NOTE:
per i fan della coppia djokodal... godetevi il capitolo! Nole è
appena appena andato via da Roger, ha parlato con lui spiegando la
sua strategia con Rafa, quel che vuole fare. Ed ora sta andando da
lui per renderlo partecipe dei suoi piani. Come andrà a finire?
Rafael è ancora indeciso fra uno e l'altro, tiene a tutti e due ma
in maniera diversa, per Roger prova un vero e proprio sentimento e lo
prova da moltissimo tempo, ma anche per Nole c'è qualcosa e piano
piano sarà sempre più chiaro. Ci sono altre fic dopo di questa, le
vicende sono al loro culmine... ma io vado in ferie due settimane, ho
il pc per scrivere, ma pochissima connessione, per cui penso che non
pubblicherò prima di mercoledì 27, eventualmente se vi faccio
sorprese... godetevele! Grazie a chi segue queste fic e soprattutto a
chi commenta. Buona lettura. Baci Akane*
PRIMO
NEL RANKING
Il
mento appoggiato al palmo, il gomito sul tavolo, l'altra mano, fra
due dita, un cucchiaino col quale mescolava lentamente lo zucchero
nel caffè. Lo stava facendo almeno da mezz'ora. Lo sguardo perso
davanti a sé, a fissare un punto imprecisato dove non c'era
esattamente nulla.
La
mente volata via ad altri momenti, altri istanti.
Dolcezza...
aveva voglia di dolcezza. Era incredibile ed assurdo, ma era così.
Non che fosse impossibile averla, ma aveva voglia di dolcezza
specifica.
Ce
n'erano di due tipi diversi, le voleva entrambe.
La
prima era una dolcezza classica, spontanea, naturale. Una dolcezza
che derivava dalla gentilezza, una sorta di cura particolare nel
prossimo.
L'altra
era una dolcezza più ricercata, diversa, meno classica ed ovvia. Una
dolcezza nelle piccole cose, quasi invisibile, ma assolutamente viva
e calda.
Rafael
passava le ore a pensare prima a Roger e poi a Novak.
Le loro
due dolcezze così diverse eppure ora così intossicanti.
Non
averne da un po' gli stava facendo avere una crisi d'astinenza. La
cosa più assurda era che l'aveva anche verso Novak. Era quella la
vera novità, per Rafael. Convinto d'amare solo Roger e che nella sua
vita ci fosse da sempre solo lui, lui che gli tirava fuori a sua
volta i propri rarissimi momenti di altrettanta dolcezza, o delle
risate sfavillanti, o dei lunghi monologhi infiniti... invece no.
Invece
gli mancava anche Novak.
Si
erano lasciati, giustamente, qualunque cosa fossero stati, eppure dal
primo istante che aveva chiuso con lui, Rafael si era messo a
pensarlo insistentemente, con ossessione.
“Ovvio,
è sempre quando non ce l'hai più... è sempre a quel punto che lo
vuoi! È solo un capriccio!”
Rafael
si era risposto così e severissimo con sé stesso, non aveva fatto
nulla, seppure pensare a lui, ricordare le volte che avevano fatto
sesso, quando avevano anche fatto l'amore... quei momenti insieme
dove anche ridevano e scherzavano insieme, o quando era dolce con lui
quel che bastava per scioglierlo o farlo sentire meglio.
Quei
momenti erano diventati la sua ossessione, una sorta di pane
quotidiano.
Faceva
confronti con Roger di continuo.
Novak e
le sue piccole carezze veloci, sguardi che non osava per paura di
essere rifiutato, respinto malamente, ma che faceva comunque anche
davanti a tutti, se poteva, perchè sapeva che ne aveva bisogno,
perchè li faceva quando Rafael stava male per una sconfitta.
Rafael
odiava perdere, era la cosa peggiore che gli potesse capitare.
Novak
lo sapeva, come lo sapeva Roger.
