*Ecco
un altro capitolo. Dalla parte di Rafa, vediamo sempre nei primi mesi
del 2010, come sono andate le cose fra lui, Nole e Roger. In
particolare come Rafa cerca di gestire la gelosia di Roger nei
confronti di Nole. Nella sua testa nascondere è la miglior soluzione,
pura pace personale. Ma non è che così sembrano davvero amanti? E non è
che in effetti gli piace che Nole ci provi con lui? Nel frattempo, nel
torneo di Roma di quell'anno, la squadra di calcio li invita ad
assistere ad una partita allo stadio ed i due ci sono andati davvero
insieme. Buona lettura. Baci Akane*
13. COME SE FOSSE UN AMANTE
/Rafa/
“La fortuna è che quest’anno
io e Nole non ci incontriamo molto in campo, per cui al di là di quanto
rimaniamo nel torneo la cosa poi si gestisce lì, è circoscritto in
momenti dove se sto attento non mi trova da solo.
Insomma, per un po’ gestisco
abbastanza bene e lui quando mi vede flirta, ma dipende da chi è con me
e soprattutto se nei paraggi c’è Roger, e Roger nei miei paraggi c’è
spesso.
Perciò finché non ci ritroviamo soli negli spogliatoi per una partita, le cose vanno in modo abbastanza liscio.
Dopo Melbourne con Roger le cose
sono migliorate, forse perché Nole per provarci con me non lo fa
davanti a lui, è strano che abbia questo riguardo, ma lo ringrazio.
Non ho voluto dirgli di quella volta nello spogliatoio, avrebbe solo alimentato una gelosia che ha motivo di esserci.
Ho sistemato le cose, non gli ho più dato filo da torcere, va tutto bene.
Solo che ogni tanto ci ripenso alla sua mano fra le mie gambe. Come ho potuto farmelo fare?
Tutte le volte che ci ripenso mi eccito molto.
È stato maledettamente bello ed
ora quando lo incrocio, quando ci parliamo, quando ci si allena nello
stesso momento od insieme, è shockante. Mi ritrovo accaldato, nervoso
ed eccitato di nuovo.
Come può una persona di cui fondamentalmente non mi importa nulla, farmi finire in queste condizioni?
Perché, se sono felice con Roger?
L’anno scorso ho incontrato
diverse volte Nole in campo, ci siamo scontrati molto nei tornei, ma è
stato al suo posto ed io non provavo nulla. Un po’ ripensavo alla notte
insieme, però non mi ha mai provocato certe reazioni.
Dopo l’Australia io non so, non ci siamo ancora trovati in campo uno contro l’altro, però mi fa impazzire.
Controllo la cosa, ma non significa che io non ci pensi sempre. Perché così, solo dopo questa seconda volta?
Solo perché si è dichiarato, mi ha detto che vuole conquistarmi e so che ci prova tutte le volte che mi trova solo?
Perché so che sono il suo oggetto del desiderio?
Non ha proprio senso!
Da parte mia non ne vengo fuori ed intanto arriva Roma a gettarmi in subbuglio e non poco!
Siamo arrivati da poco a Roma, è
una città che adoro, la trovo molto simile ad una tipica città
spagnola, la gente è calorosa, l’ambiente è caldo ed è tutto molto
familiare.
Appena metto piede, mi rilasso
subito e la prima cosa che faccio è cercare Roger. Gli scrivo subito
chiedendogli il numero della camera e quando mi risponde dicendo che
non è ancora arrivato, trovo la cosa molto strana.
Allora gli dico il numero della mia e che lo aspetterò in giro.
È proprio in questo ‘in giro’ che incontro Nole.
Nella mia testa ho iniziato a
chiamarlo così per non si sa bene quale motivo, ma davanti agli altri,
specie a Roger, lo chiamo Novak.
Però per nome, non cognome come
faccio con altri. Dopotutto mi sembra stupido, competiamo così tanto
che ci vediamo più di quanto vediamo le rispettive fidanzate.
Lui è molto felice di vedermi e per un momento mi viene da pensare se per caso mi pedinava.
