Note: questa è
la prima fic che scrivo su
questa coppia senza prendere spunto dalla serie televisiva, infatti
ho trovato un po’ di difficoltà nella stesura,
anche se ho
cercato di mantenere il Nick dolce e premuroso delle altre.
L’idea
mi è venuta rileggendo il penultimo volumetto di
‘Strofe
d’Amore’, la parte in cui Sakuya si sveglia e
prende la misura
dell’anulare di Aine per comprarle l’anello di
fidanzamento. Il
mio Nick mi sembra un tipo possessivo nei confronti di Greg, quindi,
nonostante stiano insieme da poco tempo, mi è sembrato un
gesto adatto a lui. All'inizio avevo pensato di ambientare la seconda
parte nei laboratori, ma poi l'idea di fargli fare il bagno insieme
mi ha letteralmente sedotto. La scena nel bagno è stata
programmata, anche se mi sono vergognata e non l’ho fatta
molto
particolareggiata, prometto che cercherò di descrivere
più
esplicitamente la prossima lemon.
Dediche: dedico questa fic alla
mia sensei Akane, ed a H N(Grazie per aver messo ‘Nei tuoi
occhi’
tra i preferiti! Me molto commossa!). Spero che questa fic vi piaccia
^.^
Ringraziamenti: ringrazio tutti coloro che leggeranno.
Non
mi resta che augurarvi buona lettura. ^.^
Sollevo
lentamente le palpebre, la sveglia sul comodino segna le tre del
mattino, spandendo la sua luce giallastra nel buio della stanza,
appena rischiarato dalla luce che proviene dalla strada: abbiamo di
nuovo lasciato la finestra aperta!
Chiudo gli occhi ed ascolto il
suono più bello di tutti: il respiro dell’altra
persona che
riempie la stanza insieme al mio! Ancora non riesco a credere che io
ed il mio angelo viviamo insieme! Dopo che gliel’ho proposto
erano
trascorse troppe settimane senza che succedesse nulla, avevo
già
iniziato a credere che ci avesse ripensato. Una sera, però,
ho
aperto la porta e mi sono ritorvato davanti uno splendido Greg
imbarazzato con un borsone da palestra pieno a tracolla. ‘ Il
resto
lo prenderò con calma!’, mi ha detto solo questo,
poi mi si
è slanciato contro, avvolgendomi il collo con le braccia,
stringendosi più che poteva a me, e mi ha sussurrato un
flebile ‘Ti amo ’ sulle labbra prima di baciarmi.
Sospiro e
riapro gli occhi, osservando il soffitto striato da lame di luce
pallida. Mi sento così felice…
… Tendenzialmente sono
sempre stato un animale solitario, certo ho avuto le mie storie, ma
ho sempre impedito alle mie compagne di entrare a fondo nella mia
vita, per proteggere loro, ma soprattutto me stesso, perché
presto o tardi, una volta assaggiato cosa sia davvero la mia vita,
sarebbero fuggite via senza mai voltarsi. Invece chiedere a Greg di
vivere insieme è stata la cosa più naturale
possibile,
forse perché facciamo lo stesso lavoro e che per questo
capisce quando sono stanco e non ho voglia nemmeno di aprire gli
occhi, ma anzi mi asseconda accoccolandosi contro di me… Non
so
cosa sia stato, né perché lo provi
tutt’ora, so solo
che ho provato un istantaneo istinto di fiducia verso il mio angelo,
so per certo che fra noi non finirà mai nel modo burrascoso
in
cui è terminato il matrimonio di Warrick…
È questo
meraviglioso senso di pace e felicità a dirmelo!
