CAPITOLO X:
CONSEGUENZE
/Stan/
Il risveglio è quanto di più difficile, la testa suona i tamburi di guerra turca, qualcosa di inascoltabile.
Non riesco proprio ad aprire gli occhi, mi fanno male le palpebre, cerco di farlo a forza ma non ci riesco, sono incollate.
Rotolo a pancia in giù sul letto
nascondendo il viso contro il cuscino e fra le braccia, poi un sospiro
vicino a me mi insospettisce.
Un sospiro?!
Che sospiro?
Di chi?
Aggrotto la fronte per capire, ma
non sospira più, quindi pensando di essere suonato, mi sforzo ed apro
gli occhi di scatto, me ne pento, li richiudo ma li riapro. Giro la
testa e sbianco in una smorfia che è un misto fra lo shock e
l'incredulo. Ed il dolore per la luce che entra dalle persiane semi
chiuse. È giorno.
Roger dorme vicino a me.
Ok, si è fermato a dormire.
Cazzo, ricordo solo che mi ha
trascinato in un locale e che abbiamo cominciato a bere, ma non ho idea
di che cosa ho detto e fatto. Parlavamo di me, di quel che sono, di
bisessualità e lentamente le cose scemano sempre più.
Si fanno sfocate. Beh, chiaramente era tardi e non riusciva a tornare a casa.
Faccio un sorriso felice per
vederlo dormire vicino a me, nel mio stesso letto. Appoggio il viso
sull'avambraccio piegato e l'osservo, piano piano torno in me, la testa
un poco mi dà tregua e riprendo coscienza di me.
Di me nudo.
Tutto.
Così le sopracciglia si aggrottano di nuovo, alzo la testa e mi irrigidisco.
Mi giro di fianco ed alzo il piumino che ci copre ed il dubbio insinuato ha conferma.
MIO DIO ANCHE LUI E' NUDO! TUTTO!
Lo ricopro velocissimo e muoio di imbarazzo, poi muoio di rabbia realizzando che non ricordo nulla.
Che diavolo ci fa nudo come me?
Insomma, perchè?
Capisco il ficcarmi a letto e dormire vicino a me, ma perchè nudi!
Cazzo, vuoi vedere che eravamo entrambi ubriachi e che non ricordiamo nulla?
No, ti prego... se... se abbiamo scopato ed io... alzo gli occhi. Aspetta. Dovrei sentire qualcosa a livello fisico.
Fra uomini c'è solo un modo per scopare e dubito che con lui sarei io l'attivo.
Con Nole il giorno dopo mi sento a pezzi, insomma mi fa male il culo per un po'!
Non sono uno abituato a scopare, quando lo faccio ho le conseguenze.
Cerco di farci caso e mi tocco, ma non sento dolori particolari, così faccio il broncio incerto su come devo sentirmi.
Non credo abbiamo scopato, ma siamo
nudi. Non ricordo nulla, quindi meglio non averlo fatto, poi non averlo
nella mente sarebbe peggio.
Però che altro abbiamo fatto?
Non ha senso che siamo nudi.
Non smetto di chiedermelo quando lui finalmente si sveglia.
- Sentivo i tuoi occhi fissarmi! - Con questa frase assurda e roca mi fa ridere e mi sento meglio, come per magia.
Gli occhi castani di Roger mi fissano assonnati e divertiti, forse non è successo nulla, non sarebbe così tranquillo.
- Mi stavo chiedendo perchè siamo nudi! - A questo Roger aggrotta la fronte e si guarda sotto per accertarsene.
- Oh Dio è vero! Perchè lo siamo? -
Me lo chiede sinceramente turbato e così capisco che qualunque cosa sia
successa non la ricordiamo e che quindi a questo punto è come se non
fosse successa.
Cosa importa?
Mi disturba avere il dubbio che sia successo e non saperlo, ma non c'è modo di trovare risposta e così mi rassegno.
- Diciamo che non ha senso, ma
eravamo ubriachi... - Dico appoggiandomi di nuovo al cuscino, cercando
di rilassarmi e farmene una ragione.
Roger, ancora assonnato, sospira e si stringe nelle spalle.
