CAPITOLO XX:
TENTATIVI DI APERTURA
Nole aprì gli occhi una volta che misi giù con delicatezza -sbattendo- il mio borsone da viaggio.
- Seriamente? - Dissi
seccato. - Una matrimoniale? E poi che altro, ci organizzano il
matrimonio? Ma cosa avevano in testa quando ci hanno prenotato la
camera? Già che pensano che siccome facciamo tutto insieme, dobbiamo
anche dormire nella stessa stanza ha dell'incredibile! In base a cosa
lo deducono? - Iniziai a lamentarmi come un treno in corsa, senza
degnarlo di uno sguardo od avere riguardo per il suo sonno interrotto.
Ormai ero nel panico nel realizzare che avremmo dormito anche nello
stesso letto.
- E' un piacere rivederti,
raggio di sole! - Esclamò con voce roca ed impastata di sonno,
facendomi così cadere il telefono per la trecentesima volta sempre per
colpa sua.
Spalancai gli occhi per la voce che aveva usato. Erotica era il termine giusto.
- E tu dormi così? No, per
sapere... - Lui si girò a pancia in su e allargò braccia e gambe, poi
si carezzò la pancia scendendo giù sull'inguine coperto dagli slip.
- Dovresti ricordare come
dormo... - Disse malizioso. Era anche malizioso, ora. Combinazione
terribile. Trattenni il fiato e scossi la testa fingendo che non me ne
importasse.
- Fa quel che ti pare! - Dissi infilandomi in bagno per rinfrescarmi. Non era facile ed era appena cominciata.
Quando uscii pensavo di
sentirmi meglio, ma lui si era rimesso a dormire come se fosse del
tutto normale quella situazione. Io non ero d'accordo con la sua
serenità, mi turbava molto, ed iniziai a parlare come se fosse sveglio
e se fosse costretto a subire le mie paturnie. Un po' lo era, in
effetti.
- Ma ti sembra normale che ci mettano in camera insieme ed in una matrimoniale? -
Nole non aprì gli occhi e non si mosse, ma rispose placido ed assonnato.
- No, ma hanno detto che ci sono solo matrimoniali qua. È un albergo così. - Scossi il capo.
- Potevano darci comunque
due camere distinte! - Lui non rispose, così seccato dal fatto che
continuasse a dormire, tirai fuori le mie cose e le lanciai sul letto
in una montagna che lo ricoprì quasi del tutto.
- Rafa, sono venuto presto per riposare, fammelo fare, ti prego... - Si lamentò da sotto la montagna di vestiti.
Io sbuffai contrariato.
Reagivo così perchè ero imbarazzato e teso, ma in compenso lui era rilassatissimo. Anche troppo.
- Rafa... - Tornò a chiamare senza muoversi e togliersi da solo i vestiti da sopra.
Io sospirai e decisi che
aveva ragione, che dovevo calmarmi in qualche modo ed accettare quella
che teoricamente era una situazione che andava in mio favore.
Così presi tutti i miei vestiti e li tolsi dal letto buttandoli a terra.
A quel punto mi stesi
accanto a lui chiudendo la luce. Da fuori filtrava il sole attraverso
le persiane socchiuse, quindi ci vedevamo comunque bene.
Pochi istanti di silenzio mentre mi stendevo, e poi...
- Che fai? - Chiese pigro.
- Cerco di fare quello che fai tu... - anche se con scarso successo.
- Vestito? - Io mi girai a guardarlo polemico.
- Il fatto che tu lo faccia nudo non significa che anche io debba farlo nudo! - Nole si girò sul fianco verso di me.
- Fa caldo... -
- C'è l'aria
condizionata... - Mi girai sul fianco verso di lui e mano a mano che ci
parlavamo, la sua calma e sonnolenza si trasmetteva anche a me. In
effetti il fuso orario non era facile da superare ed alla fine il sonno
mi raggiunse.
- Fa caldo comunque, non
la tengono troppo alta altrimenti quando si esce si muore. - Ovviamente
in Argentina a Novembre c'era un gran caldo.
