NOTE:
questa tenera fic è ambientata nelle vacanze di Natale, ma si rifà
ad una dichiarazione recente che ha fatto Rafa, con l'inizio del
primo torneo in Doha che ha fatto qualche settimana fa. Disse che non
avrebbe più spinto sé stesso oltre i propri limiti mettendo così a
rischio la propria carriera, anche se questo avrebbe significato
essere meno competitivo. Sostanzialmente ha detto che si sarebbe
tenuto da conto. Al che io ho sentito le campane del cielo suonare a
festa. Chiunque abbia fatto il miracolo di fargli capire questo
concetto che, fidatevi, non capisce da anni (lui non si è mai curato
di sé, ha sempre spinto sui propri infortuni e problemi vari pur di
non smettere, salvo poi stare fermo mesi e dover recuperare), è
stato un mito. Nole sempre in quel periodo, in risposta a questo e a
chi diceva che Rafa era troppo indietro, ha detto che lui rimane
sempre competitivo ed il più difficile da affrontare, perchè la
dote principale di Rafa è che è tenace e trova sempre un modo per
uscire dai problemi in cui si trova. Per cui lui sarà sempre un
grande rivale. <3 Così mi son fatta le mie scene mentali. Vedrete
un Rafa ed un Nole inediti, ma prima o poi, dopo che ci si innamora,
si finisce così! Spero che continuino ad essere zuccherosi! Buona
lettura. Baci Akane
PS: visitate e seguite la mia pagina facebook sulle mie coppie e tennisti preferiti... Tennis Slash
PROMESSA
Nole aveva a dir
poco rotto le scatole a Rafa come solo lui sapeva fare, a volte non
doveva nemmeno impegnarsi, ma ora ci si era messo d'impegno ed il
risultato era stato ottenere quel che aveva voluto.
Una serata speciale
durante le vacanze invernali.
**
- Sei tu quello
sposato con prole! - Rispose malamente Rafa. Nole, incredulo, ripeté
il suo termine.
- Prole? Prole?
Intendi famiglia per caso? - Poi partì col suo solito tono di presa
in giro.
Rafa, sempre di
malumore, rispose con un borbottio:
- Sì, quello che è!
- Non gli andava molto giù la famiglia, anche se poi lo adorava in
versione papà.
- Però amo anche
te... - Rafa lo interruppe polemico:
- 'Anche'? Che
gentile concessione! - Nole si mise a ridere senza perdersi d'animo.
- Sai cosa intendo.
Amo mia figlia, a modo mio voglio bene a mia moglie, ma amo te e pure
da una vita! - Rafa grugnì un 'sì sì' poco convinto, ma Nole
proseguì pacato: - e voglio passare una serata con te, fare il
romanticone e darti il mio regalo! - Rafa aveva sbuffato stufo come
se fosse una tortura mostruosa.
- Dai, io ho il mio
programma... - Nole aggrottò la fronte.
- Dai, è Natale! E
comunque so che non hai tutte queste urgenze familiare, andiamo! Tu e
la tua ragazza siete amici o vi sareste sposati se ci fosse altro.
Non parlo di amore ma di affetto, il desiderio di fare una famiglia
con la miglior ragazza che hai al tuo fianco. Per me era Jelena.
Comunque con lei è capitato per sbaglio ed ho preso le dovute
misure, non l'ho cercato ma dovevo assumermi le mie responsabilità e
poi stavo bene con lei, non c'è una donna con cui vorrei passare la
mia vita a parte lei. Però parlando di amore, quello vero... -
Rafa voleva
uccidersi, sbatté la testa contro il muro incapace di farlo
smettere, alla fine urlò esausto:
- NON DICEVO
PROGRAMMI NATALIZI IN FAMIGLIA CHE COMUNQUE HO! INTENDEVO PROGRAMMA
DI TENNIS! - Nole si zittì pensando d'aver capito male, quindi se ne
sincerò.
- Vuoi dire che ti
devi allenare anche a Natale, Santo Stefano e via dicendo? - Rafa
annuì.
- Certo! Sono
indietrissimo a tennis, a Gennaio inizia la stagione ed io sono
terzo! Non ce la farò mai a tornare in testa! Comunque la mia
passione per le feste natalizie non è gran ché, sai che non sono
credente... -
Nole si coprì la
faccia abbassando la mano dagli occhi alla bocca, scuotendo nel
frattempo la testa. Non ci poteva credere che pensava a quello.
