*Rieccoci qua. Siamo al terzo giorno, quando Gesù è resuscitato dai morti. Riuscirà anche Rafa a resuscitare, rimettersi in riga, fare le cose per bene o continuerà in questa via di perdizione e peccato? La notte potrebbe aver portato chiarezza, o forse solo più dubbi e domande. Ma c'è l'ultima giornata da giocare e di cose ne possono ancora succedere molte. Buona lettura. Baci Akane*

5. TIPI DI AMORE


I suoi baci mi risvegliano con una dolcezza che mi rischiara, per un momento sorrido mentre dimentico tutto.
Sensi di colpa, chi dovrei avere dietro di me, chi è, cosa è successo, dove sono.
Mi godo solo questo splendido risveglio.
Sospiro, tengo gli occhi chiusi, sorrido beato e poi mi apro dalla mia posizione rannicchiata, mi lascio andare dietro sulla schiena e mi adagio supino premendomi su di lui.
Giro la testa e con gli occhi ancora chiusi cerco la sua bocca, mi bacia leggero, solo un dolce bacio sulla bocca serrata.
Poi scivola sulla fronte e mi avvolge il capo contro di sé mentre mi giro completamente dalla sua parte, mi accoccolo sul suo corpo nudo e caldo, sotto il piumino. La nostra pelle trova ristoro unendosi così ed io nascondo il viso contro il suo collo, le sue mani sulla mia nuca e sulla mia schiena.
- Buongiorno. - La sua voce bassa e roca rende tutto reale, mi riporta in un mondo dove ricordo che sono abbracciato a Roger, dove ho tradito Nole, dove non riesco a smettere di farlo.
Il primo pensiero coerente è che un conto è cadere una volta con il tuo sogno erotico proibito di sempre. Lo desideri da sempre di nascosto, tutti hanno un sogno proibito che non soddisfano mai, ma se hanno l’occasione si tolgono lo sfizio. Questo non toglie amore al proprio compagno.
Però un altro conto è rifarlo e continuare e perseguire quella strada sbagliata.
Qua non si tratta di uno sfizio, di una caduta, di una parentesi da chiudere per andare avanti come sempre.
Io da qua non riesco proprio ad andarmene, mi sono letteralmente impantanato.
- Sono in uno di quei casini da cui non so come sbrogliarmi... - Dico roco contro il suo collo.
- Comincia col non parlarmi con quella voce contro il mio collo... - Dice ironico. Io ridacchio e scuoto la testa, mi separo il necessario per guardarlo e chiedergli per l’ennesima volta:
- Ma tu cosa farai con Stan? Non dirmi che lasci scegliere a lui e che già sa cosa stiamo facendo! Non riesci a smettere, proprio come me. Sei venuto qua, hai fatto tutto questo per toglierti l’ossessione dalla testa, per farlo una volta per tutte ed andare avanti nella tua vita al di là di me. Ed invece l’abbiamo fatto due volte. E scommetto che stanotte lo rifaremo! Non dirmi che dipende da Stan, perché cazzo, dipende tutto da noi! - Dopo le dormite si vedono le cose più chiare e lui scuote la testa e mi mette dolcemente la mano sulla guancia, poi maturo e sereno mi risponde:
- Sono venuto qua per vivere te al cento percento, solo te, tutto il tempo che sarei stato qua. Ero consapevole di cosa stavamo facendo, di cosa sarebbe successo e di quanto sarebbe durata. Ed anche Stan. E non so onestamente se pensa di poterla risolvere davvero con una vendetta dello stesso calibro e ricominciare o se alla fine mi lascerà, ma arrivi ad un punto nella tua vita in cui ti dici basta. Non puoi fare sempre quello che devi per il ruolo che hai e non puoi soddisfare tutti i ruoli che hai. Amante, marito, padre, personaggio pubblico. E quando sei Roger? Quando sei te stesso? Quando puoi fare una cosa perché la vuoi con tutto te stesso anche se è sbagliata? Ho deciso di prendermi questa cosa e accettare le conseguenze. - Sospiro, lo capisco bene, lui è peggio di me in quanto a ruoli e doveri, io mi limito ad avere Xisca per ‘il personaggio pubblico’, ma non la sposerò mai e non farò mai dei figli e tutti lo sanno e lo rispettano. La mia famiglia non si interroga se la amo davvero, a loro sta bene. Punto. Per loro basta che io sia felice. Non ho altri ruoli, perché Xisca sa.