- Immagino di sì. -
- Non ricordi nulla? - Chiedo speranzoso. Lui scuote la testa.
- Poco. I discorsi fatti e poi c'è
nebbia. So che abbiamo preso un taxi perchè non potevo guidare, credo
dobbiamo recuperare l'auto. - Annuisco.
- Sei saggio anche da ubriaco! -
Poi cerco di immaginarmelo e mi metto a ridere coprendomi il viso. -
Non ti immagino ubriaco e se il mondo ti vedesse ora sarebbe sconvolto!
- Roger mi sale sopra e le sue parti intime toccano il mio fianco,
sussulto e con un gridolino poco mascolino mi lamento perchè mi morde.
- Tienitelo per te o sarò costretto a mostrarti il mio lato nascosto! -
- Quello da sociopatico? - Annuisce
ridendo contro la spalla che mi ha morso, io sono pieno di brividi e
super eccitato ed ora alzarmi dal letto senza rivelarlo sarà
complicato. Però nemmeno lui è completamente a riposo, ma dal fatto che
faccia una cosa tanto azzardata senza pensarci indica che è del tutto
innocente da parte sua.
Per cui c'è poco da fare.
Per Roger c'è solo amicizia.
Digerirlo non sarà facile, specie
se si comporta così, però è meglio che nulla. Non so, non voglio farne
a meno. So che è una tortura, ma non posso privarmene. Non ci riuscirei
nemmeno se volessi.
È solo che sto per avere un altro orgasmo.
- Roger, devo andare in bagno. - Mi lamento. Lui così mi dà un tenero bacio sempre sulla spalla.
- Buongiorno. Ti spiace se uso uno
dei tuoi bagni per una doccia? - La richiesta è un po' strana.
Sicuramente è venuto da me per la serata lavato e stirato, che potrà
aver mai fatto da necessitare un'altra doccia? Però magari è fissato e
si lava venti volte al dì!
Annuisco e scivolo giù dal letto
scappando veloce al mio bagno dove mi infilo anche io in una doccia
cercando di sfogarmi e tirare fuori tutto quel che mi ha stimolato in
pochissimo.
Insomma, mi masturbo pensando a lui che sta ad una stanza in là.
Non ci posso fare molto, è la mia ossessione.
Quando torno, mi vesto in fretta e lui arriva avvolto in un accappatoio, inghiotto a vuoto e trattengo il fiato.
Oh Dio quanto è splendido!
I capelli bagnati spettinati, la pelle lucida e lui così... così intimo!
- Mi presti qualcosa da indossare? - Chiede riferendosi a tutto.
Così tiro fuori dell'intimo ancora
nel cellofan e gli do una tuta che dovrebbe stargli larga. Lui ha un
fisico perfetto e si cambia davanti a me. Fatico a non guardarlo ma con
quella di sistemare me stesso e la stanza, raccogliendo i nostri
vestiti con aria poco convinta, lo guardo per bene.
Non ha un chilo di troppo, è
longilineo, asciutto, i muscoli giusti, la vita stretta, le spalle
larghe quanto basta, il torace perfetto, non troppo largo ma nemmeno
smunto.
Lo amo.
Lo adoro.
È davvero un fisico splendido.
Voglio dire, Nole è troppo magro, ha i suoi muscoli, ma in generale è lungo e magro.
Rafa è muscoloso, ha un corpo da
modello, ma è troppo muscoloso e quello non è sinonimo di perfezione,
anche se uno passa volentieri le ore a guardarlo sotto la doccia.
Io pure sono muscoloso e massiccio, comunque non sono magro e sottile.
Roger è perfetto. Non un grammo di troppo o di meno.
Dopo averci sbavato su, si veste e tutto finisce.
A colazione, con gli stomaci adeguatamente pieni, parlo timidamente.
- Volevo ringraziarti per ieri sera
e per avermi fatto da baby sitter anche se eri poco presente pure tu. È
stata una serata bellissima e sono contento d'averla passata con te.
Grazie. - Lui sorride dolcemente, il suo sguardo è sottile e
particolare, a volte sembra indecifrabile.
