CAPITOLO XV:
SMARRITI




Che avesse ragione non mi stupisce, appena la notizia si sparge cominciano tutti a dire che ho un'altra, così metto subito in mezzo il tennis dicendo che per ora devo concentrarmi su quello.
Non mi fa apparire meglio, ma almeno non risulto un traditore.
Lei non è molto convinta della cosa, pensa sempre che io abbia un'altra.
Non posso dirle nulla, non posso essere sincero con lei.
Ho sbagliato, ho fatto un casino quel giorno che me la sono fatta senza protezioni e senza pensare alla minima conseguenza, come se io non avessi responsabilità, come se... come se potessi fare tutto perchè sì!
Sono stato un vero bambino, ma ero disperato sempre per colpa di Roger!
La mia pace va comunque a farsi benedire, perchè mi criticano ferocemente per l'egoismo che dimostro nel voler pensare alla mia carriera quando c'è una bambina di mezzo. Hanno ragione, ma non sanno nulla.
Continuano a farmi domande su quello ad ogni occasione, quando si parla di me viene sempre fuori questo argomento ed io non ne posso più, vorrei solo essere lasciato in pace, solo questo!
È chiedere troppo?
Giorno dopo giorno mi sembra di impazzire, dannazione!
Non voglio che il mondo parli di me, di quel che faccio nella vita privata e di che mostro sia!
Non sanno nulla, ma non la smetteranno, non la smetteranno mai... io... io davvero non so che fare!
Ovunque vada, ovunque mi muova, qualunque cosa io faccia. C'è sempre qualche critica.
Perchè non posso semplicemente essere libero di fare quello che voglio?
Di vivere me stesso per quel che sono?
Perchè devo comunque sempre trattenere, nascondere, soffocare?
Ho sempre qualcosa da soffocare in qualunque momento, o l'amore per Roger, o che ho tendenze, o il vero motivo per cui ho lasciato mia moglie...
fanculo!
Sto uscendo matto, matto!

La Davis Cup arriva a puntino, dopo mesi di inferno sono al limite massimo e mi serviva un rifugio sicuro e tranquillo. Anche se pure qua devo fingere di non amare troppo Roger, e non è facile.
Però è meglio questo.
Roger è sempre comunque il mio rifugio.
In conferenza stampa una delle domande che mi rivolgono è ovviamente quella sulla mia vita privata.
Se a distanza di mesi dalla mia decisione di lasciare mia moglie per il tennis, ne sono pentito e se funziona davvero oppure no.
Domande del cazzo.
Mi irrigidisco immediatamente e Roger seduto vicino a me mi guarda immediatamente, non so che espressione abbia, onestamente non posso vedere.
Sento i suoi occhi addosso e sospiro afferrando il bordo della sedia su cui sono seduto, lui allora si appoggia dietro, allo schienale, e allarga le braccia ai lati. Uno dei due è sulla mia sedia, non mi tocca ma io so che è lì.
Così invece che mandare il giornalista a cagare e basta do una rispostaccia brutale, ma esauriente e senza offese dirette.
Se ne stupiscono un po' ma non insistono sull'argomento.
In pratica ho detto che non sono io a dover giudicare se la mia scelta è stata utile o meno, ma vado avanti per la mia strada senza esitazione. E che comunque qualsiasi errore, pesa solo sulle mie spalle.
Nel resto della conferenza non do risposte migliori e questa è la fotografia di tutte le interviste che ho fatto in questo periodo.
Sono davvero stanco. Uscito dalla sala dei media scuoto la testa, sospiro e mi strofino gli occhi con pesantezza. Non ne posso più.
Una mano mi carezza la schiena, riconosco il suo tocco. Trattengo il fiato e lo vedo sorridere comprensivo.
- Ti va di mangiare qualcosa? - Chiede come se centrasse qualcosa. Non ho fame, ma annuisco sorridendo tirato. Quel che conta è passare del tempo con lui.

- Come pensavi che fosse? - Chiede la sera, stesi ognuno nel proprio letto a guardare il soffitto buio, mentre il sonno cerca di calare.
- Non lo so... non mi ero fatto una visione del futuro. Ma speravo di essere lasciato in pace! - Lo sento sorridere amaro.
