26. UNA DECISIONE DIFFICILE
/Rafa/
“Quello che capisco dopo averlo rivisto dopo tutto questo tempo che ho passato a pensare a noi, è che non mi ama.
Forse non mi amerà mai. Non vorrà mai andare oltre il sesso e questo stare bene insieme così come siamo senza cambiare nulla.
Ed ok, va bene. Se non mi ama e
non mi amerà mai va bene comunque, le cose vanno accettate quando non
possiamo cambiarle, non bisogna farne una malattia, ossessionarci.
Nole sta bene con me così come
siamo, io vorrei provare ad andare alla fase successiva, ma avevo paura
che lui non lo volesse ed ora ne ho la conferma. Non mi ha risposto,
quella volta. Non mi ha mai detto una cosa simile. Non abbiamo mai
parlato. Ed ora continua a non farlo. Per lui le cose vanno bene così,
si vede.
E dunque ok.
Me le farò andare bene anche io, poi se un giorno non ce la farò più ci penserò.
Questo rapporto così come lo stiamo vivendo ci lascia liberi di avere anche altre storie, scappatoie, parentesi, sfoghi.
Nole era uno sfogo da Roger, ora avrò bisogno di uno sfogo anche da Nole?
Forse la mia vita sarà questa.
Tentativi di vivere delle storie che non possono andare in porto.
Va bene comunque. Assolutamente.
E questa è la decisione che prendo.
Forse non la decisione migliore
del mondo, dopotutto, visto che più la stagione prosegue, più lui mi
batte prendendo i miei titoli ed i miei punti.
Succede così che ad un certo
punto dell’anno, mentre di sconfitta in sconfitta io sono sempre più
nervoso, lui invece passa per la prima volta in vita sua in prima
posizione.
Io e Nole non siamo proprio in
crisi, continuiamo a vederci e ad andare a letto insieme, ci divertiamo
quando siamo insieme, parliamo e scherziamo. Ma è tutto lì. E se prima,
all’inizio, questa cosa mi bastava perché era esattamente quello che
volevo, una parentesi leggera, senza impegno, che mi permettesse di
andarmene quando volevo, ora mi appesantisce, la odio, non mi sta bene.
Mi soffoca perché vorrei di più
e lo vorrei da lui, proprio da lui, ma lui continua a giocare con me e
basta, a non volere altro, così mi soffoca perché non vorremmo mai la
stessa cosa, solo che non ho la forza ed il coraggio di chiudere.
Questo è avere una storia che non decolla, una storia che però tu vorresti a tutti i costi.
Questo è amare e non essere ricambiati.
E lo capisco perché lui non si è
mai aperto a me davvero, non mi ha mai mostrato quei suoi lati profondi
e personali di cui parlavamo quel giorno. Io con lui riesco ad essere
me stesso, a far vedere quello che trattengo in pubblico, anche se è un
lato schifosamente gay, di quelli che forse imbarazzerebbero chi mi sta
vicino.
Sono una persona allegra, che adora i contatti fisici, toccare chi mi piace, abbracciare, stargli addosso ed appicciato.
Adoro il calore. Adoro il contatto in generale.
È questo che sono, in realtà. È questo che soffoco quando sono Rafa Nadal.
E lui mi ha visto, lui lo sa
come sono. Ride, gli piaccio che metto su un paio di canzoni che adoro
e mi scateno. E guardiamo le partite insieme, quando siamo in torneo, e
si piega in due dal ridere quando parto col mio tifo sfegatato.
Ma lui mi vede, lui mi vede per quello che sono.
Lui lo sa che sono così.
Però lui, a parte che ridere, giocare e scherzare con me, non mi fa vedere altro. Quello non è il vero Nole.
E mi sembra di essere in bilico su un filo di rasoio.
So che siamo vicini al cadere,
al concludere questa cosa che abbiamo, perché non si può andare avanti
a scopare e stare insieme per metà, superficialmente, senza proseguire.
Fermi in una via di mezzo.
Perché a me non basta più e più
gioco, più mi rendo conto che questo nervoso io lo sto trasformando in
malattia. Lo soffoco, faccio finta che mi vada bene, di poter vivere
così questa nostra non storia.
Quanto andrò avanti così in una cosa che non voglio che sia così, ma che non ho il coraggio di trasformare o concludere?
