NOTE: questa tenera fic è ambientata nelle vacanze di Natale, ma si rifà ad una dichiarazione recente che ha fatto Rafa, con l'inizio del primo torneo in Doha che ha fatto qualche settimana fa. Disse che non avrebbe più spinto sé stesso oltre i propri limiti mettendo così a rischio la propria carriera, anche se questo avrebbe significato essere meno competitivo. Sostanzialmente ha detto che si sarebbe tenuto da conto. Al che io ho sentito le campane del cielo suonare a festa. Chiunque abbia fatto il miracolo di fargli capire questo concetto che, fidatevi, non capisce da anni (lui non si è mai curato di sé, ha sempre spinto sui propri infortuni e problemi vari pur di non smettere, salvo poi stare fermo mesi e dover recuperare), è stato un mito. Nole sempre in quel periodo, in risposta a questo e a chi diceva che Rafa era troppo indietro, ha detto che lui rimane sempre competitivo ed il più difficile da affrontare, perchè la dote principale di Rafa è che è tenace e trova sempre un modo per uscire dai problemi in cui si trova. Per cui lui sarà sempre un grande rivale. <3 Così mi son fatta le mie scene mentali. Vedrete un Rafa ed un Nole inediti, ma prima o poi, dopo che ci si innamora, si finisce così! Spero che continuino ad essere zuccherosi! Buona lettura. Baci Akane
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PROMESSA




Nole aveva a dir poco rotto le scatole a Rafa come solo lui sapeva fare, a volte non doveva nemmeno impegnarsi, ma ora ci si era messo d'impegno ed il risultato era stato ottenere quel che aveva voluto.
Una serata speciale durante le vacanze invernali.

**
- Sei tu quello sposato con prole! - Rispose malamente Rafa. Nole, incredulo, ripeté il suo termine.
- Prole? Prole? Intendi famiglia per caso? - Poi partì col suo solito tono di presa in giro.
Rafa, sempre di malumore, rispose con un borbottio:
- Sì, quello che è! - Non gli andava molto giù la famiglia, anche se poi lo adorava in versione papà.
- Però amo anche te... - Rafa lo interruppe polemico:
- 'Anche'? Che gentile concessione! - Nole si mise a ridere senza perdersi d'animo.
- Sai cosa intendo. Amo mia figlia, a modo mio voglio bene a mia moglie, ma amo te e pure da una vita! - Rafa grugnì un 'sì sì' poco convinto, ma Nole proseguì pacato: - e voglio passare una serata con te, fare il romanticone e darti il mio regalo! - Rafa aveva sbuffato stufo come se fosse una tortura mostruosa.
- Dai, io ho il mio programma... - Nole aggrottò la fronte.
- Dai, è Natale! E comunque so che non hai tutte queste urgenze familiare, andiamo! Tu e la tua ragazza siete amici o vi sareste sposati se ci fosse altro. Non parlo di amore ma di affetto, il desiderio di fare una famiglia con la miglior ragazza che hai al tuo fianco. Per me era Jelena. Comunque con lei è capitato per sbaglio ed ho preso le dovute misure, non l'ho cercato ma dovevo assumermi le mie responsabilità e poi stavo bene con lei, non c'è una donna con cui vorrei passare la mia vita a parte lei. Però parlando di amore, quello vero... -
Rafa voleva uccidersi, sbatté la testa contro il muro incapace di farlo smettere, alla fine urlò esausto:
- NON DICEVO PROGRAMMI NATALIZI IN FAMIGLIA CHE COMUNQUE HO! INTENDEVO PROGRAMMA DI TENNIS! - Nole si zittì pensando d'aver capito male, quindi se ne sincerò.
- Vuoi dire che ti devi allenare anche a Natale, Santo Stefano e via dicendo? - Rafa annuì.
- Certo! Sono indietrissimo a tennis, a Gennaio inizia la stagione ed io sono terzo! Non ce la farò mai a tornare in testa! Comunque la mia passione per le feste natalizie non è gran ché, sai che non sono credente... -
Nole si coprì la faccia abbassando la mano dagli occhi alla bocca, scuotendo nel frattempo la testa. Non ci poteva credere che pensava a quello.
