NOTE:
vi presento una coppia di cui ho già scritto ma niente di serio, quella
fic sulla next generation non è da considerare. Per questa nuova serie
di shot sul tennis, si comincia da qua. Ho in mente alcune su questi
nuovi fanciulli, sempre giocatori di tennis. Per chi ne sa poco, si può
leggere e capire senza problemi. I protagonisti di questa sono: Nick
Kyrgios e Alexander Zverev.
Nick è australiano, attualmente
sedicesimo nella classifica ATP, è entrato nel professionismo a 17
anni, ora ne ha 21 ed ha vinto 3 titoli tutti nel 2016. Purtroppo è il
classico genio e sregolatezza perché ha uno dei peggiori caratteri del
circuito e dice di odiare il tennis ma di farlo solo per i soldi,
eppure ha davvero un gran talento, ha battuto tutti i più forti.
Alexander, soprannominato
Sascha. È tedesco, ha 19 anni, è nel professionismo da 17, attualmente
è il numero 20. È destinato ad essere un numero uno per il grande
talento e la serietà con cui pratica tennis, si impegna già moltissimo
e vuole riuscire, è serio e concentrato. Al momento ha vinto un solo
titolo ATP.
Entrambi adorano Roger ma hanno
un grande rispetto ed ammirazione anche per Rafa. Alex è molto amico di
Dominic Thiem, austriaco.
Chiaramente tutto quel che scrivo è pura invenzione, è solo per divertirmi.
Buona lettura. Baci Akane
TESTA E TALENTO
- Dai… -
- Non ho tempo… -
- Sì che ce l’hai, dai… -
- No. -
- Avanti Saschaaaaa! -
- Non chiamarmi così! -
- Saschaaaaa! -
- Nicholas non rompere, ho da fare! -
- Non è vero, non ce l’hai! È sera, che cazzo hai da fare si può sapere porca puttana? -
Alex sospirò mentalmente stanco,
chiuse gli occhi cercando la pazienza che in quel momento gli sfuggiva
e poi posò i suoi occhi incredibilmente azzurri sui suoi neri come la
pece che lo guardavano testardi ed irritanti.
- Devo ripassare la strategia per domani! -
- E lo fai prima di dormire? -
- Certo, perché così il mio cervello elabora mentre dormo e l’assimilo meglio! -
- Che sciocchezze! -
- Non lo sono! -
- Lo sono invece! Non serve a un cazzo! Domani vai e spacchi il culo a Stan! Punto! - Alex alzò ancora gli occhi al cielo.
- Per spaccare il culo al numero
tre del mondo nonché numero uno del torneo, devo usare anche strategie,
non basta andare e spaccare culi! - Rispose acido mentre cercava di
memorizzare i punti evidenziati dal suo coach per la partita contro
Stan dell’indomani.
Nick a quel punto si sedette
davanti alla tv a cui aveva appena attaccato la propria consolle
portatile e l’accese tenendo in mano uno dei joystick, l’altro
aspettava Alexander, intento invece sul letto a leggere quello che gli
aveva dato il suo allenatore inerente al gioco di Stan. C’erano delle
strategie per debellare i suoi punti forti, ma più che allenarsi in
campo, doveva farlo in testa.
- Fra poco mi serve la tv. -
- Te la do solo se giochi un
paio di partite con me! - Rispose vittorioso Nick contento di poterlo
ricattare. Alex lo guardò col broncio, era seduto ai piedi del suo
letto, a terra, e giocava con la sua televisione. A quel punto sentì il
forte istinto di dargli una testata.
- Guarda che anche tu hai una
partita difficile, David è impegnativo, sta avendo una stagione molto
buona… non dovresti sottovalutarlo. - Provò a farlo ragionare nella
speranza che si levasse di torno. Nick alzò le spalle.
- So che è bravo, mica lo sottovaluto! -
- E allora che fai qua? -
- Mi rilasso! Ormai mi sono
allenato, non posso fare di più! Devo distrarmi! - Alex sospirò, aveva
tutte le risposte. - E dovresti rilassarti anche tu, genio del
millennio! Se pensi solo al tennis un giorno lo odierai! -
- Tu già lo odi e non ci pensi sempre… - Rispose acido sperando di farlo andar via.
