Note: Finalmente, dopo tanto
tempo sono riuscita a tornare con questa coppia ^o^ Questa fic
è ambientata alla fine della puntata di mercoledì
scorso, ‘L’ultima miniatura 2’. Ho
provato ad immagina cosa avrebbero potuto provare Nick e Greg davanti
il tormento di Grissom, davanti il pensiero di potersi trovare nella
stessa situazione. È venuta fuori una fic un po’
anomala per i miei standard, sensuale ed erotica, quasi senza trama.
Spero che comunque vi piaccia.
Dediche:
Dedico questa fic alla mia sensei Akane sono molto
contenta che l’altra fic ti sia piaciuta e che Greg seme ti
abbia convinta alla fine ^o^ ed ad H WWarrik lo sa
perché Nick si è confidato con lui, Sarah ha solo
intuito qualcosa, infondo quei due si erano appartati al buio e Greg ne
è venuto fuori tutto scarmigliato… Spero che
anche questa ti fic ti piaccia come la precedente ^O^
Ringraziamenti:
Ringrazio H W e roxrox che
hanno inserito ‘Il primo e l’ultimo, il mio
tutto’ tra i loro preferiti, e tutti coloro che hanno anche
solo letto. Ringrazio tutti coloro che leggeranno e commenteranno
questa fic.
Adesso
vi lascio alla lettura, alla prossima gente ^O^
Non voglio perderti!
Baci
che sembrano morsi…
Labbra
umide su labbra umide…
Denti
che stringono e tirano, sperando di rubare un frammento
dell’anima dell’altro…
Respiri
ansanti che si miscelando ad altri respiri ansanti, fino a rendersi
indistinguibili…
Mani
che premono sulla pelle fino a sentire le ossa sotto…
Dita
che stringono la pelle, la tirano e la torcono…
Unghie
piantate nella carne fino a graffiarla…
Corpi
che si cercano continuamente rigirandosi tra le coperte…
Pelle
arroventata contro pelle arroventata…
Sudore
che si mischia ad altro sudore…
Lenzuola
umide che nell’impeto si sfilano dal loro posto, si
arrotolano e si ammucchiano disordinatamente attorno a noi…
I
suoi occhi liquidi ed annebbiati dal piacere, quasi imploranti,
piantati nei miei ugualmente desiderosi…
La
sua schiena che si inarca fino al parossismo contro il mio torace, in
cerca di un contatto più appagante di questo eccitante e
frustrante sfregare delle nostre epidermidi…
La
sue gambe snelle ed affusolate schiuse attorno ai miei fianchi, che
scattano ad ogni ondata di piacere…
Due
corpi allacciati in un feroce abbraccio…
…
fino a che non si distingue più dove inizia uno e termina
l’altro…
Dolore
e piacere che si fonde in un’unica, perfetta miscela che ci
intossica, ci divora la mente e governa tutte le nostre azioni.
Scendo
con le labbra sul suo collo sensualmente inarcato
all’indietro baciando, mordendo, premendo forte con la
lingua, lasciando evidenti segni rossi su questa sua pelle
d’avorio. La sua risposta è un basso, roco mugolio
di protesta, mentre spinge il suo corpo contro il mio, incoraggiandomi
e provocandomi.
-
Nick…- il mio nome sulle sue labbra è un sospiro
basso e sensuale che si scioglie sul mio corpo come metallo fuso.
Per
un istante non vedo più nulla, ogni forma ed ogni colore si
fonde in un unico manto nero che mi copre gli occhi. Greg ha il potere
di ridurre la mia volontà ad un semplice velo di cipria,
fine ed impalpabile, che va via al minimo soffio. La voglia di lui, di
afferrarlo per quei fianchi sottili e prenderlo, mi scorre come acido
nelle vene; l’immagine del suo corpo candido e perfetto,
lascivamente disteso davanti a me è impressa a fuoco nel
buio della mia mente.
Lentamente
sollevo una mano e la porto alla base del suo collo, resto per un
istante fermo a godermi il calore che emana la sua pelle, quindi
comincio senza fretta a scendere, percorrendo il suo busto in una
languida carezza, evitando accuratamente ogni punto che possa
procurargli piacere, fermando le dita sul suo ventre. Greg socchiude le
palpebre, inarcandosi appena, sospirando inappagato.
