*Ecco
un nuovo capitolo, continuiamo a seguire la crisi di Nole. Ormai deve
accettare di fare quello che deve fare, anche se potendo scegliere
farebbe altro. Dove troverà la forza di andare avanti spensierato? Come
ritroverà il sorriso? Anche qua c'è una delle canzoni di Enrique degli
ultimi anni, come spiegavo lui, Rafa e Gasol sono amici e soci e sono
molto convinta che sanno. Loro sanno. Sanno tutto. Dimenticavo, anche
la gioia di Rafa è reale, nel privato è tutto un altro Rafa che in
pubblico. Buona lettura. Baci Akane*
37. SE PIANGERAI, IO TI CURERO’
/Nole/
“Arrivo ancora col magone.
È stata dura far credere a tutti
che ero completamente felice. Ho fatto quello che dovevo fare, assolto
ad ogni compito ed ora sono a casa.
Appena solo, sospiro e chiudo gli occhi stanco.
È appena iniziata, non so come andrà questa storia.
Sono pieno di dubbi, ma non ho scelta che far funzionare tutto.
Jelena la devo sposare, a maggior ragione ora che è incinta.
I miei non sono mai stati più felici di così.
Giro la chiave nella toppa e varco la soglia, un profumo delizioso di paella mi invade e sorrido.
Assocerò sempre la paella a Rafa.
Si è specializzato solo in
quella. Prima non era capace neanche di quella, ma poi l’ho aiutato a
capire i tempi ed i trucchi di cottura ed ora è bravo, così tutte le
volte che vengo, cucina la paella.
Ed io, tutte le volte che vedo un piatto di paella, penso a Rafa.
Ha imparato le cose che posso mangiare e la fa apposta per me, senza glutine e senza carne.
È una paella solo mia.
Sorrido senza rendermene conto,
metto giù le mie cose, chiudo il telefono e vado in cucina. Quando lo
vedo… Dio, appena lo vedo tutto viene spazzato via in un attimo.
Ha messo la sua musica nel
telefono, solita roba latina, e sta cucinando mentre balla. Una
consuetudine che mi mancherebbe se fosse diversa.
Questa è magia allo stato puro.
Rafa mi nota, fa una piroetta da ballerino e mi sorride radioso e felice. Ed io, come un ebete, ricambio subito.
Ogni magone, ogni incertezza, ogni pesantezza viene spazzata via.
Ce la farò, non ho dubbi.
Ce la farò perché mi basta vederlo per stare meglio.
Finché vedendolo mi sentirò così, andrà tutto bene.
Rafa ballando a ritmo di
Bailando di Enrique Iglesias, mi mette le braccia intorno al collo. Non
avevo dubbi che fosse ossessionato da questa canzone che, mi pare di
capire dal testo spagnolo, sa parecchio di noi due.
Rafa è amico di Enrique, so che
sono in società con un altro suo amico, Pau Gasol, per una serie di
ristoranti tipici spagnoli. Forse gli ha raccontato un po’ troppo?
All’idea sorrido e lui mi bacia. Una volta. Due. Tre. Non smette più di
baciarmi, con entusiasmo e gioia.
Così rido ancora di più, lo circondo a mia volta e cerco di respirare.
- Che felicità! -
- Voglio che ti arrivino tutti
sulla bocca. Sono i baci che voglio darti ogni volta che non sono con
te. Ed ancor di più se stiamo male separati. -
Così sorrido dolcemente.
- Allora baciami ancora, perché
sono stato tanto male, senza di te. - Rafa sorride e questa volta mi
bacia piano. Le labbra carezzano le mie, le succhiano, le assaporano,
poi dolcemente le schiude e trova la mia lingua con la sua.
Giochiamo lentamente insieme, assaporandoci a vicenda.
Lo amo, ha un potere stratosferico. Mi fa stare bene appena lo vedo. Tutto diventa sopportabile e leggero. Mi basta vederlo.
Dopo Bailando, cucina a ritmo di Preyer in C, un’altra canzone che va molto in questo periodo, che piace molto anche a me.
Poi mangiamo. A pranzo parliamo
del suo progetto con Enrique e Pau, mi spiega di cosa si tratta,
dell’idea del pranzo tipico spagnolo all’estero e trovo l’idea molto
interessante, poi mi spiega che una sera erano loro tre insieme e visto
che Pau sa tutto degli affari personali di Rafa, e che stavano davvero
molto bene tutti e tre insieme, si è arrivati alla confidenza che anche
Enrique è uno dei più grandi ‘facciamo finta’ dell’universo, in quanto
è gay.
Scoppio a ridere sapendolo.
- Non si direbbe! - Rafa piega la testa di lato, si alza dopo aver finito e fa un caffè.
