Note: Questa coppia mi ha colpito
immediatamente, la adoro ed è entrata a far parte di quelle che amo di
più. Oltre a essere bellissimi insieme, impazzisco quando battibeccano
come marito e moglie e per quei momenti slash che gli sceneggiatori
mettono in ogni puntata. Comunque, gira che ti rigira, ho deciso di
cimentarmi anche con loro. L’idea per questa shot mi è venuta in mente
già un po’ di tempo fa, solo che non riuscivo a vederla bene con
nessuna delle coppie su cui scrivo di solito, ma poi nel mio orizzonte
sono apparsi Steve e Danny e sono rimasta folgorata. Guardando le
puntate mi è balzato all’occhio che Danno non è il classico uke che se
ne sta buono ad aspettare trepidante le mosse del suo compagno. Mi
sembra uno che partecipa attivamente – e molto se devo essere sincera –
e che è capace di portare quell’eterno gioco di competizione tra di
loro anche a letto. Non è uno che lascerebbe fare tutto a Steve. Per
questo mi è sembrato il più indicato per l’idea che ho avuto. Anche se
poi Steve, da maniaco del controllo qual è, deve sempre riprendere la
situazione in mano, altrimenti non sarebbe lui. Ho cercato di riportare
quegli scambi di battute tra di loro e di mantenerli il più possibile
IC. Spero che il risultato sia decente, di garantito c’è la mia buona
volontà e tutto l’amore che provo per questa coppia.
Ringraziamenti: Ringrazio tutti coloro che leggeranno e commenteranno
questa shot.
Adesso vi lascio alla lettura, alla prossima gente \^o^/
Lips of an angel… or devil?
Porti la bottiglia di birra alle labbra
e bevi un sorso a canna. Ancora non riesci a capire cosa ci fai di
sabato sera seduto sul divano di Steve a guardare un documentario su “la
Giamaica: tra storia e mito”, citi testualmente il titolo.
Qualsiasi cosa tu possa pensare sono sempre le Hawaii il posto dove
vivi ora. Migliaia di persone vengono in vacanza qui da ogni parte del
mondo e più della metà farebbe carte false per viverci. Quest’isola è
il regno delle feste sulla spiaggia e dei locali alla moda. Dovresti
approfittare del fatto che non ci sono casi e che Grace sia con Rachel
e Stan, magari trovarti una bella hawaiana con cui passare la serata. E
invece eccoti qui a passare l’unico sabato libero dopo settimane con il
tuo capo. E questo la dice lunga sulle tue preferenze.
Però ti ritieni fortunato che almeno si sia limitato a un noiosissimo
documentario e non abbia tentato di costringerti a vedere uno di quegli
stupidi film d’azione che, sospetti, gli piace tanto guardare in
ricordo dei vecchi tempi. Non devi fare molta fatica per immaginarlo
sdraiato su quello stesso divano a guardare con inquietante attenzione Die
Hard, immedesimandosi in Bruce Willis e magari correggendo
anche gli errori commessi nelle scene d’azione dagli sceneggiatori: da
un tipo come lui ti aspetteresti questo e molto altro.
Il tuo problema è che quell’uomo è diventato il tuo nord magnetico.
Per quanto tu ci abbia provato, non riesci a stare per troppo tempo
lontano da lui, in qualche modo ti ritrovi sempre a cercare la sua
compagnia. Non riesci mai a negarti a lui, a rifiutarti di farti
coinvolgere nei suoi strampalati piani suicida e nemmeno credi che
riuscirai mai a dirgli di no, qualsiasi cosa voglia proporti.
Quando sei arrivato su quest’isola ti sei sentito maledettamente solo e
fuoriposto. All'improvviso non c’erano più i tuoi colleghi con i quali
ti fermavi a bere una birra dopo la fine del turno, dimenticando per
qualche minuto ancora i problemi che ti avrebbero aspettato a casa. Non
c’erano più quelle piccole cose che componevano la tua routine
quotidiana fin da quando hai memoria e che per te erano così familiari
e rassicuranti. Senza nemmeno avere la possibilità di rendertene conto,
ti sei ritrovato circondato da sabbia, palme e orripilanti pizze
prosciutto e ananas, con Steve McGarrett a guidare l’assedio nella
speranza di prenderti per logoramento. Se sei riuscito a trovare la
forza di resistere qui, in questo posto che per tanto tempo hai sentito
estraneo e quasi ostile, è stato per restare accanto a tua figlia, per
quei pochi momenti che il tribunale ti ha concesso di passare con lei.
