CAPITOLO XIX:
SALTI MORTALI



Il 2011 ed il 2012 fu caratterizzato da Nole finalmente primo.
Roger aveva avuto dei problemi nel 2011... di età! Dicono che a 30 anni il corpo cambia e se sei un atleta devi riscoprirti perchè certe cose non riesci a farle più. Credo che a lui successe questo, non ci avevo creduto fino a quel momento.
Non che Roger fosse rimasto totalmente fuori dai tornei, in realtà partecipò quasi a tutti ma non vinse nemmeno uno Slam per la prima volta da quando era arrivato nelle prime posizioni. Saltò qualcosa e poi beh, secondo me si concentrò molto sull'aiutare Stan nella sua crisi matrimoniale con la moglie. E già questo era indicativo. Stan in crisi matrimoniale, si separa dalla moglie e Roger è sempre lì con lui ad aiutarlo, sostenerlo e consigliarlo.
Comunque.
Io e Nole quell'anno ci scontrammo tantissimo, ma non splendevo come prima e lui era comunque migliorato. Insomma, riuscì a battermi molto spesso e sostanzialmente si vinse 3 Slam su 4, quell'unico lo vinsi io, era il mio Roland.
Mi superò e la cosa mi rimase sulle palle, ma tanto.
Ed onestamente credo che anche lui se ne fosse accorto. Roger mi diceva di assicurarmi che lui sapesse che era il fatto di essere battuto e superato, che non mi piaceva, ma che non c'entrava lui a livello personale.
Io gli rispondevo che era una sciocchezza così ovvia che non serviva specificarla.
Ovviamente mi sbagliavo.
Roger è il dio della saggezza, dovevo dargli retta, ma lo scoprii molto tempo dopo.
Il 2012 fu caratterizzato dai miei problemi fisici, purtroppo andai male per degli infortuni trascurati, come mio solito, e Roger arrivò a mettergli i bastoni fra le ruote. Decisamente.
Visto che tornò primo!
A 31 anni Roger Federer dopo essere stato declassato per la seconda volta dal sottoscritto, una volta nel 2008 ed una nel 2010, tornava primo nel 2012 conquistandosi il suo settimo Wimbledon.
Lunga vita al Re!
Io quell'anno finii quarto, ero molto in basso per i miei canoni, da quando ero arrivato al mio buon livello, ed iniziavo il 2013 depresso e demoralizzato nonché furioso come una biscia.
Per me il tennis divenne guerra allo stato puro e sebbene non odiassi nessuno, in campo fissavo tutti come se fossero dei nemici mortali.
Avevo dunque passato i 2 anni precedenti ad affondare lentamente e a soffrire per questo, trascurando la vita sentimentale. Mi attaccai a Roger perchè era un grande amico e mi dava sollievo coi suoi consigli ed il suo ottimismo, ci vedevamo molto, mangiavamo insieme, gli feci conoscere la mia famiglia per un favore che fece a me e alla mia ragazza una volta trasportandomi col suo jet dopo che il nostro volo aveva subito un ritardo.
Insomma, tanto fra noi due le cose andavano bene, tanto fra me e Nole c'era il gelo e quando ci vedevamo io ero concentrato per il tennis e frustrato perchè non ce la facevo a contrastarlo.
Credo che questo giocò contro di noi ed anche il fatto che poi nel 2010 ci eravamo lasciati un po' nell'incertezza.
Nole pensava che io non fossi gay e che non volessi fare nulla con lui, io pensavo che lui volesse solo passatempi sessuali e basta, di conseguenza anche se aspettavo un suo passo in avanti, un suo cambiamento che mi dicesse che ora voleva una storia con me, io sapevo che non sarebbe successo, ne ero sicuro.
La vivevo da spettatore limitando tutto quello che potevo nei suoi confronti.
Ci siamo incontrati moltissime volte, nel 2011 con le sue vittorie, nel 2012 con le mie vendette e parlavamo insieme, avevamo contatti nella norma, tutto considerato. Però non c'era quella cosa che c'era stata altre volte, nel 2010, ad esempio.
Io un po' provavo ad aprirmi a lui, ma ero restio perchè non mi sembrava più interessato come prima, era come bloccato e forse alla fine la nostra rivalità a tennis aveva preso il sopravvento.
Parlavamo amichevolmente durante le premiazioni, in generale non posso dire che ci fosse stato qualcosa che non era andato, nessun litigio o nulla, ma c'era come un muro, una barriera.
A volte sembravamo sul punto di saltarci di nuovo addosso, io ero lì lì per prendere l’iniziativa, ma poi mi fermavo perchè lui non faceva un passo in più. Forse aspettava la stessa cosa da me.
Col senno di poi posso dire che continuavamo a fraintenderci ed interpretarci male, malissimo.
