22. UN SISTEMA PER RIUSCIRCI
/Stan/
“Quando si denuda mi sale una tristezza infinita.
Non ho mai pensato che per
qualcuno potesse essere diverso, anzi non ho mai pensato com’è per gli
altri. Perché se io ci sono riuscito, allora anche gli altri possono.
E non riesco a ragionare in termini di diversità al di là di me e delle mie esperienze.
Ma Dio, non è facile per nessuno…
- È stato terribile anche per me,
ma ad un certo punto l’ho accettato e basta. Ho passato l’adolescenza e
la giovinezza a nasconderlo e tutt’ora lo faccio. Avere ragazze,
sposarmi, figli è il sistema migliore. No Rog, non è stato facile
nemmeno per me, ma ho capito, accettato e trovato una soluzione per
vivere la mia vita serenamente, in pace e nel migliore dei modi. Pensi
che non sappia che siamo in una società di bigotti retrogradi? Ero
vittima di bullismo perché ero carino e tenero, mi chiamavano frocio
prima ancora che io lo sapessi. Quando ho avuto la mia prima erezione
davanti ad un bel pisello in tiro è stata la morte! Ho pensato al
suicidio! I miei sono conservatori, mi hanno cresciuto con ‘i gay sono
peccatori mortali, non sono nemmeno umani!’ Ed io ero lì a piangere in
camera dicendo ‘ma io merito di vivere?’ No Rog, non è stato facile! -
Le lacrime scendono copiose insieme alle mie parole che escono come
fiumi.
La voce trema, ma non mi fermo e
a distanza di questo mezzo metro che ci separa, stringo i pugni che
sbatto in un tavolo immaginario come per darmi forza e lui lì,
shoccato, che mi guarda senza credere a quello che dico.
Perché è solo ora che sa e vede
la parte più intima di me, quella che non ho mai rivelato a nessuno.
Far sapere ad un amico che sono gay o bisessuale è un conto, raccontare
cosa ho passato è un altro.
- Come… come hai fatto? -
Chiede sconvolto.
Io alzo la voce arrabbiato.
- Mi sono guardato per quello che
ero, senza nascondere la testa! Mi nascondevo con gli altri, ma non con
me stesso! A cosa serve fingere con me stesso? È stata dura trovare un
equilibrio, capire che potevo vivere serenamente se nascondevo tutto.
Ma pensi che sia bello sapere che ti amano solo perché fingi di essere
chi loro vogliono che tu sia? Pensi che sia bello sapere che se gli
dicessi che sono gay poi mi odierebbero? Sto ferendo una donna che non
centra nulla, ho una figlia che è nata per un inganno, ma vivo nei miei
errori e lo faccio consapevolmente! -
Roger non sa cosa dire e così
faccio un passo avanti e lui indietreggia automaticamente. Così
continuo ancora, abbassando la voce che rimane concitata, un uragano si
abbatte in me.
- Ho sempre guardato me stesso,
cosa provavo, cosa ero. Ed ho agito sempre consapevolmente che certe
cose erano giuste ed altre no. Ma ho sempre agito per un motivo
preciso. Pensi che questo mi abbia reso una persona felice? Ho fatto
del mio meglio, ma non ho rimpianti perché ho vissuto una situazione di
merda! E poi arrivi tu e fai finta di nulla dal primo giorno in cui mi
incontri! Cazzo, ci conosciamo da quando avevamo 15 anni! Ho capito di
essere gay perché mi piacevi da matti! E tu hai preso la via più
comoda, quella che nasconde la testa! Ed ora arriva Rafa, ti obbliga a
guardarti, fa quello che io non ho mai avuto il coraggio di fare perché
pensavo di fallire e ti fa vedere che puoi farlo, che non sei come
pensavi di essere. Ma ancora non lo vuoi vedere! Non lo vuoi vedere che
per me provi qualcosa perché è difficile da gestire! È difficile da
gestire, Roger! Tu mi hai fatto passare l’inferno perché sono difficile
da gestire, perché provavi un sentimento così forte da non poterlo
controllare! Cioè se non ami abbastanza ci stai, ma se ami troppo no e
dovrebbe starmi bene? Spiegami perché! -
Forse non mi sarei mai fermato, non riuscirei a farlo, non potrei.
Ma poi arrivano le sue braccia a stringermi forte, prepotenti, con una forza inaudita.
Padrone di me, del mio corpo, della mia volontà.