- Sei un personaggio pubblico, non quando me o Rafa, ma lo sei. Non c'è pace per certe categorie. Devi conformarti alle regole della massa per poter essere lasciato in pace. È quella la pace per gente come noi. Fare quello che si aspettano gli altri. - E' un discorso disilluso e strano fatto da lui, so che è così, ma mi stupisce ogni volta che lo fa. Mi giro sul fianco e lo guardo attraverso il buio, la sua forma si delinea.
- Dovrei tornare con lei e fingere che è tutto a posto? - Lo vedo nella mia stessa posizione e c'è un momento di silenzio in cui ci guardiamo senza vederci bene. I suoi occhi brillano.
- Se vuoi riavere la tua pace sì, è questo che devi fare. Non devi fingere con lei, lei sa che sei in crisi. Le dirai che vuoi riprovarci ma che non sai come sarà. Lei non si aspetterà grandi cose, sarà consapevole che hai dei problemi con lei. E almeno quando uscirai di casa sarai lasciato in pace... - Annuisco.
Ha ragione.
È questa la pace per gente che non hanno una vera privacy.
O meglio per averla dobbiamo far credere che le cose siano regolari, come tutti si aspettano...
Sospiro.
- Non so... -
- Non devi farlo ora, puoi farlo quando vuoi. Sappi però che è la sola cosa che puoi fare per farli smettere di parlare. - E so che ha ragione. Dio, lo so...


Resisto ancora qualche mese, ma poi non ce la faccio più e ci riprovo.
È anche la solitudine nei momenti al di là del tennis.
Io non voglio un altro. Non voglio avere una storia con un altro per riempire il mio tempo e non sentirmi solo quando il tennis finisce o quando ci sono le pause.
Mi dilania vederlo e saperlo a casa con sua moglie e la sua famiglia felice, ma non per questo ne voglio un altro.
Non voglio innamorarmi di un altro, voglio solo stare con me stesso. Bene.
La solitudine mi fa a pezzi e quando esco di casa, quando torno al tennis, mi fanno a pezzi i media, perchè è usanza del tennis fare interviste e conferenze prima di ogni partita per cui non posso evitare di parlare con loro.
Così un po' per una cosa, un po' per l'altra, torno da Ilham nella speranza che giocare a fare la famiglia mi ridia un po' di quella pace che ho perso.
- Credevo che sarebbe bastato. Liberarmi, dico. Che dirglielo e andarmene mi avrebbe dato quella pace che cercavo. Ma non è quello. Non sto meglio. Perchè la gente continua a parlare di quello e se non lo fa vocifera e se non lo fa mi guarda male. E forse sono solo paranoico. -
- Forse sei solo paranoico. - Ripete Roger paziente. La sua voce mi raggiunge al telefono mentre faccio due passi in giardino guardando come il respiro si condensa a contatto con l'aria fredda.
Mi stringo nelle spalle, l'aria malinconica.
- Però mi sentivo anche solo. Almeno ora posso passare le giornate al di fuori del tennis con mia figlia. Prima Ilham non me lo permetteva, era arrabbiata e convinta che avessi un'altra. -
- Così si è convinta che non c'è nessuna? -
- Non lo so, ma sembra calma. - I fiocchi di neve scendono giù lievi, lentissimi e piccoli. Apro la mano libera e ne prendo uno che si scioglie subito. Sembro io quando sto con Roger o quando sento la sua voce.
Sorrido e lui lo sente.
- Sta nevicando anche da te? - Chiede sapendo perchè sorrido.
- Sì... -
- Qua ha iniziato un po' prima... - Io e lui non viviamo proprio nella stessa città, ma non distiamo molto.
- Mica sei fuori... - chiedo realizzandolo.
- Sai che mi piace camminare quando parlo con te... - E' la stessa cosa che faccio sempre anche io.
- Sei proprio pazzo... io sono fuori ma ha iniziato ora a nevicare. Da te ha iniziato prima e stiamo parlando da un po'... - adoro sentirlo ridere ed ora lo fa divertito, sorrido godendomelo.
Poco dopo smette, sospira e sembra cercare il filo del discorso.
- Quindi sei tornato con lei perchè ti sentivi solo quando non avevi il tennis? - La sua domanda precisa e a bruciapelo mi toglie il respiro e mi accuccio scaricando la schiena.
La neve continua a scendere silenziosa e mistica.
- Sì... insomma, grosso modo sì. Voglio dire. Mi mancava mia figlia, lei non me la faceva vedere e non sapevo come risolverla. Visto che comunque non ho trovato quello che speravo quando ho deciso di lasciarla, ho pensato di tornare con lei. Almeno posso stare con Alexa tutte le volte che riesco. -
E' logico e sensato, ma dalla sua voce, dal suo tono pensieroso capisco che ha qualcosa da dire.