- Ma non amavi Stan? Cosa provi per lui? Io non riesco a collocare Nole in tutta questa storia. So cosa provo per te, ora più che mai. L’ho sempre provato. Sei diventato prima il mio idolo, poi il mio rivale, poi un amico. Ho iniziato a desiderarti quando ho capito che non eri un Dio inarrivabile ma una persona comune, fantastica. Quando ti sei fatto raggiungere da me, quando mi sei diventato amico, quando scherzavi e parlavi con me. Ho iniziato a desiderarti sotto ogni aspetto, ma mi sono sempre frenato perché tu eri Roger, comunque una componente divina c’era sempre, capisci? - Mi stendo sulla schiena e continuo fissando il soffitto mentre lui rimane sul fianco accanto a me, una mano sul mio petto a carezzarmi dolcemente. - Io prima ti adoravo, poi ti desideravo ed ora nel tempo sono riuscito ad amarti, ma sei sempre rimasto quel sogno irrealizzabile perché è cominciata così, capisci? Roger l’irraggiungibile. Ed anche se ti battevo e ti superavo a tennis, anche se legavamo ed eravamo amici, anche se c’era la tensione erotica... io mi bloccavo sempre dal fare quel passo perché eri... beh, tu! Invece mi è stato più facile avvicinarmi a Nole, è successo subito. Cioè prima mi ci sono scontrato e l’ho odiato molto, poi ha saputo raggiungermi e all’odio è sopraggiunto il sesso. È stata un’esplosione atomica, capisci? Mentre mi bloccavo con te per mille ragioni, mi rilassavo con Nole... con lui... con lui è stato tutto più facile. Era alla mia portata. -
- Ma lo ami? - Chiede poi dopo il mio lungo monologo. Appena sveglio parli sempre con più lucidità, è come se il sonno ti illuminasse. Nel mio caso non mi ha proprio illuminato, ma ha messo sul piatto la situazione con più facilità.
- Sì, lo amo. Lo amo tanto. Ma penso che ci sono tanti tipi di amore e tanti sentimenti e situazioni. Non è semplicemente bianco o nero. Non si ama una persona e le altre non sono nulla. Non c’è solo un amore e poi gli amici in vari livelli. Ci sono amori di ogni livello. Amore carnale, passionale, platonico, emotivo, spirituale, mentale. Ma non credo si possa amare due persone nello stesso identico modo con la stessa identica intensità. -
Alza una spalla e annuisce capendo quel che dico.
- No, non penso che si possa, hai ragione. Ci sono molti tipi di amori e situazioni, ma c’è anche una specie di scala di priorità. Un amore sta sopra l’altro comunque. Devi capire qual è questa priorità. -
Sospiro insofferente e scuoto la testa nascondendomi gli occhi sotto le dita, il panico torna a far capolino con la solita facilità.
- Io non so cosa fare. Non so come capirlo. Non so... -
- Stai tranquillo, non devi deciderlo ora. Anche io ho bisogno di tempo per capire, ma non posso mentre sono a letto o in campo con te. Devo staccarmi da te, da Stan, stare solo per conto mio e capire. Capire bene. - annuisco mentre questa prospettiva mi dà un enorme sollievo.
Non doverlo capire e decidere ora.
- Ora è impossibile. - Concordo guardandolo da sotto, lui ricambia dolcemente e sorride.
- Ora è proprio impossibile. - ripete. Rimaniamo un po’ in silenzio a guardarci, a ripensare a tutto quel che abbiamo fatto e che è successo, a quello che succederà oggi.
- Un ultimo giorno. - Dico come per incitarmi.
- Un intera giornata. - Sottolinea lui. Quanto possono essere lunghe 24 ore?
Domani mattina mi sveglierò, farò le valige e me ne andrò e sarà tutto diverso in poco tempo. Sarò io nel casino più allucinante di tutti.
Forse chiuderemo tutto qua davvero, forse questi 3 giorni dovevano essere vissuti come dice lui, perché uno non può sempre fare quello che deve, deve fare anche quello che vuole anche se è sbagliato per mille ragioni. A volte si deve cadere nella parte più profonda e istintiva di noi. Io lo so bene visto che in quella parte ci sono caduto molte volte. Lui no, per lui era la prima.
