Note: Come ogni volta che metto mano a una
coppia ispiratami dalla mia sensei Akane mi sento
emozionata. Sì, perché è stata proprio
lei a farmi innamorare di questo pairing. Non è che non mi
piaccia il personaggio di Calleigh, è che non mi piace
insieme a Eric. Mi spiego meglio: se stai con uno come lui (magari!
*__* ) non ti fai fotografare dalla mafia russa mentre sei intenta a
conversare allegramente con il tuo istruttore di equitazione durante
una romantica cavalcata in riva al mare! No? E poi: le ci è
voluto tutto quel tempo per capire che è innamorata di
Eric??? >__< Va beh, fatto sta che il nostro poliziotto
cubano sta molto, molto meglio con Ryan!!! Quei due insieme stanno
terribilmente bene *çççç*
Sono l’uno l’opposto dell’altro e proprio
per questo si completano a vicenda. E poi Eric secondo me ha la
dolcezza necessaria per superare le barriere che Ryan ha innalzato
attorno a sé. È una fic semplice, senza pretese
solo per vedere come me la cavo con loro.
Dediche: Dedico questa shot alla mia sensei Akane e
a tutti coloro che amano questa coppia.
Ringraziamenti: Ringrazio tutti coloro che leggeranno e commenteranno
(inchino ^___^)
Adesso vi lascio alla lettura, alla prossima gente \^___^/
To have a shower
Il suono
stridulo della sveglia ruppe il silenzio in cui era immersa la stanza,
una mano sbucò dal groviglio di lenzuola e, a tentoni,
cercò l’apparecchio per spegnerlo. Dopo alcuni
istanti di immobilità Eric scalciò indietro le
coperte e si mise a sedere a gambe incrociate sul materasso. Si
passò le mani aperte sul volto stanco e poi si
guardò intorno: l’altra metà del letto,
la sua, era vuota e nessun rumore proveniva dal
bagno…
Inarcò un sopracciglio sorpreso, ma era troppo stanco per
fare qualsiasi cosa: quella appena trascorsa era una di quelle notti in
cui non riuscivano a stare lontani l’uno dall’altro
per più di qualche minuti. Sperò davvero di
riuscire a concentrarsi quel giorno e di non combinare qualche
disastro.
Il resto della stanza era un disastro con i vestiti gettati
dappertutto. E il letto non era ridotto meglio, sbuffò
divertito mentre osservava le lenzuola sfatte e aggrovigliate alla
rinfusa.
Un sorriso dolce e malizioso insieme gli schiuse labbra mentre ricordi
incandescenti si accendevano nella sua mente rapidi come flash: poteva
sentire ancora sulla pelle l’impronta delle sue mani e della
sua bocca. Sembrava che tutta la camera fosse impregnata del suo odore.
Si sentiva così stupidamente felice, ma non poteva farci
niente: ancora dopo tanto tempo l’idea di loro due insieme
fra le lenzuola di quel letto o in qualsiasi altro luogo immaginasse,
lo riempiva di un’incontrollabile gioia.
Scosse la testa per scacciare quei pensieri oziosi e si alzò
dal letto, ergendosi in tutta la sua statuaria bellezza e, dopo essersi
legato un lenzuolo attorno i fianchi per coprirsi, aggirò il
letto e attraversò la stanza. La luce del sole che colava
dalla finestra scivolava sinuosamente sulla sua pelle brunita
illuminandola di una leggera polvere d’oro, disegnando decine
di sentieri d’ombra che esaltavano i contorni forti dei suoi
muscoli.
Entrato in bagno fece scorrere l’anta del box doccia e
aprì la manopola dell’acqua calda. Quando si
girò lo sguardo gli cadde sul suo riflesso nello specchio
sopra il lavandino e per poco non scoppiò a ridere. Il suo
collo, il suo torace, il suo addome e perfino le sue braccia erano una
distesa di macchie rosse che fiorivano qui e là sulla sua
pelle scura. Sembrava quasi che Ryan avesse cercato di mangiarlo la
notte precedente, considerò sfiorando con i polpastrelli il
segno che aveva alla base del collo. E in effetti in quale altro modo
avrebbe potuto chiamare quella serie di baci languidi, morsi licenziosi
e lente lappate con cui aveva percorso il suo corpo? Un brivido gli
sciabordò lungo la sua colonna vertebrale al ricordo di
quelle labbra sottili e sensuali che disegnavano sentieri incandescenti
sul suo ventre.
Sembrava non rendersene conto, ma Ryan era sensuale di natura. Lo aveva
notato fin dal primo sguardo che si erano scambiati. Non doveva nemmeno
impegnarsi, era qualcosa insita dentro di lui: bastava un lampo dei
suoi occhi verdi o uno dei suoi movimenti fluidi e felini ed Eric non
capiva più niente.