Nick aveva un problema che spiccava fra i molti dovuti al suo carattere.
Gli piacevano poche persone.
Aveva amici, ma non così tanti e in certi tornei si riducevano
drasticamente. Ultimamente, poi, da quando avevano fatto un doppio
insieme, gli si era attaccato particolarmente. L’aveva scoperto,
insomma.
Da un lato ne era felice, si
sentiva una sorta di privilegiato, di speciale e lui amava sentirsi
speciale. Però lo distraeva troppo dai suoi doveri.
- Qua non parliamo di me,
parliamo di te! Sei troppo dedito! Ti si ritorcerà contro! - Continuò
imperterrito senza turbarsi di nulla, Nick giocava a basket con la
play.
Alex indurì la bocca seccato dalle sue insinuazioni.
- Per essere il migliore devi dare tutto e sempre. - Questo era il suo modo di vedere il tennis.
- Roger ha famiglia, sai? Non dedica tutto sé stesso al tennis. -
- All’inizio però sì! - Nick non ne era sicuro, ma lo era di Rafa così si illuminò con questa contro risposta.
- Beh, Rafa però no. Rafa ha la
sua passione per il calcio ed il mare! - Disse trionfante, sicuro di
avere l’ultima parola. Alex si illuminò a sua volta, da dietro di lui,
seduto sul letto a gambe incrociate mentre fissava la sua nuca rasata
corta e scura.
- Rafa si fa 4 ore di
allenamenti ogni giorno e lo fa da quando era giovane! Quando ha una
partita non molto lunga poi si allena ancora, dopo. Vuoi prendere
esempio da Rafa? Bene, mi sembra giusto! Siete molto passionali tutti e
due, è una buona idea! Guarda come gioca! Lotta su ogni punto, su ogni
palla, sempre, come se ne andasse della sua vita. Lui gioca per
vincere, ma non titoli. Lui vuole vincere le partite. Tutte quelle che
gioca. Odia perdere, non importa cosa c’è in ballo! Vuoi prendere lui
come esempio? Bene, allora prendilo seriamente! -
Adesso era diventato un discorso
diverso, parlavano di carriere e di tennis e non più di convincersi a
giocare o ad andarsene. Ne erano entrambi consapevoli.
- Non mi interessa arrivare a
quei livelli, io odio il tennis, lo faccio perché sono capace e mi fa
guadagnare soldi. - Alex odiava quando faceva quei discorsi, perché
vedeva il grande talento che aveva e quando faceva sul serio davvero
non aveva rivali e per la giovane età che aveva era incredibile. Doveva
solo lavorare seriamente, volerlo seriamente.
- Però ti piace vincere… - Insinuò con un pizzico di sarcasmo.
- Sì che mi piace, ma comunque non mi importa un cazzo del tennis! -
- Più vinci e più ne vuoi. Devi
trovare quella fame lì, Nick. Tu hai la stoffa del numero uno, ma non
la testa… non la voglia… - Nick mise in pausa il gioco e rimase a
fissare per terra davanti a sé con aria dura ed infastidita, voleva
smentirlo e avere l’ultima parola, ma non aveva idea di cos’altro dire.
Così alla fine scosse il capo e duramente concluse:
- Non mi interessa Ale, la mia
vita non è solo tennis, lo odio troppo per farla diventare così. - Alex
sospirò più dolcemente, si stese a pancia in giù appoggiandosi sui
gomiti fino a spuntare sulla sua spalla, appoggiò il mento e lo
guardò con aria da cucciolo tenero che poteva assumere facilmente
grazie al suo bel faccino:
- Un giorno diventerai il numero
uno ed allora lo amerai. - Nick si ammorbidì sentendolo così tenero e
così vicino, si sciolse al contatto del suo mento contro la sua spalla
e sorrise con uno dei suoi ghigni strafottenti girandosi a guardarlo da
vicino come erano:
- Nei tuoi sogni, bello! -
Alex sorrise a sua volta divertito con una luce brillante negli occhi:
- Pensa a Rafa, Nick. Non
rinuncia alle sue passioni, ma riesce a fare tennis seriamente e guarda
cosa ha ottenuto fra i mille problemi fisici che ha avuto. Pensa alla
sua fame, alla sua voglia di vincere solo perché sì punto e basta. Lui
non ha rinunciato a nulla. Puoi essere come lui anche tu, ti basta solo
volerlo di più. - Divenne quasi ipnotico mentre immaginava un futuro
con loro due al vertice a lottare finale dopo finale uno contro l’altro
come avevano fatto Roger e Rafa per molto tempo e continuavano
tutt’ora. Perché le vette migliori erano quelle più lottate,
ovviamente.