Volto
appena la testa ed incrocio il profilo di Greg appena disegnato da
fili di luce argentata contro lo sfondo scuro delle pareti, mi piace
osservarlo mentre dorme, ha un’aria tremendamente dolce ed
ingenua,
che fa a cazzotti con quella irriverente e burlesca che indossa di
giorno! Dorme così rilassato e pacifico da sembrare un
bimbo,
ed in effetti Greg ha sempre avuto un che del moccioso, forse
perché
era il più piccolo di noi, forse per la sua tendenza agli
scherzi ed alla battuta facile, ma era il motivo per cui io e Warrick
lo tenevamo a distanza, noi eravamo gli adulti, quelli che militavano
da anni sul campo, che avevano visto tutti gli orrori che la mente
umana potesse partorire, o quasi, che poteva saperne un topo da
laboratorio come lui?
Lo avevo sempre visto come una piccola
peste, un fratellino minore con il quale scherzare e divertirmi,
quando ho iniziato a considerarlo un uomo da amare?
Un piccolo
sorriso mi incurva le labbra: forse ho iniziato a preoccuparmi per
lui la volta in cui è esplosa la teca che conteneva i gas
per
rilevare le impronte.
Quanto mi hai fatto preoccupare amore mio,
con la tua innata capacità di attirare i guai come una
calamita!
Sollevo un mano ed inizio a disegnare i contorni del suo
volto con i polpastrelli: è cambiato molto dal marmocchio
fresco di laurea che aveva iniziato a lavorare al laboratorio, prima
timido ed impacciato, poi, man mano che acquisiva confidenza con noi,
sempre più sicuro e allegro, come se la vita per lui fosse
solo un divertimento da prendere alla leggera nonostante quello che
vedeva in laboratorio; ora è diventato un uomo, sexy come
pochi, per giunta!
Con una carezza appena accennata sulla guancia
morbida, arrivo ai suoi capelli arruffati, che ora catturano e
riflettono la luce perlacea dell’esterno. Grazie alla doccia
che ha
fatto ora sono morbidi, piacevoli al tatto, così diversi da
quei ciuffi stopposi in cui si ostina a ridurli con il gel.
Il mio
angelo muove appena la testa mugugnando qualcosa nel sonno,
strofinandosi inconsciamente contro la mia mano.
Non si può
esprimere a parole tutto quello che mi si scatena dentro ogni volta,
la tenerezza che mi riempie il cuore ora che lo osservo così
dolce ed indifeso mi fa quasi male. Ogni volta che lo osservo il
sentimento che provo per lui cresce, si gonfia, scalpita, urla,
è
qualcosa di così profondo, di così grande, reale
e
vero, da farmi perdere completamente la ragione…
… a volte mi
chiedo se ho mai veramente amato qualcuno prima di lui,
perché
nessuna è mai stata così importante per me da
coinvolgermi fino al punto di tenermi sveglio la notte ad
osservarla.
Se qualcuno mi chiedesse ora se so cosa sia l’amore
io risponderei semplicemente ‘Greg!’,
perché per me è
diventato tutto quello che racchiude tutti i significati e le
sfaccettature di questo sentimento.
Amore…
… giro e rigiro
questa parola tra le mie labbra, ma ogni volta mi sembra che manchi
qualcosa, non bastano queste cinque lettere per esprimere tutto
quello che provo per lui…
… ma credo che non bastino tutte le
parole per farlo!
È un qualcosa troppo concreto,
complicato, dai contorni troppo indistinti per essere definito;
è
tutto così semplice, ma anche così
complicato… Non
basta certo dirgli ‘Ti amo!’…
… ma non basterebbero
nemmeno tutte le parole del mondo per spiegare quello che ci lega,
è
un ‘qualcosa’ di troppo complesso ed articolato, ma
noi non
comunichiamo con vuote e fredde parole, noi comunichiamo con lo
sguardo, con le labbra…
Con una carezza tanto languida quanto
leggera scivolo lungo il suo braccio e raggiungo la sua mano
abbandonata sul materasso, poco distante dal cuscino. È
questa
mano che mi ha accarezzato prima di addormentarci, questa mano di
fine porcellana dalle dita lunghe, a cui basta sfiorarmi per
riscaldare la mia pelle…
… la osservo a lungo mordendomi le
labbra indeciso, accarezzandone il dorso con la punta delle mie
dita…
Che devo fare?
