CAPITOLO XXVI:
REAZIONI ED INCOMPRENSIONI
Ci demmo appuntamento ad
un bar di Miami, un bar non nascosto ma sul lungo mare, al di là della
strada c'era la spiaggia e si respirava l'aria di mare, mi aiutava, mi
piaceva, mi rilassava.
A Miami io e Roger ci vedevamo sempre lì.
Potevamo vederci in
camera, ma era troppo intimo e non era quella l'accezione con cui ci
vedevamo, per cui sceglievamo dei bar lontani dal centro di tennis che
organizzava l'open di turno. Non ci nascondevamo, ma non ci mettevamo
in vetrina: andare al bar dell'albergo era metterci in vetrina, andare
nel locale più in della città era metterci in vetrina. Andare in un bar
qualunque con cappellini ed occhiali scuri, era un buon compromesso.
La gente non ci riconosceva, non sempre e non subito, e noi potevamo avere la nostra privacy senza doverci nascondere sul serio.
Poi il principio era anche che se frequenti posti normali, la gente non pensa che tu sia un vip o qualcosa del genere.
Insomma, funzionava così.
Roger mi raggiunse poco dopo al bar e ci salutammo.
Ci sentivamo per telefono,
se c'era l'occasione ci vedevamo a casa mia, però lì era da un po' che
non ci vedevamo ed avevamo approfittato dell'Open di Miami per parlare
a tu per tu come si doveva. Avevo bisogno di sfogarmi, dopo
Melbourne avevo macinato la questione con Nole ed era lì che lo
rivedevo dopo quella volta traumatica.
- Allora, che è successo
che per telefono è troppo lunga? - Chiese scherzando col suo sorriso
contagioso e rilassato. Io sorrisi a mia volta sentendomi meglio già
solo vedendolo, poi ordinammo da bere e poco dopo ero lì a raccontare
tutto e a sfogarmi parlando come un treno il mio inglese un po' pessimo
strettamente caratterizzato dai miei accenti spagnoli.
E lui zitto ad ascoltare attento.
- Ma quello che dico io:
perchè solo ora? Perchè? È troppo comodo così, capisci? Io mi sono
esposto per primo venendo allo scoperto sulla mia sessualità e solo
allora lui ci ha provato e si è scoperto e lo ha ammesso. Ma andiamo! È
questo il suo modo di amare? È questo amare secondo lui? Senza rischi?
‘Sono sicuro che anche lui è gay e che è quanto meno attratto da me,
visti i nostri precedenti, per cui mi espongo!’ Ma va a cagare! Era
prima che dovevi farlo! Che poi andiamo, perchè se sei preso da me ci
provi con tutti? Con Stan fa sempre il cascamorto, anche con Andy e
Grigory! Uffa, non può venirmi a dire che è serio con me, che mi ama
davvero e vuole me in qualsiasi modo io sia disposto a darmi, quando
poi in tutti questi anni non mi ha detto nulla perchè non era sicuro di
cosa fossi io ed anzi si è divertito a destra e sinistra! -
A questo punto Roger si intromise, in una breve e rara pausa per respirare, dove bevvi.
- Doveva rimanere consacrato a te anche se non sapeva se tu potevi in qualche modo ricambiarlo? - Io risposi di getto stizzito:
- No! -
- Però è questo che sembra
che volevi! Lui non sapeva se aveva terreno fertile con te. Se eri gay,
o se sapevi di esserlo, o se eri attratto da lui, o se ne eri
consapevole di esserlo... insomma, non era sicuro di te, per cui pur
provando qualcosa per te, non era giusto che aspettasse di capirti! -
Scossi il capo battendo battagliero le mani sul tavolo.
- E perchè cazzo non me ne
ha parlato, allora? Si può sapere? Perchè non mi ha chiesto se sono
gay, se sono attratto da lui? Che poi lui si è accorto che c'era
attrazione fra noi, sai tutte le cose che sono successe e quelle da
ubriachi a parte, che forse può non ricordare bene, ci sono quelle da
sobrio che non sono poche. Cosa pensava? Che io fossi gay ma non volevo
ammetterlo e figurarsi di ammettere che ero attratto da lui? - Roger si
strinse nelle spalle possibilista ed io sbuffai seccato scuotendo il
capo, braccia conserte a guardare fuori.