Alla fine sorride ancora e mi rilassa, col suo solito potere magico.
Chiude gli occhi ed al diavolo tutto, il bacio sa del nostro dormire, ma non importa. Va bene lo stesso.
Una giornata intera per saziarci definitivamente e poi provare a fare quella famosa cosa giusta.
Provarci almeno. E capire se la vogliamo comunque, dopotutto.
Amiamo i nostri compagni? Sì, ma in che modo? A quale livello?
Non dobbiamo rispondere ora.

Il resto della giornata siamo una coppia che finge di essere rivali che finge di essere amici. È una situazione un po’ contorta, ma ad un certo punto mandiamo tutto al diavolo e ci limitiamo a stare bene insieme come abbiamo fatto per tutto il resto del tempo.
Ci sono volte in cui ci incontriamo in eventi comuni o nei tornei e facciamo i rivali che si stimano, siamo frenati perché sappiamo i ruoli che ricopriamo e ci atteniamo al copione. Tutti sanno che andiamo d’accordo e ci piacciamo, ma siamo comunque rivali. Per cui certe cose non possiamo farle.
Qua però è diverso, siamo compagni di squadra, non dobbiamo ricordarci del ruolo di rivali. Qua possiamo essere rilassati al cento percento.
E lo siamo, in effetti.
Se prima c’erano dei dubbi sulla veridicità del nostro rapporto, ora è evidente che andiamo d’accordo sul serio.
Ci adoriamo e non stiamo certo a nasconderlo...
Mentre gli altri giocano, io mi alleno e mi riscaldo e Roger approfitta per allenarsi con me a sua volta, così fra una partita e l’altra, siamo qua a parlare ma non di noi.
- E quindi ero vicino a Domi, prima, e mi sono messo a parlare ed alla fine si è rilassato ed ha iniziato a confidarsi. Mi ha detto che non aveva mai visto il tennis come puro divertimento, ma come un dovere. Io gli ho detto di 'godere dei privilegi che comporta essere tennista ad un certo livello, perché nessuno ti vieta di instaurare rapporti con altri tennisti del circuito e dimentica la stupidaggine della rivalità. Se sei amico di Sascha non devi nasconderlo e non c’è niente di male, goditelo, divertiti con lui! Praticare tennis ad alti livello con un amico-rivale è la cosa più bella, io ne so qualcosa!’ -
- Davvero gli hai detto questo? - Chiedo sorpreso. Annuisce soddisfatto mentre tiriamo con le racchette uno verso l’altro in questo spazio coperto a nostra disposizione, seppure è un po’ limitato.
- Certo! -
- Cioè gli hai detto che io e te siamo rivali ma anche amici e che quindi è più bello fare tennis? -
- Gli ho detto che è più bello fare tennis se ti diverti con qualcuno che fa ‘la tua stessa vita’! - Mi chiudo la faccia con una manata e lui ride di gusto tirandomi la pallina addosso di proposito.
- è vero e lo sai! Quei due si adorano! Devono capire quali sono le gioie segrete del tennis! -
- Ma c’è anche Nick! Sascha è attratto da Nick e poi hai detto che hanno fatto qualcosa, giusto? Come lo sai a proposito? - Chiedo indispettito all’idea che sappia tante cose.
- Eh, ho le mie spie! -
Gli tiro la pallina addosso come ha fatto lui, ma più forte, lo becco nel sedere e lui ride come un bambino.
- Jack sa tutto! -
Jack Sock è uno dei migliori amici di Nick insieme a Kokkinakis. Solo che Kokkinakis forse ha altre mire su Nick per cui è geloso, mentre Jack è solo amico e non vuole niente da Nick. Per lo meno questa è l’idea che mi sono fatto osservandoli. E dire che odio il gossip, pensa tu se lo amavo come Roger!
- E tu l’hai fatto parlare. -
- Non ho fatto fatica a farlo parlare... - Finiamo per ridere e parlare di loro tutto il tempo e l’atmosfera si rallegra, mi sento un adolescente idiota, ma è l’effetto che mi fa Roger. Non so come fa ad abbassare il livello di chi ha intorno in questo modo. Poi lui sembra quello serio e saggio, lo vedessero quanto pettegolo è.

