NOTE:
bene, ecco la terza fic. Vi avverto che per quando le leggerete tutte
quelle che sto scrivendo, vi confonderete al punto da non saper per
quale coppia tenere, a meno che non avete già delle preferenze di
partenza. E vi avverto che la questione fra Rafa e Novak, così come
quella fra Rafa e Roger, non è per niente finita o ad un punto,
anzi. Di evoluzioni ce ne saranno ancora molte ed il finale è molto
criptico, penso che riuscirà a confondere ancora di più... in ogni
caso mi stanno ossessionando, tutti e tre, ma Rafael nello specifico.
E' come se dopo averlo scoperto io non potessi proprio fare a meno di
lui! Beh, intanto buona lettura. Baci Akane
PS: Se volete vedere altre foto oltre quelle qua sotto... ecco qua: fedal
TIE
BREAK
Tie
Break: game che, alla fine di un set conclusosi sul sei pari,
attribuisce la vittoria al giocatore che per primo riesce a
realizzare sette punti avendone due di vantaggio. Ogni punto vale
uno.
Non
gli aveva ancora dato il numero di telefono, ma ci pensava di
continuo e ogni volta che si salutavano alla fine dei tornei che
affrontavano, la domanda era la solita.
Doveva
darglielo?
Quando
era ora di stringere un rapporto e proseguire col prossimo passo?
Passava
le giornate a farsi queste domande, specie quando, a casa, fra un
torneo e l'altro, negli allenamenti incessanti, aveva voglia
assurdamente di vedere Novak.
'Sono
da te a Maiorca, ti va una cosa insieme?'
Quando
ricevette l'sms di Roger, si sentì il classico tuffo allo stomaco ed
un gran sorriso aleggiò sul suo viso dai lineamenti molto felini.
Con
lui si era scambiato il numero molto volentieri, una volta Roger
aveva dato un passaggio a lui ed alla sua ragazza col suo jet privato
perchè loro avevano avuto un guaio col proprio volo, così avevano
pensato bene di scambiarsi il telefono.
Rafael
ricordava la gioia incredibile in quell'occasione.
Aveva
paura che scambiarsi il numero con Novak fosse uno stringere un
rapporto che non era certo di volere così forte. Quello che facevano
gli stava bene, era un eccellente sfogo fisico alternativo al tennis,
anzi, era uno sfogo proprio al tennis che a sua volta era uno sfogo
per la propria vita.
Però
di più sarebbe stato come...
“Rimpiazzare
Roger...”
Pensò
mentre si sbrigava contento a rispondere:
'Volentieri,
passa pure da me, sono a casa tutta la settimana...'
'Così
ti faccio staccare un po'...'
Rafael
sorrise. Di norma dire che si era a casa significava come minimo che
si stava riposando e staccando dall'attività principale.
Nel
suo caso era diverso perchè si allenava incessantemente come un
folle e quasi quasi stava più fermo e riposato durante i tornei.
Quasi.
Sapendo
che sarebbe arrivato, aveva perso la concentrazione ed aveva fatto
una serie di errori stupidi.
Questo
era stato un grande aiuto con la questione Novak.
“Dopotutto
è proprio per questo che non voglio stringere troppo con Novak.
Perchè per me Roger resta l'unico. È ancora speciale.”
Pensandolo
con sincerità, si chiese se avesse senso continuare con lui, era una
presa in giro, quasi.
“Ma
non gli ho mai dato false speranze, sono sempre stato molto chiaro su
cosa facciamo e sul perchè... e poi lui non mi ha mai fatto capire
che invece si sta prendendo. Cioè vuole il mio numero, ma non ha mai
detto cose compromettenti!”
Ripeterselo
forse poteva servire, ma sapeva che era una cosa sciocca.
Su
queste eterne considerazioni, il campanello suonò e Rafael, che
aveva tenuto porte spalancate per sentirlo da fuori visto che al
momento era solo in casa, andò trafelato ad aprire con un gran
sorriso sul volto.
Roger
ricambiò, ma ovviamente sventolò le mani dicendo di scusarlo se non
lo abbracciava...
-
Sai, grondi sudore... - Rafael rise e gli diede una spinta
amichevole, suo malgrado lo fece entrare ed andò a prendersi un
asciugamano che si passò sulla pelle madida e lucida.