- Perchè non parlate anche
di tutte queste cose? Perchè non gli chiedi questo? Cosa aspettavi ad
uscire allo scoperto, Nole? È rimasto per anni, a sua detta, in sospeso
con te e nel frattempo si divertiva anche con altri perchè è
perfettamente normale se non c'è un impegno solenne con qualcuno. Ed
ora invece decide di provarci seriamente. Perchè? Chiediglielo invece
di prendertela per questo! - In effetti non aveva torto e sospirai
scuotendo il capo fissando altrove, verso la strada.
- Seriamente... è tutto da
vedere, poi... - In quello alcune persone passarono davanti a noi e ne
coprirono due che mi parve di riconoscere. Mi protesi oltre per vedere
se riuscivo a capire chi erano, ma di schiena e fra la folla non ero
sicuro.
- Che c'è? - Chiese Roger guardando nella mia direzione.
- Mi sembravano Nole e Stan mano nella mano... - Roger scoppiò a ridere.
- E passeggiano in mezzo a
tutta questa gente per fare uno scandalo? Proprio Stanley? - Io feci il
broncio e allargai le braccia.
- Senti, non lo so, mi
erano sembrati loro, non dico che sia logico, dico solo quello che
penso di aver visto! - Ero nervoso e sulla continua difensiva, ma ormai
Roger mi conosceva e non ci faceva caso. Mi diede un colpo col piede e
continuò scherzoso.
- Stanley. Parliamo di
lui! Nole può essere così avventato, ma Stanley no! È timido e chiuso e
a parte questo se stesse con Nole me l'avrebbe detto. - Io piantai il
broncio.
- Sei sicuro che ti dica tutto? - Feci geloso, invidioso ed infastidito! Ero in modalità cattiva, frustrato come non mai.
Lui inarcò le sopracciglia semplicistico.
- Certo. -
- E allora sai che in passato è andato a letto con Nole? - Con questo Roger si oscurò di brutto e piegò la testa zittendosi.
- Davvero? - Io annuii calmandomi, forse l'avevo ferito, ma io ero geloso marcio di tutto e di tutti e nessuno mi dava retta.
- Me l'ha detto Nole a
Melbourne perchè in piscina ci provava con lui e gli ho chiesto se
stavano insieme e lui mi ha detto che sono andati a letto insieme e che
sono molto amici, ma che non stanno insieme. - Roger rimase ancora
zitto a farsi penetrare dalle mie parole, serio, la fronte corrugata.
Chiaramente ci era rimasto male e chiaramente non lo sapeva.
Non dissi altro, ora
capiva un po' come mi sentivo, perchè ero così risentito verso Nole e
le sue cose importanti non dette o proprio nascoste per bene.
- Non ne sapevo nulla...
so... so che Stan ha avuto un periodo di crisi con sua moglie, l'ha
lasciata e l'ho convinto a tornare con lei. Mi diceva che era confuso,
che non l'amava, che amava qualcun altro, ma non mi ha mai detto chi...
- Ecco che il dubbio si insinuò in entrambi. Ci guardammo seri.
- Nole avrebbe la faccia
tosta di fregare tutti. Potrebbe avermi detto che è preso da me e che
mi vuole solo per togliersi lo sfizio di scoparmi come si deve e da
sobrio. Sa che non lo farei senza dei sentimenti dietro o per lo meno
questo lo pensa lui e mi rigira. Fa finta di essere innamorato. Ma
magari in realtà sta con Stan. O ama lui. Insomma... e se erano loro
due davvero, ora? -
Vidi Roger davvero in crisi, molto più di me, perchè impreparato alla cosa. Io ci rimuginavo da anni, però lui no.
E come se non bastasse non aveva mai fatto i conti coi propri sentimenti. Forse era al suo capolinea.
