed è anche piuttosto indelicato.
- Smettila di flirtare con
Carlos! - Rafa spalanca gli occhi e si irrigidisce, ha l’aria da ‘che
diavolo dici’, sta per dirmelo ma un mio sguardo furioso e capisce così
si mangia la risposta. A questo punto io sospiro e chiudo gli occhi
girandomi di schiena rispetto a lui: - So che non flirti con lui, non
di proposito almeno, ma cerca di non denudarti davanti a lui. E di non
essere troppo zuccheroso. Sii più professionale. - Dico tagliente. Mi
mordo la lingua, butto la testa all’indietro e come se mi correggessi,
continuo usando di forza un altro tono, esasperato. - Scusa, lascia
perdere. So che tu sei professionale, so che non ci provi con lui e che
non sei zuccheroso e so che il tuo rapporto con Carlos è anche
d’amicizia oltre che allenatore-giocatore, ma… ma io non so nemmeno
cosa sto dicendo. Non… lascia perdere! - Con questo allungo un braccio
per mandarlo via, ma lui mi stupisce e viene da dietro, infila le
braccia sotto le mie e mi avvolge con dolcezza e forza insieme.
Aderisce il corpo al mio ed è come se mi indossasse come un guanto.
Dolcissimo. Dolcissimo Rafa.
Era questo di cui avevo bisogno, dall’inizio. Solo che ero troppo arrabbiato, troppo geloso, per accettarlo. Per cercarlo.
Ma ho bisogno solo di questo. Il mio rifugio. Rafa.
Le sue mani si infilano sotto la
mia maglietta e trovano la pelle sensibile del mio stomaco, trattengo
il fiato e lui continua a carezzarmi, risale sul petto e gioca
dolcemente coi miei capezzoli mentre mi dà tanti piccoli baci sul
collo, sotto l’orecchio, facendomi chiudere gli occhi e rilassare.
Me ne rendo conto solo ora, finalmente sono rilassato dopo non so quanto.
- Amo solo te, lo sai. - Mormora
piano senza staccare le labbra che mi ricoprono di brividi. - Carlos
non potrà mai e poi mai prendere il tuo posto in nessun modo, né
sessualmente, né emotivamente, né mentalmente. - Lo dice con calma e
sicurezza ed un pizzico di dolcezza che posso ricevere solo io.
Giro la testa verso di lui alla
ricerca delle sue labbra, solleva il capo e mi viene incontro, mi
sfiora delicatamente con un bacio.
- Cosa ti succede? Intendo
davvero. - E lui lo sa. Lui lo sa che quello che mi sta capitando non è
un cedimento fisico o professionale perché sono riuscito ad ottenere
quello che volevo da una vita, il Roland Garros. Non c’entra proprio
nulla.
Tanto meno lui con Carlos. No, non c’entra decisamente.
- Non voglio parlare. Adesso voglio solo te. -
Quando lo dico lui non ribatte,
non polemizza. Apre le labbra e tira fuori la lingua, si intrufola
nella mia, gli facilito l’accesso aprendo a mia volta e gli vado
incontro, ci respiriamo a vicenda come se ci mancasse l’ossigeno,
stringo forte gli occhi mentre mi imprimo bene questo momento, questo
bacio, lui. Mi dovrà bastare.
Perciò dovrà essere davvero speciale.
Il bacio si accende, diventa
sempre più passionale e vivo, le nostre bocche non si separano,
mescoliamo i nostri sapori e anche mentre mi volto fra le sue braccia,
prendendogli il viso fra le mani per impedirgli di scappare, anche qua
non smettiamo.
E non smettiamo prima che mi
afferri la maglietta e me la sollevi. A quel punto prendiamo fiato, ma
torno subito su di lui, come se avessi necessità fisica della sua
bocca, come se senza potessi morire.
Lui torna a staccarsi per
togliersi la propria, afferra il colletto e la tira via, lascio la mia
bocca aperta col fiato sospeso senza muovermi, riprendo la sua poco
dopo e torno a respirare e la foga cresce, cresce l’intensità, il mio
bisogno, la mia voglia di piangere.
Con la stessa ansia ed una
fretta micidiale mi abbasso furiosamente i pantaloni ed i boxer
insieme, li lascio a metà coscia, faccio la stessa cosa con lui, poi lo
giro di schiena verso il letto dove lo spingo piegandolo in avanti, mi
lecco la mano e mi strofino l’erezione per bagnarla, lo faccio un paio
di volte. Dopo mi succhio le dita velocemente e gliele metto dentro,
poi senza aspettare oltre lo prendo ed entro in lui.