- Tu e le tue 4 ore odierne di tennis salterete un giorno o, se proprio le vuoi fare, salterai uno dei tuoi impegni in famiglia! Non mi interessa! Ma una serata e ti avverto subito anche notte, tu la passerai con me! Se posso io con prole, come dici tu, puoi anche tu! - Nole era molto deciso e probabilmente non avrebbe cambiato idea. Era capace di continuare a ripeterlo fino allo sfinimento ed in effetti un po' lo fece, ma poi Rafa esasperato acconsentì perchè altrimenti avrebbe trovato un modo di ucciderlo a distanza.
- Mi chiedo perchè stiamo insieme! È più lo stress che mi dai che la pace! Sono una persona nervosa di natura, mi serve un calmante naturale, non un intensivo! - Nole però contento rise rispondendo semplice e squillante:
- Stai con me perchè mi ami troppo, sono la tua vita e poi ti faccio anche ridere, non solo arrabbiare! - Rafa lo mandò a quel paese con la sua solita gentilezza, ma era vero. Lo pensò e non lo disse.
In effetti come rido con lui non lo faccio con nessuno!”
**

Rafa aveva archiviato Nole dopo aver organizzato la giornata.
Il 27 era l'ideale, la famiglia l'avrebbe lasciato in pace per riprendersi dalle grandi mangiate e lui avrebbe potuto pretendere di stare per conto suo ad allenarsi.
Così il mattino avrebbe fatto le sue solite 4 ore per poi volare da Nole come erano d'accordo.
Avevano deciso di stare a Montecarlo, dove viveva il serbo, ma non a casa sua naturalmente bensì in un appartamento affittato in gran segreto ed a nome di un amico fidato. Gli aveva detto d'aver bisogno di un rifugio sconosciuto al mondo e così aveva ottenuto il suo nido d'amore con Rafa quando invece non stavano a Mallorca da lui. Viveva solo e non doveva fare salti mortali per vederlo, ma Rafa a volte preferiva non stare in casa quando doveva stare con lui, dipendeva dal periodo. Quello era un periodo in cui gli capitavano parenti e amici ad ogni ora.
Archiviato dunque il caso, non aveva più pensato al regalo fino al giorno stesso, nel mezzo dell'allenamento. Sotto la doccia, pensando a come vestirsi e pensando a quanto era strano pensare a come vestirsi solo per passare una giornata con Nole, Rafa si illuminò rendendosi conto che mancava una parte importante del programma!
- Cazzo! Mi vuole vedere per darmi il regalo! Io sono ateo ma magari lui invece è religioso! Ed io non ho pensato a nulla! Ma porca puttana, perchè dobbiamo farci regali? Queste sono cose troppo da coppia! - Aveva parlato da solo dicendo cose insensate fino a che, alla fine, pronto di tutto punto, prima di salire sull'aereo si era fermato alla gioielleria dell'aeroporto.
In aeroporto non è che ci sono molti negozi per fare un regalo al proprio compagno! Che palle!”
Pensava che un gioiello fosse comunque troppo per il primo Natale da coppia vera - tralasciando che il solo a credere al Natale era Nole, però non riteneva d'avere scelta.
Dopo un'ora passata a visionare tutte le vetrine e a negarsi ogni scelta possibile, decise per un bracciale maschile in argento, il più sobrio possibile, ma che al tempo stesso fosse valido come regalo natalizio.
Un compromesso accettabile fra le opportunità.
Alcune erano troppo romantiche e da coppia, altre lo erano troppo poco.
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Alla fine si decise a volare da Nole seppure con un'ora di ritardo sulla promessa fatta.
Arrivato, Nole brontolava in quella che era casa loro, di cui condividevano le chiavi.
Era una trovata del serbo visto che un paio di volte si erano trovati ad affittare una camera di nascosto.
Rafa a volte aveva bisogno di scappare dal suo mondo e dalla sua isola per quanto l'adorasse e potesse viverci relativamente in pace.
A volte aveva bisogno di staccare e non essere più Rafa, quindi faceva delle improvvisate a Nole a casa facendogli venire un infarto, così di recente aveva trovato quella soluzione geniale.
Dopo l'operazione, Rafa era andato lì alcune volte.
- Sì può sapere come si fa a fare ritardo con un aereo personale? - Brontolò Nole appena lo sentì aprire e chiudere la porta.
Rafa mettendo giù gli effetti personali alzò gli occhi al cielo sbuffando.
- Avevo dimenticato una cosa! - Rispose guardando la delusione di Nole nel trovarlo a mani vuote, poi però si illuminò nel constatare che era elegante anche se non da serata di gala!