Mi
chino su di lui fino a sfiorare le sue labbra con le mie.
-
Non ancora amore mio!- sussurro maliziosamente.
Lui
riapre le palpebre pesanti e mi brucia la pelle, la mente e
l’anima con i suoi occhi nocciola infiammati dalla passione.
Con un piccolo scatto della testa cattura le mie labbra con le sue,
incrociando le sue braccia sottili dietro il mio collo per tenermi
fermo contro di lui, quindi inizia a sfregarsi contro di me. Devo
staccare bruscamente la mia bocca dalla sua per liberare questi gemiti
che mi stanno riempiendo la gola, allora le labbra di Greg passano a
ridisegnare la linea della mia mascella con tanti piccoli, stuzzicanti
bacetti.
Lo
spingo sul materasso, distendendomi completamente su di lui,
riprendendo a baciargli le spalle ed il petto, mentre le mie mani
accarezzano la sua pelle che non è coperta dal mio corpo,
fin dove riesco ad arrivare. Greg geme sempre più forte, si
contorce per sfuggire al tormento della mia bocca e delle mie mani.
Usando la sola punta della lingua traccio una linea dalla fossetta del
suo sterno al suo bassoventre. Il corpo di Greg si inarca fin quasi a
spezzarsi, premendo le spalle sul materasso e puntellandosi sui
talloni, la testa sul cuscino completamente gettata indietro. Quello
che esplode sulle sue labbra è un grido alto e rauco, quasi
di liberazione di questo piacere che fa ormai male.
Questo
non è il modo solito con cui facciamo l’amore.
Normalmente procediamo con calma, assaporando piano ogni istante, ogni
gesto, ogni sensazione. Oggi, invece, c’è una
sottile disperazione a guidare i nostri gesti, la profonda
necessità di sapere che lui è veramente
qui con me, che è il suo questo corpo stretto al mio, che
niente di quello che abbiamo assaporato in quest’ultimo
periodo è frutto della nostra fantasia. Nutriamo il bisogno
di un contatto estremamente tangibile fra di noi, per poter credere che
l’altro non è improvvisamente scivolato via dalle
nostre dita.
Ho
un disperato bisogno di sapere che Greg è davvero qui con me
stanotte, che non andrà mai via da me!
Quando
le mie labbra scendono a preparare il suo corpo, la voce di Greg si
trasforma, diventa singhiozzante ed il mio nome un gemito flebile,
quasi inudibile, con cui cerca di dirmi che è arrivato al
limite.
Mi
risollevo sulle ginocchia, troneggiando su di lui. Il suo corpo sottile
ed opalescente vibra scordinatamente sotto gli spasmi di piacere, la
pelle increspata da brividi continui, le labbra rosse schiuse contro il
respiro ansante. Mi fissa negli occhi e comprendo che i giochi sono
terminati: ci siamo provocati a vicenda troppo e troppo a lungo ed ora
l’eccitazione scorre nelle nostre vene come lava.
Prendo
le mani di Greg nelle mie, intrecciando le nostre dita, poggiandole sul
materasso ai lati della sua testa. Lo osservo dall’alto ed
è una visione devastante, che divora tutto il resto del
mondo, l’unica cosa reale che resta nella mia testa
è questo bisogno estremo che ho di lui, che sta quasi
diventando sofferenza.
Essere
dentro di lui è come ritornare a casa dopo una lunga
assenza. È la sensazione più intensa e dolce che
abbia mai assaporato. È una sensazione di cui ormai non
sarei più riuscito a fare a meno. Questa sensazione ormai
è penetrata a fondo nella mia anima, ramificandosi
dappertutto, impossibile da estirpare.
Cosa
proverei nel ritrovarmi al posto di Grissom?
Cosa
fare se una psicopatica catturasse e tentasse di uccidere Greg con il
solo scopo di farmela pagare?
Credo
che non esisterebbe un posto abbastanza sicuro in cui potrebbe
nascondersi da me. Le darei la caccia giorno e notte per vendicarmi,
facendone la mia ragione di vita.
Perché
non potrebbe esistere una vita senza Greg!
Io
stesso non esisterei senza di lui!
