Una nuova prospettiva
Ti stendi supino nel letto e ti copri
il viso con un braccio per non vedere.
Improvvisamente la notte appena trascorsa ti sembra deprimente e
umiliante. Lentamente stendi le gambe, cercando di stiracchiare i
muscoli, ma una scarica di dolore ti percorre ogni fascia nervosa e tu
devi morderti un labbro per non lamentarti. Espiri piano e ti muovi
appena sotto le coperte, che scivolano piacevolmente sulla tua pelle
nuda e ancora umida di sudore. Non ti preoccupi di svegliarlo, Callen
ha il sonno troppo pesante perché tu possa farlo. Un sorriso amaro ti
schiude le labbra al solo pensiero: non hai bisogno di guardarlo per
sapere che anche questa volta sta dormendo steso sul fianco, dandoti le
spalle, come se volesse innalzare tra voi un muro invalicabile. Troppe
notti la sua schiena è stata l’unica che ti ha concesso per contrastare
quel dilagante senso di sconfitta che sembrava riempirti il petto fino
a soffocarti.
Provi a ricordare come tutto questo è iniziato, ma non ci riesci. È
accaduto, punto. Un attimo prima eravate a parlare nell’ufficio vuoto,
confidenze tra psicologo e paziente, seduti uno accanto all’altro, un
attimo dopo vi stavate baciando, le mani che si afferravano ai vestiti
dell’altro per impedirgli di allontanarsi. Da lì a finire a rotolarsi
tra le lenzuola umide e sfatte del tuo letto, il passo è stato breve.
Callen è un amante accorto, ma per lui tutto si riduce a una folle
corsa verso l’orgasmo, quello che c’è dopo non gli interessa. Ogni
volta che si allontana dal tuo corpo ancora tremante, cerca di mettere
quanta più distanza tra di voi, sia fisicamente che emotivamente,
dandoti le spalle e troncando così sul nascere ogni possibile tentativo
di avvicinamento da parte tua.
Un dolore sordo ti pulsa nel petto, tagliandoti il respiro in gola.
Muori dalla voglia di stringerti a lui con tutto il tuo corpo e
abbracciarlo, ma non sai cosa fare e questo ti blocca. È che non riesci
a capire il suo modo di comportarsi. Callen è sempre stato un libro
aperto per te, sei sempre riuscito a capire cosa pensasse, a leggere
ogni suo atteggiamento, ma ora non sei più capace di farlo, come se i
sentimenti che provi per lui ti avessero offuscato la mente.
Il tuo problema è che sei troppo innamorato di lui e per questo non
riesci mai dirgli di no. Ti accontenti degli avanzi che ti getta ogni
volta che ti stringe tra le braccia, cercando di convincerti che è solo
questione di tempo, che prima o poi questa situazione cambierà e questi
tristi momenti ti sembreranno solo i brandelli di un incubo ormai
svanito.
Allora perché le tue stesse parole ti sembrano vuote e false?
La verità è che le tue sono solo illusioni con cui cerchi di addolcire
questa lenta agonia, per non vedere la realtà, per poter sperare un
altro giorno ancora che qualcosa tra voi cambi, che qualche cosa sia
rimasto del tuo amore e che quelle notti passate insieme abbiano un
significato anche per Callen. Ma non riesci ad accettarlo, a
convincerti che tra voi non potrà esserci altro che sesso, e così
trascorri le tue notti sveglio, perdendoti in riflessioni che
risucchiano la tua forza e la tua volontà, che lasciano nella luce
dell’alba solo un involucro svuotato.
Dovresti porre fine a tutto questo, chiudere definitivamente questa
storia, lo sai: è l’unico modo che hai per smettere di soffrire. Eppure
non ci riesci. Sei disposto a stingere i denti e ad andare avanti, se
questo è l’unico modo per averlo e non ti importa se perdi un po’ di te
stesso ogni volta. Callen è l’ennesimo gatto randagio che hai
incrociato su quella lunga autostrada che è la tua vita, ma a
differenza di tutti gli altri ti ha colpito per la sua forza e la sua
fierezza, per quel suo non lasciarsi mai abbattere nonostante il carico
di miserie che porta con sé. Giorno dopo giorno ti è entrato dentro,
così piano che nemmeno te ne sei reso conto e quando l’hai fatto era
oramai troppo tardi. Eri già completamente perso per lui. Per questo
non puoi mettere un punto a questa storia e ricominciare daccapo,
perché è diventato così importante, necessario per te, che ormai non
c’è nient’altro che abbia un senso nella tua vita al di fuori di lui e
daresti qualsiasi cosa perché Callen lo capisse e condividesse i tuoi
sentimenti. Ma a questo punto, non credi che accadrà mai ed è questa
consapevolezza che ti sta uccidendo.
Spossato nel corpo e nello spirito ti addormenti quasi senza rendertene
conto, lasciando che la tua mente naufraghi in un buio vischioso e
caldo, che ti impedisce di pensare a Callen, a te stesso e a tutta
questa assurda faccenda.
