CAPITOLO IX:
UNA PARTITA PER CAPIRE

https://www.youtube.com/watch?v=FGiQLNinyzI
20,30. 33,30. dal 39,18



Se non avessimo giocato subito quella partita penso sarei morto!
Ci pensavo ossessivamente e non potevo andare avanti così.
Il nervoso arrivò a picchi altissimi, non ero così teso nemmeno quando dovevo giocare incontri ufficiali e importanti.
Era un'amichevole di beneficenza!
Arrivammo tutti negli spogliatoi dove mettemmo giù le nostre cose e ci preparammo.
Nole teneva banco.
Arrivai qualche minuto dopo degli altri, la puntualità non era il mio forte.
Sentii il baccano da fuori, risa ovviamente.
Ridacchiai nervoso col cuore che balzò in gola.
Quanto potevo essere scemo?
La sua voce. Mi morsi la bocca prima di fare il mio ingresso nello spogliatoio. La sua voce ed il mio orgasmo quando ci avevo parlato per telefono.
Miseria ladra, perchè questo effetto ora di punto in bianco?
Mi decisi ad entrare nel mezzo delle risa e lui fu il primo a notarmi, si illuminò tutto e mi venne incontro salutandomi con una stretta di mano maschile ed una pacca sulla spalla, sembrava felice di vedermi.
Io assecondai sorridendo, ma mi sentivo impacciato e forse si vedeva.
Nervoso, cercai Roger che trovai subito, mi venne incontro e mi salutò con una stretta meno mascolina, ma comunque amichevole. Il suo sguardo sembrava sereno e felice come sempre, nei suoi occhi non trovai qualcosa di diverso, ma avrei tanto voluto parlare con lui da solo per un momento, un solo momento.
Non ci fu tempo e mi trovai a salutare anche tutti gli altri presenti come in un turbine.
Non rimanemmo molto lì dentro, perchè eravamo già tutti pronti e nel caos generale di tutti che facevano a gara a chi le sparava più grosse, ci avviammo verso il campo. Nel tunnel ci microfonarono e racchette alla mano, ci separammo a seconda delle squadre d'appartenenza.
Io, Andy Roddick, Kim e Nole eravamo la squadra blu.
Ero nervoso ed euforico insieme, ero terrorizzato dal giocare con Nole per non so quale stupida ragione, però al contempo non vedevo l'ora.
Ci presentarono e dopo il discorso iniziale di Roger -fortuna che ci aveva messo lui la faccia, io a dover fare gli onori non ce l'avrei proprio fatta- furono scelte le prime squadre che sarebbero scese in campo.
Io ed Andy contro Roger e Lleyton.
Questo mi aiutò a rilassarmi e calmarmi.
Iniziare con Nole già di primo impatto sarebbe stato shockante, credo.
Lo volevo, ma ero troppo nervoso all'idea. Del resto c'erano alcuni trascorsi non da poco, per i miei canoni.
Un conto era incrociarlo e giocarci contro in finale o semifinale, un altro era giocarci insieme.
La prima parte con Andy fu fantastica, buttai nel tennis, seppure in una semplice amichevole, tutta la mia tensione ed il fatto di non dover vedere Nole accanto a me mi aiutò a caricarmi molto e ad esprimermi a degli ottimi livelli.
Sia io che lui ci facemmo valere, spinti anche dalle grandi giocate di Roger e Lleyton.
Naturalmente nessuno avrebbe potuto mantenere quel ritmo così elevato, ma volevamo far divertire il pubblico e comunque eravamo eccitati dalle combinazioni che erano uscite. Di fatto era un'occasione di confronto non da poco, tutto sommato.
Era una di quelle che non avvengono... beh, mai credo!
Un po' perchè noi eravamo tutti giocatori di singolo, ogni tanto facevamo i doppi per tenerci allenati, specie in vista degli incontri in nazionale, ma non li prendevamo mai sul serio. Per cui una partita di due top player contro altri due top non si verificava mai.
E poi c'era il fattore amichevole. Non avevamo l'ansia e l'angoscia di dover vincere a tutti i costi. Era puro divertimento e tale fu.
Potevamo azzardare ed esibirci in giocate da fuori di testa come di fatto facemmo.
Fu molto bello e divertente, penso una delle migliori amichevoli mai fatte, a livello di doppio.
Non mi pentii affatto d'aver partecipato.
Una volta seduto in panchina per la seconda parte, dove avrebbe giocato Nole con Kim contro Sam e Serena, potei tornare ad affondare nel mio caos e nel mio nervoso.