-
Lo sai che quando sono a casa mi alleno... - Disse con ancora un po'
di fiatone che però stava già andando via.
Roger
rise.
-
Eh, lo so bene... per questo ho pensato di interromperti...
altrimenti ti fai sanguinare le mani e poi al torneo non riesci ad
impugnare la racchetta! - Era una cosa tipica di Rafael. Non che non
riuscisse ad impugnare la racchetta, ma che si riempisse le mani di
vesciche che poi spesso e volentieri esplodevano sanguinando. Questo
comunque non lo fermava mai: l'impugnatura ricoperta di sangue, ma
lui andava avanti come un treno.
Rendendosene
conto si guardò le mani con aria colpevole, glielo rimproveravano
tutti. Doveva imparare a prendersi più cura dei suoi poveri palmi.
-
Troppo tardi... - Rispose con un sorrisino tamponandosi la sinistra,
sempre quella messa peggio, nell'asciugamano che si macchiò. Roger
scosse il capo, non si era nemmeno ancora accomodato che già doveva
occuparsi di lui.
Era
quasi un gioco fra loro, non era raro che scene simili si
verificassero. Ovviamente non in pubblico e nelle gare ufficiali, ma
nel tempo libero succedeva.
Rafael
era sempre quello che si allenava e lui quello che lo interrompeva e
finiva per curarlo.
Gli
prese il polso e gli aprì il palmo per vedere e fece una smorfia
schifata.
-
Rafa, ti stai allenando, te ne rendi conto? Io non capisco proprio
come ti riduci così! Anche io gioco a tennis da una vita e mi alleno
un sacco, ma le mie mani non arrivano a questi livelli, qualche
vescichetta capita, ma tu sei un caso disperato... - Rafael alzò le
spalle mentre Roger lo trascinava di peso in cucina e gli metteva la
mano sotto l'acqua fresca. Questo gli provocò sollievo. Ed un
pizzico d'eccitazione. Erano soli e Roger si stava occupando della
sua mano, era una cosa che gli piaceva molto.
-
Ma che vuoi, senza lo zio che mi piazza i cerotti io non ci penso...
- Suo zio Tito era il suo allenatore.
-
Ho capito, ma fermati allora! Insomma, fa qualcosa! Sono orribili!
Guarda qua! Sono sempre così! - Roger insisteva, glielo aveva sempre
detto e sapeva che avrebbe sempre continuato.
Rafael
scrollò le spalle e sminuì la cosa.
-
Per qualche vescica... non sento nemmeno più male, ormai sono
abituato! -
Roger
chiuse l'acqua e tamponò con l'asciugamano.
-
Se ti allenassi di meno il rendimento non calerebbe, sai? Succede
solo a te perchè fai più tennis che qualunque altra cosa. Anche
dormire, credo! E poi comunque non te ne curi abbastanza! Non usi
prevenzioni... -
Rafael
non discuteva, tanto era inutile. Roger lo trascinò al bagno dove
sapeva teneva i cerotti, suo zio gliene aveva fatto scorta
ovviamente. Gli riempì la mano di quelli e gli diede un pugno sulla
testa, Rafael ridacchiò contento che fra loro le cose funzionassero
sempre così.
“Forse
se ci fossimo messi insieme non saremmo più così spontanei. O forse
lo saremmo di più. O magari finiva e poi si rovinava tutto. Ma che
ne so... il fatto è che lui non mi voleva. Stop. “
Rafael
era incapace di non pensarci ogni volta che lo vedeva, aveva perso la
testa per lui sin da ragazzo, guardandolo giocare.
Si
era reso conto delle proprie tendenze grazie a lui, non le aveva mai
sfogate prima di Novak, ma si era detto disposto per Roger. Se non
l'avesse fermato, sarebbe successo.
“Ma
chissà se ora sarei felice? A volte la vita è strana... pensiamo
che quello che vogliamo come matti sia il nostro destino e poi invece
le cose stanno in tutt'altro modo...”
Ultimamente
aveva preso a pensare questo per giustificare la mancata relazione.
Non cessava mai di rifletterci, Roger sarebbe sempre stato speciale
per lui. Per questo era convinto che Novak fosse un ripiego, alla fin
fine. Lo era?