Roger
lo consolava più o meno allo stesso modo, ma molto più sciolto e
plateale, non si vergognava, non aveva la minima paura del contatto
con lui, non contava che fossero in pubblico e che Rafael fosse
famoso per la sua ritrosia, Roger lo consolava, lo accarezzava, lo
toccava, appoggiava la testa alla sua, lo guardava con una tale
preziosità nello sguardo che toglieva il fiato. Era chiaro tutto il
suo sentimento e per Rafael che lo viveva e lo provava, quei momenti
erano vitali. Poteva immediatamente superare tutto.
Poi
passava alle battute e a farlo ridere, diceva qualcosa di brillante e
lui moriva dal ridere illuminandosi in sorrisi sorprendenti.
Questi
erano i suoi metodi.
Roger
era dolce in modo molto più evidente e classico, senza paura di
esserlo.
Novak
lo era più nel dettaglio, con il timore di non essere accettato.
Ora
Rafael li voleva entrambi, non certo insieme.
Passava
un momento a desiderare di tornare con Novak, quando in una camera
d'albergo si saltavano addosso.
E poi a
voler risentire Roger e provare a vedere se sarebbe stato disposto a
rifarlo.
Aveva
rispettato il suo completo silenzio, ma fremeva per chiamare anche
lui, così come fremeva per chiamare Novak e dirgli di cancellare
tutto, che voleva tornare come prima, che con Roger era stato un
errore e non sarebbe mai più ricapitato. Ma sarebbe stato orribile
ed ingiusto da parte sua ricorrere alla seconda spiaggia per non
stare solo.
Non
l'avrebbe mai fatto.
Il
fatto era solo che Roger era impossibile da estirpare, molto più ora
che aveva ceduto a lui dimostrandogli che in realtà lo voleva e gli
piaceva.
Rafael
era sicuro che se la situazione si fosse ripresentata propizia, ci
sarebbero ricascati.
Ma la
domanda vera, ora, dopo aver sentito Novak al telefono in quella sua
chiamata inattesa, era se fosse stato capace di respingere lui.
“No
che non lo rifiuto. Lo voglio tantissimo! Il sesso con lui è
fantastico e andiamo, Roger non mi parlerà più! O magari sì, ma
farà finta che fra noi non sia successo nulla! Ed io nell'avere Nole
che ci prova e riprova con me, cederò! Perchè so come son fatto. Lo
voglio! Solo che non è l'unico che voglio...”
Il caos
di Rafael non si stava per nulla dissipando di giorno in giorno ed il
tennis lo aiutava relativamente. Appena metteva giù la racchetta per
respirare, tornava a pensare a loro.
Come
potevano mancargli due persone così tanto nonostante fossero
diverse? Anche quello che provava per entrambi lo era, ma non poteva
rinunciare a nessuna delle due.
“Ma
tanto che ci penso a fare? Sarò costretto a rinunciare a Rori, per
cui dopo aver respinto Nole per un po', per quel briciolo di
coscienza che forse ho, alla fine cederò dicendomi che al diavolo,
non ha senso stare solo come un coglione se provo comunque qualcosa
per lui e lui mi ricambia e mi vuole... Rori è stato una specie di
regalo, me lo terrò nei ricordi. Devo essere realista, non succederà
più, se ne è già pentito. Devo chiuderla nel suo cassetto!”
Questi
all'incirca i pensieri che Rafael aveva dalla mattina alla sera...
Certo
poi imporsi di rimanere a zero e non fare nulla, per un giocatore
tutto tondo come lui, era molto difficile.
Guardava
il telefono e fremeva per chiamare Roger e scusarsi su quanto
successo, aveva paura che davvero non gli parlasse più.
Alla
fine si decise con un sms generale che non riguardava per nulla
l'accaduto.
Un
piccolo test preliminare.
'Come
va la preparazione?'
Roger
non gli aveva risposto subito ed aveva avuto tempo di morire,
intanto.
Quando
finalmente gli era arrivato l'sms, Rafael si era quasi buttato in
piscina dopo una sessione di palestra personale.
Aveva
il costume, uno dei suoi preferiti rosa. Non gli importava che il
rosa fosse poco virile, a lui piaceva.
'Preferivo
passeggiare sulle mie montagne, ma procede...'
Era uno
dei passatempi preferiti da Roger camminare in montagna, lo faceva da
solo.