- No, infatti sono caduto dalle nuvole, è molto bravo a far finta. -
- Sembra davvero un etero incallito! -
- Ed insomma, da confidenza
nasce confidenza e gli ho parlato della mia storia, non ho fatto il tuo
nome, ma ho descritto la cosa. Che siamo amanti, che tu non puoi
assolutamente far sapere a nessuno, nemmeno sospettare, specie ai tuoi,
di questa storia, della tua tendenza e tutto quanto, ma che è iniziata
andando a letto insieme, divertendoci, e poi è continuata innamorandoci
fra lasciate, litigi, problemi, lotte, preghiere e perdoni… ad Enrique
è piaciuta molto la mia storia e mi ha chiesto il permesso di scriverci
qualche verso. Io ho detto che poteva fare. - Così alzo un sopracciglio
indicando il suo cellulare che continua a mandare fuori canzoni.
- Quella è la canzone? È la nostra storia? - Sorride con aria monella.
- Hai sentito il testo? - Ci penso ad annuisco.
- Avevo avuto il sospetto ma mi
sembrava assurdo. Ah perciò scriverà di noi! Beh, bene, buono a
sapersi! - Rafa sorride soddisfatto mentre mi versa il caffè ed una
tazza anche per sé.
- Divertente, no? -
- Beh, fa effetto sapere che un cantante famoso scriverà di noi senza fare nomi. - piega la testa.
- Abbiamo colpito. - Commenta
poi, sedendosi sulla sedia, dandomi una manata sulla coscia. La mano
rimane lì ed io gliela prendo, intrecciando le dita alle sue. Il
momento torna irrimediabilmente serio. Volevo vederlo per dirgli mille
cose, ora mi basta averlo vicino così.
Beviamo il caffè in silenzio, poi continuiamo a fissarci seri, pensierosi.
- Non posso cambiare la realtà. È sbagliata, non dovrebbe essere così. Ma lo è. - Dico poi tornando dove eravamo interrotti.
Rafa annuisce, mi prende la mano
allacciata alla sua, si alza e mi porta con sé fuori dalla cucina. Lo
seguo fino in camera dove sorrido, sapendo che sarebbe stata la seconda
tappa della giornata.
Poi si ferma davanti al letto, mi prende entrambe le mani nelle sue e se le porta alle labbra, le bacia dolcemente.
Se il mondo che definisce Rafa arrogante lo vedesse ora.
- A me non importa che tu dorma
con lei. Perché so che sogni di potermi vedere ogni istante. - Mormora
con sicurezza. - Ti vedo indeciso, qualunque scelta prenderai, ti
seguirò. Se deciderai di non sposarla, va bene. Se andrai in una
direzione, la prenderò anche io, qualunque essa sia. Andremo avanti
insieme. Sempre. Se mi darai il tuo amore, io ti darò il mio. - Poi mi
lascia le mani e si toglie la maglietta.
- Per il resto possiamo stare
insieme fino all’alba, fino al giorno inoltrato, fin quando vorrai. A
sfiancarci sul letto, a ballare insieme come due scemi, divertirci,
scopare come due conigli in calore! - Sorrido per la sua sboccata
solita. Fa un altro passo indietro e si toglie anche il resto dei
pantaloni e dei boxer rimanendo nudo. Poi si raddrizza, mi prende la
maglia e me la toglie a sua volta, io lo lascio fare, colpito dalla
delicatezza mista a sensualità e decisione. È lucido e deciso.
Infila le mani per dietro, sotto l’elastico dei pantaloni e dei boxer, trova il mio fondoschiena e aderisce il bacino al mio.
Le labbra si sfiorano, gli occhi non si staccano.
- Scopiamo fino a non averne
più, fino a stare male. Perché quando starai con lei piangerai e starai
di merda. Lei è la donna perfetta, tuo padre l’adora, è incinta, hai
mille ragioni razionali per sposarla, però finché tornerai sempre da
me, ti accoglierò con un bacio e ti farò stancare come un matto sul
letto fino all’alba, ti curerò il cuore in pezzi finché non sarai
pronto ad affrontare la vita che devi e che non ti piace. -
Scivola con le labbra sul mio
orecchio che bacia, rabbrividisco, poi gli indumenti scivolano ai piedi
e sento le nostre erezioni a contatto, mentre mi dà alla testa.
- Resta con me come un
criminale, ma lotta e non mollare mai, perché sei un guerriero, sei una
belva dentro e non arrenderti mai, anche se sarà difficile. Lotta
sempre. Non farti fermare mai da niente e nessuno. - L’altra mano va
davanti e comincia a masturbarmi, è difficile capire cosa dice, ma mi
penetra come un pugno allo stomaco, va in profondità, mi lacera e
diventa parte del mio essere.
La sua bocca sul collo, la sua mano addosso, il suo corpo che mi carezza e mi stringe.
