NOTE:
ecco un altra fic sui tre tennisti, questa volta siamo con Rafael e
Roger. La questione del soprannome che Rafa ha dato a Roger è vera,
amichevolmente lo chiama Rogelio. Wimbledon è appena finito e Roger
ha appena perso, ma la cosa che sconvolge Rafael che ha visto tutto
l'incontro e la premiazione, sono le parole di Nole in televisione,
che fra le lacrime di gioia dedica la vittoria alla sua futura moglie
ed al suo futuro figlio. Questo è un duro colpo per Rafael, dopo
quello che si sono detti pochi giorni prima. Così come la sconfitta
di Roger lo è per lui. E se entrambi sono così poco lucidi e fuori
di senno, con chi si sfogheranno? Solitamente si cercano in quei
casi. Solo che vedersi negli stati in cui sono può essere
pericoloso. Vediamo quindi che succede.
Da
dire c'è che Rafael ha sempre considerato Roger il suo mito nel
tennis, lo seguiva da prima che si mettesse a gareggiare
pubblicamente ed ha sempre copiato i suoi look e certi suoi
atteggiamenti, tipo la posizione con la racchetta, la fascetta in
testa, il taglio di capelli. Che Rafael adori Roger è vero, non me
lo sono inventato. E da come Roger parla di Rafael si capisce che
ricambia. Ma soprattutto da come ogni tanto lo guarda...
Ci
saranno altri seguiti, specie dopo questa fic necessiteranno quanto
prima.
Buona
lettura.
Baci
Akane
SMASH
Smash
= schiacciata, di rimbalzo e al volo, utilizzata quando si riceve una
palla con traiettoria alta. Difficile da ribattere, spesso è un
punto sicuro.
Rafael
indurì le labbra, assottigliò gli occhi che divennero paurosamente
simili a quelli di un felino feroce in procinto di attaccare, poi con
la mascella dura e la scarsa intenzione di parlare, chiuse la
televisione e scrisse a Roger.
'Ti
prego, ti prego devi venire, ho bisogno di vederti appena puoi! Ti
aspetto a casa mia appena vai via da lì!'
Il
fatto che non gli avesse mai fatto una richiesta simile, fece rizzare
i peli a Roger.
Rafael
era già tornato a casa, non aveva voluto aspettare la finale sapendo
che chiunque avrebbe vinto gli sarebbe stato sulle scatole.
In
un primo momento pensò che fosse per questo, poi si ricredette.
Aveva
avuto un sacco di momenti negativi a tennis, non l'aveva mai
contattato in quel modo.
“Forse
alla fine non ha fatto pace con Nole... io gli avevo detto di farlo,
ma poi se ne è andato senza nemmeno salutarmi. Pensavo che l'avesse
fatto... Nole ha anche giocato in splendida forma, mi sembrava chiaro
che avesse fatto pace con lui! Forse però mi sbaglio...”
Alla
fine si decise a fare la deviazione. Se i due avevano chiuso, Rafael
era di certo furioso.
“Può
aver aspettato la fine del torneo per non distrarmi... ma che Nole
giocasse così bene è assurdo...”
Roger
non aveva proprio idea di cosa pensare, ma aveva lui stesso bisogno
di un po' di sfogo poiché si sentiva giù dopo la sconfitta in
finale di wimbledon. Era l'ottavo titolo, se l'avesse vinto. Aveva
provato di tutto, non ci aveva sperato molto sapendo che era al
proprio limite e che Nole era più in forze di lui. Quando l'aveva
visto giocare così bene aveva capito che sarebbe stato impossibile,
ma ci aveva provato mettendo tutto quello che aveva. Infine aveva
perso lo stesso ed era molto giù, si sentiva uno straccio,
emotivamente era davvero provato.
Quello
era verosimilmente il punto finale della sua carriera e parlare con
un altro che aveva subito una cocente delusione, poteva aiutarlo.
“In
effetti sono più io che ho bisogno di lui che viceversa...”
Alla
fine ci andò.
Roger
ci impiegò poco a partire perchè prima della partita aveva già
radunato le sue cose.
Pochi
impegni e poi poté volare alla volta della Spagna, dove Rafael
l'aspettava.
Roger
aveva il suo jet privato per gli spostamenti, per cui non fu
problematico fare la deviazione.