Adorava quella camicia nera, la stoffa era divina e liscia e lo vestiva a pennello. La teneva fuori dai jeans perchè il taglio lo permetteva. I jenas erano molto attillati e incantevolmente indossati, quei jeans da boutique. Era naturalmente firmato da capo a piedi.
Nole si leccò le labbra dimenticando tutto.
- Sei una favola! Mi dispiace toglierti tutto di dosso, dopo! - Dicendolo lo prese per i fianchi e l'attirò a sé. Rafa si sciolse immediatamente e l'irritazione svanì in un lampo.
- Allora non togliermeli! - Rispose malizioso.
- Beh, amo questi vestiti, ma amo di più il tuo corpo senza... - Fece altrettanto malizioso l'altro baciandolo sul sorriso.
Rafa aveva subito dimenticato le sue ombre e si era rilassato ringraziando sé stesso e Nole per quella giornata.
- Allora, con cosa mi avveleni? - Chiese Rafa ancora fra le sue braccia come se fosse la sua fanciulla. Non stava molto bene in quei panni, ma a volte non era così male.
- E non dici come sto io? - Rispose invece Nole in cerca di complimenti, staccandosi e girando su sé stesso.
Lui aveva dei pantaloni, ma non di quelli troppo eleganti, la stoffa era simile al jeans, però meno grezza, color beige, mentre sopra un maglioncino morbido blu scuro dal collo a V. Rafa sorrise divertito dal fatto che cercasse complimenti, ma doveva ammettere che stava molto bene così.
- Sei pronto per la sfilata! Ma volevo il farfallino! - Lo prese in giro di proposito beccandosi uno sculettamento in risposta. Rafa gradì.
- Non volevo esagerare, sai, sotto ho la giarrettiera! - Nole amava scherzare in quel modo e Rafa ci moriva ogni volta.
- Sono impaziente di vederla! -
- Tutto a suo tempo! -
- A proposito di tempo, cosa hai preparato? Ha un buon profumo! - Esclamò sorpreso Rafa distratto dal profumo di cibo.
Era infatti ora di pranzo e visto che era venuto così presto, aveva deciso di fargli un pranzo di Natale -che ad un ateo risultava comico- versione leggera o Rafa non l'avrebbe mai mangiato.
- A Natale si mangia dal pranzo alla cena, quindi ci saranno varie portate. - Spiegò pensando che non lo sapesse perchè dubitava avesse mai festeggiato.
- Vuoi uccidermi? - Chiese Rafa seguendolo in cucina.
- Per chi mi prendi? Ho pensato al mio uccellino! - L'uccellino in questione gli fece il dito medio appoggiandosi ad una sedia, mentre ammirava la tavola apparecchiata per due deliziosamente. Si era impegnato moltissimo, forse non avevano mai fatto una cosa simile. Ora iniziava a sentirsi anche a disagio, ma durò poco perchè Nole sapeva come allentare la tensione!
- So che mi avresti tirato in testa cose pesanti, quindi mangeremo porzioni piccole di cibo sano e leggero, ma buono. Non sai quanto son diventato matto a pensare al menù adatto! È tutta la mattina che spadello! Mi sentivo una casalinga disperata! - Rafa scosse la testa ridendo mentre si copriva la faccia con una mano.
- Bastava un semplice risotto! -
Ma Nole di cose ne aveva fatte.
- Pranzo a base di pesce! Più leggero di così si muore, ma è comunque buono e da occasione! E poi io sono un asso nel pesce! Volevo farti qualcosa di spagnolo che ti piace, ma poi rischiavo di fare una figura di merda e di subire insulti, così ho deciso per quello che mi riesce! - Rafa pensò che non avrebbe più smesso di parlare, quindi parlò senza riflettere pur di farlo smettere.
- Allora significa che la prossima volta ti devo fare io un menù spagnolo in cui sono forte? - Nole si illuminò, era un pensiero da coppia ed ogni volta che Rafa ne aveva uno, lui lo sottolineava facendo i salti mortali.
Infatti danzando gli arrivò davanti e gli baciò la punta del naso facendo di proposito lo scemo.
- Sei un tesoro, non vedo l'ora già della prossima volta! - Rafa lo spinse via malamente, poi con un breve giramento di testa si voltò per non farsi vedere pallido e nascondendo una smorfia di stanchezza, si sedette.
Si stava strapazzando molto per tornare in campo nel migliore dei modi, ma i sacrifici che stava facendo erano molti e non sapeva quanto sarebbe andato avanti in quel modo.
