NOTE: questa piccola fic è una di due sul torneo di Roma, concluso oggi con la vittoria di Nole. La cosa da sapere che è vera è che Rafa, perso in finale a Madrid, è andato subito a Roma, dopo aver fatto alcune cose a Madrid di sera. Rafa è arrivato quasi di nascosto, senza essere notato, di notte, perchè al mattino presto era già ad allenarsi. Altra cosa da sapere: dopo aver perso ai quarti di finale contro Stan, Rafa è rimasto a Roma ed oggi, due giorni dopo, è ancora là, la scusa è stata di passare del tempo con la sua ragazza, ma considerando che per me lei è sua complice, la cosa fa ben pensare che voleva sostenere Nole fino alla fine! Che dolci! Comunque questa fic è sul suo arrivo a Roma. Buona piccola lettura. Baci Akane

PRIMA NOTTE A ROMA

Non si prende del tempo che potrebbe prendersi.
Non si riposa nemmeno un po'.
Poteva passare ormai tutta la notte a Madrid e volare il giorno dopo con calma a Roma.
Ma dopo la sconfitta ed i doveri per gli impegni presi, ci va immediatamente.
È sera, ma c'è poco di volo e ne approfitta per fare una sorpresa a Nole.
Più che altro non ce la fa più a stargli lontano, c'è un bisogno impellente, sotto la pelle, che penetra nell'anima e nel sangue.
Il bisogno di rivederlo ed abbracciarlo.
Non è per la sconfitta in sé, dopotutto è la prima finale da un anno, era partito sconfitto ancora prima di scendere in campo perchè era quello che si ripeteva.
'Non sono più abituato a giocare le finali serie, non la giocherò bene.' Lui lo sapeva e così è stato.
Era preparato.
È comunque contento perchè ha fatto una settimana fantastica, tornando a giocare da re della terra rossa ed è arrivato comunque secondo, ottimo risultato.
Però gli manca, gli manca Nole che per dargli una mano si è ritirato dal torneo, un Masters 1000 a cui comunque partecipava sempre.
Certo, è ad un livello tale che può permettersi di scegliere di riposare, anche se poi a Roma si è allenato regolarmente ogni giorno evitando tutto sommato quel riposo.
Era stanco, aveva fatto un inizio stagione da paura, ma Rafa sa perchè si è ritirato davvero da Madrid.
Sperava che vincesse lui, gli ha dato una mano come ha potuto.
Rafa sorride pensandoci. Non lo ammetterebbe mai, ma sicuramente è così.
Appena mette piede su suolo italiano, mentre si preme il cappellino in testa abbassando la visiera sugli occhi, sale su un taxi di corsa sperando di non essere riconosciuto; ha preso un aereo di linea perchè ha detto alla sua squadra di venire l'indomani con calma. Ha avvertito solo suo zio il quale non ha fatto domande, lui non fa mai domande e Rafa fa spesso cose del genere, si prende del tempo da solo, si isola dai suoi collaboratori e dal mondo così mentre tutti lo credono da una parte, lui è da tutt'altra.
Salito sul taxi dove dice il nome dell'hotel, scrive a Nole sperando che legga l'sms e che sia in camera.
Deve sapere il numero della camera.
Il tassista lo riconosce e gli chiede l'autografo, lui chiede di non divulgare l'informazione che è già a Roma perchè è lì per rilassarsi prima di ricominciare la vita da Rafa Nadal.
Il tassista, sentendosi complice, annuisce contento e poco dopo Nole lo chiama.
Rafa sorride e scuote la testa.
- Sono sul taxi. - Dice subito senza nemmeno salutarlo, parlando piano in inglese.
Nole abbassa il tono per evitare che passi dal telefono ed arrivi all'autista che sicuramente tende le orecchie.
- Quando mi hai scritto 'Sto arrivando, dimmi il numero della camera', pensavo scherzassi! - Dice subito allegro, sia pure sussurrando.
Rafa ride ancora, è rilassato ed il suo viso si illumina, gli occhi brillano mentre appoggia la testa di lato e guarda fuori dal finestrino.
Roma scorre, è una Roma notturna, con poca vita rispetto al giorno o alle ore serali.
