CAPITOLO XXVII:
UN UNICO COLPO
Rimasi piantato in camera,
nel mezzo, con i pugni stretti lungo i fianchi e la voglia di
picchiarlo. Tutto contratto, respiri profondi. Il profumo del sesso con
Stan ancora presente.
Aveva scopato con lui poco prima ed eravamo nella stessa stanza. Il loro odore. Il loro odore mi mandava in bestia.
- Non c'è un cazzo di cui
parlare! Mi hai detto che non stavi con lui ed invece ci stai eccome!
Mi hai detto una palla assurda ed il motivo è chiaro! Volevi che
continuassi a corteggiarti! Ti piace che ci provi con te! - Cominciò
lui.
Stare con lui?!
Con chi? Un secondo per chiedermelo e l'altro per capirlo.
Spalancai gli occhi come se avesse bestemmiato.
- COSA?! IO E ROGER?! E QUESTA DA DOVE TI ESCE? - Gridai come la ragazzina isterica che Roger aveva sperato non facessi.
- Quale di preciso? - Chiese con faccia tosta. La sua calma mi urtava ancora di più e continuai a gridare.
- TUTTO! COME FAI A DIRE
CHE IO E ROGER STIAMO INSIEME E POI COME TI SALTA IN MENTE CHE VOGLIO
ESSERE CORTEGGIATO DA TE E QUINDI TI MENTO... CHE POI SE IO AVESSI UN
COMPAGNO TI PARE CHE MI FREGHEREBBE DI ESSERE CORTEGGIATO? - Mi sentii
piuttosto felice del fatto di riuscire ad essere così logico nei
momenti di massima furia. Mi sentivo come un toro furioso.
- Lo so perchè ti ho visto al bar con lui! - Io aggrottai la fronte e mi fermai per qualche strano miracolo.
- Mi hai seguito?! - Chiesi come se fosse la cosa più utile di cui parlare.
- Ho altri hobby, tipo passeggiare per una bella città come Miami! -
- Con Stan! - Aggiunsi piccato io.
- No, ma ci siamo
incontrati per caso! - Ok, io non me la potevo bere, lui non poteva
pensare che io me la bevessi. Li avevamo beccati, che senso aveva
mentire?
- E per caso ci avete visto al bar incontrandovi sempre per caso! - Ma si rendeva conto di quanto assurdo era?
A questo punto, sentendosi messo alle strette, si inalberò.
- Vuoi dire che vi stavamo
seguendo? Oppure che io e Stan abbiamo una relazione come te e Roger e
che quindi non abbiamo il diritto di fare scenate? Spiegami bene cosa
stai pensando, perchè in questo momento non mi è chiaro! E dato che ci
sei aggiungi anche il perchè ti importa in ogni caso cosa faccio io con
Stan se tu te la fai con Roger! E poi perchè mi hai mentito! - Mano a
mano che mi faceva domande arrabbiato si avvicinava ed io, furioso e
senza connettere, lo spinsi. Non usai molta forza, l'avrei demolito,
però lo feci.
- Intanto calmati e non
starmi così addosso! - Ringhiai. Non riuscivo a calmarmi e nemmeno lui
e mi irritava il suo comportamento. Beh, in realtà volevo che mi desse
una scusa per dargli giù perchè era quello che volevo fare.
Lui tornò ad avvicinarsi, ma non mi toccò.
- E tu rispondi a tutto! - Ero sotto torchio e non capivo perchè.
Ma allargai le braccia allucinato e furibondo e spiegai.
- Io e Roger non stiamo
insieme, porca puttana, come te lo devo dire? Siamo amici e da amici ci
incontriamo spesso al di là del tennis! Visto che non ha senso vederci
in camera perchè non dobbiamo scopare, ci vediamo ad un bar meno
controllato visto che in pieno torneo il bar dell'albergo è sicuramente
sotto sorveglianza da mille giornalisti e curiosi! C'è qualcosa che non
ti torna, Sherlock? - Lo trattai da quell'inetto che era. Davvero aveva
fatto tutto per vendicarsi di me e Roger? Pensava stessimo insieme
anche se gli avevo già detto che non era così? E per ripicca si scopa
l'uomo che sappiamo bene Roger ama? Andiamo!