Non
viaggiava certo da solo, ma non erano mai problemi i voli fuori
programma. Capitava che gli saltasse in mente di fare una cena in un
luogo lontano da casa e quindi organizzasse una scampagnata di uno o
due giorni.
Dal
momento che ormai l'ora di cena era passata da un pezzo e che era
sera, disse che avrebbero dormito lì e che sarebbero ripartiti il
giorno dopo.
Affittato
un'auto, si diresse da Rafael.
Appena
vide la sua faccia, capì che era di nuovo furioso, ma in un modo
diverso da qualche giorno prima, quando se l'era presa a morte col
ragazzino che aveva osato batterlo in quel modo.
-
Si può sapere chi sta morendo da farmi venire qua di corsa dopo 4
massacranti ore di finale? - Evitò accuratamente di dire la parola
sconfitta, ma volle sottolineare che non era la cosa più normale da
fare, pretendere che venisse lì da lui dopo una finale di wimbledon!
Rafael
si passò le mani sul viso, stravolto. Sembrava che la prossima mossa
sarebbe stata strapparsi i capelli e sbattere la testa sul muro.
-
Lo so scusa, ma io non potevo che chiedere ad altri che a te. E non
potevo aspettare. Mi sembra di impazzire... io... io non ce la
faccio! - Roger impallidì ed entrò chiudendosi da solo la porta
alle spalle.
Lo
guardò davvero preoccupato dimenticando per un momento la propria
sconfitta.
-
Ma che è successo? È perchè ti ha superato nella classifica? Ma si
tratta di pochi punti, tornerai a superarlo al prossimo trofeo...
oltretutto ci ha dato dentro un sacco anche lui quest'anno, non è
detto che continui così. Ha solo un anno meno di te! Voglio dire,
tranquillizzati! - Rafael allargò le braccia e scuotendo la testa si
mise a camminare nevrotico per il salone.
-
Certo che non è per quello! Noi andiamo avanti così da un sacco! So
come funziona. Abbiamo un solo anno di differenza, siamo nel periodo
in cui il corpo cambia, ci sarà prestissimo un calo naturale, se io
lo sto vivendo ora, lui lo vivrà il prossimo anno. Siamo sulla
stessa barca, ormai per noi due è come essere pari, anche se
ovviamente io sono migliore di lui perchè sono stato primo per molto
più tempo ed ho vinto molti più titoli di lui! -
-
Alla faccia del depresso! Mi pare che la tua autostima non abbia
problemi! - Commentò sarcastico Roger ancora distratto dal suo fiume
di parole.
-
E comunque c'è ancora un torneo del Grande Slam, se vinco quello è
fatta. Mi sto riposando bene, sarò in forma. Lui al contrario ha
dato fondo alle sue energie e non è detto nemmeno che arrivi in
finale! -
Roger
si mise a ridere. Era così convinto che pensava di essere preso in
giro. Nessuno poteva essere così sicuro di una cosa simile, era
sport, erano in momenti delicati della loro carriera... come potevano
sapere che andava tutto bene?
-
Mi hai fatto venire per sentirti blaterare su quanto tu sia ancora
forte? Mi sembra che non ti servissi con tanto bisogno! - Rafael si
sedette sul divano come fosse sfinito e finalmente anche Roger poté
fare altrettanto, si mise accanto a lui e lo guardò in attesa del
resto.
-
Ovviamente non è questo. Insomma. Mi brucia che mi abbia superato,
ma non è una cosa determinante, i nostri punti sono pressoché
simili, si può dire che ci eguagliamo... così come lui mi ha
superato per un mio passo falso, può subito succedere a lui. Io e te
siamo passati a superarci a vicenda per un sacco, prima di
confermarmi definitivamente... -
Roger
annuì, parlarne comunque lo calmava e lo aiutava ad accettare anche
la propria sconfitta.
-
Sì, ma noi due eravamo diversi. Tu eri più giovane di me, quando
hai cominciato a gareggiare così tanto con me io ho capito quasi
subito che mi avresti preso tu il posto. Ho lottato per resistere il
più possibile, ma il calo è stato naturale ad un certo punto, così
come è stato naturale il tuo sorpasso. Eri più giovane, più forte.
