8. UN CAGNOLINO ED UN PADRONE SOLITARI
/Stan/
“Non ho nemmeno il tempo di
girarmi che mi ritrovo due braccia strette intorno al corpo e la testa
arruffata di Roger sulla mia spalla, per poco non cado ma mi tiene su
lui.
Così rido alla sua esuberanza e metto le mie mani sulle sue braccia.
- Ehi… che succede? - Roger si scioglie e mettendo le mani intorno alla bocca, mi parla all’orecchio per non farsi sentire.
- Ho seguito il tuo consiglio! - Lo guardo perplesso senza ricordare qualche consiglio fosse.
- Ovvero? -
- Rafa! - Dice solo questo e capisco, glielo mostro con lo sguardo stupito.
- Cosa? - Infatti stento a crederci.
- Mi sono deciso, ora stiamo
insieme! Ci stiamo provando seriamente. - Questo ha la portata di un
TIR in pieno viso e spero ardentemente di controllare le lacrime.
Respira, Stan, respira.
Stai calmo. Svuota la mente. Concentrati su cose felici. Quali?
Non ne ho, in questo momento.
- Mi prendi in giro? Hai fatto il
grande passo? - Roger annuisce allegro. - Ed hai già visto Mirka dopo
questa cosa? - Come smontare qualcuno al settimo cielo, in questo sono
un mito.
Non filtro, sono un animale, ma se sapesse quel che sto passando io…
Roger fa il broncio e si sgonfia notevolmente, si stringe nelle spalle e guarda altrove.
- No… ma sono deciso a portare
avanti la mia scelta. Sarà difficile all’inizio ma è anche vero che
vedo più Rafa che Mirka, per il tennis. - Questo è vero. Tradire, per
noi tennisti in particolare, è molto facile.
Lo vedo un po’ giù, così gli
metto la mano sulla schiena e cerco di ridimensionarmi. Ci riesco
abbastanza bene, ho un sorriso convincente, anche se non so che aspetto
hanno i miei occhi.
- Vedrai che dopo il primo
impatto in cui ti sentirai una merda, poi ce la farai. Troverai il tuo
equilibrio. Dopotutto hai una cura speciale, no? - Roger capisce che mi
riferisco a Rafa e torna al sorriso, si illumina di nuovo capendo che
sono dalla sua parte. O, per lo meno, fingo bene.
- Però sembri un po’ triste… hai
sempre quell’aria un po’ depressa… è colpa mia? - Roger a volte è un
tonto di prima categoria, altre è fin troppo acuto, ma io sorrido di
più e gli do uno schiaffo sul sedere andando avanti verso il campo
d’allenamento.
- Ma figurati! È la mia faccia,
sono nato con lo sguardo depresso, non è colpa di nessuno! - Non so se
se la beve, ma attacca a parlare di Rafa ed io mi estraneo dicendo un
‘sì’ ogni tanto. Mi racconta tutto di nuovo e poi aggiunge i suoi
ragionamenti ed io alla fine vorrei solo strapparmi le orecchie.
Perché non sono io Rafa?
Dovevo innamorarmi del mio migliore amico che mi considera un fratello?
Come si fa?
Non dico che lo amo dal primo giorno, eravamo piccoli… però quasi!
Appena sono cresciuto un po’ ed ho avuto i primi istinti omosessuali, ho realizzato che erano specificamente verso di lui.
Cioè mi viene duro anche per
altri, però quella è attrazione fisica. Per Roger è molto di più e con
gli anni ho potuto coltivarla, specie perché lui mi ha dato corda senza
saperlo. È così dolce e premuroso con me, parliamo di tutto, ci
troviamo bene sempre… è incredibile come ci capiamo al volo.
Solo su una cosa, non ci è mai arrivato…
Quanto sono perso per lui.
Ma non lo saprà mai.
Io che non mi sono mai fatto avanti perché non lo vedevo del mio mondo, in questo senso. Convinto che avrei rovinato tutto.