Si sedette passando inosservato mentre Nole andava ad elencare tutte le portate.
- Si inizia con le capesante gratinate! - Rafa si ritrovò subito il suo piatto davanti, appoggiato come un finto maggiordomo di lusso e allo spagnolo sfuggì un'esclamazione di sorpresa!
- Sai fare anche le capesante!? - Nole si mise a ridere sedendosi a sua volta.
- Sono pieno di sorprese! - Poi gli fece l'occhiolino. - Spero che avrai voglia di scoprirle tutte! - Rafa, di nuovo dimentico dei propri pensieri, tornò a lui ridendo e scherzando.
- Ah quello non c'è pericolo! -
Con questo, iniziarono il lungo ma buono, gustoso e leggero pranzo.
Alla fine la fame di Rafa era relativamente abbondante, le prime portate le pretese una di fila all'altra, ma fra il primo ed il secondo chiese venia ed attesero del tempo che impiegarono ammirando la neve che scendeva fuori dalla finestra.
La visuale della città dal loro piano era fantastica e fra uno scherzo e l'altro c'era anche spazio per qualcosa di pseudo normale, ma Nole pareva impegnarsi per riportare tutto alla follia appena le cose si calmavano. Rafa capì subito che lo faceva apposta, forse si sentiva in dovere di rilassarlo e divertirlo per non fargli pesare qualcosa che poteva avere l'aria di essere effettivamente pesante e serio.
Arrivarono al secondo e fecero un'altra pausa prima del dolce. Nole si mise a sparecchiare e Rafa lo aiutò.
Alzatosi troppo in fretta, si fermò un istante per una vertigine e quando Nole tornò indietro per prendere il resto, lo vide fermo con la mano appoggiata al tavolo e capì subito che c'era qualcosa.
Fu come un fulmine a ciel sereno che rovinava la giornata più bella e perfetta di tutte.
Il suo sguardo si oscurò capendo che gli stava nascondendo qualcosa di poco bello e per un momento provò l'istinto di tirargli qualcosa addosso, ma si fermò andandogli incontro chiamandolo preoccupato.
Gli prese il piatto di mano e lo mise giù, poi lo afferrò per le braccia.
- Che succede? - Rafa scosse la testa sorridendo come nulla fosse, riprendendo il piatto.
- Dai, sto bene! Mi sono alzato di corsa! - Nole però non se la bevve e glielo riprese di mano in una lotta delle loro, solo che al posto della pallina di tennis c'era il piatto.
- Certo, dopo mangiato hai un calo di pressione perchè ti alzi in fretta! Ma sei serio? - Rafa voleva il Nole che scherzava, ma non era in grado di fare battute, ora.
- Senti... sono stanco! Sto facendo un allenamento intensivo e terapie di recupero, ho avuto miliardi di problemi di salute che si sono accumulati e non sono al top! Ma lo sarò il prima possibile! -
Con questo sgusciò via dal tavolo e dalla sua presa, tornando a prendere il piatto per portarlo al lavandino.
Nole sospirò scuotendo la testa, capendo che c'era altro dietro.
- Perchè non me lo hai detto? Così oggi ti sei stancato di più! Potevo venire io! - Rafa tornando indietro cercò di schernirlo.
- Ma dai, tanto hai cucinato tutto tu comunque! E poi è pochissimo di volo! -
Nole decise che sarebbe tornato dopo sull'argomento, ma che non avrebbe mollato.
- Se cucinavo a casa tua, mi avresti visto col grembiule di babbo natale! - Rafa, che stava indifferentemente bevendo dell'acqua, quando girò gli occhi per vedere il fantomatico grembiule che gli mostrava, sputò e tossì soffocando.
Era un grembiule rosso contornato di qualcosa di bianco e soffice con sopra il faccione di babbo natale.
- Ovviamente c'è anche il cappello! - E con questo si mise in testa anche quello!
Rafa morì definitivamente e dicendo che aveva bisogno del divano per sedersi ed evitare di vomitare, andò in salotto. In realtà stare in piedi era un supplizio, gli sarebbero serviti dei massaggi rilassanti ed una sauna, ma quel giorno li avrebbe saltati.
Nole corrugando la fronte prese il dolce che aveva preparato, una crema leggera, e gliela portò raggiungendolo, facendo ancora finta di non aver capito che stava peggio di quel che voleva dare a vedere.
