CAPITOLO
IV:
TERZO GRADO
Quando mi
raggiunse mi stavo asciugando, era turbato e mi guardava di
sottecchi.
Dopo un po' di
silenzio imbarazzante durante il quale iniziammo a vestirci, lo ruppe
sorprendentemente.
- Tu e Stan
state insieme? - Chiese shockandomi per la domanda diretta e
sfacciata.
Cominciavo a
scoprire Rafa una volta di più ed ovviamente mi piaceva un sacco.
Io lo guardai
stupito.
- No noi non...
- Ma Rafa mise le mani avanti.
- Non sono
affari miei, era solo una domanda... - Non molto normale, ma in
questo contesto davvero molto precisa.
- E tu stai con
Roger? - Chiesi allora per ripagarlo con la stessa moneta!
Avvampò e per
un momento mi sentii morire. Ci sperava, era chiaro. O forse era
successo qualcosa.
- No. - Disse
solo duro, chiudendo il discorso senza permettermi di aprirlo. Provai
a dire di me e Stan per spingerlo a dire di lui e Roger.
- Io e Stan
abbiamo avuto un qualcosa in passato, ma è successo solo una volta.
Siamo comunque molto amici. Credo che sia innamorato di Roger. -
Sembrava strano parlare di quelle cose, ma chiaramente una volta che
si iniziava lo si faceva con più facilità.
Lui si stava
rivestendo, così io, e dopo un po' di dubbi si decise sospirando,
mordendosi il labbro.
- Io. - Disse a
denti stretti. - Io ci ho provato. Dopo una vita che gli morivo
dietro. Ma lui mi ha rifiutato. Ha detto che gli piaccio come persona
ed amico, ma non in quel senso. - Poi mi diede la sensazione di voler
dire qualcos'altro, ma di non osare. Così sedendomi in modo da
poterlo guardare, mentre mi infilavo le scarpe e lui si infilava la
maglia, dissi amichevole e quasi delicato:
- Che altro
c'è? - Rafa strinse le labbra in modo infantile, dispiaciuto,
imbarazzato. Indeciso alla fine proseguì sedendosi vicino a me per
mettersi anche lui le scarpe, i movimenti distratti e lenti, non mi
guardava, ma io guardavo lui dopo aver finito di fare tutto.
- Ho
l'impressione che... - Sembrava un rospo enorme da sputare, lo
scrutai in attesa.
- Che? - Lo
esortai cercando di non essere troppo pressante. Alla fine sospirò
imbarazzato.
- Che se fossi
stato Stan non mi avrebbe respinto! - Sgranai gli occhi!
Del resto se ti
piace qualcuno te lo studi e te lo guardi fino a notare ogni
dettaglio. Anche chi guarda diversamente da come vorresti.
Come io ho
capito che a lui piaceva Roger.
Non sindacai
sulla sua impressione.
- Gli piace
Stan? - Chiesi per spingerlo a parlarne. Lui, ormai fermo e sempre
fissando davanti a sé, annuì a disagio, ma anche abbattuto.
- Credo di sì.
Lo guarda come vorrei guardasse me. Se ne prende cura. È protettivo.
- Gli misi la mano sul ginocchio stringendo per consolarlo, era
chiaro che non era facile parlarne ed era strano farlo proprio con
me, magari per la prima volta.
- Ti fa stare
male? - Chiesi dolcemente. Lui alzò lo sguardo sul mio dopo aver
guardato e sussultato per la mano. Eravamo seduti vicini e c'erano
questi toni confidenziali mai avuti, dopo quell'eccitarsi sotto la
doccia.
Era stato tutto
molto strano e sentivo che a quel punto poteva succedere qualunque
cosa.
- Sono stato
male, ma è superata. È successo qualche tempo fa, non di recente.
Ora sto bene. Solo che non ne avevo mai parlato e quando ne parli,
anche se è andata, ti senti un po' così... - Lo disse piano, sempre
in confidenza, intimo.
- Quindi stai
bene? - Chiesi preoccupato. Lui sorrise timidamente. Era un aspetto
di Rafa che non conoscevo e mi piaceva tremendamente.
Appariva forte,
sicuro di sé, agguerrito e passionale, ma c'era anche una timidezza
dietro quelle corazze. Dolcissima timidezza.
- Sì, sto
bene... grazie... - A quel punto si rese conto della mia mano sul
ginocchio e del fatto che continuava a starci. Non avevo molta
intenzione di toglierla. La guardò e guardò me, si rese conto anche
di quanto vicini eravamo. - L'ho superata e va bene. Mi concentro sul
tennis, è tutto quello che posso fare. - Si mise a parlare a
macchinetta imbarazzato. Non sapeva come uscire da quella situazione.
