Note: Questa coppia mi ha colpito immediatamente, la adoro ed è entrata a far parte di quelle che amo di più. Oltre a essere bellissimi insieme, impazzisco quando battibeccano come marito e moglie e per quei momenti slash che gli sceneggiatori mettono in ogni puntata. Comunque, gira che ti rigira, ho deciso di cimentarmi anche con loro. L’idea per questa shot mi è venuta in mente già un po’ di tempo fa, solo che non riuscivo a vederla bene con nessuna delle coppie su cui scrivo di solito, ma poi nel mio orizzonte sono apparsi Steve e Danny e sono rimasta folgorata. Guardando le puntate mi è balzato all’occhio che Danno non è il classico uke che se ne sta buono ad aspettare trepidante le mosse del suo compagno. Mi sembra uno che partecipa attivamente – e molto se devo essere sincera – e che è capace di portare quell’eterno gioco di competizione tra di loro anche a letto. Non è uno che lascerebbe fare tutto a Steve. Per questo mi è sembrato il più indicato per l’idea che ho avuto. Anche se poi Steve, da maniaco del controllo qual è, deve sempre riprendere la situazione in mano, altrimenti non sarebbe lui. Ho cercato di riportare quegli scambi di battute tra di loro e di mantenerli il più possibile IC. Spero che il risultato sia decente, di garantito c’è la mia buona volontà e tutto l’amore che provo per questa coppia.
Ringraziamenti: Ringrazio tutti coloro che leggeranno e commenteranno questa shot.
Adesso vi lascio alla lettura, alla prossima gente \^o^/

Lips of an angel… or devil?


Porti la bottiglia di birra alle labbra e bevi un sorso a canna. Ancora non riesci a capire cosa ci fai di sabato sera seduto sul divano di Steve a guardare un documentario su “la Giamaica: tra storia e mito”, citi testualmente il titolo. Qualsiasi cosa tu possa pensare sono sempre le Hawaii il posto dove vivi ora. Migliaia di persone vengono in vacanza qui da ogni parte del mondo e più della metà farebbe carte false per viverci. Quest’isola è il regno delle feste sulla spiaggia e dei locali alla moda. Dovresti approfittare del fatto che non ci sono casi e che Grace sia con Rachel e Stan, magari trovarti una bella hawaiana con cui passare la serata. E invece eccoti qui a passare l’unico sabato libero dopo settimane con il tuo capo. E questo la dice lunga sulle tue preferenze. Però ti ritieni fortunato che almeno si sia limitato a un noiosissimo documentario e non abbia tentato di costringerti a vedere uno di quegli stupidi film d’azione che, sospetti, gli piace tanto guardare in ricordo dei vecchi tempi. Non devi fare molta fatica per immaginarlo sdraiato su quello stesso divano a guardare con inquietante attenzione Die Hard, immedesimandosi in Bruce Willis e magari correggendo anche gli errori commessi nelle scene d’azione dagli sceneggiatori: da un tipo come lui ti aspetteresti questo e molto altro.
Il tuo problema è che quell’uomo è diventato il tuo nord magnetico.
Per quanto tu ci abbia provato, non riesci a stare per troppo tempo lontano da lui, in qualche modo ti ritrovi sempre a cercare la sua compagnia. Non riesci mai a negarti a lui, a rifiutarti di farti coinvolgere nei suoi strampalati piani suicida e nemmeno credi che riuscirai mai a dirgli di no, qualsiasi cosa voglia proporti.
Quando sei arrivato su quest’isola ti sei sentito maledettamente solo e fuoriposto. All'improvviso non c’erano più i tuoi colleghi con i quali ti fermavi a bere una birra dopo la fine del turno, dimenticando per qualche minuto ancora i problemi che ti avrebbero aspettato a casa. Non c’erano più quelle piccole cose che componevano la tua routine quotidiana fin da quando hai memoria e che per te erano così familiari e rassicuranti. Senza nemmeno avere la possibilità di rendertene conto, ti sei ritrovato circondato da sabbia, palme e orripilanti pizze prosciutto e ananas, con Steve McGarrett a guidare l’assedio nella speranza di prenderti per logoramento. Se sei riuscito a trovare la forza di resistere qui, in questo posto che per tanto tempo hai sentito estraneo e quasi ostile, è stato per restare accanto a tua figlia, per quei pochi momenti che il tribunale ti ha concesso di passare con lei. E ora puoi aggiungere anche lui alla lista dei motivi.