Roger mi soffoca e per un momento lotto, ma poi mi arrendo perché sono così prosciugato che non ce la faccio.
Non posso farne a meno.
Arrendermi a queste braccia
shoccate che mi stringono. Il suo cuore martella contro il collo, dove
ho appoggiato la fronte. Lo sento come sento il respiro che trattiene.
- Perdonami. Perdonami. Perdonami. - E lo ripeterà per cinquanta volte.
Non riesce a dire altro e forse è meglio così perché non ci sono parole in grado di quietare questo dolore che mi devasta.
Qualunque cosa direbbe sarebbe peggio.
Solo questo. Solo lui che ammette i suoi errori senza spiegazioni e giustificazioni. Solo chiedendo perdono.
Lo stringo forte anche io e mi
cullo nella sua voce che, meno angosciata, mi chiede ancora perdono
fino a che si perde nei baci che mi dà sulla testa, sulla tempia e poi
mentre mi prende il viso alzandolo verso il suo.
Mi bacia sulla guancia e poi arriva alla bocca e qua smette di chiedere perdono e lo prende.
Lo prende, il mio perdono.
Insieme alle lingue che si intrecciano e quasi con disperazione si assorbono.
I sapori si confondono con il
salato delle mie lacrime, me le asciuga con le dita fino a che scende
alla mia vita, mi prende la maglia e me la toglie.
Poi febbrile si sfila la sua prendendosela dietro la testa.
Ci separiamo e ci guardiamo.
Non riesce a parlare, non riesce a dire nulla.
Quello che prova è così forte, così pieno di mille cose che non riesce a tradurne una.
Roger senza parole è quasi un evento. Lui il diplomatico che sa affrontare qualunque situazione.
Mio Dio.
Poi si toglie gli shorts e gli
slip e si siede nel letto dove mi porta davanti a sé e mi leva quel che
indosso, quando mi ha nudo davanti a sé mi abbraccia da lì, stringe le
braccia intorno ai miei fianchi ed appoggia la testa sul mio ventre,
chiude gli occhi e mi respira così, mentre io gli circondo la testa
chinandomi su di lui.
Poi la bocca sul suo orecchio.
- Voglio fare l’amore con te… - Mormoro come per dargli il mio benestare.
So che non per tutti è facile. E non per tutti è difficile allo stesso modo.
Per Roger lo è stato al punto da nasconderlo a sé stesso per tutti questi anni.
Così muove la testa ed inizia a
baciarmi l’inguine, scendendo via via sulla mia erezione. I suoi
piccoli baci mi fanno subito rabbrividire e quando finalmente lo prende
prima in mano e poi un bocca, accompagno la sua testa ed i suoi
movimenti.
Il calore della sua lingua umida
su di me, le labbra che mi avvolgono e l’idea che è lui a farlo, non è
più Nole o qualcun altro.
Le lacrime tornano ad affacciarsi, ma non sono d’angoscia.
Mi sembra così bello.
Poi mi fa adagiare sul letto e si
prende cura di me, del mio corpo, della mia pelle che sussulta al suo
passaggio, la sua lingua diventa la mia medicina e non risparmia un
solo centimetro. Con cura, dolcezza ed un’amore che non ho mai
sperimentato.
Allora è così fare l’amore. È così farlo con chi ami.
Roger mi ricopre col suo corpo
col quale mi carezza, la sua erezione dura contro la mia, giocano
insieme e si delineano fino a che sono così grandi che non riescono più
a resistere. Così separiamo le nostre bocche, mi alza le gambe e si
sistema in me. Solo la sua lingua e le sue dita ad allargarmi e
bagnarmi, poi lascia andare le gambe e con un colpo forte entra in me.
Un secondo ed è meglio.
Quando inizia a muoversi con
sempre più decisione, mi prende le mani e me le ferma vicino alla
testa, intrecciamo le dita e ci teniamo a vicenda, mentre cingo il suo
bacino con i piedi che accompagnano i suoi movimenti.
Troviamo una sincronia perfetta poco dopo e per me non è la prima volta, perciò per lui è anche più facile.
Il piacere mi invade molto
presto, ma è diverso da quello del sesso puro e semplice, è un piacere
più interiore, mentale, assoluto.
Apro gli occhi febbrile mentre i nostri gemiti si mescolano nell’aria, il suo volto così abbandonato nel godimento.
Questi sono i sentimenti. Questo è farlo con chi ami.