- Credo che me ne
parlerebbe, mi dice tutto e non mi dice una cosa così importante? E poi
se Nole sta con Stanley o per lo meno ama lui, perchè tormentare te e
togliersi lo sfizio con te? - Scossi la testa, avevo quasi rinunciato a
capire Nole, ci stavo mettendo una pietra sopra, furioso.
- Chi lo capisce? Magari
non stanno insieme, ma Stan lo ama da sempre, da quella volta che sono
andati a letto insieme, mentre Nole è uno che approfitta degli altri e
delle situazioni per divertirsi. Magari li tormenta per farli
innamorare e quando se li è scopati li scarica o li tiene pronti, caldi
per quando ha voglia, ma non va oltre, non instaura vere relazioni, non
si mette con loro seriamente, come vuole far credere lui all'inizio.
Magari l'ha già fatto con Stan! Lo ha tormentato percependo una
tendenza gay, lo ha convinto a starci, lo ha fatto innamorare e quando
se l'è portato a letto lo ha tenuto come amico speciale ma niente di
più. Ogni tanto se lo fa e Stan ci sta perchè invece lo ama. - Io
sapevo che Stan amava Roger, da fuori si vedeva, ma ora c'era un casino
che non aveva senso e mi pareva di essere stato preso per il culo da
una vita.
Non guardavo in faccia nessuno.
Roger disse poco e nulla riflettendo sui miei deliri che improvvisamente non parevano tanto astrusi.
- Non so... forse... forse
ha senso... ma che non me ne abbia mai parlato... insomma, io gli ho
detto di te e di quel che è successo fra noi, sa che sono aperto a
queste cose, che non sono omofobo. Non l'avrei allontanato! -
Io scossi il capo assottigliando lo sguardo senza capire.
- Ma non ti darebbe fastidio? - Roger si strofinò le labbra.
- Ci rimarrei male.
Fastidio? Perchè dovrebbe? È libero di vivere la sua vita, di avere le
sue paure, i suoi segreti, fare le sue scelte anche senza dirmele. Però
ci rimarrei male. Questo sì. Perchè non dirmelo? Ci diciamo tutto,
pensavo fossimo amici di quel tipo. Evidentemente no, mi sbagliavo. Non
si è mai fidato fino a quel punto? Se... se fosse come stiamo
dicendo... - Roger abbassò lo sguardo e la voce si incrinò, non
concluse la frase ed io mi odiai capendo che lui davvero lo amava e
forse doveva perderlo, o rischiare di perderlo, per capirlo.
Scossi il capo e sospirai mettendogli la mano sul suo braccio.
- Lascia perdere, non
sappiamo nulla, magari stiamo delirando. Io ho bisogno di dare un senso
a quel pazzo di Nole e uso Stan e sicuramente ho le visioni. Sono fuori
di me, non so quel che dico. Non ti nasconderebbe mai una cosa simile!
Mai! - Con questo decidemmo di lasciar perdere il discorso e dissi che
alla prima occasione ne avrei parlato con Nole per capire.
Poi tornammo in albergo.
In corridoio passai
davanti alla camera di Nole e rallentai sospirando, ero indeciso se
bussare e parlargli ora, Roger mi spinse a farlo, così fermo poco più
in là mi guardò avvicinarmi. Stavo per bussare quando mi fermai
sentendo chiari colpi contro la porta. Protesi la testa con aria
turbata e shockata ed ebbi conferma.
- Sono gemiti... - sussurrai.
Roger spalancò gli occhi.
- Cosa? -
Si avvicinò di soppiatto e posò l'orecchio alla porta mentre io non volevo proprio sentire meglio.
I colpi c'erano ed i gemiti anche. E piuttosto forti ed inequivocabili.
Difficile fraintendere.
Tutto.
Immediatamente l'ira si
impadronì di me, il fuoco, la lava, la bomba atomica esplose. Provai
l'indomabile impulso di entrare immediatamente e sparargli, dirgli di
tutto, insultarlo e picchiarlo, ma poi mi dissi che non se lo meritava.
L'avrei ignorato, ignorato
per sempre. Se avessi picchiato Nole forse mi avrebbero buttato fuori
dal circuito ATP, non sapevo bene se c'era una regola a proposito.
