*Eccoci
qua finalmente! Nick e Sascha finalmente hanno fatto pace ed hanno
trovato un punto di incontro, ma a livello teorico è tutto facile.
Bisogna vedere se alla pratica è possibile una relazione da coppia
aperta e moderna. Nick ovviamente non ha problemi in questo, Sascha
potrebbe capire di aver fatto il passo più grande della gamba. Buona
lettura. Baci Akane*
4. LA SOLA COSA DA FARE
Sascha sussultò quando sentì delle mani sfiorargli i fianchi e scendere
giù sul basso ventre ed infine staccarsi, era soprappensiero e non
aveva sentito arrivare nessuno, così Nick l’aveva colto di sorpresa.
Lo vide ammiccare malefico e Sascha scosse il capo fissandolo male.
- Sei un idiota! - Sussurrò perché di là sentiva altre voci di colleghi
che si stavano preparando per allenarsi o che venivano
dall’allenamento.
- Per un innocente salutino? - Disse malizioso.
- Innocente? - Così gli mostrò quanto innocente era stato. Nick vide la
sua erezione indurirsi davanti ai suoi occhi e scoppiò a ridere, così
si mise di fronte per par condicio e gli mostrò la propria.
- Così non ti senti solo! -
Anche la sua non scherzava, infatti. Sascha si morse forte il labbro,
poi scosse il capo in netta difficoltà e domò a stento la voglia di
saltargli addosso.
- Con te i discorsi sono inutili! -
- Che discorsi? Avevamo detto che potevamo fare quello che ci andava! -
Sembrava che gli piacesse l’idea di essere una sorta di coppia aperta.
Una coppia non coppia in pratica!
Sascha alzò gli occhi al cielo esasperato, sforzandosi di non guardarlo nemmeno per sbaglio.
- Sì, ma io intendevo non in mezzo a tutta questa gente! - Nick così si
avvicinò e si infilò sotto il suo getto sciacquandosi dal sapone con
l’aria strafottente.
- Quale gente? - Sascha lo stava per respingere sebbene sapeva che le
proprie mani probabilmente l’averebbero acchiappato e tenuto stretto,
ma a salvarli fu l’arrivo nelle docce di qualcun altro e quando videro
meglio chi era, venne un colpo ad entrambi. Nick emise un sorrisone da
capogiro mentre Sascha ingoiò il rospo.
Rafa arrivò e vedendoli li salutò allegro e spensierato andando prima
da Sascha, suo compagno di squadra poche settimane prima alla Laver
Cup. Lo abbracciò brevemente toccandosi solo con mani e spalle, poi
diede una pacca amichevole anche a Nick, infine chiese ad entrambi come
stavano e si misero a chiacchierare.
Rafa era il preferito di Nick, lo prendeva da esempio nel tennis e da
quando lo faceva andava molto meglio, solo che Nick era lunatico, a
volte non aveva voglia di fare e sembrava un morto!
A Sascha piaceva Rafa, specie dopo essere stati compagni di squadra.
Era davvero una persona in gamba e deliziosa, spiritosa, allegra,
coinvolgente. Uno spagnolo a tutti gli effetti e con Roger erano una
coppia di comici. Avevano una grande intesa che andava oltre un buon
rapporto fra rivali, si vedeva. Anche nel gruppo su Whatsapp che
avevano aperto loro del Team Europa si vedeva quanto erano affiatati e
soprattutto alla mano ed allegri, postavano di continuo un sacco di
cavolate divertenti.
Con Domi avevano spettegolato tutto il tempo dicendo che secondo loro,
quei due erano una coppia vera. Però erano abbastanza bravi a coprire
le tracce. Del resto in tanti anni di conoscenza nel circuito dovevano
aver imparato diversi trucchi.
Nick si rianimò davanti ai suoi occhi scherzando e mettendosi a parlare
con lui più che con Sascha, il quale lo guardava a tratti molto male
nonostante non volesse sembrare un bambino offeso.
Quando i due uscirono prima di Rafa, Sascha ebbe l’occasione di
lanciare a Nick solo una brutta occhiata veloce veloce, poi non
poterono fare altro perché altri arrivarono di nuovo e così quel
momento si concluse con un nulla di fatto.
Fino alla sera a cena.
A Nick non importava nulla di sembrare inopportuno, aveva degli amici e ci stava insieme, non importava se erano rivali o cosa.
- Ti ricordo che la gelosia è una cosa da coppia impegnata e noi non lo siamo! Guarda che comincio a provarci con altri, eh! -
- Tipo? - Chiese Sascha seccato, non voleva fare la parte del fidanzato
geloso, ma per lui non era facile visto che era naturalmente irritato
da chiunque girasse intorno a Nick.
In quel momento arrivò in ristorante Grigor e Nick lo indicò ad alta voce.