'Ho
visto le foto che hai messo, sono dei posti stupendi!'
'Le
montagne svizzere sono famose...' Rafael si era morso il labbro
seduto sulla sdraia della sua piscina in cortile, sotto al sole che
baciava la sua pelle, in attesa di trovare le parole adatte a
rispondergli. Alla fine azzardò.
'Dovrò
colmare la mia lacuna, non le ho mai viste dal vivo!'
Pochi
istanti di morte istantanea.
'Allora
dovrai per forza venire! Ti farò da guida!'
Rafael
avrebbe saltato di gioia, si illuminò tutto e con un sorriso più
splendente del sole, si limitò ad un falso:
'Mi
porterò una mappa ed una bussola per non perdermi!'
Il
messaggio di Roger era arrivato con uno smile che rotolava dal ridere
e Rafael si illuminò anche ad immaginare il suo bellissimo sorriso
in quel momento. Cosa avrebbe dato per vederlo sul serio.
'Ti
riporterò a casa sano e salvo!'
A
questo punto però Rafael non resistette proprio.
'Scherzo,
lo sai che ti affiderei la mia vita!'
Se ne
pentì subito, era troppo da parte sua. Roger non rispose per un bel
po' e si insultò per averglielo scritto. Stava per buttare il
telefono in acqua per evitare la tentazione di riscrivergli altre
stupidaggini simili, quando gli arrivò la risposta.
'Lo so
che non eri serio.'
Se
l'era cavata. Era una risposta che non diceva nulla se non che
prendeva atto dei suoi sentimenti.
Rafael
se la fece andare bene ed evitò di rispondergli subito. Stava per
dirgli qualcosa e cambiare discorso, quando sentì lontanamente il
campanello suonare.
Rafael
viveva da solo nella sua casa bella grande con giardino, piscina e
campo da tennis privato, ma aveva amici, parenti e fidanzata che
andavano e venivano come volevano piuttosto spesso. Solo che dovevano
avvertire, odiava che gli piombassero senza preavviso.
Per il
resto, era solo e non gli dispiaceva esserlo.
Andò
ad aprire in costume pensando che fosse suo zio Tito o Xisca, gli
unici due che osavano non rispettare la sua regola, ma quando si
ritrovò davanti il viso di Novak per poco non cadde a terra lungo
disteso.
-
Nole?! - Disse sfuggendogli il soprannome col quale lo chiamava fra
sé e sé.
Novak
sorrise radioso a quel nome.
- Rafa!
- Come se fosse il gioco del 'vediamo se sappiamo come sono i nostri
soprannomi!'
rimase
impalato lì davanti, il cuore a mille e l'eccitazione che già
saliva paurosamente, prepotente.
“Ed
ora come lo respingo? È presto, non ci posso ancora riuscire!”
- Che
diavolo ci fai qua? Non sei mai venuto a casa mia, non mi hai nemmeno
avvertito! Pensavo che l'altra volta quando avevi detto di stare
fermo che tu attaccavi, non intendevi che poi mi piombavi a casa
così! Dovevi dirmelo! E poi come hai saputo dove vivo di preciso? -
Novak rise alla sua raffica di parole e domande, così da lui
dopotutto.
- Ne
parliamo sulla porta o mi fai entrare? - Chiese ironico,
ridacchiando.
Rafael
andò subito a fuoco e tossicchiando si fece in parte grattandosi la
nuca. Solo lì si rese conto di essere in costume.
Rosa.
Quando
Novak entrò e lo guardò meglio, si fermò e lo squadrò molto più
sfacciato e molto più malizioso. Poi con un solo sopracciglio
alzato, disse un eloquente:
-
Seriamente? - Rafael divampò e si accese di un fuoco bruciante. Con
lui era impossibile stare calmo, qualunque cosa facesse o dicesse lo
faceva scoppiare immediatamente, era più forte di lui.
-
Seriamente! Che ha il rosa che non va? È tutta l'estate che indosso
questo costume! Problemi? - Novak ovviamente sapeva molto bene che
Rafael adorava il rosa e l'aveva già ben visto in foto in costume,
però dal vivo era diverso.