Ho voglia di concretizzare in qualche
modo la nostra convivenza, fare qualcosa che gli possa ricordare
sempre ‘noi’, che lui è mio esattamente
come io sono
suo…
Lo so che è presto per una cosa simile, ma lo era
anche per chiedergli di vivere insieme, no?!
In amore il tempo è
un concetto relativo, non esiste il passato, solo il presente ed il
futuro, ed io vorrei concentrarmi solo su questo, sul nostro presente
insieme, sul futuro che ci vedrà ancora uniti, qui in questo
letto o dovunque esso vorrà.
E poi per essere completamente
onesti, vorrei fare qualcosa, dargli un qualcosa che faccia capire
agli altri, a tutti quelli e quelle che lo guardano adoranti mentre
cammina per i corridoi del laboratorio, che lui è
già
impegnato, che appartiene già a qualcuno, e che non sono
disposto a lasciarlo andare tanto facilmente!
Qualcosa di semplice
e non pretenzioso, qualcosa che porterà sempre con
sé…
E
già una mezza idea si forma nella mia mente mentre stringo
l’anulare di Greg tra due delle mie dita, come per misurarne
il
diametro, sono talmente concentrato che nemmeno mi rendo conto che ha
aperto gli occhi.
- … Nick…?- la sua voce assonnata e roca mi
sorprendono all’improvviso.
Sollevo lo sguardo su di lui, mentre
con un gesto fluido e fintamente casuale intreccio le mie dita con le
sue. Gli sorrido intenerito dalla sua espressione.
- Scusami, non
volevo svegliarti!- sussurro, come se non volessi infrangere il
silenzio che ci ha morbidamente avvolto fino ad ora.
- Non mi hai
svegliato!- risponde un po’ più lucido, mentre
stringe la
presa delle sue dita attorno alle mie.
Io mi porto la sua mano
alle labbra e ne bacio il dorso. Ho scoperto che a Greg piace
parecchio essere vezzeggiato con simili, piccole attenzioni; infatti
arrossisce appena mentre i suoi occhi si addolciscono. Mi si avvicina
facendo aderire completamente il suo corpo al mio, appoggia la testa
sul mio stesso cuscino, ora siamo a pochi centimetri di distanza
l’uno dal volto dell’altro, posso sentire
distintamente il suo
respiro tiepido sfiorarmi le labbra, mentre il suo odore dolce e
sensuale mi avviluppa in una ragnatela dalla quale già so
che
non ho scampo. Lo guardo dritto nei suoi occhi, quegli occhi che
sanno passare da uno sguardo irriverente, ad uno mortalmente serio in
poche frazioni di secondo, occhi che ho scoperto che mi osservano
sempre, mi sorvegliano da lontano, discretamente, occhi che ora mi
stanno guardando con un amore che non avrei mai creduto di poter
provare. Sciolgo la stretta tra le nostre mani e faccio passare il
mio braccio attorno alla sua vita, stringendomelo contro per
impedirgli di allontanarsi, carezzando la sua pelle morbida e lieve
della schiena con tutto il palmo aperto della mano, ho passato
l’altro braccio sotto il suo collo, lasciandolo abbandonato
lungo
il materasso. Greg invece mi accarezza sul braccio, premendo appena
con la punta delle dita sul bicipite, avverto il tepore
dell’altra
sua mano contro il mio torace, quasi sopra al cuore.
- Che stavi
facendo sveglio a quest’ora del mattino?- mi chiede con un
piccolo
sorriso malizioso.
- Ti stavo guardando dormire.- rispondo
semplicemente.