- Vi siete incontrati di nascosto da amici! - Esclamò difensivo.
- Certo, perchè? - Feci con lo stesso tono, meno furiosi entrambi, ma senza cedere un passo.
- Perchè nascondervi allora? -
Alzai gli occhi al cielo esasperato.
- Te l'ho detto, non
vogliamo essere fissati da chiunque e finire su ogni notizia! - Aveva
senso, cazzo! Perchè non lo ammetteva? Era così che era andata! -
Comunque cosa te ne frega? Te la fai con Stan! Ti ho visto passare mano
nella mano con lui prima! E te lo sei scopato! Mi rompi le palle e te
la fai con lui! Ma va a cagare! - Con questo per me il discorso era
chiuso, capii che non c'era davvero altro da dire. Le cose erano
chiarite, lui era stato un idiota che per vendetta aveva fatto
l'idiota. Non avrebbe mai avuto nulla da me, non era quella la
relazione che volevo. Non poter respirare senza dover preoccuparmi di
lui, di quel che pensava, delle sue vendette.
Che morisse, pensai!
Feci per raggiungere la
porta, ma in poco mi fu dietro, mise la mano sulla porta e la richiuse,
era dietro di me, sentivo la sua presenza fisica dietro la mia schiena.
Questa era anche peggio. Altro che rabbonirmi o eccitarmi.
Pensai fosse pazzo a obbligarmi a rimanere in quello stato d'animo, pronto a picchiarlo.
Mi voltai e lo guardai in questo modo.
Mi ritrovai con la schiena alla porta e lui davanti a me, la mano di lato a bloccare il passaggio.
- Io e Stan non stiamo
insieme. - Disse infine per chiarire, calmo. - Me lo sono fatto perchè
tu stavi con Roger... nella mia testa era un 'che faccia pure, non
dipendo da lui'... poi ti ho sentito tornare, ho sentito la tua voce in
corridoio ed ho cominciato a darci dentro forte, speravo ci sentissi. E
così è stato. Volevo vendicarmi di te, speravo di infastidirti o di
farti sapere che non ero disperato per te... - Questo non mi faceva
sentire meglio.
Mi calmai però ero sempre
incazzato perchè intanto si era vendicato di qualcosa che non esisteva
e poi comunque aveva usato proprio Stan!
Però precisai anche io.
- Io non sto con Roger!
Non mento mai. Può essere che ometta la verità o la nasconda, ma a
domanda diretta fatta da una persona con la quale ho un certo rapporto,
cioè che non siano fan o giornalisti, rispondo con sincerità. - Fece un
sorrisino strano, un po' malizioso, contento di quel che avevo detto,
io mi morsi il labbro lottando con me stesso. Volevo saltargli addosso
e mandare tutto al diavolo, ma non potevo, non dovevo, non era giusto.
- Vorrei solo sapere
perchè te la sei presa tanto quando hai visto Stan. - Chiese poi piano,
suadente. Eravamo vicini, ci guardavamo negli occhi.
Trattenni il fiato.
Fissavo la sua bocca ed i suoi occhi a disagio di continuo.
- Perchè... perchè mi sono
sentito preso in giro! Prima mi dici che ti piaccio e di tenerti in
considerazione e ci provi e riprovi con me, poi ti fai Stan! Come posso
prenderti sul serio? -
- Ma puoi anche prendermi
alla leggera, se ti fa meno paura... purchè tu mi prenda in qualche
modo... - Fu la sua risposta geniale. Io mi morsi il labbro di nuovo
imbarazzato, le mani contro la porta a cui appoggiavo. Stavo male,
volevo andarmene, non me lo avrebbe permesso ed ero eccitato. Ero
incazzato ed eccitato e non sapevo cosa fare, cosa volevo di più, cosa
fosse giusto fare. Era stato geloso e lo capivo perchè lo ero stato
anche io, però non si era comportato da persona seria che vuole
seriamente qualcosa. Io non sapevo come prenderlo.
- Fai il serio! - Dissi infatti torvo, non osavo muovermi per rischiare di toccarlo.