Io sospirai provando a dormire, ma la sua voce calda e carezzevole non me lo permise ancora.
- Rafa. Sei scaldinoso, ti
spogli sempre. Perchè adesso non lo fai? - Aprii ancora gli occhi, era
come parlare in un sogno, era impastato e pieno di sonno, si sforzava
di dire delle cose ma era più di là che di qua. Io sorrisi divertito.
Tanto era come se già dormisse e comunque aveva ragione.
Così mi alzai e mi tolsi
la maglietta, rimanendo comunque con i pantaloni in tessuto lunghi fin
sotto al ginocchio. Tornai a stendermi ma aveva ragione, i vestiti mi
avevano sempre dato fastidio, quindi seccato e sbuffante mi alzai di
nuovo e mi tolsi anche quelli rimanendo coi boxer. Lui mi guardò con un
sorrisino soddisfatto un po' spento.
- Meglio ora? - Chiese mentre mi stendevo di nuovo, sempre verso di lui.
Il cuore cominciò a
calmarsi dopo una cavalcata non da poco, il sonno si riaffacciò e la
felicità dell'essere qua steso davanti a lui fece il resto.
- Molto. - Nole sorrise e
mi scostò con un dito una ciocca di capelli dal viso, io mi leccai le
labbra. Dopo di che appoggiò la mano in mezzo a noi e chiuse gli occhi.
Rimasi un po' a guardarlo e solo quando ebbi la sicurezza che dormiva,
gli baciai la mano che aveva praticamente davanti al mio viso.
Dopo mi addormentai anche io.
Dormimmo per il resto
della giornata, considerando che era pomeriggio. Era passata l'ora di
cena da molto, quando mi svegliai perchè avevo dormito le mie solite
ore di sonno, cioè 5.
Aprii gli occhi ed era
buio, da fuori non filtrava più il sole per cui capii che doveva essere
sera. I miei occhi si abituarono presto al buio e poco dopo mi resi
conto che c'era la sua mano sul mio petto e le sue labbra appoggiate
alla mia spalla nuda.
Questo mi diede una
scarica di adrenalina e mi svegliai subito. Sorrisi felice e misi una
mano sulla sua, poi girai la testa per posare le labbra sulla sua
testa. Lo baciai senza pensarci, poi mi scostai e lo chiamai.
Lui non diede segni di vita, per cui chiamai più forte. Niente.
Iniziai a muovergli la mano.
Nulla.
Gliela schiaffeggiai.
Un mugolio, ma fondamentalmente nulla.
A questo punto lo schiaffo glielo diedi sulla guancia e non con leggerezza.
- ANDIAMO, SEI MORTO? -
Con questo si svegliò di soprassalto e mi salì sopra premendo
l'avambraccio contro il mio collo. Una reazione violenta assolutamente
non da lui che mi spaventò ed ovviamente mi fece reagire nel peggiore
dei modi.
Ovvero lo presi e lo
rivoltai di scatto. Gli salii sopra invertendo le posizioni, a
cavalcioni, e lo guardai col broncio, arrabbiato.
Ci guardammo sospendendo i
respiri e solo dopo qualche secondo ci rendemmo conto che eravamo con
ben poca roba a separare le nostre parti intime e ancora un po' e
sarebbe stato impossibile staccarsi.
Realizzandolo mi tirai su e scesi giù di lato.
- Scusa, ho reagito alla tua reazione... -
- Eh ho capito io... anche
io ho reagito allo schiaffo! Facciamo che non mi schiaffeggi per
svegliarmi ed io non ti aggredisco? - Chiese strofinandosi il viso
stralunato e con voce roca e altamente sexy.
Ok, non era bene farlo parlare appena sveglio. Avevo i miei fastidi ad aver a che fare con lui.
- Ok... ma tu svegliati se ti chiamo! - Nole così si tolse le mani dal viso e mi guardò polemico.
- Scusa se ho un sonno
pesante e non scatto ad un tuo richiamo! - Così io me ne risentii
infatti mi girai a guardarlo seccato, alzandomi a sedere gesticolando.