Quando hai preso il volo per le Hawaii non avresti mai creduto che la tua vita sarebbe stata scombussolata e ribaltata da quell’uomo fuori da ogni schema di comprensione che è il tuo collega. A volte fatichi ancora a seguire le dinamiche dei suoi ragionamenti e spesso ti sembra che ci siano mille altri Steve, sconosciuti e più inquietanti, oltre quello che ti mostra ogni giorno, ma lavorando fianco a fianco hai anche imparato che lui è una delle persone più leali che tu abbia mai conosciuto. E, cosa più importante, ha scacciato quel senso di solitudine che ti seguiva passo dopo passo, occupando ogni spazio dentro e attorno a te con la sua sola presenza.
Giorno dopo giorno, Steve è strisciato dentro di te invisibile e silenzioso, insinuandosi sotto la tua pelle quasi in punta di piedi, e quando ti sei reso conto di quello che stava accadendo era ormai troppo tardi: aveva scavato dentro di te cunicoli che avevano minato alla base le tue barriere e le tue convinzioni, conquistando la tua anima praticamente senza colpo ferire, come se fosse un altro degli obbiettivi militari che gli erano stati assegnati.
Dovresti quasi rendergli onore al merito, perché nessuno prima di lui c’era mai riuscito, nemmeno Rachel. Con ancora la bottiglia appoggiata alle labbra, ti giri verso di lui, osservandolo di sottecchi e, alla luce azzurrina del televisore, vedi la sua figura perfetta sprofondata nelle morbide curve del divano mentre guarda senza alcuna espressione il documentario.
Allontani il bordo della bottiglia dalle tue labbra: ti stai annoiando e vorresti movimentare un po’ la serata.
- Fammi capire: questo è il tuo ideale di sabato sera alle Hawaii?- domandi sarcastico, ancora prima di pensare.
Steve si riscuote e si volta a guardarti, battendo un paio di volte le palpebre per metterti a fuoco.
- Da quando in qua ti interessi alla vita sociale che si svolge qui?- ribatte rivolgendoti un sorriso sfrontato.
Uno di quelli che ti fanno venire voglia di prenderlo a pugni fino a non sentirti più il braccio e baciarlo fino a non avere più aria nei polmoni, insieme.
- Da quando mi costringi a guardare questa robaccia. Ancora un po’ di queste nenie tribali e cercherò di procurarmi un coma etilico con la birra, pur di non ascoltare più.- sbuffò sollevando la bottiglia mezza vuota davanti al volto, per mostrargliela.
- Sarebbe interessante assisterti nel tentativo. – sogghigna lui prima di ritornare a voltarsi verso il televisore – La Giamaica non è poi così male…- mormora soprapensiero, come se stesse parlando con se stesso più che con te.
E la sua voce ha il sapore della nostalgia. Quasi puoi vedere i ricordi che giacciono sotto quelle parole, come serpenti che strisciano tra le rocce pronti a saltare fuori all’improvviso e a morderti con il veleno della gelosia. Sì, perché può essere solo gelosia quel crampo che ti ha stritolato le viscere. Non lo ammetterai mai, nemmeno sotto tortura, perché è una reazione così femminile, ma sei geloso del passato di Steve, di tutto il tempo che non avete passato insieme e delle persone che ha incontrato prima di te. È un sentimento che hai già assaporato in diverse occasioni, ma hai imparato che quando si tratta di Steve il sapore è più amaro e la consistenza è più viscosa, ti si attacca dentro e non va più via. Sei stato geloso di Rachel, ma dopo qualche accusa e una sana litigata i pezzi tornavano a essere rimessi malamente insieme e alla volta successiva ricominciavi daccapo quell’assurda pantomima, credendo che comunque la gelosia era una dimostrazione d’amore, rifiutando di vedere come stavano davvero le cose tra di voi. Ma con Steve è tutto diverso, è il senso d’impotenza a farla da padrone, perché sai che per quanto urlerai e pesterai i piedi come un moccioso, lui si terrà ben stretto i suoi segreti militari, lasciandoti dentro la sensazione che tra voi ci sia una zona d’ombra che in qualche modo vi terrà divisi. Lo hai capito quando hai incontrato Nick e ti sei sentito tagliato fuori, come se quell’uomo ti avesse sbattuto in faccia quale differenza abissale ci sia tra di voi. Tu non sei come Steve e mai lo sarai. Sei un semplice poliziotto che ha passato metà della vita nel New Jersey e che non si è mai trovato coinvolto in qualcosa di più complicato di un omicidio. Fingi di essere sicuro di te stesso, ti nascondi dietro la facciata del cinismo e sarcasmo, che nel corso del tempo hai affilato come lame da piantare all’occorrenza nel collo di chi ti pesta i piedi, ma la verità è che c’è una piccolissima parte di te, che fingi con tutte le tue forze di ignorare, che teme che Steve ritorni nel suo mondo fatto di uniformi militari e missioni ad alto rischio, abbandonandoti di nuovo in quella soffocante solitudine da cui ti ha tirato fuori. Allora riuscirai a rimettere nuovamente insieme i pezzi?