Sbuffi infastidito perché è la terza volta che devi rileggere la stessa
frase. Non riesci a concentrarti sul fascicolo che devi leggere, oggi
mille pensieri ti affollano la mente e ognuno di essi trascina la tua
mente verso una direzione differente, come se stessero giocando a un
grottesco tira e molla con te che ti sta dilaniando. Eppure l’unica
cosa che vorresti è immergerti completamente nel lavoro e annullarti in
esso fino a perdere completamente la cognizione di te stesso.
Hai un disperato bisogno di una simile calma, anche se illusoria e
transitoria, ma non ci riesci: c’è sempre qualcosa che non ti da
tregua, un particolare anche piccolo che ti riporta alla mente Callen.
Le tua labbra assumono una piega amara e dolente al suo solo pensiero.
Anche questa mattina è scappato prima che potessi svegliarti, senza
lasciarti una parola o un gesto, accomodando soltanto le lenzuola dalla
sua parte del letto, come se non volesse che tu faccia qualcosa, anche
la più stupida, per lui e facendoti capire così, se ce ne fosse stato
bisogno, che non ha bisogno di te. E tu ti sei destato per l’ennesima
volta da solo, in un letto improvvisamente troppo grande, tra lenzuola
fredde che però conservavano ancora una traccia di lui, come se
anch’esse volessero burlarsi di te e dei tuoi sentimenti.
- Signor Gatz si sente bene oggi?- la voce di Hattie ti coglie di
sorpresa, facendoti trasalire spaventato.
Sollevi gli occhi verso di lei, in piedi davanti la tua scrivania, e
leggi nello sguardo che ti rivolge una sincera nota di preoccupazione.
- Affatto. Sono solo un po’ stanco, tutto qui.- le rispondi
velocemente, troppo, per impedirle di leggere sul tuo volto cosa ti sta
tormentando.
Ma dimentichi che Hattie sa sempre tutto quello che accade nel suo
ufficio, anche e soprattutto quello che le si cerca di nascondere, come
se avesse piazzato delle microspie dappertutto. Infatti le sue labbra
assumono una sfumatura divertita che ti fa rabbrividire.
- Le pene d’amore sono le più dolorose da sopportare, sa signor Gatz?
Tolgono il sonno e offuscano il giudizio, facendo apparire tutto
irrimediabilmente perduto anche quando basterebbe fare un passo avanti
per chiarirsi.- e i suoi occhi ti guardano innocentemente da sotto
quegli assurdi e antiquati occhiali rotondi.
Tu batti le palpebre un paio di volte, come se volessi disperdere
l’incubo dal quale sei appena riemerso, mentre una goccia di sudore
gelido ti scorre lungo la colonna vertebrale. Il tuo capo è davvero a
conoscenza della tua relazione con Callen?
- C… come…?- balbetti pietosamente.
- La signora Pears, la nostra sospettata, ha presentato istanza di
divorzio dal marito pochi giorni prima che venisse ritrovato cadavere.
Le suggerirei di notare la cospicua polizza assicurativa sulla vita che
il marito aveva aperto a favore della moglie e che aveva deciso di
annullare proprio in seguito alla separazione.- conclude placidamente,
come se stesse parlando del tempo.
Ricambi il suo sguardo, per l’ennesima volta meravigliato dalla sua
capacità di mutare argomento così in fretta. Forse Hattie è l’unica
persona della squadra che non riuscirai mai a capire fino in fondo. A
questo pensiero un sorriso ti tende le labbra, per la prima volta negli
ultimi giorni, e ti senti stranamente sereno. Annuisci e lei si
allontana, con il solito sorriso misterioso e soddisfatto che mette
sempre quando è convinta di aver fatto la cosa giusta per aiutare gli
altri. Ti alzi in piedi a tua volta e, con il fascicolo sottobraccio,
raggiungi la stanza dall’altro lato dell’edificio dove gli altri ti
stanno aspettando.
- Sono pronto.- dici entrando.
Nella stanza ci sono solo Callen e Sam che stanno discutendo del caso,
seduti uno di fronte all’altro al tavolo di legno. Si bloccano e si
voltano di scatto verso di te, dandoti quasi l’impressione che tu abbia
interrotto qualcosa. Un nodo gelido ti stringe lo
stomaco, mentre la gelosia è come un fuoco che ti brucia dall’interno.
Il rapporto che c’è tra di loro è così privilegiato da escludere tutto
il resto, si fidano così tanto l’uno dell’altro da mettere a occhi
chiusi la propria vita nelle mani del compagno. Tu invece non potrai
mai avere un simile vanto, sei solo lo psicologo della squadra, non hai
mai preso parte attivamente a un’azione sul campo, sei sempre stato al
sicuro dentro le quattro mura del vostro ufficio. Il tuo unico pregio è
quello di saper leggere dentro gli altri, ma non sai cosa voglia dire
mettere la propria vita a repentaglio ogni giorno e per questo motivo
non farai mai parte del loro mondo. Sei diverso da loro come il giorno
lo è dalla notte. Deglutisci a vuoto, sperando così di inghiottire
anche quel groppo grande come una pallina da pingpong che ti ostruisce
la gola. E se Callen fosse innamorato di Sam e tu per lui fossi solo un
passatempo? È un pensiero che ti toglie il fiato e la ragione, che ti
graffia ogni fascia nervosa con i suoi artigli gelidi e ti apre un
vuoto nero e assordante là dove fino a poco prima doveva esserci il tuo
stomaco.
