CAPITOLO XV:
RIVISITAZIONE

Mi ricordai di quella volta, sempre nella famosa partita di beneficenza per Haiti, che giocavamo insieme... quando lui all'inizio mi chiese dove volessi la pallina ed io mi alzai la maglietta e piegato in avanti mi indicai il culo con fare ed aria maliziosa.
- E quella volta al match per Haiti, quando ti ho mostrato il culo e tu hai detto addirittura 'bel posto' cosa... cosa ti è successo? Eri fatto di qualcosa? - In effetti pensandoci c'erano stati alcuni momenti in cui si era esposto, dove mi aveva fatto pensare di avere speranze. Quando mi aveva fatto capire che era gay, pur io rimanessi incerto sul fatto che ne fosse consapevole o meno...
E poi insomma, so che qualcosa fra noi è capitato in momenti poco lucidi, solo che non lo ricordo perchè io astemio ero finito per bere ed erano capitate cose wow che però ho totalmente scordato che probabilmente ha scordato pure lui.
Rafa si tirò su sui gomiti mentre io rivolto verso di lui, sempre comunque comodamente steso e con la gamba piegata, lo guardavo con l'eccitazione della scoperta e della meraviglia nel volto.
Lui era inesorabilmente imbarazzato, cioè seriamente...
Mi fissava con 'davvero me lo stai chiedendo?' ed io non potevo smettere!
- Faticavi a parlarmi e scambiare battute con me ed anche i gesti nei miei confronti erano limitati, ma poi... ma poi ricordo bene che sei stato tu a venirmi contro saltando quella volta del petto contro petto! Anche lì sei passato da una cosa all'altra, ma come ci sei riuscito se eri tanto imbarazzato? -
- Ma come fai a ricordarti ogni dettaglio! - Esclamò senza rispondere, evidentemente voleva scappare ma non poteva.
Allargai le braccia con fare ovvio, ormai ero lanciato e non potevo fermarmi.
- E come posso dimenticare una delle poche volte che hai fatto qualcosa con me? - Rafa a quel punto, stizzito, premette i palmi facendo leva per fissarmi più torvo.
- Ehi pochi mesi fa ho fatto quella in Argentina, ricordi? Era una partita intera di doppio insieme! Andiamo! Ed i 5 giorni precedenti passati lì insieme a fare tutte quelle cose insieme per promozioni ed eventi a cui eravamo invitati entrambi? Ti ricordo che siamo finiti in camera insieme! - Sì beh a proposito di ubriacarsi e dimenticare... la festa finale di David e Juan non era finita bene visto che non ricordavo un minuto di quella nottata. Ok, lì erano successe delle cose che infatti mi avevano dato conferma che lui era gay e che lo sapeva, mentre prima ero convinto che lui lo fosse ma che non lo sapesse e non volesse ammetterlo. L'Argentina è stata decisiva, lo ammetto. Quei giorni davvero speciali.
- Infatti hai fatto cose verso di me che mi han fatto pensare di avere speranza, che dovevo provarci più seriamente, che potevo crederci! -
Rafa scosse il capo nervoso e sospirando si tornò a stendere a pancia in giù incrociando le braccia sotto al mento. Coprì anche la bocca imbronciata.
- E che devo dirti? Non ho saputo frenare gli impulsi in certi momenti... -
- Ma come ti sei sentito dopo aver fatto quelle cose? - Perchè glielo chiedevo?
Rafa probabilmente esplose perchè si alzò e come un fulmine fu su di me, non mi salì sopra, ma mi arrivò vicino e mi prese il capezzolo pizzicandolo facendomi squittire. Ovviamente non lo fermai.
- Mi sono sentito come mi sento ora nel toccarti! -
- Ahio! Cioè sadico? - Rafa strinse la bocca esasperato ed arrabbiato, io le braccia larghe ai lati, a tenermi sui bordi del lettino.