- Grazie a te per aver accettato, sono contento d'esserci stato. Ci tenevo troppo. -
poi abbasso lo sguardo appesantito dalla sensazione di dover ricordare qualcosa di molto importante.
- Ricordo un po' di cosa abbiamo parlato... - Dico poi titubante. Lui si fa ancor più gentile.
- Anche io... - Sospiro e mi strofino le labbra, poi mi decido giocando col cucchiaino della tazzina.
- Mi sposo perchè devo, è giusto
dopo che l'ho messa incinta. Non ho cercato la gravidanza, ma in quei
momenti non ci pensi e poi è giusto che ci si prenda le responsabilità.
Siamo uomini in quel momento e dobbiamo esserlo anche dopo. Il resto
non conta. Chi sono, cosa voglio, cosa provo. Conta cosa ho fatto.
Punto. In qualche modo andrò avanti. Farò quello che devo. - Lo sguardo
di Roger è molto serio e quando aggancia il mio, risponde piano.
- Ho solo paura che siccome sei
diverso da me, tu ne soffra nel non essere libero di essere te stesso
anche nel privato. Io sono diverso, ho un mio sistema e poi non ne
soffro. Mi trovo bene in qualche modo anche se non le mostro tutto.
Però tu sei diverso. Adesso tu ti sei liberato dopo anni di
costringerti a nasconderti dagli altri ed ora devi tornare a
costringerti a farti andare bene qualcosa che probabilmente dopo un po'
non ti andrà bene. Siamo diversi, viviamo, affrontiamo le cose in modo
diverso. - Mi stringo nelle spalle smarrito.
- Non c'è un altro sistema. Devo
provarci, la cosa giusta è quella. Ci devo almeno provare. Se fallirò
sarà dopo che ci avrò quanto meno provato. - Credo che sia l'unica.
Lo credo davvero, non ho idea di
quanto le cose possano cambiare in pochissimi mesi, non ho idea di
quanto ragione abbia Roger, di quanto facilmente verrà fuori.
Di quanto lui mi conosca a fondo e sappia tutto di me ancora prima che le cose si verifichino.
Ma ora ci sorridiamo e lui mi offre il suo sostegno incondizionato, sempre.
Ed io penso che con lui ce la potrò fare, non importa il resto.
Se ce l'ho, in qualunque modo sia, ce la farò. Conta averlo.
Mi sposo con una donna ed amo il mio migliore amico, come ne uscirò?
Non c'è un modo, non esiste.
I giorni passano, la sua pancia cresce e mi aggrappo a questo evento che mi emoziona.
Sarò padre, sarò padre e avrò un'altra ragione di vita, mi salverà mio figlio.
Ma poi le cose non sono come
pensavo, perchè è stupendo essere genitori e questa piccola creatura,
la mia bambina, è bellissima ed è la cosa più bella che potessi fare,
ma quando vedo mia moglie non vedo la donna che amo, non vedo nemmeno
una donna per cui provare affetto. Non provo nulla per lei, non provo
assolutamente nulla e mi angoscia.
La guardo e mi sento lontano anni luce, un estraneo. Voglio scappare, cosa sto facendo? Che vita sto conducendo?
Questa non è casa mia, questo non è il mio angolo di paradiso.
Questo posto mi soffoca, respiro
solo con Alexa in braccio, ma non è sufficiente, a volte vorrei solo
essere dall'altra parte del mondo, lontano da tutti, poter essere me
stesso, mostrarmi per quello che sono.
Mi sono soffocato per anni, poi mi
sono lasciato andare ed ora devo tornare a soffocarmi. A soffocarmi fra
le mura di casa, proprio dove dovrei essere me stesso, almeno lì
dico... invece anche qua sono costretto a fingere di essere un ragazzo
etero che ama sua moglie e che è felice nella vita che conduce.
Non è questa la mia vita, non sono io questo.
Mi piacciono i ragazzi, amo Roger e comunque di certo non amo lei.
Costringermi a soffocarmi, a farmi
andare bene una vita che non è mia, che non voglio, che non mi
appartiene. Io non so come farò. Per quanto tempo dovrei farlo? Per
sempre? È impossibile, non si può.