Dopo questo allenamento io mi cambio e mi concentro e lui mi dà gli ultimi consigli per la mia partita, quando entro in campo lui rimane qua a prepararsi da solo per la sua che dovrebbe essere dopo la mia.
- Non preoccuparti di vincere o perdere, dopo ci sono io. Ci penso io in ogni caso! - Sorrido e scuoto la testa.
- Poco modesto, eh? - Lui mi spinge mentre esco, ma all’ultimo mi ferma nello spogliatoio dove non siamo ripresi ed in questo preciso momento siamo soli, si appiccica alla mia spalla e mi blocca qua ancora un momento facendomi rabbrividire e deconcentrare:
- Non è per dire che sono migliore di te, è che so che giocare con il dover vincere a tutti i costi altrimenti la squadra perde non è facile. Gioca rilassato, comunque vada non è perso niente! - Il torneo sta prendendo pieghe strane in realtà, matematicamente la squadra avversaria può ancora vincere ed in effetti se io ora non vinco lascio nei guai Roger che è obbligato a vincere la sua per non andare allo spareggio con un doppio extra. E tutti sanno chi sceglierebbero per il doppio extra.
L’idea di un altro doppio insieme mi terrorizza e mi eccita da matti.
- Non mettermi strane idee. - Lui ride e appiccica anche la sua bocca al mio orecchio, poi basso e suadente mormora:
- Se vuoi, puoi perdere di proposito, io farò la stessa cosa e ci facciamo un altro bel doppio insieme. A te la scelta! - Mi lecca l’orecchio ed io mi giro di scatto verso di lui sfiorandogli la bocca con la mia per un soffio, fortunatamente non c’è nessuno e non ci riprendono, ma l’agitazione e l’eccitazione va alle stelle.
- Sei uno stronzo, cosa mi metti in testa ora... adesso come faccio a concentrarmi sulla partita? Brutto scemo! - Lo rimprovero convinto. - Io gioco per vincere, sempre, non mi faccio conti! Io perdere apposta? Anche se la posta in palio è allettante non lo farò mai, ma perché diavolo dovevi sottolineare che abbiamo la possibilità di giocare ancora insieme? Sei subdolo! Mi metti nei casini con la mia testa, ora! Vedrai che gioco male, sarà solo colpa tua! - Lui ride ancora, ride sempre questo idiota! Non è mai serio!
Alla fine mi bacia a tradimento mentre lo insulto e questo mi rilassa e mi distrae ancora di più.
Le ultime ore insieme. Beh, ne abbiamo ancora tante davanti, spero che festeggeremo tutta la notte insieme per la vittoria.
Questo grosso imbecille cosa mi ha fatto. Ed ora chi gioca?

Nemmeno l’avessi predetto!
Perdere contro Isner mi irrita come non mai, odio sempre perdere ma oggi è anche peggio del solito perché io e Roger siamo le star del torneo e siamo chiamati ad essere eccezionali e tutti se lo aspettano e se ora vincevo consegnavo io la coppa alla squadra, a Roger.
La sua mano sulla mia spalla stringe la presa e mi accompagna negli spogliatoi.
- Non te la prendere, è solo che non mi avevi a bordo campo a tifare per te come le altre volte! - Quando lo dice serio e convinto per un momento lo guardo aggrottato senza capire se sia scemo o cosa. Poi lo vedo ridacchiare e capisco che è scemo e lo sgomito.
- Stronzo! - Brontolo mentre si chiude la porta alle spalle e prima che arrivi Isner a cambiarsi, prima che lui sia chiamato per la prossima partita, mi riacchiappa per le guance e mi stampa un bacio sulla bocca.
- Ci penso io a consegnarti la coppa! - Così rido e l’irritazione per la sconfitta passa. Gli do un calcio mentre esce e dico spaccone:
- Meglio che non mi lavo, mi sa che dopo devo giocare il doppio di spareggio con te! - Perché è già stato deciso che il doppio eventuale se dovessero pareggiare, lo faremmo io e Roger. Sebbene entrambi abbiamo già giocato un singolo, lui lo sta per fare ora per giunta, era deciso così.
La sua risata allegra mi accompagna mentre esce, io scuoto la testa e lascio giù i borsoni nel mio angolo, contro la parete della mia squadra.
È così di natura, non lo fa. Per questo mi piace. È meraviglioso.