- E allora come ti
sveglio? Tu hai un sonno pesante, ti ho chiamato, ti ho toccato, ti ho
scosso ma tu non ti svegliavi, solo con lo schiaffo ti sei svegliato! -
Nole sbuffò e provai l'impulso di ucciderlo. La nostra vacanza insieme
non iniziava nel migliore dei modi.
- Beh, magari mi lasci
dormire! Io avevo in mente di fare tutta una tirata fino a domani
mattina! Avevo già messo le sveglie... - Io aggrottai la fronte.
- LE? Quante ne hai? -
- 3. Una sul comodino, una per terra ed una sulla finestra, così mi devo alzare per chiuderla. -
Io ero molto scettico e divertito, non avevo mai sentito una cosa simile.
- E funziona? -
Lui annuì.
- Alla prima la chiudo
mentre dormo, la seconda anche, ma mi metto coi piedi al posto della
testa. Alla terza mi alzo proprio, il sonno è già stato disturbato 2
volte e non è più profondissimo. - Spiegò, io ora ridevo senza poterci
credere, ma in effetti aveva dato prova che funzionava davvero male il
suo sonno ed in un secondo momento mi resi conto che sarebbe andato in
mio favore.
Se volevo potevo approfittare di lui!
Con un sorrisino scossi il capo e mi alzai.
- Beh, io ho fame ed ho già dormito le solite ore che faccio la notte, per cui devo trovare qualcosa da fare! -
Nole sospirò e si girò dall'altra parte dandomi la schiena.
- Io no ed anche se le
avessi dormite le ridormo volentieri! E non ho fame. Buona passeggiata!
- mi liquidò davvero ed anche se rimasi a guardarlo convinto che
scherzasse, lui dopo poco si mise a ronfare.
- Ma dormi davvero? - Chiesi aprendo la luce.
Lui si coprì la testa col cuscino.
- Mi piacerebbe! - Miagolò.
- E mi pianti in asso così? - Poco dopo riemerse dal cuscino con occhi piccoli ed aria stropicciata.
- Prima eri tutto
incazzato sul dover condividere la camera con me ed ora vuoi fare tutto
insieme? - Arrossii e mi strinsi nelle spalle.
- Ormai tanto vale... - Lui alzò le sopracciglia scettico.
- Tanto vale? Devi fare di
meglio per convincermi a seguirti in piena notte solo perchè soffri di
insonnia e sei iperattivo! - Poi si mise giù di nuovo dall'altra parte,
con la testa sotto al cuscino.
Era una situazione comica,
di solito scappavo perchè ero impacciato o cose simili, mentre lui per
divertirsi mi rincorreva, ora ero io che dovevo rincorrerlo e pregarlo.
Ma di passare una notte da solo come un idiota non mi andava, volevo fare qualcosa.
Così mi sedetti di nuovo
sul letto, appoggiai il gomito vicino alla sua schiena e cominciai a
disegnarci sopra col dito. Fra le scapole, sulla spina dorsale, scesi
sul fianco, risalii sulla spalla e sul braccio.
E con vocina melensa che non ero solito usare mai, cominciai.
- Nole... io ho fame... -
Sentivo che tratteneva il fiato. Appoggiai le labbra sulla sua spalla.
- Se non mi accompagni a mangiare, mangio te... - E con questo morsi
forte. Il suo urlo fu potente quanto il mio morso ed in un attimo mi
aveva sbattuto di nuovo sulla schiena e mi stava sopra, ma questa volta
la mano era sulla mia faccia e mi schiacciava per bene.
- Tu sei pazzo! Hai una
doppia personalità! Passi dall'odiarmi al tormentarmi! - Con quello
aggrottai la faccia, per quanto riuscii.
- Cosa? No! - Borbottai
pur con la sua mano sopra. A questo lui mi lasciò e ci alzammo a sedere
sempre sul letto, ci guardammo imbronciati.
- Cosa ti salta in mente? Quando ti odio? - Lui fece spallucce, ormai era sveglio con mia gioia.
- In campo! - Io arricciai contrariato la bocca.