Mi sento soffocare, soffocare, non respiro e l'idea di dire a Roger che aveva ragione e che non so cosa fare, mi angoscia.
Così ricorro all'altra soluzione, l'unica che mi viene in mente.
Perchè lui mi capisce, mi sostiene e non mi giudica. Non mi dirà te l'avevo detto.
Roger non mi giudica, però mi
sentirei giudicato lo stesso. Perchè lui me lo aveva detto che non
l'avrei sopportato. Ed io ho detto che dovevo farlo.
Non è che non mi sono mai piaciute
le donne, sono stato attratto anche dalle donne, ma evidentemente ho
sbagliato con lei. O forse in questo periodo chiunque sarebbe
sbagliata.
Ho sbagliato ad andare con la prima
donna che capitava per allontanarmi da Roger, specie perchè poi non mi
sono allontanato da lui, mai.
Nole è già arrivato al torneo, vedo
il tabellone delle prenotazioni dei campi e mi segno con lui già nel
primo giorno, poi gli scrivo un sms per sapere dov'è e lui mi dice il
numero della camera.
Intravedo Roger in lontananza e mi nascondo per evitare di parlare con lui in questo stato. Mi scoprirebbe subito.
Quando riesco ad entrare nella
camera di Nole, lui ha appena finito di sistemare le sue cose con
ordine maniacale e sorrido. In questo somiglia a Roger. Anche lui è
molto ordinato. Io sono un po' come capita, non un casino vivente, ma
nemmeno così ordinato.
- Sai che l'eccessivo ordine è una nevrosi? - Dico come prima cosa. Lui si mette a ridere.
- Anche l'eccessivo casino! -
- Io non sono troppo incasinato. -
- Tu no, ma devi vedere il borsone di Rafa! - Mi è capitato di vederlo e confermo che in spogliatoio è un vero casino.
- Pensi sempre a lui... - Asserisco sedendomi nel letto con un sorriso spento.
Nole fa un sorrisino colpevole mentre continua a sistemare qua e là.
- Colpevole di reato, lo ammetto. - Per lui è sempre un gioco, si può scherzare su tutto, anche sulle cose serie.
Sospiro e mi passo una mano sulla testa, fra i capelli biondi che spettino.
- Fai progressi con lui? - Chiedo.
Lui alza le spalle.
- Difficile dirlo, in tanti anni
che lo stalkero non ho mai capito niente di determinante su di lui...
non saprei, sai? Però sto cercando di convincerlo a fare una partita di
doppio insieme! - Lo guardo stupito distraendomi dai miei guai.
- Davvero? E come ti è venuta su sta cosa? - Lui sorride come un bambino.
- Alla partita di beneficenza per
Haiti con Roger e gli altri, io e Rafa eravamo nella stessa squadra e
ad un certo punto abbiamo giocato insieme. È stato bellissimo! Voglio
provarci seriamente. A giocare insieme dico. Secondo me saremmo
esplosivi! Però lui dice che non siamo adatti perchè entrambi tendiamo
a comandare, mentre in un doppio l'altro deve essere in grado di
assecondare e solo uno deve comandare. - Annuisco piegando la testa.
- Beh, ha ragione. Siete entrambi due capitani. - Nole arriccia la bocca e mette le mani ai fianchi contrariato.
- Ehi da che parte stai? - Io alzo le mani in segno neutrale.
- Dalla tua, ma in questo caso
specifico Rafa ha ragione, non so se potete fare bene... io e Roger, a
parte che facciamo doppi insieme da epoche immemori, ma siamo il
classico capitano e suddito! - Nole mi scaccia con la mano e guarda da
un'altra parte cercando altro da fare che non trova, così si appoggia
al comodino non molto distante da me.
- Bisogna solo trovare il sistema
giusto per combinarci assieme, tutto è possibile. Se accetta dovremmo
allenarci, quindi ci troveremmo spesso insieme da soli... - A questo
scoppio a ridere.
- Sei il re del male! Ecco perchè
vuoi giocare con lui! - Lui mi guarda da finto innocente. - Altro che
tennis! Tu vuoi approfittarne! - A questo punto non lo nega ed anzi si
raddrizza con aria soddisfatta.