Mi guardo intorno per vedere chi
c’è nei paraggi, ma fuori dal salone del bar c’è un gran via vai fra
squadre che arrivano. Qualcuno entra come noi a bere qualcosa in
attesa, qualcuno ci saluta, è tutta gente del circuito ATP, fra membri
delle squadre rispettive e tennisti, perciò diciamo che ci lasciano
tutti in pace, non c’è nessuno di inappropriato.
- Non c’è, ho controllato prima di avvicinarmi! - dice ridendo, mentre si siede al tavolino con me. Io lo guardo corrucciato.
- Devi metterti qua? - E lui ride ancora più forte. Sexy. Porco mondo!
- C’è poca gente e comunque chi
frequenta i nostri stessi posti, sanno che siamo in buoni rapporti, non
è strano vederci a parlare! - È vero, sanno che siamo in buoni
rapporti, però non mi piace farmi vedere troppo con lui.
- E comunque di chi parlavi? - Mi
rendo conto che ho dato per scontato parlasse di Roger, ma chiaramente
è un’assurdità. Perché dovrebbe controllare che non c’era lui?
E lui continua a ridere. Gli torcerei il collo!
- Sappiamo entrambi chi, non
credo sia il luogo per parlarne. Ma se vuoi ci appartiamo e ne parliamo
meglio! - Sospiro col broncio e bevo la bibita fresca.
- No grazie. -
- Come stai? - Chiede conversando amabilmente.
- Meglio prima! - Rispondo sempre scorbutico e lui continua a divertirsi. Beato lui!
- Io sto benone! Sono proprio
felice di averti incrociato, volevo chiederti se anche tu hai avuto
l’invito per la partita della Roma stasera! - Con questo mi distrae
completamente.
- Sì certo, ma lo ricevono tutti
i migliori del torneo, penso avranno un invito anche Roger ed Andy… -
Nole alza le spalle con aria furba.
- Ad Andy non interessa il calcio… sai se Roger viene? - La prende larga ed io, deficiente, rispondo sinceramente.
- Ah non saprei, non ne abbiamo parlato, non penso. Di solito non partecipa a queste cose, ma non so… -
E lui sorride.
- Io ci volevo andare, mi piace
il calcio, ma non da solo… siccome ho ricevuto l’invito solo io nel mio
gruppo, mi chiedevo se tu ci andavi, potevamo farlo insieme! - Ed
eccomi qua, all’angolo, in un istante.
Boccheggio, arrossisco e lo guardo come se fosse impazzito.
- Ti sembra il caso? - Lui alza le spalle leggero.
- È un invito ufficiale, tutti
sanno che ci piace il calcio, non ci vedo niente di male. Dì che venga
anche Roger, potremo sconvolgere il mondo! I primi 3 dell’ATP insieme
ad una partita di calcio! Sarebbe bello! - Io scuoto la testa
forsennato, lui adora essere al centro dell’attenzione, io no.
- Tu sei pazzo, questo non può succedere! - Lui ride divertito ed io voglio di nuovo strozzarlo.
- Perché no? Hai paura di
divertirti troppo? - Pausa e mi guarda malefico. - Oppure hai paura di
passare un’intera serata con me e Roger insieme? - Allusivo e stronzo.
Così tanto che cado come un pero nella sua trappola.
- Paura di che? Quanto sei scemo!
- E allora vienici! E dì anche a Roger! -
- Certo che vengo, e lo dico
anche a lui! Paura di una serata con voi! E perché mai? Io sto con… -
Abbasso il tono. - lui… ma tu non c’entri nulla, anche se questo non lo
capisci! - È stato sufficientemente bravo in questi primi mesi, forse
anche perché non siamo riusciti a scontrarci e così non siamo stati
soli sotto le docce, per non parlare poi degli abbracci consueti di
fine partita e delle premiazioni che ogni volta mi prosciuga, però mi
aspettavo mi facesse una corte più serrata. Quando ha avuto input, non
ne ha mai fatto a meno. Anche se quelle poche che ha avuto mi hanno
messo in un casino pazzesco. Tanto che ora non so come uscirne.
E lui sorride soddisfatto dandomi il cinque.
- Grande, così si parla! Ci divertiremo! -
E così, vedendo che Roger arriva, si alza prima che entri nel bar e ci noti al tavolino insieme.
Si comporta come il mio amante, è questo che mi irrita.