- Tu e le tue 4 ore
odierne di tennis salterete un giorno o, se proprio le vuoi fare,
salterai uno dei tuoi impegni in famiglia! Non mi interessa! Ma una
serata e ti avverto subito anche notte, tu la passerai con me! Se
posso io con prole, come dici tu, puoi anche tu! - Nole era molto
deciso e probabilmente non avrebbe cambiato idea. Era capace di
continuare a ripeterlo fino allo sfinimento ed in effetti un po' lo
fece, ma poi Rafa esasperato acconsentì perchè altrimenti avrebbe
trovato un modo di ucciderlo a distanza.
- Mi chiedo perchè
stiamo insieme! È più lo stress che mi dai che la pace! Sono una
persona nervosa di natura, mi serve un calmante naturale, non un
intensivo! - Nole però contento rise rispondendo semplice e
squillante:
- Stai con me perchè
mi ami troppo, sono la tua vita e poi ti faccio anche ridere, non
solo arrabbiare! - Rafa lo mandò a quel paese con la sua solita
gentilezza, ma era vero. Lo pensò e non lo disse.
“In effetti come
rido con lui non lo faccio con nessuno!”
**
Rafa aveva
archiviato Nole dopo aver organizzato la giornata.
Il 27 era l'ideale,
la famiglia l'avrebbe lasciato in pace per riprendersi dalle grandi
mangiate e lui avrebbe potuto pretendere di stare per conto suo ad
allenarsi.
Così il mattino
avrebbe fatto le sue solite 4 ore per poi volare da Nole come erano
d'accordo.
Avevano deciso di
stare a Montecarlo, dove viveva il serbo, ma non a casa sua
naturalmente bensì in un appartamento affittato in gran segreto ed a
nome di un amico fidato. Gli aveva detto d'aver bisogno di un rifugio
sconosciuto al mondo e così aveva ottenuto il suo nido d'amore con
Rafa quando invece non stavano a Mallorca da lui. Viveva solo e non
doveva fare salti mortali per vederlo, ma Rafa a volte preferiva non
stare in casa quando doveva stare con lui, dipendeva dal periodo.
Quello era un periodo in cui gli capitavano parenti e amici ad ogni
ora.
Archiviato dunque il
caso, non aveva più pensato al regalo fino al giorno stesso, nel
mezzo dell'allenamento. Sotto la doccia, pensando a come vestirsi e
pensando a quanto era strano pensare a come vestirsi solo per passare
una giornata con Nole, Rafa si illuminò rendendosi conto che mancava
una parte importante del programma!
- Cazzo! Mi vuole
vedere per darmi il regalo! Io sono ateo ma magari lui invece è
religioso! Ed io non ho pensato a nulla! Ma porca puttana, perchè
dobbiamo farci regali? Queste sono cose troppo da coppia! - Aveva
parlato da solo dicendo cose insensate fino a che, alla fine, pronto
di tutto punto, prima di salire sull'aereo si era fermato alla
gioielleria dell'aeroporto.
“In aeroporto non
è che ci sono molti negozi per fare un regalo al proprio compagno!
Che palle!”
Pensava che un
gioiello fosse comunque troppo per il primo Natale da coppia vera -
tralasciando che il solo a credere al Natale era Nole, però non
riteneva d'avere scelta.
Dopo un'ora passata
a visionare tutte le vetrine e a negarsi ogni scelta possibile,
decise per un bracciale maschile in argento, il più sobrio
possibile, ma che al tempo stesso fosse valido come regalo natalizio.
Un compromesso
accettabile fra le opportunità.
Alcune erano troppo
romantiche e da coppia, altre lo erano troppo poco.
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Alla fine si decise
a volare da Nole seppure con un'ora di ritardo sulla promessa fatta.
Arrivato, Nole
brontolava in quella che era casa loro, di cui condividevano le
chiavi.
Era una trovata del
serbo visto che un paio di volte si erano trovati ad affittare una
camera di nascosto.
Rafa a volte aveva
bisogno di scappare dal suo mondo e dalla sua isola per quanto
l'adorasse e potesse viverci relativamente in pace.
A volte aveva
bisogno di staccare e non essere più Rafa, quindi faceva delle
improvvisate a Nole a casa facendogli venire un infarto, così di
recente aveva trovato quella soluzione geniale.
Dopo l'operazione,
Rafa era andato lì alcune volte.
- Sì può sapere
come si fa a fare ritardo con un aereo personale? - Brontolò Nole
appena lo sentì aprire e chiudere la porta.
Rafa mettendo giù
gli effetti personali alzò gli occhi al cielo sbuffando.
- Avevo dimenticato
una cosa! - Rispose guardando la delusione di Nole nel trovarlo a
mani vuote, poi però si illuminò nel constatare che era elegante
anche se non da serata di gala!