- E non stai
con nessuno? Non sei andato con nessuno? Non c'è nessun altro? - Mi
misi ad indagare curioso sempre con la mia mano sul suo ginocchio che
lui guardava, alle domande i suoi occhi si incatenarono stupiti ai
miei, spaventati per un momento.
- E questo
terzo grado? - Chiese senza rispondermi, cercava di ristabilire le
distanze, ma non voleva toccarmi lui mentre io volevo lo facesse.
- Sono curioso!
- Dissi con faccia tosta sorridendo.
- Lo vedo! Ma
perchè? Che te ne importa? Insomma, abbiam finito per parlare di
certe cose private, ma non è che dobbiamo continuare su ogni singolo
aspetto e dettaglio, cioè, stiamo un po' andando oltre e... - che
caprone!
- Mi importa
perchè spero di avere campo con te! Per questo devo sapere tutto
quello che posso e se non te lo chiedo ora che siamo in argomento ed
in confidenza, quando dovrei? -
Questo ebbe il
potere di zittirlo, l'imbarazzo a quel punto andò molto oltre, non
fu più in grado di spiccicare parola, era di mille colori e
boccheggiò. Così feci prima io, di nuovo:
- Io non sto
con nessuno e non sono interessato a nessuno. - Poi mi corressi. -
Cioè ho una ragazza che penso sposerò, con cui sto bene e voglio
fare una famiglia, ma elude da quel che sono e che desidero come
uomo. Cioè te. - A questo punto dovevo essere estremamente chiaro,
arrivato dove ero non avevo scelta e sempre con la mia mano sul suo
ginocchio continuai a fissarlo sicuro ed in attesa di una risposta.
Rafa alla fine
mi prese la mano per togliersela di dosso, ma io veloce, non
aspettavo altro che quello, gliela ripresi di rimando obbligandolo a
stare lì. Lui cercò di divincolarsi, ma senza esagerare non lo
lasciai.
- Voglio solo
una semplice risposta, poi ti lascio andare. - Aprì bocca sconvolto
e rossissimo senza saper che dire.
- M-ma cosa
vuoi sapere? - Mi prese a sua volta la stessa mano che teneva la sua
e cercò di staccarmi, ma io presi anche questa ritrovandoci
aggrovigliati con tutte e quattro come due deficienti.
- Se ho
speranza. Se pensi a qualcun altro. - Ero molto chiaro, così almeno
ci pensava. - Se mi odi. -
- Non ti odio,
che sciocchezze! - Rispose subito.
- Sembrava mi
odiassi in tutti questi anni! -
- Ma se
scherzavo con te! -
- Per cortesia,
perchè ci guardavano tutti, perchè non avevi scelta! - Rafa si
oscurò aggrottandosi, ora era sul piede di guerra ma continuavamo a
tenerci così e a stare seduti uno davanti all'altro a guardarci.
- Non dire
stronzate! Se odio qualcuno si vede! Non faccio finta di apprezzarlo!
- Questo mi rilassò molto.
- Sembrava mi
odiassi! - Ripetei semplice.
- Odiavo il
fatto che mi battevi, ho odiato che mi hai superato... ma non ho mai
odiato te! - Volevo saltare di gioia, ma era più importante tenerlo
fermo.
- Quindi ti
piaccio? - Stava per rispondere di getto, ma si accigliò.
- Non sono
domande che si fanno! Queste cose si capiscono da soli! - Non ero
d'accordo, ma lo trovavo tenero nel suo attaccare per difendersi.
- Ci conosciamo
da anni, ti muoio dietro dal giorno in cui hai vinto contro Roger la
prima volta, ho sempre pensato che mi odiassi! Ho il diritto di
sapere se ho speranza! Tu non mi vai via dalla testa e a questo punto
non posso mollare così come niente! - Era vero, non gli stavo
nascondendo niente, solo che lui voleva scappare, era tutto molto
improvviso, non ci aveva nemmeno mai riflettuto seriamente, credo.
Non sapeva
nemmeno lui cosa provava e pensava.
- Non lo so,
ok? Non ho mai pensato a te in quel senso, anche se ora non ho più
l'ossessione per Roger... non ti ho mai visto così! Non so se hai
speranze, come dici tu, o che... ora lasciami! - Disse allucinato e
in difficoltà.
A quel punto,
contento e soddisfatto per il fatto che almeno adesso ci avrebbe
pensato, gli lasciai solo una mano per mettergliela sulla guancia.
Poi mormorai deciso.
- Volevo darti
una cosa a cui pensare... - Non fece in tempo a chiedere 'cosa', che
si ritrovò la mia bocca sulla sua.
