*Ecco
un altro capitolo. Questo è dalla parte di Nole, siamo sempre
nell'Australian Open del 2010, dopo Hit for Haiti. Roger sembra una
personcina dolce e accomodante, un autentico angelo, ma anche gli
angeli hanno il loro lato oscuro e ogni tanto ho beccato delle foto di
Roger con degli sguardi gelidi e terrificanti di sbieco. Ispirata da
questo e dalle benedette docce che i giocatori hanno in comune anche
negli allenamenti, ho scritto questo capitolo. Le cose iniziano a
muoversi in Nole che prende finalmente una posizione precisa. Buona
lettura. Baci Akane*
11. NON SI PUO’ LASCIAR PERDERE
/Nole/
“Non me lo sono sognato.
All’inizio pensavo di avere le visioni, sono rimasto calmo e
concentrato, nel mio. Ma poi Rafa ha iniziato a tirarmi in ballo
chiamandomi Novak davanti a tutti, col microfono.
E l’ha fatto per tutta la partita, di continuo, per ogni cosa.
Però è stato quando mi ha asciugato il viso con l’asciugamano e poi velocemente il sedere, che ho capito.
Eh no, caro. Non sto sognando!
Rafa mi lancia messaggi!
Per cui il suo nervosismo, il suo essere scontroso ed irascibile e sbagliare i servizi era dovuto a questo.
Lo mettevo a disagio, per tutto il tempo che l’ho guardato.
Il peggio è stato quando è sceso in campo con me.
Quei game insieme sono stati una specie di rivelazione, oltre che di sogno.
Come diavolo è possibile che non ne sia cosciente?
Poi io ne ho approfittato ed ho
iniziato a stuzzicarlo in tutti i modi che potevo, e mostrandogli il
culo, e apprezzando Kim, e facendolo arrabbiare di proposito.
È stato bellissimo, davvero splendido.
E voglio rifarlo.
Anzi, non si tratta solo di questo.
È diverso.
Voglio continuare l’opera iniziata.
Non l’ho fatto apposta, l’ho fatto e basta.
Ma funziona, sta funzionando, si vede che funziona, dannazione!
Rafa è turbato dalla mia presenza.
Le altre volte che ci siamo
incrociati era diverso, contatti limitati, di circostanza, tutto molto
contenuto. Poi io correvo da Stan a distrarmi.
Ma ora è stato diverso. Quando
Roger mi ha chiesto di partecipare ho subito detto di sì, ma quando
faceva le squadre mi ha chiesto dove volevo essere e non ho esitato,
sapendo che c’era anche Rafa ho subito detto con lui, così avremmo
giocato insieme.
L’esperienza è stata illuminante.
Rafa non è indifferente a me, lo provoco, lo sconvolgo e si vede, si vede dannatamente bene, cazzo!
Non posso mollare, l’avevo fatto
pensando di non avere scelta, però ritrovarmi catapultato in questa
cosa, d’improvviso, mi fa capire che non posso lasciar perdere perché
Rafa è lì che lo vuole, che l’aspetta.
Rafa vuole come me.
Negli spogliatoi siamo tutti e
tre insieme, sembra una specie di incubo per lui. Credo che la viva
così, infatti è sempre teso e allucinato, ma io non mollo.
Gli sto incollato mentre gli
parlo entusiasta di quanto è stato bello giocare con lui e che voglio
rifarlo in un doppio serio e lui in risposta latra un:
- Sei sciroccato? - Che non risponde per niente.
Rido e riattacco, mentre mi
spoglio disinvolto davanti a lui e a Roger, il quale ride divertito e
tiene d’occhio. Non so cosa sa, non so se sa e non so cosa pensa della
situazione. Non ne ho proprio idea.
Però percepisco un’aria strana ed io mi sto giusto divertendo a stuzzicarla.
- Perchè? - Dico togliendomi
anche gli slip, con loro che, titubanti e lenti, fanno altrettanto. Io
fisso sfacciato Rafa. Lo fisso per bene su tutto il corpo.
Rafa evita accuratamente di
guardarmi, ma non guarda nemmeno Roger, il quale invece fissa proprio
lui, sempre ridendo, ma più come se dovesse farlo.
- Perché non si è mai visto il 2
ed il 3 che partecipano ad un doppio insieme sul serio! - Così,
seccato, si alza con l’asciugamano e va spedito nel locale delle docce.
Io rimango male e col broncio, poi guardo Roger e mimo di aiutarmi. Lui
ride ed alza le mani in segno di resa, così parto all’inseguimento di
Rafa e dietro di me è Roger.
- Perché non vuoi? - Chiedo ancora insistente. Rafa sospira e alza gli occhi al cielo.