Mangiarono il dolce seduti nel divano, sempre parlando di tutto e scherzando su ogni cosa. Poi al termine Nole prese i piedi di Rafa, glieli liberò dalle scarpe e dai calzini e si mise le gambe sulle proprie facendolo stendere obbligatoriamente.
Rafa lo guardò stordito per un po' chiedendogli che diavolo facesse, ma quando iniziò a massaggiarglieli si rilassò all'istante chiudendo gli occhi come se finalmente gli avessero staccato la spina.
Non ne poteva più di stare in piedi ed in quelle scarpe. E nemmeno seduto, se era per quello.
La posizione da steso era l'unica fattibile.
Chiuse gli occhi e decise di lasciar perdere le recite, mettendosi l'avambraccio sugli occhi in modo da coprirsi un po' il viso.
Nole non gli staccò comunque gli occhi di dosso e dopo un po' di silenzio calato fra loro, decise che se ne poteva parlare.
- Perchè devi fare lo stoico quando invece stai male? Lo fai sempre e poi hai delle brutte conseguenze! Quando capirai che non serve resistere? Non ti danno un premio! A volte forse vinci dei titoli così facendo, ma poi le conseguenze ci sono sempre e sono peggiori! - Rafa strinse la bocca. Lo sapeva. Sapeva bene che era così.
- Non riesco a fare diversamente. Quando sono lì penso che basta un passo, un solo passo. Che manca così poco per arrivare dove voglio... - Nole scosse il capo aspettando che si decidesse a guardarlo, mentre le sue mani continuavano a massaggiargli i piedi.
- Non si tratta solo di questo. C'è altro! Tu... è come se tu ti senti in dovere di tagliare quei traguardi a tutti i costi. Non è che tu vuoi arrivare là e ti manca poco e stringi i denti passando sui tuoi malori che peggiorano. Tu... tu senti che sei obbligato, per questo lo fai! - Ci aveva pensato molto, Nole, e finalmente era felice di potergliene parlare. Ora era serio come di rado lo aveva visto e Rafa tolse il braccio dalla faccia per guardarlo. Lo fissava pacato, non sorrideva.
Non sapeva cosa stava provando, era strano sentirsi dire una cosa simile.
- Io non ci ho semplicemente mai pensato. Agisco così! Sono fatto così! Non so perchè lo faccio! - Nole sentendo che si agitava pensando di doversi difendere, alzò la mano in segno di calma e resa.
- Non ti sto accusando, ti sto dicendo perchè lo fai. Lo so io. È così. Sei arrivato ad un punto che ti impone un certo regime e pensi che devi. Devi continuare. Devi andare avanti. Non puoi mollare, non puoi cedere il passo. Credi di fallire, di fare più danni se cedi. È la tua mentalità. Sei arrivato così in alto che hai talmente tanto da perdere, che hai paura che con una minima mossa falsa perdi tutto. E ci tieni troppo, hai lottato troppo, hai sacrificato troppo per mollare. Però non è questo che ti fa sentire obbligato a sacrificarti pur di riuscirci. - Rafa lo guardava aggrottato, sospeso, nemmeno respirava. Non sapeva cosa dire, cosa pensare, cosa provare.
Nole a quel punto gli prese la mano sinistra e gli guardò il palmo piena di vesciche e cerotti.
- E' lo stesso motivo che ti fa avere una mano simile! Hai una vescica e non ti fermi. Continui. Scoppia e sanguina e non ti fermi. Continui. Anche se non riesci ad impugnare la racchetta. Continui. La tieni lo stesso e fai i tiri comunque! Qua sta la tua essenza, Rafa. Perchè riduci la mano così? Tu senti il dolore, non è che non lo senti od hai una soglia più alta. - Rafa non aveva idea di cosa volesse dire, si alzò sul gomito per guardarlo meglio, ritirando la mano dalla sua. Nole tornò a prendergli i piedi fra le dita e guardandolo risoluto ma morbido, continuò.
- Tu sei lassù, sei arrivato ad un passo dal re. Sei tu che sei ad un passo dal re. Roger ha ogni record dalla sua, e a te non manca molto per raggiungerlo, il che fa di te uno dei migliori tennisti della storia. E pensi che tutti ti guardano e pensano che non puoi mollare ora. È la pressione degli altri, di tutti quelli che ti seguono, anche di chi ti odia, del mondo intero. È quello che ti spinge a proseguire. È quello che ti dà la forza di combattere ad ogni costo. All'inizio era fame di vittoria, ora è diventata pressione. La gente si aspetta questo e tu non puoi deluderli! Tu ci tieni al tuo record, a raggiungere Roger in cima al mondo del tennis di sempre, ma arrivi a calpestare la tua salute, ci tieni a questo livello perchè ci tengono anche milioni di altre persone. Perchè è da anni che sei lì ed è uno il passo che ti separa da lui. - Rafa rimase in silenzio, colpito da quel che diceva.