Non è il mio amante, ma si comporta come se lo fosse.
Questo mi semplifica la vita
perché anche se fra noi non succede nulla, Roger non ne sarebbe sicuro
e mi farebbe scenate assurde. La cosa mi fa piacere, non lo nascondo.
Però… insomma, dovrebbe stare tranquillo!
Ci incontriamo, ci salutiamo come
facciamo sempre normalmente e gli offro qualcosa da bere, se non lo
facessi sarebbe strano e ripeto, tanto qua è un ambiente protetto.
Non stiamo molto, ma parliamo
della partita di calcio di stasera a cui siamo invitati e gli dico che
vorrei andarci, ma lui sembra non averne molta voglia e appena realizzo
che sarebbe molto meglio non venisse, non insisto.
- Beh, se non hai voglia non importa, ci vado comunque… so che non sei un fanatico di calcio come me… -
Roger mi guarda con aria di scuse, dispiaciuto.
- Mi piace, ma a seguire le mie
squadre. Non prendertela, ma è anche il fatto di farmi vedere con te in
un evento extra tennis… penso che lo noterebbero tutti e… non so, forse
è meglio non esagerare. Tutti sanno che siamo in buoni rapporti ma… -
Annuisco e metto le mani avanti.
- No, no guarda che capisco,
anche io mi facevo gli stessi giri mentali. Va bene. Se non te la senti
non importa. - Credo di essere sufficientemente convincente senza
esagerare e così il discorso si chiude.
Mi guardo bene dal dirgli che ci
viene anche Nole, se lo vedrà in televisione gli dirò che non sapevo
che ci fosse anche lui, che ci siamo incontrati lì per caso.
Comunque conoscendolo non guarderà la partita, dovrebbe essere tutto a posto.
Poi me ne rendo di nuovo conto.
Non è solo Nole che si comporta come se fosse il mio amante, anche io mi comporto come se l’avessi.
Mi ripeto che è per non fargli
fare scenate di gelosia, Roger si sforza di non controllarmi, ma so che
è geloso di Nole e non è carino torturarlo con queste cose. Specie se è
tutto immotivato.
Perché lo è, vero?
È solo Nole che mi corteggia, io
faccio i salti mortali per non farlo sapere a Roger per pace personale,
ma non c’è altro dietro. Non nascondo altro. Non c’è un altro motivo
per negargli questi piccoli incontri con Nole.
che poi non sono davvero niente. Perciò sì, è tutto regolare.
Salvaguardo la mia pace personale, evito scenate di gelosia infondate. È Nole che è preso, non io.
Abbiamo appuntamento davanti
all’ascensore che poi andiamo insieme allo stadio, per cui mi preparo e
mi cambio venti volte la camicia. Poi siccome mi sento stupido, la
smetto e mi lascio quella nera, mi arrotolo le maniche e la lascio
fuori dai jeans, slaccio i primi bottoni.
Poi penso al profumo e lo guardo perplesso.
Ne metto poco, senza esagerare. I capelli meglio di così non posso fare.
Guardo l’ora, sono in ritardo di cinque minuti canonici. Oh Dio, ma cosa sto pensando?
Non è un appuntamento fra due che stanno insieme!
Non smetto di guardarmi per vedere se vado bene, forse è troppo, dopotutto è solo una partita.
Dai Rafa, non è un appuntamento, non lo è!
Ci vai con Nole, non con Roger. E poi ci saranno miliardi di persone.
È una partita di calcio.
Me lo ripeto ed alla fine prendo il telefono, il biglietto, la carta d’identità e la carta di credito, poi esco.
Mi sento stupidamente nervoso, come se dovessi fare chissà cosa con chissà chi!
Ma cosa mi credo che sia?
Appena lo vedo da lontano mi salta il cuore in petto.
Potevo convincere Roger a venire con me, improvvisamente mi sembra d’aver sbagliato tutto.
Se non stiamo facendo niente di
male, perché mi comporto come se lo stessi facendo? E perché mi ci
sento? Così in colpa, così maledettamente in colpa…
Sospiro e stringo le labbra. Quando si gira verso di me sorride illuminandosi.
Lui è vestito più semplice di me,
una maglietta maniche corte ed in mano una giacchetta leggera beige.
