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Rafa e Nole avevano già avuto eventi di beneficenza o d’esibizione a cui avevano partecipato, alcuni anche insieme, ed erano stati tutti divertenti.
Ma ci misero poco a capire che lì il tono dell’evento sarebbe stato ben diverso. Sarebbe stato molto serio e altisonante.
Solenne.
Rafa ci aveva pensato molto, per quanto timore avesse che si lasciassero troppo andare, si era ricreduto una volta accolto all’aeroporto da una scorta di uomini che sembrava stessero portando in giro il re.
“In effetti di che mi preoccupavo? Qua sono tutti così seri che prima di poterci lasciare andare a qualche cosa di troppo, dobbiamo lasciare Bangkok!”
Nella sua mente era vivido Buenos Aires, quando nel Novembre del 2013 i due avevano partecipato insieme a 5 giorni di tennis ed eventi di vario genere.
Lì ogni tanto gli era scappata la mano, ma era stata colpa dell’atmosfera continuamente festaiola e goliardica, dove tutti inneggiavano ad andare sopra le righe. Esagerare negli atteggiamenti con Nole era stato facile, pur poi si fossero messi insieme dopo qualche mese.
Una volta arrivato in camera, Rafa preoccupato scrisse a Nole.
‘Scusa, non avevo considerato che i thailandesi non sono come gli argentini…’
Nole, che non era ancora arrivato, non capì a cosa si riferiva, ma gli ci volle poco. Messo piede in aeroporto se ne rese conto a sua volta.
Era tutto non solo formale, ma anche serio. Lo trasportavano come se la sua vita fosse minacciata.
Nole si intimidì immediatamente e per intimidirlo ce ne voleva davvero molto.
‘Ora capisco cosa intendi…’ Scrisse Nole a Rafa una volta sulla macchina che lo stava portando al suo stesso albergo.
In camera si mise a ridere.
In Argentina li avevano anche messi nella stessa camera perché così era più bello o per qualche strana ragione misteriosa, qua uno per camera e rigorosamente separati dai membri della loro squadra.
Camere enormi e bellissime.
‘Devo vederti, mi sta venendo l’ansia!’
Scrisse Nole infatti. Rafa leggendo il messaggio si mise a ridere e scosse il capo.
‘Abbiamo un po’ di tempo per riposare prima della conferenza.’ Si erano mossi presto per avere tempo per stare un po’ tranquilli dopo il fuso orario.
Cinque minuti dopo Nole era sgattaiolato in camera di Rafa e appena dentro gli si era attaccato al corpo come un koala, spaventato dell’atmosfera troppo seria per i suoi gusti.
La risata di Rafa era risuonata nella camera.
- Non sai come sono da queste parti? - Nole scosse il capo senza ancora riuscire a parlare.
Rafa lo cinse a sua volta carezzandogli la testa e la schiena, poi fece capolino di lato per sbirciare la sua espressione col broncio.
- Dai, ti abituerai presto. - Rafa aveva un po’ più di pratica con loro, anche se la Thailandia non era la sua meta più ricercata proprio perché preferiva il Sudamerica all’Asia.
- Dici? - Lo spagnolo annuì ridendo.
- Vedrai. Poi quando visiteremo Bangkok ti distrarrai, è una bella città. - A questo proposito Nole si alzò dal suo petto su cui poggiava e lo guardò allarmato, ricordandosi di una cosa importante.
- Ma vedremo anche il Primo Ministro, ho visto! - Rafa rise ancora per la sua preoccupazione!
- Pentito d’aver accettato? - Nole a quella domanda scosse il capo energico, corrucciato.
- No assolutamente no! Sono felice di essere qua con te! Siamo praticamente solo io e te perché gli altri della nostra squadra non sono stati invitati ai giri vari… sarà bello fare una cosa solo tu ed io! -
- E tutti i thailandesi! - Precisò Rafa divertito.
- Ci seguiranno tutti? - chiese preoccupato. L’altro piegò la testa.
- E’ probabile, per loro averci qua è un evento anche perché non essendoci un torneo cittadino che ci fa venire qua una volta all’anno, è l’occasione della vita per vederci. - Spiegò calmo Rafa. Nole sospirò, poi alzò le spalle e gli prese il viso fra le mani.
- Non importa, sarà bellissimo lo stesso. -
Rafa sorrise e lo baciò.