Voglio di più, mi serve di più.
E sono sempre più stufo di
dovermi trattenere in pubblico con lui e limitarmi a cosa amichevoli,
ma sempre ad una certa distanza.
Ci si scontra, ci si stringe la mano, ci si abbraccia se capita, forse, più che altro una pacca e via.
Eventi insieme? Ok, scherzi e risate, ma poco altro e stop. Contenersi, trattenersi.
Mai lasciarsi andare. Mai far capire quanto ci adoriamo. Che andiamo d’accordo sì, che siamo in buoni rapporti sì, ma non altro.
Ne abbiamo parlato un giorno.
‘Non possiamo fare come fai con
Roger’, perché io con Roger sono molto espansivo, si vede che lo adoro
e lui ricambia, non abbiamo problemi a mostrare questa delicatezza,
questa grande amicizia.
‘Perché no? Con Rog va bene…’
Scossa di capo.
‘No, è meglio di no. Non dobbiamo sembrare due che si odiano, ma non dobbiamo nemmeno esagerare…’
Questo discorso ad un certo
punto del 2011 mi demolisce, così nel trattenermi tutte le volte che
sono con lui, ed in pubblico sono con lui un sacco, mi fa soffrire,
fremere, innervosire.
Lo nascondo, come nascondo ogni altra cosa, come fa lui, come vive lui ogni cosa che nasconde e maschera.
Però a me non sta bene.
Anche io mi guardo bene dal
mostrare quanto sono gay, quanto mi piace ballare ed abbracciare gli
altri, però lui… lui soffoca davvero troppo. Che c’entra soffocare i
rapporti? Perché, voglio dire?
Sospiro e scuoto la testa.
Non andrò da nessuna parte, se continuo così.
Lui vuole controllare troppe
cose e vuole che io controlli me stesso allo stesso modo. Ma va bene
farlo con certe cose, diciamo per aggiustare la mia immagine, perché
poi mi vergogno di essere così allegro ed espansivo davanti agli
estranei ed al mondo, però mi piace coccolarmi Roger, parlare e
scherzare con lui in pubblico, abbracciarlo e mostrare il nostro
rapporto. Non ci trovo niente di male.
E vorrei poterlo fare anche con Nole, ma lui no, salvo poi cercarmi in camera, quando nessuno sa, nessuno vede.
Sospiro.
Non so nemmeno se è questo che
mi dà fastidio o solo semplicemente che non vuole lasciarsi andare
anche ai sentimenti. Controlla tutto, controlla troppo ed io… io ormai
non ce la faccio più sul serio.
Ho bisogno di altro, ho bisogno di più.
Quando entro nello spogliatoio
della piscina lo vedo di schiena che si sta mettendo il costume, si è
appena tirato su gli slip e mi mordo il labbro ridacchiando.
Senza pensarci gli vado dietro e infilo le mani sul davanti a toccargli il pacco che si è appena sistemato con cura.
- Ma non è un po’ troppo micro
per la tua dote? - Dico infilandogli la lingua nell’orecchio. Nole
salta come un gatto e si irrigidisce alzando la spalla per
allontanarmi, mi prende anche subito i polsi e mi stacca.
- Rafa, non siamo soli! -
sussurra piano. Io mi giro nell’interno per vedere chi c’è e aggrottato
lo riguardo mordendogli la spalla che tiene alta fra me e la sua
faccia:
- Io non vedo nessuno! - Le mani
sfuggono dalle sue e torno ad infilarle sotto al costume, Nole salta di
nuovo e si divincola con aria mezza divertita e mezza di rimprovero:
- In piscina è pieno di gente e
la porta è solo socchiusa! Possono venire da un momento all’altro! -
Insisto ancora un po’ perché ho proprio voglia di lui, infatti mi
appiccico come un cagnolino bisognoso di coccole e lui mi prende per i
fianchi e continua a spingere per cercare di gestirmi.
- Rafa, cosa succede se entra
uno e ci guarda che pomiciamo? Vuoi scherzare? - Adesso è davvero
severo, anche se ha un sorrisino divertito sulla bocca. Io però mi
stufo e sbuffando ci rinuncio, gli do le spalle ed inizio a spogliarmi
per mettermi il costume.