- No, eccitato! - Sussurrò piano guardandosi in basso, cosa che feci subito anche io.
No, così non andava bene, così non andava proprio bene.
Era tutto sbagliato.
Lui si guardava ed io lo guardavo e notavo con piacere che eravamo nelle stesse condizioni e non potevo farci nulla perchè ormai i miei occhi erano lì e non volevo saperne di spostarli.
Il problema sopraggiunse quando la mia mano prese vita e dal bordo vicino alle sue gambe, si spostò fino a toccarlo.
La coscia per fuori e poi lentamente per dentro. Lui sussultò, i muscoli guizzarono, io morii nella sensazione ed alzai lo sguardo per vedere cosa stava facendo, mi stava guardando, stava fissando il mio viso.
Ormai eravamo eccitati da morire ed io stavo per arrivare al suo inguine ben in evidenza e coperto da quei piccoli slip.
- Non dovevi... - Dissi senza dover specificare altro.
Ormai sapevamo che sarebbe successo.
- No, ma tu mi spingi sempre oltre i miei limiti, a fare quel che non farei mai... o che non dovrei... -
Rafa sussurrava, non si muoveva e la sua mano non stringeva più il mio capezzolo, ma lo tormentava con due dita, leggero, mentre il mio era duro ed eccitato. E le sensazioni che provavo erano mortali.
I brividi su tutto il corpo e la mia mano sul suo inguine, delineai la sua erezione che già si vedeva bene.
Stavo male.
Stavo malissimo.
Lui aprì la bocca in un sospiro muto, ma il viso che mi faceva sempre impazzire si rilassò nel godimento e fu subito così eccitante che per poco non venni io stesso sotto l'asciugamano. Mi infilai la mano da solo a toccarmi e lui distolse lo sguardo per vedere che facevo. Quando capì la mano dal capezzolo scese e scostò l'asciugamano. Vide ed aprì la bocca poi gettò la testa all'indietro gemendo più forte.
Sentii il caldo bagnato nella mano attraverso la stoffa che toccavo e poco dopo venni anche io.
Mi desiderava a tal punto, gli piacevo ancora in questo modo, fino a questo livello.
Ci guardammo sconvolti ed eccitati, poi lui tremante e rosso mi coprì il bacino macchiato e corse nel bagno adiacente a sciacquarsi.
Imprecai ed in quel lasso di tempo, mentre mi ero appena pulito, arrivarono i massaggiatori dei rispettivi staff.
- Rafa? - chiese il suo vedendo la sua postazione vuota.
- In bagno. Torna subito. - Nessuno sapeva niente di noi e non parve strano, io ero bravo a dimostrarmi a mio agio anche dopo certe scene.
Quando Rafa tornò, aveva l'asciugamano intorno alla vita, chiaramente non aveva potuto tenere gli slip.
Mi leccai le labbra, lui non mi guardava e si stese a pancia in giù nascondendo il viso fra le braccia.
- Rafa, rilassa le braccia. - disse il suo massaggiatore mentre il mio si occupava delle gambe.
Rafa le abbassò e girò la testa dall'altra parte. Ovvio.
Non dicemmo nulla, di solito tenevo banco, parlavo con tutti, facevo il buffone. Insomma, silenzio e Nole nella stessa frase non ci stava.
Però lì non dissi nulla e capendo che dovevo avere qualcosa, il mio amico non insistette.
Quando quello di Rafa gli massaggiò in un certo modo la schiena, lo sentii lamentarsi. E già che si lamentava era un miracolo, un evento. Non lo faceva proprio mai.
Sentendo che aveva così male, mi girai a guardarlo preoccupato, ma non potevo dire nulla e lui non mi rivolse più gli occhi.
Il tutto finì in silenzio, non ci salutammo nemmeno, alla fine.
Ma poco dopo, nella tranquillità di un corridoio ormai notturno, bussai alla sua porta.