Tu hai cominciato presto ad essere eccezionale, è questo il punto. -
Rafael si sentiva a sua volta meglio in quella conversazione e lo
guardò come se fosse il suo angelo salvatore.
Arrivava
lui e con la bacchetta magica, lo risollevava.
Lo
spagnolo si girò verso di lui piegando una gamba sul divano, Roger
si mise in una posizione simile, si guardarono appoggiando le teste
alle mani, ma poi Rafael passò a gesticolare nervoso.
-
Tu hai avuto tempo per abituarti all'idea che ti avrei superato con
certezza, io so che anche se lui mi supererà, come è successo ora,
sarà di una cifra irrisoria e non duratura, so che le cose potranno
ribaltarsi di nuovo presto. So che comunque caleremo insieme, saremo
superati entrambi insieme da un nuovo giovane super dotato e che
continueremo così finchè non decideremo, magari sempre insieme, di
chiudere la carriera... - Roger a quelle parole guardò in basso con
una fitta di dolore dentro, al petto. Rafael lo notò e si rese conto
che sicuramente era
stato
incredibilmente insensibile, come al solito.
-
Cazzo, scusa... tu oggi sei stato sconfitto e probabilmente pensavi
di poter chiudere la carriera in grande invece no e... ed io ti parlo
di queste menate come se... Cazzo, scusami, Rori... - Rafael lo
chiamava Rori solo in certi rari casi. Roger scosse il capo e si
raddrizzò sul divano tornando con i piedi a terra. Rogelio era il
suo personale soprannome di quando invece scherzavano insieme.
-
Non so se chiudo, ovviamente speravo di vincere per salutare in
grande stile... penso che continuerò tutto l'anno e poi vedremo il
prossimo. -
Parlava
calmo e controllato, sembrava tutto a posto ma Rafael sapeva che
sicuramente ci stava male.
Gli
mise infatti una mano sul ginocchio per confortarlo, si sentiva uno
stronzo insensibile che poi era.
-
Una pausa ti farà capire che hai ancora da dare, hai sfiorato un
altro titolo... vuoi scherzare? Uno appende le racchette quando
comincia ad uscire a tutti i tornei che partecipa, non quando sfiora
per un soffio un titolo del Grande Slam. Wimbledon è il peggior
torneo di tutti, è il più difficile in assoluto! E tu non hai vinto
di pochissimo! Pensa a ritirarti quando esci subito, non quando
arrivi in finale! - Per Rafael il ragionamento filava ed era molto
coerente.
Roger
sospirò sorridendo, gli piaceva ascoltare il suo punto di vista, era
quello di uno mentalmente molto forte e se non lo era davvero, si
atteggiava a tale. In ogni caso le sue parole davano molto coraggio,
ogni volta. Accendevano il fuoco.
“Eppure
non è davvero così forte. Lo so bene... è profondamente insicuro,
in realtà...”
E
pensando a questo, si rese conto che non sapeva ancora perchè era
lì.
Con
uno dei suoi dolci sorrisi gli prese la mano per ringraziarlo, non la
mollò.
-
Ma perchè mi hai chiamato con tanta urgenza? - Chiese cambiando
saggiamente argomento. Non voleva ancora pensare seriamente alla sua
fine. Anche se forse sarebbe stata una liberazione, da un certo punto
di vista...
Rafael
abbassò lo sguardo, si concentrò sulle loro mani ed in quel
momento, quando lo sentì mollare, lui gliela riprese per farsi
forza.
-
Novak... - Mormorò distogliendo lo sguardo con vergogna. Quanto gli
pesava dire quelle cose. Quelle che stava per dire.
-
Non avevi fatto pace? Da come giocava ero convinto di sì... - Disse
indulgente, con dolcezza. Aveva abbassato la testa per guardarlo in
viso visto che cercava di evadere il suo sguardo. Si mordeva di
continuo il labbro.
-
Sì. È stato bellissimo. Ci siamo avvicinati molto, sono riuscito ad
ammettere che tengo molto a lui e che non posso lasciarlo andare, ho
detto che non so cosa provo, ma che non posso chiudere e basta. Era
tutto bellissimo, lui ha detto che era innamorato, che ci sperava...
sapessi le cose che mi ha detto! Ha pianto! -
Abbassò
ancora il capo per vederlo meglio, cercava di girare la testa, di non
farsi vedere bene.
