CAPITOLO XVI:
SEGRETI



/Roger/
- Non mi caga! Non mi caga più! Ha tanto fatto per farsi notare da me e tirarmi scemo e poi non mi caga più! Dopo quel doppio estivo nel 2010, lui non mi ha cagato! Sono passati due anni, Roger! Due! Cosa dovrei pensare? Beh, guarda, se non vuole, se ha cambiato idea che vada al diavolo! Ho fatto bene a tastare la situazione prima di farmi scopare da lui! Vedi che se iniziavo davvero così tanto per fare poi finivo che io mi prendevo e lui poi mi scaricava perchè si stufava! Oh, che vada al diavolo! Fanculo Nole! -
Rafa è il solito treno, non si ferma nemmeno per respirare. Va avanti così da un paio di minuti ed ormai ho l'orecchio bollente.
Tengo il cellulare staccato perchè altrimenti prendo fuoco. Non ho tempo nemmeno di inserirmi per dirgli qualcosa.
Alla fine sembra bisognoso di ossigeno e ne approfitto.
- Volevo solo dirti che io arrivo domani verso le undici, prenoto subito gli allenamenti della settimana poi se ci sei mi andrebbe un giro da qualche parte. -
- Non partecipo, Roger! Non partecipo ad un cazzo di torneo! Ho problemi fisici, cazzo! Ho trascurato quelli che avevo ed adesso non riesco più! Devo farmi indietro! Che palle! Vedi di vincere tu e fammi questo favore! - Brontola come un toro che prende la carica. Mi fa rimanere molto male la sua risposta, non avevo idea che stesse così male.
- Ma dai, l'anno scorso ero io ad avere problemi mentre ora sei tu! Un anno insieme non lo facciamo più? - Sono sincero, mi sono piaciuti molto quegli anni in cui eravamo entrambi super competitivi. Era bello avere lui costantemente davanti a me. A volte mi batteva, altre lo battevo io.
- Beh, spero di tornare presto. Se mi fermo mi hanno promesso che recupero e posso tornare ad essere competitivo. Se si sbagliano faccio una strage! - Ogni tanto spara parole in spagnolo oppure il suo accento è così forte che spagnolizza ogni parola. Mi fa ridere e ben presto me ne faccio una ragione.
- Ok, vorrà dire che vincerò anche per te... -
Lo sento ridacchiare e mi rilasso.
Mi piace averlo a tu per tu, adoro le nostre chiacchierate. Mi accontenterò del telefono.
- Comunque con Nole ho chiuso. Stop. - Dice risoluto. Ma ho nella mente tutti i suoi sorrisoni di quando lo incontra e scuotendo la testa lo prendo in giro.
- Disse quello pronto a sciogliersi come neve al sole appena lo rivedrà! -
- Ti sbagli, non succederà! - Ma ovviamente ho ragione.
- Non pensi che possa avere una ragione per non insistere più? Forse vedendo che non accetti mai consapevolmente ma solo in determinate circostanze che non sono proprio libere, ha pensato che non ce l'avrebbe mai fatta ed ha mollato... - Provo a dare delle teorie, ma lui non se ne convince, passa il resto del tempo ad insultare Nole ed io sospirando lo lascio dire. Credo però che Stan possa illuminarmi, solo che non mi sembra carino chiedergli notizie di Nole solo per spiare la situazione con Rafa. Loro due sono amici, Stanley sa e se glielo chiedessi me lo direbbe, ma non è corretto.
So che fra Rafa e Nole sono successe delle cose, ma alcune Rafa stesso non le ricorda perchè ad esempio una volta era ubriaco. Ha la sensazione che sia successo qualcosa, ma non lo sa con certezza e quando ha provato a ricordare Nole ci ha provato con lui. Cioè sono capitate molte cose fra i due, anche da perfettamente sobri e coscienti, ma Rafa si è sempre comportato come quello inconsapevole che reagisce istintivamente alle cose che gli capitano, ma che in realtà non è o non vuole.
Fa così per non scoprirsi con Nole, perchè pensa che giochi e basta, che non voglia niente di serio da lui.