E tutta la forza torna, immediata, insieme alla voglia di lottare e di farcela.
Perché è come dice lui.
Io ho lui.
Con Jelena sarà una vita falsa, con lui sarà una vita vera. Lo nasconderò, ma non ci rinuncerò mai.
Lotterò, farò di tutto, ma non rinuncerò. Perché la sua forza è la mia. E la mia è la sua.
Non possiamo stare lontani.
In risposta lo prendo per la
vita e lo spingo verso il letto. Lo faccio sedere e salire su nel
mezzo, Rafa si sistema facendomi salire con lui, lo ricopro col mio
corpo e mentre ci stendiamo insieme, ci guardiamo e gli occhi non si
staccano un secondo, le labbra si sfiorano ma non si toccano ancora.
Poi Rafa si stende, alza le braccia in alto e si abbandona a me,
totalmente.
- Ti amo, non dimenticarlo mai. - Conclude il suo bel discorso a cui, evidentemente, ha pensato molto. Io sorrido e lo bacio.
Le nostre labbra si ritrovano e
la pace esplode in noi, mentre l’eccitazione sale con le erezioni che
si strofinano, mi muovo sul suo corpo abbandonato sotto al mio fino a
che geme sulla mia bocca, così scendo ed inizio ad assaggiare il resto
del suo corpo.
Prendendomi il mio premio per aver superato questa prova e per la vittoria dello slam verde.
Il suo collo, i suoi capezzoli, il suo addome, il suo inguine, le sue cosce e poi su, la sua erezione che diventa mia.
Marco ogni centimetro del suo
corpo, lo assorbo, lo divoro e presto perdo la cognizione del tempo e
di me stesso, mi concentro totalmente su di lui, lui che amo, lui che
mi fa impazzire, lui che mi ha tolto la sanità mentale dal primo
istante in cui l’ho visto.
Lui ed i suoi sorrisi timidi ed
i suoi scatti d’ira, lui ed i suoi sbalzi d’umore, le sue esplosioni,
la sua passione, i suoi sforzi per apparire normale, per non dire
sempre quel che pensa, le sue rispostacce, lui polemico, lui così vivo,
sempre, in ogni istante. Aggressivo, forte, deciso e al tempo stesso
fragile, ossessivo, insicuro.
Lui tutto. Lui ogni cosa.
Lui, mio.
Lui, amore.
Divoro il centro del suo piacere
che cresce nella mia bocca, poi scendo ad occuparmi del suo ingresso
che mi dà subito tenendosi le gambe contro il petto. Lo faccio gemere
forte, lo faccio impazzire mentre si inarca e vorrebbe subito che
entrassi, ma gioco ancora col suo corpo, gioco prendendolo,
lasciandolo, passando ad altro e tornando lì dove avevo sospeso tutto.
Rafa sta andando fuori di testa, così alla fine afferra il lenzuolo
sopra la propria testa e tira come un matto, sofferente, non ce la fa
più.
- Nole, dammelo che altrimenti esplodo! - Sorrido al suo romanticismo e alla sua delicatezza. Come sempre, non si smentisce.
- Sei in calore? - Dico
scherzando mentre gli faccio leccare e succhiare la mia mano, con la
quale poi mi strofino l’erezione per bagnarla almeno un po’.
Tanto è così preso e aperto che entrerò subito senza problemi.
Rimane steso con le gambe alzate
e larghe, io in ginocchio, dritto, a masturbarmi, bagnarmi e guardalo
così lascivo, così pieno di voglia e di me.
- È colpa tua! Se non mi scopi
subito guai! - Alla minaccia decido di accontentarlo, così pronto anche
io, mi stendo su di lui, fra le sue gambe, e scivolo dentro.
Lentamente il mondo svanisce
mentre mi unisco a lui, i corpi aderiscono ed è una delle poche volte
che lo facciamo così, guardandoci. Solitamente preferiamo da dietro,
amo la sua schiena mentre si muove contro di me, però oggi… oggi avevo
bisogno di guardarlo.
Mi chino, lo schiaccio col mio
corpo, mi aggrappo al materasso sotto di lui e sfiorandoci con le
labbra aperte, ci respiriamo a vicenda, iniziando a muoverci uno contro
l’altro.
Svelti, possenti, decisi.
Ogni colpo affondo in lui e le
sue dita senza unghie, piene di vesciche e cerotti, affondano nelle mie
spalle, attirandomi a sé.
Il ritmo cresce come la nostra
eccitazione che ci fa perdere il controllo, fino a che succhio il suo
labbro e lui si inarca venendo prima di me, fino a che io, guardandolo
così preso ed immerso in me, vengo a mia volta.
Il mondo sparisce di nuovo, il mondo non c’è più per un po’, non so per quanto.