Nervoso che salì puntuale.
Ignorare l'esistenza di Nole giocando con Andy era stato facile, il tennis aveva fatto il suo corso. Ma stare seduto dalla sua parte a guardarlo muoversi e sentirlo parlare fu deleterio.
Deleterio a dir poco.
Ebbi molto tempo per ricordare a me stesso -e anche rendermene pienamente conto- il motivo per cui mi stava scombussolando tutto.
Era erotico, sexy, divertente e scemo. Delle combinazioni devastanti.
Amavo quelli che mi facevano ridere e lui in questo era il migliore, se ne usciva con delle battute così disinvolto da farmi chiedere come facesse, quando le pensasse.
E poi la sua risata.
Non so, aveva un modo di ridere particolare, lo trovavo erotico anche quello. Apriva la bocca, ma non rideva sguaiato, non era eccessivo. E gli si illuminavano gli occhi.
Poi era abbronzato, l'abbronzatura gli stava bene.
Oltre a questo per giocare faceva anche cose come sculettare e agitare i fianchi.
E quel dannato aveva un culo bellissimo.
Glielo guardavo sempre, mi cadeva l'occhio non ci potevo fare proprio niente.
Non era grande, ma nemmeno piatto. Era perfetto e ben modellato.
Credo che ogni tanto mi avesse beccato a guardarglielo e comunque sapeva quali carte buone aveva nel suo mazzo.
Come se tutto questo non bastasse, sul serio la sua voce al microfono era incredibilmente sexy.
Da lì in poi non avrei più giocato bene come mio solito.
A peggiorare la situazione fu Andy che pensò bene di andarsene, aumentando le possibilità in cui io e lui avremmo potuto giocare insieme.
Era ovvio che sarebbe successo, mi dicevo.
Il due ed il tre del mondo sono in squadra insieme, il popolo vuole vederli in coppia.
Si sapeva.
E questo non mi aiutava a calmarmi, anzi.
Ormai ero assorbito da lui, i miei occhi solo su di lui, sul suo corpo che si muoveva agile, sulla sua risata, su quel che diceva, sul suo viso, sul suo sedere.
Specie su quello.
Così tanto che, in una delle pause dove venne a bere, io gli porsi l'asciugamano e lui mi porse il viso affinchè glielo asciugassi. Certo aveva la mano occupata dalla bottiglia perchè stava bevendo, ma quella era una delle famose cose che faceva scherzando e che gli venivano benissimo. Tutt'altra cosa a me. Io dovevo impegnarmi per essere divertente.
Io non ragionai, agii totalmente d'istinto come mi veniva in certi casi.
Certo quando facevo cose strane era sempre fatto istintivamente, se ci ragionavo non le facevo.
Gli asciugai il viso e quando fece un passo in avanti per posare la bottiglia e riprendere il gioco, gli passai l'asciugamano anche sul sedere.
Perchè dannazione l'aveva agitato tanto sotto i miei occhi ed io non era riuscito a far altro che guardarglielo.
La mia mano si mosse proprio da sola.
Davvero.
Non era da me, non sarebbe mai stato da me, specie con tutte le telecamere e la gente a vedere.
Ma lo feci, veloce, ironico.
Asciugamano -e mia mano- sul suo culo.
Quando lo feci, lui lo sporse scuotendolo. Ovviamente.
Non potevo che aspettarmi quello.
Risi in reazione isterica. E poi comunque lo trovai divertente davvero.
Quando mi sedetti e lui tornò in campo, il suo commento mi fece diventare di mille colori.
- Grazie Rafa, che tocco dolce. -
Risi, non potendo andare a nascondermi.
Arrossii, ma avevo giocato e poteva sembrare che fossi rosso per il movimento.
E morii realizzando cosa avevo fatto e cosa lui aveva sottolineato con quella battuta.
Se fosse stato zitto, nessuno l'avrebbe notato.
Certo, passargli l'asciugamano sul culo scherzando, velocissimamente per di più, non era come toccarglielo davvero, però fu la cosa più vicina al palparlo e fremevo tutto per la mia folle audacia. Folle per i miei canoni.
Quando toccò giocare di nuovo a me, anche se ero con Kim, fu traumatico.
Ero totalmente nel pallone, ancora, e non riuscivo proprio a tornare presente nella partita.
Sbagliai tutti i servizi fino a che Kim non mi prese il posto e si mise a battere lei.
Per il resto giocai abbastanza, ma non al mio meglio. Riuscii a riprendermi un po' nel corso dei game, feci alcune cose non male, però in generale ero con la testa alla mia audace mossa e al suo 'tocco dolce'.