- Non sei convinto? -
Lui risponde subito.
- Certo che lo sono. Sto solo pensando che però se mai ti innamorassi di qualcuno saresti costretto a vivere la relazione di nascosto o a ripetere di nuovo tutta la solfa... - A volte Roger non lo capisco, prima mi spinge a fare una cosa e poi dice che forse è sbagliata. A volte vorrei prenderlo a pugni.
Non so, non mi sembra uno con le idee chiare...
- Non mi innamorerò facilmente, la cosa non mi crea pensiero! - Non posso certo dire che amo lui che non mi ama allo stesso modo. Qualcosa c'è, forse inconsciamente mi ama anche lui, però non allo stesso modo, non come lo amo io e comunque non lo ammetterà mai. Lo conosco.
- Dai, non puoi dirlo! - Lui è romantico ed è convinto che l'amore trionfi sempre. Io so bene come funziona, invece.
L'amore è per i fortunati, io non lo sono.
- Sì che posso! Lo so! Non mi innamorerò. Solo che speravo che lasciandola trovassi un po' di pace, mi sentissi libero di essere me stesso, di non fingere anche in privato... però non è così.  Non sono comunque in pace. A questo punto tanto vale pensare a mia figlia, fare qualcosa per lei. Magari fingo con mia moglie, ma è per poter stare con lei. In quei momenti sto bene. Forse sono gli unici... - Roger sospira, ho parlato liberamente depresso e abbattuto, mi secca essere pesante, me ne rendo benissimo conto. Ma non so che farci. È così.
- Vedrai che adesso i media ti lasceranno in pace e lentamente non ti sentirai più criticato e giudicato. Le cose in generale andranno meglio e tu ti sentirai più tranquillo. E poi farlo per tua figlia è un'ottima ragione. - Sentire che mi sostiene è vitale, è la sola cosa che mi fa sentire vicino a lui. So di esserlo, ma mi serve il suo sostegno. Mi serve.
È triste non essere ricambiato da chi ami ed è ancora più triste non poter voltare pagina dimenticandolo.
Non posso smettere di vederlo e togliermelo dalla testa. È impossibile.
Per cui sono destinato a stare tanto bene quanto male tutte le volte che lo vedo e lo sento.


Penso di aver trovato una sorta di equilibrio.
Sto con Ilham, ma lei non si aspetta che la ami. Non devo fingere come facevo prima. Mi rendo conto che non sembriamo una coppia felice, però non ne parliamo perchè sappiamo che non sarebbe una buona idea. Così andiamo avanti facendo finta di nulla.
Con mia figlia va benissimo e sono felice, mi dà molta pace.
A tennis non va male, sono salito di posizione, sono sempre fra i primi 10 e non posso lamentarmi. Ho i miei momenti, anche se voglio migliorare, vincere più tornei di quanto faccio.
Con Roger le cose vanno come sempre, ma ormai ho accettato il fatto che lo amerò e che non sarò mai ricambiato.
Anche se penso che lui mi ami, forse non nel modo in cui lo amo io, è troppo rigido e ligio, non si piegherà mai a guardarsi dentro. Lui nasconde tutte le cose scomode dentro di sé per non doverle affrontare e vivere. Per cui credo che in quell'antro oscuro ci sia anche io e quel che prova per me, ma non libererà mai quella porta.
Quindi sono rassegnato ad avere questo rapporto con lui. Un'amicizia profonda che maschera un amore che non sarà mai vissuto.
Io e lui ci adoriamo, facciamo tutto insieme e ci raccontiamo ogni cosa. Beh, quasi.
Io non gli dico che lo amo e non glielo dirò mai.
Questo mi porta un po' di malinconia. Non sono libero di essere me stesso e di dire tutto quel che sento e penso, ma almeno sono lasciato in pace dal mondo e posso fare relativamente quello che voglio senza essere passato ai raggi X.


Un ultimo sforzo, un ultimo scatto, un'ultima corsa e arrivo alla pallina. La rispedisco dall'altra parte con successo e Nole, che non si aspettava ci arrivassi, rimane inebetito a guardare il punto nell'angolino dietro di lui.
Segue un fischio di ammirazione ed un applauso di mano contro racchetta.