- Certo, odio tutti quando
gioco, ma è una cosa che rimane lì! Io non odio nessuno sul serio! -
era una specie di conferma di quello che pensava Roger. Lui era sicuro
che mi avesse frainteso perchè dall'esterno diceva che effettivamente
avevo degli atteggiamenti diversi da quelli che erano le mie
intenzioni.
Lui piegò la testa sorpreso.
- Davvero non mi odi perchè ti ho superato due anni fa? - Io sospirai alzando le spalle facendo come se non fosse una gran cosa.
- Ho ricostituito le posizioni corrette! - Con questo mi spinse ridendo ed io spinsi lui ridendo a mia volta.
- Ok, va bene. - Fece
quindi. - Non mi odi sul serio. Con questo ti sei conquistato la mia
compagnia per tutta la notte. - Si alzò in piedi e mi guardò con aria
strana. - Ed ora sono solo cazzi tuoi! Capirai che era meglio lasciarmi
dormire! - Mi fece rabbrividire per l'occhiolino che mi lanciò prima di
entrare in bagno.
Io in effetti, forse, non avevo idea in cosa mi ero appena cacciato, ma non potevo che essere contento.
Ci vestimmo in modo da
passare un po' inosservati, la gente non si aspettava di vederci e
comunque non ci fermavano ad ogni passo che facevamo.
Andammo a mangiare in un
posto che gli avevano consigliato dove facevano dell'eccellente carne
argentina, ovviamente controllavamo tutto quello che mettevamo nel
nostro stomaco, ma non ci privammo di quella fantastica carne.
Il posto era uno di quelli
che se non sai non ci vai, per cui non era nemmeno pieno di gente.
Diciamo che era mediamente pieno e mediamente grande.
Ci sedemmo in un angolo con dei séparé che ci permisero di stare in pace.
Feci io le ordinazioni
mentre lui cercava di non far vedere il proprio viso e quando il
cameriere chiese se ero Rafael Nadal, dissi con prontezza che non lo
ero e che mi scambiavano tutti per lui. Certo se avessero riconosciuto
Nole nessuno avrebbe creduto che eravamo due sosia di due tennisti
famosi.
Quando se ne andò ci mettemmo a ridere divertiti mentre mi dava la mano su cui battei il pugno.
Per il resto della serata
parlammo delle nostre esperienze comiche fra la gente, i nostri salti
mortali per passare inosservati e non farci riconoscere.
Non siamo alla stregua dei
calciatori più famosi o di cantanti o attori conosciutissimi, però
diciamo che dipende dai posti e dai periodi e ci è capitato spesso di
essere riconosciuti e fermati. Fortunatamente riusciamo a camminare per
strada.
La cena dovemmo consumarla
mangiandola con le mani, perchè era la caratteristica del ristorante.
Fu una cosa divertente, ma probabilmente era Nole che rendeva
divertente tutto quello che si faceva, oppure io ero così felice che
non avevo altro da fare che ridere qualunque cosa facesse.
Conclusa la cena, non ci
pensai un secondo ed invece di consumare mille tovaglioli e andare a
lavarmi le mani, mi leccai le dita succhiandole senza esitare. In
risposta lui si mise a succhiarsele a sua volta, sempre guardandomi.
Solo che la sua era la versione porno del succhiare, come se stesse
succhiando delle dita che poi avrebbe infilato in altri posti... poi si
mise a farlo come se invece delle dita avesse a che fare con un pene.
Magari il mio.
Ovviamente mi fermai di
botto rossissimo, rendendomi conto che ero stato io a cominciare senza
volerlo, ma lui non si fermò affatto ed andò avanti leccandosi anche il
palmo.
Io avevo le dita ancora
mezze sporche, per cui quando lui finì con le sue, ebbe il gran
coraggio di prendere la mia mano e infilarsi in bocca un dito per
volta, anche dove ero già passato io. D'istinto tentai di tirare via la
mano, ma lui me la teneva per il polso per cui mi limitai a guardarmi
intorno per vedere se ci guardavano. Per fortuna non c'era nessuno nei
paraggi e nemmeno noi eravamo a diretta portata di qualcuno, era un
buon angolo.