Lui pensava io lo odiassi e che lo sopportassi facendo buon viso a cattivo gioco, perchè si era sempre guardati e ripresi e non volevo sollevare polemiche, io pensavo che a lui non interessassi più, semplicemente. E che anzi non gli ero mai interessato.
Non mi chiese nemmeno più di giocare il doppio con lui, non lo feci nemmeno io.
So di avere un brutto carattere, Roger me lo ripeteva spesso che non era facile sintonizzarsi con me. Lui ci era riuscito perchè io mi ero reso subito disponibile nei suoi confronti, ero arrivato come suo fan, lo adoravo e speravo di potergli diventare amico, mi ero posto molto diversamente. Ma con Nole, che non conoscevo, mi ero rivelato diffidente e chiuso perchè era il mio carattere. Poi correggere il tiro era stato difficile, una volta che do un'impressione non è facile cambiarla e dopo le prime volte Nole era già convinto lo detestassi per qualche motivo. In realtà la mia era solo timidezza.
Lui probabilmente vedeva come mi ponevo rilassato con Roger e come invece ero teso ed un po' forzato, se non addirittura polemico, con lui, non riuscivo a capirlo bene.
Nel 2013, però, non so cosa cambiò, non so cosa successe a Nole, ma qualcosa in lui scattò di nuovo, come nel 2010.
Forse capì qualcosa di me, del mio atteggiamento, che non gli era mai tornato.
Non lo so, magari ero riuscito a pormi in modo aperto, come cercavo di fare sempre.
Però comunque dopo un paio di incontri nella prima metà della stagione, molti dei quali vinti da me anche se non tutti, e proprio nel bel mezzo della mia scalata alla classifica da cui partivo in basso, Nole fece una cosa che per me in quel momento si rivelò a dir poco incredibile.
Mi chiamò.
Era luglio 2013, vacanze estive, un paio di settimane di pausa dopo Wimbledon, prima della stagione americana.
Ero nella mia barca nel mio mare sotto il mio sole a fare la mia vacanza marittima tipica.
Steso al sole, a crogiolarmi, sentii suonare il telefono, l’avevo con me perchè avevo appena chiamato qualcuno.
Non riuscendo a vedere il chiamante perchè ero al sole ed il riflesso me lo impediva, riposi.
La sua voce mi raggiunse come un pugno allo stomaco ed il secondo dopo avevo un'erezione!
Fortunatamente ero solo in quel momento, gli amici erano a nuotare o a fare altro, così risposi liberamente a disagio.
- Ehi Nole! -
- Ti disturbo? - Chiese con un tono del tutto normale, ma a me la sua voce faceva impazzire.
- No no figurati. Sono in barca sto prendendo il sole... -
- Allora disturbo la tua abbronzatura! - Fece iniziando a scherzare.
- Impossibile disturbarla, io sono nato con l'abbronzatura! -
La sua risata risuonò nel mio orecchio.
- Che costume indossi? - Io aggrottai la fronte.
- Che ti interessa? - Le mie solite ripostacce.
- E' quello rosa? - Io arrossii.
- E' azzurro. Che ne sai che ho un costume rosa? -
- Lo adoro, vedo sempre le foto che ci sono di te su internet! Ti sta d'incanto il rosa! Comunque l'uso del costume largo a pantaloncino è molto saggio! - Qua avevo capito a cosa alludeva e mi stava imbarazzando non poco.
- Mi hai chiamato per conversare dei miei costumi? - chiesi brusco, non volevo essere così astioso, ma quando ero imbarazzato facevo così e lui mi imbarazzava sempre.
- No, in realtà volevo farti una proposta e sebbene volevo fartela indecente, è molto decente! - Le sue premesse erano sempre un programma!
- Ok... di cosa si tratta? Vuoi un altro doppio con me? Ti servono 3 anni per riprenderti dal precedente? - Cercavo di mostrarmi disposto, o forse semplicemente simpatico. O distrarmi dall'erezione che mi stava venendo ascoltando la sua voce al telefono.
- In effetti ci hai preso. Non sui 3 anni di ripresa, ma sul doppio! - Silenzio. Non pensavo fosse davvero quello, infatti il cuore smise di battere. Quella volta volevo gestirla bene in modo da vincere il torneo e farlo felice.
- Davvero? - Chiesi sorpreso.
- Sì, ma in amichevole. Direi di lasciar perdere la competizione seria. Voglio divertirmi sul serio perchè amo l'idea di giocare con te ed odio quella di doverla rovinare perchè è una cosa seria e si deve vincere altrimenti mi girano... - E lui parlava e parlava ed io cercavo disperatamente di non infilarmi la mano sotto al costume.
- Bene, mi sembra un ottimo compromesso... - Ero disponibilissimo, per niente polemico com'ero abituato, infatti ci rimase stranito.