- Ma io lo sono! Sono
impazzito di gelosia quando ti ho visto con Roger e non ho ragionato,
ho approfittato di Stan come un bastardo... volevo solo... non so,
darti una lezione... anche solo fra me e me, credo... però sapere che
davvero non c'è nulla fra voi è un sollievo, non sai quanto sono
felice. Sono la persona più seria di questo mondo, con te. Io voglio
tutto da te, ma mi accontento anche solo di quello che sei disposto a
darmi... se vuoi solo scopare, scoperemo e basta. Mi sta bene... ma se
vuoi provare ad avere una vera relazione... - Spaventato gli misi le
mani sul petto.
Spaventato dal fatto che corresse troppo. E glielo dissi.
- Corri troppo. - Lui rimase calmo.
- Voglio solo farti sapere come stanno le cose! - Sospirai.
- L'ho capito la prima
volta, anche la seconda sei stato piuttosto chiaro... non serve ripeti
tutto ogni volta che ci vediamo! - Avevo ancora le mani sul suo petto,
ma non facevo molta forza. Lui piano iniziò ad avvicinare il viso verso
il mio.
Eravamo stati due scemi,
ma non ero ancora convinto di lui e del suo modo di affrontare le cose
serie. Io non potevo cedere così facilmente, anche se gli ormoni ormai
erano partiti.
- E allora cosa mi rispondi? - Ero confuso.
- Cosa dovrei rispondere? - Chiesi tremolante. Non ero pronto ad affrontarlo ora.
- Preferisci andare a
letto con me o vuoi provare una vera e propria relazione? - Su due
piedi avrei risposto nemmeno morto, perchè non sei serio, non si fa
così se ci sono dubbi o problemi. Ma forse me ne sarei pentito. Era
presto per chiudere tutto definitivamente con lui, mi dissi. Forse lo
era.
- Nole, queste cose
vengono spontanee, non si concordano... - Lo dissi con un filo di voce,
mentre le mie labbra erano praticamente sulle mie ed i nostri occhi
ancora agganciati. Volevo spingerlo via e trattenerlo allo stesso
tempo. Le mie mani sul suo torace non facevano alcuna forza.
- Quindi se ti bacio ora sarà spontaneo e non mi respingerai? - Chiese piano praticamente sulla mia bocca.
Io ero ipnotizzato, lo volevo da matti anche se non ero sicuro di lui. Ma lo volevo. Troppo.
Gli guardavo le labbra desiderandole ardentemente.
- Solo provando lo puoi sapere. - forse quella risposta fu da folli. In effetti penso lo fosse stata.
Nole aderì lentamente le labbra alle mie, mi sentii come se non avessi aspettato altro fino a quel momento ed era così.
Dentro di me volevo quello, solo quello.
La logica e la razionalità parlavano, ma io non potevo ascoltare, era impensabile per me in quel momento.
Provai un'immediata ondata
di calore e schiusi le mie accogliendolo, ci trovammo con le lingue che
divennero lava incandescente. Il suo sapore invase la mia bocca, era
dolciastro.
Mi teneva la mano sulla
guancia ed io misi le mie sulla sua nuca, l'avvolsi e mentre
l'intreccio delle nostre lingue continuava dandomi alla testa, lui si
schiacciò su di me col suo corpo, lo sentii, sentii quanto era eccitato
e quanto io stesso lo ero. Non potevo fermarmi perchè avevo voluto
farlo da sobrio e cosciente e liberamente da una vita e lo stavo
facendo. Le mie mani continuarono a muoversi da sole, scesi sulla
schiena arrivando alla sua vita e poi ai suoi fianchi, raggiunsi quella
parte di lui che mi aveva ossessionato da sempre, che avevo potuto
avere in circostanze confuse e strane.
Ora sapevo cosa facevo e
l'avremmo ricordato entrambi. Era un sapore diverso. La sua lingua
sulla mia e il suo sedere nelle mie mani.
Strinsi e l'attirai a me, lo sentii sorridere contro la mia bocca.
Lui fece altrettanto con
me, ma non mi prese il culo come avevo fatto io, andò fra le gambe e
attraverso i vestiti leggeri delineò il mio inguine che si faceva già
sentire.
Avevamo fatto già molte
cose, ma era così diverso, così presente, così reale, ora. E
soprattutto dipendeva da me. Saremmo andati fino in fondo?