Le
sue gambe snelle ed affusolate si ancorano alla mia vita, come per
tenermi stretto a lui il più possibile. Le sue mani
artigliano le mie spalle in una presa soffocante. È
completamente aggrappato a me. È stretto a me più
di quanto sia umanamente possibile.
Vedere
Grissom, di solito così imperturbabile, con
quell’espressione straziata sul volto è stato
impressionante. Aveva in mano tutti gli elementi per trovare Sarah,
eppure senza conoscere il posto esatto in cui si trovava era
impossibilitato a fare qualsiasi cosa.
Come
è riuscito a mantenere quel poco di calma utile a continuare
le indagini?
Io
al suo posto sarei andato completamente fuori di testa! Avrei
sicuramente iniziato ad urlare prendendomela con tutto e tutti, creando
uno scompiglio tale da impedire di procedere in qualsiasi modo. Sarei
piombato nella cella di quella pazza e l’avrei scossa fino a
farle sputare l’anima, l’avrei costretta a dirmi
dove avesse lasciato il mio angelo, anche a costo di pestarla a sangue.
Tutto quello che non fosse stato Greg, sarebbe passato in secondo
piano. Sicuramente sarei stato estromesso dalle indagini per aver perso
tutta la mia obbiettività.
Sollevo
una mano, prendendo la sua, intrecciandole, e la porto alla bocca. Con
le labbra ne accarezzo piano il dorso, spostandomi poi sulle sue dita
affusolate. Greg serra maggiormente le dita sulle mie.
L’amore
che nutro per lui è troppo vasto, intenso per essere
espresso a parole. Forse nemmeno i gesti possono darne la giusta idea.
Greg è diventato il centro esatto del mio universo.
È per lui che mi alzo la mattina, che rido, che vado avanti.
È il respiro che anima i miei polmoni, il sangue che mi
scorre nelle vene.
Greg
ha creato attorno a me un mondo perfetto, mi ha circondato
d’affetto, mi da continuamente tutto quello di cui ho
bisogno, scacciando la solitudine con i suoi sorrisi. Questa casa
è diventata meno ampia e cupa da quando
c’è lui. Ha riempito il silenzio con la sua voce,
con la sua risata. Ha ridato colore ad ogni cosa con quei suoi gesti
piccoli, quasi inconsapevoli, ricolmi d’amore. Quando
è al mio fianco nessun fantasma del passato può
tormentarmi. Mi ama e mi protegge, in un modo che non avevo mai
sperimentato prima.
Semplicemente
io vivo per te, Greg!
Quanto
vorrei che potessi assaggiare tutto l’amore che ti porto!
Quanto
vorrei che potessi comprendere quanto bruciante sia questo sentimento!
Ti
bacio desiderando di poterti trasmettere almeno una parte di questo
sentimento annullante. Ma questo contatto basta ad infrangere le nostre
anime in mille schegge incandescenti. Tutto defluisce in
un’accecante biancore, annullando ogni rumore, ogni altra
sensazione che non sia questa vibrazione che ci squassa dal profondo
dell’anima. Vagamente riesco a registrare le nostre voci che
urlano i nostri nomi.
Quello
che resta è la sensazione di essere riuscito a raggiungere
l’anima di Greg, di essere riuscito a toccarla, a farla mia,
a fonderla con la mia. Anche se solo per un misero istante.
Il
mio angelo solleva pesantemente le palpebre, guardandomi con i suoi
occhi nocciola innamorati e liquidi, mentre un sorriso dolcissimo gli
sfiora le labbra.
Con
il violento pulsare dei battiti sembra essere scomparso quel lieve
dolore che pizzicava la mia anima, e sicuramente anche la sua,
lasciando un forte senso di appartenenza reciproca.
Le
dita di Greg iniziano ad accarezzarmi i corti capelli sulla nuca, con
indolenza, facendo increspare appena la mia pelle. Non riesco a
resistere alla malia di quelle labbra rosse, schiuse contro il respiro
ancora leggermente affannato, e, stringendomelo contro con le braccia,
lo bacio nuovamente.