- E tu saresti Roger, quindi? -
Disse malizioso e divertito girando di più la testa verso di lui,
spostandosi leggermente col busto per guardarlo meglio. Si ritrovarono
ancor più vicino a guardarsi, nessuno dei due si allontanò, il mento di
Alex ora era appoggiato al palmo della propria mano, si guardarono
ridacchiando e pieni di sogni. Per una volta gli stessi in Nick, occhi
finalmente vivi per la prima volta, forse, e solo perché aveva appena
capito quale era il grande desiderio di Alex e gli piaceva vederlo così
idealista e pieno di speranza.
- Certamente. - Disse senza un
minimo dubbio. Poi alzò gli occhi in alto pensando a chi potesse essere
Dom, il suo grande amico che adorava già da tempo. - Domi sarebbe Stan,
invece, perché sono entrambi incostanti, ma quando hanno i periodi
buoni sono fortissimi e poi Domi ha iniziato un po’ dopo col tennis,
mentre Stan ha fatto il salto di qualità più tardi nel tempo rispetto a
quand… - Ma non riuscì a finire la frase che Nick gli tappò la bocca in
fase loquace con la propria. Alex trattenne il fiato, sollevò il mento
dalla mano e spalancò gli occhi sorpreso, Nick ne approfittò per
prendere meglio possesso della sua bocca fino a riuscire ad aprirgliela
e infilarsi con la lingua. Alex rimase inebetito senza reagire, poi
quando si sentì invadere invece di respingerlo andò a fuoco, l’intero
corpo divenne molle e si trovò contro ogni previsione a chiudere gli
occhi e a rispondere. Gli andò incontro con la lingua rilassandosi,
piegò la testa meglio e diede vita ad un bacio un po’ strano,
intorpidito, sorpreso, ma al tempo stesso bello.
Il calore esplose in ogni
particella e finì anche per eccitarsi. Non aveva mai pensato a Nick in
quel senso, a Dom sì, ma a Nick no.
Aveva capito di avere tendenze
qualche anno prima di entrare nel circuito, ma aveva deciso di far
finta di nulla e provare comunque a concentrarsi sul tennis e poi in
caso sulle ragazze. Ma poi era diventato amico di Dom ed aveva capito
che gli era piaciuto sempre di più anche per altri motivi ed in altri
modi.
Poi Nick. Nick e quell’invasione
sempre più consistente nell’arco di due o tre mesi circa, quella
scoperta uno dell’altro, quello stare incredibilmente bene insieme
nonostante le differenze abissali e le continue discussioni su cosa
fare insieme nel tempo libero.
Ora quel bacio lo spiazzava, ma
gli stava piacendo incredibilmente e la sua bocca… oh, la sua bocca era
così morbida e carnosa. E baciava anche bene.
Si separarono con calma dopo un
tempo quasi interminabile, rimasero vicini a guardarsi, la mano di Nick
sulla sua guancia e poi fra i suoi capelli biondi che scivolavano
intorno al viso quasi angelico in certi momenti.
- Pensavo che fossi etero… -
Mormorò Alex quasi sulle sue labbra, gli occhi azzurri catturarono Nick
nei quali si perdeva spesso.
- Anche io. - Rispose sincero, con un sorrisino strafottente. Alex si aggrottò irrigidendo un po’ il collo.
- E perché mi hai baciato? -
Nick voleva rispondere con un’altra domanda, del tipo ‘e perché tu mi
hai baciato di rimando?’, ma si limitò ad una semplice alzata di
spalle:
- Mi andava. - tipica risposta
di Nick. Come se non ci fosse nulla di strano aver voglia di baciare un
ragazzo anche se eri sempre stato etero.
