*Ecco
un altro capitolo. Dalla parte di Nole. Inizialmente siamo con lui e
Stan, i due si confrontano e si consolano perchè le cose specie per
Stan non vanno proprio come sperava. Roger e Rafa infatti non si sono
più fatti vivi e loro non sanno cosa pensare. Ma forse per Nole il
momento di capirci qualcosa è arrivato. Buona lettura. Baci Akane*
18. IL CHIARIMENTO A SORPRESA
/Nole/
“Roma è stata strana. Molto strana.
Roger è uscito alla prima
partita, Stan è andato avanti molto bene ma è uscito proprio contro
Rafa il quale, invece, è arrivato in finale ed ha vinto. Io sono uscito
ai quarti, come Stan.
A volte una sconfitta è solo una
sconfitta, ma nel caso di Roger penso che fosse molto di più. È chiaro
che gli è successo qualcosa, ma quando ho chiesto a Stan lui ha detto
che non ha avuto tempo di parlare dopo il grande evento, perciò non
sapeva cosa dirmi.
Roger è in una fase delicata di cambiamento e questo è chiaro, ma vorrei sapere da Rafa che hanno combinato.
Quando ho cercato di avvicinarlo
mi ha evitato dicendo che gli serve un po’ di tempo, gli ho chiesto in
merito a cosa di preciso e lui non ha risposto. Non c’è stato verso di
parlare con lui e vedo che, evitando ogni fonte di stress, è andato
molto bene a tennis.
Io ci ho pensato un po’, ma non
mi sono distrutto. Ho tratto le mie conclusioni. Rafa e Roger devono
avere parlato dei rispettivi tradimenti, che poi sono due tradimenti
diversi… quello di Roger è sentimentale, quello di Rafa è fisico,
perciò quale sarà più grave?
Non so come andrà avanti da qui in poi, ma penso sia meglio aspettare una mossa di Rafa.
Per Stan le cose sono diverse, credo.
So che a Madrid, Roger si è scontrato con Stan e lo ha battuto e poi è arrivato in finale con Rafa ed ha perso.
Posso supporre che ci siano stati
chiarimenti ed io sono curioso di sapere, ma siccome non ero lì, devo
aspettare Parigi, il Roland, dove rieccoci tutti e quattro.
Intravedo Rafa da lontano il quale sta sorridendo con Roger e inarco le sopracciglia perplesso.
Qua non ci capisco niente.
Al contempo arriva in circuito
anche Stan e vede quello che vedo io e prende e scappa dall’altra
parte, di corsa anche. Così mi raddrizzo e corrucciato lo inseguo
cercando di non farmi scoprire.
Bene, adesso è ora che qualcuno mi dica qualcosa!
So che ho un doppio in sospeso con Rafa, ma mi ha anche evitato con cura… cosa dovrei fare, secondo lui?
Appena riesco a raggiungere Stan
che si fa un giro per conto suo, cercando di evitare il mondo, lo
affianco e gli do una pacca sulla schiena allegro, quando mi vede
trasale, poi si oscura e si deprime apertamente.
- Ok, esigo aggiornamenti! - Stan sospira e si stringe nelle spalle.
- Non c’è molto da aggiornare. - Borbotta seccato.
- Se dici così mi sa che invece
c’è molto da sapere! - Insisto. Stan sospira insofferente e si guarda
intorno, ma non siamo proprio soli, c’è un po’ di via vai, così trovo
la palestra aperta, lo afferro per il braccio e mi ci infilo. Adesso è
presto, nessuno verrebbe a fare macchinari…
Così chiudo la porta e mi siedo
sulla cyclette con le braccia conserte a fissarlo insistente. Stan
sempre sospirando prende un manubrio e sollevandolo contro la spalla,
si decide a parlare:
- Per lui sembra che tutto sia a
posto, come sempre, come se non fosse successo nulla! - Lo guardo senza
capire mentre inizio a pedalare.
- Cosa? -
- Sì, mi aveva chiesto tempo per
capire, dicendo che non poteva smettere di vedermi ed io gliel’ho dato,
ma… ha ripreso a comportarsi con me come sempre, come se non fosse mai
successo nulla ed io… - Stan si ferma dall’alzare e abbassare il
manubrio e sospira insofferente scuotendo la testa, con gli occhi
alzati verso il soffitto cerca delle parole che non gli vengono.