- E quel passante? - Dice lui venendo sotto rete. Io lo imito e ci prendiamo le mani ridendo.
- Ho avuto tempo per perfezionare la tecnica! Che te ne pare? -
Nole si dirige verso il bordo del campo seguendo la rete, io faccio lo stesso.
- Che se era quello che volevi mostrarmi, beh, mi hai lasciato senza parole! -
A questo mi fermo e lo guardo shockato.
- Questo sì che è pazzesco! - Lui si gira ridendo e mi tira la pallina che aveva in tasca, la schivo e gli tiro un pugno amichevole sulla spalla. Nole mi circonda il collo col braccio e stringe amichevole.
- Ho perfezionato i passanti e volevo provarli contro qualcuno di un certo spessore. -
Nole si mette a fischiarmi di nuovo ma questa volta nell'orecchio.
- Questo sapeva di complimento! - Gracchia.
- Macchè complimento, l'ho chiesto al numero uno al mondo che guarda caso coincide con te. Se era Roger o Rafa chiedevo a loro! -
Cerco di sminuirlo, ma la verità è che ha avuto un gran bell'anno. Il 2011 è stato superlativo. Certo, bisogna dire che Roger ha avuto problemi e Nole se l'è dovuta vedere solo contro Rafa. Forte, ma è diverso dall'affrontare due mostri.
Comunque Nole è stato bravissimo ed io l'ho sempre saputo che sarebbe riuscito a passare primo. Però non glielo dirò mai!
Mi stampa un bacio sulla guancia ed io cerco di spingerlo via. Non so se l'ho sminuito...
- Ti amo tanto anche io! Ci alleneremo insieme tutte le volte che vuoi! - Mi metto a ridere mentre camminiamo insieme verso casa sua.
- In realtà pensavo di chiederlo a Rafa, penso che strutturalmente siamo abbastanza simili e potrei imparare più facilmente il suo tipo di gioco o magari qualche sistema che usa lui. Vorrei allenarmi con lui ogni tanto per studiarmelo meglio. -
Nole mi pizzica fortissimo la chiappa facendomi urlare, infatti lo spingo via sgomitandolo ed urlando.
- Sei uno stronzo! Come osi venire a casa mia a dirmi che preferisci Rafa? Guarda che lo dico a Roger! - Mi libero delle sue dita e mi massaggio il culo per poi, ridendo, entrare in casa insieme a lui.
- Che c'entra Roger? Mica stiamo insieme. -
- Ma è come se foste una coppia! - Continua lui a stuzzicare come lo stronzo che è. Si sfila la maglietta sudata per l'allenamento appena fatto.
- Ma non lo siamo! E poi non lo tradisco. -
- Ma vuoi farlo! -
- Allenandomi con Rafa? -
- E' il suo più grande rivale, come potrebbe prenderla? -
Nole si toglie anche gli shorts, è in slip e mi guarda in attesa che mi spogli, invece gli rispondo come se fosse un povero scemo.
- Sono anche grandi amici. Roger non ce l'ha con Rafa. -
Nole allora mi viene davanti, mi toglie la maglietta e col viso vicinissimo al mio, pochi centimetri a separarci, dice malizioso:
- Scommetti che se sapesse che vuoi allenarti con lui per migliorare la tua tecnica, Roger si ingelosisce? - Con questo mi blocco e faccio il mio tipico broncio corrucciato.
- Non devi giocare con il mio punto debole... - Nole allora sorride e mi prende le orecchie affettuoso, poi fa una smorfia buffa per addolcirmi.
- Ma io non gioco... - La mia faccia eloquente lo fa ridere, così lo zittisco:
- Dì piuttosto che non vuoi che io e Rafa ci alleniamo insieme perchè sei tu ad essere geloso! -
E con questo finalmente lo zittisco. Evento unico e raro!
Nole cambia faccia, diventa serio, come di uno che non vuole parlarne, si allontana, si toglie anche gli slip e va in bagno dove apre il rubinetto della doccia.
Io, stupito della sua strana reazione, mi spoglio in fretta e lo raggiungo. Lo trovo appoggiato al vetro del largo box mentre guarda assente l'acqua che scende ormai calda. Il vapore inizia a riempire il suo bagno spazioso e chick!
Lo raggiungo, sistemo l'acqua in modo che non ci cuocia, poi mettendogli le mani sui fianchi lo spingo dentro con dolcezza.
Nole nota la mia presenza e si riprende dai suoi pensieri.