- No no
e che problemi... se non ne hai tu... io col rosa sarei ridicolo! Ti
invidio perchè stai bene! - Aveva detto diverse cose in una sola
frase. Che gli piaceva, che stava bene in costume e col rosa e che
era in ogni caso un colore imbarazzante.
Rafael
non sapeva se picchiarlo o cosa, nel dubbio allargò le braccia
teatrale ed infervorato disse:
-
Senti, vieni qua per criticare il mio costume rosa? Non ho capito!
Stavo per farmi un tuffo in piscina! - Quando Rafael era imbarazzato,
aggrediva. In effetti tendeva ad aggredire per ogni scusa.
Novak
lo sapeva e ne era deliziato, se la godeva proprio.
Incontrarlo
era stato meno peggio di quel che aveva pensato. Tutto il contrario
di Rafael che evidentemente stava morendo.
- Ma
che bravo, è così che ti prepari al prossimo torneo? - Ironico e
scanzonato come al solito per alleggerire una situazione
potenzialmente pesante.
Rafael,
da bravo fesso, ci cascò con tutte le gambe.
- E tu
ti prepari andando a far visita agli altri? Bravo! -
- In
realtà mi sono appena sposato, volevo solo chiarire una cosa
importante di persona prima di buttarmi a capofitto di nuovo nel
tennis! -
Questo
zittì immediatamente Rafael che si sentì come colpito da un pugno
allo stomaco. Voleva morire. Per un momento sentì il fortissimo
desiderio di sparire. Era orribile sapere che si era appena sposato,
anche se l'aveva saputo dai social network che non avevano parlato
d'altro.
E come
tutte le volte che si sentiva male, attaccava. Tanto per cambiare.
Rafael
si riaccese come una miccia, agitando le braccia e gesticolando come
un invasato.
- Se
volevi rimproverarmi che non ti ho fatto gli auguri scusami tanto ma
il tuo matrimonio mi ha mandato fuori di testa, come ben sai! Se non
fosse stato per quello non sarebbe successo niente quella sera ed ora
staremmo insieme! Per cui ce l'ho molto col tuo matrimonio! E poi che
diavolo hai ancora da chiarire? Tu mi chiami di punto in bianco, dopo
che ci siamo lasciati litigando, e mi dici di stare fermo che
attacchi tu ed io dovrei capire cosa significa, poi mi piombi a casa
senza avvertire, cosa che odio fra l'altro e t... - Rafael,
ringraziando il Cielo, non riuscì a finire perchè la voce gli morì
in gola. Colpa della bocca di Novak che si era letteralmente chiusa
sulla sua.
Rafael
l'aveva tenuta spalancata, incapace di chiuderla e capire che cosa
era successo, perchè la voce non gli usciva, perchè si era tutto
fermato.
Quando
lo realizzò, quando realizzò che Novak gli aveva preso poco
gentilmente il viso fra le mani e l'aveva baciato, era avvampato,
aveva preso fuoco in modo incontrollato ed il mondo era finito. Tutto
il mondo della ragione, dei pensieri, dei propositi buoni e giusti.
Tutto a
quel paese.
Le mani
erano in alto perchè stava gesticolando, le abbassò e le posò sul
suo petto. Poco dopo che la sua lingua si fu infilata fra le labbra,
Rafael gliela succhiò di riflesso e il calore divenne lentamente una
specie di pace, di calma. La frenetica follia che l'aveva fatto
scattare scemò. Era lì e stava facendo quello che aveva voluto da
giorni e settimane.
Che
fosse giusto o sbagliato.
Con
questo, lo spinse chiudendo gli occhi e appoggiando la fronte alla
sua, il respiro corto.
- Non
doveva andare così. Sai che non è giusto... -
Cercava
di pensare, di ragionare al suo posto. Proprio non lo capiva, non
capiva come poteva aver fatto una cosa simile.
- Non è
giusto nei miei confronti e visto che si tratta di me, ho diritto a
decidere da solo cosa fare o no. - Lo teneva per le spalle, ora, ma
non si allontanava. Gli occhi aperti sul suo viso, a quella vicinanza
eccessiva. Finalmente lo vedeva, finalmente lo toccava, finalmente lo
respirava.