Guardo un momento il telefono e mi rilasso prima di uscire, intanto Isner entra ed inizia a lavarsi. Obiettivamente non so se sia saggio lavarmi, non per altro, ma se teoricamente c’è una possibilità di doppio che senso ha farlo ora?
Scorro i messaggi, leggo e rispondo.
Nole non si è ancora fatto vivo dopo il primo giorno. È come se avesse capito. Forse aspettava che mi facessi vivo io per primo ed il fatto che non l’ho fatto gli ha fatto capire che ho combinato qualcosa. Che poi è così. Ma io aspettavo mi chiamasse lui perché onestamente non so come comportarmi con lui, non saprei se tentare di nasconderlo, sarebbe inutile perché sono un libro aperto.
Il fatto che non mi abbia chiamato mi ha aiutato, ma so che non è una soluzione, anzi.
Questo silenzio fra di noi è terribile, il peggiore.
Mi oscuro e per un momento nemmeno la risata di Roger mi fa stare meglio.
Quando guardo il suo profilo social di twitter e IG me ne pento amaramente.
Non sono uno che sta molto dietro ai social, io stesso li uso ogni tanto in realtà.
Roger fra l’altro l’ha usato solo per condividere cose con me, io idem, non potevo esimermi dal mettere un selfie dopo il doppio vinto. È stata un’esperienza sottoposta agli occhi del mondo, non potevo non pubblicare nulla.
Forse in quella foro sembravo troppo felice?
Però quando guardo il profilo di Nole me ne pento subito.
Ha messo una foto con Jelena ai primi tempi insieme, loro abbracciati e lui che inneggia il suo grande amore di 12 anni fa.
Che vomito.
Grande amore cosa che è sempre stata la ragazza di facciata? E poi solo perché i genitori volevano, perché era un tennista famoso, perché voleva essere padre... ma che vada a quel paese. Non fanno l’anniversario ora, non serviva, dannazione.
L’ha fatto proprio quando io ho messo il selfie con Roger, proprio dopo la giornata che l’ha ucciso di gelosia. Ed invece di chiamarmi e chiedermi se è successo qualcosa o meno, ha deciso che l’ho fatto e che doveva iniziare la vendetta!
Perché è questo che sta facendo!
Non mi parla, si vendica subito!
E se io non ci ero andato?
Beh, lo chiamavo subito dicendoglielo. Non l’ho chiamato.
Ok, Rafa, sai che sei colpevole, questo non toglie che Nole non si sia comportato bene.
Ma che stai dicendo? Il minimo è che cerchi qualche vendetta.
Sa che odio Jelena, il minimo è che si dimostri innamorato anche se io so che non lo è per nulla.
Fastidio profondo, molto profondo.
Però alla fine è lui quello nella ragione, guarda che gli sto facendo. Dopo questo cosa credo di fare?
Di andare a dirgli ‘sì ti ho tradito perché era una cosa da ora o mai più, ma comunque penso di amare anche te, solo che amo anche Roger e non so bene quale amore è più forte e più importante’.
Andiamo. Se sei onesto Rafael, lo lasci andare e tu ti arrangi e ti crogioli nel tuo nulla.
Sai che è la cosa giusta.
Forse nemmeno Roger poi si mette con me, forse lui poi sceglie di riprovarci con Stan o vedrà come andrà e tu, povero coglione, ti sei tolto uno stupido sfizio per nulla.
Per tre giorni.
Tre splendidi indimenticabili giorni che so mi sarei pentito di non sfruttare a pieno. Però solo tre giorni nella mia vita.
Solo tre.
È ironico, alla fine.
Passi letteralmente una vita intera a fare le cose giuste, a rifiutare le tentazioni più grandi, a tenere duro. Poi cadi una volta, una sola. Beh, tecnicamente 2, forse 3, però di fatto è una volta.
Ed è finito tutto. Tutto. Ci si ricorda solo la caduta, non una vita di cose giuste.
È sempre così, forse è giusto perché così evitiamo di sbagliare ancora e cresciamo, maturiamo, diventiamo degli uomini migliori.
Sospiro chiudendo il telefono. Non so cosa sarà di me e Nole e nemmeno di me e Roger usciti da qua. So però che per ora sono ancora qua, qua con lui, ed ormai ho deciso di vivermi questo sogno di 3 giorni, questa parentesi probabilmente unica.
Andiamo avanti e basta.