- Sul serio accetti? Non hai domande o contrarietà? -
Io risi di lui.
- Non so come ti sia saltato in mente, ma io mi trovo bene con te, mi diverto un mondo! Sono felice di giocare con te, pensavo non me lo chiedessi più! - Poi mi morsi la lingua. Gli ormoni in circolo mi avevano fatto straparlare e lui forse non credeva a quel che sentiva.
- Wow io... io non me lo aspettavo... se lo sapevo ti avrei chiamato molto prima! -
- Tre anni sono tanti per aspettare una chiamata... - Dissi piano, sorprendendo me stesso. Fissai il sole, mi stava dando alla testa. Mi girai a pancia in giù schiacciando le mie parti basse.
- Lo so. Potevi farlo tu. - silenzio. Un po' di tensione.
Così? Dovevamo chiarirci così?
Mi chiesi se dovessi affrontare l'argomento per telefono e poi decisi di farlo di persona.
- Cosa... cosa pensavi di fare come amichevole? -
Lui si ricosse e tornò al motivo della chiamata.
- Volevo organizzare una partita di doppio di beneficenza, non ho ancora pensato a nulla. Che te ne pare? - io gli feci una domanda sola.
- A chi altri avevi pensato di chiedere per partecipare? - Lui qua si fece trovare impreparato.
- Altri? No io ho pensato solo a te! -
- Ma se vuoi fare un doppio... -
- Sì beh certo... inizialmente volevo fare un'amichevole con te, poi ho pensato 'ma il doppio era stato divertente quella volta per Haiti', così ho cambiato la proposta cammin facendo. -
- Quindi mi stai dicendo che volevi semplicemente fare qualcosa con me e visto che c'eri hai unito l'utile al dilettevole... -
- E visto che è dilettevole, dilettiamoci come si deve, no? Il doppio non può mancare! - Io mi misi a ridere per la sua faccia tosta e la sua spontaneità, così accettai senza mettere alcun dito in nessuna piaga.
Era perfetto così. Vero e spontaneo, così come l'aveva pensata. Era bello, era sorprendentemente bello. Qualcosa per me, per il gusto di divertirsi principalmente con me.
Ero al settimo cielo, non ero mai stato più felice.
- Ovviamente ci sto! Organizza tutto tu, io sono un disastro in queste cose. Però fammi sapere quando e come e ci sarò! - Più chiaro di così si moriva, ero felice ed entusiasta, avevo accettato subito. Fui molto contento di me e di come mi ero comportato, se non capiva ora che ero felice di fare questa cosa con lui, significava che era lui ad essere ottuso. Ed un po' in effetti lo era.
Comunque ci salutammo ed io rimasi su una nuvoletta per tutto il resto delle vacanze.

Dovemmo rimandare alla fine della stagione perchè durante non era stato possibile trovare un buco per infilarci una partita di beneficenza in cui coinvolgere qualcun altro e ad un certo punto si presentò come dal cielo una proposta fatta inizialmente solo a Nole in effetti.
In Argentina, dal 20 al 24 Novembre, si sarebbe tenuto l'addio al tennis di David Nalbandian. Lui e Pico, il mio amico Juan Monaco, stavano organizzando una serie di partite per il suo ritiro e fu lui a chiamare me chiedendomi se mi andava di partecipare.
A questo punto successe che Nole mi chiamò dicendomi che l'organizzazione di tale evento voleva coinvolgere anche me per una partita finale il 24 fra me e lui, diciamo per chiudere in bellezza quei giorni d'esibizione.
Fu così che entrambi la vedemmo come un'occasione per fare quello che avevamo cercato di fare senza successo.
Era come se il destino si fosse intromesso, una concomitanza di situazioni che avevano portato non solo ad una partita di singolo fra me e lui, ma anche ad una di doppio durante uno di quei 4 giorni e, come se non bastasse, il 20, visto che l'uno ed il due del mondo erano lì per quella serie di partite, volevano approfittare di noi per promuovere una visita sui ghiacciai di Perito Moreno e in un altro di quei giorni qualcosa che aveva a che fare con la loro squadra di calcio.
Insomma, sarebbero stati dei giorni da passare praticamente insieme.
Ed eravamo alla fine della stagione, quando io ero sorprendentemente riuscito a passare primo dopo averla cominciata da quarto. Una rimonta che aveva avuto dell'incredibile, con 3 slam vinti ed una serie di altri 1000.
Insomma, stavo bene, ero felice, realizzato, rilassato e con la mente sgombra.
E potevo, volevo, concentrarmi su Nole e sul fargli capire che io ancora ero disposto a provarci con lui se lui si fosse deciso a fare sul serio, se mi voleva ancora.

