NOTE:
ecco qua un'altra fic, questa volta con Roger e Rafael. Siamo alla
fine del torneo di Toronto e Roger ha perso in finale giocando con un
chiaro problema fisico, probabilmente una vescica troppo aperta che
gli impediva di fare i dritti da fondo. Durante la partita, perdendo
punti su punti, si è trovato costretto a salire spesso sotto rete
per provare a salvare il salvabile, dimostrandosi eccezionale anche
nell'improvvisazione. Purtroppo non basta, perchè la mano lo limita
molto e perde lo stesso. Così vediamo da lì che succede. C'è già
un'altra fic e mezza pronta, la mezza penso sarà pronta presto.
Comunque come sempre continuo a metterle piano piano. Buona lettura.
Baci Akane
GIOCO
SOTTO RETE
GIOCO
SOTTO RETE = è il gioco in attacco, il giocatore sta sotto la rete e
risponde con una serie di colpi vincenti per fare punto. E' un gioco
pericoloso perchè non permette di difendersi, cosa che avviene in
fondo al campo. Per cui se l'avversario ribatte e supera il giocatore
in attacco, posizionato sotto rete, fa un punto sicuro. Però non è
facile rispondere bene ai colpi tirati da quella posizione e se il
giocatore è abile, può controllare la partita. Necessita di molta
energia, velocità e fiato, oltre che una gran dose di coraggio.
Proprio in una recente partita, Roger ha ribattuto ad un gioco sotto
rete con un colpo eccezionale da fondo campo, facendo punto.
“Federer
è il miglior giocatore della storia, nessuno ha le sue qualità.”
-
Rafael Nadal -
Rafael
si sarebbe pentito di non andarci, lo sapeva.
Era
stato molto indeciso sino all'ultimo, specie perchè era stato a
Toronto proprio pochi giorni prima per parlare con Novak.
Era
tornato nella sua isola, Maiorca, per riprendere la sua preparazione,
ma poi vedendo che Roger era in finale si era trovato a guardare il
proprio jet con aria torva.
Era
in piena preparazione, oltretutto ci era andato già pochi giorni fa.
Spagna-Canada non era una tratta di poche ore. Farlo era da pazzi,
farlo dopo averlo appena fatto ancora di più!
“La
preparazione è il meno, dovrei riposarmi, io mi alleno lo stesso
così rinforzo il braccio e la tecnica col sinistro, ma con una
slogatura ho il dovere di non esagerare. Potrei approfittare...”
Alla
fine si era detto 'al diavolo'. Roger in finale. Doveva andare a
vederlo perchè nel caso vincesse doveva festeggiare, nel caso
perdesse doveva consolarlo.
Per
cui alla fine si era deciso a prendere l'aereo appena conclusa la
semifinale di Roger che l'aveva portato all'ultimo step.
Non
l'aveva avvertito, sapeva che c'era anche la moglie e la madre, ma
pernottavano in un altro albergo perchè Roger, in torneo, non voleva
distrazioni. Era un po' la regola di tutti gli atleti.
Alla
fine, fece bene.
Roger
perse un'altra finale, la quinta di quell'anno. Il peggio era stata
la sua prestazione, si era visto che aveva qualcosa che non andava,
aveva sbagliato quasi tutti i dritti, si era così ritrovato a
correre sotto rete un sacco di volte, ma per fare quel gioco serviva
una certa dose di incoscienza -o coraggio- perchè si attaccava, ma
si restava sguarniti in difesa.
Infatti
aveva solo rincorso l'avversario tutto il tempo.
Aveva
perso al secondo set in tie break, Roger era stato sottotono, a volte
lento, soprattutto nervoso. Molto nervoso.
Si
era visto che imprecava spesso.
Rafael
non si era fatto vedere da lui fino al suo ritorno in camera. Allora
aveva bussato ed aveva fatto capolino.
La
sorpresa sul suo viso fu piacevole, specie per il suo sorriso di
sollievo. Aveva quasi sperato di vederlo apparire.
-
Pensavo fossi mia moglie o mia madre... - Rafael si chiuse
velocemente la porta alle spalle e sorridendo ironico, rispose:
-
Decisamente non sono né una né l'altra... - Roger non riuscì a
continuare lo scambio scherzando come facevano solitamente, sospirò
e si lasciò cadere subito sul letto con pesantezza, coprendosi il
viso con le mani.