-
Ma? - Ancora non capiva.
-
Ma alla fine del match ha dedicato la vittoria alla sua futura moglie
ed al suo futuro figlio. - Silenzio. Questo ebbe la portata di uno
schiaffo. Roger sapeva cosa significava, ma doveva cercare di
sminuire la cosa.
-
E cosa poteva dire? Che la dedicava a te? Stai scherzando? Te la
saresti presa un sacco! - Rafael saltò su tornando in piedi, gli si
piazzò davanti con le braccia larghe e lo fissò furioso di nuovo,
preferendo di gran lunga così.
-
Sai che non volevo quello! Ma come ha potuto fare tutta quella
piazzata per tenermi a sé ad ogni costo, dirmi tutte quelle cose,
legarmi in quel modo quando... quando poi la sua vita ha già altri
che la occupano! Quando ha una donna che ama e che sposerà con cui
avrà un figlio! Insomma... come ha potuto! Lui sapeva... non mi ha
nemmeno detto niente! Era lui a dover troncare! L'hai visto, no? Come
si è commosso per loro! Sono loro il suo mondo! Io cosa cazzo
c'entro? Cosa c'entrava quello che ha fatto con me pochi giorni fa?
Perchè ha fatto di tutto per legarmi a sé quando io per primo ero
solo un passatempo? Ha fatto finta di provare dei sentimenti per me
che non c'erano, me li ha strappati fuori per nulla! Quando io poi
potevo rimanere com'ero, nel mio amore platonico per te. Ormai mi ero
rassegnato, stavo bene anche così. Ho una ragazza con cui passo
piacevolmente il tempo, so che amo te che non mi ricambierai mai.
Perchè lui è dovuto entrare a forza nella mia vita quando poi non
era niente, niente di niente? E la cosa peggiore è che l'ha fatta
passare per una cosa importantissima! Ha fatto una vita e mezza per
farsi accettare da me, per entrarmi dentro! Ed ora che ci è riuscito
viene fuori che il suo mondo, la sua vita è un'altra e che io non
conto un cazzo! - Roger si era perso dopo la prima frase, aveva
captato le cose principali, ma non era stato facile capire bene il
senso del suo discorso.
Aveva
capito che lo amava ancora ma che provava qualcosa anche per Novak
che si stava per sposare.
Roger
lo fermò a fatica non sapendo come fare per zittirlo. Quando partiva
a quel modo era impossibile inserirsi!
Alzò
le mani e lo chiamò un paio di volte.
-
Rafa, Rafa frena! - Rafael finalmente si zittì fissandolo a dir poco
furiosamente, spruzzava scintille dagli occhi. Aveva il potere di
accendersi e spegnarsi come avesse un interruttore. - Ma cosa ne sai
di cosa prova lui per lei? Cosa rappresenta? Magari lei è rimasta
incinta per errore ed ovviamente non avendo buoni motivi per
scaricarla e volendo prendersi le sue responsabilità, la sposa per
questo! Cioè non è che tutti si sposano ed hanno famiglia perchè
si amano e sono felici! Spesso arriva un bambino ed allora ci si
sposa... - La sua visione era molto semplice e logica, poteva
benissimo essere andata così, ma Rafael scosse il capo.
-
Tu non capisci, non capisci proprio! Non me ne ha parlato! Lo stava
sicuramente meditando da un po'! Quando abbiamo litigato e fatto pace
in quel modo lui lo sapeva, era già tutto in programma! Me ne doveva
parlare! - Roger rimanendo seduto chiese sempre allargando le
braccia.
-
Tu gli dici tutto di te? -
-
Che c'entra, io parlo poco di me, lui sa quasi nulla... ma se mi
sposassi glielo direi! - Roger non poteva dargli completamente torto,
eppure era convinto che stesse esagerando.
-
Per me te la stai prendendo tanto per niente. Lei è rimasta incinta,
lui ha deciso di sposarla. Stop. Però per te prova comunque qualcosa
di forte, è comunque innamorato al di là di lei! - Per lui era
semplice. Rafael scosse il capo, si lasciò cadere giù e come sempre
passò dal fare scintille al spegnersi come un fuoco sotto la
pioggia.