Ma io ero così fuori che non notai il pallore di Roger che non si staccava dalla porta.
- E' Stanley! - Sussurrò. Io sempre più sconvolto e furioso mi avvicinai.
- Cosa? - Roger indicò la porta.
- Lo riconoscerei fra
mille, ha una vocina particolare... è lui ti dico... e mi è sembrato di
sentire una parola in francese! - Loro due parlavano in francese fra di
loro.
Io mi irrigidii e mi
trovai ad un bivio. Alimentare la mia furia su questa cosa oppure
occuparmi del dolore che si cristallizzava in Roger.
Decisi per quest'ultimo.
- No, figurati se è lui!
Può essere chiunque. Sai quanti parlano francese ed hanno una voce
simile alla sua? C'è una porta di mezzo... la sola cosa certa è che il
bastardo fa sesso con qualcun altro e che non ha la minima intenzione
di fare sul serio con me. Avevo ragione. Mi sta intortando per portarmi
a letto, ma poi io sarò innamorato e lui giocherà con me e basta! Che
si fotta chi vuole, me no di certo! - Così feci per andarmene in
camera, ma vedendo che Roger rimaneva davanti alla loro porta a
guardarlo serio e concentrato, lo spinsi allontanandolo.
- Va a mangiare e non
pensarci, vedrai che lo trovi in sala mensa. Lascia perdere. È la tua
ora di mangiare, no? Vacci! - Così, con quella di controllare se era in
mensa perchè anche Stan era molto puntuale nella cena, Roger andò
serio, turbato e teso.
Avevo distrutto una
persona fantastica, sicuramente il suo cuore era in pezzi mentre capiva
nel peggiore dei modi cosa provava per Stan.
Ma non sapevo cosa farci.
Forse non era davvero lui. O forse sì. Però non potevo farci molto se non mandare a cagare Nole.
E l'avrei fatto con sommo piacere.
Io mi chiusi in camera per
aspettare di calmarmi, o la cena mi sarebbe rimasta sullo stomaco.
Risentii le loro voci, cercai di rivedere quei due passare per strada e
capire se erano loro.
Rimasi così fino a che
uscii perchè non potevo più starmene lì solo, volevo sapere se Stan era
in mensa o no, anche se poi mi importava poco di chi si stava scopando.
Comunque si scopava qualcuno. E lo faceva contro la porta, forte, di
proposito per farsi sentire. Perchè era uno stronzo bastardo sadico.
La mia camera di fronte alla sua e tu scopi così?
È ovvio che lo fai apposta.
Bene.
Molto bene.
Proprio in quel momento,
quando io chiudevo la mia porta trovandomi in corridoio, come se fosse
stato fatto di proposito, vidi la sua porta aprirsi e lui spuntare. Lui
seguito da Stan che gli andò addosso dicendo 'ma che fai?'. Poi notai
che si tenevano per mano.
- Ehi... - Fece tirato ed imbarazzato. Davvero? Davvero lo era?
Il mio mondo si fermò e per un momento pensai a Roger. Avevamo capito male? Tutti? Sempre?
E tutte le volte che Nole aveva detto che Stan era proprietà privata di Roger? Quante prese in giro?
Pensava che piacesse a Roger e se lo scopava lui?
Quanto era sbagliato, in quanti modi, in quante dimensioni, su quanti livelli?
Non seppi nemmeno quantificarli tutti.
Ci rimasi di merda. Dio, non penso di essere mai rimasto tanto di merda in vita mia.
Il mondo crollò tutt'intorno, io mi gelai.
Ero sempre stato preso in giro da lui, su ogni aspetto.
Poteva una persona essere tanto meschina?
Il modo in cui mi deluse Nole in quel momento mi estirpò l'amore che avevo sempre nutrito per lui.
Non volevo più niente da lui, volevo solo cancellarlo e demolirlo.
Risposi con un Ehi senza rendermene conto.