Adesso è tutto calmo, nel suo solito caos.
È nella versione magica e Rafa accosterà sempre Roma a Nole.
Un anno prima, in quel periodo, le cose fra loro erano molto strane. Delicate.
- Che numero di camera hai? -
- Scendo e ti faccio passare da dietro mentre corrompo le guardie per farsi un giro. -
Rafa accenna ancora al sorriso, ma ora ha un'espressione dolce sul viso, perchè anche se si sentono al telefono ogni giorno per un sacco di tempo e poi si vedono appena possono, piuttosto spesso tutto sommato, adora sentire la sua voce. Specie dopo un periodo di separazione fisica, proprio quando sa che lo sta per rivedere ed il scenario che farà da spettatore è così bello.
- Non riuscivo ad aspettare domani. Ci sarebbe stata tutta la squadra al completo, i fan, i media, organizzatori, gente di ogni tipo e tutti quelli che aspettano il mio arrivo. Avevo bisogno di arrivare come desideravo. -
Il tassista si fa una sua idea, ovvero che deve incontrare una persona di nascosto, speciale ed importante.
Ed è vero. Di sicuro non immaginerà mai chi di preciso.
Al massimo può pensare che tradisca la sua ragazza, cosa che tutti i personaggi famosi fanno di questi tempi.
- In silenzio? - Dice Nole sapendo cosa intende Rafa. Annuisce sorridendo.
- Sono sempre circondato dal caos, ormai ne sono abituato, ma sono un tipo calmo in realtà. -
- Se non vinci o perdi. Tu o la squadra per cui tieni. In quel caso diventi un vulcano in eruzione! - Per il resto è vero, Rafa è chiuso, timido, riservato, ma soprattutto calmo.
Se non vivesse per il tennis, i titoli, le vittorie, le vette, vivrebbe isolato nel suo mondo, ma probabilmente non con l'amore della sua vita.
- Ognuno ha i suoi punti deboli! - Dice Rafa ridacchiando.
- Il mio sei tu! - E questo scioglie Rafa il quale arriccia il naso e appoggia la fronte al vetro.
- Signore, cinque minuti e siamo arrivati. - L'autista l'avverte e Rafa lo riferisce a Nole.
- Ok, scendo a fare il mio dovere. Ci vediamo fra poco! -

Rafa così, col cuore sempre più in gola, come se fosse la prima volta che lo fa e non una delle tante, scende dal taxi che paga con qualche mancia generosa in speranza che non dica nulla in giro, prende la sola valigia a mano che si è portato, mentre il resto sarebbe arrivato il giorno dopo con suo zio, ed entra camminando veloce, sperando di non essere visto e notato.
In giro è tutto silenzio e vuoto e l'aria è fresca, anche se ormai la primavera si sente anche lì.
Il cancello del retro è aperto come immaginava, così come la porta dell'albergo. Lui vi si infila e la prima cosa che fa è vedere il suo viso sorridente, gli occhi brillano anche a Nole. Fa un occhiolino ed evita di prenderlo per mano, baciarlo ed abbracciarlo come vorrebbe.
- Non c'è nessuno, ma non sai chi vede. - Dice poi piano. Rafa annuisce e lo segue ringraziando il cielo per il buon senso che stranamente è cresciuto in quella testa matta ed incosciente.
I due così salgono in ascensore, ma evitano approcci. Teoricamente è sicuro, ma c'è sempre la fobia di essere ripresi da qualche videocamera nascosta.
La paranoia ad un certo punto è naturale.
Sono tesi ed impazienti, i cuori di entrambi scalpitano, ma poi riescono a varcare la soglia della camera, la soglia sicura, e prima ancora di parlare, Rafa salta al collo di Nole il quale stava per dire qualcosa di divertente per allentare una tensione che in realtà non c'è.
Se lo ritrova così fra le braccia, appeso al collo, come se fosse la sua vita stessa.
L'ha già vissuto così, Rafa da quando ha avuto i suoi problemi fisici e poi di recupero ha avuto sempre più bisogno di lui, è stato il primo a cercare il suo sostegno, tanto morale quanto fisico.
Il contatto corporeo è diventato qualcosa di necessario ed è parte di Rafa. Uno degli aspetti che non immaginava.