Faceva
girare la testa a chiunque gli stesse intorno.
Si
prese il viso fra le mani e demoralizzato nonché sull'orlo autentico
delle lacrime, mormorò appoggiando i gomiti alle ginocchia e quindi
chinandosi in avanti.
-
Me ne avrebbe parlato. Lui oggi piangeva pensando a loro... - Roger,
spiazzato da quel tono così fragile e rotto, gli mise la mano sulla
schiena e gli si avvicinò carezzandolo, si chinò un po' in avanti a
sua volta per guardare il suo profilo comunque coperto dalle mani.
L'aveva visto di rado a quei livelli.
-
Piangeva per il difficile e sofferto titolo vinto! Ha faticato
moltissimo per farcela. E sa che così ti ha superato di qualche
punto nella classifica. Piangeva per questo... - Rafael scosse il
capo e l'alzò per guardarlo con convinzione. Roger trattenne il
fiato. Viveva tutto al massimo, aveva gli occhi lucidi, stava per
piangere.
-
Ci credi davvero? - Roger si strinse nelle spalle. Era come un
bambino troppo cresciuto. Un adolescente con sbalzi d'umore
fortissimi, una donna incinta con gli ormoni alle stelle.
A
volte si era ritrovato a dover gestire quel Rafael, ma non era mai
facile. Gli dispiaceva enormemente averlo così.
Cominciò
a carezzargli la schiena con la mano, risalì lentamente sulla nuca,
fra i suoi capelli mossi. Rimasero a guardarsi, Rafael disperato in
attesa di una risposta che Roger non aveva idea di come dare.
-
Non lo so, conta quello che credi tu. Dovresti chiarire bene questa
cosa con lui. È importante. Altrimenti se è come dici tu non ha
senso continuare. Ognuno fa le sue scelte, c'è chi si fa due vite
perchè da ognuna prende qualcosa di diverso che nell'insieme dà la
completezza... e chi non ce la fa... - Roger riusciva sempre a dare
tutti i punti di vista con naturalezza e semplicità. Rafael non
sapeva nemmeno cosa sperare, stare così male per qualcuno era
orribile ed il peggio era che c'era già passato.
Quando
si era dichiarato proprio a lui, a Roger, lui l'aveva respinto.
Quello
che stava provando glielo fece tornare in mente come un treno in
corsa e con la stessa potenza lo investì.
Fu
così che Rafael, di nuovo, come sempre, senza riflettere minimamente
sulle cose, prese e lo baciò.
Roger
rimase senza parole, senza fiato, spiazzato. La mano ancora fra i
suoi capelli, chinato come lui in avanti.
In
un istante le labbra erano premute contro, poco dopo Rafael iniziò a
giocarci aderendo, combaciando e fondendole insieme.
Roger
rimase un istante a lasciarsi fare inebetito non capendo minimamente
il motivo di quello, quando si riprese gli mise l'altra mano sulla
guancia ed irrigidendosi indietreggiò con la testa, separandosi.
-
Rafa... cosa stai facendo? - Chiese turbato. Rafael aprì gli occhi
velati, confusi.
-
Ti bacio... - Rispose semplicemente spingendosi verso di lui per
riprendere, era un bisogno vero e proprio.
Roger
lo respinse ancora facendo passare la mano sulla spalla.
-
Lo vedo! Ma volevo dire perchè?! - Rafael corrugò la fronte.
Non
era così ovvio?
-
Perchè lo voglio! Lo voglio sempre! Ogni volta che ti vedo. Perchè
l'ho detto a me stesso e l'ho detto a lui. Posso provare cose
fortissime e diverse e belle per altre persone, ma quello che provo
per te non cambierà comunque mai. Tu sarai sempre quello che amo.
Sarai sempre tutto, per me. Sempre. - Con questo, cercò di baciarlo
di nuovo, Roger faticava a controllarlo e controllarsi ed era la
prima volta che succedeva a quei livelli, era sempre stato molto
fermo.
-
Se gli hai detto questo come puoi stupirti che non ti abbia detto che
si sposa? Lui sa di essere sempre la seconda scelta. Puoi anche
provare dei sentimenti per lui, ma se sono secondi a me, lui non ti
deve nulla! - Lo disse quasi con durezza e Rafael a quel punto si
raddrizzò e smise di cercare di baciarlo.