- Quindi in pratica ci facciamo una vacanza insieme! - Esordì Nole pochi giorni prima di partire, la stagione di tennis era appena finita ed avevamo ricevuto gli ultimi dettagli della nostra trasferta in Argentina.
In quel periodo Nole aveva preso a chiamarmi molto spesso, ogni volta che aveva dettagli in più, come se a me invece non me li comunicassero.
- In pratica sì... - Dissi io calmo, tenendo il telefono con la spalla mentre mi costringevo ad accumulare le cose che avrei dovuto portare via.
- Perchè abbiamo la cosa ai ghiacciai, il doppio, il singolo e poi nel mezzo c'è anche quella cosa speciale nella partita di calcio... -
In quel periodo si teneva il campionato argentino e sapendo che eravamo entrambi lì avevano approfittato per invitarci a partecipare ad una partita di calcio. Cioè non alla partita in sé, si sarebbe poi trattato di intervenire nella pausa fra il primo ed il secondo tempo e fare un paio di tiri in porta per intrattenere il pubblico e mostrare che eravamo presenti.
Quindi un ulteriore impegno da assolvere io e lui insieme.
In effetti vista in questo senso, con tutte le cose che dovevamo fare insieme, era una vacanza di coppia bella e buona. Il telefono mi cadde e così crollò la montagna che avevo composto sul letto coi miei vestiti. Recuperai il telefono e ripresi la conversazione cercando di domare il mio imbarazzo.
- Ehm, sì... è come una vacanza insieme, sì... -
- Ti è caduto il telefono? - Chiese.
- Sì, sto preparando le cose da portare via... - Come se questo fosse connesso.
- Ti sono cadute anche quelle? - Io mi zittii. - Ci ho preso? -
- Come mai mi conosci bene? - Chiesi spontaneo. Lui si mise a ridere.
- Vuoi che venga ad aiutarti a fare la valigia? -
Io feci una smorfia come se l'avessi davanti.
- Ce la posso fare, non è il primo viaggio che faccio! - Dissi piccato mentre lui ancora rideva.
- Senti, io vado là il 19 così il giorno dopo sono riposato, sai il fuso orario e tutto... -
- Ok, allora vengo anche io il 19... - Era già stato stabilito che avremmo pernottato nello stesso albergo e che avremmo avuto un autista per gli spostamenti comuni, mentre uno a testa per le volte che avremmo dovuto fare cose differenti. Che poi non c'erano. Io avevo una partita di singolo in più ma tutto qua.
In realtà non vedevo l'ora di vederlo e iniziare questa vacanza. Le aspettative erano a dir poco alte e non stavo più nella pelle.

Arrivò il 19 novembre ed arrivammo in albergo. Lui era già arrivato e mi aveva scritto uno strano sms che non avevo saputo interpretare.
'Quando vieni c'è una sorpresa'.
Io non potevo certo immaginare di cosa si trattava, ma appena lo scoprii rimasi a dir poco di sasso.
Era sorridente la faccia del receptionist quando mi comunicò che qualcuno ci aveva assegnato la stessa camera a me e a Nole.
Avevamo lasciato le cose in mano all'organizzazione del torneo d'addio al nostro amico la quale si era coordinata con le varie richieste che ci riguardavano come la presenza alla partita di calcio e il giro promozionale nei ghiacciai, per cui una volta avvertito che io e Nole saremmo arrivati un giorno prima per riposare, non avevamo ritenuto opportuno specificare il particolare delle camere.
Grave errore, chiaramente.
Non si sapeva bene come, ma qualcuno aveva capito che io e lui avremmo condiviso anche la camera oltre che praticamente tutti gli impegni in quei 5 giorni!
Mi lamentai un po' provando a pretendere un'altra camera, ma saputo della nostra presenza in città in quei giorni, il turismo era impazzito e non c'era stato verso di averne una.
Tutto pieno.
Per un momento mi chiesi se dietro a tutto questo non ci fosse Nole, ma l'incertezza delle sue vere intenzioni era ancora viva in me, per cui decisi di non dubitare e semplicemente rassegnato lo raggiunsi.
Nessuno dei due si muoveva con la propria squadra, eravamo solo io e lui e basta. Noi responsabili di noi stessi.
Raggiunta la camera e aperto con la mia chiave, mi resi conto di cosa sarebbero stati quei 5 giorni.
Un delirio.
Nole, infatti, era in mutande steso nel letto matrimoniale, tutto di sbieco, che dormiva perchè era arrivato qualche ora prima di me.
- Matrimoniale... - Mi dissi fra me e me sconvolto mentre non sapevo se fare i salti di gioia od uccidermi. Tutto dipendeva da Nole, da quello che voleva, da cosa sarebbe successo.
Insomma, come buttarsi nel vuoto!