L'acqua scende su entrambi e si gira verso di me guardandomi un po' perso, come se non ricordasse come è arrivato fin qui.
Allora sorrido dolcemente e metto in parte il manubrio della doccia, prendo il suo shampoo e lo verso sulle mani cominciando a massaggiargli la testa.
Si ammorbidisce e si rilassa. Solo a questo punto parlo.
- Che succede con Rafa? - Chiedo.
Nole soppesa se parlarmene o no, intanto mi insapono i capelli da solo e quando finisco, mi ritrovo le sue mani addosso che mi passano il bagnoschiuma.
Le mani scivolano sul mio corpo ricoprendomi di brividi piacevoli, mi gira di schiena e mi carezza anche là. Cerco di oppormi.
- Nole, cosa succede con Rafa? - Chiedo con voce roca per il piacere che mi trasmette.
Le sue mani scendono sul mio sedere, si infilano nella fessura e poco dopo lo sento che mi spinge la parte superiore del corpo fino a piegarmi in avanti. Appoggio le mani ed il viso alle piastrelle con l'acqua che vi scivola sopra.
Mi tiene il collo mentre mi penetra con le sue dita che mi trasmettono un piacere senza pari e forse è da troppo che non vado con nessuno. Del resto lui è il solo che io ricordi di aver avuto a letto.
Per il resto ero ubriaco.
Nole voleva distrarmi e ci riesce in modo eccellente.
Dopo le sue mani si spostano davanti, scivolano sul mio inguine mentre il suo mi preme contro, fra le natiche.
I gemiti si levano coperti dal rumore dell'acqua che lui sposta su di noi e mentre ci ricopre portando via il sapone, entra in me con una facilità incredibile e i brividi che mi intorpidiscono mi mandano in estasi.
È un momento, ma penso chiaramente che mi mancava e che lo volevo.
O forse volevo Roger, ma non potendolo avere Nole è quanto di più vicino all'amore.
Sto trovando un ripiego?
Ma Nole è innamorato di Rafa... o almeno credo...
- Nole... - Dico fra un gemito e l'altro, mentre ad ogni spinta entra più a fondo.
- Mm... -
- Cosa... - Un'altra spinta. Gemo. - Cosa ti sta... aah... - Nole aumenta ed il ritmo è vertiginoso. Finisce che mi prende e mi strappa da me stesso per un istante. Un istante in cui vengo, il liquido scivola fra le mie gambe, dalla sua mano che mi masturbava mentre mi penetrava. Poco dopo lo sento aumentare la forza delle spinte ed i gemiti.
Lo sento mentre mi viene dentro e tutto il mondo sparisce. Un istante di piacere puro fine a sé stesso.
La prima cosa che sento è lui che esce da me e mi cinge da dietro, appoggiandosi.
Il muro a sostenerci, l'acqua a cullarci.
Il respiro non è del tutto regolare, così come i battiti, però parlo piano.
- Nole, cosa ti sta succedendo con Rafa? - Ripeto.
Nole stringe la presa e contro il mio collo risponde:
- Niente, perchè? -
Giro la testa per guardarlo con un sopracciglio alzato, scettico.
- Ti conosco. Per tutto il tempo che sei stato preso da lui e che ci hai provato attivamente, non abbiamo scopato né altro. Adesso io ti chiedo di lui e tu lo fai. Hai problemi con lui? Ti ha risposto picche? - Continuo ad indagare quasi senza pietà e lui alla fine mi prende e mi gira, dopo di questo, di fronte a lui, mi si appoggia e mi bacia. Eccolo che mi zittisce perchè non vuole rispondere. Rispondo al bacio, poi ritiro la lingua, lo spingo con sicurezza e chiudo il rubinetto sfilando via. Mi avvolgo in un asciugamano alla vita e con un altro piccolo mi strofino i capelli che rimangono spettinati. Nole sospira ma si decide a venire fuori. Lo guardo in attesa e dopo che si è infilato nell'accappatoio, mi risponde arrendendosi.
- E va bene... - Eccolo qua. - Preparo la cena e ti racconto tutto, ok? - Annuisco e lo precedo fuori, verso la camera dove ho portato il mio cambio sapendo che mi sarei fermato un po'.

La cena si svolge un po' sottotono perchè lui pensa a cosa dire, pochi scherzi e pochi giochi. Lo aiuto e poi, seduti a tavola, si decide a sputare fuori il rospo.
- Non credo di avere speranze con Rafa. - L'esordio non è dei migliori e lo guardo stupito.
