CAPITOLO
IV:
SEMPRE
I SOLITI
Era
vero che Alex non aveva l'intenzione di traumatizzare Luis... Ma era
anche vero che aveva sperato che il destino glielo mettesse sul suo
cammino. Così, per caso.
Aveva
memorizzato molto bene il suo viso, se l'avesse visto l'avrebbe
riconosciuto.
Il
giorno successivo, visto che la notte avevano fatto l'amore ben due
volte, avevano deciso di andare in periferia a fare un giro
all'aperto.
Come
due fidanzatini!
L'idea
era venuta ad Alex, quello più scemo dei due...
Aveva
cominciato a rompere così tanto con il pic nic da innamorati, che
alla fine Totò aveva dovuto accontentarlo.
Le
condizioni erano state due.
Non
andare in un posto conosciuto e quindi trafficato da gente ed evitare
ogni ristorante... Ovunque nei dintorni li avrebbero riconosciuti,
Totò era l'eroe del Friuli, lo adoravano tutti, anche chi non
seguiva il calcio sapeva che faccia aveva.
Alex
allora aveva detto che per nutrirsi avrebbe mangiato il suo amore e
per passare il tempo ci avrebbe scopato fino a spolparlo.
Questo
lo aveva convinto a cercare una palla da calcio e del cibo.
Ma
come fare per non farsi vedere da occhi indiscreti? Non poteva certo
andare a casa e dire che stava organizzando un pic nic col suo
moroso!
Ci
pensò a lungo fino a che non decise che almeno uno di cui poteva
fidarsi c'era... Maurizio sapeva tutto da sempre e lo copriva quando
serviva.
Fu
così che lo chiamò prima di sparire via da Udine.
-
Ehi Maurì... Dimmi che sei in casa e che ti posso rompere le palle!
-
Maurizio
Domizzi esitò un istante, non avendo idea di che cosa si trattava ma
sapendo che lui solitamente si arrangiava per tutto, decise di dire
sì a priori.
Siccome
poi Maurizio ed Alexis si conoscevano, Totò pensò di fargli una
sorpresa e portarglielo in casa.
Maurizio
viveva solo, si era lasciato con la moglie quando lei aveva
cominciato a cornificarlo con tutta la sua vecchia squadra, il
Napoli. Infatti Maurizio era venuto a Udine per quello. Per piantare
meglio la moglie e per non finire in carcere nell'ammazzare i suoi
colleghi!
Disavventure
a parte, tutti a turno stavano con lui per non lasciarlo solo,
comunque solo non ci stava mai, era un bel ragazzo e qualcuna che gli
facesse compagnia c'era sempre.
Quel
giorno non era una donna ma un uomo, la sua compagnia...
Quando
suonò, dietro di lui c'era Alexis pronto a saltargli addosso per
salutare il suo vecchio amico.
La
porta si aprì, Totò si fece da parte ed Alex saltò come solo lui
sapeva fare.
E
finì tragicamente fra le braccia di Luis il quale, alto com'era, lo
tenne di riflesso senza nemmeno indietreggiare!
Quando
però il cileno vide il suo amico Maurizio dietro di loro, capì che
stava necessariamente abbracciando ed uccidendo qualcun altro.
Allentò la presa per vedere di chi si trattava e al drammatico -
Luis! - di Totò, Alexis strinse di nuovo la presa intorno al suo
collo.
Anche
quello fu un riflesso.
Fortunatamente
Maurizio e Totò furono pronti a separarli e fecero in tempo per
salvare Luis cianotico.
Luis
cianotico era allarmante in quanto era mulatto!
I
quattro finirono dentro in casa di Maurizio il quale era abbastanza
intuitivo da capire da solo le parti mancanti di tutto quello.
I
quattro si guardarono vicendevolmente per un paio di istanti,
ansimando, mentre Luis terrorizzato continuava a nascondersi dietro a
Maurizio, il quale era più alto di lui fortunatamente.