Non c'era nessuno e tutt'intorno c'era un'atmosfera surreale.
- Vattene. - Sentii dopo poco dall'altra parte. Sospirai ed appoggiai la fronte continuando a bussare. - Nole, vai. - Era brusco e se avevo capito bene, il suo essere brusco era una difesa, nascondeva desiderio, voglia, timidezza.
- Aprimi. - Dissi contro la sua porta, continuando a bussare.
Alla fine mi aprì ma non del tutto. Una fessura, il suo viso ed io accostai il mio proprio lì.
Si ritirò appena rimanendo comunque lì. Dietro di lui una luce piccola accesa, dietro di me il buio del corridoio. Una bella atmosfera. Ricordo bene.
Ci guardammo seri, lui contrariato, combattuto, io dispiaciuto e preoccupato.
- Sei sicuro di continuare a giocare così? - Dissi solo sapendo che aveva davvero problemi alla schiena che mascherava molto bene.
Rafa non si sprecò a negare nulla e annuendo rispose piano.
- Non posso tirarmi indietro. Non qua. - Non poteva andare bene, però non l'avrei mai convinto del contrario, sapevo quanto il Roland contasse per lui.
- Se solo potessi fare qualcosa... - Dissi con un tocco di disperazione che lo colpì. Avvicinò il viso alla nostra fessura e mi mise un dito sulla bocca con aria colpita, quasi un sorriso intenerito.
- Raggiungi i tuoi obiettivi. È questo che puoi fare per me. -
quanto voleva stare con me, stare seriamente con me?
Non potevo deluderlo.
Annuii e gli baciai il dito, lui accentuò il sorriso e mi sussurrò 'buonanotte'
- Notte. -
Una volta in camera gli scrissi un sms.
'Mi dispiace per prima.'
Forse era giusto, mi dissi.
Anche se non era vero che mi dispiaceva. Però pensavo che a lui non fosse andato bene.
'A me no.'
rispose dopo un po' lui.
Penso che fosse molto più di quello che potevo pretendere in quel momento.
Sorrisi e mi rilessi il messaggio venti volte.
Tutte tutte tutte le volte che lui faceva qualcosa di sorprendente verso di me, io morivo.
Morivo letteralmente.
E mi sorprendevo. Ed imprimevo tutto nella mente. Tutto molto bene.
Lo rivivevo mille volte.
Erano sempre momenti bellissimi.

La volta successiva, sempre dopo un'altra partita di entrambi, ci guardammo bene dall'avvicinarci.
Stesi entrambi a pancia in giù e con l'intimo addosso, rimanemmo ognuno sul proprio lettino.
Lui aveva appena giocato, io invece il giorno prima, ma visto che avevo finito tardi avevo segnato il massaggio per il giorno dopo, beccando lui.
Eravamo seri, stavamo entrambi andando avanti nei round, io facilmente, lui con fatica. Soffrendo.
Non potevo chiedergli come stava, era sciocco.
Però ci guardavamo intensamente, come se stessimo comunicando ad altro livello.
- Cosa hai pensato la prima volta che mi hai visto? - Chiesi a bruciapelo dopo un po', visto che era una delle cose che mi chiedevo ossessivamente in quei giorni.
Rafa, preso in contro piede, mi guardò come se fossi matto.
- Dai so che è passato molto, ma puoi ricordartelo! -
- Ma perchè lo vuoi sapere? - alzai le spalle, lui sulla difensiva e sicuramente preso male.
- Dai, dimmelo! -
Insistetti pregandolo. Alla fine sospirando si arrese e guardando di lato per ricordare, provò a rispondere.
- Dunque... la prima volta... la prima... - Effettivamente sembrava non ricordarlo.
- Io ho pensato che dal vivo eri ancora più bello! - Rafa spalancò gli occhi arrossendo imbarazzato.