E mi riempio gli occhi ed il cuore della visione
del suo volto angelico che si colora appena di stupito rossore,
mentre i suoi occhi si spalancano un po’. Un sorriso
divertito mi
sfiora le labbra mentre mi avvicino per baciarlo, la mia mano sulla
sua schiena risale fino alle scapole, ricalcando scrupolosamente la
spina dorsale, per poi ridiscendere in un movimento leggero, appena
accennato, che fa increspare la sua pelle.
- Ti sembra così
strano che io ti guardi?- gli chiedo senza allontanarmi.
A me
piace parlargli da così vicino, vedermi riflesso nei suoi
occhi limpidi e sinceri, sfiorare con ogni movimento delle mie labbra
le sue, sentirmi vicinissimo a lui, come se quasi tutti gli spazi fra
noi fossero stati annullati. È in momenti come questi che mi
sembra che tutto il resto svapori velocemente, che l’unica
cosa
reale ed importante sia solo ed unicamente quest’angelo tra
le mie
braccia, che l’unico posto al mondo realmente importante sia
quello
in cui ci troviamo.
- Perché mi guardavi?- mi chiede invece
lui, guardandomi imbarazzato.
Che faccio, glielo dico? Gli
confesso che ogni volta mi sembra di osservare la cosa più
bella che sia mai apparsa in questo mondo?
Sorrido conoscendo già
la risposta.
- Le cose belle sono fatte per essere guardate, no?!-
gli dico sorridendo, guardandolo negli occhi per mostrargli che non
sto mentendo.
Lui arrossisce ancora di più, assumendo
un’adorabile espressione imbarazzata, come se non fosse
abituato
certe confessioni. Poi, con un movimento velocissimo, nasconde il suo
volto contro il mio collo, come per sfuggire anche alla vergogna
oltre che a me.
- Stupido!- bofonchia contro la pelle del mio
collo, stringendosi di più contro di me.
Ed io posso solo
stringere di più la stretta delle mie braccia su di lui,
ridacchiando felice e divertito, completamente appagato.
- Buona
notte Greg!- e gli lascio un bacio alla base del collo.
Lui fa lo
stesso, e si addormenta così tra le mie braccia. Io resto
ancora un po’ sveglio a godermi questa sensazione, prima che
il
sonno prenda nuovamente il sopravvento.
Continuo a camminare
avanti ed indietro nel salotto, come una tigre in una gabbia:
è
la prima volta che faccio una cosa simile e sono decisamente nervoso,
come se da questo dipendesse la mia vita!
Ed in effetti la cosa
non è del tutto falsa: se Greg non dovesse accettarmi credo
proprio che potrei morirne!
Mi fermo ed estraggo una scatolina
dalla tasca del pantalone, la apro con uno scatto secco e guardo il
contenuto: i pensieri di stamattina non mi hanno abbandonato per un
solo istante, ho continuato a rimuginarci sopra, con il risultato che
Grissom ha dovuto richiamarmi più volte perché
avevo la
testa tra le nuvole. Greg era impegnato con Warrick e Sarah su un
altro caso e non abbiamo potuto vederci, quindi ho potuto pensare con
tutta calma. Alla pausa pranzo sono uscito con una scusa ed ho
iniziato a gironzolare per i negozi del centro alla ricerca di quel
famoso ‘qualcosa’…
Mentre passavo da una vetrina all’altra
mi sono ritrovato a pensare che ormai non posso più fare a
meno del mio angelo, che il bisogno che ho di lui invece di scemare
aumenta sempre di più, che più l’ho
più lo
desidero; ma non è solo una questione di sesso, io non
riesco
mai a tenere troppo a lungo le mani lontane da lui, ho un bisogno
costante di toccarlo, di sentire la consistenza della sua pelle sotto
le mie dita, di avere i polmoni pieni del suo profumo, riesco a stare
bene solo così…
… è come avere una fame atavica
che non può essere saziata, una sete terribile che non
può
essere stinta, mi sembra che ogni parola che pronuncio si trasformi
nel suo nome, che ogni pensiero formulato mi conduca a lui, ho sempre
la sua immagine impressa davanti gli occhi, vorrei averlo accanto a
me ogni momento…
Mi è semplicemente diventato necessario
per vivere!