Come
poteva capirlo?
Certo,
ci stava bene insieme, ma dopotutto facevano solo sesso. E qualche
tenerezza rara, fugace. Niente di che. Cose che però gli
cominciavano a piacere, doveva ammetterlo. Per non dire che lo faceva
anche ridere.
Gli
stava piacendo il suo carattere scanzonato, spigliato, allegro. Prima
non lo trovava divertente, ora rideva molto di più con lui.
Erano
cose che lo facevano fermare a riflettere inevitabilmente.
-
Allora, come te la passi, vesciche a parte? - Chiese Roger sedendosi
nel divano dopo aver riempito di cerotti le mani di Rafa.
-
A momenti non sento la sensibilità alle dita, ma per il resto tutto
bene! - Rispose divertito riferendosi ai troppi cerotti messi.
-
Questo, mio caro, si chiama prevenire, oltre che curare! - Roger
infatti aveva messo cerotti anche dove non serviva. Rafael rise
scuotendo il capo decidendosi a rispondere.
-
Comunque bene. Mi sto preparando per il prossimo torneo importante...
-
-
Trovo divertente che per te alcuni tornei sono allenamento! - Rafael
ancora non ci arrivava ed infatti rimase a guardarlo interrogativo. -
La gente di solito se non punta ai titoli, approfitta per riposare!
Tu invece non ti concedi riposo, ma solo allenamenti! - Rafael capì,
ma ancora non gli era chiaro perchè lo trovasse divertente.
-
Beh insomma... sono fatto così, finchè posso punto tutto sul
tennis, poi quando avrò il calo, che capiterà, avrò tempo per
riposare! - Non aveva torto.
Per
un tennista, gli anni migliori prima o poi avevano fine, se voleva
vincere tutto quello che gli interessava, doveva approfittare finchè
era in quella fascia d'età ideale.
Roger
sapeva cosa diceva ed infatti, annuendo, smise di prenderlo in giro.
-
Però tu sei un po' troppo fanatico, anche io quando ero il numero
uno e giocavo a grandi livelli, ci davo dentro... ma mi concedevo il
tempo di riprendermi. Tu sembra che non ti serva... sembri pazzo! -
Fu il turno di Rafael ridere e Roger si ravvivò di nuovo sorridendo.
Gli piaceva farlo ridere.
-
Vista da questo punto di vista forse posso risultare eccessivo, ma ho
puntato tutto sul tennis... avevo una scelta fra questo ed il calcio,
riuscivo bene in entrambi, ma nel calcio i titoli ed i trofei vinti
sarebbero dipesi troppo dal gruppo, preferisco basarmi sulle mie sole
forze... - Per qualcuno era un discorso egocentrico. Molti pensavano
che avesse scelto il tennis perchè la gloria era totalmente sua,
mentre nel calcio per quanto uno si poteva distinguere, alla fine si
vinceva sempre in undici.
-
Ti fidi solo di te stesso, dunque. - A Rafael piaceva molto parlare
con lui, ogni volta spaziavano molto. Poteva capitare che
discorressero davvero su tutto. La cosa eccezionale era che Roger
poteva permettersi di dire qualunque cosa, non importava. Rafael non
se la prendeva mai.
-
Forse sì. Ma non è solo questo. C'è stata una cosa in particolare
che mi ha fatto pesare molto la mia scelta, alla fine... - Roger non
ne sapeva nulla, non aveva nemmeno idea che avesse avuto l'occasione
di scegliere fra il diventare un calciatore professionista ed un
tennista. Immaginarlo su un campo da calcio lo faceva divertire.
-
E sarebbe? - Chiese incuriosito.
-
Tu. Tu eri là e ti distinguevi e vincevi partite su partite
risultando sempre più eccezionale. Ed io ho desiderato ardentemente
batterti. Misurarmi con te. Penso che se non avessi avuto un rivale
così valido, forse avrei scelto il calcio. Alla fine è più
divertente come sport. Però il tennis... il tennis mi accende molto
di più! Non so dirti, sono due cose diverse. -
Roger
ci rimase di sasso. Aveva ammesso una cosa molto imbarazzante e
l'aveva fatto con una gran semplicità. Sapeva la ritrosia di Rafael
a scucirsi sui propri sentimenti. L'aveva fatto una sola volta in
vita sua, quando si era dichiarato e l'aveva fatto in modo comunque
criptico. Poi non era più successo.