La
cosa insomma risultava comica, specie perché Luis si nascondeva da
un nanerottolo!
Per
intenderci... Maurizio era il più alto, 185 cm, Luis era il secondo
più alto, 178 cm, poi c'era Totò con 170 cm ed infine c'era lui,
Alexis con 169 cm!
Totò
ed Alex si equivalevano, ma di fatto il più basso era il
cileno.
Quello
che sembrava più minaccioso.
-
CHE CAZZO CI FA LUI QUA! - gridò a sproposito.
-
Come se ti dispiace averlo incontrato e tentato di ucciderlo! Miravi
a questo sin da prima di prendere l'aereo da Barcellona! -
Replicò
pronto Totò il quale conosceva il suo pollo.
-
Voleva uccidermi di proposito?! -
Disse
terrorizzato Luis il quale ormai stritolava il braccio di Maurizio
che... Beh, se la rideva!
Del
resto come dargli torto?
-
Maurì Smettila di ridere come uno scemo e aiutami! -
-
A fare cosa? - Maurizio rideva ancora di più, in effetti non era
chiaro come potesse aiutarlo.
Totò
sospirò insofferente guardando come Alex fissava in cagnesco Luis e
questi invece tremava.
-
Ok, calmatevi! Nessuno ucciderà nessuno! - disse poi Totò
rimarcando sulla questione assassinio!
All'ennesima
stretta, Maurizio si decise.
-
Senti, smettila di ripetere che lo può uccidere o mi ritroverò
senza braccio! -
-
Ma è proprio quello che voglio fare! -
Luis
a questo si appese a Maurizio vedendo che Alexis si stava avvicinando
pericolosamente.
Totò
si mise in mezzo, prese il suo moroso rognoso e lo portò in un'altra
stanza da cui sentirono Maurizio dire a Luis:
-
Guarda che è un nano, come fai ad aver paura di lui? Con un pestone
gli tiri via altri 10 cm! -
-
MAURÌ NON DARGLI IDEE! - tuonò Totò preoccupato anche per il suo
moroso.
-
DAI, NON LO FAREBBE MAI, NON VEDI CHE BUONO CHE È IL NOSTRO
TOPOLINO? -
Maurizio
chiamava Luis topolino o affini perché il suo viso ricordava un
topolino!
-
Maurì sei uno stronzo! -
Disse
in risposta Totò in riferimento alla sua famosa mancanza di
tatto.
Totò
comparve nel soggiorno dove ora erano i due e il difensore
dell'Udinese chiese che fine avesse fatto la tigre nana, Totò
ridendo rispose che si stava scolando una limonata in cucina.
-
Così invece che cattivo diventa acido? -
Chiese
ironico, Luis finalmente stava meglio, tutte quelle cose l'avevano
fatto ridere e Totò sospirando si scusò con tutti.
-
Potevi dirmi che non eri solo... -
-
Anche tu! - in effetti erano pari...
-
Come mai insieme? - Chiese Totò seguendo un'intuizione -o una
speranza- dell'ultimo minuto.
Luis
arrossì e Maurizio sogghignò.
-
Era in fase frignotta, così mi ha chiamato ed io gli ho detto di
venire. Si è confidato con me, so tutto... -
Totò
fece un'espressione dispiaciuta per una serie di cose.
-
Scusate il trambusto... Sei il solo di cui mi fidi, la bestia voleva
fare un pic nic e mi serviva roba per farlo... Una palla, del cibo,
una coperta... Quando ha saputo che venivo da te ha voluto scendere
anche lui per salutari. Ovviamente mia moglie sa che sono ad un
seminario per futuri allenatori. Che durerà tutta la giornata.
-
Luis
abbassò il capo sentendo cosa stava dicendo, non era piacevole
sentir parlare di quelle cose... Vederlo, poi, era anche
peggio!
Maurizio
capì che il piccolo grande stava male, così decise di sbrigarsi.