- E' vero! Ti seguivo da quando avevi battuto Roger e mi ero reso conto di quanto interessante e bello fossi... e dal vivo eri meglio! Ero felicissimo di battermi con te! -
Rafa finalmente sorrise e parve ricordare.
- Io ho pensato che avevi delle gambe lunghissime e che eri maledettamente veloce! -
- Ma ti sarai accorto di questo solo durante la partita! - Esclamai senza capire.
- Non ho pensato nulla prima di quel momento! - Rivelò infine senza pentirsene, molto convinto di sé.
- Come! -
- Quando gioco sono concentrato, ero fisso nei miei rituali di preparazione e in quello che dovevo fare. Non ti conoscevo, non mi ero informato su di te, mio zio mi aveva avvertito su un paio di cose che ti riguardavano, è stato lui a studiarti un po'. Io non ho associato dati a viso prima di un paio di game. -
- Quindi durante la partita mi hai guardato in viso e visto chi ero? - Ero sconvolto e sull'orlo dell'offesa, comunque deluso ed incredulo.
Annuì.
- Ho notato che eri davvero veloce come mi aveva detto lo zio e poco dopo ho capito perchè. In poche falcate arrivavi ovunque. Per cui beh, la prima cosa che ho pensato è stato 'che gambe lunghe!' - Non potei fare a meno di ridere.
Per lui ero stato solo delle gambe lunghe!
Che bello!
Ed io che gli morivo dietro già da un po'! Quelle cose inspiegabili, insomma.
- Niente sulla mia splendida persona, sulla mia sconvolgente fantasia, sul mio incredibile talento... - Rafa allora si mise a ridere a sua volta e lo presi come un miracolo che mi tenni stretto. In realtà con me rideva spesso, ero felicissimo di riuscirci.
- Alla fine del match ho pensato che non eri male come giocatore, che avevi del potenziale. Le volte successive che ti ho incontrato ho pensato che avevo ragione, miglioravi di volta in volta. Dopo un po' ho capito che avresti scalato presto la classifica. - Questo era meglio, mi gongolai un po' tutto contento per poi tornare alla realtà.
- Però la prima niente di che, insomma... - Rafa alzò le spalle.
- Di norma non noto nemmeno quel po' degli altri. - era vero, tendeva a non vederli proprio, avevo notato che spesso sembrava non considerare il prossimo.
- E che tendo ad innervosirmi subito lo hai notato? - Lui ridacchiò.
- Quello è difficile non notarlo, ma visto che anche io mi innervosisco subito non ho pensato fosse strano, per me sono strani quelli come Roger che mantengono la calma. -
continuavo a ridere mentre riconsideravo Rafa con quella chiave d'interpretazione ed era incredibilmente divertente.
- Felice di saperlo allora! È bello avere qualcosa in comune con te! - Rafa scosse la testa e dopo un po' di silenzio pensieroso, disse serio.
- Mi sei piaciuto lentamente. - Questo suo slancio mi tolse il respiro, come succedeva di norma, ma non potei rispondere perchè arrivarono i massaggiatori ad interrompere tutto.
Mi tenni stretto anche quel dialogo e pensai che sicuramente le cose sarebbero andate per il meglio, non c'era scelta.

Erano tutti sicuri che dopo Roger sarebbe uscito Rafa, che non ce l'avrebbe fatta quell'anno. Ed invece lui andava avanti.
Quando me lo ritrovai in finale ebbi una paura fottuta.
Sapevo che avrebbe venduto cara la pelle, ma quel che mi terrorizzava era la consapevolezza che aveva problemi fisici, lui continuava a far finta di non aver problemi di schiena quando invece ne aveva dallo slam australiano, per cui sapendo questo io dovevo giocare al mio meglio, spietato più che mai, per vincere il titolo più importante della mia carriera.
Peccato che mi conoscevo e sapevo che io col nervoso avevo problemi, aggiungendo quello al fattore Rafa, la cosa aveva una combinazione devastante e così infatti fu perchè giocai male e totalmente deconcentrato.