-
Beh, non ho mai provato seriamente il calcio se non da ragazzo con
gli amici, era divertente ma il tennis... il tennis è solo tecnica e
resistenza, non hai spazio per divertirti e rilassarti. È molto
diverso. Quando trionfi lo fai solo per le tue doti personali. Chi
vince è davvero bravo. Stop. -
Rafael
si accese vedendo che aveva centrato il punto e capito.
-
Invece a calcio spesso vince chi ha più culo, non sempre vince il
più bravo e comunque dipende. Magari in una squadra gioca il più
bravo del mondo, ma la squadra è scarsa e perde! Capisci! Non vince
davvero il migliore, non sempre! -
Roger
era affascinato dal modo in cui lui parlava di sport e nello
specifico di tennis. Però era anche divertito dalla sua personalità
e dalla sua mentalità, infatti volle stuzzicarlo un po'.
-
Per cui tu quando perdi succede perchè non sei il migliore? Il tuo
avversario è più bravo? - Rafael si zittì trattenendo all'ultimo
una risposta che sapeva non era coerente. Ovvero 'certo che io sono
il migliore!' lavorava troppo per non esserlo. Ma in effetti secondo
quello che aveva detto prima, doveva aggiustare la risposta.
-
Nel match. All'interno di quel match specifico se perdo è perchè lo
merito. Perchè non do tutto, perchè è una giornata storta, perchè
non sono in forma. Per cui in quel match l'altro risulta migliore di
me. Alla lunga però, in un torneo intero, nel periodo generale
tennistico, considerando tutti i match, tutti i titoli e tutti i
numeri... beh, sono sempre il numero uno! -
Ci
teneva a quella posizione, ci lavorava troppo per non tenersela. Era
cosciente di sé e di quel che era.
Roger
rise di gusto.
-
Sapevo che avresti detto così, ti ho fatto quella domanda apposta! -
Rafael gli diede un colpo alla coscia imbarazzandosi, ma accettò le
sue risa perchè era lui.
-
Beh, ma lo sai come sono... lavoro tanto per arrivare dove sono e ci
tengo... - Roger non aveva idea del motivo per cui ci tenesse tanto,
forse era solo molto competitivo, si era sempre risposto così.
-
Più che altro ti riduci a livelli allucinanti... - Disse scherzando,
indicando le sue mani. Rafael sorrise e se le coprì.
-
Ci tengo molto. - Concluse. Roger ebbe l'impressione che nascondesse
qualcosa, o meglio che ci fosse ancora qualcosa oltre quello che
sembrava, però pensò che non volesse parlarne...
-
E' giusto, dai anima e corpo. Specie corpo... - Aggiunse infine
alleggerendo l'argomento. Rafael fece un sorrisino e guardò
timidamente Roger. A volte, quando c'erano scambi simili, non poteva
fermarsi a chiedere come sarebbe stata se fossero rimasti insieme.
-
Per il resto come ti va? - Chiese Roger dopo un po' che avevano fatto
cadere l'argomento. Rafael alzò le spalle.
-
Beh dai... non c'è male... è che durante la stagione di tennis non
c'è dell'altro, lo sai... -
-
Lo so, escludi tutto! - Rispose l'altro ridacchiando. Non c'era
davvero da stupirsi di come potesse vincere tanto.
-
Anche se a volte si infilano dei fuori programma che rischiano di
scombinare tutto! - I fuori programmi erano Novak. Non ne aveva
ancora parlato con Roger e si sentì di farlo. In effetti, da quando
aveva ricevuto il suo sms, fremeva per farlo.
Roger
inarcò un sopracciglio mentre sorseggiava la bibita fresca che gli
aveva dato. Lo guardò ed il suo profilo elegante rimase basso, non
osava guardarlo, ma lo vide arrossire leggermente e allora si
raddrizzò sentendosi con un principio di infarto.
-
Fuori programma?! - Chiese infatti spontaneo col tono di uno che
aveva appena ricevuto un colpo!