Jeans, scarpe da ginnastica. Semplice.
Io sono troppo, con questa camicia che…
- Che bene che stai! - Esclama
raggiante, io arrossisco e mi imbarazzo, poi mi guardo intorno per
vedere se c’è qualcuno, ma per fortuna non è così.
Pigio il bottone dell’ascensore e tossisco nervoso.
- Scusa il ritardo. - Non spiego che non mi decidevo sulla camicia da indossare e che ne ho provate tre!
Nole sorride ancora e si mette a
metà sulle porte aperte, poi mi fa passare come se fossi la sua
ragazza. Fa il ragazzo galante. Oh Cristo Santo!
Mi mordo il labbro ed ancor più imbarazzato entro. Che idea di merda venire sapendo che veniva anche lui.
Dopo di me entra anche lui e si sistema vicino, ma invece che raddrizzarsi si china verso di me.
- Hai un profumo fantastico.
Cos’è? - Cazzo, ed io che ne ho messo pochissimo. Lo guardo con occhi
sgranati e maledettamente imbarazzato, e si vede. È chino come se
volesse baciarmi, io indietreggio rigido e gli dico la marca del
profumo.
- Buono. - Si raddrizza e non si muove, fa finta che io non mi sia allontanato.
Cè qualcosa e succederà qualcosa, se continuo così non c’è scelta.
Roger, perché diavolo non sei qua?
Che cosa mi sta facendo questo qui? Chi lo voleva?
Non sono in grado di gestirlo.
Ma poi Nole si mette a parlare e
scherzare come sempre, fa un po’ il buffone e le cose si calmano
notevolmente, soprattutto il mio nervoso. In auto siamo insieme,
abbiamo un autista a disposizione che ci porta allo stadio e poi ci
aspetta all’uscita quando la partita finisce, per riportarci in hotel.
Anche in macchina parliamo
tranquillamente, scherzando e quando meno me l’aspetto, con le difese
abbassate, lui si avvicina e mettendo la mano davanti alla bocca verso
il mio orecchio, mormora piano.
- Sono contento che ti sei
rilassato, ti vedevo molto teso prima… - Lo fisso di nuovo come un
gatto a cui hanno pestato la coda e di nuovo rossissimo. Che effetto
che mi fa e quando mi imbarazzo divento acido per difesa.
- Teso? Ma dai, chi ti credi di
essere, tanto importante? - Cerco di essere cattivo per
tranquillizzarmi, ma lui ride ed è anche peggio perché ha una bella
risata. La trovo maledettamente sexy. E ridendo posa la mano sulla mia
coscia.
- Non lo so, perché dovresti
essere teso nell’uscire con me? - La pone come se fosse un
appuntamento, cazzo non lo è, perché non la smettiamo di pensarci?
Io faccio il broncio e sto per
togliergli la mano, ma l’autista ci comunica che fra cinque minuti
siamo arrivati e che ci accompagnerà fino alle transenne, oltre cui non
potrà entrare. Ma che poi ci rivedremo lì.
È sufficientemente presto, non
c’è molta gente e col pass speciale che ci hanno fornito con il
biglietto, dovremmo passare relativamente inosservati.
Nole annuisce e ringrazia senza
togliere la mano dalla mia coscia, io la metto sulla sua cercando di
levarmela senza essere notato, ma visto che lui pone resistenza non
posso morderlo come vorrei, così finisce che rimane discretamente con
la mano lì dov’è, ad ustionarmi la coscia, e con la mia sopra la sua
nel disperato tentativo di togliergliela.
Poi giro la testa verso di lui e duro e con occhi sottili che vorrebbero ucciderlo, mormoro:
- Pensi di rimanere lì per molto? - Nole fa la faccia da finto innocente.
- Ti da fastidio? - E lo mangio con lo sguardo.
- Molto! - Anche se non è vero, perché in realtà mi piace. Dannazione, mi piace.
Mi piace che flirta con me, che
ci prova. È questo. Mi piace essere corteggiato. Credo che sia
abbastanza normale, questo non toglie nulla a quel che provo per Roger.
Tutti sono lusingati dai corteggiamenti…
quando arriviamo, scendiamo e finalmente toglie la mano, io torno a respirare e finalmente sto meglio.