Quanto
gli era mancato?
- Non
ti devi buttare via così. Ne abbiamo parlato mille volte. A
prescindere da quello che farà Roger... quel che provo per lui resta
e non è giusto che tu stia con me lo stesso, che ti accontenti... -
La fronte increspata, gli occhi ancora chiusi, concentrato, a cercare
di ragionare, di capire, di essere coerenti.
- Ma io
non intendo buttarmi via. Però non butterò nemmeno questa occasione
con te. Ci tengo troppo. Ho solo deciso di lottare di più. Più
seriamente. - Rafael iniziò ad indietreggiare lentamente, Novak ad
avanzare.
Scosse
il capo.
- No,
tu ti stai solo accontentando! Non voglio che ti accontenti! - Rafael
ne era convinto, sapeva come si faceva in amore, anche lui si era
sempre accontentato dell'amicizia di Roger pur volendo tutto.
- Non è
vero invece! Lo so io cosa sto facendo e perchè! - A questo si erano
separati, ma solo con le teste. Ora si guardavano, Novak sicuro di sé
e Rafael tormentato, contrariato. Si tenevano per le spalle e per le
braccia e arrivati al tavolo nel salotto, si erano fermati. Rafael vi
appoggiava sopra.
- Nole,
pur di stare con me ti accontenterai di quello che posso darti quando
voglio dartelo. Andrà così. Ora ti dici che non ti stai arrendendo,
che stai lottando. Ma la verità è questa... - Novak però sapeva
che era come diceva lui, lo sapeva troppo bene. Ci aveva pensato e
ripensato mille volte. Ormai ne era sicuro. Solo che non sapeva come
farglielo capire.
Poi
realizzò.
Non
serviva lo capisse. Bastava sapesse lui cosa faceva.
Infatti
dalle spalle, con le mani scese alla vita. Rafael era scalzo e a
torso nudo, indossava solo un costume leggero, largo, comodo.
Abbassò
l'elastico fino al limite più basso del suo inguine e poco prima di
scoprirglielo, mentre ancora lo guardava negli occhi a quella
vicinanza che gli permetteva di vedere benissimo il colore caldo
delle sue iridi, si fermò spostando una mano fra le gambe, l'altra
la tenne ferma dov'era, sul fianco.
Rafael
trattenne il fiato, incapace di staccare lo sguardo dal suo,
magnetico.
Aveva
sperato lo facesse, l'aveva sognato, si era fatto da solo quelle
cose. Ora era lui lì, con la sua mano che si strofinava attraverso
una stoffa di nylon fastidiosa. Maledettamente fastidiosa.
Voleva
che gliel'abbassasse, ma lui continuava ad armeggiare con il suo
inguine, gli definiva tutta l'erezione, senza togliergli il costume.
Voleva la sua mano addosso, la voleva sulla pelle sensibile delle
parti intime. Voleva tutto e subito.
Chiuse
gli occhi e si succhiò il labbro abbandonandosi. Increspò la fronte
cercando di resistere spasmodicamente all'istinto di aiutarlo. Sapeva
che non andava bene, che se provava qualcosa per lui non doveva
farlo, perchè Novak si stava buttando via. Però egoisticamente lo
voleva, era bellissimo, era piacevole e lo voleva.
Al di
là di Roger, al di là di poterlo avere ancora o meno.
Novak
lo voleva, lo faceva impazzire.
Piano
spostò la bocca sul suo orecchio, lo carezzò con la punta della
lingua e Rafael piegò la testa di lato dandoglisi. Fece un sorrisino
continuando giù sul collo, ancora non era andato sotto la stoffa con
la mano, ma lo sentiva duro ed eccitato, sentiva quanto lo voleva.
Rafael
appoggiava al tavolo dietro di sé anche con le mani, si stava
lasciando totalmente fare, aveva anche allargato le gambe sperando
facesse altro.
Sapeva
che lo voleva, era chiaro.