- Non ce la fai più. - Concludo
per lui. Mi guarda. - Si vede! - Si ammoscia ed io scendo dalla
cyclette e vado da lui che mette giù l’accessorio, gli prendo il viso
fra le mani e lo guardo dolcemente, avvicinandomi.
- No, pensavo di poter fare
come sempre, ma dopo che sono venuto allo scoperto ed il bacio ho
sperato… non lo so, in qualcosa… semplicemente non posso fare finta di
niente. Mi parla di tutto ed io sono lì che penso, ‘ma Dio e noi?’ E
lui non dice nulla! - Sospiro scontento e contrariato.
- Sta nascondendo la testa. Ma ti
parla di Rafa? - Scuote il capo, ma ha gli occhi pieni di lacrime, sta
per piangere e lo abbraccio nascondendogli il viso contro il mio collo,
si rifugia e si aggrappa alla mia vita.
- Non so niente nemmeno io, Rafa
diceva che vuole fare il doppio con me, ma non si è più fatto sentire,
mi evita ed io non ho più cercato di avvicinarlo. Insomma, se vuole
qualcosa che se la prenda, mi sto stufando! -
Così rimaniamo abbracciati e
cogliamo uno il calore dall’altro, lentamente ci sentiamo meglio, lui
si rilassa ed io mi sento sollevato.
Poi gli riprendo il viso fra le
mani e lo sollevo per guardarlo, i nostri occhi si incrociano da vicino
e li trovo belli e tristi come sempre.
- Mi dispiace, forse dobbiamo fare noi quello che loro non hanno il coraggio di fare… -
- Chiudere e mandarli a cagare! - Dice poco finemente. Io sorrido.
- Ricominciare da capo per conto
nostro. - Mi guarda pensieroso, consapevole. Sa che ho ragione, ma non
dice nulla, si limita a baciarmi per primo ed io lo accontento, perché
siamo sempre qua uno per l’altro ed alla fine forse è il rapporto
migliore che potremo avere con qualcun altro. Totale sincerità, sempre
presenti in ogni caso ed un affetto del tutto disinteressato.
Forse dobbiamo davvero fare solo questo.
Non pensavo che sarebbe stato un
‘problema’ per me, in generale tutta questa storia. Ma anche ora che
sono qua a pensare di chiudere con Rafa lo dico perché mi evita, perciò
non credevo ci sarebbero stati problemi, ma evidentemente nella vita
puoi solo avere sorprese.
Sto facendo l’ennesima vasca, che
mi ritrovo compagnia. La percepisco lontanamente e ne rimango vagamente
sorpreso, perché so che a quest’ora solitamente si cena, non si viene a
nuotare.
Io lo faccio perché non ero in
umore da relazioni pubbliche, così quando non lo sono mi isolo o in
palestra o in piscina, negli orari che so sono solo.
Finisco la vasca e mi fermo al
bordo intenzionato ad andarmene velocemente, per evitare chiunque sia
venuto. Però appena sto per uscire, mi fermo vedendo che è Rafa.
Le braccia si bloccano ed io
rimango qua, mezzo issato sul bordo della piscina con l’acqua che esce
e mi scivola addosso, sul corpo teso.
Che cazzo faccio, ora?
E se è venuto per parlare con me?
Aveva mille altre occasioni per farlo, molto prima di ora.
E poi se così fosse dovrebbe sudarmi un po’!
Scendo e mi fermo di nuovo.
Certo, sudarmi è il termine
adatto. Così invece di uscire mi sposto sulla piscina separata da
quella grande, che è sempre qua solo in parte, nell’angolo.
C’è un po’ di idro massaggio e questa cosa mi ricorda una certa prima volta.
Sicuramente ricorderà anche a lui la stessa cosa.
Mi accomodo nel sedile sotto
l’acqua, proprio davanti ad un bocchettone dell’aria. Allargo le
braccia e appoggio la nuca all’indietro, mentre ho l’aria del tutto
rilassata.
Faccia quello che vuole, io non devo scappare, ero qua per primo.