Invece poi è arrivato Rafa, ci ha
provato come un cinghiale e gli è andata subito dritta. Forse serviva
solo qualcuno che gli aprisse gli occhi. ‘Ehi, tu sei così, guardati!’
O forse è anche una questione di persone.
È Rafa che è speciale, è Rafa di cui Roger si è innamorato.
Non poteva essere di me.
Ci penso, ma non trovo risposta. Alla fine devo accettare la realtà, tutto qua.
La storia fra loro va bene, Roger mi racconta tutto con entusiasmo.
L’anno procede male per Rafa che
si becca dei brutti problemi alle ginocchia che gli fanno perdere il
Roland e rinunciare a Wimbledon, bene per Roger che torna primo.
Sono felice per lui, sono distrutto per loro.
Ma sono bravo a nasconderlo.
Combatto la cosa buttandomi sulla
mia ragazza e finisco per metterla incinta. Seguendo l’esempio di Roger
la sposo, ma non la amo, non l’ho mai amata.
Non mi interessa, l’amore è
sopravvalutato, posso vivere fingendo di essere solo amico della
persona che amo, posso vivere fingendo anche di amare la donna per cui
non provo nulla se non affetto.
E posso anche far finta di non detestare Rafa. Ma poi che colpe ha lui se ha avuto il coraggio che io non ho mai avuto?
Sono proprio un idiota.
Vivo in un limbo di tristezza perenne dove sorrido solo con Roger, anche se dopo mi vien sempre da piangere.
Devo reagire, devo trovare una via d’uscita, uno sfogo, una distrazione. Qualcosa di alternativo che mi aiuti.
Ci sarà qualcos’altro degno di essere vissuto, un amore che mi aspetta, qualcuno che possa farmi stare bene…
E proprio mentre ci penso, mi ritrovo davanti Novak.
L’ho già affrontato altre volte, è una persona simpatica, ma non abbiamo mai approfondito più di tanto.
Anche questa partita va in suo
favore, ormai è diventato forte, è terzo fisso, appena qualcuno farà un
passo falso, lui arriverà ad approfittarne.
Non mi importa molto vincere o
perdere, sto andando sempre più nell’apatia e non sono capace di
chiedere aiuto all’unica persona responsabile di ciò, l’unico che
potrebbe risollevarmi, aiutarmi.
Negli spogliatoi ci incrociamo,
io e Novak. Arriviamo quasi insieme e mentre ci spogliamo per lavarci,
io sono chiuso in me stesso. Ultimamente sono meno socievole di sempre.
Tutto l’opposto di Novak che, invece, adora parlare e fare il buffone.
- Ho una domanda da farti. - Spunta dopo un po’, quando siamo quasi nudi. Trasalisco e lo guardo sorpreso.
- Parli con me? -
Novak ridacchia.
- No, col tuo fantasma! Ci sei? - Sorrido e mi sfilo anche le mutande, imitato da lui.
- Scemo. - Poi aggiungo. - Cosa
c’è? - Mi avvolgo nell’asciugamano e mi porto il necessario per
lavarmi, lui fa altrettanto e ci avviamo nel locale delle docce.
Ci sfiliamo gli asciugamani e li
mettiamo in parte dove non si bagnano, poi con una doccia a testa,
vicini, iniziamo a sciacquarci.
- È una cosa molto indiscreta e
potresti dirmi di farmi i fatti miei, ma io penso che tu sia l’unico
che può dirmi quello che devo sapere. - La prende molto larga, così
sospiro.
- Vai al punto? - Novak sorride.
- Sei molto legato a Roger,
sicuramente ti dice tutto. - Sussulto dentro di me a quel nome, spero
di essermi controllato. Annuisco.
- Sì, siamo amici da tanti anni…
spesso ci alleniamo insieme, facciamo nazionale insieme… - Spiego come
se dovessi dimostrare che siamo tanto amici, ma solo quello.
- Ottimo. Ti ha detto qualcosa su
Rafa? - Indaga alla larga ed io a questo punto non ce la faccio, fra
che ho perso, fra che è un anno di merda e lui che mi parla proprio del
motivo della mia depressione, gli occhi mi diventano lucidi, così
distolgo lo sguardo e mi impegno a lavarmi con la saponetta sul corpo.