Uno scintillio proveniente dalla vetrina di una
biblioteca ha attirato la mia attenzione: quello che vedevo era
perfetto, ma Greg avrebbe acconsentito a portarlo?
Siamo già
stati fortunati che al lavoro non abbiano fatto troppe domande quando
Greg ha consegnato il nuovo indirizzo all’ufficio
informazione e si
è sparsa la voce che viveva da me. Abbiamo mentito, dicendo
che Greg aveva avuto dei problemi con il suo condominio, quindi io
l’ho ospitato da me, sembra che tutti abbiano preso per buona
questa versione …
Non mi è piaciuto mentire ai nostri
colleghi, ma è stato necessario: se anche loro avessero
accettato la nostra relazione, non credo che ai piani superiori
avrebbero fatto altrettanto, e dopo i guai che Greg ha passato con il
caso James, non ce la siamo sentita d aggiungerne altri; ma poi
Grissom e Sarah non hanno tenuto nascosto anche loro nascosta la loro
storia?
Chiudo la scatoletta e mi impongo di calmarmi: se Greg
accettasse sarei l’uomo più felice del mondo,
avrei ottenuto
tutto quello che desideravo, ma devo prepararmi anche ad un suo,
molto più probabile, rifiuto. Il mio angelo potrebbe
rifiutare
per paura di quello che gli altri potrebbero pensare a vederlo andare
in giro con una cosa simile…
Al solo pensiero mi si stringe un
nodo allo stomaco!
Scuoto la testa: è inutile emettere
condanne prima di sentire la sentenza di Greg!
La chiave che ruota
nella porta facendo scattare la serratura mi avverte che il momento
è
ormai giunto: inspiro cercando di farmi coraggio e mi avvio verso la
porta per accoglierlo.
Mi piace l’idea che ci sia qualcun altro
che entra in casa usando le chiavi, mi trasmette una forte sensazione
di tranquillità, quasi come se mi dicesse che ormai Greg fa
definitivamente parte della mia vita.
Sorrido a me stesso: quando
sono diventato così sentimentale?
Il mio angelo entra in
casa ed io lo accolgo subito con un abbraccio, che Greg ricambia con
uguale calore, artigliando la stoffa della maglia dietro le mie
spalle.
- Bentornato!- e lo bacio.
Quando mi allontano da lui
vedo che il suo volto è stanchissimo, che
un’espressione
assonnata gli vela gli occhi. Warrick me l’ha detto che il
caso al
quale stavano lavorando era difficile, che Greg ha fatto una faccia
strana davanti al cadavere devastato del bambino.
Adesso ci penso
io a te, amore mio!
- Ti va un bagno Greg?- gli chiedo piano, come
per non strapparlo al torpore in cui sta sprofondando.
Lui
annuisce muovendo solo la testa ed io lo bacio su una guancia, prima
di trascinarlo in camera nostra. Piano, senza fare movimenti bruschi,
lo libero degli abiti che sono impregnati di tutti gli odori di
questa giornata. Lui si lascia fare senza opporre resistenza, quasi
come fosse una gigantesca bambola, perché quando
è così
stanco no ha la forza di fare né dire nulla. Non lo
ammetterò
mai apertamente, ma mi piacciono situazioni così intime.
Nemmeno si rende conto che mi sto spogliando anch’io. Lo
guardo e
non resisto alla visione del mio Greg tutto assonnato: lo sollevo tra
le braccia, stringendomelo contro il petto, lui mi fa scivolare le
braccia attorno al collo per poi poggiare la testa contro la mia
spalla, in un gesto lento e languido, tremendamente suo. Entro in
bagno e mi siedo sul bordo della vasca con lui seduto sulle mie
ginocchia. Apro l’acqua calda e verso una generosa
quantità
di bagnoschiuma: adoro la morbidezza dalla schiuma, è come
la
pelle di Greg. Il respiro del mio amore contro il collo mi spara
scariche di piacere lungo la spina dorsale, verso ogni cellula del
mio corpo, ma cerco comunque di trattenermi. Mi piace anche quando ce
ne stiamo abbracciato, assaporando la presenza l’uno
dell’altro.