Gliela sfiorai
e basta, aderii e confusi le nostre labbra insieme. Infilai il mio
fra le sue aperte ed ebeti, poi succhiai il suo inferiore e lo feci
mio. Non ci fu altro. Lui non respirava. Io stavo per scoppiare di
gioia, il cuore in gola.
Non disse
nulla, non tirava più. Era come morto.
Ed io pure.
A quel punto,
soddisfatto di quanto successo, lo lasciai andare e me ne andai
prendendo le mie cose.
Sicuramente non
era stata programmata così, non ci avevo proprio pensato a cosa
avrei fatto. Avevo visto un'occasione e l'avevo colta.
Volevo solo
fare almeno una volta sesso con lui.
Cioè chiedevo
una notte. Una notte folle con lui dove farci di tutto.
Non chiedevo
altro.
Ma per il
momento mi sarei dovuto accontentare di guardarlo da lontano ed
aspettare una sua mossa, sperando che tutto quello andasse poi a buon
fine.
Non ci speravo,
ma era obiettivamente andata meglio di quel che avevo pensato.
Molto.
Rafa mi evitò
accuratamente per il resto del torneo e per sua fortuna non ci
incontrammo sul campo, però lo stalkerai per bene fuori. Cercavo di
incrociarlo in allenamento, nei pasti ed anche nel resto del tempo
libero.
Purtroppo Rafa
era testardo ed anche molto bravo ad evitarmi, per cui prima della
finale, ebbene sì mi trattenni in gran segreto nonostante
quell'inconcepibile di Stan mi avesse buttato fuori prima, non
riuscii a vederlo.
Il meglio che
potei fare fu stare in camera a guardarlo dalla televisione, la cosa
mi urtava, ma me ne feci una ragione.
Quando si fece
male alla schiena ebbi un deja-vu. Rafa aveva la mania di fare dei
brutti anni alternati a quelli fantastici perchè si faceva male ed
insisteva a giocare lo stesso.
Stava
gareggiando in finale contro Stan, si era fatto male ed aveva
continuato lo stesso soffrendo come un cane, e si vedeva.
Guai, non si
sarebbe mai ritirato.
Io lo sapevo
anche se guardavo incredulo che continuava lo stesso stando
malissimo. Doveva avere uno strappo alla schiena, i suoi movimenti
non erano al massimo, ma spingeva con tutto sé stesso.
Dopo di questo
ammetto mi ritrovai ancor di più perso per lui.
Quando Rafa
perse, pensai che doveva essere stravolto, non capivo nemmeno come
facesse a muoversi e si vedeva che era stremato. Mi diede conferma
quando, salutando Stan a fine incontro, quando lui lo trattenne per
dirgli probabilmente che se non fosse stato per l'infortunio sarebbe
andata diversamente -conoscendolo glielo aveva detto di sicuro- gli
si appoggiò completamente addosso.
Mani sul fianco
a parte che spesso erano normali, Rafa aveva appoggiato la testa alla
spalla di Stan per ascoltarlo mentre gli parlava.
Rimasi senza
parole.
Come aveva
fatto?
Come?
A me erano
capitati infortuni in partita e avevo sopportato, però non erano mai
stati così gravi.
Rafa era andato
fino in fondo ed ora non si reggeva in piedi.
A quel punto
decisi che l'avrei rivisto, dovevo incontrarlo prima di salutarci e
passare al prossimo torneo. Dovevo.
Non c'era altra
scelta!
Aspettai di
sentirlo tornare in camera dopo i soliti rituali, mi aspettavo che
andasse a fare una visita approfondita per la schiena, quindi ero
pronto a coglierlo al volo. Non volevo perdermelo.
Appena sentii
la sua porta aprirsi, ero vicino a lui di camera su mia espressa
richiesta, mi fiondai svelto facendo attenzione a non essere visto.
Quando mi vide
sulla porta, per poco non gli venne un colpo.
Di certo ero
l'ultimo dei suoi pensieri in quel momento e spontaneo e diretto,
disse:
- E tu che ci
fai qua?! - Io entrai e mi chiusi da solo la porta prima di essere
visto, il tutto ridendo.
- Ti stalkero!
- Dissi scherzando. Lui penso ci credette visto la sua aria truce,
così alzai subito le mani in avanti chiarendo frettoloso: - Dai che
scherzo! Mi sono trattenuto a Melbourne qualche giorno, non avevo
fretta di tornare a casa... e vedendo la finale ed il tuo infortunio
mi sono preoccupato! Come stai? - Chiesi senza perdere tempo e
dargliene a lui per respingermi.