Adorava quella
camicia nera, la stoffa era divina e liscia e lo vestiva a pennello.
La teneva fuori dai jeans perchè il taglio lo permetteva. I jenas
erano molto attillati e incantevolmente indossati, quei jeans da
boutique. Era naturalmente firmato da capo a piedi.
Nole si leccò le
labbra dimenticando tutto.
- Sei una favola! Mi
dispiace toglierti tutto di dosso, dopo! - Dicendolo lo prese per i
fianchi e l'attirò a sé. Rafa si sciolse immediatamente e
l'irritazione svanì in un lampo.
- Allora non
togliermeli! - Rispose malizioso.
- Beh, amo questi
vestiti, ma amo di più il tuo corpo senza... - Fece altrettanto
malizioso l'altro baciandolo sul sorriso.
Rafa aveva subito
dimenticato le sue ombre e si era rilassato ringraziando sé stesso e
Nole per quella giornata.
- Allora, con cosa
mi avveleni? - Chiese Rafa ancora fra le sue braccia come se fosse la
sua fanciulla. Non stava molto bene in quei panni, ma a volte non era
così male.
- E non dici come
sto io? - Rispose invece Nole in cerca di complimenti, staccandosi e
girando su sé stesso.
Lui aveva dei
pantaloni, ma non di quelli troppo eleganti, la stoffa era simile al
jeans, però meno grezza, color beige, mentre sopra un maglioncino
morbido blu scuro dal collo a V. Rafa sorrise divertito dal fatto che
cercasse complimenti, ma doveva ammettere che stava molto bene così.
- Sei pronto per la
sfilata! Ma volevo il farfallino! - Lo prese in giro di proposito
beccandosi uno sculettamento in risposta. Rafa gradì.
- Non volevo
esagerare, sai, sotto ho la giarrettiera! - Nole amava scherzare in
quel modo e Rafa ci moriva ogni volta.
- Sono impaziente di
vederla! -
- Tutto a suo tempo!
-
- A proposito di
tempo, cosa hai preparato? Ha un buon profumo! - Esclamò sorpreso
Rafa distratto dal profumo di cibo.
Era infatti ora di
pranzo e visto che era venuto così presto, aveva deciso di fargli un
pranzo di Natale -che ad un ateo risultava comico- versione leggera o
Rafa non l'avrebbe mai mangiato.
- A Natale si mangia
dal pranzo alla cena, quindi ci saranno varie portate. - Spiegò
pensando che non lo sapesse perchè dubitava avesse mai festeggiato.
- Vuoi uccidermi? -
Chiese Rafa seguendolo in cucina.
- Per chi mi prendi?
Ho pensato al mio uccellino! - L'uccellino in questione gli fece il
dito medio appoggiandosi ad una sedia, mentre ammirava la tavola
apparecchiata per due deliziosamente. Si era impegnato moltissimo,
forse non avevano mai fatto una cosa simile. Ora iniziava a sentirsi
anche a disagio, ma durò poco perchè Nole sapeva come allentare la
tensione!
- So che mi avresti
tirato in testa cose pesanti, quindi mangeremo porzioni piccole di
cibo sano e leggero, ma buono. Non sai quanto son diventato matto a
pensare al menù adatto! È tutta la mattina che spadello! Mi sentivo
una casalinga disperata! - Rafa scosse la testa ridendo mentre si
copriva la faccia con una mano.
- Bastava un
semplice risotto! -
Ma Nole di cose ne
aveva fatte.
- Pranzo a base di
pesce! Più leggero di così si muore, ma è comunque buono e da
occasione! E poi io sono un asso nel pesce! Volevo farti qualcosa di
spagnolo che ti piace, ma poi rischiavo di fare una figura di merda e
di subire insulti, così ho deciso per quello che mi riesce! - Rafa
pensò che non avrebbe più smesso di parlare, quindi parlò senza
riflettere pur di farlo smettere.
- Allora significa
che la prossima volta ti devo fare io un menù spagnolo in cui sono
forte? - Nole si illuminò, era un pensiero da coppia ed ogni volta
che Rafa ne aveva uno, lui lo sottolineava facendo i salti mortali.
Infatti danzando gli
arrivò davanti e gli baciò la punta del naso facendo di proposito
lo scemo.
- Sei un tesoro, non
vedo l'ora già della prossima volta! - Rafa lo spinse via malamente,
poi con un breve giramento di testa si voltò per non farsi vedere
pallido e nascondendo una smorfia di stanchezza, si sedette.