Forse ha ragione, adesso ha smesso di tentare... ma anche io dopo un po' di no e di preziosità smetterei di provarci.
Rafa fa il prezioso e Nole può avere pazienza quanto vuoi, ma prima o poi tutti si stufano.
Non ho cuore di dirglielo.
Mi piaceva vederlo così preso da qualcuno, mi dispiace che abbia questa piccola delusione amorosa.
Ma del resto se son rose fioriranno, si dice. Se non sono fiorite significa che non erano rose, ma rovi.

Rivedere Stanley dopo poche settimane mi riempie di gioia. Appena lo becco lo bracco e lo abbraccio forte chiudendo gli occhi. Il cuore mi scoppia nel petto e la gioia che provo è sconvolgente.
È un istante. Un istante di fuoco. Stan stupito della mia reazione e della forza con cui l'ho stretto, scherza dicendo che ci siamo visti due settimane fa a Parigi, però io ridendo dico qualcosa a caso e me ne tiro fuori con abilità come sempre.
Non so perchè, sono andato in tilt vedendolo.
Mi succede tutte le volte che lo vedo.
Ovviamente riempiamo le giornate insieme.
Mangiamo sempre insieme, passiamo il tempo libero insieme, ci alleniamo insieme se c'è l'occasione, piscina insieme, massaggi insieme, palestra insieme... persino la passeggiata serale.
Mi sembra di essere il suo innamorato.
- Mirka e le bambine verranno un po' più avanti... - Non so perchè glielo dico. Lui fa un 'ah' secco ma non commenta. - Non starò in camera con loro, devo concentrarmi e loro vengono per vedere le partite. - Continuo cercando di scrutarlo di sottecchi. Me lo studio, non ha senso. Perchè lo faccio?
- Ilham viene solo se vado avanti nel torneo credo. Le dico sempre che a tennis vado a momenti, posso avere il torneo buono dove gioco bene e vado avanti o quello in cui sono storto ed esco subito. Per cui di solito vede come vanno le prime due partite e poi in caso mi raggiunge. - Lo dice perchè l'ho detto io.
Continuiamo a camminare per le strade deserte della città che amiamo entrambi.
Londra è un po' la mia casa perchè ho avuto delle belle soddisfazioni a Wimbledon.
L'atmosfera è sempre bella e ci piace fare due passi, nulla di stancante, giusto per respirare l'aria di qua.
- Rafa alla fine partecipa. Ha detto che non doveva venire ed invece... ha deciso di venire comunque... - Altra cosa che non gli direi normalmente, non parliamo quasi mai di Rafa o Nole anche se sono rispettivamente i nostri amici.
Stan ha un piccolo impercettibile scatto, ma si trattiene ancora.
- Ah sì? - Lo dice con scarso interesse.
- Lui e Novak sono in una situazione un po' strana, al momento... - Lo dico per indagare, ma lui non dice molto.
- Lo so... devono pensare meno ed agire di più! - E questa è una conquista.
- Nel senso che anche Novak si fa paranoie? - Questa cosa non è da me, io che indago. Sì sono una persona curiosa, ma di solito non mi intrometto troppo nelle faccende di Rafa e Nole tramite Stan.
Ora mi guarda con aria un po' infastidita e rallenta il passo.
- Hai voluto fare una passeggiata per parlare di loro? - Non risponde e non lo farà. Non lo tradirà mai.
Alzo le mani e faccio un'aria di scuse.
- Era per parlare... -
- Possiamo parlare di mille altre cose, non parliamo mai di loro... - Così riprende a camminare veloce per tornare in fretta in camera.
Io lo seguo cercando un modo per rimediare, ma forse volevo testare la sua reazione.
Stan è illeggibile. Sembra trasparente perchè ora tende a dire quello che pensa senza filtrarlo, però questo non significa essere trasparenti.
Io so che lui mi nasconde qualcosa da anni, non riesco a capire bene... penso riguardi un po' quel che prova. Per me o per qualcun'altro che forse conosco.
Non so.
Magari lui e Nole stanno insieme. Ma Nole ci prova ferocemente con Rafa... beh fino a qualche tempo fa... impallidisco all'idea.
Era questo?