Eravamo negli spogliatoi insieme a prepararci, entrambi silenziosi, seri, concentrati.
I momenti di parlare erano passati, l'avevamo fatto abbastanza i giorni precedenti, quando l'avevo obbligato a raccontarmi dal suo punto di vista alcuni episodi vissuti da noi in passato. Adesso dovevo dimostrargli quel che non avevo fatto altro che ripetere per giorni.
Ero uno che faceva quel che diceva.
Che raggiungeva i suoi obiettivi.
Il mio obiettivo nel tennis era superarlo di nuovo, vincere il suo Roland, tornare il numero uno.
Però mi girai e lo vidi per un istante senza maglietta, mi dava la schiena e si stava togliendo i nastri muscolari colorati che si attaccano alla pelle.
Non potei fare a meno di esclamare shockato.
- Ma sei pazzo?! - Rafa continuò imperterrito, poi una volta tolto tutto, si mise la maglietta con la quale avrebbe giocato.
- Non posso tenerle, durante la partita capita che mi cambi davanti lo stadio e non posso farle vedere. - Non capivo nemmeno questo ragionamento strano, ma non potevo accettarlo facilmente e allargando le braccia proseguii contrariato ed alterato.
- E come dovrei giocare io sapendo che avevi addirittura le fasce muscolari per la schiena che ti sei per di più tolto per il match? -
Rafa si sedette cambiandosi le scarpe, nel mentre sospirava ma evitava con cura il mio sguardo.
- Gioca come sempre, come avevi pensato di giocare! - Rispose secco.
- Ma tu non dovresti nemmeno giocare, forse! Cosa ti dice il tuo fisioterapista, il tuo medico? -
Rafa, finito di prepararsi, si alzò roteando gli occhi seccato, poi mi si piazzò davanti.
- Non importa cosa dicono, ho io l'ultima parola ed io dico che gioco! Non cominciare anche tu! - Ora era arrabbiato e non sapevo quanto l'ideale fosse per entrambi giocare in quel modo, ma non potevo farne a meno.
- Ma Rafa, non sono uno qualunque che se ne sbatte! -
- Lo sapevi dall'inizio come stavo, perchè solo ora te ne esci con queste sparate? - Adesso si stava anche litigando ed io non potevo proprio giocare in quel modo, era inaccettabile per me.
- Perchè non pensavo ad una finale uno contro l'altro! - Misurai bene le parole ma non servì perchè con lui, comunque, non serviva mai. Riusciva a prendere comunque sempre tutto male.
Il suo viso si oscurò e si fece anche feroce, i muscoli tesi, poi con voce bassa e penetrante, rispose tagliente:
- Pensavi che uscissi, che non ce la facessi! Il tuo arrivare agli obiettivi era valido se io mi toglievo di mezzo, per questo parlavi tanto! Ma ora che mi vedi qua capisci che forse hai di nuovo parlato a vanvera! Beh, indovina un po'? Sono messo male, è vero, e non so come sono arrivato fin qua ma io quella coppa la voglio e l'avrò, a costo di arrivarci in ginocchio fino all'ultimo match point! Questo è fare seriamente! Prendersi l'obiettivo a qualunque costo! Qualunque! Se vuoi una dimostrazione di come si fa sul serio, oggi te la darò! - Con questo prese i suoi borsoni e la sua racchetta ed uscì dallo spogliatoio per andare in campo.
Io rimasi lì solo qualche minuto, poi scossi il capo.
- Quello stupido! Vedrà se non sono serio! Vuole suicidarsi? Che faccia! Non avrò riguardo, sono una persona seria, fisso lo scopo e lo raggiungo! Ce la farò! Continua a prendermi per un debole senza midollo, ma non mi conosce! Gli dimostrerò quanto valgo davvero, dannazione! -
Così infervorato e risoluto raccolsi anche io le mie cose ed uscii.