Ma torno con le sue parole che risuonano nella mia mente.
- Se lei mi farà piangere, tu mi farai rinascere. - Rafa, ansimante, sorride e mi bacia la fronte.
- Sempre! -
È strano che il polso rotto di
Rafa coincida con il mio matrimonio. Per un momento penso che abbia
dato un pugno al muro vedendomi al suo fianco. Del resto ha rotto il
destro, non il sinistro, perciò non l’ha rotto giocando.
Però non glielo chiedo, gli lascio un po’ di tempo, poi mi faccio vivo e al telefono ha uno dei suoi scoppi.
Perché come oso chiamarlo solo ora anche se è da un paio di giorni che si sa la notizia del polso?
Ed io ho risposto come ha osato non dirmelo lui che si era rotto il polso e come aveva fatto?
E così dopo la litigata abbiamo fatto pace con sesso telefonico.
Perché scherzando ho detto ‘ma se devi farti le seghe come fai, ora?’
Perché spesso facciamo sesso telefonico nei momenti di pausa dai tornei, quando non possiamo vederci per il tennis.
E lui mi ha detto che ci riesce benissimo con la sinistra, che è ben allenata.
A quel punto me l’ha dimostrato con una bella videochiamata, usando skype.
Insomma, litighiamo perché è difficile ora che c’è una dinamica diversa da prima, ma facciamo anche subito pace.
E poi è Rafa, come fai a non litigarci?
È un treno! Ti trapassa e poi ti chiede cosa ci facevi sui binari!
Non voglio che cambi e comunque sarebbe impossibile.
Dopo il polso e quindi dopo aver
saltato tutta la stagione americana, Rafa torna in campo in quella
asiatica, ma non è al suo meglio.
Appena lo guardo me ne accorgo subito.
So che l’indoor e per di più
cemento non è la sua superficie preferita, però non ha mai fatto così
male, anche se viene da due mesi di blocco per via del polso rotto.
Così appena mi accorgo che deve avere qualcos’altro, glielo chiedo.
Lui tentenna, blatera.
Così vado alla fonte e Roger mi dice che Rafa ha qualche fastidio all’appendice, ma non vuole farsi controllare.
- E tu non gli hai detto niente?
- Chiedo senza stupirmi del fatto che si confidi con lui. Non è strano
che lo faccia, sono molto legati.
- Gli ho fatto i complimenti per la geniale pensata! Prova tu a far fare a Rafa qualcosa che non gli piace! -
Sospiro chiudendomi il viso con le mani teatrale, Roger sorride.
- Prima o poi sarà costretto a farsi vedere se è qualcosa di serio. -
Ma a questo punto mi confido con lui, anche se di solito non abbiamo questo gran rapporto per vari motivi.
- Sta per nascere. Mio figlio. E
a Rafa viene questo problema all’appendice. Spero non sia appendicite,
però ce l’ha. - Silenzio, Roger rimane stupito. - E quando io mi sono
sposato, lui si è rotto il polso. Non vedi un certo schema dietro alla
cosa? - E siccome Roger sta andando indietro nel tempo a tutti gli
altri fastidi fisici di Rafa, io l’aiuto a far mente locale: - I
problemi ai tendini e alle ginocchia sono coincisi con il divorzio dei
suoi. Poi ha avuto quell’altro problema al ginocchio, nel 2012. Ed io e
lui abbiamo avuto quel problema di coppia, ci siamo lasciati in quel
periodo. - Roger sbianca. - Non ti eri mai accorto che somatizza i
problemi personali? -
- Sì… avevo il sospetto, ma non
avevo mai fatto due più due, non così… mamma mia, è pazzesco! È sempre
coinciso con altro! E la schiena di Gennaio? - Perché il genio
quest’anno non ha solo avuto polso e appendice. Anche la schiena.
Mi stringo nelle spalle.
- Quello se l’è fatto in gioco, non è una somatizzazione. Infatti non coincide con nessun problema fra noi o comunque suo. -
Roger rimane impressionato.
- Assurdo. Mai visto uno più
emotivo! Sembra impulsivo, agisce come un impulsivo, ma somatizza come
un emotivo. - Sospiro stanco.
- A volte non so come fare con
lui! Purtroppo non posso cancellare le cose. Io ho dovuto sposarmi,
così come questo figlio… beh, nascerà! Ma lo amo. -
- Ma siete in crisi? -
- No! Però lui non la vive bene a quanto pare! - Roger mi dà una pacca comprensiva sulla spalla.
- Forza e coraggio. Parlagli, sei l’unico che ne ricava qualcosa tutte le volte. -
Roger ha ragione, ne ricavo qualcosa dopo dure fatiche, Rafa è testardo. Ma se è per aiutarlo ne vale la pena. “