Era per questo che stavo indagando?
Macinavo questa teoria che voglio sfatare?
Sì ma se anche fosse cosa importa? Voglio che Stan sia felice, che dovrebbe importarmi di con chi sta?
- Non volevo infastidirti. Scusa! - Stan scrolla le spalle ed entra nell'albergo da dietro per passare inosservati.
- Non importa. - Fa poi serafico.
In ascensore cala un silenzio particolare.
- Te la sei presa? - Scuote la testa, ma non dice nulla e non mi guarda. Lo guardo io ed insisto. - Sembra di sì invece. Ti infastidisce parlare di loro? - Stan allora sospira insofferente ed alza gli occhi al cielo.
- No, è che Nole è mio amico e mi fa confidenze di ogni tipo e sei mio amico anche tu ed io faccio le confidenze di ogni tipo a te. Se parliamo di loro finisco per rompere la fiducia di Nole e non è giusto. Evitiamo di parlare di loro. Sono cazzi loro! - Con questo chiude in modo esauriente. Le porte si aprono e lui slitta via come un'anguilla.
Lo seguo con aria di chi l'ha fatta grossa.
Volevo testare, assicurarmi, però ora l'ho fatto arrabbiare.
Va spedito verso la camera, apre la porta e si infila dentro, si gira all'ultimo per salutarmi, ma io metto mano e piede in mezzo per evitare che chiuda. Mi avvicino e lui lascia la porta istintivo e si fa indietro. Io mi faccio avanti, ma non entro. Perchè non entro?
C'è una strana atmosfera improvvisamente, sento che se entro non è una buona idea. E lui la pensa allo stesso modo, per questo è nervoso e mi guarda come se si aspettasse qualcosa.
- Non ce l'hai con me, vero? -
Lui si oscura un attimo.
- Perchè mi hai chiesto di loro? - La sua domanda è diretta e me la merito. Appoggio la testa allo stipite e ci penso un attimo, poi dispiaciuto dico una piccola bugia.
- Non lo so, mi è venuto così. Curiosità penso. - Stan scuote la testa.
- Sei curioso, ma non mi hai mai chiesto di loro. - Insiste, lui sa che c'è altro e vuole farmelo dire. Io non voglio, ma non voglio nemmeno lasciarlo male. Non potrei sopportarlo.
- E' come una telenovela. Prima o poi ti ci appassioni anche se non la segui per tua volontà... - Lui ridacchia al mio paragone, uno dei miei assurdi.
- Però non è per questo! - Continua col dito alto. - Me lo hai chiesto per vedere come reagivo. - Silenzio. Mi mordo il labbro. Potrei fingere facilmente con un'espressione stupita. Potrei.
O potrei essere un po' sincero, per una volta.
Una.
- Rafa e Nole stanno passando un momento no e mi chiedevo se Nole si sia disinteressato a Rafa perchè sta con un altro. - Stan si appoggia allo stipite della porta proprio dove appoggio io il viso. Si avvicina e mi guarda insistente e acuto.
- E perchè te lo chiedevi? - Fa basso e penetrante. Io rabbrividisco e lo trovo attraente in queste vesti attive e insinuanti.
- Perchè ho pensato che se ha un altro potresti essere tu. - Stan sorride trionfante, quasi malizioso.
- Allora volevi sapere se io e Nole stiamo insieme... - Abbasso lo sguardo colpevole, volevo controllare meglio la situazione, ma ultimamente perdo colpi con lui.
Mi sento totalmente a disagio e lui mette una mano sulla mia, sulla porta che tengo ancora aperta su di me.
- Perchè vuoi saperlo? -
- Me lo diresti se state insieme? - Stan a questo punto mi alza il mento con le dita, è un gesto di comando, un gesto che non è tipico suo per nulla, di solito segue gli altri.
- Ne dubiti? - Non so cosa pensare in questo momento. Vedo lati nuovi di Stan che non conoscevo e dopo tanti anni sono sconvolto di trovarne. E soprattutto so che ce ne sono altri. Non si mostra del tutto a me e la cosa mi infastidisce e mi mette a disagio.
Anzi, mi sconvolge.