-
Recupero tutto così intanto saluto il fenomeno del secolo...
Arrivo... -
Così
dicendo sparì in cucina con Alex che era passato al the.
Totò
e Luis rimasero soli.
C'era
forte imbarazzo fra i due, Totò non sapeva come comportarsi e Luis
men che meno.
Guardò
in basso e poi mormorò un timidissimo
-
Scusa... - per non sapeva nemmeno lui bene cosa.
Totò
sorrise e gli sfiorò il braccio.
-
Va tutto bene... Sono io che devo scusarmi. Fra poco finisce la
stagione ed abbiamo un po' di pausa, ti servirà per abituarti e
dimenticami... -
Luis
alzò di scatto la testa e lo guardò allarmato.
-
Ma io non voglio! E poi cosa vuol dire? Finisci davvero? Proprio
questa stagione?! Non ne fai ancora una? -
Totò
alzò le mani in avanti per fermarlo.
-
Non lo so ancora, non l'ho deciso. Questa comunque è solo una cotta,
appena passerai qualche giorno senza vedermi, ti passerà. Scusalo...
Alex... Non è cattivo, non voleva ucciderti veramente... È solo
geloso... Ma non ti avrebbe fatto niente. Spero. -
Luis
inghiottì impaurito, poi gli occhi gli divennero lucidi. Non c'era
la minima speranza. Inoltre lui era reale, esisteva. Totò era di
Alexis ed erano anche affiatati... Per lo meno lo credeva!
Interrotti
da un gran rumore improvviso, Totò saltò su e corse in cucina già
sapendo di cosa si trattava.
Quando
arrivò vide Alexis da solo sotterrato da una serie infinita di
barattoli in plastica che si erano sparpagliati per terra. Addosso
aveva il loro contenuto. Pasta cruda, zucchero, sale, caffè.
Totò
rise di gusto nel vederlo bianco e nero...
-
L'Udiese nel cuore, eh? - lo prese in giro. Alexis gli tirò dello
zucchero misto a caffè e Totò si guardò intorno preoccupato dalla
mancanza di urla.
-
Scusa ma Maurì? -
-
È andato giù a prendere non so cosa... - l'accesso alla cantina era
in cucina.
Totò
scosse il capo ed entrò cominciando paziente a ripulire il suo
ragazzo.
-
Sei un disastro vivente! Vedrai quando vede cosa hai fatto quante te
ne dice! -
Mentre
ridevano insieme ed uno sporcava l'altro che invece cercava di
pulirlo, tubando come due piccioni, Luis preoccupato per il rumore
sentito si era affacciato e lì ci era rimasto.
Vide
Totò e Alex pulirsi e sporcarsi seduti per terra, ridendo e
divertendosi.
Facevano
automaticamente sorridere.
Naturalmente
non poteva essere felice per loro, non gli poteva piacere Alexis,
però stavano bene insieme e, cosa più importante, Totò era davvero
felice.
Sospirando
si mise da parte.
Quando
Maurizio tornò e li vide in quelle condizioni, li cacciò a calci
dandogli tutto quello che avevano chiesto.
Anche
la raccomandazione di non tornare più!
Rimasti
soli, Maurizio andò da Luis lasciando perdere il tugurio della
cucina.
Il
ragazzino che con lui si toglieva dieci anni e 7 cm, era seduto
accartocciato su sé stesso nel divano, in un angolo. Maurizio,
vedendolo, scherzò.
-
Sei in punizione? -
Luis
accennò ad un sorrisino fiacco, poi mormorò con fatica.
-
Stanno bene insieme. Si amano sul serio, vero? -
Maurizio
sorrise fraterno.
-
Sì. -
Confermò
sedendosi accanto a lui.
Appena
fu lì, Luis si rifugiò fra le sue braccia e lì vi rimase
piangendo.
Era
ora di rassegnarsi davvero.
I
due innamorati andarono in collina.