Rafael
si mordicchiò il labbro, poi dopo un po' rispose alzando le spalle.
-
Sì... ecco... sta succedendo qualcosa con... - Si zittì. Era ora di
ammetterlo e parlarne. Farlo con lui era perfetto, era il suo
migliore amico, dopo tutto. Anche se aveva fortemente sperato fosse
altro...
-
Con? - Incoraggiò Roger curioso. Rafael sospirò e si decise,
abbassò ulteriormente il volto ed il tono.
-
Nov... -
-
Eh? - Roger lo fermò perchè non sentiva.
-
Novak! - Disse a voce più alta. Roger non stava bevendo e non sputò
nulla, ma comunque ci rimase come fulminato.
-
Novak?! - Esclamò.
-
Sì... un fuori programma molto fuori... ed onestamente, oltre a non
averlo programmato, non so nemmeno cosa pensare di lui ora... come
andare avanti... io pensavo che fosse una volta, una... - Roger capì
che si riferiva ad una notte di sesso. - Ma poi è successo di
nuovo... e di nuovo... e per ora è solo sesso, ma credo che lui si
stia prendendo ed io... non so... - Roger aveva capito una parte.
Erano finiti più volte insieme. L'altra, ovvero quella inerente al
prendersi, restava nebulosa.
-
Cosa... cosa ti fa pensare che si stia prendendo? - Cominciò con le
sue indagini. Era una cosa del tutto nuova quella. Parlare di
situazioni sentimentali, di quelle di Rafael per di più, era
incredibile.
Dentro
di sé era contento che si stesse interessando a qualcun altro,
temeva che fosse rimasto fisso per la cotta avuta per sé. Ignorava
quel piccolo stupido fastidio che provava in contrasto a quella
contentezza.
-
Mi ha chiesto il numero di telefono! -
-
Non ve lo siete scambiati? - Chiese incredulo. Rafael lo guardò,
finalmente, stupito della domanda.
-
No, certo che no! Perchè dovevamo? -
-
Non so, da quanto avete questa relazione sessuale? - Roger non
sembrava imbarazzato a parlare di quelle cose, tutto il contrario di
Rafael che aveva la sensazione di estirparsi le parole con le pinze.
-
Qualche torneo... -
-
E non vi siete scambiati il numero? - Rafael ora si sentiva in
difetto e lo odiava, per cui sulla difensiva lo guardò torvo ed
altrettanto piccato, rispose.
-
No ma che c'entra? Fare sesso non necessita di relazioni telefoniche!
Quelle le fanno i fidanzati o gli amici! - Roger si mise a ridere.
-
Per cui cosa siete? Amici di letto? - Rafael voleva puntualizzare che
il termine amici era inappropriato, ma si sentì vagamente scemo e si
zittì preferendo alzare le spalle distogliendo lo sguardo
imbarazzato.
-
Non lo so. È questo il famoso fuori programma. Non il sesso con
lui... ma io che cerco di capire cosa siamo... quando... - Tossì. -
quando è il momento di scambiarsi il telefono e cominciare a fare
altro oltre che scopare? - arricciò il naso nel termine usato, con
Roger cercava di usare un linguaggio decente, ma questi non ci fece
nemmeno caso.
Era
una domanda strana.
-
Di solito viene spontaneo. Quando hai voglia di farlo glielo chiedi,
tutto lì! - Rafael sospirò confuso appoggiando la nuca allo
schienale del divano.
-
Non so, io... non so cosa pensare... - Roger si intenerì vedendolo
di nuovo come il ragazzino che si dichiarava a lui. Non nascondeva
che gli aveva fatto molto piacere, quella volta. Aveva dovuto usare
un gran controllo per respingerlo.
-
Non hai voglia di sentirlo al di là dei vostri incontri sessuali? -
Faceva un po' strano ad entrambi parlare di quelle cose, Roger
nascondeva bene l'imbarazzo e lo strano incomprensibile fastidio, ma
Rafael era visibilmente in difficoltà, tossicchiava di continuo e si
grattava la nuca sempre più rosso.
-
Non lo so... cerco di rimanere concentrato sul tennis, non voglio
distrazioni... -
-
Per cui ti sforzi di tenerlo lontano perchè pensi che ti possa
distrarre troppo... - La logica era davvero una gran cosa. Rafael si
morse il labbro con le spalle al muro.