Preso in contropiede non so come reagire e comportarmi, devo pensare, devo raccogliere le idee.
Faccio per ritirarmi turbato, ma mi trattiene con la mano sulla mia ed un'aria sicura di sé, da predatore. Un'aria che non gli ho mai visto. Mai.
- Vuoi entrare? - Sto per fare il passo ed entrare istintivo per vedere cosa succede se lo faccio, ma chiaramente non lo faccio. Chiaramente all'ultimo mi fermo perchè mi vedo con lui sul suo letto a fare l'amore e mi viene un'erezione assurda. Sconvolto da tutto questo scuoto la testa e gli do la buonanotte.
In camera, da solo, mi spoglio e mi guardo sconvolto.
Cosa è successo?
Cosa è appena successo?
Ho visto un nuovo lato di Stan, sicuro, sensuale... e mi è piaciuto ancora più del solito Stan dolce e remissivo che mi fa impazzire.
Questo mi ha eccitato di brutto.
Credo che se fossi entrato, se fossi rimasto un secondo di più, sarebbe uscito tutto quello che ho messo dentro la mia zona nera.
Quei segreti innominabili che fingo non esistano, ma che ci sono.
La mano scende sul mio membro duro, scivolo steso sul letto, mi mordo la bocca e mi tocco pensando a lui, gli occhi chiusi mi portano il suo volto malizioso, la sua voce bassa, la sua mano sulla mia.
Per lo meno se fa così dubito stia con Nole e con questa consapevolezza, ho un orgasmo fantastico.
Il mio Stanley è ancora mio.
Sono un maledetto egoista.
Non voglio che sia di altri, ma non posso farlo mio.
Prima o poi mi manderà a cagare. Come reagirò a quel punto? Sono sicuro di reggerlo?


Avverto mia moglie che vado da Stan e lei sbuffa ed alza gli occhi al cielo. Di solito si trattiene e non mostra stati d'animo così spiccatamente contro di me, per cui mi fermo un attimo e la guardo stupito.
Lei sulla difensiva risponde:
- Che c'è? Pensi che mi faccia piacere? Vai sempre da lui tutte le volte che perde... qualunque cosa stai facendo! E se non sei al suo stesso torneo lo chiami e ci stai un'ora al telefono! - Mirka sbotta, non si è mai lamentata.
- Lo faccio sempre, te ne esci così solo ora? - Forse pensa che questa domanda sia un modo per conversare.
- So che non ti piace parlare di certe cose, ma è questo che penso. - Risponde seccata e polemica.
- E perchè ora ne parli? - Mano a mano che parlo sono sempre più piatto nel tono e questo l'accende.
- Perchè non ne posso più e sappi che se continua così sarà sempre peggio! - Con questo mi metto dritto del tutto rivolto verso di lei, non vicino ma nemmeno lontano. La distanza è giusta. La guardo serio, duro. Poi con una voce gelida e definitiva rispondo:
- Sarà peggio solo per te. Non è oggetto di discussione la mia amicizia con Stan. Lui c'è da prima che ci fossi tu e ci sarà sempre. Puoi accettarlo o meno, ma la cosa non mi riguarda. Non ne parlerò più. - E lo sa che alla fatidica domanda la risposta non è scontata. - E se un giorno ti venisse in mente di chiedermi di scegliere fra voi due io semplicemente non sceglierò. Perchè sarebbe una grande sciocchezza. - Con questo chiudo e me ne vado. Glielo leggo negli occhi carichi di rabbia e lacrime che odia Stan perchè è gelosa e che un giorno me lo dirà di scegliere uno dei due. Ma pur volendo, e non sono pronto ad ammetterlo, non lo farei mai. Non davvero. Devo poter scegliere l'uomo che voglio essere.
Tutti hanno istinti, spesso sono brutti. Ma ci distinguiamo dagli animali perchè domiamo quegli istinti e li gestiamo.
Sono un uomo, me lo devo ricordare.

Quando vado da Stan in camera sua, sta raccogliendo le sue cose abbattuto e per prima cosa lo abbraccio. Non ho mai paura di toccarlo, anzi, ricerco sempre il contatto con lui. Lo trovo bellissimo. Mi sento bene quando lo tocco.