Roger, colui che l'aveva ispirato per farlo arrivare dove era, era in qualche modo la sua rovina?
I fan, il loro calore, che spesso lo spronavano a non mollare, erano la sua rovina?
Tutto ciò che era stata la sua forza ora era la sua rovina?
- Se fossi me saresti diverso. Io lotto da molti anni e a buon livello, contendo le prime posizioni da tanto. Nel 2011 come quest'anno ce l'ho fatta, sono primo. Non ho niente da perdere, se scendo ho fatto solo una piccola parte nella storia del tennis, il prossimo sarà fatto da un altro. Io ho già raggiunto il mio scopo, stare lassù. Ma non ho ancora fatto grandi cose, non ci sono da troppo tempo per avere troppo da perdere nel cadere. Capisci cosa intendo? Io il mio l'ho fatto e vada come vada non mi sento obbligato a dimostrare altro o a tenere quel che ho. Tu al livello che sei arrivato lo sei. Perchè hai vinto così tanto che mollare ora sarebbe un peccato, perchè sei ad un passo dalla cima del mondo di sempre. E questo ti fa calpestare te stesso. È il tuo male! - Rafa ricadde con la testa sul divano, steso giù guardò shockato il soffitto ripetendosi le sue parole e quel concetto espresso così bene e così tanto.
Era vero.
Era assolutamente come diceva, ma non se ne era mai reso conto. Non ne era stato capace, ma Nole aveva ragione.
- E cosa dovrei fare, ora, al livello in cui sono? Al punto in cui sono? Il punto che è un peccato mollare perchè ho troppo da perdere? - Nole gli prese il polso e gli mise giù le gambe facendolo alzare a sedere, se lo mise davanti e gli carezzò il viso, lo fece con dolcezza e calma, quello sguardo che riservava solo a lui.
- Devi pensare a chi ami. Puoi farlo questo? Non credo che ti ami abbastanza da capire di tenerti da conto per te stesso. Però credo che ami qualcuno al punto da pensare che anche lui ti ama e non può vederti in certi stati. - Rafa strofinò le labbra emozionato, mentre gli occhi diventavano lucidi. Non riusciva a staccarli dai suoi. Si sentiva strano. Appartenente a qualcosa, a qualcuno. Di proprietà.
E non più del mondo stesso.
- Pensare a chi mi ama. A chi amo. - Si ripeté per vedere che sapore aveva quella frase. Era un buon sapore. Sorridendo timido e colpevole, appoggiò la fronte alla sua.
- Pensi di riuscirci ad amare te stesso per amore di chi ami? - Amava i giri di parole ed i sciogli lingua. Rafa a quello sorrise, sia pure rimanendo intenerito.
- Se chi amo me lo chiede, ci devo come minimo provare. - Nole non aveva bisogno di sentirselo dire.
- Allora te lo chiedo. Non trascurarti più. La tua saluta viene prima di tutto o non avrai una carriera da difendere. Non giocare con appendiciti, ossa rotte e schiene strappate. Non farlo mai più. Fermati in tempo, recupererai la prossima volta e se non ce la farai non importa, avrai dato tutto quello che potevi. Non trascurarti mai più, non calpestarti. Non superare quei livelli. - Rafa sospirò arrendendosi, un po' triste all'idea.
- Anche se significa rinunciare a raggiungere quel posto che dicevamo? Anche se non potessi più fare meglio di così? Anche se scoprissi che la mia carriera va lentamente alla fine? - Nole sapeva che era brutto pensarlo, ma sapeva anche che erano le sue paure, ma non il suo caso.
Gli mise anche l'altra mano sulla guancia e fece in modo da rafforzare il concetto. Appoggiò la fronte alla sua.