Il cuore mi batte forte, però devo domare questa cosa, sono adulto, è ora di controllare questo debole che ho per lui.
Finalmente smette di nuotare, o
esce o viene qua. Cosa farà? L’ansia sale, vorrei aprire gli occhi e
guardare ma insisto ed alla fine vengo premiato.
- Ehi! - La sua voce mi raggiunge ed io apro gli occhi come se non l’avessi notato, sorpreso.
- Ehi! - Ricambio meravigliato,
senza sorridere. Lo vedo indeciso, penso che non sapesse che ero qua e
forse era così concentrato su sé stesso che non ha nemmeno visto la
faccia di quello che nuotava quando è arrivato.
Ora che farà? Avanti, fammi vedere…
- Ti spiace se sto un po’ qua? - La domanda mi demolisce, se è così mite e dolce come faccio a fare lo stronzo?
Alla fine sorrido e mi sciolgo come neve al sole.
Oh, maledizione!
- Scherzi? Vieni pure! - Così
Rafa si mette nel lato opposto al mio, le gambe si sfiorano diverse
volte, le mie sono molli e tendono a sollevarsi, lui cerca di gestirle
meglio.
Lo guardo intensamente, i capelli bagnati sono tutti spettinati intorno al viso, grondanti, e lui è sempre bellissimo.
Come faccio ad andare oltre?
- Allora, come va? - Chiedo cominciando per primo una normale conversazione, come se non ci fosse mai stato nulla.
Si stringe nelle spalle.
- Volevo scusarmi se sono
sparito, so che aspettavi mie notizie per il doppio e poi… - Sposta lo
sguardo non sapendo dove guardare, perché io guardo lui. - Sì insomma,
dopo quello che è successo penso aspettassi qualcosa… - Oh, ma no, che
dici? Le persone che vengono scopate possono essere dimenticate il
giorno dopo senza problemi!
- Immaginavo dovessi fare ordine… - Ma quanto sono ballista!
Cioè sì che lo immaginavo, però volevo sapere da lui.
Fa un sorrisino colpevole e
timido e finalmente mi guarda e si tende nell’acqua, si vede perché le
spalle si irrigidiscono, le mani si tengono al bordo del sedile
subacqueo su cui è seduto.
- In realtà è stato più difficile
di quel che pensassi, le cose si sono complicate molto e… io pensavo di
lasciare Roger, perché era la cosa più corretta da fare, ma poi lui… -
Alzo le mani e lo fermo, non so perché lo faccio, in realtà è giusto
che mi racconti, ma ho la sensazione che se non mi avesse incontrato
qua per caso non l’avrebbe mai fatto e la cosa mi scoccia.
- Non mi devi dire nulla, sono
cose vostre! - Sospira insofferente e sposta lo sguardo nella
superficie increspata dell’acqua, attraversata dalle bolle dei
bocchettoni sulle nostre schiene.
- Però tu sei stato messo in
mezzo, credo che ti devo una spiegazione. Sono… sono sparito in un modo
che… - È davvero in difficoltà e mi dispiace, sinceramente, ma io so
quanto ho penato in queste notti in attesa di un suo cenno.
- Avevi il mio numero, te l’ho
lasciato per il doppio… - Ecco, non riesco più a far finta di nulla.
Lui finalmente mi guarda di nuovo, capisce che un po’ me la sono presa
e così si morde il labbro in difficoltà. Non voglio che sia così
difficile fra noi. Era facile, era bello perché era facile.
- Lo so, ma non sapevo cosa
dirti… aspettavo di capire meglio la cosa. - Poi ci riflette ed alla
fine prosegue. - Roger mi ha detto d’aver baciato Stan, così abbiamo
parlato dei nostri sentimenti, ci siamo messi in discussione e per fare
chiarezza abbiamo fatto un passo indietro senza precluderci nulla -
Aggrotto la fronte senza capire.
- Perciò perché non sei tornato da me? - perché significa che se volevano, potevano farlo. Anche Roger con Stan.
Rafa non osa di nuovo guardarmi,
è un’agonia questo ragazzo, perché è così complicato? Così gli tocco i
piedi con i miei per farmi guardare e lui salta sul posto, mi fa
sorridere ma non glieli mollo. Così sembra un pochino addolcirsi.