Bevi un sorso abbondante di birra con cui speri di sciacquare via quei brutti pensieri e quel senso di disagio che ti ha preso al petto.
- Sei stato in Giamaica?- domandi senza una particolare inflessione nella voce, solo per riempire quel silenzio che d’un tratto si è fatto troppo pesante per te.
La risposta di Steve è uno di quei sorrisetti che mette su quando non vuole – o non può, ti ricorda una vocina dentro la testa che preferisci non ascoltare – risponderti e che ti fanno montare dentro un’ondata di rabbia. Perché ti ricorda che quello che hai davanti non è solo il tuo amico Steve ma è anche qualcos’altro e quel vuoto torna a fare capolino tra di voi. Osservi infastidito il modo in cui stira le labbra e tira su l’angolo sinistro, in un gesto così tipicamente suo che nella sua asimmetrica perfezione lo rende ancora più attraente. Deglutisci a vuoto, cercando di restare concentrato e di non cedere al richiamo irresistibile di quel corpo.
- Cos’è hai dovuto arrestare il nipote di Sean Paul perché si è fatto una treccina di troppo e ti è stato ordinato di non divulgare la notizia alla stampa?- borbotti arricciando le labbra in un broncio involontario.
E questa volta Steve ride apertamente, un suono basso e musicale che tocca corde dentro di te che nemmeno sapevi di possedere. Sotto il tuo sguardo accigliato si sistema meglio tra i cuscini, muovendosi con una lentezza quasi snervante, solo per il piacere di provocarti un po’ di più.
- Più o meno, ma no!- ti risponde con un sogghigno e puoi quasi vedere la scintilla di divertimento che gli ha acceso lo sguardo.
- Ma che razza di risposta è? Non ha alcun senso! O è oppure è no, non ci può essere una via di mezzo! In Marina vi fanno fare un corso apposta per insegnarvi a dire simili scempiaggini? – protesti energicamente – Se non parli, giuro che ti strapperò la risposta con la forza.- lo minacci, ben deciso ad avere una spiegazione da lui questa volta.
Perché non può sempre cavarsela con i suoi silenzi enigmatici, che dicono tutto e niente: non è corretto nei tuoi confronti, per la miseria!
- Tu vorresti far parlare me? – ribatte sinceramente divertito e per nulla spaventato – Ci hanno provato in molti Danno e nessuno è riuscito a cavarmi niente di bocca.- e il sorriso sul suo viso si allarga.
Ma tu ti fermi a meditare su ciò che le sue parole non sono riuscite a nascondere. Non hai mai riflettuto davvero su cosa significhi essere un Navy Seal, né sui pericoli che ha dovuto affrontare nelle missioni che gli sono state assegnate e ti si stringe il cuore al pensiero che Steve possa essere stato catturato e torturato per avere quelle informazioni che conserva tanto gelosamente. E vorresti chiedergli di parlartene, di dividere con te il dolore di quei momenti, ma lo conosci troppo bene per non sapere che su quell’argomento reagirebbe in maniera ancora più chiusa del solito. Infondo neanche a te piace parlare di quella volta che, mentre intervenivate per fermare una rapina in una gioielleria, uno dei ladri ti ha colto di sorpresa e ti ha sparato, regalandoti un paio di settimane in ospedale. Puoi capirlo in un certo senso.