E ora puoi aggiungere anche lui alla lista dei motivi.
Quando hai preso il volo per le Hawaii non avresti mai creduto che la
tua vita sarebbe stata scombussolata e ribaltata da quell’uomo fuori da
ogni schema di comprensione che è il tuo collega. A volte fatichi
ancora a seguire le dinamiche dei suoi ragionamenti e spesso ti sembra
che ci siano mille altri Steve, sconosciuti e più inquietanti, oltre
quello che ti mostra ogni giorno, ma lavorando fianco a fianco hai
anche imparato che lui è una delle persone più leali che tu abbia mai
conosciuto. E, cosa più importante, ha scacciato quel senso di
solitudine che ti seguiva passo dopo passo, occupando ogni spazio
dentro e attorno a te con la sua sola presenza.
Giorno dopo giorno, Steve è strisciato dentro di te invisibile e
silenzioso, insinuandosi sotto la tua pelle quasi in punta di piedi, e
quando ti sei reso conto di quello che stava accadendo era ormai troppo
tardi: aveva scavato dentro di te cunicoli che avevano minato alla base
le tue barriere e le tue convinzioni, conquistando la tua anima
praticamente senza colpo ferire, come se fosse un altro degli
obbiettivi militari che gli erano stati assegnati.
Dovresti quasi rendergli onore al merito, perché nessuno prima di lui
c’era mai riuscito, nemmeno Rachel. Con ancora la bottiglia appoggiata
alle labbra, ti giri verso di lui, osservandolo di sottecchi e, alla
luce azzurrina del televisore, vedi la sua figura perfetta sprofondata
nelle morbide curve del divano mentre guarda senza alcuna espressione
il documentario.
Allontani il bordo della bottiglia dalle tue labbra: ti stai annoiando
e vorresti movimentare un po’ la serata.
- Fammi capire: questo è il tuo ideale di sabato
sera alle Hawaii?- domandi sarcastico, ancora prima di pensare.
Steve si riscuote e si volta a guardarti, battendo un paio di volte le
palpebre per metterti a fuoco.
- Da quando in qua ti interessi alla vita sociale che si svolge qui?-
ribatte rivolgendoti un sorriso sfrontato.
Uno di quelli che ti fanno venire voglia di prenderlo a pugni fino a
non sentirti più il braccio e baciarlo fino a non avere più aria nei
polmoni, insieme.
- Da quando mi costringi a guardare questa robaccia. Ancora un po’ di
queste nenie tribali e cercherò di procurarmi un coma etilico con la
birra, pur di non ascoltare più.- sbuffò sollevando la bottiglia mezza
vuota davanti al volto, per mostrargliela.
- Sarebbe interessante assisterti nel tentativo. – sogghigna lui prima
di ritornare a voltarsi verso il televisore – La Giamaica non è poi
così male…- mormora soprapensiero, come se stesse parlando con se
stesso più che con te.
E la sua voce ha il sapore della nostalgia. Quasi puoi vedere i ricordi
che giacciono sotto quelle parole, come serpenti che strisciano tra le
rocce pronti a saltare fuori all’improvviso e a morderti con il veleno
della gelosia. Sì, perché può essere solo gelosia
quel crampo che ti ha stritolato le viscere. Non lo ammetterai mai,
nemmeno sotto tortura, perché è una reazione così femminile,
ma sei geloso del passato di Steve, di tutto il tempo che non avete
passato insieme e delle persone che ha incontrato prima di te. È un
sentimento che hai già assaporato in diverse occasioni, ma hai imparato
che quando si tratta di Steve il sapore è più amaro e la consistenza è
più viscosa, ti si attacca dentro e non va più via. Sei stato geloso di
Rachel, ma dopo qualche accusa e una sana litigata i pezzi tornavano a
essere rimessi malamente insieme e alla volta successiva ricominciavi
daccapo quell’assurda pantomima, credendo che comunque la gelosia era
una dimostrazione d’amore, rifiutando di vedere come stavano davvero
le cose tra di voi. Ma con Steve è tutto diverso, è il senso
d’impotenza a farla da padrone, perché sai che per quanto urlerai e
pesterai i piedi come un moccioso, lui si terrà ben stretto i suoi
segreti militari, lasciandoti dentro la sensazione che tra voi ci sia
una zona d’ombra che in qualche modo vi terrà divisi. Lo hai capito
quando hai incontrato Nick e ti sei sentito tagliato fuori, come se
quell’uomo ti avesse sbattuto in faccia quale differenza abissale ci
sia tra di voi. Tu non sei come Steve e mai lo sarai. Sei un semplice
poliziotto che ha passato metà della vita nel New Jersey e che non si è
mai trovato coinvolto in qualcosa di più complicato di un omicidio.