- Te l’ho detto! -
- Ma che c’entra! - Rafa si lava
furiosamente nella doccia davanti alla mia, Roger gli è vicino e lo
guarda con un sorrisino assistendo passivo al suo ragazzo che si uccide
la pelle con quei passaggi barbari della saponetta.
- C’entra! Non sono cose che si
vedono! Perché dobbiamo partecipare? Non siamo affiatati, tu non ti
fidi di me e non mi fai fare le cose, non abbiamo sincronia, non ci
conosciamo! Faremmo una figura di merda, ecco! -
Faccio il broncio e abbasso il capo ed il tono, passandomi la saponetta sul corpo più mogio.
- Ma per me non è andata così
male considerando che era la prima volta. È stato divertente… a te non
è piaciuto? A me tantissimo! - Rafa a questo punto si zittisce
dall’insultarmi ed è come se si rendesse conto che sta esagerando nel
respingermi, come se marcando troppo contro di me, rischia di sembrare
come se ci fosse qualcosa dietro.
È probabile…
- Ma sì che mi è piaciuto, è
stato divertente… e poi non è che ce l’avessi sul serio con te, era la
parte, il gioco… quando sono sul campo divento cattivo, ma non lo sono
davvero e non è personale… - Così alzo subito la testa ed è strano
parlare con Roger vicino. E tutti e tre nudi.
Mi metto sotto l’acqua e lui fa
altrettanto, ci guardiamo perché parliamo insieme, ma gli occhi non si
staccano da certe zone dei nostri corpi, spesso scendono a guardare
certe parti.
Chissà se se ne rende conto.
- E non ti va di rifarlo? - Rafa
sospira, so essere molto convincente se voglio, ed ora lo voglio. Si
stringe nelle spalle e scuote la testa confuso.
- Senti io… fammici pensare, ok? - Così mi illumino e sorrido tutto.
- Davvero? - Speranzoso.
- Sì, dai, ci penso… dammi un po’
di tempo, tanto non c’è fretta! Ora ho l’anno programmato, devo vedere
come sono con… - Ma non lo faccio finire che sconfino sotto la sua
doccia e, davanti agli occhi di Roger, gli prendo il viso fra le mani e
gli stampo un grosso bacio sulla guancia.
Lui, scorbutico e shoccato, fa una smorfia e cerca di respingermi, ma non osa toccarmi per cui fa solo il gesto.
- Sì sì ok… dai! - È imbarazzato e rosso ed ormai è segnato.
È stremato e Roger qua con noi
complica tutto, perché forse mi direbbe di stare al mio posto, ma con
lui qua non può, così io approfitto ancora di più.
Roger ride di circostanza, perché lui è così, lo vedi?
È così.
Non può fare quel che vorrebbe, lui è Roger Federer, gli sta bene tutto, è buono, accondiscendente.
Ma quando Rafa chiude il
rubinetto e si avvolge nell’asciugamano bianco in fretta e furia
andando di là, lentamente chiude il proprio e mi lancia uno sguardo
sbieco sottile che giuro, non gli ho mai visto.
Uno di quegli sguardi da brivido,
gelidi, nascosti. Sa che lo vedo, lo fa apposta. Mi fermo con la mano
sul rubinetto e mi fermo dal chiudere perché sono shoccato.
Poi non dice nulla, assolutamente nulla.
Semplicemente se ne va anche lui.
Io rimango solo, rabbrividendo. Cos’era quello?
Un Roger che nessuno ha visto, penso nemmeno Rafa?
Mmm… se questo è lui geloso, le cose si fanno interessanti.
Lotterebbe per tenerselo, lotterebbe in modo inimmaginabile, credo.
Chiudo l’acqua, mi avvolgo nell’asciugamano ed esco piano, circospetto.
Da qui c’è l’imprevedibilità.
Rafa è attratto da me o non si
sarebbe comportato in quel modo tutto il tempo. Era lampante. E quello
sguardo di Roger non è ‘stai lontano da lui’, ma ‘se ne approfitti ti
uccido’.
Perché se ne è accorto anche lui.
Sorrido e, passandogli accanto
per andare alla mia postazione, gli do uno schiaffo nel sedere visto
che mi dà le spalle e che, boxer indossati, è chino in avanti a
prendere una maglietta.
Rafa squittisce e mi tira un
calcio di rimando, ride col broncio, solo lui sa come si fa. Io rido e
basta e non guardo proprio Roger, potrebbe pietrificarmi.
Poco dopo si mette a parlare e
scherzare ripercorrendo allegramente e disinvolto i momenti epici della
partita, dall’inizio alla fine.
Nel complesso è stato bello, divertente, ma soprattutto rivelatore ed interessante.
Finisce che ne parliamo tutti e
tre insieme come se niente fosse, ci divertiamo ancora, poi ci
ricongiungiamo alle ragazzo con cui siamo a cena insieme su
organizzazione di Roger e continuiamo così per il resto della serata,
molto piacevole e normale.