In
Friuli c'era solo l'imbarazzo della scelta... Dalle montagne più
belle alle colline più suggestive, alla pianura più rilassante.
Senza contare che c'era anche il mare.
Santa
Margherita del Gruagno era un posto in collina da dove si vedeva
tutta la città di Udine, di sera era suggestivo e quando c'erano
fuochi d'artificio la gente andava a vederli sempre da li. Sapendosi
muovere si poteva trovare degli splendidi posti appartati dove
passare da soli il tempo.
Tre
quarti d'ora e furono arrivati.
Il
tempo che passarono insieme fu prezioso, riuscirono a fare di tutto,
giocare a calcio ed insegnarsi a vicenda dei nuovi tiri, si sfidarono
sempre a chi faceva più palleggi senza essere distratto dall'altro,
naturalmente non vinse nessuno dei due perché uno aveva una
scarsissima resistenza mentre l'altro era il punto debole del suo
moroso.
Poi
mangiarono, si riposarono e si coccolarono dolcemente fino a rifare
l'amore.
Erano
all'aperto ma erano sicuri.
Bisognava
godere a pieno di ogni istante, non si poteva sprecare nulla.
Risero
e si amarono.
E
fu tutto perfetto ed indimenticabile.
Poterono
fondersi insieme alla luce del tramonto che scendeva rinfrescando lo
scenario suggestivo.
Poi
presero la macchina ed andarono sul bel vedere per godersi le luci
notturne di Udine, qualcosa che sarebbe rimasto nei loro cuori e che
di volta in volta avrebbero saputo ripetere ed amare allo stesso
modo.
Il
momento dei saluti fu triste, Alexis viveva tutto con un'intensità
spaventosa. Pianse aggrappato al suo collo e Totò nascose una
lacrima.
Era
sempre bello rivedersi ma restava insormontabile la
separazione.
Sapeva
che il suo piccolo amore avrebbe pianto per tutto il viaggio del
ritorno.
Ma
non poteva negare che quelle lacrime, in cambio di quei momenti
splendidi, potevano versarle entrambe.
In
macchina il telefono di Totò squillò con Danza Kuduro, la canzone
che Alexis metteva sempre quando giocava a Udine. Anche lui aveva la
stessa suoneria.
Il
ragazzo stava guidando verso casa nella speranza che quei tre quarti
d'ora di macchina per tornare a casa bastassero a risollevarlo.
Si
aspettava quella chiamata, lo faceva sempre. Quindi non guardò il
mittente e rispose.
Ma
la voce che sentì non fu quella che pensava.
Parlava
in spagnolo.
-
Chi diavolo è?! - tuonò in italiano. Continuò a guidare. Non era
Alex. Non capiva proprio.
Allora
l'altro parlò in inglese non capendo chi fosse.
-
Chi sei? -
-
Chi sei tu! Sei tu che mi hai chiamato! -
Andarono
avanti a chiedersi chi erano fino a che Totò stufo non rispose.
-
Io sono Antonio! Chi sei tu? -
Ma
detto così non fu riconosciuto.
-
Daniel! -
Nemmeno
lui così non fu riconosciuto.
Totò
continuò a guidare. Eppure un campanellino di allarme c'era.
-
Cosa vuoi? Sei tu che mi hai chiamato! -
L'altro
finalmente disse qualcosa che lo aiutò a capire.
-
Io ho chiamato Alexis! - con questo Totò inchiodò capendo
tutto.
Per
poco non uscì di strada.
Guardò
subito il telefono e riconobbe solo allora che era quello di Alex e
non il suo!
-
Dannazione, li abbiamo uguali! - imprecò in italiano e l'altro
chiese di ripetere, così sospirando alzò gli occhi al cielo. Cosa
era successo al mondo oggi?
Per
forza tutti i pretendenti altrui bisognava incontrare?
-
Sono Di Natale...Totò! Il compagno di Alex! Tu devi essere Dani...