- Che palle! C’è sempre
qualcosa! Prima eri più incosciente, lo facevi dietro ogni angolo con
il rischio di essere scoperti e non te ne fregava! Ma evidentemente
dopo che mi hai avuto un po’, ti è passata la voglia per la novità! -
Con questa acidità peggiore di uno yogurt andato a male, mi levo in un
colpo solo shorts e boxer. Nole mi guarda perplesso e dopo un po’
commenta:
- Te la sei preso davvero? -
Faccio il broncio e non rispondo, così sento che chiude la porta e
pensando se ne sia andato sbuffo e scuoto la testa deluso.
Invece le sue braccia mi
circondano da dietro, come prima ho fatto io, e mi aiuta a sistemare il
costume. Le sue mani nelle mie parti intime mi danno quel sollievo e
quella calma di cui voleva privarmi, con un sorriso mi appoggio al suo
petto e mi lascio andare al suo abbraccio, di nuovo felice.
So che sto diventando asfissiante, però è colpa sua. Non può coinvolgermi tanto per nulla.
Giro la testa verso la sua e apro le labbra per accogliere le sue che, aperte, intreccia alle mie succhiandomele.
Poco dopo le lingue si
incontrano e giocano insieme, mentre la sua mano mi fa un bel servizio,
cosa che mi piace abbondantemente, ma che mi fa venire voglia del suo.
La mano scivola dietro di me alla ricerca del suo, ancora sotto il costumino.
Nole sorride mentre mi bacia e si fa toccare. Cerco di prenderglielo bene in un eccitamento frenetico assurdo.
Di nuovo il desiderio esplode.
Cerca di fermarmi quando tento di tirarmi giù il costume per farmelo mettere dentro.
- Rafa, ora esageri… - Sussurra sulla mia bocca, con un sorriso divertito.
- Dammelo… - Mormoro io più come una richiesta che come un ordine. Il mio tono non ha molto di padrone.
- Non posso adesso, ho solo chiuso la porta, possono entrare comunque. - Spiega con la sua solita razionalità.
- Anche se ci vedono? - Nole ride e nasconde il viso nel mio collo.
- Rafa, abbiamo un problema col controllo? - Sbuffo lasciandogli l’erezione per separarmi da lui.
- Per quello basti tu, no? - Sto
per andarmene, quando è lui che mi prende per il braccio e mi ferma
bloccandomi contro il muro. Mi toglie il respiro e infila di nuovo la
mano nel mio costume riprendendo il lavoro, questa volta con più
decisione e a questo ci accompagna anche le parole, sa che mi piace
quando mi parla così. Nel frattempo me lo fa sentire. Il suo, dietro di
me, fra i miei glutei che lo vorrebbero avere dentro.
- Sembri in calore! -
- Ah sì, lo sono… - E quando mi parla così io parto, non riesco proprio a controllarmi.
Le mani aumentano l’intensità, così come il suo membro contro di me.
- Ti piace il mio cazzo? - Appoggio la fronte al muro insieme alle mie mani, sono già completamente suo.
- Da morire, lo voglio… -
- Vorresti averlo dentro? -
- Sì… sentirlo tutto duro… -
- E dopo? -
- E dopo tu che mi scopi… -
Divento volgare ed è peggio se lui mi asseconda. Il problema è che sa
come mi piace e mi accontenta. Questo mi fa perdere il controllo, cosa
non poi così difficile tutto sommato… specie con lui…
- Lo vuoi? -
- Sì, dammelo, dammelo ti prego…
dammelo… - Lo chiedo fra gli ansimi, sto per venire e credo che, da
quanto è duro e cresciuto il suo, anche lui abbia qualche problemino in
tal senso.
Alla fine impreca nella sua
lingua, mi afferra bruscamente per le braccia e mi trascina dall’altra
parte, nel locale delle docce. Mi spiaccica in un angolo, mi piega in
avanti e con quella necessità folle impellente mi abbassa il costume
del tutto e me lo infila dentro.
Finalmente quella specie di sofferenza si calma mentre mi dà quello che volevo, mentre lo sento dentro così duro e perfetto.
Mentre mi dà tutto quello che voglio.
Forse è perché voglio tutto di
Nole, ma non me lo vuole dare e mi accontento del suo corpo, perché
almeno questo lo posso avere, questo almeno me lo dà.