- Hai sempre detto che ce l'avresti fatta... - Lui guarda amaro il suo piatto che mangia con scarso interesse.
- Si lo so, ma a volte mi sopravvaluto! - Mi metto a ridere e intingo il dito nell'acqua schizzandolo. Lui arriccia il naso e fa un sorrisino di circostanza ma poi riprende. - No, sul serio. Credo d'aver sbagliato valutazione, non so. Lui non lo ammetterà mai o forse ho capito male. Forse volevo vedere quello che piaceva a me per convincermi a provarci, perchè volevo vedere una speranza che non c'era. Non so. È da mesi che non lo cerco e che anche se ci incontriamo non faccio nulla di particolare. Lui non mi cerca. Non fa nulla. - Provo a ricordare quali erano i suoi deliri su Rafa.
- Stai dicendo che non è gay? Né consapevolmente, né inconsapevolmente? E che non gli piace quando ci provi con lui, quando lo tocchi e tutte quelle cose là? - Nole alza le spalle e mette in parte il piatto.
- Non lo so. No. Boh. - Non sembra di buon umore e nemmeno intenzionato a parlarne.
- Ma sono successe delle cose, o sbaglio? -
Nel frattempo finisco di mangiare e lo aiuto a sparecchiare.
- Sì, ma forse le ho sognate. O forse erano insignificanti... chi lo sa... -
Ci spostiamo in salotto e ci mettiamo sul suo comodissimo divano, alziamo le gambe sul poggiapiedi annesso e lo guardo aspettando che prosegua. Alla fine sapendo che non mollerò facilmente, si decide a continuare.
- Non trovo il senso di insistere sulla mia linea. Capisci? Devo lottare per convincerlo a guardarsi e accettarsi e poi per farlo innamorare di me... che senso ha? Lui non vuole, è una lotta sfinente. -
- Ma c'è alchimia, avete fatto... insomma, diverse cose... - Insisto perchè mi sembra strano che voglia mollare così e basta.
Nole sospira e nasconde metà viso nella mano, è esasperato.
- Lo so, c'è alchimia, gli piaccio sessualmente, si fa fare tutto quello che voglio e quando beve anche lui me ne fa. Però quel che conta è che da lucido non vuole! Perchè dovrei insistere? Forse è solo sesso. Io voglio tutto, non voglio solo il sesso. E poi appena torna sobrio nega di essere 'come me'! Non lo ammetterà mai che gli piacciono i ragazzi e che con me potrebbe esserci altro oltre al sesso! Io sono stufo, ecco! - Sospiro e scuoto la testa. Lo capisco, non posso insistere, ma vedere che si arrende mi dispiace. Gli metto la mano sul braccio e lo carezzo dolcemente.
- Per questo ti sei concentrato sul tennis? Perchè avevi chiuso con lui? - Tutto torna. Nole ha affrontato moltissime volte Rafa quest'anno e l'ha quasi sempre vinto, è passato primo per la prima volta. Non è normale quel che ha fatto quest'anno questo ragazzo... e tutto perchè nella testa aveva solo tennis, per la prima volta da... sempre, penso! Niente distrazioni e guarda qua!
Nole mi guarda di nuovo con aria di timida gratitudine, credo si vergogni di mostrarsi così fragile e bisognoso e mi fa una grande tenerezza. Lo circondo meglio col braccio e lo attiro a me. Appoggia la testa sulla mia spalla e sospira un po' più rilassato.
- Forse siamo noi quelli fatti l'uno per l'altro... - dico poi pensieroso. - Ci siamo intestarditi sui nostri uomini ideali perchè sapevamo che non avremmo potuto averli. Perchè in realtà non vogliamo una vera storia. Per questo ci capiamo così bene. Forse siamo noi quelli perfetti per stare insieme. Vogliamo le stesse cose, proviamo le stesse cose, viviamo le stesse cose e ci capiamo senza cercare di cambiarci. - Questa riflessione spontanea a cuore aperto lo colpisce, ci si aggrappa e alzando la testa dal suo rifugio, mi bacia con trasporto e bisogno. C'è del sentimento anche fra noi, è molto forte ed il bene che gli voglio è spaventoso.
Ma amo Roger.
E lui ama Rafa.
E non saremmo mai ricambiati.
Quindi cosa dovremmo fare?
Non è forse giusto cercare piacere e affetto dove lo troviamo?
Credo che sia normale.