- Ne sono convinto! -
I due si rilassarono insieme sul letto, abbracciati e comodi, a parlare di un po’ di cose, poi il tempo volò ed arrivò il momento di andare alla conferenza insieme.
Nole poco prima dell’orario stabilito tornò in camera propria senza farsi vedere, cosa piuttosto facile visto che i sorveglianti tenevano d’occhio l’intero piano in fondo alle scale. Una cosa piuttosto superflua visto che comunque il piano era stato interamente riservato a loro e ai rispettivi accompagnatori.

Arrivati nella sala riservata alla conferenza stampa, con diversi fotografi e giornalisti, l’atmosfera si fece più rilassata per loro abituati a quel genere di cose.
Foto e flash diedero loro il benvenuto, poi cominciarono con le domande. Era bello stare seduti insieme, uno vicino all’altro.
Rafa volle compensare la mancanza della propria reazione entusiastica di settimane prima, quando aveva saputo dell’idea di Nole.
Così per rimediare a quella specie di piccola gaffe col suo compagno, decise di ammettere pubblicamente che loro due si scrivevano sms e che erano in contatto.
Lo disse in modo sottile, ma a suo modo chiaro.
‘Subito dopo l’US Open gli ho scritto, ma lo voglio dire pubblicamente. E’ fantastico il modo in cui sta giocando l’intera stagione. La forza mentale ed il livello tennistico è difficile da eguagliare.’
A Nole venne un colpo sentirlo. Rafa era fissato col tenere nascosta la loro relazione, infatti era più facile che facesse complimenti a Roger o che dicesse che loro due erano usciti insieme a cena e che si sentivano per telefono, piuttosto che dire cose simili con Nole, eppure ora eccolo lì a dire che gli aveva scritto dopo l’US Open.
Torneo particolare, per Rafa, situato in un periodo di lutto familiare. Dire che aveva pensato a lui e alla sua finale, che l’aveva seguito e gli aveva scritto significava molto per lui.
Rimase estasiato dal sentirlo, stupito e commosso.
Si sarebbe aspettato di tutto tranne che quello.
Far sapere che si scrivevano era audace per uno come lui, soprattutto alla luce del fatto che erano grandi rivali. Fare i complimenti per una vittoria importante e per la stagione favolosa era incredibile in realtà. Non si faceva fra rivali normali. Questo significava che non erano rivali normali. Finalmente Rafa lo stava facendo sapere.
Una volta finita la conferenza, i due ebbero un istante di passaggio fra un impegno e l’altro dove poterono bere qualcosa in attesa di fare uno dei giri previsti.
Ebbero così modo di parlarsi al volo e velocemente, purtroppo nulla di particolare.
- Grazie. - Fece Nole ancora colpito da quello che era successo in conferenza. Rafa lo guardò accigliato senza capire e lui continuò - Per aver ammesso che ci scriviamo, che abbiamo un rapporto diverso dalla semplice rivalità. - Rafa arrossì e tornò a guardare avanti, dove gli accompagnatori li aspettavano per scortarli fra la folla e guidarli. - Non è da te, specie per il rapporto che c’è in realtà. - Non disse ‘perchè stiamo insieme’, ma era quello che intendeva. - E poi grazie per i complimenti che mi hai fatto davanti a tutto il mondo! Sei stato molto carino! -
Rafa tossì e totalmente imbarazzato borbottò un ‘figurati’, lieto di non poter più parlare perché arrivato fra la famosa folla che, seppure composta e calma, li acclamava a modo loro, increduli di averli lì.
Ben presto si immersero nelle usanze thailandesi e vennero risucchiati dal loro mondo e modo di fare, rilassati più di quel che si sarebbero aspettati visto il trattamento ricevuto inizialmente.
C’era una specie di calore nella loro compostezza. Era un mondo molto diverso da quello a cui erano abituati. Sentivano la voglia di abbracciarli, toccarli, fare foto insieme, ma li vedevano che si trattenevano come se ci fossero delle regole da seguire a tutti i costi.
I fan c’erano naturalmente, tutti coi cellulari in mano a riprenderli. Ma stavano al loro posto, li seguivano, non li invadevano mai.
C’era un vero e proprio corteo dietro di loro, come se andassero a sposarsi e facessero un giro di saluto per la città.
Oppure una processione. Qualcosa di straordinario, insomma.