Lo
guardò con aria sconvolta, torvo. Le sue parole rimbombarono nella
mente mentre da dentro una morsa lo riportava a quello stato
psicotico di prima. Incapace di controllarsi di nuovo, subì
l'ennesima esplosione e questa volta furono le lacrime ad uscire.
“È
impossibile starci dietro! Passa da una cosa all'altra con un battito
di ciglia! Lo conosco da anni ed ha sempre fatto così, ma ancora ora
fatico!”
Vedendo
che piangeva, si sentì schifosamente in colpa e non sapendo come
rimediare, gli mise la mano sulla schiena come prima, carezzandolo
ancora.
-
Dai, scusa... scusa, non volevo dirlo ma... insomma è un po' vero
e... - Non sapeva nemmeno cosa dire. Sicuramente avrebbe peggiorato
tutto. - Dai, non piangere. - Rafael si coprì il viso con le mani
vergognandosi di tutto, di sé stesso, di quel che provava. Roger
allora l'attirò a sé e gli fece mettere il volto contro il proprio
collo.
-
Dai, scusa... lascia perdere, io che ne so? Però devi parlargli e
chiarire. È sicuramente un equivoco. Lui forse pensava di essere una
seconda scelta nei miei confronti ed ha pensato che non serviva
dirtelo... - Rafael continuò a piangere.
-
Non riesco a capire cosa cazzo provo per lui, è questo che mi manda
fuori di testa! Mentre per te è così chiaro e semplice, per lui...
cazzo, non lo so! So solo che ci sono queste cose che mi mandano
fuori di testa, non riesco a mollarlo e basta! - Arrivò a
singhiozzare e Roger lo tenne a sé abbracciandolo fino a cullarlo.
-
Andrà bene, vi parlerete e troverete un equilibrio. Presto capirai
cosa provi per lui... - Rafael scosse il capo asciugandosi le
lacrime, alzò il viso e tornò a guardarlo da quella vicinanza
ubriacante.
Le
mani sulle sue spalle, sul suo collo.
-
Il punto è che è vero. Per me ci sarai sempre tu, come posso
pretendere qualcosa, qualunque cosa, da lui? Non ne ho il diritto! E
non so nemmeno cos'è poi che voglio davvero... -
Roger
non sapeva più come reagire a queste continue dichiarazioni. Doveva
ammettere che erano sempre bellissime e che gli piacevano, lo
facevano sentire amato ed era bello a quel livello, al livello in cui
l'amava lui. Si sentiva il suo mondo, a volte. La sua ancora.
Era
un rapporto molto stretto quello che avevano e spesso lui stesso
l'aveva cercato per sfogarsi o per distrarsi. Era una compagnia
diversa dalle altre.
L'aveva
sempre rifiutato perchè era giovane, ma adesso era diverso.
Rafael
aveva 28 anni e lui 32.
Non
era una differenza pesante com'era stata quando l'aveva rifiutato.
Nel
frattempo il legame si era rinforzato.
Il
fatto era che non si era mai fermato a chiedersi cosa provava, se
poteva fare qualcosa con lui, se c'erano dei desideri.
Lui
era sposato, aveva famiglia, non esisteva altro.
Però
c'erano i rapporti, c'erano i rapporti diversi da quelli che
esistevano. C'erano quei rapporti imprescindibili. E Rafael era quel
rapporto.
Non
poteva pensare di smettere di vederlo e sentirlo.
Era
proprio impossibile.
Si
persero a guardarsi a quella vicinanza, ognuno nei propri pensieri
rivolti all'altro, su cosa provavano, su cosa fare, su cosa volevano.
Ed
alla fine Rafael lo fece di nuovo.
Perchè
erano ancora lì a guardarsi e lui non si stava allontanando, anzi.
Era come se aspettasse una risposta.
Tornò
a combaciare le labbra alle sue, prese il suo fra le proprie per poi
schiuderle piano, con calma. Roger stava cercando di capire cosa
provava davvero per lui, se era una cosa che andava al di là
dell'amicizia, se c'era un aspetto fisico che non aveva mai
considerato.
Si
lasciò fare ed assecondò il bacio, aprì le labbra e sentì la sua
lingua, si sentì rispondere, sentì che si intrecciavano ed i
brividi d'eccitazione lo invasero con prepotenza.