- Che
è successo? - Chiese Rafael riferendosi al fatto che era stato
irriconoscibile. - Hai sbagliato un sacco, non ti ho mai visto
giocare così male! -
Roger,
con stizza, alzò la mano destra mostrandogli un palmo con una
vescica sanguinante.
-
Ecco cos'è successo! Era una vescica vecchia che mi si è riaperta
un sacco ultimamente, non riesce a guarire! -
Rafael
gli prese la mano e la guardò bene con stupore.
- Hai
giocato con questa mano? - Roger annuì con il viso coperto ancora
dalla sinistra. - Anche le altre partite? - Ancora un sì. - Ed hai
perso al tie break? - Roger a quel punto alzò la testa e lo guardò
esasperato.
-
L'hai vista anche tu, no? - Non gli serviva di sentirglielo dire per
saperlo. Rafael si accucciò a terra davanti a lui e gli tenne la
mano fra le sue facendo attenzione a non fargli male.
-
Rori, ma sei stato pazzesco! - Roger sgranò gli occhi convinto lo
prendesse in giro, la sua reazione stava per essere sorprendentemente
devastante.
- Mi
prendi in giro? -
- Gli
hai tenuto degnamente testa con una mano quasi del tutto fuori uso!
Non riuscivi a fare i dritti e salivi a rete di continuo e tutte le
volte che lo facevi, era punto! Giocare in attacco è il doppio più
faticoso ed estremamente rischioso, per questo io ho imparato a far
punto dalla difesa! - Roger non sapeva se arrabbiarsi o calmarsi, nel
dubbio alzò le sopracciglia in attesa che si chiarisse.
- Ho
perso in due set, Rafa! Cosa c'è di pazzesco? Non era nemmeno Nole!
Non eri tu! Non era il numero quattro, cinque o sei... io non so
nemmeno in che posizione era! - Non era uno dei soliti tennisti che
davano filo da torcere, ma aveva fatto un gran bel torneo battendo
anche uno spento e fuori forma Nole.
-
Quello ha avuto la fortuna di incontrare te e Nole in brutte
giornate! - Per Novak si sentiva anche responsabile, ovviamente.
Per
Roger non ci poteva fare nulla, era così e basta.
-
Però alla fine mi ha battuto! -
-
Aveva un paio di buone carte e le ha giocate bene. Tu ti sei
ritrovato in corsa a dover cambiare radicalmente sistema e a poter
sfruttare la metà dei tuoi soliti punti forti! - Rafael rispondeva
come un treno, serio, sicuro di sé, convinto. Roger, mano a mano che
lo ascoltava, si calmava. Ora il nervoso era meno alto.
- E
hai fatto dieci ore di volo per dirmelo di persona? Potevi usare il
telefono! - Rafael ebbe il forte istinto di baciarlo, ma si fermò
perchè gli aveva promesso di cercare di controllarsi.
Così
ridacchiò imbarazzato, gli lasciò la mano e si grattò la nuca.
- Ho
pensato che se avessi vinto c'era da festeggiare, se avessi perso
dovevo tirarti su... e sono tutte cose che è meglio fare di persona.
Oltretutto è una scusa per riposarmi sul serio. Finchè sto a casa
non lo faccio... - Roger ridacchiò, stava molto meglio. Tutte le
cose che lo riguardavano lo facevano stare meglio.
A
partire dalla sua risata e dalla sua presenza. Anche la sua voce.
-
Vedi di sforzarti, sai, così salti anche gli US! - Rafael si lasciò
cadere col sedere a terra e si sedette lì dov'era, davanti a lui,
alzando le braccia in alto con un gesto volutamente teatrale.
-
Ehi, non portare sfiga! Io ce la farò, ci sarò agli US e vincerò!
Altrimenti quello chi lo ferma? - Roger rise ancora, riuscendo a
mettere da parte il proprio stato d'animo devastante.
Ogni
volta che perdeva era difficile. Perdere una finale era ancora
peggio. Ripensandoci si fece serio, di fatto non era poi così facile
smettere di pensarci, anche se Rafael come sempre faceva miracoli.
- E'
la quinta finale che perdo quest'anno... -
- E
non ci siamo nemmeno mai incontrati! - Sottolineò Rafael come se
fosse la cosa più rilevante.