E poi c’erano le cose bizzarre, tipiche del posto, che li fecero ridere e divertire.
Fu una bella giornata nel complesso, visto come era cominciata.

Mangiarono insieme ai membri che avevano organizzato tutto, una cena thailandese buonissima e al tempo stesso leggera.
Dopo di che furono liberi di andare a dormire in camera e quello fu il primo vero momento atteso di quei due giorni.
Appena riuscirono a riunirsi in camera, tirarono un respiro di sollievo.
- Mi sembrava di essere il re e la regina che si erano appena sposati. O che stavano per farlo. - Asserì Nole chiudendo il telefono e mettendolo nel comodino. Rafa rise impostando la sveglia per l’indomani mattina.
- Quel corteo che ci seguiva era inquietante, ma pensavo fosse una cosa più solenne. - Ammise aprendosi i jeans.
- Beh, aspetta domani… dobbiamo andare dal Primo Ministro e poi andremo nel posto dell’attentato, penso sarà una giornata impegnativa… - Rafa ricordandosene dovette convenire con lui e togliendosi le scarpe, andò verso il letto sfilandosi la maglia da sopra la testa.
- Intanto godiamoci la notte, a domani penseremo domani! - Nole era troppo sul chi vive, cosa strana visto che di solito era l’opposto. Rafa era quello attento e Nole quello rilassato. Specie considerando che quando si erano scambiati la notizia, in America, quello a reagire bene era stato Nole…
Questi, sentendolo, ridacchiò e si disse che era sciocco a pensare a quello che stavano sembrando e che gli altri pensavano, erano lì, il resto non contava.
Appena lo vide spogliarsi tutto venne scacciato, cancellato immediatamente.
Si tolse così le scarpe a sua volta, poi si aprì i jeans. La maglietta gliela tolse Rafa, ormai in boxer in attesa che si sbrigasse.
- O magari ti sei pentito di essere venuto? - Chiese provocatorio Rafa per la seconda volta da quando erano lì. Nole lo prese per i fianchi e l’attirò a sé, schiacciandoselo contro. Rafa sorrise malizioso e lo stesso fece lui.
- Pentito? Adesso ti faccio vedere quanto sono pentito! -
E con questo prese possesso delle sue labbra, aprendole con le proprie ed infilandosi nella sua bocca. Le mani scivolarono dietro ed andarono sotto all’elastico aderente dei boxer, delinearono i glutei morbidi e li strinsero fra le dita. Rafa si abbandonò a quel gesto possessivo e sollevò le braccia cingendogli il collo, diede vita ad un bacio che scacciò ogni intimidazione giornaliera. Nessuna guardia del corpo rigorosa che allontanava chiunque osasse guardarli, nessun programma troppo serio per domani.
Ora erano solo loro due e la sensazione di essere due novelli sposi in luna di miele, perché quella era stata la sensazione avuta durante il giro di qualche ora prima.
Il bacio proseguì ubriacandoli, mentre le mani di Rafa si spostarono in basso, dirette ai jeans che ancora stavano su.
Scivolò sulla schiena e poi sulla cinta, si infilò sotto e trovato anche i boxer, tirò giù tutto e con essi si abbassò anche lui, uscendo dalla sua bocca.
Con le labbra aperte carezzò il suo torace ed il suo ventre, fino a sedersi sul letto e togliergli tutto. Una volta finita l’operazione, lo sistemò fra le proprie gambe aperte e si occupò della sua erezione. Lo stuzzicò con la punta della lingua, poi lo preparò con la mano ed infine lo fece suo con la bocca. La sua voce lo raggiunse mentre i gemiti cominciarono e sentendolo, la mano libera andò nel proprio inguine.
Si era masturbato migliaia di volte sentendo la sua voce, l’effetto che gli faceva era inumano.
Nole spinse il bacino nella sua bocca, come se già lo possedesse, poi sentendo l’eccitazione salire paurosamente si separò da lui e salì sul letto. Rafa scivolò indietro ed alzò il bacino mentre Nole gli sfilò via del tutto i boxer che ancora aveva.
Una volta tolti, risalì sulla gamba dalla caviglia alla coscia, percorrendola con la lingua. Rafa si stese trattenendo il fiato, era una cosa che lo mandava in estasi.