Tocco che ricambiò alla prima occasione.
Lui lo fece meglio, era chiaro che ci aveva pensato e ripensato, seduto in panchina a fissarmi con quello sguardo che mi aveva distratto abbondantemente.
Ancora non capivo se ci provava con me o no e, in quel caso, se lo facesse per passatempo o perchè gli piacevo io.
Non l'avrei capito presto, ma intanto alla fine di uno dei game, andato a dissetarmi da lui, me lo ritrovai con l'asciugamano ad asciugarmi come avevo fatto io con lui.
Con la differenza che lui mi asciugò le gambe risalendo sulle cosce. Ed io, da bravo pazzo furioso che ero, ebbi il famoso istinto di alzarmi il pantaloncino degli shorts, scoprii così la mia coscia destra a livello inguinale rimanendo immobile mentre lui approfittava di me quanto più poteva.
Ed approfittò sul serio, visto che poi mi passò il telo anche sul sedere, come avevo fatto io prima. Ma anche questo meglio.
Io non avevo osato picchiare in modo da sentire meglio, l'avevo passato leggero e veloce. Lui diede dei sonori buffetti che sentii molto bene.
Di riflesso strinsi le chiappe e lui credo le sentii belle dure quando le toccò in quella maniera.
Ero nel panico, nel pallone. Il punto è che dovevo tornare presente.
Kim con noi scherzò sul fatto e chiese di farlo anche lei. Era una ragazza ed io un ragazzo con un bel corpo. Capii vagamente che la scena sarebbe stata sensata in questa combinazione. Lei che asciugava e palpeggiava me, non che invece lo facesse Nole.
Ma mentre approfittò della mia coscia scoperta per massaggiarla veloce, io me la coprii dicendo, sempre contro il mio controllo vocale e mentale, di smettere.
Ovviamente non fui sgarbato, era sempre tutto un gioco, facevamo delle parti o per lo meno io, su suggerimento di Roger.
Dovevo fare quello scorbutico agguerrito, mi veniva bene.
Purtroppo avevo permesso a Nole di pulirmi e gli avevo dato la coscia scoprendola, poi avevo allontanato Kim.
Insomma, avevo sbagliato tutto.
Come se non bastasse, sentendo Kim che chiedeva a Nole se gli andava di giocare con me e vedendo che lui aspettava il mio consenso, la mia bocca parlò da sola dicendo, sempre calato nella parte del fissato con la vittoria, che col mio servizio e la sua volé non avremmo potuto che vincere.
Un copione, dopotutto. Ma di fatto un copione che mi permetteva di fare certe cose come chiamare Nole in coppia con me dicendo che insieme eravamo fortissimi.
Nole allora accettò di giocare, prese la racchetta e dandoci pugno contro pugno da compagni di gioco, mi cinse col braccio intorno al collo camminando con me verso il campo.
Quello, credo, fu il momento in cui morii.
Per dieci minuti non capii nulla, non fui reattivo né nei dialoghi che si stavano avendo, né in campo al gioco.
A peggiorare la situazione come se potesse essere peggio, proprio cominciando il game con me alla battuta, chiesi come di rito:
- Novak, dove? - Inteso la palla. Cioè quando si gioca in due, chi batte concorda col compagno dove tirare il servizio per permettergli eventualmente di gestire la risposta dell'avversario.
Ero nel panico, agivo come d'abitudine. Se fossi stato in me mi sarei reso conto che chiedere a Nole dove volesse qualcosa senza specificare cosa, non era una cosa saggia.
Infatti lui, piegato in avanti davanti a me, mosse i fianchi, si alzò la maglia, mi mostrò il culo e con una faccia maliziosa che potei vedere grazie allo schermo gigante che avevo proprio a portata di sguardo, se lo toccò dicendo basso e suadente con la sua maledetta voce ed il maledetto viso:
- Qua! - Tutti risero, io colto ancor di più alla sprovvista, come mio solito non ragionai e risposi istintivo.
- Bellissimo... - Ma mi morsi la lingua. Il cervello stava gridando 'culo', non so con quale forza mentale nascosta capii che non era il caso di dirlo e deviai all'ultimo in – Posto. - Beh, cambiava poco. Il problema era il bellissimo che mi era scappato.
Così io ebbi conferma che lui si era accorto della mia ossessione per il suo culo e lui ebbe conferma... beh, di questo!
Mi piaceva il suo culo.
Ok, peggio di così non poteva andare.