- No
io intendevo che è la quinta, Rafa! Ho fallito cinque finali! -
- Hai
sfiorato cinque titoli! - Rafael si alzò e lo obbligò a guardarlo
dal basso, si mise anche a puntarlo col dito tutto infervorato
continuando, visto che sapeva dove voleva andare a parare: - Io ho
fatto molte finali ed ho vinto un Grande Slam e alcuni tornei minori,
ma tu sei arrivato in finale cinque volte ed una di questa era un
Grande Slam, Wimbledon, che non hai vinto per poco ma hai dato una
prestazione leggendaria! Comunque quando non eri in finale, eri in
semifinale! Sei sempre andato bene a tutto. Sei risalito dalla sesta
posizione alla terza, Roger! E questo sarebbe l'anno del declino del
re? - Rafael lo citava. O meglio aveva fatto una citazione mista fra
le notizie e le voci che giravano sul suo conto, e quel che diceva
Roger ogni volta che perdeva. Ora era davvero furioso ed in quei casi
si accendeva come la miccia di una dinamite. Roger si chiese se
sarebbe esploso e quanti danni quella volta avrebbe fatto.
- Non
so del re, ma del mio di sicuro! -
- Ho
una voglia di prenderti a pugni che non hai idea! - Esordì
avvicinandosi minaccioso, col pugno effettivamente chiuso, il
sinistro. Roger alzò il mento rimanendo seduto e porse la guancia.
-
Credo mi farebbe bene, ora come ora voglio solo svenire e non pensare
a tutto questo. Non viverlo. -
Rafael
lo prese per le spalle e lo scosse con forza.
-
Roger, sveglia! Smettila di dire stronzate! Gli anni brutti capitano,
me l'hai detto tu! Il prossimo andrà meglio! - Roger rise amaro.
- Per
te è diverso, sei più giovane, hai ancora molto da dare. È sicuro
che avrai altri anni buoni! Io ho 33 anni, sto esaurendo le pile. Non
riesco più a vincere un titolo, è questa la sola verità che conta.
Mi sto umiliando da solo, sto toccando il fondo e non è uno di quei
fondi da cui poi ti rialzi. Ho finito di rialzarmi. Questo è il
massimo. Più in su non arrivo, posso solo andare più in basso. E
umiliarmi ancora! - Rafael a questo gli diede sul serio un pugno in
testa, non l'avrebbe mai colpito sul serio ed anche quello non era
stato forte. Però il gesto fu chiaro. Rafael era fuori di sé,
fremeva per prenderlo a calci, non sopportava quei discorsi, non
poteva sopportarli da lui. Era incapace di accettare la fine del suo
idolo. Non la poteva accettare. Quando Roger si sarebbe ritirato sul
serio, per lui sarebbe stato un durissimo colpo.
-
Finchè uno arriva in finale così tante volte, non è per niente
finito! Oggi hai avuto sfortuna, avevi una mano fuori uso! Le altre
volte avevi avversari davvero forti, ma questo non significa essere
finiti! Eri sceso di un sacco di posizioni e hai recuperato volta
dopo volta! Roger, sei terzo, dannazione! Dopo che eri arrivato
sesto! Cazzo! Come puoi pensare di essere finito? Io odio quando lo
dici! Uno finito non fa più finali, esce nei primi turni dei tornei!
Quello è un campione finito! -
Rafael
non avrebbe mai ammesso il contrario, non avrebbe mai permesso di
dire l'opposto e non lo voleva sentire. Non poteva. Roger capì
quanto contasse per lui il fatto che rimanesse ancora in pista e si
commosse. Quell'amore andava al di là del fan ed anche del
personale.
Era
un amore così assoluto che non lo poteva categorizzare.
Non
guardava in faccia niente e nessuno, non considerava ruoli,
situazioni ed eventi. Rafael lo difendeva per principio, a
prescindere da quel che capitava.
Non
poteva accettare una sua resa.
A
quel punto, gli venne spontaneo dirlo, come che cambiasse argomento.
-
Rafa, tu sai che prima o poi comunque smetterò di gareggiare, vero?
Devi iniziare ad entrare nell'ottica che ormai è più prima che
poi... - Il silenzio che calò a questo suo sussurro, fu peggio del
famoso pugno trattenuto.
Rafael
si sentì morire per un istante, l'idea che lui mollasse, che
appendesse la racchetta... era inaccettabile, bruciante, folle. Non
era pronto. Non poteva.
Gli
occhi gli divennero istantaneamente lucidi, un'ondata di calore lo
invase e fu la fine, perchè si ritrovò a balbettare e per riuscire
a parlare, si raddrizzò. Si sentiva devastato.
- Non
è ancora arrivato il momento. - Riuscì infine a dire.
Roger
sospirò, lo prese per il polso sano e lo tirò giù seduto accanto a
lui.