Si stava
strapazzando molto per tornare in campo nel migliore dei modi, ma i
sacrifici che stava facendo erano molti e non sapeva quanto sarebbe
andato avanti in quel modo.
Si sedette passando
inosservato mentre Nole andava ad elencare tutte le portate.
- Si inizia con le
capesante gratinate! - Rafa si ritrovò subito il suo piatto davanti,
appoggiato come un finto maggiordomo di lusso e allo spagnolo sfuggì
un'esclamazione di sorpresa!
- Sai fare anche le
capesante!? - Nole si mise a ridere sedendosi a sua volta.
- Sono pieno di
sorprese! - Poi gli fece l'occhiolino. - Spero che avrai voglia di
scoprirle tutte! - Rafa, di nuovo dimentico dei propri pensieri,
tornò a lui ridendo e scherzando.
- Ah quello non c'è
pericolo! -
Con questo,
iniziarono il lungo ma buono, gustoso e leggero pranzo.
Alla fine la fame di
Rafa era relativamente abbondante, le prime portate le pretese una di
fila all'altra, ma fra il primo ed il secondo chiese venia ed
attesero del tempo che impiegarono ammirando la neve che scendeva
fuori dalla finestra.
La visuale della
città dal loro piano era fantastica e fra uno scherzo e l'altro
c'era anche spazio per qualcosa di pseudo normale, ma Nole pareva
impegnarsi per riportare tutto alla follia appena le cose si
calmavano. Rafa capì subito che lo faceva apposta, forse si sentiva
in dovere di rilassarlo e divertirlo per non fargli pesare qualcosa
che poteva avere l'aria di essere effettivamente pesante e serio.
Arrivarono al
secondo e fecero un'altra pausa prima del dolce. Nole si mise a
sparecchiare e Rafa lo aiutò.
Alzatosi troppo in
fretta, si fermò un istante per una vertigine e quando Nole tornò
indietro per prendere il resto, lo vide fermo con la mano appoggiata
al tavolo e capì subito che c'era qualcosa.
Fu come un fulmine a
ciel sereno che rovinava la giornata più bella e perfetta di tutte.
Il suo sguardo si
oscurò capendo che gli stava nascondendo qualcosa di poco bello e
per un momento provò l'istinto di tirargli qualcosa addosso, ma si
fermò andandogli incontro chiamandolo preoccupato.
Gli prese il piatto
di mano e lo mise giù, poi lo afferrò per le braccia.
- Che succede? -
Rafa scosse la testa sorridendo come nulla fosse, riprendendo il
piatto.
- Dai, sto bene! Mi
sono alzato di corsa! - Nole però non se la bevve e glielo riprese
di mano in una lotta delle loro, solo che al posto della pallina di
tennis c'era il piatto.
- Certo, dopo
mangiato hai un calo di pressione perchè ti alzi in fretta! Ma sei
serio? - Rafa voleva il Nole che scherzava, ma non era in grado di
fare battute, ora.
- Senti... sono
stanco! Sto facendo un allenamento intensivo e terapie di recupero,
ho avuto miliardi di problemi di salute che si sono accumulati e non
sono al top! Ma lo sarò il prima possibile! -
Con questo sgusciò
via dal tavolo e dalla sua presa, tornando a prendere il piatto per
portarlo al lavandino.
Nole sospirò
scuotendo la testa, capendo che c'era altro dietro.
- Perchè non me lo
hai detto? Così oggi ti sei stancato di più! Potevo venire io! -
Rafa tornando indietro cercò di schernirlo.
- Ma dai, tanto hai
cucinato tutto tu comunque! E poi è pochissimo di volo! -
Nole decise che
sarebbe tornato dopo sull'argomento, ma che non avrebbe mollato.
- Se cucinavo a casa
tua, mi avresti visto col grembiule di babbo natale! - Rafa, che
stava indifferentemente bevendo dell'acqua, quando girò gli occhi
per vedere il fantomatico grembiule che gli mostrava, sputò e tossì
soffocando.
Era un grembiule
rosso contornato di qualcosa di bianco e soffice con sopra il
faccione di babbo natale.
- Ovviamente c'è
anche il cappello! - E con questo si mise in testa anche quello!
Rafa morì
definitivamente e dicendo che aveva bisogno del divano per sedersi ed
evitare di vomitare, andò in salotto. In realtà stare in piedi era
un supplizio, gli sarebbero serviti dei massaggi rilassanti ed una
sauna, ma quel giorno li avrebbe saltati.
Nole corrugando la
fronte prese il dolce che aveva preparato, una crema leggera, e
gliela portò raggiungendolo, facendo ancora finta di non aver capito
che stava peggio di quel che voleva dare a vedere.