Adesso avevamo parlato chiaramente, sapevamo tutto, non c'erano fraintendimenti o ragioni per non farlo.
Non c'erano... o forse c'erano? Mentre lo baciavo e ci toccavamo a vicenda, il caos vorticava in me.
Lui voleva solo scoparmi.
Anche io. Però io ero innamorato, volevo la storia. Lui no, lui
sicuramente non mi voleva seriamente. Dopo la scopata non l'avrei più
rivisto, Nole era un tipo così.
Dovevo accettarlo.
Il fatto era: mi sarei
preso l'unica cosa che Nole mi avrebbe mai voluto dare, una scopata per
la vita e basta, oppure mi sarei puntato e rifiutato per una dignità
che comunque non mi avrebbe consolato?
Nel casino di quelle domande, scossi la testa e con un gemito sulla sua bocca mormorai:
- No... - Poco convinto.
- No cosa? - Chiese stralunato.
Lo respinsi ma lui tornò, non usavo violenza, in realtà lo volevo.
- Rafa, parlami... mi
sembrava lo volessi, che ti piacesse... - Chiese cercando di guardarmi
mentre io cercavo di evitarlo per pensare. Una scopata e basta o
nemmeno quella?
Era quella la scelta.
- Sì certo ma... -
- Rafa, ti prego,
guardami... - Lui era allucinato e confuso e anche disperato, io alzai
così la testa esasperato. - Cosa c'è che non va? -
Sospirai insofferente.
Se glielo dicevo avrebbe negato pur di scoparmi.
Però dovevo dirgli qualcosa.
- Non sono sicuro di cosa voglio... - Dissi in una specie di verità.
- Da me? - Annuii.
- Mi ecciti, ma non so se è solo questo o se è un altro tipo di coinvolgimento... se c'è altro oltre all'attrazione... -
Tirai fuori qualcosa di plausibile, qualcosa da me, da un ragazzo incasinato.
Lui iniziò dolcemente a carezzarmi le braccia per calmarmi.
- E che male c'è? Anche se
vuoi solo scopare con me... - Lo guardai di nuovo combattuto. Lo volevo
da impazzire. E non avrei avuto altro che una notte di sesso. Per il
massimo che era. Una notte di sesso. O nemmeno quella.
Dovevo accettare o rifiutarlo?
Che senso aveva solo una notte? Io ne ero innamorato, volevo tutto, non solo una scopata.
- Ma tu dici che sei
coinvolto... - Dissi come se lo dicessi a me stesso. Nole l'aveva
ripetuto svariate volte da quando era uscito allo scoperto. Che era
preso, innamorato, coinvolto, voleva tutto, era disposto a tutto...
certo e nel frattempo ci provava col mondo. Andiamo, si era appena
portato a letto Stan per ripicca nei miei confronti. Per ripicca ti
porti a letto un altro?
Non mi voleva davvero se
non solo fisicamente. Io ne ero certo, ma dovevo seguire le sue parole,
le sue giustificazioni, le sue scuse. La sua linea era quella. Mi
amava. Mi voleva. Io invece ero confuso. Questo era ufficialmente, ma
in realtà era proprio l'opposto!
- Sì, ma mi va bene quello che vuoi darmi... - Continuò convincente.
- Non posso ferirti. Non è giusto. - Era il dialogo che avremmo dovuto avere se ci fossimo parlati a viso aperto, con onestà.
Al contrario, però. Lui a me ed io a lui.
Non era assurdo?
- Sono consapevole e
consenziente... - Disse allora deciso. Lo ero? Era anche la mia
risposta interiore alla sua proposta di andare comunque a letto
insieme?
- Ma non so nemmeno cosa voglio... - Avrebbe dovuto dire lui. Invece lo stavo dicendo io, anche se era tutto il contrario.
- Lo scoprirai mano a
mano... devi solo fare quello che ti va, puoi fare qualunque cosa, hai
campo libero... io sono qua che ti aspetto... - con questo mi lasciò ed
indietreggiò mettendosi sul letto. Mi stupì.
Mi lasciò campo libero per
decidere da solo. Non mi obbligava, non mi pressava come le volte
precedenti, quando erano successe quelle certe cose.