Il famoso Dani... - mano a mano che parlava si rendeva conto si
essere infastidito da lui.
I
due elementi si conoscevano solo a livello calcistico... e per quello
che Alex aveva raccontato!
Dire
'il famoso' non era fuori luogo nel loro caso, ma solo loro due
sapevano cosa c'era dietro, quasi una minaccia in un certo senso.
-
E tu il famoso Totò! - fece infatti il brasiliano.
Dani
Alves aveva un carattere niente male. Iroso e provocatorio. Totò era
tutto l'opposto.
-
Che ci fai col suo telefono? Alex è lì? - non sapeva che era stato
lì quei due giorni. Totò capì che sapeva tutto e parlò
liberamente. Anche perché ormai l'aveva già fatto!
-
No è appena salito sull'aereo... Ci siamo scambiati i telefoni per
sbaglio. -
Dani
si chiese cosa dovesse fare ora di quella coincidenza e lo stesso
fece Totò.
Del
resto visto che c'erano tanto valeva approfittarne.
-
Alex mi ha detto della discussione... -
Dani
capì che aveva detto anche il resto. Totò aveva un tono
illeggibile, capire come l'avesse presa era impossibile.
-
Hai paura che te lo rubi? - a questa sbruffonata tipica sua, Totò
rise di gusto e questo lasciò basito l'altro. - Che c'è? Non pensi
che possa riuscirci? -
-
Amico, senza offesa, ma intanto se lui sta con me significa come
minimo che tendono a piacergli quelli più simili al mio
carattere...quindi tranquilli e pacifici. Se capisci cosa intendo...
- in pratica quelli più simili a Thiago che a lui. Dani grugnì
qualcosa, era seccante ma era logico. Poi Totò proseguì sempre
divertito. - e poi se in due anni non sei riuscito a prendertelo, e
parlo dei momenti in cui eravamo in rotta, non penso proprio che tu
ce la puoi fare ora! -
Era
stato maledettamente sincero, così non lo era mai stato, preferiva
fare buon viso a cattivo gioco e non ferite nessuno.
Sospirò,
Dani, capendo che aveva ragione.
-
Però un bacio glie l'ho dato quando era disperato per te! - Totò
pensò di mandorlo al diavolo, sicuramente scherzava. Tuttavia la
famosa vocina gli disse di indagare ancora.
-
Come? -
Dani
orgoglioso aggiunse un altro dettaglio:
-
Ed eravamo in tre. Io, lui ed un altro! Solo bacio. Ma che bacio!
-
Totò
ci rimase. In tre! Mentre stava male che si erano lasciati... C'era
una sola spiegazione, se lo conosceva bene. E memore di un episodio
specifico del passato, disse:
-
Aveva mangiato cioccolata? -
Dani
imprecò perché sapeva cosa significava.
-
Si... -
Totò
rise di nuovo innervosendo moltissimo Dani.
-
Era intossicato! Gli fa effetto droga afrodisiaca! È come che ti sia
fatto un tossico! Ti vanteresti di una cosa simile? -
In
effetti non era fra le cose da annoverare...
Dani
imprecò ed alla fine decise di chiudere. Chiudere davvero sotto ogni
aspetto.
Quel
tipo l'aveva battuto ed un campione doveva saper riconoscere la
superiorità di un altro.
Almeno
su un campo.
Una
volta solo con sé stesso, Totò scrisse al proprio telefono.
'Sei
tu il piccolo stronzo! Altro che tutto sotto controllo! Se non avessi
in debito un bacio con Luis ti direi di crepare! Ma visto che le cose
stanno così, siamo pari. Stronzo! Spediscimi il mio telefono che io
ti mando il tuo!'
'Ammazzerò
il gorilla nano!'
'Buona
idea!'
Con
questo Totò rise per tutto il resto della strada ed arrivò a casa
felice.
Ormai
mancava poco e tutto sarebbe andato ancora meglio.
FINE