Non
respirava, era un fuoco e quel fuoco bruciava sempre più.
Rafael
piegò la testa e spinse raddrizzandosi nelle posizioni. Roger
continuò ad assecondarlo, abbandonandosi a qualcosa di fin troppo
piacevole.
Non
stava provando di certo cose negative. Era fin troppo bello.
Troppo.
Si
disse che forse un bacio non poteva essere sufficiente per capire
certe cose. Che se gli piaceva quello, quante altre cose potevano
piacergli?
Rafael
alzò le mani mettendogliele sul suo viso, per impedirgli di
separarsi, continuò a baciarlo, seduti nel divano uno davanti
all'altro, togliendosi i respiri.
In
un estremo momento di lucidità, quando sentì Rafael scendere per
prendergli la maglietta, gli prese i polsi e lo fermò appoggiando la
fronte alla sua, ansimante, confuso, gli occhi chiusi.
-
Non so cosa sto facendo... devo fermarmi... forse sono sconvolto
dalla sconfitta, ci speravo tanto, potrebbe essere la fine della mia
carriera, ci sono tante cose che mi hanno mandato fuori di testa.
Questo... questo io... non so cosa sia... mi piace ma va contro i
miei principi... - Roger provava a ragionare ad alta voce, ma Rafael
non gli permetteva di allontanarsi, rimaneva così contro di lui e
smettere in quel modo era difficile.
-
Lo so io cosa stai facendo. Stai provando a fare una cosa che hai
sempre desiderato e che ti sei precluso per principio, non perchè
davvero non provassi nulla o non volessi... ed ora ti rendi conto che
non ci sono davvero impedimenti veri... e che puoi fare quello che
vuoi... perchè la vita è nostra, è ora ed è una... - Tipico modo
di pensare suo, Roger fece un mezzo sorriso pensando quanto bruciava
quel ragazzo. E quanto scottava.
Aprì
così le labbra cercandolo di nuovo, gli succhiò il suo, Roger cercò
di ritirarsi ma con scarsa convinzione. Rafael riprovò e la seconda
volta lo leccò.
Era
tremendamente piacevole. Sconvolgentemente piacevole.
-
Solo noi ci possiamo capire. Solo noi sappiamo cosa passa l'altro
ora, perchè ci conosciamo come meglio di noi stessi... e ci possiamo
fidare uno dell'altro... io farei qualunque cosa per te e lo sai...
ti amo da una vita... sei tutto per me. Se sono dove sono ora, lo
devo a te. Perchè inseguivo te. - Rafael ad ogni frase lo baciava
leggero, o lo leccava sensuale. Roger era sempre più fuori di sé
per la bellezza di quel che provava.
Si
decise a far cadere le mani e a liberare le sue e Rafael gli prese
finalmente la maglia e gliela tolse, poi stessa cosa fece con sé.
Gli prese le sue e se le mise addosso, sui fianchi, infine lo spinse
per le spalle e lo stese sul divano, sotto di sé, mettendosi sopra a
cavalcioni.
Tornò
alla sua bocca, tornò a baciarlo. Scivolò sull'orecchio che divorò.
-
Puoi fermarmi quando vuoi... - Ma entrambi sapevano che non ne
avrebbe mai avuto la forza di farlo. Rafael scese sul collo.
Era
stato come aprire il vaso di Pandora. Sapeva che non avrebbe dovuto,
Roger ne era sempre stato cosciente, per questo l'aveva respinto le
altre volte sul nascere.
Ma
ormai era come essere al punto di non ritorno.
Le
labbra, la lingua sul suo petto, sui suoi capezzoli. E poi le dita ad
aprirgli il bottone dei pantaloni di tela. Tirò leggermente e glieli
sfilò via insieme agli slip.
Risalì
con i palmi che premevano sulle cosce, strofinarono la sua erezione,
giocò con l'inguine e Roger chiuse gli occhi premendo la testa
all'indietro, alzando il bacino contro il suo viso. La sua bocca che
gli dava piacere ora con calma, piano, gustandosi ogni sensazione di
quello che si stava finalmente prendendo dopo una vita passato a
desiderarlo.