Sto con lui per il tempo che raccoglie calmo le sue cose e parliamo della sua partita e di tennis, non sembra nemmeno che ho discusso con Mirka.
Non gli dico nulla, lui non se ne accorge ed in un momento quella è solo una parentesi, mentre questa è la mia vita.
Quanto penso di andare avanti così?
Forse finchè Stan non si metterà davvero con un altro.
E se fosse proprio Nole?
E se con Rafa le cose non decollano in modo chiaro e definitivo proprio perchè in realtà Nole punta a Stan e vuole mettersi con lui, mentre Rafa è più un incidente di percorso che capita ogni tanto?
Improvvisamente mi oscuro sentendomi male, lo stomaco in una morsa. Ma poi il suo sorriso stanco e triste mi fa tornare il pagliaccio che sono quando voglio esserlo e lui torna a ridere grazie a me. Amo quando ride davvero.
Il mio piccolo Stanley.
Lo saluto con una carezza sulla testa come se fosse il mio fratellino, lui socchiude gli occhi pacifico. Credo gli piaccia quando lo faccio.
Mi spiace che esca subito dal torneo, speravo di passare più tempo con lui.
- Scrivimi quando arrivi. - Dico come sempre quando ci lasciamo. Lui annuisce e va. Ed io so che finchè non mi scriverà guarderò il mio telefono con ossessione e che solo quando mi arriverà il suo sms io starò bene e sorriderò ebete.
Mi sto perdendo.

Vicino a quella che vedo come la mia fine, vicino al cedere all'istinto che ormai è evidente ed impossibile da ignorare, invece che parlarne con Rafa che ogni tanto mi tormenta con la storia di Stan che io invece nego categorico,  mi attacco in modo particolare a Mirka, è la classica reazione del marito che sente di voler tradire la moglie perchè desidera ardentemente qualcun altro. Nel disperato tentativo di non cedere, le si attacca come una cozza.
Ecco che arrivano altri figli, seconda coppia di gemelli.
Di solito questi figli, nati proprio nel momento di crisi matrimoniale, non sono mai felici finchè i genitori non si separano, ma nel nostro caso è diverso perchè Mirka non ha idea che io sono in crisi matrimoniale. Lei non ne ha idea, non la vive così. Non credo che per lei ci sia mai stata una vera crisi. Per cui non vivendola ufficialmente così, le cose sembrano perfette più che mai.
Ed io divento di nuovo padre nel maggio 2014, nel periodo più sbagliato per diventare di nuovo padre. Perchè a maggio 2014 la mia crisi personale non è per niente risolta, anzi.

Per parlare di me e di quel che mi succede, devo parlare di Rafa e Nole.
Rafa e Nole sembrano in un periodo di quelli strani. Soliti alti e bassi.
Prima Nole ci prova, poi smette, poi torna, poi ci ripensa.
Rafa va avanti così da anni e sta impazzendo, io non so se ne usciranno mai, se troveranno un punto d'incontro. Dovrebbero solo parlarsi chiaramente, ma Rafa odia parlare con chi lo mette tanto in subbuglio, è una sua caratteristica. La maggior parte delle cose le tiene pigiate dentro e si sfoga solo con me.
Così io stesso non capisco se Nole sia indeciso fra lui e Stanley oppure se aspetta di capire meglio Rafa o se magari non è interessato seriamente a nessuno.
Passiamo tutti i nostri appuntamenti a parlare di questo ed io sono il primo a voler capire.
A gennaio 2014 fra me e Stan le cose vanno sempre bene, ma c'è una costante ombra scura che fingiamo di non vedere. Si è formata quando gli ho detto che sarei stato di nuovo padre. Lui ha sorriso e mi ha fatto i complimenti. Poi non mi ha più guardato limpido come sempre.
Io non posso parlarne, ho paura che mi dica qualcosa che non saprei affrontare, quindi evito l'argomento.
Però a parte questo va tutto obiettivamente bene.
Nole invece ha ripreso a provarci ferocemente con Rafa, sembra deciso a prenderselo, forse ha capito che Rafa è perso per lui ed aspetta solo che Nole faccia sul serio.