Fingi di essere sicuro di te stesso, ti nascondi dietro la facciata del
cinismo e sarcasmo, che nel corso del tempo hai affilato come lame da
piantare all’occorrenza nel collo di chi ti pesta i piedi, ma la verità
è che c’è una piccolissima parte di te, che fingi con tutte le tue
forze di ignorare, che teme che Steve ritorni nel suo mondo fatto di
uniformi militari e missioni ad alto rischio, abbandonandoti di nuovo
in quella soffocante solitudine da cui ti ha tirato fuori. Allora
riuscirai a rimettere nuovamente insieme i pezzi?
Bevi un sorso abbondante di birra con cui speri di sciacquare via quei
brutti pensieri e quel senso di disagio che ti ha preso al petto.
- Sei stato in Giamaica?- domandi senza una particolare inflessione
nella voce, solo per riempire quel silenzio che d’un tratto si è fatto
troppo pesante per te.
La risposta di Steve è uno di quei sorrisetti che mette su quando non
vuole – o non può, ti ricorda una vocina dentro la testa che preferisci
non ascoltare – risponderti e che ti fanno montare dentro un’ondata di
rabbia. Perché ti ricorda che quello che hai davanti non è solo il tuo
amico Steve ma è anche qualcos’altro e quel vuoto
torna a fare capolino tra di voi. Osservi infastidito il modo in cui
stira le labbra e tira su l’angolo sinistro, in un gesto così
tipicamente suo che nella sua asimmetrica perfezione lo rende ancora
più attraente. Deglutisci a vuoto, cercando di restare concentrato e di
non cedere al richiamo irresistibile di quel corpo.
- Cos’è hai dovuto arrestare il nipote di Sean Paul perché si è fatto
una treccina di troppo e ti è stato ordinato di non divulgare la
notizia alla stampa?- borbotti arricciando le labbra in un broncio
involontario.
E questa volta Steve ride apertamente, un suono basso e musicale che
tocca corde dentro di te che nemmeno sapevi di possedere. Sotto il tuo
sguardo accigliato si sistema meglio tra i cuscini, muovendosi con una
lentezza quasi snervante, solo per il piacere di provocarti un po’ di
più.
- Più o meno, ma no!- ti risponde con un sogghigno e puoi quasi vedere
la scintilla di divertimento che gli ha acceso lo sguardo.
- Ma che razza di risposta è? Non ha alcun senso! O è sì
oppure è no, non ci può essere una via di mezzo! In
Marina vi fanno fare un corso apposta per insegnarvi a dire simili
scempiaggini? – protesti energicamente – Se non parli, giuro che ti
strapperò la risposta con la forza.- lo minacci, ben deciso ad avere
una spiegazione da lui questa volta.
Perché non può sempre cavarsela con i suoi silenzi enigmatici, che
dicono tutto e niente: non è corretto nei tuoi confronti, per la
miseria!
- Tu vorresti far parlare me? –
ribatte sinceramente divertito e per nulla spaventato – Ci hanno
provato in molti Danno e nessuno è riuscito a cavarmi niente di bocca.-
e il sorriso sul suo viso si allarga.
Ma tu ti fermi a meditare su ciò che le sue parole non sono riuscite a
nascondere. Non hai mai riflettuto davvero su cosa
significhi essere un Navy Seal, né sui pericoli che ha dovuto
affrontare nelle missioni che gli sono state assegnate e ti si stringe
il cuore al pensiero che Steve possa essere stato catturato e torturato
per avere quelle informazioni che conserva tanto gelosamente. E
vorresti chiedergli di parlartene, di dividere con te il dolore di quei
momenti, ma lo conosci troppo bene per non sapere che su
quell’argomento reagirebbe in maniera ancora più chiusa del solito.
Infondo neanche a te piace parlare di quella volta che, mentre
intervenivate per fermare una rapina in una gioielleria, uno dei ladri
ti ha colto di sorpresa e ti ha sparato, regalandoti un paio di
settimane in ospedale. Puoi capirlo in un certo senso.