Aveva
preso tutto da lui. Lo stile nel vestire, la fascia alla testa, il
taglio di capelli, il modo di tenere la racchetta, come si piegava in
attesa del servizio, dondolando su un piede e l'altro.
Aveva
preso tutto da lui. Tutto.
Il
livello in cui lo desiderava non aveva paragoni. Mai l'avrebbe avuto.
Era
sempre stato estremamente sincero.
Roger
era sempre al primo posto.
Sempre.
Quando
si prese il suo membro in bocca e realizzò cosa gli stava facendo,
si sentì per un attimo invaso dalla stessa eccitazione, si toccò e
gli bastò poco per arrivare al suo stesso livello.
Roger
realizzò quasi per caso che Rafael gli stava facendo a lui e si
stava facendo al tempo stesso. Quell'idea, quell'immagine lo mandò
in fiamme e si eccitò fino a raggiungere l'orgasmo direttamente con
un lungo fremito ed un piacere pazzesco, un fuoco immediato, tante
scariche che lo misero fuori gioco.
Si
imbarazzò molto di quanto successo, cosa molto da lui, e Rafael
ridacchiò. Altra cosa da lui.
Vedendo
che si premeva gli avambracci sul volto, risalì e gli si stese sopra
con l'inguine libero, ancora duro, che aspettava di soddisfarsi.
Voleva
farlo, voleva andare fino in fondo, ma sapeva che forse non era la
mossa giusta, in qualche modo.
Solo
per un orgasmo del genere era totalmente imbarazzato.
Le
labbra all'orecchio, tanti piccoli baci, carezze con tutto il suo
corpo che gli si strofinava sopra come una pantera.
-
Va tutto bene... - Poi la lingua nell'orecchio lo sciolse un po', si
tolse i bracci dal viso e lo guardò confuso. - Non ti è piaciuto? -
Chiese continuando a strofinarsi.
-
Troppo... - Ammise quasi con dispiacere. Rafael rise.
-
Immagino che così sia peggio... - Roger non seppe cosa dire, a quel
punto Rafael capì che doveva fare da solo e tirandosi su a sedere,
raddrizzandosi quindi sull'altro che rimase steso sotto di sé, si
prese il membro fra le mani e come prima riprese a masturbarsi. Sopra
Roger. Che lo guardava eccitato e sconvolto.
Si
prese infatti il viso fra le mani disperato.
-
Dio Santo, cosa sto facendo... - A quel punto Rafael, con un
sorrisino malizioso, gli prese il polso e si portò la mano lì
sotto, si fece toccare da lui.
-
Ricambi un po' il favore... - Disse come se gli rispondesse.
Al
momento di ritirarsi, Roger pensò che fosse strano toccarglielo. Poi
piacevole in qualche modo.
Ed
infine sentendolo crescere nella sua mano che si muoveva, realizzò
che era più l'idea di quel che gli stava facendo.
Si
perse nel suo viso abbandonato al piacere, la testa all'indietro, il
busto che si muoveva sinuoso avanti ed indietro accompagnandolo.
-
Così... così... - E dopo dei gemiti sempre più forti e sentiti,
venne senza il minimo controllo. Ovviamente lo sporcò, ma Rafael lo
pulì usando dei fazzoletti a portata di mano. Dopo di che gli crollò
sopra facendosi abbracciare.
Entrambi
ansimavano sconvolti e nella pace dei sensi. Quel che era accaduto
sarebbe rimasto impresso a fuoco nelle loro menti, indimenticabile
per diversi motivi.
Rafael
aveva praticamente realizzato uno dei suoi grandi desideri e Roger
aveva scoperto che dopotutto quel ragazzino gli era sempre piaciuto
in più di un senso e che era vero ciò che aveva sempre sospettato.
Ovvero che avesse solo nascosto la testa sotto la sabbia.
Ed
ora che gli aveva messo brutalmente la verità in mano, come poteva
affrontare le cose?
-
Ora che diavolo dovrei fare? - Disse sconvolto, ansimante, ma con le
braccia che cingevano Rafael appallottolato su di sé.
-
Solo quello che vuoi... - La sua risposta era molto semplice, ma
Roger rise amaro.
-
Fosse così facile... - Per Rafael lo era davvero. Ovviamente per
Roger no.
In
ogni caso non trovò una risposta.
FINE