- Grigor! - Questi pensando di essere stato chiamato si girò e Nick
sorrise salutandolo, Grigor che non aveva mai avuto molto a che fare
con lui sorrise un po’ perplesso e lo salutò di rimando, Sascha fece
altrettanto pensando quanto idiota fosse il suo non fidanzato.
- Non ci azzecchi niente con lui! - Disse poi a denti stretti mentre si insultava perché non doveva fare così e lo sapeva bene.
- Ci sto poco ad ‘azzeccarci’! - Disse malefico. Sascha alzò gli occhi
al cielo e scosse il capo fingendo che non gliene importasse.
- Ok, fa quel che vuoi! Non me ne importa! Al prossimo torneo mi infilo
nella camera di Domi, sappilo! - Non lo pensava davvero, ma Nick rise e
così tutto si rischiarò. Gli piaceva quando Nick rideva, si
trasformava, aveva tutta un’altra aria.
Quando lo vide camminare insieme a Grigor e parlare amabilmente con
lui, a Sascha salì un insulto alle labbra che però si beccò qualcun
altro che finì per guardarlo male. Qualunque parola in tedesco per uno
che non lo capiva sembrava un insulto!
Sascha lo ignorò e tirò dritto dando una spallata a Nick il quale finì
addosso a Grigor. L’australiano si girò per uccidere il malcapitato e
vedendo che si trattava di lui si mise a ridere e non disse nulla,
continuando in risposta a parlare con un amorevole Grigor.
Sascha ignorò di proposito Nick per un paio di giorni fino al
ritrovarsi con lui negli spogliatoi per la semifinale del torneo. Nick
sapeva che gli metteva il muso perché si era improvvisamente messo a
fare amicizia con Grigor che aveva sempre ignorato per per anni,
infatti se la godeva molto.
Da un lato gli piaceva che per una volta fosse Sascha geloso, lo era
stato lui di Domi per tutta l'estate ed ora una piccola vendetta ci
stava, specie perché così non si sentiva più tanto coppia come prima e
per lui era importante non sentirsi così. Però adorava stare con
Sascha, ogni dinamica che lo riguardava lo interessava e sapeva
accenderlo come pochi. Forse solo Rafa aveva un potere simile, ma
unicamente in ambito tennistico. Nella vita privata nessuno come Sascha.
La cosa lo turbava perciò cercava sempre dei modi per non sentirsi troppo preso da lui.
Con Thanasi aveva sempre funzionato e intendeva tenerlo come piano di emergenza, ma farlo ingelosire con Grigor era spassoso.
L'altra volta Sacha si era arrabbiato molto con lui per il tradimento,
era stata una cosa diversa dalla gelosia. Chiaramente non gli piaceva
Thanasi, ma era una cosa più complicata, come complicato lo era lui.
Adesso lo vedeva solo limpidamente geloso e la cosa gli piaceva molto.
- Ti vedo in forma! Sarà una bella partita! - disse acido Sascha col chiaro sottinteso 'te la spassi con lui eh?'
Nick si stava divertendo un sacco e non lo nascondeva.
- Lo sono, grazie. Anche tu però non scherzi! - gli fece l'occhiolino
scivolando con lo sguardo sul suo inguine coperto dagli slip sportivi.
Sascha voleva spaccargli la faccia.
- Sicuramente niente di paragonabile al fisico perfetto di Grigor, lui
non è troppo alto o allungato come me, si è sviluppato e rinforzato
molto bene in questo ultimo anno! -
Tesseva le lodi di Grigor per metterlo alla prova, ma non riusciva ad
essere una maschera, non con lui, e la cosa ovviamente lo irritava
molto.
Nick rise vestendosi per primo e sedendosi poi per aspettarlo.
Sascha non lo guardava nemmeno, si sentiva furioso e lo si vedeva bene, Nick era sconvolto per quanto lo dimostrasse!
- Beh, lui ha un bel fisico, non ci piove! Ma la sua migliore qualità è
il carattere! È allegro e dolcissimo, un autentico bignè alla crema! -
- Tutto da leccare, insomma! - disse acido a livello mille. Nick teneva
bene il gioco, voleva spanciarsi dal ridere ma rimase impassibile con
un sorrisino malizioso addosso.
- Mmm... Che bella idea... - Sascha lo fulminò con lo sguardo non
potendocela più è una volta vestito uscì di corsa sbattendo la porta,
senza più mascherare nulla. Non che ci fosse riuscito prima.
Nick rimase lì a ridere da solo, sfogandosi un po', poi raccogliendo le
proprie cose decise di andare in corridoio ad aspettare il richiamo, si
mise dietro Sascha che si riscaldava saltellando e tirando i muscoli,
ignorandolo completamente.