Sperando di essere stato abbastanza veloce a nascondere questi pensieri
e di essere riuscito a depistarlo, scuoti la testa fingendoti
esasperato, continuando a recitare la tua parte in questo divertente ed
eccitante gioco che si è creato tra di voi. Magari riuscirai a ricavare
qualcosa anche da questa noiosissima serata!
- Conosco qualche trucchetto che ti farebbe
confessare tutto quello che voglio sapere e anche di più, fidati!- dici
con un tono molto sicuro.
- Ma davvero?! E allora mostrameli, sono molto curioso.- ti sfida
apertamente.
Bene, Steve ha voglia di giocare… e anche tu ne hai!
Con un unico movimento ti giri e ti metti inginocchiato sul cuscino del
divano, sposti il busto in avanti verso di lui e ti sorreggi con una
mano alla spalliera per non cadere. Resti fermo un attimo per studiare
la sua reazione, ma Steve continua a guardarti tranquillo e divertito,
completamente rilassato nel posto che è riuscito a ricavarsi sul
divano. Non puoi aspettarti niente di meno da uno con i nervi di
acciaio temperato come lui: sei quasi sicuro che nemmeno una granata
esplosa accanto ai suoi piedi sarebbe in grado di scuoterlo. Chissà per
quanto tempo il suo addestramento da super Seal gli permetterà di
resistere a quello che hai in mente di fargli! Gli rivolgi un sorriso
che non promette nulla di buono, prima di portare la bottiglia alle
labbra e bere l’ultima sorsata di birra. Lo guardi un’altra volta
ancora, perché Steve è oscenamente attraente, di una bellezza così
illegale che dovrebbe avere l’autorizzazione per andare in giro, e a te
piace da matti osservarlo.
Ti abbassi su di lui e lo baci, spingendo il liquido nella bocca
dell’altro, sentendolo le vostre lingue carezzarsi mentre galleggiano
nella birra, rilassandoti e godendoti quel bacio umido. Questa cosa non
l’hai esattamente studiata, ma la colpa è tutta di Steve, perché gli
basta fare un niente e i tuoi freni inibitori partono. Non ti piace
fare paragoni, ma con Rachel non è mai stato così istintivo
e infuocato – tu avevi voglia e lei acconsentiva
con un’espressione esasperata che gridava a gran voce “basta che fai in
fretta!” – e alla fine siete anche arrivati alla tristissima abitudine
del giorno prestabilito, come se fosse una pratica da sbrigare il più
in fretta possibile e non un gesto d’amore tra di voi. Con Steve invece
accade e basta, come se qualcosa tra di voi si spezzasse e vi spingesse
l’uno tra le braccia dell’altro, perché tra le altre sue innumerevoli specialità
possiede anche quella di trascinarti in un vortice discendente di
delirante lascivia, che alla fine ti scaraventa nel più sconvolgente
universo dei sensi che tu abbia mai esplorato.
Ti allontani dalla sua bocca e li lecchi le labbra, mentre registri
distrattamente le sue mani che ti stringono i fianchi. Lo guardi e
inarchi un sopracciglio, compiaciuto di quella piccolissima vittoria.
- Non male, ma da come parlavi prima speravo che sapessi fare di
meglio.- ti provoca ancora.
E tu raccogli prontamente anche quella sfida.
Ti abbassi ancora una volta sul suo viso sorridente e in attesa della
tua prossima mossa, e con la punta della lingua inizi a seguire le scie
traslucide che la birra colata durante il bacio di prima ha lasciato
sulla sua pelle. Con soddisfazione senti Steve biascicare qualcosa
d’incomprensibile, prima di piegare la testa all’indietro con un
sospiro di piacere. Tracci linee umide sulla pelle abbronzata del suo
collo, che ti piace tanto mordere fino a vedere fiorire delle macchie
rossastre che ne intaccano la bronzea perfezione. Una mano di Steve
sale fino alla tua testa, le dita si intrecciano ai tuoi capelli per
tenerti fermo in quella posizione contro di lui.
- Allora Steve: sei stato in Giamaica e perché?- gli domandi di nuovo,
parlando con le labbra contro la sua pelle, soffiandogli aria calda
sulla pelle umida e facendolo rabbrividire.
- Riprova Danno.- risponde con un risolino divertito e la sua voce si è
fatta d’un tratto così bassa e roca da farti tremare fin dentro le
viscere.