Il minimo fu sbagliare il servizio. Del resto sfido chiunque a rimanere concentrati dopo la sua visione.
Ogni tanto mi rivedo la registrazione di quella partita e vedo quel momento, vedo il suo viso, lo vedo ancora meglio la malizia del suo volto, per non parlare del tono usato in 'qua'. Mi fa morire tutte le volte.
Fortunatamente l'avere davanti Roger che si mise a scherzare con me, mi aiutò a calmarmi e solo dopo me ne sarei reso conto con lucidità.
Sempre più stava consolidandosi quella situazione.
La situazione in cui io ero nervoso per Nole e rilassato con Roger.
Il tipico atteggiamento di chi è preso da uno ed in amicizia con l'altro.
Forse era presto per dirlo, forse ci voleva ancora un po' per avere proprio quel genere di sentimenti per uno e per l'altro, visto com'erano state le cose solo fino a mesi prima, però credo che l'essermi voluto aggrappare a Nole per uscire dalla delusione con Roger, non era stata una scelta casuale. Non avrei potuto farla con chiunque altro.
Di fatto avevo scelto proprio lui. Ed in pochissimo tempo aveva saputo prendersi prepotentemente quasi tutto il posto, il tempo e la mia sanità mentale.
Questo qualcosa di certo significava, ma sul momento non riuscii ad essere obiettivo nel valutare la mia situazione e vissi quella partita, quei game in coppia con lui, come i migliori ed i peggiori della mia vita.
Come i più belli ed i più shockanti insieme.
Non li avrei mai dimenticati anche se non successe nulla di speciale, a parte un corrergli contro facendo, di mia iniziativa, uno scontro di petti virile.
Avevo fatto azioni più fantastiche nei primi con Andy, ci eravamo solo battuti le mani ed era uno molto spiritoso e aperto anche lui.
Quella cosa col petto la feci solo con Nole, il massimo contatto da me espresso.
Così come certe cose le avevo fatte e permesse solo a lui.
C'era poco da fare, Nole era diverso dagli altri, il mio approcciarmi a lui era diverso e solo un cieco non l'avrebbe notato.
Lui, di sicuro, se ne era accorto.
Era come se ci fosse una continua tensione, di quelle sul filo dell'erotismo.
Certo da fuori non si poteva percepire proprio così. Forse da fuori si percepiva una sorta di attrazione mista a respinta, però c'era una dinamica speciale e diversa, una dinamica che non avevo con nessuno. Né lì quel giorno, né in generale mai.
Con Roger avevo un rapporto ed un modo di stare e scherzare che non avevo con altri, eravamo familiari fra di noi.
Però anche con Nole avevo qualcosa di diverso.
Qualcosa che mi faceva uscire di testa. Letteralmente.
E quella partita sottolineò perfettamente quella strana cosa fra noi.
Perchè lui si comportava con me come se ci stessimo corteggiando apertamente.
Mi stuzzicava con battute che si faceva fra fidanzati, come lamentarsi di preferire Kim come partner di gioco e, vedendomi uscire dal campo offeso, richiamarmi correggendo il tiro.
- Io intendevo che Kim era una partner migliore per te! - E venirmi incontro per accompagnarmi in campo, guardarmi in viso, cercare i miei occhi che evadevo imbarazzato e in tilt, dicendo suadente: - Perchè te la sei preso, ora? -
Bastardo, pensai. Cosa rispondo ora?
Chiaro che lui voleva sottolineare la mia gelosia, io mi ricordai che eravamo ad una partita di tennis e che avevamo gli occhi di tutti puntati addosso.
Non potevo di certo ammettere che lo ero.
- Come faccio a giocare con questa poca fiducia, ora? - Me ne tirai fuori in extremis senza sapere nemmeno io come c'ero riuscito.
La gente si mise a ridere e ricominciammo a giocare, ma il suo atteggiamento verso di me rimase equivoco e particolare, come due fidanzati che bisticciavano.
O due che si piacevano e si corteggiavano provocandosi e mettendosi alla prova di continuo.
Funzionava in entrambi i casi, ma non esisteva una terza opzione in cui quel modo di porci in campo fosse normale.
Con Andy era stato normale, con Kim lo era stato.
Non con Nole.
Me ne rendevo conto, ma non riuscivo a controllare la cosa.
Fortunatamente fu l'unica volta che giocammo insieme, ma fu piuttosto intensa e sconvolgente per me.
Indimenticabile, in effetti.
Specie perchè Nole ci aveva provato più con me che con Kim, una ragazza.