Mangiarono il dolce
seduti nel divano, sempre parlando di tutto e scherzando su ogni
cosa. Poi al termine Nole prese i piedi di Rafa, glieli liberò dalle
scarpe e dai calzini e si mise le gambe sulle proprie facendolo
stendere obbligatoriamente.
Rafa lo guardò
stordito per un po' chiedendogli che diavolo facesse, ma quando
iniziò a massaggiarglieli si rilassò all'istante chiudendo gli
occhi come se finalmente gli avessero staccato la spina.
Non ne poteva più
di stare in piedi ed in quelle scarpe. E nemmeno seduto, se era per
quello.
La posizione da
steso era l'unica fattibile.
Chiuse gli occhi e
decise di lasciar perdere le recite, mettendosi l'avambraccio sugli
occhi in modo da coprirsi un po' il viso.
Nole non gli staccò
comunque gli occhi di dosso e dopo un po' di silenzio calato fra
loro, decise che se ne poteva parlare.
- Perchè devi fare
lo stoico quando invece stai male? Lo fai sempre e poi hai delle
brutte conseguenze! Quando capirai che non serve resistere? Non ti
danno un premio! A volte forse vinci dei titoli così facendo, ma poi
le conseguenze ci sono sempre e sono peggiori! - Rafa strinse la
bocca. Lo sapeva. Sapeva bene che era così.
- Non riesco a fare
diversamente. Quando sono lì penso che basta un passo, un solo
passo. Che manca così poco per arrivare dove voglio... - Nole scosse
il capo aspettando che si decidesse a guardarlo, mentre le sue mani
continuavano a massaggiargli i piedi.
- Non si tratta solo
di questo. C'è altro! Tu... è come se tu ti senti in dovere di
tagliare quei traguardi a tutti i costi. Non è che tu vuoi arrivare
là e ti manca poco e stringi i denti passando sui tuoi malori che
peggiorano. Tu... tu senti che sei obbligato, per questo lo fai! - Ci
aveva pensato molto, Nole, e finalmente era felice di potergliene
parlare. Ora era serio come di rado lo aveva visto e Rafa tolse il
braccio dalla faccia per guardarlo. Lo fissava pacato, non sorrideva.
Non sapeva cosa
stava provando, era strano sentirsi dire una cosa simile.
- Io non ci ho
semplicemente mai pensato. Agisco così! Sono fatto così! Non so
perchè lo faccio! - Nole sentendo che si agitava pensando di doversi
difendere, alzò la mano in segno di calma e resa.
- Non ti sto
accusando, ti sto dicendo perchè lo fai. Lo so io. È così. Sei
arrivato ad un punto che ti impone un certo regime e pensi che devi.
Devi continuare. Devi andare avanti. Non puoi mollare, non puoi
cedere il passo. Credi di fallire, di fare più danni se cedi. È la
tua mentalità. Sei arrivato così in alto che hai talmente tanto da
perdere, che hai paura che con una minima mossa falsa perdi tutto. E
ci tieni troppo, hai lottato troppo, hai sacrificato troppo per
mollare. Però non è questo che ti fa sentire obbligato a
sacrificarti pur di riuscirci. - Rafa lo guardava aggrottato,
sospeso, nemmeno respirava. Non sapeva cosa dire, cosa pensare, cosa
provare.
Nole a quel punto
gli prese la mano sinistra e gli guardò il palmo piena di vesciche e
cerotti.
- E' lo stesso
motivo che ti fa avere una mano simile! Hai una vescica e non ti
fermi. Continui. Scoppia e sanguina e non ti fermi. Continui. Anche
se non riesci ad impugnare la racchetta. Continui. La tieni lo stesso
e fai i tiri comunque! Qua sta la tua essenza, Rafa. Perchè riduci
la mano così? Tu senti il dolore, non è che non lo senti od hai una
soglia più alta. - Rafa non aveva idea di cosa volesse dire, si alzò
sul gomito per guardarlo meglio, ritirando la mano dalla sua. Nole
tornò a prendergli i piedi fra le dita e guardandolo risoluto ma
morbido, continuò.