Poi non so bene perchè, ma
lo sentii ridere ed immediatamente il labile controllo che non riuscivo
a mantenere, andò a puttane e a denti stretti, durissimo, dissi
fissandolo fiammeggiante:
- Allora è così! -
- Così come? - Chiese con
faccia tosta. Stan era imbarazzato anche per lui, non sapeva cosa fare,
ma io registravo solo Nole convinto di sé.
- Prima mi svieni dietro e mi rompi le palle sullo scopare e tutte quelle cose là e poi ti fai lui? - Ruggii.
- Ma che dici? - Nole
cercò di prendere tempo, preso in contropiede, ma io ero lanciatissimo.
Ero una miccia di dinamite che ormai aveva preso fuoco.
- Dico che ti ho sentito
mentre scopavi, prima! Si capiva perfino la posizione visto che
sbattevate contro la porta! E Roger diceva che l'altro era la voce di
Stan ed io 'ma no cosa dici!' ed invece era proprio lui! In piedi
contro la porta! Non c'era il letto? Non potevate gemere piano? Cos'è
volevi farlo sapere a tutto l'albergo? Guarda, non me ne frega, scopati
Stan, scopati chi cazzo vuoi! Solo non venirmi a rompere più le palle,
con me hai chiuso! - Appena lo dissi Stan scappò, ma lo vidi fermarsi e
questo mi distrasse. Con la coda dell'occhio realizzai che si era
fermato per l'arrivo di Roger e cercai di percepire la sua espressione.
Capii solo che aveva sentito tutto, e comunque era facile capirlo
guardandolo andarsene da dietro di Nole.
Rimasero immobili a
fissarsi, Roger era di ghiaccio ed io stesso mi impressionai. Non
l'avevo mai visto così. Lui sempre bonaccione, gentile, alla mano. Ora
era furioso, gelido, un muro.
Sbattei la porta della mia
camera per dimostrargli che non cambiavo i piani per lui, sentii solo
che non gli avrei dato alcuna soddisfazione. Poi la sua voce mi fermò
dura, provocatoria e arrabbiata. Lui arrabbiato?
Lui?
Nole?
- Che coraggio, Rafa!
Proprio tu mi vieni a parlare di correttezza e sincerità? Tu che prima
mi dici che con lui non c'è nulla e poi lo incontri di nascosto? Avevi
paura che ti vedessi dopo la palla colossale che mi avevi detto? Potevi
essere sincero, che me ne faccio delle bugie? Stai con lui? Sì! Stop!
Me ne facevo una ragione! Invece per tutto questo tempo... - Non fece
in tempo a finire che Roger si frappose fra noi due che ci guardavamo
in cagnesco, mi ero voltato per fronteggiarlo, ma lui che sapeva tutto
non l'avrebbe permesso. Non avrebbe permesso di parlarne qua in
corridoio.
- Davvero ne dovete parlare qua? - Sibilò a denti stretti. Era molto autoritario e ci zittimmo.
- No, non ne dobbiamo
parlare proprio! Non c'è nulla di più da dire! - Fece lui. Questo mi
stupì molto, lui era arrabbiato e lui voleva chiudere e basta. Senza
parlarne, senza chiarire. Senza prendersi le sue responsabilità. Con
che diritto era lui quello arrabbiato?
Con che diritto, nella sua testa, era corretto scoparsi Stan e non dire nulla e trattare tutti così?
Stava per andarsene quando non ci vidi più e gli gridai dietro.
- Eh no eh? Invece non te
ne vai nel mezzo di una discussione! Sii adulto per una volta ed
affronta le cose fino in fondo! - Nole si girò iroso, non l'avevo mai
visto così. Roger a questo punto ci prese per le maniche e con una
forza incredibile ci spinse nella camera di Nole, aperta dietro di noi.
- Parlatene lì ed evitate di strillare come ragazzine se ci riuscite! - Sibilò sbattendo la porta.
Non me ne sarei andato,
era Nole quello che se ne voleva andare, non io. Io volevo parlarne una
volta per tutte, fargli dire come osava, come aveva osato per tutto
questo tempo prenderci in giro ed ora trattarci così. Roger non se lo
meritava. Io non me lo meritavo.
E lui era arrabbiato?
Come osava?!