C'erano
davvero pochi modi di vederla.
-
Credo sia così. Anzi, sì, è proprio così! Gli ho detto che per
ora penso solo al tennis e che non c'è altro che sesso quando
capita, non intendo andare oltre e cercare altro. - Fece con
chiarezza.
-
Ma... - Roger si sedette più rivolto verso di lui e lo guardò
meglio. - Ma lo vorresti? Vorresti approfondire, sentirlo al di là
di quelle occasioni... tipo ora che hai un po' di tempo per te, lo
vorresti? -
Rafael
sapeva che doveva ricambiare lo sguardo e sapeva che doveva
rispondere con sincerità, ma non aveva idea di che cosa dire. Si
voltò e quando ebbe lo sguardo sul suo in attesa di una risposta,
disse piano:
-
Mi sono sempre obbligato a non pensarci, per cui io... non lo so... -
-
Vorresti vederlo ora? - Rafael abbassò lo sguardo e tergiversò come
faceva di solito, Roger allora ripeté la domanda con più impeto
sapendo di doverlo mettere sotto pressione per avere la verità.
Anche Novak aveva scoperto il trucco.
-
Rafa, se ora avessi il suo numero ed io non ci fossi, gli chiederesti
di passare, ti metteresti d'accordo con lui per vederlo? Gli
scriveresti? - Silenzio, Rafael che guardava in mille parti diverse.
-
Non... non so, dai... - Non lo voleva ammettere, era riuscito a non
farlo fino a quel momento e voleva continuare così.
-
Rafa, vuoi vederlo ora? Vuoi vedere Novak adesso? - Rafael allora si
prese il viso fra le mani, gettò la testa all'indietro e quasi
urlando, con la testa che batteva i tamburi di guerra.
-
SI', VOGLIO VEDERLO, SENTIRLO! VOGLIO PASSARE DEL MALEDETTO TEMPO CON
LUI ANCHE SENZA SCOPARLO, PERCHE' E' MALEDETTAMENTE DIVERTENTE E
QUANDO SONO CON LUI MI SENTO LEGGERO, NON PENSO AL TENNIS, AL FATTO
CHE DEVO VINCERE, MIGLIORARE E A TUTTE LE SOLITE CAZZATE! E NON PENSO
CONTINUAMENTE A TE COME FACCIO SE INVECE SONO SOLO! - Ed ecco che
l'aveva detto. Anzi. Urlato.
Roger
rimase a bocca aperta e occhi spalancati, non si era certo aspettato
la dichiarazione completa.
Tanto
meno Rafael che non aveva idea di pensarlo.
Lo
g,Guardò rendendosi conto di cosa aveva detto e di cosa significava,
sbiancato dallo shock.
-
Era difficile dirlo? - Disse poi semplicistico Roger che si era
ripreso prima, fece abilmente finta di non aver sentito il finale.
Rafael andò nel panico per un momento, infatti si rimise dritto
seduto sul divano e si perse a guardare davanti a sé, evitando a sua
volta l'ultimo pezzo detto.
-
Ecco io... io non... - Ma non sapeva proprio cosa dire. Roger capì
d'averlo gettato nel caos e così intenerito da quel suo stato che
probabilmente affrontava per la prima volta, gli cinse le spalle con
un braccio, gli spettinò i capelli mossi e con un sorriso fraterno,
adulto, attirò la testa verso la propria e com'era il loro gesto
amichevole più comune, appoggiò la fronte sulla sua tempia. Rafael
da rigido e sconvolto, si rilassò e si adagiò contro. Roger non lo
allontanò, rimase così.
-
Va tutto bene, eh? Sono contento che hai trovato il tuo... - In
quello gli tornò in mente il loro dialogo di qualche tempo fa,
quando Rafael aveva dimostrato problemi ad accettare Novak come suo
rivale. Rafael lo stava pensando per la prima volta e gli sembrò
strano ricollegarsi a quel loro dialogo proprio con lui presente.
L'aveva colpito, quando l'avevano fatto.