Sperando di essere stato abbastanza veloce a nascondere questi pensieri e di essere riuscito a depistarlo, scuoti la testa fingendoti esasperato, continuando a recitare la tua parte in questo divertente ed eccitante gioco che si è creato tra di voi. Magari riuscirai a ricavare qualcosa anche da questa noiosissima serata!
- Conosco qualche trucchetto che ti farebbe confessare tutto quello che voglio sapere e anche di più, fidati!- dici con un tono molto sicuro.
- Ma davvero?! E allora mostrameli, sono molto curioso.- ti sfida apertamente.
Bene, Steve ha voglia di giocare… e anche tu ne hai!
Con un unico movimento ti giri e ti metti inginocchiato sul cuscino del divano, sposti il busto in avanti verso di lui e ti sorreggi con una mano alla spalliera per non cadere. Resti fermo un attimo per studiare la sua reazione, ma Steve continua a guardarti tranquillo e divertito, completamente rilassato nel posto che è riuscito a ricavarsi sul divano. Non puoi aspettarti niente di meno da uno con i nervi di acciaio temperato come lui: sei quasi sicuro che nemmeno una granata esplosa accanto ai suoi piedi sarebbe in grado di scuoterlo. Chissà per quanto tempo il suo addestramento da super Seal gli permetterà di resistere a quello che hai in mente di fargli! Gli rivolgi un sorriso che non promette nulla di buono, prima di portare la bottiglia alle labbra e bere l’ultima sorsata di birra. Lo guardi un’altra volta ancora, perché Steve è oscenamente attraente, di una bellezza così illegale che dovrebbe avere l’autorizzazione per andare in giro, e a te piace da matti osservarlo.
Ti abbassi su di lui e lo baci, spingendo il liquido nella bocca dell’altro, sentendolo le vostre lingue carezzarsi mentre galleggiano nella birra, rilassandoti e godendoti quel bacio umido. Questa cosa non l’hai esattamente studiata, ma la colpa è tutta di Steve, perché gli basta fare un niente e i tuoi freni inibitori partono. Non ti piace fare paragoni, ma con Rachel non è mai stato così istintivo e infuocato – tu avevi voglia e lei acconsentiva con un’espressione esasperata che gridava a gran voce “basta che fai in fretta!” – e alla fine siete anche arrivati alla tristissima abitudine del giorno prestabilito, come se fosse una pratica da sbrigare il più in fretta possibile e non un gesto d’amore tra di voi. Con Steve invece accade e basta, come se qualcosa tra di voi si spezzasse e vi spingesse l’uno tra le braccia dell’altro, perché tra le altre sue innumerevoli specialità possiede anche quella di trascinarti in un vortice discendente di delirante lascivia, che alla fine ti scaraventa nel più sconvolgente universo dei sensi che tu abbia mai esplorato.
Ti allontani dalla sua bocca e li lecchi le labbra, mentre registri distrattamente le sue mani che ti stringono i fianchi. Lo guardi e inarchi un sopracciglio, compiaciuto di quella piccolissima vittoria.
- Non male, ma da come parlavi prima speravo che sapessi fare di meglio.- ti provoca ancora.
E tu raccogli prontamente anche quella sfida.
Ti abbassi ancora una volta sul suo viso sorridente e in attesa della tua prossima mossa, e con la punta della lingua inizi a seguire le scie traslucide che la birra colata durante il bacio di prima ha lasciato sulla sua pelle. Con soddisfazione senti Steve biascicare qualcosa d’incomprensibile, prima di piegare la testa all’indietro con un sospiro di piacere. Tracci linee umide sulla pelle abbronzata del suo collo, che ti piace tanto mordere fino a vedere fiorire delle macchie rossastre che ne intaccano la bronzea perfezione. Una mano di Steve sale fino alla tua testa, le dita si intrecciano ai tuoi capelli per tenerti fermo in quella posizione contro di lui.
- Allora Steve: sei stato in Giamaica e perché?- gli domandi di nuovo, parlando con le labbra contro la sua pelle, soffiandogli aria calda sulla pelle umida e facendolo rabbrividire.
- Riprova Danno.- risponde con un risolino divertito e la sua voce si è fatta d’un tratto così bassa e roca da farti tremare fin dentro le viscere.