Era strano.
Per questo capii, capii che se non mi forzava non sarebbe successo, a meno che non l'avrei fatto io.
E se non l'avrei fatto me ne sarei pentito.
Capii che era l'ultima, l'unica volta. Un solo colpo.
Un ultimo servizio.
Giocarmela e rischiare di perdere o ritirarmi perchè comunque lui aveva il match point?
Sospirai mordendomi il labbro.
Non era una scelta.
C'era solo una cosa che avrei fatto, quella che facevo sempre.
Mi mettevo in posizione, alzavo la pallina e la colpivo con la mia racchetta. E poi andava come andava, ci avevo provato.
Non potevo perdermi la sola, l'unica, l'ultima occasione con Nole.
Non potevo.
A questo punto dissi:
- Al diavolo! - Mi staccai
dalla porta e mi tolsi la maglietta. In un attimo ero nudo, il cuore
che galoppava veloce nel petto e voleva uscire, il sangue e
l'adrenalina così veloce nel mio corpo.
Avrei fatto sesso con Nole, la sola cosa, dopo Roger, che avevo voluto con un ardore da uscirne matti.
Salii sul letto e lo spogliai con poca pazienza, bruciavo, mi sentivo un fuoco, lava che eruttava.
Non potevo controllarmi, non ce l'avrei fatta.
Mi avventai fra le sue gambe che aprii con poca gentilezza e feci mio l'altra parte che mi faceva impazzire.
Presi il suo cazzo in
mano, lo strofinai su tutta la sua lunghezza leccando di lato, poi
raggiunta la punta me lo infilai in bocca e l'avvolsi facendo proprio
quello che avevo già fatto ma che non ricordavo bene.
Adesso ero cosciente e consapevole ed era inebriante, elettrizzante e stupendo.
Succhiai muovendomi veloce su e giù, mentre stringevo con la bocca tirando con la gola tutte le volte che andavo indietro.
Lui si stese giù, si abbandonò e mi accompagnò la testa, cosa che mi eccitò ulteriormente.
Sentendolo crescere in
gola fino a soffocarmi, mi ritirai un istante per guardarlo e con
un'esclamazione del tutto spontanea, dissi:
- Cazzo! - Lo sentii ridere.
-E' grande come sembra da vestito? - Chiese conscio dei talenti del suo pene. Io risposi ancora più spontaneo:
- Molto di più! Cioè... se
andassi fino in fondo soffocherei! - Agli uomini piace che il cazzo
venga preso tutto in bocca e finisca fino in fondo alla gola,
ovviamente io ero un uomo e potevo saperlo per tanti motivi. Perchè
facevo quel genere di servizio o perchè ne ricevevo, ma essendo venuti
tutti allo scoperto sull'argomento gay, la questione fu...
- Se andassi fino in fondo? - Chiese infatti scettico.
Appunto.
- Non crederai di essere
il primo ragazzo che mi scopo! - Questo. Se un gay sa come funziona il
buon sesso orale o l'ha ricevuto o l'ha dato. In ogni caso presuppone
esperienza pratica.
Ed io l'avevo.
- Ah no? - Chiese incuriosito sollevandomi per le spalle, spingendomi giù al suo posto.
Si sedette abile e veloce sul mio viso, al contrario, come per bloccarmi ed assicurarsi un certo piacere nel contempo.
Io, bloccato con la faccia
fra le sue cosce, a pochi centimetri dalle sue parti intime eccitate,
morii nel sentirlo parlare sul mio inguine.
- Chi è stato ad avere l'onore? -
Lo presi per i fianchi e me lo diressi sulla bocca a piacimento, poi risposi ridendo.
- Alcuni non li conosci...
forse solo Juan Monaco... l'abbiamo fatto un paio di volte in
amicizia... stavo capendo quali erano i miei istinti e... - Ma lo scemo
si mise a succhiarmi il cazzo mentre gli rispondevo, così mi persi le
parole per gemere.
- E? - Chiese infatti fermandosi.
- E niente, mi sono confidato con lui e lui ha detto che si poteva capire solo provando! -
- Ecco da dove è venuta la tua frase... -
- Succhia e sta zitto! - Ordinai seccato, mentre ormai era un bisogno impellente quello di avere la sua bocca sul mio cazzo.