Comunque fra loro succedono diverse cose.
E Stan vince il suo primo Slam in carriera, quello di Melbourne.
La gioia che provo non ha eguali, mi sembra d'averlo vinto io. Quella notte mi chiama di nuovo durante i festeggiamenti. È ubriaco ed io rido. Adoro quando lo è.
Il piccolo non regge l’alcool, ma gli piace bere quando gli è concesso.
La sua voce acuta biascica che vuole che io vada da lui, ma ormai sono a casa perchè sono uscito prima.
- Non ci penso proprio a fare ventimila ore di nuovo! -
- Perchè diavolo non ti sei fermato? Ti avevo detto di fermarti... - Brontola.
Io rido.
- Mirka aveva messo uno dei suoi bronci e quando è incinta è insopportabile... -
- Lei lo è sempre! - Questa volta lo dice. Di solito cerca di evitare, ma so che non la sopporta!
Mi metto a ridere ancora e lui continua sparato, senza riuscire a trattenersi.
- Se non fosse per lei io e te staremmo insieme. Lei rappresenta il tuo essere uomo tutto d'un pezzo! Se non ci fosse non ti porresti questi limiti! - Sospiro spegnendo il sorriso. Eccoci qua a parlarne, da ubriaco è meglio, poi non si ricorderà nulla.
- Allora è meglio che ci sia, no? -
- No! Io ti aspetto da una vita. -
Scuoto la testa.
- Se così fosse me l'avresti detto, ci conosciamo da un sacco, parliamo moltissimo... - Forse è questo che ho sempre aspettato.
Che me lo dicesse sul serio.
- Andiamo, te ne sei accorto da solo che ti adoro. -
- So che mi adori ed io adoro te... -
- Non in quel senso... adorare come amare... - Sospiro chiudendo gli occhi mentre scuoto la testa, non so nemmeno cosa dire.
Siamo soli io e lui al telefono e lui è ubriaco, non ricorderà nulla.
Posso dire tutto quello che voglio perchè sarà come se non avessi detto nulla. Sarà come se non fosse esistito. Non sto vivendo questo momento. Non lo sto vivendo.
- Lo sai che ti amo e so che mi ami anche tu. Ma quando ho iniziato ad innamorarmi ho avuto paura perchè eravamo due uomini ed ho cercato una donna che mi dimostrasse che sono normale. Dopo di quello dovevo assumermi le mie responsabilità ed io lo faccio fino in fondo. - Il discorso è questo e l'ho detto. L'ho detto ad alta voce. L'ho ammesso. È così che stanno le cose. Punto.
Silenzio. Forse Stan è svenuto, deve essere ubriaco forte.
- Ci sei? - Chiedo preoccupato. Lui rutta ed io rido. - Devi andare a dormire... e forse anche a vomitare... goditi la tua festa... - Spero di poterla passare liscia, ma anche se domani lui avrà scordato tutto, per ora è qua.
- Ma se ci amiamo e continuiamo a vederci e sentirci così, prima o poi cederemo a quel che vogliamo davvero. Io c'ero prima di lei. E continuo ad esserci. - E' così vero.
Sorrido malinconico e con una punta di speranza.
- Allora prima o poi ci metteremo insieme... - So che non succederà, ma spero che possa avverarsi. Perchè dopotutto non c'è niente che io voglia più di questo.
- Aspetterò quel momento ogni istante della mia vita. - dice con un mormorio che sembra anche piuttosto in sé.
Se fossimo stati insieme avrei approfittato di lui e l'avrei baciato. E forse avrei fatto anche altro.
Beh, tolgo il forse.
Ci salutiamo e sospiro chiudendo gli occhi mentre visualizzo il suo viso.
E senza volerlo, senza controllarlo immagino noi due che facciamo l'amore. Ultimamente mi succede spesso.
Non si tratta più di accettare certe cose. Che provo qualcosa per un altro ragazzo o che voglio tradire mia moglie. Si tratta di sopportare me stesso.
Visualizzare noi due a letto insieme è deleterio ed alla fine l'orgasmo che ho è estremamente appagante.
Quanto aspetterò ancora?