- Perché? - Chiedo più suadente. Finalmente lo dice.
- Roger mi ha detto che Stan ha
un altro. E non so perché ma mi sono convinto che fossi tu. Sicuramente
è una gran cazzata, ma io… io non riuscivo a guardarti e chiederti se
stai con lui e non so nemmeno perché, visto che non ci dobbiamo niente.
Non so perché non volevo farti quella domanda, così ti ho evitato! - Lo
spara tutto d’un fiato, senza guardarmi ed io ci rimango di sasso.
Cosa? Cosa ha appena detto?
Rafa geloso di me e Stan?
Ho molte occasioni, ora. Devo sceglierne una.
In fretta. Lo guardo per bene, si
tormenta il labbro, guarda di lato ed è sempre tutto teso, i suo piedi
fra i miei sono rigidi. Ci sta male, capisce che non è normale e questo
avvalora la tesi che si è creata fra lui e Roger, ovvero che non fosse
proprio quell’amore che pensavano, ma un altro tipo di sentimento
bellissimo.
Non è pronto ad affrontarlo?
Ma allora di cosa parliamo?
Ok, è ora di scoprire tutte le
carte. Così mi sposto dalla mia posizione e mi metto vicino a lui, il
braccio intorno al suo collo, lui mi guarda, io faccio altrettanto e
finalmente, toccandoci coi corpi e incatenandoci con gli occhi così
vicini, il mondo sparisce, così come tutto il prima. Esiste solo l’ora.
È il solito effetto che mi fa. Maledetto Rafa!
L’altra mano sulla sua guancia a carezzarlo dolcemente.
- È vero, io e Stan ci consoliamo
a vicenda quando ne abbiamo bisogno. È una scopa amicizia, un rapporto
di vicendevole soccorso… vedila come vuoi. Ma è nata perché lui è
innamorato di Roger ed io non riesco a toglierti dalla mia testa.
Questo ci fa andare avanti. Ma non stiamo insieme, non siamo
innamorati, ci vogliamo un mondo di bene. -
Questo ha fatto andare fuori di testa Roger al punto da baciare Stan per assicurarsi la sua presenza al suo fianco.
Qua le coppie sono sbagliate da un pezzo e questo sguardo smarrito e confuso di Rafa, dice esattamente questo.
- Perciò non stai con lui? - sorrido.
- No. - Poi aggiungo. - E tu come
sei con Roger? Da fuori il vostro rapporto sembra sempre uguale… - Rafa
si sente a disagio a parlare di Roger, glielo leggo subito.
- Lui… lui fa finta di nulla,
come se non ci fossimo mai messi insieme e presi una pausa e traditi…
come se fossimo sempre stati solo molto amici e basta… non so come fa,
ma capisco come riesce ad ingannare sua moglie e… beh, il mondo intero!
Ha un modo di chiudere i suoi sentimenti, le sue cose e di fingere che
è qualcosa di incredibile. - Non dubitavo di questa sua qualità, avevo
capito che era bravo in quello.
- E a te dispiace? - Alza le spalle.
- Rende le cose più facili, però
non risolve il problema. Dovevamo capire cosa siamo, cosa proviamo, ma
così semplicemente accantoniamo il problema e fingiamo non sia mai
esistito… io non so se sia una soluzione! - Ed ecco il quadro confuso
di Rafa. Da un lato Roger che fa finta di nulla, dall’altro io e la
gelosia verso di me. Povero piccolo dolce Rafa.
Cerco di non sorridere, ma il
pollice sulla sua guancia lo carezza scendendo sulle sue labbra che
percorro e lui, emozionato, si lascia completamente fare.
Il bacio è inevitabile, non serve che ci diciamo altro.
A noi l’acqua fa questo effetto, evidentemente.
Mentre le nostre lingue si
uniscono nelle bocche, la mano scende dal suo viso al suo inguine, mi
infilo sotto il costume e glielo tiro fuori, lo prendo e inizio a
masturbarlo. Rafa sospira nella mia bocca e non riesce a gestire bene
il bacio, così succhio la sua lingua e poi il labbro e scendo sul mento
a fare la stessa cosa, mentre piano mi sposto sul suo orecchio che
delineo con la lingua. Rafa geme sempre più forte, abbandonato a me.