Se
adoro fare l’amore con Greg, nondimeno amo il dopo
quando ci stringiamo l’uno all’altro in baci calmi
e lenti, come se avessimo tutto il tempo del mondo a disposizione, come
se non esistesse nient’altro che noi, colmi di un dolce senso
di pace ed benessere, racchiusi in una bolla dorata che lascia tutto il
resto fuori. Carezze piene d’amore indugiano sulle nostre
pelli ancora ricoperte di un umido calore. Guardo Greg nei suoi grandi
occhi nocciola, trovandoli limpidi, caldi e sicuri, esatto riflesso dei
miei.
Potrei
vivere solo di questo. Potrei vivere solo per momenti come questo.
L’alba
esplode su Las Vegas inondando il cielo di oro liquido. Tutto quello
che la nuova luce sfiora sembra risplendere abbacinante. Io ed il mio
angelo osserviamo questo spettacolo dalla finestra, mollemente distesi
sul letto. Siamo sdraiati sul fianco, la schiena di Greg contro il mio
torace, le nostre gambe intrecciate, le teste poggiate sullo stesso
cuscino. Le nostre mani sinistre abbandonate sul materasso, poco
distanti da noi, una sopra l’altra, le dita ancora
intrecciate. La luce strappa bagliori dorati al metallo delle fedi, una
accanto all’alta.
Quella
appena trascorsa è stata una di quelle notti in cui non
siamo capaci a stare lontani, in cui il desiderio che proviamo
l’uno per l’altro brucia continuamente, e non
riusciamo a smettere di fare l’amore.
Greg
si rannicchia ancora di più contro di me e sospira.
-
Che c’è?- gli chiedo baciandogli la tempia.
Non
sembra ma Greg è uno che rimugina da solo sulle cose, senza
chiedere consiglio agli altri. Anche con me fa così e spesso
devo insistere parecchio per farlo parlare.
-
Stavo pensando a quello che è accaduto nelle ultime
ore… a Sarah e Grissom… – lo sento
stringere la presa sulla mia mano – Ho già
assaporato cosa voglia dire avere paura di perderti, l’ho
già provata sulla pelle… Eppure non riesco ad
immaginare come reagirei se ti perdessi ora che so cosa voglia dire
essere amati da te ed amarti – piega il braccio e porta le
nostre mani intrecciate al petto – Riesco ad immaginare solo
un’immensa voragine nera…- e la sua voce sfuma
fino a spegnersi.
Sento
il cuore vibrare impazzito nel petto per la troppa emozione. Aumento la
stretta delle mie braccia su di lui e poggiò la fronte
contro l’incavo della sua spalla. Mi sono chiesto esattamente
le stesse, provando un immenso, lacerante dolore al solo pensiero.
Questo nostro amore è diventato un sentimento troppo
intenso, che ci ha legati indissolubilmente l’uno
all’altro, rendendo insignificante la nostra vita lontano
dall’altro.
Esistiamo
solo per l’altro, senza siamo niente. Per questo la paura di
perderci è straziante.
Vorrei
saper dire qualcosa che sappia alleviare il tormento di entrambi.
-
Sono qui, amore mio!- solo questo riesco a dire, con le labbra che
accarezzano la sua pelle ad ogni parola.
Greg
si volta fino a poter guardarmi negli occhi. Non ho mai visto i suoi
occhi nocciola così tormentati. Chino la testa e gli
cospargo il volto di piccoli baci, ripetendogli che sono qui con lui.
Lui chiude le palpebre beandosi di questi dolci contatti, sospirando
soddisfatto. Quando mi allontano dalla sua pelle la sua espressione
è più distesa, anche se qualcosa continua ad
agitarsi sotto la superficie. Abbiamo visto troppi colleghi uscire dal
laboratorio sorridendo per non tornare mai più. La paura ci
accompagnerà per sempre.
Il
mio piccolo angelo solleva l’altra mano e la porta sulla mia
guancia, carezzando la pelle con il pollice.
-
Anch’io sono qui!- risponde con un piccolo sorriso, prima di
far scivolare la mano sulla mia nuca e spingermi verso di lui.
Le
sue labbra incontrano le mie dolci come ambrosia. I nostri corpi
ricominciano a cercarsi in lente, languide carezze. I nostri sensi
riprendono a fremere e tutto il resto scompare nuovamente, lasciando
solo due corpi nudi allacciati l’uno all’altro e lo
scintillio dorato di due fedi l’una premuta contro
l’altra.