Lui ridendo decise di
accontentarmi ed io mi persi di nuovo, dovevo ricambiare ma era troppo
bello quello che mi faceva, non riuscivo a concentrarmi per ricambiare.
Appunto per questo lui tornò a fermarsi creandomi un insano istinto
omicida.
- Tu non fai nulla? -
Chiese infatti seccato. Io sbuffai leccando fra le sue natiche, trovai
la sua apertura ed iniziai a stuzzicarla con la lingua e le dita. Lo
sentii in estasi, i gemiti riempirono la stanza facendomi morire perchè
amavo la sua voce.
- Puttana... ma sei bravo! - Lo disse stupito ed io stizzito risposi:
- Tu invece lasci a desiderare, ti fermi sempre! - Feci infatti cattivo.
Continuai comunque ad occuparmi di lui che riprese a gemere.
- Ti ha insegnato bene, Juan... dovrò ringraziarlo... - Io però risi.
- E' pratica... non mi ha
insegnato tutto lui, l'ho fatto con altri. Ero innamorato di Roger, ma
non è mai stato con me, mica mi sono distrutto per i suoi rifiuti! Mi
son dato da fare! Ed ora datti da fare anche tu! - Grugnii seccato che
ancora perdesse tempo per non fare nulla. Capendo che non avrei
proseguito, si rimise al lavoro e la sua bocca intorno al mio cazzo
tornò a darmi sollievo. Spingevo il bacino nel suo viso, volevo
entrargli dentro. Avevo tante di quelle sconcezze in testa che mi
trattenevo a stento, per questo continuavo a farlo mio. E per questo
continuò a distrarsi.
Fu così che si inarcò riprendendo a gemere.
- Ehi! - Mi lamentai di nuovo.
- Zitto e continua, sto
impazzendo... - Saperlo mi eccitò comunque, quindi lo accontentai. I
gemiti furono sempre più forti, si muoveva inarcato seduto su di me,
stava impazzando letteralmente fino a che capii che stava per venire,
così lo staccai da me facendolo scendere, lo stesi sotto di me come
prima, gli salii sopra a cavalcioni e continuai strofinando i bacini.
Le nostre erezioni dure giocavano fra di loro, mi muovevo abilmente
girandogli intorno, schiacciandomi e muovendomi su e giù, lui, le sue
mani sul mio sedere mi accompagnava sempre gemendo.
Mi stavo eccitando di nuovo e lui non aveva mai finito.
Poi mi prese il viso fra le mani e mi baciò.
- Oh Dio... oh Dio Rafa...
ti prego... - Mormorò sulla mia bocca. Stava impazzendo, lo stavo
portando alla follia, ma non sapeva tutte le cose che avevo sempre
voluto fare con lui, quelle erano solo una minima parte, ma si
cominciava dalla base.
- Cosa? - Chiesi famelico mordendogli il labbro, sadico.
Avevo l'erezione dura su
di lui e volevo infilargliela dentro, volevo entrargli tutto e farlo
mio, possederlo e dirgli tu sei mio, sei mio anche se non mi ami, mi
desideri e mi hai desiderato per tutti questi anni e stiamo scopando
solo ora. Ora. E sarà la scopata più bella della tua vita, non la
dimenticherai. Non mi farò dimenticare!
- Ti prego, scopami, entra
che sto morendo... - Disse soddisfacendomi. Infilai la lingua nel suo
orecchio, scivolai sui suoi capezzoli, li tirai coi denti e gli morsi
il fianco, poi mi alzai dritto con la schiena, gli tirai su le gambe,
mi schiacciai su di lui ed in un soffio, un istante, facile e veloce,
fui dentro.
Accostato, trovata l'entrata, un colpo possente, deciso, senza esitazione.
E lui mi accolse con piacere, stringendomi forte dove ero tanto sensibile e stavo impazzendo dal dolore.
Il piacere fu triplicato in un solo istante. Non so se provò male, non so se di solito dava o prendeva.
Però stavo morendo di piacere, un attimo, un momento mi persi, non capii nulla.
Poi iniziai a muovermi e fu ancora meglio.