"Chissà quale parte del non voglio legarmi non ha capito!" Esclamò a sé
stesso Nick assecondando il suo silenzio. Adorava vederlo geloso,
ma sapeva che non era un buon segno e sapeva cosa succedeva quando si
sentiva troppo legato a qualcuno. "Non deve innamorarsi di me, non
voglio che soffra. È una persona meravigliosa, non lo merita." Pensò
riscaldandosi a sua volta.
Giocare contro di lui fu quasi terapeutico, lo vide ridere e scherzare
come se non avesse niente al mondo e Sascha realizzò che lui aveva
bisogno solo di quello, di fare cose senza appesantirle, non pensare
troppo, vedere la vita nella parte leggera.
“Se gli voglio bene non posso pesargli addosso! Se vuole fare l’idiota
con tutti per non legarsi a me, che faccia. Quando l’ho detto ero
convinto di poterlo fare, ma mi sbagliavo. Adesso se non voglio davvero
perderlo sarà meglio che impari la lezione. Leggerezza, Sascha.
Ricordalo. Divertirsi con lui senza legarsi! Una cazzata!”
Sascha ovviamente pensò troppo, al contrario di Nick che non pensò affatto e vinse la semifinale.
Il tedesco scherzò con lui andando negli spogliatoi insieme:
- Visto che quando hai i tuoi preferiti davanti giochi bene, sei capace
di vincerlo davvero questo torneo, eh? - Si riferiva al fatto che la
finale l’avrebbe giocata proprio contro Rafa, altro punto di gelosia
per il biondino. Nick rise di gusto leggendo il sottinteso, ovvero
aveva giocato bene anche contro di lui, perciò era uno dei suoi
preferiti:
- Poco presuntuoso eh? - Sascha rise con lui e tutto tornò a posto come non lo era davvero da settimane.
- Ho torto? - Disse divertito. Nick lo fece entrare per primo e rispose allo stesso tono leggero:
- No, per nulla! -
Sascha era contento di essere ancora uno dei suoi preferiti, capivi se
piacevi a Nick per il modo in cui giocava contro di te, se giocava bene
significava che era di buon umore perché eri nelle sue grazie. Aveva
bisogno di stimoli continui.
- Sai, John mi ha dato un prezioso consiglio ed un’idea interessante,
alla Laver. - disse poi Nick dopo un po’ mentre si preparavano per la
doccia.
- Ah sì? - John McEnroe era stato il suo coach alla Laver Cup ed aveva
trovato il modo di parlargli e stimolarlo facendolo giocare bene.
- Sì, mi ha detto: ‘io ti conosco meglio di come pensi, perché ero come
te. A quelli come noi non frega niente di fare bella figura, di vincere
per noi stessi e cose così. A quelli come noi devi dare uno scopo.
Vincere per un motivo specifico. Allora diventiamo i più forti.’ Quando
gli ho chiesto per cosa dovessi giocare io secondo lui, mi ha detto
‘Vedi, io vincevo per superare gli altri perché mi stava sui coglioni
che qualcuno mi stesse davanti. Ma a te non importa. Tu però hai gli
amici! Guardali in panchina quelli che tengono a te.’ Allora mi sono
girato ed ho visto quegli spostati della mia squadra a scalpitare e
guardarmi mentre speravano facessi il miracolo in finale contro Roger.
Ed ho capito. ‘Non ti frega niente di deludere loro?’ E certo che mi
importava, cazzo! - Sascha sorrise sentendo il suo racconto, ora sotto
il getto caldo delle docce riservate interamente a loro. La voce di
Nick rimbombava nelle pareti piastrellate.
- Per questo hai pianto, hai sentito di averli delusi. - Nick annuì decidendo che poteva scoprirsi un po’.
- Poi è tornato da me e mi ha detto: ‘memorizza bene questa sensazione,
perché è quella che ti farà vincere un sacco di tornei.’ Allora gli ho
detto che fuori da questo torneo non avevo nessuno per cui vincere e
lui mi ha detto semplicemente: ‘Allora crealo! Tira fuori qualcuno per
cui vincere! Fa una fondazione per bambini malati che aspettano i tuoi
soldi per sopravvivere! Gioca per loro! Farà male da cani quando
perderai, ma fidati che ne sarà valsa la pena per le volte che invece
vincerai.’ - Sascha rimase a bocca aperta a fissarlo, dimenticandosi di
insaponarsi. Nick rise.
- Ti ha dato uno scopo! - Riassunse esterrefatto di come fosse riuscito
a motivarlo. Se avrebbe funzionato, John probabilmente aveva regalato
alla storia del tennis un formidabile numero uno!
- Speriamo! Sto avviando il progetto, era una grande idea e quindi ci
provo. Spero di non infilarmi in una cosa più grande di me! - Sascha si
rianimò tornando alla leggerezza e positività che cercava di mantenere
al di fuori del campo.