Ma cari miei, non mi è scappato nulla.
Né la tensione di Rafa, né l’ammonizione di Roger.
Qua si fa la leggenda!
Sono eccitatissimo!
Non lo cerco di proposito, o meglio potrei però voglio lasciargli il tempo di ponderare e litigare con Roger.
Quando lo trovo in giro per il
circuito fra un allenamento e l’altro, io lo saluto tutto allegro
allungando il pugno in segno di saluto fraterno. Dopo la partita di
beneficenza mi sento molto amico. Rafa un po’ sorpreso ricambia e
sorride, così ne approfitto e l’accompagno agli spogliatoi dove sto
andando a lavarmi e cambiarmi, cingendolo col braccio.
Voglio testare un po’ come sta.
Rafa si irrigidisce come durante la partita, ma poi si lascia andare.
Entriamo insieme negli spogliatoi e si ferma guardandosi subito intorno
forsennato.
Così gli tolgo il braccio e lo guardo fermo a mia volta, sorpreso.
- Beh? - Rafa fa la lingua da canaglia.
- Vedevo se c’era Rog… - Così lo guardo aggrottato.
- Avete litigato? - Che sarebbe
una specie di evento. Lui così sbuffa e si fa avanti togliendosi la
maglia sudata con cui si è appena allenato nel campo vicino al mio.
- Taci, va! - Così, sempre sorpreso, ma esultando dentro di me, lo seguo e mi spoglio dietro di lui.
- Ma dai, non vi vedo a litigare voi due! Lui è una specie di angelo! È così perfetto! - Rafa mi punta il dito indice.
- Provalo per un po’ di tempo e
dimmi se è un angelo! - Così rido e mi tolgo tutto mentre lui fa
altrettanto parlando infervorato. Ed evitando di guardarmi. Io
l’aspetto per entrare in doccia, mentre dalle stesse alcuni giocatori
escono perché si sono appena lavati. Non credo abbiano sentito. Rafa si
morde il labbro e si sbriga a spogliarsi venendo con me.
Di qua siamo di nuovo soli e ci mettiamo vicini per poterne parlare, io sono così curioso che sto per svenire.
- Davvero ha un carattere difficile? -
- Scherzi? Roger è un maniaco del
controllo. Di tutto e di tutti. Specie me. Solo che io odio essere
controllato! Sai come sono, no? - Così ridendo annuisco.
- Figlio della libertà! Quello
che non si sposerà mai e che farà sempre quel che gli pare… - Annuisce
ridacchiando, ora sembra meno arrabbiato. Ci sciacquiamo e poi ci
spostiamo dal getto iniziando ad insaponarci. Rafa si fissa sul mio
viso o su nulla, ma evita il corpo e le zone basse. Io invece lo guardo
con molta cura. Ha un corpo bellissimo, così perfetto, formato, tonico,
muscoloso.
- E quindi perché avete litigato?
- Insisto. Rafa trasale e mi guarda. Forse è strano che facciamo
conversazione, non ne abbiamo mai fatto davvero a parte quella notte
dove era fuori di se.
A questo punto si imbarazza ed arrossisce, forse riflette sul motivo.
- Dice che non devo comportarmi
in certi modi in certi casi… - Cerca di essere vago e quando uno non è
specifico, significa che riguarda la persona che ha davanti.
Così mi riporto sotto il getto
della doccia e accompagno l’acqua sul mio corpo. Rafa in questo si
incanta e segue le mie mani che scendono sul mio inguine.
Mi tocco per bene, di proposito, e lui va in tilt, si incanta proprio e si dimentica anche che stiamo parlando.
- Del tipo? - Rafa così salta di nuovo e mi guarda.
- Del tipo cosa? - Si infila sotto l’acqua e cerca di non guardarmi, si sciacqua velocemente, nervoso.
- Cosa fai che non gli piace? -
La risposta sarebbe ‘che diavolo te ne importa’, ma in realtà un
passato l’abbiamo, anche se poi abbiamo troncato. Qualche giorno fa
abbiamo riallacciato i rapporti in modo spontaneo, per cui perché non
approfittarne?
Rafa non so se si rende conto che voglio riprovarci, forse è troppo impegnato a controllarsi.
- Mah… credo che sia un po’ geloso… solo che quando lo è comincia a controllarmi fino all’inverosimile, mi soffoca! -
- Geloso? Ma di chi? Con chi flirti? - Insisto mentre continuo ad accarezzarmi il corpo.
Rafa si lecca le labbra e siccome lo sto guardando e non regge, abbassa lo sguardo. Ed è peggio.
Perché da lì di nuovo non riesce a staccarmi gli occhi di dosso. Sembra ossessionato da me. Avevo ragione.