Voleva
dimostrargli che era una cosa che andava al di là del desiderio
fisico, ma per cominciare, ricordargli quello che provava quando lo
toccava, era essenziale.
Stava
per fare fisicamente un passo indietro e lasciarlo, quando Rafael lo
capì lo afferrò con entrambe le mani, raddrizzò la testa, lo fissò
torvo e bruciandolo se ne mise una sotto al costume.
A
questo contatto diretto, gettò la testa all'indietro, aprì la bocca
e sospirò liberatore.
Gliela
mosse per un po' fino a che Novak non fece da solo, quindi tornò ad
appoggiarsi al tavolo. Mano a mano che lo masturbava più
intensamente e che l'eccitazione saliva, il suo viso diventava
libidine pura, Novak stava per avere un orgasmo solo a guardarlo
soddisfatto e compiaciuto, ma il colpo di grazia l'ebbe quando gli
circondò il collo con entrambe le braccia e gli avvolse una gamba
intorno alla sua, intrecciandosi meglio a lui.
Rafael
cominciò a gemere sempre più forte, prendendo fuoco come sempre.
Quanto gli erano mancati i suoi gemiti, i suoi 'sì' ed i suoi 'di
più' carichi di trasporto.
Il suo
viso preso, così erotico, la bocca aperta e tutto dato a lui.
Incapace
di resistere da solo, si portò la mano libera sotto ai propri
pantaloni, aveva strofinato il bacino sul suo fianco e sulla sua
coscia, mentre si occupava di lui, ma a quel punto tutto divenne
troppo insopportabile e fece la stessa cosa a sé stesso.
Quando
Rafael lo vide e capì che si stava masturbando da solo, raggiunse
l'orgasmo chiudendo i denti sul suo collo. Con questo venne anche
Novak.
L'avevano
voluto entrambi dal primo istante che si erano visti.
L'avevano
voluto contro ogni logica razionale.
Ora che
l'avevano avuto, stavano meglio. Fisicamente la pace dei sensi che,
impazziti, si mescolavano.
Si
appoggiarono uno all'altro, abbracciandosi di riflesso, ansimanti,
stravolti. Rafael i capelli sul viso, le labbra aperte adagiate sulla
sua spalla, dove aveva morso.
Il
respiro solleticava Novak che sorrise con estrema dolcezza sentendolo
così abbandonato.
Non
poteva sbagliarsi. Rafael provava davvero qualcosa di forte per lui e
stava aumentando volta dopo volta. Doveva resistere e tenere duro.
Alzò
la spalla spingendolo ad alzare la testa quel tanto per poterlo
guardare, le mani sulla sua schiena, basse, a tenerlo a sé. Rafael
ancora intorno al collo.
Si
guardarono vicinissimi, respirandosi ancora.
Novak
accentuò il suo sorriso contento, realizzato e Rafael si emozionò
nel ritrovarsi davanti quella dolcezza che aveva tanto desiderato per
giorni.
Una
delle due.
La
dolcezza che a lui mancava.
- Ti
dimostrerò che posso diventare una prima scelta. - Disse piano.
Rafael non rispose ed i due semplicemente si baciarono, sempre
mantenendo quella dolcezza voluta da entrambi.
Rafael
non sapeva quanto bene stesse facendo, ma aveva saputo dall'inizio
l'esito del loro incontro. Alla fine, probabilmente, le cose avevano
un loro corso naturale.
Stare a
pensarci troppo era inutile.
Forse
bisognava solo vivere e lasciarsi andare.
- Sei
grande e vaccinato. Fa quel che ti pare. Non venire a piangere da me.
-
E
questa era la 'dolcezza' di Rafael.
Novak,
aspettandosi proprio quella risposta seccata da finto arrabbiato e
finto burbero, scoppiò a ridere stringendolo forte a sé.
Gli era
mancato come l'aria. Non l'avrebbe più lasciato andare facilmente.
A
qualunque costo, contro qualunque giocatore.
Avrebbe
fatto tutte le partite necessarie, ma non si sarebbe mai tirato
indietro. Mai più.
Ormai
non era più il numero due del ranking mondiale. Era il numero uno.
FINE