Un altro dei suoi talenti. Possibile che Madre
Natura abbia regalato tutto a lui? Pensi con una punta di invidia e gli
mordi quel delizioso angolo tra la base del collo e la spalla,
strappandogli un gemito di piacere e dolore. Ti sollevi nuovamente dal
suo corpo così accogliente e lo guardi.
- Sai, credo di aver capito perché voi hawaiani siete fissati con la
storia: “non porto le cravatte”.- e infili le dita sotto il bordo della
sua maglia.
Perché Steve ha la nefasta abitudine di andare in giro con quelle
magliette che evidenziano più che coprire il suo fisico perfettamente
modellato, che ti ha quasi trascinato sull’orlo di una crisi nervosa
perché allora potevi solo guardare e farlo troppo a lungo era una
tortura.
- Davvero? Illuminami allora.- e inizia ad accarezzarti sui fianchi e
le cosce ancora coperti dalla stoffa dei pantaloni.
- Oh, è semplice: senza cravatta è più facile fare questo!-
e accompagnando i gesti alle parole gli sollevi la maglia e gliela
sfili con un gesto brusco, scompigliandogli i corti capelli.
Sei contento che li porti in quel modo, perché non credi che saresti
riuscito a sopportarlo se avesse avuto i capelli tagliati in quel modo così
tipico dei Marine, rasati fino al millimetro. E Steve sorride
compiaciuto della tua impazienza.
- Molto arguto detective.- ti stuzzica.
Ma tu sei troppo concentrato su quello che hai davanti per potergli
dare retta. Steve a torso nudo è uno spettacolo che pochi dovrebbero
poter osservare. Nessuno dovrebbe poterlo fare in
realtà, almeno secondo i tuoi criteri di giudizio, ma un’altra delle
pessime abitudini del tuo compagno è quella di spogliarsi appena gliene
capita l’occasione. E quel torace è un territorio ormai familiare per
te, ma che non ti stancheresti mai di esplorare in ogni rilievo e
rientranza di quei muscoli scolpiti.
I lunghi anni di addestramento militare hanno regalato a Steve un
portamento così rigido, da farti pensare più di una volta che abbia il
corpo rivestito di adamantio. Invece la sua pelle è calda e lieve, la
senti sciogliersi sotto la lingua e la punta delle dita, e ti sembra
quasi che emani un profumo molto più intenso. Il tuo compagno sospira e
inarca appena la schiena, cercando un contatto più concreto con te.
Quando arrivi al ventre, ti fermi e ti risollevi per guardarlo. Steve
tiene la testa tirata indietro, con la nuca poggiata sul bracciolo del
divano, ha la bocca socchiusa contro il respiro più veloce e gli occhi
fissi sul soffitto. A questa vista un lampo ti trafigge le viscere.
- Allora, vuoi rispondermi adesso?- chiedi ancora, dopo aver deglutito
pesantemente a vuoto.
Risolleva la testa quel tanto che gli permetta di guardarti e ti
rivolge un sorriso spudorato che i fa ribollire dentro, in
tutti i sensi. Chissà se al mondo esista un’altra persona
sexy come l’uomo che hai davanti.
- E far terminare tutto il divertimento?- ribatte facendoti segno di
continuare.
E tu sei soddisfatto che Steve non voglia interrompere quel gioco
proprio adesso. Con le labbra scendi lungo la linea degli addominali
fino al bordo dei pantaloni, scivolando con un tocco lieve sulla sua
pelle. Lo senti inspirare più forte e trattenere il fiato, fin troppo
consapevole della tua vicinanza a un punto critico.
Ma se Steve spera che tu gli dia soddisfazione così facilmente è
proprio un ingenuo. Gli percorri il ventre con morsi e lappate,
facendone arrossare la pelle, ubriacandoti con il suo sapore e
strappandogli un paio di sospiri più pesanti degli altri. Stringendolo
per i fianchi scivoli più in basso, lasciando strisce lucide dietro il
tuo passaggio. Quando incontri il bordo dei pantaloni, invece di
slacciarli inizi a infilare la lingua sotto il tessuto, tormentandolo
senza appagarlo.