- Beh, ecco… -
- Rafa? Gli occhi sono qua! - E
con questo, che di solito lo dice una donna ad un uomo, lui arrossisce
e si riscuote imbarazzato. A questo punto è evidente e devo attaccare.
- Sono mica io? - Chiedo sorpreso, che finto che sono. Sono un ottimo
attore.
Rafa mi guarda beccato in pieno, ha proprio l’aria da ‘come fai a saperlo’ e ‘ora come me la cavo?’
- Oddio, è geloso di me? - Rafa
chiude in fretta il rubinetto e fa per uscire, va verso l’asciugamano
che era in parte e lo prende, io chiudo il mio e gli vado dietro, lo
afferro per il braccio e lo giro con forza obbligandolo a guardarmi.
Lui trattiene il fiato, è sempre rosso e sempre imbarazzato.
- È così? Rafa, me lo devi dire. -
- Perché devo? Sono affari miei e di Roger! - Dice acido.
- No se mi riguardano! - Rafa si
inalbera, quando è alle strette si accende come un fiammifero e
sbraccia liberandosi, ma non si copre con l’asciugamano e cerca di
mettermi a posto.
- No invece, perché in ogni caso
sono cazzi nostri, siamo noi che stiamo insieme, non ha importanza se è
geloso di te e perché! -
- Invece sì! - Alzo un po’ la voce cercando di infilarmi, senza indietreggiare mentre gesticola nevrotico.
- Perchè?! - E visto che sta per
ripartire con una riga di parole in spagnolo, penso, semplicemente gli
prendo il viso fra le mani e lo bacio.
Solo questo. Non lo spingo contro
il muro, non lo tocco, non lo palpeggio. Potrei, penso che ci starebbe.
Ma una cosa per volta.
Premo solo le labbra sulle sue
che finalmente zittisce, non respira, rimane con le braccia a mezz’aria
ed io assaporo la sua bocca che mi era mancata.
Quando mi separo ho solo succhiato il suo labbro.
Lo guardo da vicino e sussurro.
- Perché ti ho ancora in testa e
se c’è una minima speranza è mio diritto saperlo. - Rafa si acciglia e
cerca di riconnettersi, mette l’asciugamano contro il mio petto
cercando di respingermi, ma non ci mette molta convinzione.
- Non è tuo diritto, visto che io sto con Roger. -
Gli carezzo il viso con i pollici e lo ipnotizzo con il mio sguardo intenso.
- Lo è, perché lui è Roger, non
ha le visioni. Ha percepito qualcosa e se io posso sperare in qualcosa
fra noi, se io posso fare qualcosa, devo saperlo. È giusto. - Rafa
scuote la testa senza però liberarsi anche se potrebbe.
- Perché, cosa vorresti fare? Io sto con lui, non cambierò mai idea! -
- Cercherò di conquistarti. Se
c’è una minima speranza, cercherò di conquistarti. Non mi potrei
perdonare di averti lasciato andare se invece potevo averti. -
- Ma non c’è, io amo Roger, sto con lui! La sua gelosia è immotivata! -
Così devo usare le maniere forti.
Gli lascio il viso, lo prendo per le spalle e lo spingo contro le
piastrelle, poi una mano scende fra le sue gambe e glielo tocco.
- Non mi sembra indifferente. - La sua erezione è dura, non eretta, ma poco ci manca.
Rafa trattiene il fiato e cerca di spingere, ma io faccio forza e rimango dove sono.
- Credo che Roger non sia scemo.
Si è accorto di qualcosa, non so cosa. Però se ne è accorto. Ed anche
io. Per questo non posso lasciar perdere. - Rafa chiude gli occhi e
gira la testa di lato, mette a cuccia il suo lato combattivo e si
lascia fare docile, come se mi desse un permesso tacito. Così appoggio
le labbra sul suo collo e lecco leggero. Sussulta.
Infine la mano si muove e lo masturbo. Lo faccio sul serio.
Muovo su e giù, stringendo, e lui
non mi dà un calcio. L’asciugamano contro il petto scende, tenuto per
un lembo dalla sua mano che, a pugno, mi spinge senza convinzione. Fino
a che si porta l’altra in bocca e se la morde per non gemere.
Ecco che spinge il bacino contro
di me ed ecco che viene sensuale e caldo. Mi fermo, risalgo con le
labbra, gli lecco le dita che si sta mordendo, risalgo fino alla bocca,
lo stuzzico ed alla fine gli tolgo la mano per prendermelo.
Gli succhio il labbro.
- Non voglio obbligarti, quel che succederà, sarà perché lo vorrai. Ma io non posso lasciar perdere. -
Poi delle voci di altri giocatori ci interrompono, ci separiamo, ci avvolgiamo nell’asciugamano ed usciamo.
Lui è stralunato. Molto.
Io sorrido sicuro.
Non lascerò perdere. Non posso.”