Per colpa del resto che non può
darmi, ne chiedo sempre di più, ma la verità è che vorrei che mi si
desse lui, davvero… che si abbandonasse completamente a me,
irrimediabilmente, con ogni piccola parte di sé.
La sua maschera non se l’è ancora tolta.
Ma l’orgasmo calma questo dolore, questa bruciante delusione e riesco ad ingoiare il male che provo.
Almeno un po’.
Le sue labbra sulle mie fanno il resto, così come le sue braccia che mi circondano da dietro, mi sorreggono forti e dolci.
Perché non vuoi essere mio sul serio?
Chiudo gli occhi e mi abbandono, chissà se il tempo si ferma.
In pubblico ci si incontra molto
spesso, specie all’interno dei circuiti, ad esempio nelle sale comuni,
dove ci sono tavolini ed un televisore.
Lì io e lui ci salutiamo
gentili, sorrisi, a volte scappa una conversazione con delle battute,
come due giocatori in buoni rapporti.
Recitiamo una parte che da un lato è vero, ma dall’altro no. Insomma, qua altro che buoni rapporti.
Appena le porte si chiudono,
qualunque porta sia, la cosa si trasforma radicalmente e il primo ad
avvicinarmi di solito sono io. Ho la sensazione di essere molto
appiccicoso ultimamente, lui rimane stupito tutte le volte, ma mi
accoglie perché siamo tendenzialmente in luoghi sicuri.
Ci si bacia come prima cosa, poi partiamo con discorsi davvero ‘da noi’.
- Che programma hai, domani? - Chiedo mentre gli sistemo il colletto della giacchetta e gli tolgo una piega.
Lui mi dice quando si allena ed
io gli comunico quando lo farò io. Poi ci scambiamo gli altri piani
d’allenamento, come ad esempio palestra, massaggi, piscina e cose così.
Ci concordiamo su quando possiamo andare e dove per stare più soli possibile.
Ad esempio in palestra o in piscina ci andiamo sempre in orari che sappiamo vengono in pochi.
Dopo esserci messi d’accordo, le
porte dell’ascensore si aprono, ci separiamo e ci ritroviamo con
qualche persona che cammina per il corridoio, ci vedono, qualcuno ci
saluta, noi ricambiamo.
Andiamo tranquilli parlando poco, quasi ignorandoci.
Poi rallentiamo, ci guardiamo intorno e la prima stanza che becchiamo fra la mia o la sua, ci infiliamo insieme.
Ormai la giornata è finita e si può stare.
Di nuovo quando la porta si
chiude, lui mi carezza la nuca e mi dà un bacio affettuoso sulla
guancia, poi comincia a spogliarsi.
In questo il telefono gli suona
con ‘Ai se eu te pego’ ed io comincio a partire ridendo facendo il
balletto. Lui ridendo non risponde e mi lascia fare, non penso di
essere molto mascolino mentre faccio questo balletto idiota, ma mi
piace troppo.
Questo è il vero Rafa e glielo mostro senza ritegno appena le porte si chiudono ed io e lui rimaniamo soli.
A Roger mostravo il mio lato fragile, timido, indeciso. Quel bisogno di conferme e di sicurezza.
A Nole mostro anche il resto.
Anzi, cerco di non essere troppo
insicuro. Ma non so che dire, io con lui riesco a lasciarmi andare.
Cioè davvero non riesco a trattenermi.
Ho questa mania di toccare sempre chi mi piace, per esempio.
E con lui lo faccio tutte le volte che so siamo lontano da occhi indiscreti.
Oppure mi piace ballare,
appunto. E mi piacciono anche i balli stupidi, anche se magari mi
ridicolizzo. Non mi dà problema farlo davanti a lui.
E Nole ride e mi asseconda, ci
divertiamo moltissimo insieme, lo vedo rilassato quando siamo soli, lo
sento che gli piace vedermi per quello che sono.
Anche se poi è un’arma a doppio
taglio, perché magari significa che sono così sicuro con lui che sto
troppo bene. Sarà una cosa positiva se lui non prova la stessa cosa?
Farglielo sapere, cioè.
Perché non penso che sia stupido…
A volte mi chiedo come dovrei gestirla, ma poi niente, parte una canzone idiota ed io mi scateno senza ritegno. “