Un altro dei suoi talenti. Possibile che Madre Natura abbia regalato tutto a lui? Pensi con una punta di invidia e gli mordi quel delizioso angolo tra la base del collo e la spalla, strappandogli un gemito di piacere e dolore. Ti sollevi nuovamente dal suo corpo così accogliente e lo guardi.
- Sai, credo di aver capito perché voi hawaiani siete fissati con la storia: “non porto le cravatte”.- e infili le dita sotto il bordo della sua maglia.
Perché Steve ha la nefasta abitudine di andare in giro con quelle magliette che evidenziano più che coprire il suo fisico perfettamente modellato, che ti ha quasi trascinato sull’orlo di una crisi nervosa perché allora potevi solo guardare e farlo troppo a lungo era una tortura.
- Davvero? Illuminami allora.- e inizia ad accarezzarti sui fianchi e le cosce ancora coperti dalla stoffa dei pantaloni.
- Oh, è semplice: senza cravatta è più facile fare questo!- e accompagnando i gesti alle parole gli sollevi la maglia e gliela sfili con un gesto brusco, scompigliandogli i corti capelli.
Sei contento che li porti in quel modo, perché non credi che saresti riuscito a sopportarlo se avesse avuto i capelli tagliati in quel modo così tipico dei Marine, rasati fino al millimetro. E Steve sorride compiaciuto della tua impazienza.
- Molto arguto detective.- ti stuzzica.
Ma tu sei troppo concentrato su quello che hai davanti per potergli dare retta. Steve a torso nudo è uno spettacolo che pochi dovrebbero poter osservare. Nessuno dovrebbe poterlo fare in realtà, almeno secondo i tuoi criteri di giudizio, ma un’altra delle pessime abitudini del tuo compagno è quella di spogliarsi appena gliene capita l’occasione. E quel torace è un territorio ormai familiare per te, ma che non ti stancheresti mai di esplorare in ogni rilievo e rientranza di quei muscoli scolpiti.
I lunghi anni di addestramento militare hanno regalato a Steve un portamento così rigido, da farti pensare più di una volta che abbia il corpo rivestito di adamantio. Invece la sua pelle è calda e lieve, la senti sciogliersi sotto la lingua e la punta delle dita, e ti sembra quasi che emani un profumo molto più intenso. Il tuo compagno sospira e inarca appena la schiena, cercando un contatto più concreto con te. Quando arrivi al ventre, ti fermi e ti risollevi per guardarlo. Steve tiene la testa tirata indietro, con la nuca poggiata sul bracciolo del divano, ha la bocca socchiusa contro il respiro più veloce e gli occhi fissi sul soffitto. A questa vista un lampo ti trafigge le viscere.
- Allora, vuoi rispondermi adesso?- chiedi ancora, dopo aver deglutito pesantemente a vuoto.
Risolleva la testa quel tanto che gli permetta di guardarti e ti rivolge un sorriso spudorato che i fa ribollire dentro, in tutti i sensi. Chissà se al mondo esista un’altra persona sexy come l’uomo che hai davanti.
- E far terminare tutto il divertimento?- ribatte facendoti segno di continuare.
E tu sei soddisfatto che Steve non voglia interrompere quel gioco proprio adesso. Con le labbra scendi lungo la linea degli addominali fino al bordo dei pantaloni, scivolando con un tocco lieve sulla sua pelle. Lo senti inspirare più forte e trattenere il fiato, fin troppo consapevole della tua vicinanza a un punto critico. Ma se Steve spera che tu gli dia soddisfazione così facilmente è proprio un ingenuo. Gli percorri il ventre con morsi e lappate, facendone arrossare la pelle, ubriacandoti con il suo sapore e strappandogli un paio di sospiri più pesanti degli altri. Stringendolo per i fianchi scivoli più in basso, lasciando strisce lucide dietro il tuo passaggio. Quando incontri il bordo dei pantaloni, invece di slacciarli inizi a infilare la lingua sotto il tessuto, tormentandolo senza appagarlo.