Rafa afferra le lenzuola e si torce verso di me con aria corrugata.
- Nole, piano! - Lo guardo arrabbiato, assente.
Come piano?
- Andiamo, so che ti piace così… - A volte lo facciamo anche più voracemente di così.
- Sì ma… - Ma esco e rientro con
più impeto, la seconda spinta è ancor più forte, lui geme in modo
rumoroso, sono abituato a sentirlo gridare, mi piace quando grida.
Mi chino e gli mordo la spalla,
lui spinge con le mani e solleva il busto venendomi incontro, inizio a
muovermi in lui, i colpi aumentano via via e come sempre invece di
lamentarsi ne chiede ancora. Mi dà alla testa, mi dà così alla testa
che nessuno ha questo potere.
Sta aumentando di brutto, sta
andando fuori dal mio controllo e sul più bello scivola via da me, si
toglie frettoloso del tutto la parte inferiore dei vestiti che era solo
abbassata, sale sul letto, si stende di schiena e mi apre le gambe
davanti a me, si prende le ginocchia contro il petto e mi chiama.
- Dai… - Lo guardo stranito per
un momento, infastidito che sia uscito e che mi abbia fermato quasi
sull’orgasmo, di solito preferisce quella posizione.
Comunque per non perdere il
piacere mi tolgo alla velocità della luce shorts e boxer, salgo sul
letto con lui e rientro subito, lo accontento, mi stendo su di lui che
mi avvolge la vita e le braccia mi attirano a sé, stringendomi intorno
al collo, la bocca sull’orecchio, lo lecca, lo tira coi denti, mi
respira contro.
E poi mentre torno a provare lo stesso piacere di prima, mentre il calore aumenta e la follia torna, lui stringe.
Rafa stringe le braccia e le gambe intorno a me, stringe molto di più. Stringe un sacco.
Sembra una stronzata, ma questa
cosa, mentre lo sto prendendo e facendo mio, mentre il piacere si
espande in ogni centimetro di me facendomi staccare il cervello del
tutto, mi sconvolge.
Mi sconvolge come non so dire.
Mi sento un magone crescere, lo
stesso che ho soffocato per mesi e mesi, ignorandolo di proposito.
Perché no, non ho niente, non ho assolutamente niente.
Ma ora lui stringe e tutto sta andando fuori dal mio controllo mentre muoio così.
Io vengo e lui lo sente e cazzo
è la prima volta che non so se lui è già venuto o no, di solito mi
piace guardarlo mentre schizza per merito mio, ma ora non ne ho proprio
avuto coscienza. Mi tendo su di lui e tremo come una foglia col piacere
più assoluto, e lui me lo dice nell’orecchio, sempre stringendo con una
forza sconvolgente:
- Ti amo Nole, ricordalo sempre.
Qualunque cosa ti stia succedendo, ci sarò sempre per te. - Ed è qua,
in mezzo al mio maledetto orgasmo, fra le sue braccia, con la sua bocca
all’orecchio, che io piango.
Libero le catene e lascio andare tutte le lacrime trattenute per mesi e mesi.
Il pianto che esce è quasi una pioggia scrosciante.
Esco da lui ma gli rimango steso
sopra, gli crollo addosso, nascondo il viso contro il suo collo e sento
qualcosa di appiccicoso fra di noi, credo sia venuto prima senza
nemmeno che me ne accorgessi.
Il mondo sparisce, siamo solo noi, lui mi circonda la testa ed io singhiozzo.
Dio Santo, piango come un
bambino fra le sue braccia e lui mormora ‘ssssst’ sull’orecchio,
baciandomi teneramente, mi carezza la nuca e mi tiene a sé senza
mollare la presa, non molla un secondo.
- Andrà tutto bene. - Non so
perché quando sento questa frase nei film mi arrabbio, come fanno a
dire che andrà tutto bene se invece è tutta una merda?
Ma ora che lui me lo dice, ora è
esattamente quello che avevo bisogno, è proprio quello che dovevo
sentire. Torno a respirare mentre lo ripete ed io giro la testa,
sollevo e trovo la sua bocca. Lo bacio in modo disperato, cercando di
farmi bastare questo per il prossimo periodo. Dio solo sa se resisterò
ancora.
Rafa non fa domande, non insiste, non mi separa, non mi respinge.
Potevo violentarlo, non si sarebbe opposto.
Non so quanto ci ho messo a smettere di piangere, lui non ha fatto cenni di muoversi o di spazientirsi.