E solo ora realizzo quanto tutto
il sesso fatto fino ad ora per il puro sfogo fisico, per il piacere
sessuale fine e semplice, è stato vuoto, sciocco ed inutile. Mi sono
buttato, calpestato, mi sono dato per un orgasmo che potevo avere con
la mia mano.
Ma poi è arrivato lui a prendersi
cura di me con la sua dolcezza sorprendente, a dirmi senza parlare che
mi ama, a farmi capire la differenza fra sesso e amore.
E non voglio più niente altro che questo.
Fa venire prima me e dopo viene lui.
Il calore esplode, macchiandoci, marchiandoci.
Fino a che i sensi si mescolano,
i fisici hanno un cedimento immediato ed è come se le forze mancassero,
la lucidità mentale è un vago ricordo.
Tutto si mescola, così come noi stessi che ci adagiamo sul letto, stesi, allacciati insieme.
E solo dopo che mi sono accoccolato sul suo petto a baciarglielo, le mani intrecciate, gli odori di noi, solo qua lo dice:
- Ti amo, non posso permettere
più di farti soffrire, non voglio che tu stia più male, che vada con
altri, che ti allontani da me e non voglio andare io con altri solo
perché questa cosa è troppo grande. Troveremo un equilibrio, un modo
per farla andare bene nonostante le nostre vite, i nostri ruoli, chi
abbiamo intorno e chi siamo. Troveremo un modo, una pace, un
equilibrio. Però non posso… non posso più farti piangere. Non posso. Ti
amo, Stanley, è te che amo. È questo l’amore, l’amore assoluto,
carnale, vero. Perdonami d’aver fatto questo gran casino! - Sorrido e
sospiro, mi alzo sul gomito, l’osservo con quella leggerezza che non ho
mai avuto e lo realizzo.
- Forse si soffre tanto per poter
essere tanto felici dopo. Forse la felicità non ha senso senza le pene.
- Roger rimane colpito dalla mia frase.
- Ne vale la pena? - Traduce. Io sorrido dolcemente e lo bacio.
- Assolutamente sì. - Poi ridendo
aggiungo: - Se me lo chiedevi prima di avrei dato un pugno, ma ora con
le endorfine in circolo amerei anche uno scarafaggio! - A questa
sparata Roger ride e mi dà un pizzicotto fortissimo sulla chiappa, così
ci rigiriamo, facciamo una piccola lotta per poi finire a baciarci,
stringerci e coprirci.
Il mondo è diventato un bel posto, oggi.
E fanculo i bigotti retrogradi. Non capiranno mai cosa si perdono!
L’acqua ricade lenta sul suo
corpo, piano piano l’accarezza tutta, l’avvolge, ed i miei occhi
indugiano prima di unirmi a lui sotto la doccia.
Roger è di spalle ed io silenzioso non mi sono fatto sentire.
I glutei stretti, la vita
sottile, le spalle sufficientemente larghe e la schiena longilinea,
ogni curva è giusta, niente è troppo accentuato od esagerato. I muscoli
sono la cosa più perfetta che abbia mai visto. È atletico e per nulla
massiccio, non un grammo di grasso o di ossa che si vedono troppo.
È la perfezione.
I capelli si appiccicano subito
sulla testa e sul collo, piega il capo in avanti e si rilassa mentre
l’acqua calda l’accarezza e a me viene la consueta erezione che,
finalmente, non devo nascondere.
Entro con un sorriso felice e mi
unisco a lui, gli metto le mani sui fianchi e silenzioso, discreto, gli
bacio la spalla. Lui sussulta sovra pensiero, poi si gira verso di me
con la testa e trova la mia bocca dopo un sorriso dolcissimo.
Non dimenticherò mai i primi
momenti insieme. E saranno strani, ma belli, perché ci conosciamo da
una vita eppure solo ora facciamo la doccia insieme e ci salutiamo con
un bacio.
Si gira verso di me e mi prende
delicatamente il viso fra le mani, come se fossi la cosa più preziosa.
Mi fa sentire un ragazzino, quel ragazzino che nascondeva chi era,
angosciato e maltrattato dagli altri ragazzi.
Quel ragazzino che ora è felice perché abbracciato alla persona che ama.
Le labbra aderiscono come i
nostri corpi che si spalmano uno sull’altro, l’acqua ricopre anche me e
ben presto il mondo viene dimenticato. “