- Devo ottenere i miei scopi! -
- Tu e i tuoi piani mi farete morire! - continuo ridendo, distratto dai miei problemi. Nole è sempre una boccata d'aria fresca.
- Se voglio una cosa devo trovare
il modo di ottenerla. E poi nella partita che ti dicevo ho avuto
segnali interessanti. Abbiamo giocato a fare i fidanzati che
bisticciano! - Inarco le sopracciglia scettico e lui si accende
gesticolando per dar forza a quel che dice: - Sì ti dico! Lui faceva
quello scorbutico fanatico della vittoria, io quello giocherellone ed
indisciplinato! Si arrabbiava con me, per gioco, tutte le volte che
facevo qualcosa che non lo garbava e guarda caso non gli garbava nulla!
Ma era tutto un gioco! E poi ad un certo punto gli ho detto che
preferivo giocare con Kim e lui ha fatto il geloso e se ne è andato,
poi però ho corretto il tiro e lui è tornato. Ti dico che facevamo i
fidanzati bisticcianti! - E' convinto della cosa, come del 99 % delle
cose che fa e che dice, quindi non mi spreco nemmeno a capire quanto
vero sia.
- Ti invidio, tu hai speranza ed un
piano ed anche se non avessi speranza, tireresti fuori piani di
conquista lo stesso. Non ti dai mai per vinto... non so come fai... - E
con questo tiro fuori quello che ho e lui mi guarda capendo al volo che
finalmente arrivo al punto.
Si siede vicino a me e mi mette una
mano sul ginocchio, mi guarda insistente soffermandosi sul mio sguardo
che tengo timidamente basso.
- Anche tu puoi fare come me. Anche
se pensi di non avere speranza fatti dei piani di conquista, male non
fanno. Al massimo ti ritrovi dove sei ora, ma prima ci hai provato in
qualche modo... - Scuoto la testa con aria sconfitta.
- Non sono come te, non sono uno
che si fa dei piani e progetta le conquiste. Se capisco che non ho
speranza non ci provo. E con Roger non c'è. E come se non bastasse... -
Ma mi fermo non sapendo nemmeno come proseguire il discorso. Lui mi
guarda attento corrugando la fronte per capire cosa intendo e visto che
non continuo e non lo guardo, mi gira il viso con due dita sul mento. I
nostri occhi si incontrano ed appena si trovano mi si riempiono di
lacrime. Lui realizza quanto male sto e senza dire nulla mi circonda le
spalle con un braccio e con la mano sul capo, mi attira a sé e mi
abbraccia.
Trovo rifugio in lui, come spesso succede.
- Ho fatto una stronzata, Nole. E
Roger me lo aveva detto, ma non sapevo che altro fare, era incinta.
Adesso la mia vita è una menzogna 365 giorni all'anno, 24 ore su 24,
con quasi tutti. Solo te forse non lo è. A Roger non posso dire che lo
amo, in pubblico non posso comportarmi come vorrei ed ora nemmeno in
privato, a casa, posso farlo. Perchè è una menzogna continua anche
quella. Devo fingere di amarla, di stare bene, che sia tutto ok. Devo
anche cercare di convincerla che la amo. Non... non so che fare, non ci
siamo più toccati e siamo marito e moglie, capisci? Non la voglio, mi
sento soffocare, costretto ad una vita falsa che non è mia e la devo
fare per tutta la vita! Ho una bambina, che dovrei fare? - Nole sospira
mentre mi sfogo e dirlo a voce mi aiuta come non immaginavo.
Continuo a tirare fuori tutto e le cose non vanno male come pensavo.
Le lacrime escono e lui le accoglie in un silenzio incredibile.
Poi con dolcezza, quando non ne ho
più da dire, mi alza il viso dalla sua spalla, mi guarda da vicino e mi
carezza le guance con dolcezza.