Pensava fosse una persona schiva, ma essere timidi non significa odiare il contatto fisico e lui lo ama molto. Ma solo con chi dice lui.
Sono pochi quelli con cui si rivela affettuoso, Roger e Nole, ogni tanto qualche fortunato come Stan, Andy, quelli con cui ha giocato di più instaurando un certo rapporto oppure con cui si allena spesso e volentieri.
Lo sente sciogliersi fra le sue braccia e capisce che aveva ancora i nervi tesi dalla partita. Nole lo stringe forte, gli mette una mano sulla nuca, fra i capelli mossi, e lui nasconde il viso nel suo collo.
- Preferisco averti vicino, a costo di doverti affrontare, piuttosto che così lontano. - Nole si emoziona, è un colpo di calore interiore che sale da dentro e arriva agli occhi che diventano lucidi, li apre e li chiude un paio di volte.
- Pensavo... pensavo di aiutarti. Un avversario forte in meno da battere... io potevo permettermelo ed avevo bisogno di riposare e tu... - Rafa sorride staccandosi.
- Pensavo non l'avresti mai ammesso! - Nole sorride a sua volta, gli occhi che brillano ancora, come quelli di Rafa.
- Beh, nemmeno io pensavo che l'avresti ammesso! - Rafa fa una piccola smorfia graziosa. - Siamo pari! - Aggiunge Nole rilassato mentre le mani corrono a carezzarlo sulla schiena e poi sulle braccia.
- Mi sei mancato. La tua presenza fisica mi aiuta molto. In certi casi le telefonate non sono sufficienti. Stasera ero così teso per aver raggiunto la mia prima finale importante da un anno che... non sono riuscito a calmarmi in alcun modo. Penso che se ti avessi visto, se avessi dovuto affrontare te, mi sarei calmato. A parte per il fatto che avremmo avuto dei momenti insieme, ma perchè vederti mi calma, giocare con te è diverso dal giocare con chiunque altro. A Montecarlo, in semifinale, sono andato benissimo perchè giocavo contro di te! - Nole sorpreso da una delle sue facce comiche.
- Ehi adesso mi sconvolgi, ne stai dicendo troppe! - Rafa ride e gli tira un orecchio senza fargli male, poi mette le mani sul suo viso e l'attira a sé chiudendo il discorso.
Lo bacia e Nole ricambia aprendo la bocca e venendogli incontro con la lingua.
È un momento dolce, perfetto, tutto si annulla, tutto si cancella. Adesso ogni cosa è di nuovo al suo posto.
I loro corpi, le loro mani, le loro bocche. Loro stessi.
Così come il livello di tennis di Rafa che ha ripreso a girare come doveva.
Piano piano le cose si muovono come aspettavano si muovessero, su ogni livello.
- Te quiero. - Mormora poi Rafa in spagnolo sulle sue labbra, preso da quello che prova, che sta per esplodergli dentro come un vulcano.
Nole è preso allo stesso modo fra l'emozione per quello che gli dice e quello che sta provando di suo.
Stringe gli occhi cacciando le lacrime indietro, non vuole fare troppo il sentimentale. Anche se Rafa sa che lo è.
Li riapre, sorride e risponde piano, dolcemente, sempre vicino a lui.
- Волим те – Lui lo dice in serbo, visto che la sua lingua è quella, anche se ormai usa di più il francese perchè vive a Montecarlo... quando ci sta!
Rafa sorride teneramente, anche lui si emoziona nel sentirglielo, sa che cosa significa quel che ha detto.
Appoggia la fronte contro la sua, chiude gli occhi, sospira e poi lo dice e per la prima volta è sereno e sicuro.
- Andrà tutto bene. - Per Nole è un sogno sentirglielo dire visto quanto è stato negativo fino a quel momento, tutte le altre volte che parlavano di lui, di tennis e di quel momento.
Nole stringe gli occhi e si imprime bene il momento.
- Benissimo. -
Non è cosa succede quel che conta. Conta come lo si vive. Poi le cose vanno bene o male, ma bisogna viverle nel modo giusto e tutto assume una prospettiva diversa.
Tutto cambia.
Di solito migliora.