- Rafa ascoltami bene. Tu non sei lì solo perchè sei combattivo e vai avanti ad ogni costo. Non basta la volontà e la forza fisica per essere dove sei. Sei stato in testa per 3 anni alternati a quelli di Roger durante i quali eri secondo. Hai ottenuto tanti di quei titoli, sei chiamato il re della terra rossa, sei il più giovane tennista ad essere finito nella top 100, hai vinto 9 Roland! Non arrivi a questo punto solo perchè vai oltre gli impedimenti fisici, perchè usi la forza bruta e la tua volontà. Non bastano queste cose per arrivare al livello a cui sei tu. Ficcatelo in testa che non è così! Non hai solo queste carte! Ok? E comunque sappi che se smetti di privarti della tua salute, le forze per vincere non ti mancheranno più! Per cui se ti curi avrai solo da guadagnarci, anche se a te non sembra! - Rafa a questo si sentì davvero meglio, Nole ci credeva e se ci credeva lui, poteva stare tranquillo.
Non sapeva come aveva fatto, ma era bastato parlarne con lui e ascoltarlo.
Lo amava al punto da renderlo la parte più preziosa della sua vita.
- Prometto che mi terrò da conto e che non andrò oltre i miei limiti fisici, costi quel che costi. - Nole sorrise rasserenandosi, la luce entrò dai suoi occhi carichi di un sentimento meraviglioso.
- Me lo prometti? - Chiese per sottolineare che lo prometteva a lui.
- Te lo prometto. - Concordò infine. A quel punto Nole lo baciò felice, delicatamente, e Rafa continuò a sentirsi sempre meglio.
Aveva un dono, quello di riportarlo in cielo.
Non poteva più farne a meno.
Dopo il bacio, Nole si separò e lasciandolo un attimo andò a prendere un pacchetto. Rafa capì che era il suo regalo, così anche lui fece altrettanto.
- Ed ora regali! - Disse contento come un bambino. - Per prima cosa questo! - Nole gli consegnò un sacchetto che Rafa aprì e guardando dentro tirò scettico fuori le manette di pelo rosa.
- So che il rosa ti piace! - Era vero. Ma non le manette di pelo.
- Tu... tu sei... tu... - Rafa si mise a balbettare senza parole mentre le guardava incredulo. E dire che lui gli aveva fatto un regalo serio pensando che lui ci tenesse!
Adesso avrebbe fatto una figuraccia.
- Che c'è, non ti piacciono? Sicuramente ti piacerà usarle! Un po' io un po' tu... vedrai che apprezzerai, te lo giuro! - Nole era contento come un bambino e malizioso come una prostituta, Rafa non sapeva nemmeno come definirlo e rimase un po' sotto shock. Alla fine ebbe pietà di lui e gli diede anche il pacchettino.
Rafa ringraziò il cielo che gli avesse dato del sale in zucca e speranzoso aprì anche quello. Almeno avrebbe reso il suo regalo meno serio.
Quando guardò cosa c'era, impallidì violentemente.
Beh, questo decisamente rende il mio regalo meno serio. Ma magari non serviva fino a questo punto!”
Rafa prese le due fedine e ci rimase a dir poco secco, incapace anche di metterle e di coprirsi la faccia per lo shock che proseguiva ma per un altro motivo.
- Tu... tu sei... tu... - Ripeté infatti senza saper cosa dire, senza nemmeno riuscirci.
Nole sorrideva tutto orgoglioso.
Erano due fedine semplici in oro bianco, ma dentro c'era incisa la lettera del nome. Una N ed una R.
Nole, così, senza parlare subito prese l'anello con la N e prese la sua mano.
- Non abbiamo anelli di fidanzamento ed io mi ritengo tuo fidanzato, mi ritengo seriamente impegnato con te. Insomma, siamo una vera coppia da qualche mese e non ci siamo fatti un regalo serio che attesta che stiamo davvero insieme. Volevo qualcosa da coppia. So che forse sono esagerato e corro, ma con te è meglio correre che aspettare il miracolo. Non credo tu ci arriveresti mai, non è nel tuo DNA. Ma io ci tenevo troppo. Ti amo, mi impegno ad amarti per sempre e a cercare di farla funzionare il più possibile, ma voglio che questo anello testimoni che qualcosa di importante e serio è iniziato. Non che duri per sempre o cose così. Il futuro è impegnativo e non lo conosciamo. Ma voglio una prova che questa cosa fra noi è vera ed è iniziata adesso. Ok? - Nole ci aveva pensato incessantemente da quando si erano messi insieme mesi indietro e chiaramente adesso era sull'orlo delle lacrime per tanto che era emozionato.