Continuò sul fianco e poi sul torace, dal basso ventre fin su al collo, infine gli succhiò il mento, poi il labbro ed infine la lingua. Si stese su di lui strofinandosi con l’erezione dura su quella di Rafa che aveva già iniziato a reagire, quando il ragazzo si lamentò, Nole scese tornando a leccarlo come prima, fino a raggiungere l’inguine e a tormentarlo.
Infine lo prese in bocca e cominciò a succhiare salendo sempre più d’intensità, fino a che lo sentì diventare duro e pulsante.
A quel punto si interruppe e mordicchiando la pelle umida, gli spinse le gambe in avanti e si occupò con la bocca e le dita del suo ingresso, sotto l’erezione eccitata.
Rafa si prese le gambe da sotto le ginocchia e se le tirò contro il petto, dandogli un miglior accesso a quella parte di sé. Cercò di contenere i gemiti, ma ad un certo punto si ritrovò ad implorarlo di sbrigarsi che non ce la faceva più e sebbene Nole avrebbe voluto perdersi di più a far suo ogni centimetro del suo corpo, alla fine decise di farlo contento e sistematosi su di lui, gli prese le gambe e se le appoggiò alle spalle, poi si indirizzò in lui e scivolò dentro con un movimento fluido e virile. Rafa si morse il labbro e lo guardò eccitato alzando le braccia sopra la testa, in un totale abbandono di sé.
Nole lo schiacciò col suo corpo e si appoggiò con le mani ai lati del suo torace, poi iniziò a muoversi in lui con sempre più impeto, andando ad ogni colpo sempre più in profondità, aumentando il ritmo e l’intensità, come se di volta in volta non ne avesse abbastanza, come se si sentisse morire a non averne di più ed ancora e più forte.
I gemiti si unirono nella stanza, mentre le dita di Rafa sfilavano sul suo collo e sulle sue spalle, attirandolo a sé, chiamandolo fra i gemiti e il volto in totale abbandono e godimento.
Nole continuò sapendo come piaceva a Rafa ed infatti non venne deluso, ad un certo punto lo vide impazzire letteralmente, contorcersi e spingere contro di lui, alzando il bacino e stringendolo contro di sé.
Poco dopo lo vide raggiungere l’orgasmo.
Nole si abbandonò al proprio e per farlo non si perse un centimetro del suo viso e del suo corpo, del suo modo di muoversi, di abbandonarsi, di darglisi.
Nole aveva gli orgasmi con ogni componente di Rafa.
Non era solo una questione di percezione fisica mentre lo prendeva e lo faceva suo.
Era anche che gli piaceva fisicamente. E adorava come si muoveva sotto di lui. Come godeva. Come si lasciava andare. Come gli si apriva.
Gli piaceva il suo viso.
I suoi gemiti.
Come si mordeva la bocca.
Come cercava il contatto con lui.
Come si spingeva contro di lui.
Gli piaceva tutto.
E nell’apice di quel complesso mondo chiamato Rafa, Nole venne in un godimento completo, tanto fisico quanto mentale.
Nole si tese mentre ogni centimetro di sé veniva attraversato da una violenta e breve scarica elettrica. Infine si abbandonò su di lui, finito, stremato, nascondendo il viso contro il suo collo.
I respiri affannati si placarono leggermente, così come i battiti impazziti dei loro cuori. La pelle pulsava, calda, sudata.
Nole cercò la mano di Rafa, la trovò, intrecciò le dita e poi senza guardarlo, con gli occhi chiusi ed il viso contro il suo collo, mormorò:
- Ti amo da morire, Rafa… - E lo pensava con tutto sé stesso. Rafa lo percepì, lo visse e un calore esplose, uscendogli dagli occhi che lacrimarono.
- Ti amo anche io. Non ho mai amato in questo modo. Lo giuro. - anche lui lo pensava e Nole non ne dubitò. Strinse gli occhi e la mano sulla sua, poi si spostò mettendosi sul fianco, avvolgendolo da dietro, aderendo a lui completamente, come un guanto si infilava nella mano.
Le dita di entrambe le mani intrecciate, le labbra sul suo collo, i battiti sempre più calmi e la perfezione che si cristallizzava in quel momento, dove quel che provavano era così chiaro da non aver bisogno di parole per essere esplicato meglio.
I due si addormentarono piano piano, senza sciogliersi.
Nel sonno si girarono, ma cercarono inconsciamente sempre il contatto uno con l’altro.
Una notte bellissima