-
E' il mio? - Quella volta intendevano grande rivale. Come Rafael lo
era stato a suo tempo per Roger. Adesso Novak era il suo, ma lì
chiaramente intendevano altro. Specie perchè Rafael si era
dichiarato, in giovane età, a Roger e questi l'aveva rifiutato. Per
cui si parlava decisamente di altro.
-
Non pensi anche tu? - Disse il più grande con dolcezza.
Rafael
alzò lo sguardo sul suo e girò la testa. A quel punto, in quello
scambio di sguardi ravvicinato, decise con lucidità che per
rispondersi una volta per tutte doveva assolutamente fare quella
prova. Doveva o non sarebbe mai andato avanti con Novak.
-
Devo provare questa cosa... - Non gli diede tempo di capire, lo baciò
subito e Roger rimase di sasso alle sue labbra che carezzavano le
proprie. Immobile, senza nemmeno respirare, gli occhi ancora
spalancati e rigido accanto a lui, il braccio intorno al suo collo e
Rafael che intrecciava le labbra alle sue.
Non
fece altro, Roger non collaborò e così si tenne quel bacio leggero.
Se lo fece bastare.
Rafael
si sentì con un enorme peso in meno, libero come da tempo non era.
Forse mai.
Appoggiò
comunque la testa sulla sua spalla, scivolando per nascondere il viso
nell'incavo del suo collo in un gesto di tenerezza incredibile.
Roger, in silenzio, rimase cercando di riprendersi dallo shock. Non
lo mandò via.
-
Scusami, dovevo provare. Perchè sono sempre stato innamorato di te.
Sei stato il mio primo amore, sono migliorato imitandoti, ho preso le
tue tipiche caratteristiche. Ero ossessionato da te. Per me tu sarai
sempre il più grande. Eri come la mia stella polare, andavo avanti
per raggiungerti e poi superarti. Ora ci sono riuscito, le cose
lentamente sono cambiate, i miei obiettivi, io... ed ora è arrivato
lui e non so... volevo capire una volta per tutte quello che provo.
Lui è diverso da te, ma come te ha il dono di farmi stare bene, di
farmi ridere, di non farmi pensare a... alle solite cose che mi
assillano... e penso che mi ricambi. Insomma, mi vuole. Non so cos'è,
però... dovevo capire. Pensavo di continuo a lui e lo paragonavo a
te e mi rifiutavo di farlo, perchè Novak non è il tuo rimpiazzo,
non può esserlo e non lo sarà mai ma... è diverso. Tu sarai sempre
tu. Importantissimo. E lui è... lui... credo che stia diventando
anche lui importante, ma in modo diverso. Il sentimento per te ci
sarà sempre, ma c'è posto anche per lui. - Roger non disse niente,
ascoltò i suoi sproloqui che sicuramente aveva bisogno di esternare,
continuò a carezzargli il braccio e a tenerlo a sé, la testa
appoggiata sulla sua, uno piegato sull'altro, in un'accettazione
vicendevole di quell'ammissione importante, che finalmente era stata
fatta.
Per
Roger, Rafael era speciale e forse avrebbe anche potuto ricambiarlo,
magari l'aveva fatto. Ma era diverso. Si era sempre convinto che
giovane com'era, confondesse quel che provava per lui. Roger era
sempre stato troppo corretto per approfittare.
-
Va tutto bene. Va bene così. Va benissimo. - Ripeté solo mentre
Rafael si calmava.
La
volta dopo, Rafael diede il suo numero a Novak che, sentendoselo
chiedere, si sentì di nuovo a quel famoso settimo cielo.
Pensò
d'aver fatto in qualche modo, con pazienza e costanza, un tie break.
Anzi, gli pareva più di essere stato in tie break per tutto quel
tempo rimasto sospeso fra un numero di telefono rifiutato ed uno poi
dato, per cui solo ora aveva fatto il famoso punto del set sfruttando
quindi il tie break.
Però
in realtà ad averlo fatto era stato più Rafael con l'aiuto di
Roger.
Quel
tie break l'aveva creato Roger per loro ed il punto finale l'aveva
fatto Rafael. Un punto particolare, in quanto era andato a favore di
entrambi.
Ma
la partita era ancora lontana dalla fine. Quello era solo un altro
piccolo passo in avanti. Un passo comunque importante quanto avere un
tie break.
FINE