Steve emette un ringhio frustrato, prima di rimettersi dritto di scatto
e afferrarti per le braccia. Prima ancora che tu possa capire cosa sta
succedendo, ti ritrovi sdraiato sotto di lui. Un’altra di quelle
diavolerie che gli hanno insegnato in Marina, pensi quasi senza
sorpresa. È un maniaco del controllo e, secondo i suoi canoni, ha
resistito anche troppo a lasciarti fare. Però non ti dispiace quella
situazione: preferiresti tranciarti la lingua con un morso piuttosto
che ammetterlo, ma ti piace avere il suo corpo forte sopra il tuo,
assaporare la sua forza e lasciartene vincere. Solo quando sei con lui
riesci a sentirti al sicuro, protetto, come se fosse in grado di
tagliare fuori tutte le brutture del mondo esterno. Steve ti rivolge un
sorriso che è insolente, sensuale e dolce insieme, in un modo che solo
lui riesce a fare, finalmente soddisfatto di aver preso in mano la
situazione, e poi abbassa la testa fino a portare le labbra contro il
suo orecchio.
- Adesso si fa sul serio, tesoro.- ti dice e il suo
tono è così denso e umido da poter essere dichiarato tranquillamente
illegale.
E semplicemente Steve ti trascina in un abisso di piacere fatto del suo
corpo che preme gradevolmente sul tuo, della sua bocca umida e calda
che sa ancora di birra e delle sue mani toccano il tuo corpo, graffiano
la tua pelle, portandoti un passo sempre più vicino al punto di non
ritorno. Niente che non sia lui che si muove sopra e dentro di te ha
importanza in questo momento. E tu puoi solo urlare, urlare e urlare
ancora, fino a sentire la gola in fiamme, poi un flash di luce bianca
ti acceca e, prima che la tua coscienza venga trascinata via, riesci a
udire la voce di Steve, lontana e ovattata, che geme da qualche parte
attorno a te.
Con gli occhi chiusi ti godi il delizioso torpore post orgasmico. Sei
steso sul fianco, con la schiena appoggiata contro lo schienale del
divano e la testa sulla spalla del tuo compagno, mentre con un braccio
gli avvolgi mollemente la vita. Lui ti stringe le spalle con un braccio
e l’altra mano gioca distrattamente con la tua. La posizione è scomoda
e scommetti che domattina sentirai tutte le ossa rotte, ma Steve è
terribilmente morbido e invitante contro di te e niente al mondo
sarebbe in grado di farti muovere in questo momento. È un silenzio
morbido e piacevole, disteso, quello che vi avvolge, rotto a tratti
solo dalla voce del presentatore che, al di là dello schermo del
televisore, sta illustrando qualche altra meraviglia della Giamaica.
- Io e la mia squadra avevamo ricevuto l’ordine di smantellare una
banda che smerciava cocaina nell’America settentrionale e in Europa.-
pur essendo poco più di un sussurro, la voce di Steve è così
inaspettata da farti sobbalzare.
- Che cosa?- domandi, piegando la testa all’indietro per guardarlo in
viso.
- Il motivo per cui sono stato in Giamaica. Volevi conoscerlo, no? – e
mentre parla il suo sorriso assume una sfumatura amara – Le
informazioni che avevamo avuto non erano esatte e ci siamo ritrovati
circondati e in evidente inferiorità numerica e ostacolati dalla fitta
vegetazione. Lottammo per una giornata intera, fino a quando non
finimmo le munizioni. A quel punto ingaggiammo con loro un
combattimento all’arma bianca, ma alla fine i trafficanti riuscirono a
ritirarsi nel cuore della foresta e a scomparire tra gli alberi. Quel
giorno persi tre dei miei sottoposti.- e quando finisce non è solo il
suo sorriso ad essere amaro.
Vorresti dirgli qualcosa, ma la consapevolezza che se quel giorno
qualcosa fosse andato storto e fosse stato uno dei tre caduti voi non
vi sareste mai incontrati, ti chiude lo stomaco. Il solo pensiero di
non aver mai incontrato Steve, che ti ha rivoluzionato la vita in un
modo che mai avresti creduto possibile, che prende tanto da te ma ti
regala molto di più, è una prospettiva paralizzante. L’unica cosa che
riesci a fare è stringerti maggiormente a lui, per fargli sentire che
sei lì con lui e ci resterai il più a lungo possibile.
- Comunque questa è la mia idea
di sabato sera!- affermi dopo un po’, serio e convinto di quello che
stai dicendo.
Per un lungo istante senti lo sguardo di Steve su di te, poi non riesce
più a trattenersi e scoppia a ridere. Senti il suo corpo scuotersi tra
le tue braccia, frizionare piacevolmente il tuo e, mentre una labile
scia di piacere ricomincia a scorrere nelle tue vene, pensi che
metteresti la firma per passare tutti i sabato sera così.