- Non andrai avanti a lungo così,
sai? Prima o poi scoppierai, tirerai tutto fuori e la lascerai
comunque. Sta solo da capire quando e come preferisci farlo. Ma nessun
essere umano sopporta una cosa del genere per tutta la vita. E su
questo ne sono sicuro. - Sapere che la lascerò e che troverò il
coraggio di liberarmi mi conforta incredibilmente e mi ritrovo a
respirare e sorridere faticosamente fra le lacrime.
- Troverò il coraggio di farlo? - Lui annuisce sicuro, sorridente, confortante.
Annuisco.
- Ne sono sicuro. E sarò lì come lo
sono ora. - Mi dà la forza, mi dà la forza necessaria e sono io a
baciarlo per ringraziarlo.
Non lo amo e lui non ama me.
Io amo Roger e lui ama Rafa, forse nessuno dei due è ricambiato, ma è un tipo di amore anche quello che lega noi due.
Siamo uno il rifugio dell'altro, ci vogliamo bene, siamo pronti a tutto per aiutarci e ci capiamo, ci conosciamo.
Nella vita sono molto più
importanti questi rapporti che quelli d'amore carnale, amore vero fra
due persone che vogliono condividere la vita per sempre.
Perchè quel tipo d'amore classico
spesso finisce e si complica, mentre questo, quello che abbiamo io e
Nole, è per sempre e non si rovina mai. Sarà sempre un rifugio.
Intreccio le labbra alle sue con
sollievo e gratitudine, lo sento sorridere sulla bocca, mi carezza
ancora, mi tiene a sé e dopo che ne ho abbastanza, mi permette di
rifugiarmi fra le sue braccia che mi circondano a pieno, senza la
minima esitazione.
Mi sento protetto.
Sto bene.
Non cercavo di evitarlo, ma non mi sono nemmeno sforzato di incontrarlo.
Ho paura che si accorga di tutto.
Ed in effetti è proprio così.
Si siede al mio tavolo per la
colazione, il ristorante dell'hotel che ci ospita è mezzo vuoto, mi
sveglio sempre molto presto perchè ormai ho l'orologio incorporato.
Si siede con grazia sulla sedia di fronte alla mia e mi guarda corrucciato.
- Pensi di evitarmi per molto? - Inarco le sopracciglia fingendo di non capire.
- Non ti ho mai evitato! - Roger assottiglia gli occhi.
- Non prendermi in giro, ti conosco. - Mi stringo nelle spalle continuando a negare.
- Io non so proprio di cosa parli. - Roger scuote la testa e dopo aver ordinato la colazione torna alla carica secco e freddo.
- Non mi importa che mi dai ragione. Io so di averla. - Con questo si chiude tutto. Con lui non esistono discussioni.
È difficile averci a che fare in certi casi.
Scuoto la testa e non rispondo, dopo un po' cambio argomento.
- Quando ti alleni, oggi? - Chiedo giusto per conversare. Lui mi risponde.
- Ho visto che ti sei segnato con
Nole, se vuoi allenarti con me va benissimo, segnati pure quando vuoi.
Non serve che mi chiedi, lo sai. - Sorrido, adesso è tornato gentile.
Roger ha due modalità.
Gentile e amichevole o freddo e scostante.
La seconda è tremenda.
Dopo un altro po' fa la domanda che voleva farmi dall'inizio.
- Come va con Ilham? - Ilham è mia
moglie e per poco non mi soffoco col boccone. Tossisco e lui ridacchia.
- Ecco perchè non ne parli mai! - Alzo le spalle cercando di tornare
normale anche se sono rossissimo.
- Sono riservato! - Ma non si scompone.
- Non con me. - Eppure non ne fa un
dramma, vede che cerco di nascondergli le cose ma non ne fa un dramma,
fa finta di nulla ma io so che non è davvero indifferente. Solo che lui
è fatto così, le affronta così.
- Come va con Rafa? - Chiedo cambiando di nuovo discorso. Lui mi asseconda con tranquillità.
- Bene, mi sembra tornato a posto
nei miei confronti. Comunque avevi ragione sulla distrazione! - Inarco
un sopracciglio. Si sono parlati e confidati. Rafa si confida con
Roger, di cui era molto innamorato. O finge di essergli tornato solo
amico ma in realtà lo ama ancora, oppure non era poi così innamorato.