Steve emette un ringhio frustrato, prima di rimettersi dritto di scatto e afferrarti per le braccia. Prima ancora che tu possa capire cosa sta succedendo, ti ritrovi sdraiato sotto di lui. Un’altra di quelle diavolerie che gli hanno insegnato in Marina, pensi quasi senza sorpresa. È un maniaco del controllo e, secondo i suoi canoni, ha resistito anche troppo a lasciarti fare. Però non ti dispiace quella situazione: preferiresti tranciarti la lingua con un morso piuttosto che ammetterlo, ma ti piace avere il suo corpo forte sopra il tuo, assaporare la sua forza e lasciartene vincere. Solo quando sei con lui riesci a sentirti al sicuro, protetto, come se fosse in grado di tagliare fuori tutte le brutture del mondo esterno. Steve ti rivolge un sorriso che è insolente, sensuale e dolce insieme, in un modo che solo lui riesce a fare, finalmente soddisfatto di aver preso in mano la situazione, e poi abbassa la testa fino a portare le labbra contro il suo orecchio.
- Adesso si fa sul serio, tesoro.- ti dice e il suo tono è così denso e umido da poter essere dichiarato tranquillamente illegale.
E semplicemente Steve ti trascina in un abisso di piacere fatto del suo corpo che preme gradevolmente sul tuo, della sua bocca umida e calda che sa ancora di birra e delle sue mani toccano il tuo corpo, graffiano la tua pelle, portandoti un passo sempre più vicino al punto di non ritorno. Niente che non sia lui che si muove sopra e dentro di te ha importanza in questo momento. E tu puoi solo urlare, urlare e urlare ancora, fino a sentire la gola in fiamme, poi un flash di luce bianca ti acceca e, prima che la tua coscienza venga trascinata via, riesci a udire la voce di Steve, lontana e ovattata, che geme da qualche parte attorno a te.
Con gli occhi chiusi ti godi il delizioso torpore post orgasmico. Sei steso sul fianco, con la schiena appoggiata contro lo schienale del divano e la testa sulla spalla del tuo compagno, mentre con un braccio gli avvolgi mollemente la vita. Lui ti stringe le spalle con un braccio e l’altra mano gioca distrattamente con la tua. La posizione è scomoda e scommetti che domattina sentirai tutte le ossa rotte, ma Steve è terribilmente morbido e invitante contro di te e niente al mondo sarebbe in grado di farti muovere in questo momento. È un silenzio morbido e piacevole, disteso, quello che vi avvolge, rotto a tratti solo dalla voce del presentatore che, al di là dello schermo del televisore, sta illustrando qualche altra meraviglia della Giamaica.
- Io e la mia squadra avevamo ricevuto l’ordine di smantellare una banda che smerciava cocaina nell’America settentrionale e in Europa.- pur essendo poco più di un sussurro, la voce di Steve è così inaspettata da farti sobbalzare.
- Che cosa?- domandi, piegando la testa all’indietro per guardarlo in viso.
- Il motivo per cui sono stato in Giamaica. Volevi conoscerlo, no? – e mentre parla il suo sorriso assume una sfumatura amara – Le informazioni che avevamo avuto non erano esatte e ci siamo ritrovati circondati e in evidente inferiorità numerica e ostacolati dalla fitta vegetazione. Lottammo per una giornata intera, fino a quando non finimmo le munizioni. A quel punto ingaggiammo con loro un combattimento all’arma bianca, ma alla fine i trafficanti riuscirono a ritirarsi nel cuore della foresta e a scomparire tra gli alberi. Quel giorno persi tre dei miei sottoposti.- e quando finisce non è solo il suo sorriso ad essere amaro.
Vorresti dirgli qualcosa, ma la consapevolezza che se quel giorno qualcosa fosse andato storto e fosse stato uno dei tre caduti voi non vi sareste mai incontrati, ti chiude lo stomaco. Il solo pensiero di non aver mai incontrato Steve, che ti ha rivoluzionato la vita in un modo che mai avresti creduto possibile, che prende tanto da te ma ti regala molto di più, è una prospettiva paralizzante. L’unica cosa che riesci a fare è stringerti maggiormente a lui, per fargli sentire che sei lì con lui e ci resterai il più a lungo possibile.
- Comunque questa è la mia idea di sabato sera!- affermi dopo un po’, serio e convinto di quello che stai dicendo.
Per un lungo istante senti lo sguardo di Steve su di te, poi non riesce più a trattenersi e scoppia a ridere. Senti il suo corpo scuotersi tra le tue braccia, frizionare piacevolmente il tuo e, mentre una labile scia di piacere ricomincia a scorrere nelle tue vene, pensi che metteresti la firma per passare tutti i sabato sera così.