All’inizio si era spaventato di quel potere che Ryan sembrava
avere su di lui. Non riusciva a comprendere quella sconvolgente
attrazione che provava per il nuovo collega e aveva reagito male,
attaccando e ferendo, facendosi anche odiare, prima che
l’altro potesse fare lo stesso a lui.
Ma poi, con il trascorrere del tempo, si erano lentamente avvicinati e,
dopo aver superato alcuni brutti momenti, avevano lasciato che
quell’amicizia burrascosa si tramutasse in un amore dolce e
passionale, come non ne aveva mai vissuti prima.
Il sorriso sulle sue labbra si addolcì al ricordo del loro
primo bacio che aveva il sapore della rabbia del loro ennesimo litigio,
della frustrazione per quell’amore che ogni volta sembrava
sfiorarli per poi scappare via, della pioggia di quel leggero
acquazzone che li aveva sorpresi mentre discutevano.
Le sue mani scivolarono sul torace a sfiorare un’altra
macchia rossa accanto all’ombelico. Stavano insieme da tanto
tempo ormai e se c’era una cosa che aveva capito sulla loro
storia era che erano fortunati: il loro era quel genere di amore che
tutti cercavano e desideravano vivere almeno una volta nella vita, per
il quale valeva semplicemente la pena di essere nati.
Sospirò sentendo il desiderio del compagno ricominciare a
scorrere nelle sue vene insieme al sangue. Sciolse il nodo con cui
aveva legato il lenzuolo e lo lasciò cadere ai suoi piedi,
quindi entrò nella doccia. L’acqua calda scivolava
sulla sua pelle in rivoli traslucidi, massaggiando i suoi muscoli come
tante dita invisibili. Sollevò il volto verso il getto e
schiuse le labbra, abbandonandosi a quella sensazione di benessere.
Ryan entrò nella loro camera da letto e il suo sorriso si
spense trovandola vuota. Appoggiò i cornetti che era andato
a compare sul comodino e incrociò le braccia al petto
osservando accigliato il letto deserto. Eric aveva creato attorno a lui
un mondo perfetto fatto d’amore e di attenzioni, e lui se ne
nutriva come un affamato. E se ne rendeva conto ogni volta che guardava
nei suoi profondi occhi neri così espressivi e ricolmi di
tutto l’amore che provava per lui: ormai non avrebbe
più potuto stare senza di lui!
Per questo per una volta aveva deciso di accantonare il suo carattere
chiuso e scostante, e di ricambiarlo, di fare qualcosa per lui, anche
se irrilevante come quella di preparargli la colazione. Aveva sperato
di fare in tempo, invece Eric si era già svegliato mandando
a monte i suoi piani. Storse le labbra in una smorfia avvertendo un
leggero fastidio agitarsi sul fondo della sua anima.
Fu allora che udì lo scoscio dell’acqua della
doccia e immediatamente un ghigno osceno gli schiuse le labbra.
Camminando lento e calmo, prendendosi tutto il tempo che poteva come
per prepararsi a quello che avrebbe visto, entrò nella
stanza adiacente e il sorriso sulle labbra si ampliò. La
cabina della doccia non aveva i vetri smerigliati, ma semplici lastre
trasparenti che lasciavano alla vista il corpo perfetto del suo
compagno.
Ignaro della sua presenza, Eric stava finendo di insaponarsi per poi
infilarsi sotto il getto e accompagnare con le mani i rivoli di schiuma
bianca che scorrevano sulla sua pelle portati via dall’acqua
in un contrasto fin troppo sensuale. Ryan deglutì a vuoto:
conosceva quel corpo quasi meglio del suo, eppure
l’eccitazione che la sua sola vista gli procurava col passare
del tempo aumentava anziché diminuire!
Eric sollevò nuovamente il volto verso il getto, chiuse gli
occhi e un’espressione soddisfatta gli si distese i tratti.
Il compagno iniziò rapidamente a spogliarsi, senza riuscire
staccare lo sguardo da lui, completamente ammaliato dalle sue labbra
rosse ricoperte da diamanti liquidi.
Sentendo scorrere l’anta, Eric si volse di scatto
ritrovandosi davanti il compagno nudo, con un piede già
all’interno della cabina.
- Stai per caso cercando di sedurmi, Eric?- gli chiese Ryan con un
sorrisino malizioso mentre richiudeva il battente dietro di
sé.
- No, stavo solo facendo una doccia!- rispose mentre il compagno gli si
avvinava addossandolo al muro alle sue spalle.
