Pirati Superstiziosi


 SUPERSTIZIONI SUL MARE

In generale...

1 - DONNE, PRETI E AVVOCATI

E’ piuttosto noto che le donne non erano ammesse a bordo delle navi pirata. L’origine di tutto questo si fa genericamente risalire alla diffusa convinzione che le donne potevano essere delle streghe, specialmente quelle con gli occhi verdi (ecco spiegato perché anche io sono una strega: ho gli occhi verdi e leggo il futuro nonchè il pensiero degli altri!). Pare infatti che le tempeste potessero essere scatenate dalle streghe, quando non se ne occupava il diavolo in persona.
Ma probabilmente il motivo del rifiuto di donne a bordo era molto più materiale. Le donne potevano non solo distrarre i marinai dal loro dovere ma anche generare risse, pur non intenzionalmente.
Ma l’elenco delle persone sgradite a bordo non si limita alle donne. C’erano altre due categorie che un qualsiasi uomo di mare guardava con diffidenza: i preti e gli avvocati.
Per i primi entra, pare, nuovamente in ballo il demonio, il quale scatena tempeste contro gli uomini che invidia, perché Dio ha concesso loro l’uso del mare. Un prete a bordo sarebbe un’ulteriore sfida contro il diavolo e comporterebbe un rischio più alto di colare a picco. Inoltre il prete, che tra i suoi uffici ha quello dell’estrema unzione, è in qualche modo in confidenza con la morte. E i marinai, pur convivendoci ogni giorno, non vogliono avere tra i piedi niente che la ricordi. Probabilmente questo è il motivo per cui i morti si gettavano subito in mare, anche se la spiegazione più logica era la volontà di evitare epidemie a bordo. Inutile aggiungerlo, era vietato portare a bordo cadaveri, mummie o pezzi di corpo umano, la presenza dei quali avrebbe garantito un naufragio assicurato.
Quella verso gli avvocati (e uomini di legge in genere) potrebbe essere invece semplice antipatia, anche perché gli uomini di legge vivono parlando, cosa particolarmente sgradita ai marinai.


2 - IL FUOCO DI SANT’ELMO

Per far scoccare un fulmine è necessaria una certa quantità di cariche elettriche opposte. Quando questa quantità non si raggiunge, l'aria risulta carica positivamente mentre sugli oggetti acuminati si addensano cariche negative e danno origine a queste scintille azzurrognole che prendono il nome di fuochi di Sant’Elmo.
Secondo la leggenda, questo santo, ammalatosi durante un viaggio in mare, morì durante una tempesta e negli ultimi istanti di vita promise all'equipaggio che sarebbe tornato e si sarebbe fatto riconoscere in modo misterioso se la nave fosse stata destinata a salvarsi. Poco dopo la sua morte una strana luce apparve sull'alberatura e fu subito ritenuta il messaggio misterioso del santo. C'era però chi credeva che il fuoco di Sant'Elmo potesse incendiare le navi e, quando esso compariva, si faceva un gran rumore a bordo per farlo andar via arrivando persino a tirare fucilate sulle attrezzature.
Nell’Adriatico, nel Levante ed anche nelle acque francesi, si chiama fuoco di San Nicola. In questo caso la leggenda racconta che una volta, durante una tempesta, i marinai invocarono San Nicola. Allora apparve un uomo che li aiutò nelle manovre e poi, quando il fortunale si placò improvvisamente, altrettanto improvvisamente scomparve. Quando i marinai raggiunsero la terraferma e si recarono in chiesa, riconobbero nell’immagine del Santo le fattezze del soccorritore.


3 - IL GIONA

Giona è un personaggio biblico, nella fattispecie un marinaio. La Bibbia racconta che quest’uomo aveva offeso Dio, compiendo un atto malvagio e così il Signore lo aveva punito, inviando la malasorte non solo su di lui ma anche su tutti quelli che gli erano intorno, compresa la nave su cui veleggiava. Insomma, lo aveva maledetto. Alla sua nave e al suo equipaggio capitavano ogni sorta di calamità, finchè un giorno Giona non fu gettato fuori bordo.
Essendo una tematica particolarmente legata al mare – come detto, Giona era un marinaio – il passaggio dalla leggenda biblica alla superstizione marinara è stato breve. Si credeva, quindi, che potessero esistere uomini colpiti in tal modo dalla collera divina, uomini che, se imbarcati, avrebbero messo a repentaglio la vita di tutti gli altri. Per usare un termine moderno, ampiamente utilizzato, si può dire che queste persone, questi Giona, portavano sfortuna. L’unico modo per liberarsi della cattiva sorte era liberarsi di loro, letteralmente. Quando si individuava l’attira sfortuna, lo si buttava in mare, facendogli fare il cosiddetto “salto di Giona”.


4 - MAI DI VENERDì

Cosa non si doveva mai fare di venerdì? Ebbene, all’interno della Regia Marina britannica si riteneva che il venerdì fosse un giorno sfortunato. Quindi non si doveva dare il via a nessuna azione durante questa giornata; non si poteva salpare, partire per una missione, non si poteva iniziare nulla di importante. C'è anche il proverbio, “Di Venere e di Marte, non ci si sposa, né si parte”, che è una ripresa di quell’antica superstizione. 


5 - IL KRAKEN

Direttamente dalla cupa profondità dei mari del Nord, il kraken è probabilmente il più gigantesco mostro marino di cui si sia mai raccontato. Secondo le storie era talmente grande che, quando affiorava in superficie, veniva scambiato per un’isola o per un catena di isolotti. Questa somiglianza spingeva incauti marinai a costruire accampamenti sul suo dorso; inutile forse aggiungere che questi marinai finivano affogati quando la creatura decideva di inabissarsi nuovamente.
Solo in seguito, nei miti, le caratteristiche del kraken cambiarono leggermente, dipingendolo come una sorta di piovra gigante, che attaccava solo le navi in cui si trovavano uomini corrotti. Ma, come spesso accade nelle leggende, questo mostro marino non ha sempre tratti specifici, tanto che lo si può trovare raffigurato come un serpente marino o come una specie di aragosta, sempre di dimensioni colossali


7 - PILLOLE DI SUPERSTIZIONE

- L’Ammiragliato inglese proibiva i nomi di rettili per le navi. Il motivo è ignoto ma certo è che la Marina ha perso quattro Vipere, quattro Serpenti, un Cobra, un Aspide, un Alligatore, un Coccodrillo, due Bisce d’Acqua, due Draghi e tre Lucertole. Coincidenze?

- Era proibito leggere ad alta voce la Bibbia o citarne dei passaggi a bordo, eccetto che durante una cerimonia funebre. Probabilmente è una credenza legata a quella dei preti a bordo.
- Si riteneva che fischiettare attirasse turbini di vento. Perciò era permesso solo quando la nave era bloccata dalla bonaccia o avvolta nella nebbia.
- Al tempo delle navi a vela, si credeva che i marinai morti si reincarnassero in uccelli marini, come gabbiani, procellarie e albatri. Se uno di questi animali appariva sopra la nave, in alto mare, era segno di una burrasca in arrivo. Uccidere uno di questi uccelli recava grande sventura.

[Si ringrazia il sito:  http://www.anjopreto.it/Pirates/pirate%20story.htm ]