Come si fa a fare l'amico di chi amavi? Non è possibile, non sul serio
almeno!
Ma forse sono solo geloso...
- Nole? - Roger torna a guardarmi
con quel suo sguardo sottile inquietante, di chi scava accuratamente
chi ha davanti ma non si scompone affatto.
- Come lo sai? -
Alzo le spalle fingendo tranquillità.
- Sono amico di Nole, lo sai. -
- E cosa ti dice? - Fa finta di fare una domanda come un'altra ed io ridacchio.
- Dimmi tu cosa ti dice Rafa! - Ma lui ride allo stesso modo, con aria furba.
- Non posso rivelare le confidenze! - Alzo le spalle divertito.
- Nemmeno io! - E così non dovremmo
parlare della cosa più interessante che sta succedendo in questo
momento nel dietro le quinte del tennis!
Ma tu pensa un po'!
Stiamo zitti per un po' consumando la colazione insieme, ognuno pensa a questa cosa, poi scuoto la testa e parlo per primo.
- Nole vorrebbe giocare un doppio
con Rafa, gli è piaciuto fare il match per Haiti... - Roger sorride
soddisfatto e vittorioso, in questo caso mi dice qualcosa a sua volta.
- Rafa è intrigato da questo
rapporto che si è creato con Nole, è questo che lo ha distratto da me.
- Lo guardo con cura, mi risponderà se glielo chiedo? Io ci provo.
- Come si comporta con te? -
Si stringe nelle spalle un po' imbarazzato.
- Normale, direi. Mi sembra
normale. Non fa nulla di particolare nei miei confronti, si confida con
me di certe cose, mi parla di Nole... -
- Ma è preso da lui o è più una scusa per pensare ad altro? - Domanda acuta la mia, Roger ci pensa e scuote la testa.
- Non ne ho idea, credo che lo
stuzzichi, ma non so in che modo né perchè. Può essere che lo usi per
non pensare a me oppure che sia qualcosa tanto per fare... non... non
lo so... -
- Parla di sentimenti? - Scuote la testa.
- Sarebbe comunque presto. Si è
avvicinato a Nole per allontanarsi da me, per il resto è presto. - così
ora tocca a me. Mi appoggio con la schiena alla sedia e mi massaggio la
pancia piena. Storco la bocca e rifletto su quello che posso dire senza
tradire nessuno delle due persone che adoro.
- Nole è molto preso da Rafa, mi
parla molto di lui. Se lo sta studiando ma dice che capirlo non è
facile. - dire che è molto preso è come dire tutto e nulla.
Roger sorride divertito e si appoggia allo stesso modo, piega la testa e guarda oltre me.
- Chissà come andrà a finire la telenovela! - Ridacchio.
- Meglio di un reality show! - annuisce.
- Assolutamente! -
Dopo di questo ci alziamo e ci
avviamo verso le camere, io devo prepararmi per l'allenamento e Roger
credo voglia fare un po' di attrezzi. Nel tragitto stiamo in silenzio
per un po', poi si decide a dire piano, con la dolcezza che tira fuori
principalmente con me. È una dolcezza diversa, io la percepisco
diversa.
- Se hai bisogno di sfogarti sul
tuo matrimonio io ci sono. Solo... solo perchè ti avevo predetto una
cosa che poi si è avverata non significa che tu non possa parlarne con
me. Non mi importa d'aver ragione o torto. Però se hai bisogno ci sono.
Te l'avevo promesso e ci tengo. Ci tengo ad esserci sempre per te. -
Sorrido e lo guardo leggero, mi sento bene in questo momento. Le cose
in generale vanno male, mi sento soffocare, però mi sento di nuovo
bene.
- Grazie. Lo so. - poi abbasso lo
sguardo. - Cerco di non dare voce a quei problemi per non renderli
troppo reali. Ma lo sapevamo entrambi che le cose sarebbero andate
così. Credo che presto avrò bisogno di te. - Lui annuisce e con
dolcezza mi sfiora la schiena con la mano, io rabbrividisco.
- Ci sarò . -
Con questo so che in qualche modo ce la farò.