Rafa, capendo quanto ci teneva, scorgendo le lacrime, sorrise e tornò al mondo porgendogli la mano.
Nole realizzò e lasciò che una lacrima scendesse traditrice mentre gli infilava la fedina.
- Non possiamo metterla all'anulare sinistro. Però facciamo l'anulare destro. - Decise. Poi aggiunse subito, vedendo che Rafa non prendeva il suo. - Non dobbiamo metterlo sempre se non vogliamo, ma dobbiamo averlo sempre con noi. A parte che nelle partite. Valuta. Se vuoi lo teniamo entrambi, altrimenti lo puoi mettere sotto i vestiti o nel portafogli, però non separartene mai. Non lasciarlo mai a casa. - Rafa sorrise dolcemente e gli prese il suo anello infilandoglielo nell'anulare destro. Poi intrecciò le due mani, gli anelli tintinnarono. Si sentiva diabetico e schifosamente romantico e dopo di quello urgeva un rimedio contro lo zucchero, ma gli stava piacendo. Era incredibilmente bello farlo una volta.
I due si guardarono le mani, Nole ora non piangeva più. Era felice e basta e fortunatamente trovò un briciolo di sé stesso vedendo Rafa che con la sinistra incerottata e gonfia prendeva il suo regalo.
- Che poi anche a volere la sinistra, sarebbe impossibile visti tutti i cerotti che hai sempre! - Rafa rise gettando la testa all'indietro, poi gli tirò il pacchettino poco romanticamente.
- Tié, scemo! Questo è il mio regalo! Molto meno epico del tuo! Ho fatto tardi per questo, in aeroporto mi sono reso conto che non avevo niente per te! - Decise di dirglielo per riequilibrare il romanticismo e funzionò perchè Nole rise e scosse la testa e l'atmosfera tornò a posto.
Quando aprì e vide il braccialetto, però, rimase di nuovo senza parole e si emozionò. Era qualcosa di impensabile per uno come Rafa regalare una cosa così carina. Per i suoi canoni era serio.
- E' bellissimo! - Esclamò prendendolo e guardandolo bene. Rafa sorrise orgoglioso.
- Non mi decidevo su nulla... non volevo fosse troppo... anche se poi ci hai pensato tu! - Nole rise ancora e lo abbracciò baciandolo.
- E' perfetto e mi piace un sacco! Ed è il più bel Natale anticipato e giorno passato con te della mia vita! - Nole sapeva dire cose romantiche senza sembrare ridicolo, Rafa non ce la fece, però ricambiò l'abbraccio e nascondendo il viso contro il suo collo, disse piano piano:
- Sono felice anche io. - Molto più di quanto Nole si sarebbe aspettato, che aveva scelto la cosa super romantica sicuro che Rafa non ci avrebbe pensato e che forse non gli avrebbe nemmeno fatto il regalo.
Beh, era bello per una volta non avere ragione!
Poi Rafa realizzò...
- Natale anticipato? - Nole fece la lingua senza farsi vedere.
- Eh sì, io sono ortodosso, noi festeggiamo il Natale un po' più avanti... - Rafa a questo si staccò di scatto e lo fissò torvo, come se lo accusasse di omicidio.
- Come hai potuto? Mi hai fatto credere che ci vedevamo per Natale, che tu ci credevi e ci tenevi! Per questo ho accettato e ti ho fatto il regalo, non per altro! Io sono ateo! - Nole arricciò il naso e rise gongolante ed orgoglioso, con la sua solita faccia tosta.
- Lo sapevo, per questo ho dovuto farti credere di essere cattolico. Altrimenti non ti avrei visto oggi! Volevo farti un regalo d'anniversario a tutti i costi, ma se ti dicevo così non ti saresti presentato! - Rafa con questo si mise a picchiarlo, fortunatamente fiacco com'era non gli fece poi così male, ma gli insulti in spagnolo furono alquanto utili per capire il suo stato d'animo!
- Sei un manipolatore! Odio quando mi rigirano così! Che palle! Me la pagherai! - Nole così si accese e tutto felice prese le manette facendole roteare sul dito indice:
- Davvero? - Chiese malizioso. Rafa, a quel punto, stanco o no, prese le manette e la sciarpa tutto agguerrito ed offeso. Le manette per i polsi e la sciarpa per la bocca.
Fu così che Nole ebbe la sua notte super speciale e che Rafa si riprese magicamente dalla stanchezza con cui era arrivato.
Ad ognuno i propri vantaggi!