Come se quello che avevo provato potesse crescere, come se potessi provare più godimento.
Ero andato, preso, mi
muovevo selvaggiamente, forte, veloce, affondavo con colpi decisi, non
mi controllavo. L'avevo voluto con una disperazione tale che non avrei
sprecato quell'unica occasione che ormai mi ero preso.
I gemiti riempirono
l'aria, ci chiamavamo l'un l'altro e sentendo il mio nome gli tappai la
bocca, poi lo baciai, giocammo febbrili con le lingue senza sapere cosa
facevamo.
Stavamo per venire, quando
uscii. Non ce la facevo. Non poteva essere solo quello. Se doveva
essere l'unica scopata con lui, dovevo avere tutto.
L'avevo scopato, ora mi sarei fatto scopare.
- Se non lo sento dentro
impazzisco... - Dissi ansimante. Non è spiegabile il bisogno di averlo
dentro, ma è pressante, è follia allo stato puro. Ad un certo punto sai
che avrai pace solo avendolo dentro, sentendolo.
E quando mi sedetti su di lui indirizzandomelo dentro, abbandonai la testa all'indietro, la bocca aperta, il fiato sospeso.
Oh Dio... oh Dio... non... non c'è descrizione per quel che provai in quel momento.
Pregai solo che non fosse l'ultima volta.
Poi iniziai a muovermi da
solo, mentre mi teneva per i fianchi e mi accompagnava nelle onde
perpetue che aveva il mio corpo sul suo. Mi mossi con ogni muscolo,
dalla schiena alle scapole alle braccia ai fianchi alle cosce. Tutto di
me si muoveva su di lui alzandosi e abbassandosi e contemporaneamente
su e giù avanti ed indietro, come se cavalcassi.
I gemiti tornarono a
riempire la stanza e quando toccò col suo cazzo il punto di massimo
godimento dentro di me, io che ero già sul punto di venire, raggiunsi
quello che posso dire l'orgasmo più bello della mia vita. Sconvolgente.
Poco dopo lo sentii
venirmi dentro, un liquido bollente che mi cullò mentre gli crollavo
addosso, immobile, ansimante, sudato, senza più la ragione e la
consistenza di me.
I sensi mescolati, il mondo confuso.
Le sue braccia mi
avvolsero dolcemente, le mani mi carezzarono la schiena, i capelli.
Poco dopo capii che gli ero ancora sopra e mi sfilai stendendomi sul
suo petto, appallotolato. I cuori a mille e lui sempre a tenermi a sé.
Potevo illudermi che gli
importasse davvero, che quel che aveva detto fosse vero. Che era preso,
che mi voleva bene e che non era solo uno sfizio che si era voluto
togliere.
Mi illusi mentre tutto andava via, tutto.
- Comunque con Roger ho parlato di te, gli ho chiesto consiglio... - Feci dopo un po'. Non so perchè glielo dissi.
- E cosa ti ha detto? - Chiese piano.
- Che certe cose valgono
il rischio della prova. Che non si possono capire a livello teorico, ma
solo con la pratica. E che eravamo adulti e vaccinati, di essere chiaro
con te sin dall'inizio senza omettere nulla e di vedere cosa dicevo
io... - Non era andata proprio così, ma una delle volte precedenti, me
l'aveva detto. Non quella lì, ma me l'aveva detto.
- Più chiaro di così... - Disse lui, io sospirai.
- Non ho idea di cosa
voglio, Nole... - Gliela misi giù così, sperando che lui fra sé e sé si
dicesse le stesse cose, con onestà. - volevo farlo, se non l'avessi
fatto sarei impazzito. Ma non so altro. - Cazzo, io lo sapevo. Io sì.
Lui no. Lui diceva tante cose, ma ne faceva tremila diverse.
- Mi va bene. - Fece poi.
Io sorrisi e gli carezzai il petto mentre lui faceva altrettanto con la
schiena. Mi stavo solo illudendo.
- Adesso però muoio di
fame! - Borbottai poi rovinando l'atmosfera, non volevo che si
appesantisse troppo. Non era l'ideale lasciare che andasse così, ma
potevo solo sperare che non mi piantasse sul serio perchè era arrivato
al suo scopo.
Non avrei retto.