- Nole, non mi sembra il
cas... - Non mi fece finire perchè dopo avermi fatto morire con le mie
dita, si protese verso di me e mi leccò il mento succhiandolo. Io
spalancai gli occhi paralizzato dimenticando la bocca aperta che non
aveva finito la frase.
Totalmente in blackout.
Senza storie.
Andai immediatamente a fuoco e pensai che non mi sarei mai più alzato da lì, sentivo anche le ginocchia molli. Molto molli.
Finito di succhiarmi il mento si staccò e si raddrizzò soddisfatto. Questo era malato!
- Sei fuori? - Dissi
stridulo. - Qua? - Ero paonazzo e non riuscivo ad articolare le parole,
però lui era al contrario molto contento e con aria furba chiese:
- Significa che in camera possiamo? - Io aprii la bocca spiazzato senza saper cosa rispondere.
- Ma non siamo in camera, Nole! - Dissi senza rispondere alla sua domanda diretta.
Nole fece allora un'aria
furba delle sue e facendomi chiaramente capire che mi avrebbe di nuovo
messo alla prova, lasciò i soldi sul tavolo e si alzò tirandomi per il
polso. Uscimmo veloci sembrando due fidanzati ed una volta fuori,
terrorizzato all'idea che la gente ci riconoscesse e che ci vedesse
camminare mano nella mano, strattonai la mia dalla sua.
- Andiamo! - Fece allora senza riacchiapparmi.
- Dove? - Chiesi agitato e polemico.
- In camera, no? - Io per
poco non caddi mettendo male un piede, ma rimasi in piedi e lui ridendo
mi diede una pacca nella schiena esortandomi a proseguire.
- Dai che ci divertiamo! -
Lui sembrava molto convinto ed io non capivo cosa avesse davvero in
testa, non gli avevo fatto capire apertamente che ci stavo, anche se
era nei miei intenti, però si comportava come se gli avessi detto 'ok,
andiamo a letto insieme'.
Per un momento mi agitai davvero molto e non so cosa dissi, so solo che lui rispose malizioso.
- Ehi, sei tu che mi hai
svegliato per passare il tempo con te! Ti avevo detto che era meglio
lasciarmi dormire! Ora subisci le conseguenze! - Io non seppi più cosa
rispondere, non avevo proprio idea di cosa dire, come dirlo e come
pormi. Da lì in poi andai nel mio fantomatico tilt, quando ero così
agivo sempre d'impulso e non ragionavo. Facevo di quelle cose esagerate
che da sano non avrei fatto nemmeno fra anni luce.
Arrivammo in camera che
non parlavamo più, io pensai che gli fosse passata, che avesse solo
scherzato, anche se mi ero fatto molti film.
Una volta dentro provai a dire qualcosa che smorzasse l'atmosfera strana che si era creata.
- Se volevi dormire ancora
bastava dirlo senza tutte queste cerimonie! Mi guarderò un fil... - Ma
lui non mi lasciò finire, si tolse la maglietta, la tolse a me e senza
lasciarmi spazio di pensare e capire, mi ritrovai la sua lingua sulla
guancia che risaliva arrivando all'orecchio.
Rimasi col fiato sospeso, incapace di fare qualunque cosa.
Le ginocchia immediatamente molli, il calore concentrato sulle mie parti basse.
Lo stava facendo sul serio?
Cosa dovevo fare?
Mi stava prendendo alla
sprovvista, ma la sua lingua nel mio orecchio ci sapeva così ben fare
che in breve chiusi gli occhi sospirando perchè non sapevo che altro
fare, visto che era splendido quello che stavo provando.
Mille brividi mi
attraversarono e lui dopo avermi stuzzicato l'orecchio, scese giù sul
collo, le mani mi tenevano per le braccia abbassate.
Dopo un po' lì, con me che ancora non reagivo se non lasciandolo fare, ma nemmeno afferrandolo a me, disse sorpreso:
- Davvero il fattore privacy aiuta, allora! - Io aprii la bocca per rispondere senza sapere cosa avrei detto.