Dopo mi sono steso di nuovo su
di lui, mi ha abbracciato ed adagiato sul suo petto continuando a
carezzarmi la schiena. Non mi ha chiesto nulla.
Così mi decido a parlare.
- Non sopporto più Jelena.
Pensavo che potevo passare la vita con lei perché era una ragazza
facile che mi adora, è accondiscendente, non rompe le palle… però non
riesco. Dovevo sposarmi e l’ho fatto. Volevo un figlio e l’ho avuto.
Ma… - Inghiotto e la voce si spezza di nuovo. - Ma non posso vivere una
vita intera di menzogne, non posso fare tutta la vita così. Non la amo
e non solo. Mi dà fastidio nel profondo. Io proprio non riesco a starle
vicino. E non posso dimostrarlo, non posso assolutamente perché è il
teatrino che ho voluto io! Potevo gestirla diversamente, ma ero
convinto che avrebbe funzionato, che ci sarei riuscito. Che potevo.
Invece no e non so, io… io l’idea di tornare a casa con lei, stare con
lei ogni istante libero del torneo e ritrovarmela nelle pause, nelle
vacanze, dopo le partite… e dover fingere d’amarla… non ce la faccio. -
Rafa non dice ‘lo sapevo che non poteva solo essere il cedimento del
dopo obiettivo storico raggiunto. ‘ Il cedimento c’è stato, ma poi è
subentrato ben altro. Sta andando tutto in disastro.
E non c’entra cedimento fisico o mentale. È che non ho l’oasi che dovrei.
- Smetto di allenarmi e devo
correre da lei, lei è lì sempre, quando finisco una partita, quando
abbiamo qualche giorno ed allora sono a casa con lei, quando possiamo
fare delle vacanze. Organizzo qualcosa e lei è sempre lì, sempre lì. Io
non capisco, io non posso… mi irrita, Rafa, mi irrita profondamente e
non capisco. E devo fingere di adorarla e che vada tutto bene! Ma non
potrò farlo per sempre. È questa la vita che mi aspetta? È questa? Con
lei per sempre, durante il tennis, dopo il tennis, finché morte non ci
separi? Davvero? - Sospira e mi bacia la fronte dopo il mio sfogo che
non ho mai tirato fuori, fra la scopata, il pianto e questo ora… beh,
ammetto che mi sento meglio.
Forse non avrei mai dovuto nasconderlo a Rafa, non dirlo a nessuno non l’ha cancellato.
- Sono la tua oasi, non voglio
che mi nascondi nulla. Non ferisci me, ferisci solo te stesso. Io ho
spalle forti, posso sopportare tutto. - Come se mi leggesse nel
pensiero.
- Credo che sia diventata
insostenibile quando ho provato a non fartelo capire. Allora lì sono
andato via via sempre peggiorando. - Ammetto io stesso.
Lo sento sorridere, mi solleva
il viso con la spalla, mi alzo e lo guardo da vicino, lui mi carezza la
guancia e sorride ancora.
- La insulteremo insieme! Per
sempre. Finché morte non ci separi! - Con questo sdrammatizzare mi fa
sentire, ridacchio e allento la tensione. Poi sospiro e appoggio la
fronte sulla sua bocca che bacia.
- Mi sa che mi unirò al coro dei
divorziati, un giorno. Insomma, non mi odio fino a questo punto. - Rafa
ride contro la mia fronte ed io alzo la testa e gli rubo un bacio, lui
continua a ridere.
- Son felice che ti ami.
Davvero. - Dice poi carezzandomi ancora, facendosi serio mentre mi
guarda da vicino. Io rimango un po’ triste.
- Vorrei sposare te alla luce del sole. È questo che vorrei fare. - Lui sorride anche per me.
- Anche io. Ma poi saremmo
costretti a inscenare le nostre morti. Sai cosa succederebbe se ci
sposassimo? - Rafa scherza alla mia maniera e mi aiuta ancora molto,
scherziamo finalmente insieme ed io capisco che non è il fatto che
giochi su una cosa che mi angoscia fino a questo punto, è il fatto che
finalmente sappia cosa mi sta distruggendo dentro.
Almeno ho lui, adesso lo posso dire.
Almeno ho lui.
- Grazie per esserci sempre. -
- Grazie di avermi fatto
entrare. - Mormora lui sorridendo con dolcezza. Il resto del tempo lo
passo abbracciato a lui, stretto come un bambino con la madre.
A volte non ci sono le
soluzioni, a volte puoi solo lasciarti consolare. Eppure è tutto quello
che alla fine ti serviva per andare avanti.
Una coccola.