- Tu sei lassù, sei
arrivato ad un passo dal re. Sei tu che sei ad un passo dal re. Roger
ha ogni record dalla sua, e a te non manca molto per raggiungerlo, il
che fa di te uno dei migliori tennisti della storia. E pensi che
tutti ti guardano e pensano che non puoi mollare ora. È la pressione
degli altri, di tutti quelli che ti seguono, anche di chi ti odia,
del mondo intero. È quello che ti spinge a proseguire. È quello che
ti dà la forza di combattere ad ogni costo. All'inizio era fame di
vittoria, ora è diventata pressione. La gente si aspetta questo e tu
non puoi deluderli! Tu ci tieni al tuo record, a raggiungere Roger in
cima al mondo del tennis di sempre, ma arrivi a calpestare la tua
salute, ci tieni a questo livello perchè ci tengono anche milioni di
altre persone. Perchè è da anni che sei lì ed è uno il passo che
ti separa da lui. - Rafa rimase in silenzio, colpito da quel che
diceva.
Roger, colui che
l'aveva ispirato per farlo arrivare dove era, era in qualche modo la
sua rovina?
I fan, il loro
calore, che spesso lo spronavano a non mollare, erano la sua rovina?
Tutto ciò che era
stata la sua forza ora era la sua rovina?
- Se fossi me
saresti diverso. Io lotto da molti anni e a buon livello, contendo le
prime posizioni da tanto. Nel 2011 come quest'anno ce l'ho fatta,
sono primo. Non ho niente da perdere, se scendo ho fatto solo una
piccola parte nella storia del tennis, il prossimo sarà fatto da un
altro. Io ho già raggiunto il mio scopo, stare lassù. Ma non ho
ancora fatto grandi cose, non ci sono da troppo tempo per avere
troppo da perdere nel cadere. Capisci cosa intendo? Io il mio l'ho
fatto e vada come vada non mi sento obbligato a dimostrare altro o a
tenere quel che ho. Tu al livello che sei arrivato lo sei. Perchè
hai vinto così tanto che mollare ora sarebbe un peccato, perchè sei
ad un passo dalla cima del mondo di sempre. E questo ti fa calpestare
te stesso. È il tuo male! - Rafa ricadde con la testa sul divano,
steso giù guardò shockato il soffitto ripetendosi le sue parole e
quel concetto espresso così bene e così tanto.
Era vero.
Era assolutamente
come diceva, ma non se ne era mai reso conto. Non ne era stato
capace, ma Nole aveva ragione.
- E cosa dovrei
fare, ora, al livello in cui sono? Al punto in cui sono? Il punto che
è un peccato mollare perchè ho troppo da perdere? - Nole gli prese
il polso e gli mise giù le gambe facendolo alzare a sedere, se lo
mise davanti e gli carezzò il viso, lo fece con dolcezza e calma,
quello sguardo che riservava solo a lui.
- Devi pensare a chi
ami. Puoi farlo questo? Non credo che ti ami abbastanza da capire di
tenerti da conto per te stesso. Però credo che ami qualcuno al punto
da pensare che anche lui ti ama e non può vederti in certi stati. -
Rafa strofinò le labbra emozionato, mentre gli occhi diventavano
lucidi. Non riusciva a staccarli dai suoi. Si sentiva strano.
Appartenente a qualcosa, a qualcuno. Di proprietà.
E non più del mondo
stesso.
- Pensare a chi mi
ama. A chi amo. - Si ripeté per vedere che sapore aveva quella
frase. Era un buon sapore. Sorridendo timido e colpevole, appoggiò
la fronte alla sua.
- Pensi di riuscirci
ad amare te stesso per amore di chi ami? - Amava i giri di parole ed
i sciogli lingua. Rafa a quello sorrise, sia pure rimanendo
intenerito.
- Se chi amo me lo
chiede, ci devo come minimo provare. - Nole non aveva bisogno di
sentirselo dire.
- Allora te lo
chiedo. Non trascurarti più. La tua saluta viene prima di tutto o
non avrai una carriera da difendere. Non giocare con appendiciti,
ossa rotte e schiene strappate. Non farlo mai più. Fermati in tempo,
recupererai la prossima volta e se non ce la farai non importa, avrai
dato tutto quello che potevi. Non trascurarti mai più, non
calpestarti. Non superare quei livelli. - Rafa sospirò arrendendosi,
un po' triste all'idea.
- Anche se significa
rinunciare a raggiungere quel posto che dicevamo? Anche se non
potessi più fare meglio di così? Anche se scoprissi che la mia
carriera va lentamente alla fine? - Nole sapeva che era brutto
pensarlo, ma sapeva anche che erano le sue paure, ma non il suo caso.
Gli mise anche
l'altra mano sulla guancia e fece in modo da rafforzare il concetto.
Appoggiò la fronte alla sua.
- Rafa ascoltami
bene. Tu non sei lì solo perchè sei combattivo e vai avanti ad ogni
costo. Non basta la volontà e la forza fisica per essere dove sei.