- Cosa dovrebbe avermi detto? - Novak ride.
- Menti malissimo! Hai capito di
cosa parlo! - Cazzo. Come fa ad aver capito subito? Di solito sono
bravo. O forse è Roger un cretino che non capisce.
- Cosa hai capito? - Chiedo con sfida, irritato. Novak non si scompone e continua per la sua strada, lavandosi anche lui calmo.
- Sai tutto della loro storia ed anche di più, credo. - Sospiro. Non ha capito che lo amo perdutamente.
- Cosa vuoi sapere, mi pare che
ne sappia abbastanza anche tu… - Non sapevo che lui e Rafa fossero in
rapporti, non sembravano più di tanto.
Novak si passa le parti intime ed
il mio sguardo si incolla lì, ipnotizzato dalla mano che si strofina il
suo membro lungo ma a riposo. Quando è duro deve essere uno spettacolo.
Mi lecco le labbra ed inghiotto automaticamente.
Novak ha un ammiccamento, un
sorrisino malizioso. Lo noto tardi, quando mi riscuoto per distogliere
lo sguardo. Ma non dice nulla a proposito.
- Sono felici? Vanno bene? Credi
che dureranno? - Mi spara una raffica di domande che mi lascia senza
parole e rimango ebete a guardarlo.
- Mi vedi con una sfera di
cristallo in mano? Che cazzo ne so!- Rispondo male e secco perché odio
questo argomento e sto morendo, dentro di me. Novak a questo punto
invece di sciacquarsi nel suo getto, chiude il suo e sconfina nel mio,
mi spinge contro la parete e si prende l’acqua lasciandomi rincretinito
a guardarlo.
- Che diavolo fai? La tua funziona! - Dico scorbutico. Ora lo prendo a pugni, non ho tutta questa pazienza!
- Ma qua ci sei tu che sei tanto
triste. Ed ho appena capito perchè. - Spalanco gli occhi che sbatto per
non dargliela vinta e per domare le lacrime.
- E cosa pensi di fare, che te ne
frega? - Chiedo arrabbiato, aggressivo, guardandomi bene dal toccarlo o
dall’abbassare gli occhi sul suo inguine. Novak si bagna con l’acqua,
io rimango scivoloso ed insaponato.
- Coccolarti! - Con questo mi
gira contro la parete di piastrelle, mi mette le mani in modo da
appoggiarmi e tira indietro i miei fianchi. Si appoggia col bacino al
mio sedere, sento il suo cazzo contro di me, si strofina andando su e
giù, come se mi lavasse la schiena col suo petto. E cresce, si sta
eccitando. Chiudo gli occhi e le mani scivolano sul davanti, a cercare
il mio cazzo che trova e non lascia. Si eccita da solo ed eccita me. Le
labbra sul mio collo, a questo punto parla di nuovo, mentre i brividi
mi investono violenti e potenti.
- Sei un cucciolo triste e
abbandonato dal padrone che ami tanto, lui ama un altro cagnolino… è un
cagnolino un po’ rognoso, ma tanto dolce se lo si sa prendere. Fa
perdere la testa a tante persone… -
- Tu sei fra queste? - Chiedo cercando di rimanere presente, sforzandomi nonostante i sospiri per il piacere che mi provoca.
- Sì. E visto che condividiamo lo
stesso triste destino… pensavo di proporti uno scambio equo. Tu sei un
cagnolino dolce e tenero che cerca coccole. Io sono un padrone il cui
cagnolino è scappato e ne cerco uno con cui consolarmi, a cui dare
tante coccole. - Le sue metafore mi stanno uccidendo, ma fanno peggio
le mani ed il suo cazzo che si strofina contro il mio culo.
- Vuoi scopare con me perché non puoi scopare con Rafa? -
- E tu lo vuoi fare con me perché non puoi farlo con Roger… - Dice senza smettere di muoversi con ogni parte del suo corpo.