Non
era assurdo consolare un altro per il proprio finale di carriera?
-
Forse non è ora, forse non sarà il prossimo anno. Ma sarà presto,
ormai. Tu... è come se per te io fossi eterno. Non giocherò per
sempre. Il declino è normale, ormai. Devo saperlo affrontare a testa
alta, ma non posso nascondermi. Sarei uno sciocco. -
Rafael
lo ammirò, lui, lucidamente, era riuscito a dire cose davvero
sensate e giuste.
Si
rese conto dell'assurdità della situazione e si coprì il viso con
la mano sana, sospirando snervato.
- Lo
so, scusami. Tu fai bene ma... per me è ancora inaccettabile. Non
sono pronto. Penso non lo sarò mai! Potrei accettare il mio calo,
non la tua fine. - Fu il turno di Roger di commuoversi. Quanto ci
teneva? Quanto forte e assoluto era il suo sentimento?
Gli
veniva spontaneo chiedersi se lo meritava.
Gli
carezzò la guancia sorridendo con dolcezza, gratitudine, amore.
Si
perse nel suo viso ora infantile, carico di un dolore ed una
speranza.
Rafael
in un modo o nell'altro ci sarebbe sempre stato lì per lui e lui non
sarebbe nemmeno mai stato capace di rinunciarci.
Accantonarlo,
lasciarlo perdere, smettere di vederlo e sentirlo.
No,
mai, impossibile.
Rafael
era sempre stato il suo sostegno primario, perchè più che adorarlo,
lo amava sul serio.
- Ma
come dici tu, finchè arrivo in finale non c'è ragione per pensare
di chiudere, no? Ci penserò quando non passerò oltre i primi
turni... - Rafael sorrise aggrappandosi a questo.
-
Allora fra molto! - Roger rise e appoggiò la fronte alla sua in
segno di ringraziamento, mentre si sentiva meglio, più leggero, a
posto.
Quel
calore ora era un dolce tepore e proveniva proprio da lui.
Chiuse
gli occhi catturando quel sentimento.
- Mi
hai commosso, Rafa. - Ammise poi dopo un po'. Rafael aprì gli occhi
senza allontanarsi, lo guardò a quella vicinanza ubriacante, senza
nemmeno respirare bene. Senza muoversi. Il cuore che mancava tutti i
battiti possibili.
-
Dico solo quello che penso. -
Roger
sorrise ed aprì gli occhi anche lui, in quello, sempre con le fronti
appoggiate, sorrise ancor più dolcemente e Rafael si perse.
-
Dico davvero. Grazie per il tuo sostegno. A volte penso che non so
cosa farei senza di te. -
Anche
Rafael lo pensava. All'opposto.
- Non
so cosa farei io senza di te. Per me sei sopra ogni cosa, al di là
dei desideri fisici. - Roger ci avrebbe riflettuto in un secondo
momento, su quello, ma lì, in quell'istante, si prese ciò di cui
necessitava.
Fu
lui a baciarlo e per quanto sbagliato fosse, lo fece sentire meglio.
E poi
bene.
E poi
leggero.
Rafael
era troppo importante anche per lui, non poteva farne a meno.
Non
andò oltre, non ci sarebbe riuscito pur volendo, pur avendone
bisogno e voglia, pur essendosi già acceso.
Ma
Roger era Roger, non ne sarebbe mai stato capace. Mai.
Sua
moglie lo aspettava.
Si
separò, tornò a guardarlo serio, poi sorrise con dolcezza e lo
ringraziò ancora.
-
Qualunque cosa siamo. Qualunque cosa saremo. Qualunque cosa ci
troveremo a fare. Io per te ci sarò sempre. - Disse Rafael spinto da
quel suo sguardo che amava profondamente.
Si
poteva pensare che fosse confuso, dopo aver fatto sesso in tutte le
posizioni con Novak solo pochi giorni prima, ma in realtà non era
così. Per Rafael era molto chiaro quel che provava.
Novak
era il corpo, Roger il cuore e l'anima.
Più
chiaro di così si moriva.
La
perfezione sarebbe stata poterli unire, ma naturalmente non era
possibile. Per cui, per lui le cose andavano benissimo così
com'erano ora.
Fare
sesso con Novak, fare tutto il resto con Roger. Esserci quando ne
aveva bisogno, cercarlo quando serviva a lui. Vivere la relazione a
tutti gli effetti.
Per
il momento, le cose stavano esattamente così.
Semplicemente.
FINE