Sei stato in testa per 3 anni alternati a quelli di Roger durante i
quali eri secondo. Hai ottenuto tanti di quei titoli, sei chiamato il
re della terra rossa, sei il più giovane tennista ad essere finito
nella top 100, hai vinto 9 Roland! Non arrivi a questo punto solo
perchè vai oltre gli impedimenti fisici, perchè usi la forza bruta
e la tua volontà. Non bastano queste cose per arrivare al livello a
cui sei tu. Ficcatelo in testa che non è così! Non hai solo queste
carte! Ok? E comunque sappi che se smetti di privarti della tua
salute, le forze per vincere non ti mancheranno più! Per cui se ti
curi avrai solo da guadagnarci, anche se a te non sembra! - Rafa a
questo si sentì davvero meglio, Nole ci credeva e se ci credeva lui,
poteva stare tranquillo.
Non sapeva come
aveva fatto, ma era bastato parlarne con lui e ascoltarlo.
Lo amava al punto da
renderlo la parte più preziosa della sua vita.
- Prometto che mi
terrò da conto e che non andrò oltre i miei limiti fisici, costi
quel che costi. - Nole sorrise rasserenandosi, la luce entrò dai
suoi occhi carichi di un sentimento meraviglioso.
- Me lo prometti? -
Chiese per sottolineare che lo prometteva a lui.
- Te lo prometto. -
Concordò infine. A quel punto Nole lo baciò felice, delicatamente,
e Rafa continuò a sentirsi sempre meglio.
Aveva un dono,
quello di riportarlo in cielo.
Non poteva più
farne a meno.
Dopo il bacio, Nole
si separò e lasciandolo un attimo andò a prendere un pacchetto.
Rafa capì che era il suo regalo, così anche lui fece altrettanto.
- Ed ora regali! -
Disse contento come un bambino. - Per prima cosa questo! - Nole gli
consegnò un sacchetto che Rafa aprì e guardando dentro tirò
scettico fuori le manette di pelo rosa.
- So che il rosa ti
piace! - Era vero. Ma non le manette di pelo.
- Tu... tu sei...
tu... - Rafa si mise a balbettare senza parole mentre le guardava
incredulo. E dire che lui gli aveva fatto un regalo serio pensando
che lui ci tenesse!
Adesso avrebbe fatto
una figuraccia.
- Che c'è, non ti
piacciono? Sicuramente ti piacerà usarle! Un po' io un po' tu...
vedrai che apprezzerai, te lo giuro! - Nole era contento come un
bambino e malizioso come una prostituta, Rafa non sapeva nemmeno come
definirlo e rimase un po' sotto shock. Alla fine ebbe pietà di lui e
gli diede anche il pacchettino.
Rafa ringraziò il
cielo che gli avesse dato del sale in zucca e speranzoso aprì anche
quello. Almeno avrebbe reso il suo regalo meno serio.
Quando guardò cosa
c'era, impallidì violentemente.
“Beh, questo
decisamente rende il mio regalo meno serio. Ma magari non serviva
fino a questo punto!”
Rafa prese le due
fedine e ci rimase a dir poco secco, incapace anche di metterle e di
coprirsi la faccia per lo shock che proseguiva ma per un altro
motivo.
- Tu... tu sei...
tu... - Ripeté infatti senza saper cosa dire, senza nemmeno
riuscirci.
Nole sorrideva tutto
orgoglioso.
Erano due fedine
semplici in oro bianco, ma dentro c'era incisa la lettera del nome.
Una N ed una R.
Nole, così, senza
parlare subito prese l'anello con la N e prese la sua mano.
- Non abbiamo anelli
di fidanzamento ed io mi ritengo tuo fidanzato, mi ritengo seriamente
impegnato con te. Insomma, siamo una vera coppia da qualche mese e
non ci siamo fatti un regalo serio che attesta che stiamo davvero
insieme. Volevo qualcosa da coppia. So che forse sono esagerato e
corro, ma con te è meglio correre che aspettare il miracolo. Non
credo tu ci arriveresti mai, non è nel tuo DNA. Ma io ci tenevo
troppo. Ti amo, mi impegno ad amarti per sempre e a cercare di farla
funzionare il più possibile, ma voglio che questo anello testimoni
che qualcosa di importante e serio è iniziato. Non che duri per
sempre o cose così. Il futuro è impegnativo e non lo conosciamo. Ma
voglio una prova che questa cosa fra noi è vera ed è iniziata
adesso. Ok? - Nole ci aveva pensato incessantemente da quando si
erano messi insieme mesi indietro e chiaramente adesso era sull'orlo
delle lacrime per tanto che era emozionato.