- Stai facendo la cosa giusta! Già in questo torneo si è vista la differenza! Vedrai che andrà bene! -
Nick sorrise intenerito del suo incoraggiamento e così decise di suggellare quella pace e di consolare il perdente.
Chiuse il proprio rubinetto e ancora insaponato si infilò sotto quello di Sascha andando con la bocca dritto sulla sua.
Lo baciò e Sascha l’accolse fremendo dal desiderio, felice che si
lasciasse finalmente andare e che non ci fosse ragione al mondo per non
farlo.
Le mani di Sascha lisciarono la sua pelle accompagnando l’acqua a
togliergli il sapone, mentre quelle di Nick spruzzavano la boccetta di
shampoo sui capelli di Sascha strofinando la cute coi polpastrelli
distrattamente. I due risero mentre lui cercava di baciarlo e lavarlo
contemporaneamente, alla fine dovettero interrompersi e riprendere una
volta che l’operazione fu completa e di nuovo sotto l’acqua che lavava
via tutto.
I loro corpi caldi e bagnati scivolavano uno sull’altro, le mani si
carezzavano intimamente dandosi piacere a vicenda e le labbra non
volevano saperne di staccarsi. L’eccitazione li colse inesorabili, così
le lingue smisero di giocare insieme il secondo match della giornata e
Sascha incapace di resistere si chinò sulle ginocchia davanti a lui, lo
spinse contro la parete e carezzandogli il petto lasciò che la propria
bocca si perdesse sul suo inguine da cui bevve l’acqua pulita della
doccia, la schiuma ormai completamente andata via. Nick abbandonò la
nuca all’indietro prendendosi il proprio meritato premio per la
semifinale vinta e gemendo accompagnò i movimenti della testa di
Sascha.
Il piacere presto crebbe nella sua bocca, tanto che ad un certo punto
dovette staccarlo poco gentilmente tirandogli leggermente i capelli
sulla nuca. Sascha si eccitò ancora di più e memore delle molte volte
insieme, si tirò su subito, si mise di schiena ed appoggiando mani e
faccia contro la parete scivolosa con l’acqua che scendeva solo su una
parte dei loro corpi, si inarcò verso di lui.
Nick, eccitato da morire, lo prese per un fianco, con l’altra mano si
afferrò il membro duro e lo indirizzò dentro di lui. Con le dita
allargò il suo ingresso dove fece scendere un poco di sapone liquido
che aiutò a completare l’atto.
Una spinta ed era già tutto dentro. Nick sogghignò dicendosi che col
lubrificante era tutta un’altra cosa che con dita e saliva.
Sascha non si tese nemmeno, si rilassò subito spingendo le natiche
contro il suo bacino, gli venne incontro e con un sospiro lo incitò a
muoversi.
- Non ce la faccio più... - Una mano si teneva sulla parete, l’altra si
masturbava. Questo fu abbastanza per Nick che prese a muoversi in lui
con impeto subito potente, dentro e fuori come se fosse una finale di
tennis da vincere assolutamente.
La passione ed il fuoco divamparono in loro e Sascha si ubriacò di quei
suoi modi grezzi e focosi che gli avevano subito fatto perdere la testa.
L’eccitazione salì anche davanti e la combinazione dei due piaceri
attivi nel suo corpo lo portò presto a non capire più niente e perdersi
in un orgasmo senza precedenti. Da come lo sentì gemere forte, Nick
capì che questa volta doveva essere stata fantastica e stuzzicato da
questo si abbandonò al piacere che lo colse poco dopo con una scarica
violenta che fece tremare ogni nervo.
Dopo che venne anche lui ci mise un paio di minuti a riprendersi, forse erano stati secondi, ma per lui fu un’eternità.
Ci mise un po’ a rimettersi e a capire che fra le mani stringeva Sascha
e che le sue labbra erano sul suo collo, che era abbandonato su di lui
e che per questo ora stava divinamente.
Era stata una splendida giornata, aveva vinto una semifinale di un
master mille e aveva rifatto sesso con il suo amante preferito. Cosa
volere di più?
Per il momento era convinto non si potesse chiedere altro alla vita che
finalmente aveva smesso, almeno per ora, di essere stronza con lui.
Sascha si girò fra le sue braccia e lo strinse forte circondandogli la
testa con le braccia, gli nascose il viso contro il suo collo e gli
baciò l’orecchio. Non dissero niente, rimasero così per un po’,
dolcemente, silenziosi. Poi si separarono, chiusero la doccia e
andarono a vestirsi ridendo e scherzando insieme.
Era di nuovo tutto a posto, ma lo era davvero od ormai avevano complicato già troppo le cose?