Come previsto entriamo senza
problemi grazie al pass speciale che abbiamo, ci affida ad un altro
addetto che ci saluta felice e ci scorta verso le nostre postazioni.
Qualcuno ci riconosce, ci stringe la mano e si fa foto con noi, ma in
generale non è una cosa impossibile.
Per noi tennisti è diverso che per un cantante od un attore, immagino.
Il tennis è meno in vista
rispetto al calcio, ad esempio, ed è più probabile passare inosservati
nella folla. Riusciamo abbastanza a camminare senza essere riconosciuti
ogni secondo, a meno che non sia un evento per tennisti ed allora lì si
raduna la gente che vuole proprio incontrarci.
Arrivati nei nostri posti, ci
rilassiamo in attesa della partita. Siamo un po’ presto, ma è normale.
Intorno a noi l’atmosfera consueta da stadio che mi piace tanto.
La gente arriva, un ragazzo ci
riconosce e ci chiede una foto. Il brusio, il chiacchiericcio, le voci,
l’aria fresca. Nole si toglie la giacchetta e me la dà insieme al
telefono da appoggiare al ripiano che ho vicino a me, una sorta di
isola che ci separa dagli altri.
Metto lì anche il mio telefono.
Fa coppia?
Torno a chiedermelo mentre ci guardiamo in giro un po’ sulle nostre, persi in qualche ragionamento.
Il mio è questo, fisso, sempre. E stasera più che mai.
- Allora, hai pensato alla mia proposta? - quando se ne esce così mi viene un colpo e lo guardo come se fosse un pazzo.
Rosso e poi di mille altri colori, occhi che parlano molto bene e Nole scoppia a ridere.
- Intendevo il doppio insieme,
cosa hai capito? - A questo punto mi sento scemo, profondamente scemo.
- È significativo che la prima cosa a cui hai pensato è quella! -
Intende la scopata, immagino. Sospiro insofferente sentendomi male.
Questa storia mi ucciderà!
- Non è significativo, è che se
ho a che fare con un maniaco posso pensare solo a quello! - Sembrerebbe
logico, ma lui ride e non si convince per nulla, così cambio discorso.
- Il doppio, dici? Ne sei ancora convinto? - Lui annuisce speranzoso e
vedo che ci tiene particolarmente.
- È stato bello a gennaio, secondo me dovremmo tentare… - Sospiro stringendomi nelle spalle.
- Non lo so, però se vuoi così
tanto… - Logicamente dovrei negarlo, ma ho il sospetto che finché non
lo facciamo non molla. Forse è meglio fargli togliere lo sfizio,
facciamo sto doppio che andrà male e così mi lascerà in pace. Non avrà
più scuse per tormentarmi. -
Mi giustifico così mentre accetto la proposta.
Mi do molte valide spiegazioni,
ma la verità forse la conosce e nei suoi occhi felici che brillano me
ne rendo conto. Come non percepire il suo pensiero dietro tutto questo?
Sono io che mi dico che così la
smetterà di tormentarmi, ma la verità è che mi piace che mi tormenti e
sono felice all’idea di passare del tempo insieme per allenarci e poi
per giocare il torneo.
La verità è che voglio io stesso delle scuse per passare questo maledetto tempo insieme in questo modo.
E non lo ammetterò mai, mi darò
sempre mille altre giustificazioni, però so che quando mi tocca il
braccio entusiasta, io sussulto perché voglio queste cose. Le voglio da
morire. Disperatamente.
E Nole sembra disposto a darmene ancora. Ancora. Ancora.
Con qualche tocco fugace od
intenzionale, con dei colpetti coi piedi e con i gomiti, avvicinandosi
a me per parlarmi all’orecchio, attaccandosi a me in piedi per cantare
l’inno della Roma con il pubblico, come se fossimo una coppia, come se
io fossi la sua ragazza e lui il ragazzo che mi cinge e mi protegge
dagli altri.
Ubriacante. Semplicemente ubriacante.
Perché sto così bene in queste
vesti, che spero la serata non finisca mai e, inesorabilmente,
orribilmente, mi dimentico per tutto il tempo di Roger.
Per. Tutto. Il. Tempo.