Un brivido gelido serpeggiò lungo la sua schiena, facendolo
sospirare quando la sua pelle calda venne a contato con le piastrelle
fresche.
- Ma davvero? A me sembrava piuttosto un invito!- gli
sussurrò all’orecchio, stringendogli forte i
fianchi fra le mani.
Eric sorrise e sollevò le braccia, incrociandole dietro la
sua nuca con languida indolenza, rilassandosi contro di lui. Ryan
adorava quando sorrideva in quel modo provocante e scherzoso insieme,
sembrava riflettere la sua reale natura che incantava chiunque posasse
incautamente lo sguardo su di lui. Sollevò appena il mento e
lo baciò, mentre le sue mani iniziarono a scivolare su
quella pelle ambrata e morbida.
Non ne aveva mai abbastanza! Per quante volte facessero
l’amore, lo desiderava sempre di più!
Considerò mentre con le labbra scendeva a baciargli la gola.
Eric strinse le dita sulle sue spalle, graffiandolo con le unghie.
Avrebbe voluto avere voce per ricordargli che non avevano abbastanza
tempo per quello, ma sembrava che sapesse solo sospirare e gemere,
mentre la sua coscienza defluiva velocemente via.
Ryan sorrise contro la sua pelle umida, sentendolo muoversi contro di
lui alla ricerca di un contatto più soddisfacente, in un
inconsapevole invito a continuare, ad andare fino infondo. Eric
tremò violentemente quando sentì il compagno
strofinarsi su di lui, scivolare lentamente verso il basso fino a
mettersi inginocchio tra le sue gambe, accompagnato in quella discesa
anche dalle mani che gli avevano lasciato lunghi graffi rossi sulla
schiena. Ryan sollevò lo sguardo su di lui e un lampo
illumino il verde dei suoi occhi.
Eric chiuse gli occhi e appoggiò la nuca contro le
piastrelle dietro di lui. L’aria che gli riempiva i polmoni
sembrava incandescente e scivolava in piccoli rantoli dalle sue labbra.
In quel momento per lui esistevano solo le mani del suo compagno su di
lui e l’umido calore di quella bocca che lo stava facendo
impazzire. Il piacere che man mano dilagava nel suo corpo era
così forte che nemmeno si rese conto delle dita che si erano
fatte spazio dentro di lui per prepararlo, e dovette aggrapparsi ai
capelli del suo amante, nel timore che venisse trascinato via da
quell’uragano di sensazioni che lo stava travolgendo.
Ryan lo strinse tra le braccia, facendogli appoggiare la testa sulla
sua spalla, nell’attesa che si riprendesse, cospargendoli il
volto di tanti piccoli baci. Quando Eric sollevò la testa e
schiuse le palpebre, si sentì perdere nelle nere
profondità di quegli occhi lucidi di piacere.
Lo baciò ancora, ancora e ancora, cercando di sopperire a
quel bisogno che aveva di lui, che gli scorreva nelle vene insieme al
sangue e lo faceva rabbrividire fin dentro le viscere.
Schiacciò il corpo di Eric contro il vetro della cabina e,
dopo avergli sollevato e fermato la gamba con il braccio, lo
penetrò. Il tempo attorno a loro sembrò dilatarsi
all’infinito prima di frammentarsi in abbacinanti schegge di
luce candida.
Stretti l’uno all’altro nel tentativo di
sorreggersi a vicenda, inseguendo il respiro spezzato tra le labbra e
il battito impazzito del cuore nel petto.
- Dovremmo farla più spesso la doccia insieme!- sorrise
furbo Ryan con la fronte contro quella di Eric.
- Noi facciamo sempre la doccia insieme, Ryan!-
sbuffò divertito l’altro mentre gli accarezzava le
spalle e le braccia.
- Vero!- ridacchiò sulla sua pelle umida facendolo
rabbrividire.
Lo baciò ancora mentre le sue mani toccavano quanta
più pelle possibile del suo corpo e l’eccitazione
che aveva ricominciato a scorrere dentro di lui.
- Ryan!- lo riprese Eric sentendo le sue dita cercare di farsi
nuovamente strada dentro di lui.
Le sue mani cercavano di allontanarlo prima che potesse perdere
nuovamente il controllo, ma il compagno si strinse ancora di
più a lui, le sue carezze che diventavano sempre
più cocenti e infrangevano una dopo l’altre la sua
resistenza.
- Non lo sai che fare l’amore la mattina aiuta a migliorare
la giornata?- gli chiese lascivo con la bocca già piena
della sua pelle.
Eric sospirò pesante mentre lo spingeva di più
contro di sé, ormai arresosi all’idea che quel
giorno sarebbero arrivati irrimediabilmente in ritardo a lavoro.