Quando l’acqua arriva al livello giusto la chiudo, mi sollevo
in
piedi, e sempre tenendolo in braccio, entro in acqua, posizionandomi
dietro di lui, abbracciandolo forte e facendo combaciare la sua
schiena contro il mio torace. Greg si rilassa all’istante,
abbandonandosi completamente contro di me. Rimaniamo un po’
in
silenzio, con l’unica compagnia delle gocce d’acqua
che dal
rubinetto cadono nella vasca. Bacio la tempia di Greg prima di
spostare le mani sulle sue spalle, iniziando un massaggio per farle
sciogliere i muscoli che nemmeno l’acqua calda è
riuscita a
rilassare. Lui mugola di piacere e dolore, un suono denso e felino,
dannatamente piacevole. Quando smetto faccio scivolare un braccio
attorno alla sua vita per stringermelo contro, mentre con
l’altra
mano gli accarezzo il collo, fino a raggiungere il suo mento per
fargli voltare la testa e coinvolgerlo in un lungo bacio. Anche
questa mano va a raggiungere l’altra sotto il pelo
dell’acqua.
Coinvolto dal bacio Greg si gira, fino a mettersi di lato e potermi
così abbracciare.
- Va meglio ora?- gli chiedo prima di
baciarlo su uno zigomo.
- Si, grazie!- sospira di piacere.
Quindi
si rannicchia contro il mio torace, chiudendo gli occhi ed
appoggiando la testa contro il mio collo. Ritrovando in lui tutta la
fragilità che lo contraddistingue nei momenti in cui abbassa
le sue barriere e mi consente di osservare la sua anima, io me lo
stringo contro, come se dovessi proteggerlo da tutto il mondo che
è
rimasto all’esterno della porta di questo bagno. Qui ci siamo
solo
noi, non esistono le altre persone con i loro pregiudizi e le loro
cattiverie. Improvvisamente, chiuso in questo rifugio, mi sento come
se tutte le mie paure ed i miei dubbi siano svaporati, lasciandomi
solo la piacevole convinzione che sto facendo la cosa giusta.
Parliamo un po’, Greg mi racconta del suo caso, e lo sento
tremare
un po’ mentre mi spiega tutto quello che hanno fatto a quel
bambino. Lo interrompo con un bacio: Greg non è un tipo
impressionabile, non dopo quello che ha visto finora, ma non riesce
proprio a sopportare i casi in cui sono coinvolti dei bambini,
perché
nella sua grande ingenuità e dolcezza non riesce a capire
come
si possa fare del male ad esseri così innocenti. Approfitto
di
questo bacio per attuare il mio piano: prendo la sua mano nella mia
ed inizio a giocare con le sue dita. Quando mi allontano da lui, vedo
che mi fissa sorpreso mentre solleva la mano sinistra:
all’anulare
brilla nella luce artificiale della stanza un anello, una fascia di
oro bianco, senza fronzoli, semplice e sicura esattamente come il mio
amore. Mentre mi chiedo come reagirà, lo osservo fissare
l’anello stretto attorno al suo dito con
un’espressione stupita.
Solo dopo un lungo istante, durante il quale mi sono dannato
l’anima
per l’indecisione, sposta lo sguardo su di me.
- … Nick…
ma…?- non riesce ad aggiungere altro.
Io mi affretto a
spiegargli il motivo dietro il mio gesto, nella speranza che capisca
i miei sentimenti e non lo rifiuti.