- Era questo che dovevi dirmi? - Sorride e sale sull’orecchio.
- No, ma questa è un’idea
migliore… non trovi? - Passa dal toccarmi al masturbarmi davvero e
quando comincia con impeto… non ce la faccio a resistere. Sono ancora
insaponato e scivoloso e il suo corpo addosso è deleterio, così
portando indietro la testa glielo chiedo senza risponder.
- Intanto scopami, poi ne
parliamo… - La mia risposta credo gli piaccia, infatti con una mano si
prende il suo e mi scivola dentro con una spinta del bacino. L’altra
continua a muoversi sul mio.
Scivola subito facilmente dentro
di me, ma il dolore è un momento, è così lacerante che mi perdo, non
sono presente e dimentico ogni cosa, anche chi sono.
È proprio la sensazione che volevo, forse l’unica, la prima da mesi che mi permette di stordirmi e non pensare a Roger.
- Continua… - dico sospirando. Novak allora inizia a muoversi e l’azione combinata di dietro ed avanti è vincente.
La mano contrasta con il suo
cazzo che è duro e mi fa male. Piano piano dolore e piacere si
mescolano e tutto è solo semplicemente bellissimo. Strano. Confuso. I
sensi si annebbiano, si mescolano ed io gli vado incontro, aiutando la
sua mano a muoversi sul mio cazzo, mentre gli facilito il compito dello
scoparmi, muovendomi meglio con lui.
Troviamo una sincronia quasi perfetta.
- Non è la prima volta, eh? - Chiede tirandomi l’orecchio coi denti.
- Nemmeno per te… - Non che sia
strano, so di essere gay da anni, non voglio fare coming out e lo
nasconderò finché campo stando con donne, però so chi sono e lo so
molto bene.
- Dai… più forte… - Chiedo
ansimando, spingendo con le braccia contro il muro, gli vado incontro e
mi piego di più avanti, per lui è la posizione ideale, spinge più a
fondo e più veloce e arrivo all’orgasmo anche io. Vedendo che sono
andato, mi lascia davanti, si raddrizza e continua a spingere per sé
stesso, finché non trova l’apice. Lo sento venirmi dentro e sospiro
abbandonandomi contro il muro.
I brividi mi percorrono il corpo,
scuotendomi nel profondo, confondendomi, rincoglionendomi. Non penso a
nulla, sono stanco morto e i sensi sono confusi. Sto bene.
Cazzo, se sto bene.
- Vieni? - Esce e mi porta sotto
il getto dell’acqua che lava via tutto, lo sperma che mi scende per le
cosce, il sapone che ha reso tutto più facile e il nostro odore di
sesso.
Mi gira fra le braccia, mi prende
il viso fra le mani e con una dolcezza insospettabile, mi guarda da
vicino. Dopo di che, mi bacia.
Mi lascia sorpreso, di solito scopo ma non c’è niente di intimo, nemmeno un bacio od una carezza.
questo mi lascia senza parole ed è come un’epifania.
Non amo Novak e non so se lo amerò mai, ma almeno è la distrazione che cercavo. Almeno quando sono con lui non penserò a Roger.
Forse è quello che fa per me.
- Ti va se ci consoliamo a
vicenda? - Chiede di nuovo, sulla mia bocca. Io, stordito ed in estasi,
annuisco, poi apro gli occhi e mi perdo nei suoi sempre dolci, chiari,
di quel colore verde nocciola splendido.
- Mi va. - Mormoro.
Parte così. In modo strano, per
consolarci. E Dio solo sa cosa voleva da me in realtà. Ma ha seguito
l’istinto e lo ringrazio perché almeno dopo mesi di merda, ho avuto un
bell’orgasmo.
Non ci ameremo mai, saremo sempre
un ripiego uno per l’altro, ma forse come dico sempre, l’amore è
davvero sopravvalutato. Forse bisogna cercare solo uno con cui stare
bene, uno con cui il sesso funziona. Uno che ti guardi e ti carezzi
così, che ti scaldi.
Fra le sue braccia, mi sento un po’ meglio, finalmente.”