Rafa, capendo quanto
ci teneva, scorgendo le lacrime, sorrise e tornò al mondo
porgendogli la mano.
Nole realizzò e
lasciò che una lacrima scendesse traditrice mentre gli infilava la
fedina.
- Non possiamo
metterla all'anulare sinistro. Però facciamo l'anulare destro. -
Decise. Poi aggiunse subito, vedendo che Rafa non prendeva il suo. -
Non dobbiamo metterlo sempre se non vogliamo, ma dobbiamo averlo
sempre con noi. A parte che nelle partite. Valuta. Se vuoi lo teniamo
entrambi, altrimenti lo puoi mettere sotto i vestiti o nel
portafogli, però non separartene mai. Non lasciarlo mai a casa. -
Rafa sorrise dolcemente e gli prese il suo anello infilandoglielo
nell'anulare destro. Poi intrecciò le due mani, gli anelli
tintinnarono. Si sentiva diabetico e schifosamente romantico e dopo
di quello urgeva un rimedio contro lo zucchero, ma gli stava
piacendo. Era incredibilmente bello farlo una volta.
I due si guardarono
le mani, Nole ora non piangeva più. Era felice e basta e
fortunatamente trovò un briciolo di sé stesso vedendo Rafa che con
la sinistra incerottata e gonfia prendeva il suo regalo.
- Che poi anche a
volere la sinistra, sarebbe impossibile visti tutti i cerotti che hai
sempre! - Rafa rise gettando la testa all'indietro, poi gli tirò il
pacchettino poco romanticamente.
- Tié, scemo!
Questo è il mio regalo! Molto meno epico del tuo! Ho fatto tardi per
questo, in aeroporto mi sono reso conto che non avevo niente per te!
- Decise di dirglielo per riequilibrare il romanticismo e funzionò
perchè Nole rise e scosse la testa e l'atmosfera tornò a posto.
Quando aprì e vide
il braccialetto, però, rimase di nuovo senza parole e si emozionò.
Era qualcosa di impensabile per uno come Rafa regalare una cosa così
carina. Per i suoi canoni era serio.
- E' bellissimo! -
Esclamò prendendolo e guardandolo bene. Rafa sorrise orgoglioso.
- Non mi decidevo su
nulla... non volevo fosse troppo... anche se poi ci hai pensato tu! -
Nole rise ancora e lo abbracciò baciandolo.
- E' perfetto e mi
piace un sacco! Ed è il più bel Natale anticipato e giorno passato
con te della mia vita! - Nole sapeva dire cose romantiche senza
sembrare ridicolo, Rafa non ce la fece, però ricambiò l'abbraccio e
nascondendo il viso contro il suo collo, disse piano piano:
- Sono felice anche
io. - Molto più di quanto Nole si sarebbe aspettato, che aveva
scelto la cosa super romantica sicuro che Rafa non ci avrebbe pensato
e che forse non gli avrebbe nemmeno fatto il regalo.
Beh, era bello per
una volta non avere ragione!
Poi Rafa realizzò...
- Natale anticipato?
- Nole fece la lingua senza farsi vedere.
- Eh sì, io sono
ortodosso, noi festeggiamo il Natale un po' più avanti... - Rafa a
questo si staccò di scatto e lo fissò torvo, come se lo accusasse
di omicidio.
- Come hai potuto?
Mi hai fatto credere che ci vedevamo per Natale, che tu ci credevi e
ci tenevi! Per questo ho accettato e ti ho fatto il regalo, non per
altro! Io sono ateo! - Nole arricciò il naso e rise gongolante ed
orgoglioso, con la sua solita faccia tosta.
- Lo sapevo, per
questo ho dovuto farti credere di essere cattolico. Altrimenti non ti
avrei visto oggi! Volevo farti un regalo d'anniversario a tutti i
costi, ma se ti dicevo così non ti saresti presentato! - Rafa con
questo si mise a picchiarlo, fortunatamente fiacco com'era non gli
fece poi così male, ma gli insulti in spagnolo furono alquanto utili
per capire il suo stato d'animo!
- Sei un
manipolatore! Odio quando mi rigirano così! Che palle! Me la
pagherai! - Nole così si accese e tutto felice prese le manette
facendole roteare sul dito indice:
- Davvero? - Chiese
malizioso. Rafa, a quel punto, stanco o no, prese le manette e la
sciarpa tutto agguerrito ed offeso. Le manette per i polsi e la
sciarpa per la bocca.
Fu così che Nole
ebbe la sua notte super speciale e che Rafa si riprese magicamente
dalla stanchezza con cui era arrivato.
Ad ognuno i propri
vantaggi!