Credo che non vedesse l’ora di questo.
Roger, stai perdendo un treno favoloso. Ed anche con Stan, se non ti sbrighi.
Tanto Rafa, quanto Stan sono persone splendide che aspettano un tuo cenno, sei un grosso imbecille.
Ma tant’è che sono cazzi tuoi.
Io, quello che mi interessa, ce l’ho in mano.
- N-Nole sto per venire… - penso
sia incerto se venire in acqua, non è l’ideale in effetti, così smetto
e lo lascio insoddisfatto, sull’orlo dell’orgasmo. Il suo cazzo fuori
così duro e grande, lui mi guarda stralunato.
- Usciamo? - E così non se lo fa ripetere.
Una volta fuori, ci guardiamo
intorno per assicurarci di non essere proprio a portata di porta
d’ingresso, così non aspetta di andare nello spogliatoio. Si china in
avanti e si appoggia al muro, abbassandosi il costume.
Quando si dice andare al sodo.
Rafa camperà cent’anni sconvolgendomi per tutti e cento gli anni!
L’ondata d’eccitazione mi
attraversa in un momento da capo a piedi e si traduce nella mia
erezione subito dura che mi tiro fuori, sto poco a modellarla, lui è lì
che fa lo stesso con sé, perché l’ho lasciato sul più bello e questa
posizione è la fine del mondo.
Mi riempio di lui e poi riempio lui di me.
Lo prendo per i fianchi e mi
introduco in lui con una spinta decisa. Rafa inarca la schiena e getta
indietro la testa, gli occhi chiusi, la bocca aperta ed il respiro
sospeso.
È in paradiso, ora, e ce l’ho appena spinto io.
È una persona complessa da
morire, che mi farà diventare matto mille volte, ma saprà sempre
sorprendermi e farmi cadere qua, in lui.
Spingo in lui aumentando subito
il ritmo, l’intensità sale come l’eccitazione che ci invade e geme
senza preoccuparsi più di nulla, tanto che mi chiede di andare più
forte. Vedo la sua mano muoversi sulla sua erezione dura e penso di
arrivare al punto che lo fa diventare matto.
Lo sento venire e poco dopo lo accompagno anche io, dentro di lui.
Mi tendo, tremando. Per un momento sono scollegato col mondo, non capisco nulla.
Fino all’ultimo istante. Fino a
che il mondo riprende forma, lento. E lui, fra le mie braccia, si
raddrizza appoggiandosi a me, alla mia schiena, girando la testa verso
la mia. Alza la mano alla ricerca della mia nuca, poi mi prende la
bocca e mi carezza dolcemente con la lingua.
È sconvolgente tutte le volte, tutte le volte che ha a che fare con me.
Non dico nulla, me ne guardo bene, ma poco dopo ci stacchiamo e ci ricomponiamo tirandoci su i costumi.
È incredibile e mentre ci asciughiamo e rivestiamo, penso si capisca che sono sorpreso da morire.
- Che c’è? - Chiede guardandomi.
Mi stringo nelle spalle.
- Sei incredibile! - Così si aggrotta.
- Perché? - Scuoto la testa infilandomi i pantaloni.
- Mi hai fatto perdere la testa e
non so nemmeno come sia successo! - Rafa sorride arrossendo e questa
cosa mi fa ancor più impazzire.
Sembra schizofrenico… se pensi a
quando esulta in campo o quando guarda una partita o i suoi compagni in
Davis Cup… e poi qua, in queste occasioni, quando arrossisce ed è
timido.
- Potrei dire la stessa cosa. Non
so cosa mi hai fatto, ma mi hai rivoluzionato l’esistenza! - Sorrido
compiaciuto della sua sincerità. Almeno smette di negarlo.
Una volta vestiti ci guardiamo prima di uscire e prendo io l’iniziativa, carezzandogli il viso con delicatezza.
- Non mettiamoci fretta a cercare
definizioni. Vediamo come va, con calma e basta. - E a questo lui
sembra molto d’accordo visto che mi bacia per primo. Così, senza dire
altro, usciamo dalla piscina.
Un posto, un destino, direi!”