Rafa mi guardò
stordito, batté le palpebre un paio di volte, poi mi guardò senza
capire comunque cosa mi interessasse.
- Male, grazie!
Devo andare a farmi vedere che ho un male cane... - Non andò per il
sottile e non mascherò il suo stato. Quasi quasi me l'aspettavo. Mi
diede le spalle e muovendosi piano e rigido riprese a prepararsi.
Penso fosse anche imbarazzato, oltre che sofferente. Quindi si
concentrava su quel che doveva fare e sul male stesso per non pensare
a me.
- Mi
dispiace... - Mormorai sincero. - Se non fosse stato per quello
avresti vinto tu... - Rafa alzò la testa con un gesto stizzito.
- Smettetela di
dirlo tutti! Stan ha battuto gente fortissima prima di arrivare qua!
È in forma, è migliorato un sacco! Ha battuto anche te, mi pare,
no? - Disse ironico. Era proprio arrabbiato. Preferiva pensare di
essere stato battuto piuttosto che aver perso?
Era strano, a
volte non lo capivo.
Mi sedetti sul
letto accanto al suo borsone dentro cui cercava di radunare
faticosamente e alla rinfusa le cose da portare via, ma ogni
movimento era sofferenza e mi chiesi perchè non si faceva aiutare da
qualcuno del suo staff.
- Perchè non
ti aiuta nessuno? -
Chiesi
prendendo la roba che aveva preparato lì fuori ed iniziando a
piegargliela per poi infilarla con ordine nel borsone. Dentro notai
quella che aveva messo lui che era alla rinfusa, così la presi e la
sistemai senza il suo permesso.
- Posso farlo
da solo! - Rispose prendendomi di mano quel che stavo mettendo bene.
Io me lo ripresi e lo spinsi gentilmente.
- Stai buono e
lasciami fare! Chiaramente vuoi farti passare per quello che non deve
chiedere mai! Ma come ti hanno cresciuto? A volte farsi aiutare va
bene! - Mi stavo comportando da fidanzato, me ne rendevo conto, non
ci potevo fare nulla.
In realtà un
po' mi piaceva farlo, impormi con lui era soddisfacente.
Rafa, però,
rimase nel suo cantuccio per poco.
Il secondo
successivo stava già tirando fuori le cose da mettere via.
Aprì l'armadio
e prelevò i vestiti e li buttò sulla valigia pigiando seccato,
ignorando la mia presenza. Io sospirai, gli presi i polsi, lo spinsi
di nuovo delicatamente e questa volta lo feci sedere. Il fatto che
non opponesse resistenza e che riuscissi a farlo indicava quanto male
stava.
Si mise a
sedere imbronciato provando ad apostrofarmi.
- Posso fare da
solo, anche se è in disordine non importa! E poi che c'entri tu? Eri
venuto a vedere come sto? Sto male! Ciao! - Voleva scaricarmi perchè
chiaramente in imbarazzo.
Io risi
prendendo la sua roba ed iniziando a piegarla.
- Accetta un
favore, per favore! - Dissi giocando con le parole. Lui fece una
smorfia e guardò altrove come un bambino offeso.
- Non
dovresti... - Ripeté imbronciato.
- Perchè? -
Non c'era una risposta, ovviamente. - Voglio farlo. E sai perchè! -
O almeno lo speravo.
Rafa si voltò
di nuovo e mi guardò meravigliato e battagliero insieme.
- Speri di
venire a letto con me se mi aiuti con la valigia? Non mi vendo per
così poco! - A questo risi di gusto piegandomi sulle ginocchia. Era
serio e convinto, per questo ridevo. Non ci potevo credere che lo
pensasse.
Come gli veniva
in mente?
- So che non ti
venderesti mai per nulla! Come puoi pensare che lo creda? Andiamo,
Rafa! Mi conosci così poco? - Rafa rimase zitto e cupo a fissarmi in
attesa che la finissi, così rimanendo accucciato accanto a lui, con
le mani sulla sua borsa, lo guardai serio.
- Ti aiuto
perchè ci tengo a te, mi piaci, sono perso per te! Te l'ho detto e
visto che lo sai, posso comportarmi apertamente di conseguenza! -
Rafa rimase inebetito e senza parole a fissarmi, la bocca aperta,
convinto che scherzassi. Ero maledettamente serio. L'imbarazzo salì,
ora non sapeva cosa dire e come uscirne. Era una situazione
stranissima, mai vissuta da nessuno dei due. Lui sicuramente si era
obbligato a non pensarci, questo non aveva risolto nulla ed ora era
ad un punto cruciale.
Non potevo fare
passi falsi, assolutamente.