- E l’hai fatto così come niente? - Altra alzata di spalle con sorrisino divertito.
- Stavi parlando all’infinito e
ti guardavo, ho pensato come lo zittisco? E poi ho pensato che sei
carino quando parli dei tuoi sogni e poi ho capito che mi andava di
baciarti e l’ho fatto. - Alex ci rimase un po’ male, non capiva come
faceva a metterla in modo così normale, per lui non lo era. O meglio
poteva esserlo visto che era gay, o quanto meno che gli piacevano i
ragazzi, ma Nick non lo era.
- Tu vuoi baciare uno del tuo
stesso sesso senza mai aver fatto o voluto fare queste cose e lo fai
senza problemi e non ti sembra strano? È tutto così semplice? - Alex
sapeva che Nick faceva il borioso antipatico in giro per atteggiarsi,
era una difesa, ma in realtà era una persona come tutti gli altri,
sapeva essere molto simpatico e allegro ed aveva un modo di stare con
gli amici che era particolare. Invadeva gli spazi, ma non era
invadente. Non capiva bene, era strano. Mostrava un lato di sé umano e
semplice, quando era con quei pochi che gli piacevano, poi lo vedevi in
pubblico e ti veniva da appenderlo.
Confondeva le idee, le confondeva bene ed ora Alex se ne rese conto meglio.
Nick in risposta lo baciò di
nuovo, Alex voleva stare a discutere, cosa che amava fare perché era
polemico di suo, ma preferì sentire ancora il sapore della sua lingua
contro la propria, preferì abbandonarsi ancora a quel calore. Era
davvero bello.
Quando si separò, lo lasciò andare e riprese il joystick con entrambe le mani guardando la televisione in stand by.
- Allora, devi continuare a
studiare o puoi distrarti un po’? - Chiese riprendendo a giocare come
se niente fosse successo, come se non ci fosse niente di cui parlare.
Alex ovviamente voleva aprire un sermone sul perché si erano baciati,
su come mai stava tanto con lui ultimamente, su cosa gli fosse passato
per la testa e cose del genere, ma scosse il capo e si mise a sedere
dritto sul letto, sconvolto.
- No, direi che mi sono
distratto fin troppo… - Rispose prendendo in mano i fogli di appunti
del suo coach che ora gli sembravano arabo.
Nick rise di gusto gettando la
testa all’indietro, completamente rilassato e sereno, senza un solo
problema al mondo. Alex sospirò sconsolato e gettò i fogli in aria e
scuotendo la testa si gettò giù dal letto spingendolo malamente di
proposito.
- Da qua, scemo! - Brontolò prendendo l’altro joystick per inserirsi nel gioco alla playstation.
Nick rise soddisfatto e lo guardò ancor più contento, quindi mise in pausa e inserì la modalità ‘due giocatori’.
- Sapevo che avresti ceduto! -
Alex si morse il labbro, come faceva spesso, poi scosse il capo con un
sorrisino un po’ imbarazzato, ma meno teso di prima.
- Prendi per sfinimento. - Brontolò seccato di essere felice a giocare con lui alla play.
Aveva paura di distrarsi troppo,
ma al momento anche se l’avesse cacciato e si fosse messo a studiare,
non avrebbe capito nulla, per cui era meglio riportare la situazione
alla normalità fra loro per far sì che la propria testa non ci si
fissasse con ossessione.
“Penso che per lui fosse solo
qualche bacio senza significato, come per me del resto. Mi ha solo
sorpreso, ma non era niente altro. Per cui facciamo gli amici e
finiamola con questa sciocchezza. Domani ho una partita difficile, se
la perdo lo uccido!”
Beh, non era quella che avrebbe perso, in realtà.
Alex avrebbe vinto contro Stan e
Nick contro David per poi scontrarsi fra di loro ai quarti di Miami. A
quel punto Alex avrebbe perso contro Nick scatenando così una serie di
convinzioni rigide e severe verso le famose distrazioni. Ma questo
sarebbe venuto fuori solo al prossimo incontro.