- Certo che se sono in
mezzo alla gente non ti lascio fare quello che vuoi! - Ma non era
quello il punto, e Nole lo sottolineò bene.
- Per cui davvero potrei
farti di tutto ora perché in privato? È proprio vero? - Mi chiese
guardandomi in viso malizioso, così vicino com'era.
Io ancora una volta non seppi cosa dire e con aria persa mi strinsi nelle spalle. Non sapevo bene cosa fare a quel punto.
- Era un test per vedere
se ti avrei riempito di botte? - Rispondevo ad una domanda con un'altra
domanda o dicendo cose che non c'entravano molto, perchè non avevo
ancora il coraggio di uscire allo scoperto. Un po' non mi fidavo di
lui, di quel che avrebbe potuto fare una volta che avessi detto quel
che provavo. Mi avrebbe spezzato il cuore? Mi avrebbe deriso? Mi
avrebbe detto sì per una scopata ma non per altro?
E a quel punto io che mi facevo di una scopata?
In me continuavano le
lotte fra la voglia di andarci a letto e la voglia di avere una vera
relazione con lui, per cui mi limitai a fare un passo indietro con aria
seria e lui sorrise in modo strano, indecifrabile, facendo altrettanto
ed alzando le mani in segno di scuse.
- Perdono. Il mio concetto
di passatempo è diverso dal tuo, a volte lo dimentico che sono un
esemplare raro... con te finisco sempre per esagerare... - Io volevo
dirgli che andava bene, però non ero sicuro che andasse bene. Così non
dissi nulla, scossi la testa alzando le spalle e borbottando un vago:
- E' tutto ok, ormai ti conosco... - Mi infilai a letto accendendo la televisione.
Non avevo sonno, non avrei dormito per tutta la notte.
Non parlammo, rimase quel silenzio strano che a quanto pareva era destinato ad essere sempre più numeroso.
Stavo bene con lui, parlavo di tutto, però a volte era così difficile, così strano. Era come se volasse su un altro pianeta.
A volte comunicare era ancora più difficile di sempre e già di solito era complicato, con lui.
La notte lo vide
addormentarsi presto nonostante il bel film che avevo trovato e che
seguì con me, non commentò nulla come di solito era abituato a fare
visto che trovava sempre qualcosa da dire, e dopo un po' mi resi conto
che dormiva.
Il film finì ed io spensi la televisione. Era molto tardi, ne avevo visti due di fila.
Mi girai verso di lui
supino e lo chiamai piano per vedere quanto dormiva. Lui si girò verso
di me e sistemò una mano sulla mia spalla accostando il volto. Il
respiro regolare e caldo sulla mia pelle, io trattenni il fiato per un
po', poi mi rilassai con un sorriso dolce. Stava dormendo. Quella cosa
l'aveva sempre fatta tutte le volte che eravamo finiti a dormire
insieme. Dormendo mi si abbarbicava sopra. Credo gli piacesse il
contatto fisico e nel dormire lo cercava.
Gli carezzai il viso chiedendomi cosa avrebbe potuto pensare se mi avesse sentito.
In quel momento non me ne importava, gli baciai la fronte e rimasi ad aspettare un sonno che arrivò tardissimo.
Ma io ad aspettare a
quanto pareva ero bravo. Lo aspettavo da una vita e forse avrei
continuato per sempre. Potevo avere una fine?
Non ne avevo proprio idea.
Speravo solo che un giorno
oltre a fare cose maniache con me avrebbe anche fatto qualcosa di serio
e di dolce, qualcosa che mi facesse capire che era innamorato, che
voleva provarci seriamente.
Speravo che mi prendesse il viso fra le mani e mi dicesse 'ti amo testone' e mi baciasse, come nei film.
Perchè anche se apparivo burbero, ero timido e volevo quello che volevano tutti.
Una storia d'amore. La mia storia d'amore.
Una vera storia d'amore.
Ma sapevo che con lui non sarebbe mai successo. Tuttavia dormendo lo
abbracciai a mia volta e non me ne pentii affatto.