- È solo un altro modo
per dirti che ti amo Greg! So che è passato poco tempo, ma
sono successe tante cose da quando ti ho confessato i miei
sentimenti, che mi sembra sia passato molto più tempo. Io ho
capito che voglio te, Greg, nel mio cuore, nella mia vita. Il mio
futuro lo immagino insieme a te, non mi importa dove, basta che sia
con te. Riesci a vedere questo futuro? Vuoi realizzarlo?- mi trema la
voce ed il cuore sta per esplodermi nel petto.
Amore ti rendi
conto che ti sto chiedendo di trascorrere tutta la vita con
me?
Mentre aspetto impazientemente la sua risposta, vedo Greg
chiudere gli occhi, dopo pochi istante la sua espressione si
rasserena mentre uno dei suoi bellissimi sorrisi che mi fanno
sciogliere gli incurva le labbra.
- Si Nick lo vedo e mi piace da
impazzire! – Solleva le palpebre e pianta il suo sguardo
dritto nel
mio, sereno e deciso – Voglio realizzarlo con te amore mio!-
mi
sussurra sulle labbra prima di baciarmi.
Il cuore mi si blocca nel
petto per un interminabile istante, prima di riprendere a battere
felice e soddisfatto. Prendo la sua mano nella mia e la avvicino al
mio volto.
- Non importa se ne siamo a conoscenza solo noi, è
importante il gesto, la promessa. Ed io giuro di amarti per tutta la
vita, amore mio!- scandisco lentamente le parole, lettera per
lettera, per imprimere più forza a quello che ho detto.
Poi
sfioro in un bacio leggero la fascetta d’oro, come per
suggellare
la mia promessa, senza mai staccare lo sguardo dal volto dolcemente
imporporato del mio amore. Lui, imbarazzato, ritorna ad accoccolarsi
contro di me, passando le braccia attorno al mio collo. Restiamo
così
per qualche istante prima che Greg si allontani come se si fosse
scottato.
- E il tuo dov’è?- mi chiede come se se ne
fosse ricordato all’improvviso.
- Nella tasca del pantalone.-
rispondo tranquillamente alla sua espressione agitata, indicando
l’indumento abbandonato sul pavimento accanto la vasca.
Senza
parlare Greg si inginocchia tra le mie gambe e si sporge oltre il
bordo della vasca, facendo gocciolare l’acqua mentre fruga
nella
stoffa scura. Un’espressione trionfante si dipinge sul suo
volto
quando la trova, subito sostituita da quel tenue rossore che ho
imparato a conoscere ed ad amare. Lo osservo mentre prende la mia
mano e mi infila l’anello e lo bacia, ripetendo la richiesta
che
gli ho appena fatto io. Io sorrido dolcemente mentre gli afferro i
fianchi e me lo tiro contro facendolo sedere addosso a me.
- Giuro
che non lo toglierò mai, Greg!- rispondo serio, per poi
baciarlo.
Subito avverto i nostri corpi reagire alle nostre pelli
che sfregano l’una contro l’altra, in un contatto
decisamente
gradevole. Lo guardo negli occhi trovando subito un assenso. Lo bacio
sul collo per distrarlo mentre le mie mani accompagnano i suoi
fianchi su di me. Greg getta la testa indietro spalancando occhi e
bocca in un grido roco che riempie tutta la stanza. Un attimo di
stasi in cui lui mi abbraccia le spalle e poggia la sua fronte
rovente contro la mia, e poi inizia la nostra corsa, alla ricerca di
questo piacere che sale sempre più, avvolgendoci,
ubriacandoci, fino a che non esplode lasciandoci spossati.
Mi
lascio scivolare sul bordo della vasca, ad occhi chiusi, sempre tendo
il mio Greg tra le braccia, premuto contro di me, nel silenzio rotto
solo dal nostro respiro accelerato.
E finalmente posso avvertire
quel senso di pace e soddisfazione che si prova quando si raggiunge
quello che si desidera veramente, nell’abbraccio di
quest’acqua
fredda e sporca.
È questo il momento perfetto, non ho altro
da chiedere né desiderare ora che ho te amore mio.