Eppure non riesci a non pensarci, a non prendere in esame una simile
eventualità. In fondo sarebbe giusto e naturale se tra di loro nascesse
qualcosa, come le due facce di una stessa medaglia devono che restare
unite per poter essere complete, ma comunque non riesci ad accettarlo.
Stringi i denti e ti costringi ad allontanare questi pensieri molesti
che ti vorticano nella testa, distraendoti dal lavoro. Butti fuori
l’aria che inconsciamente hai trattenuto e ti concentri sui tuoi
colleghi all’interno della stanza. Sam sta accendendo il monitor dal
quale osserveranno l’interrogatorio, Callen è rimasto seduto al suo
posto senza rivolgerti lo sguardo. È tutta la mattina che lo osservi,
elemosinando da lui un cenno, uno sguardo che ti possa confermare che
la notte che avete passato insieme è reale e non il frutto della tua
mente innamorata e frustrata. E tutto ciò che ottieni è stata una
coltre di indifferenza che ti schiaccia.
Sam ti fa cenno di procedere e tu esci dalla stanza, chiudendo piano la
porta alle tue spalle, inghiottendo il dolore e la delusione. Indossi
nuovamente una maschera di normalità, che ogni giorno che passa diventa
sempre più pesante, ed entri nella stanza degli interrogatori. La
signora Pears ti aspetta seduta senza scomporsi al tavolo, emanando una
sensualità così prorompente che ti chiedi come abbia fatto il marito a
lasciarla a casa da sola per più della metà dell’anno e recarsi
tranquillamente in missione per la marina. Magari dovresti cercare una
donna come quella per dimenticare Callen, pensi mentre ti siedi davanti
a lei e con un gesto meccanico apri il fascicolo che porti con te.
- Sono il dott. Nate Gatz e le porrò alcune domande, signora. Se
desidera l’assistenza di un legale lo dica adesso.- esordisci
professionale e distaccato come sempre.
- Sono a sua completa disposizione.- ti risponde con un sorriso
accattivante, accavallando le gambe con un gesto studiato.
Il pensiero di cosa possa pensare Callen di quella situazione ti
attraversa il cervello rapido come un lampo, ma tu lo allontani
prontamente: non hai bisogno di ulteriori distrazioni, la donna che hai
davanti basta e avanza. Inizi col porle alcune domande di rito,
portandola piano all’argomento che ti interessa di più.
- Lei ha chiesto il divorzio una settimana prima che suo marito venisse
ucciso, posso chiederle il motivo?- le domandi prendendo un foglio dal
fascicolo e mettendoglielo davanti.
La signora Pears si sistema i capelli dietro le spalle e poi si sporge
in avanti, come se volesse confidarti un segreto che solo tu devi
conoscere, mostrandoti il suo generoso decolté. Ci sta palesemente
provando con te e ti schiarisci la voce imbarazzato, cercando di far
finta di non averlo notato.
- Mio marito era un vero esperto della fuga!- ti dice con un sorrisino
sarcastico.
- Come?- non riesci a capire il senso della sua affermazione.
- Erle aveva paura dei sentimenti che provava, probabilmente erano i
suoi nemici peggiori. – è seria ora e nella sua voce riconosci
malinconia mista a rimpianto – Ogni volta che cercavo di avvicinarmi a
lui, ogni volta che si rendeva conto di provare qualcosa, scappava e si
rintanava dietro le barriere che si era costruito attorno. Il nostro
consulente familiare diceva che si comportava così per non soffrire:
forse da piccolo deve aver perso qualcuno di importante per lui e si
allontanava prima di essere ferito ancora una volta. Ho cercato di
stargli vicino come potevo, ma anch’io ho bisogno di attenzioni
e, dato che mio marito non poteva darmele, le ho cercate altrove. Tutto
qui.- .
Le sue parole ti colpiscono come una rivelazione e ti sembra quasi che
una spessa e polverosa tenda scura venga scostata da una finestra,
lasciando entrante la luce pulita e forte del nuovo giorno. Per la
prima volta da giorni ti sembra di riuscire a ragionare lucidamente e
di scorgere la verità nascosta dietro l’apparenza gelida di gesti e
parole non dette. Si allontanava prima di essere ferito
ancora una volta. E tutto finalmente assume un senso dentro
la tua testa: conosci il passato di Callen meglio di tutti quanti, la
prima parte della sua vita è stata caratterizzata da continui abbandoni
e violenze, che hanno segnato irrimediabilmente la sua vita. Trentuno è
lo spaventoso numero di famiglie che è stato costretto a cambiare. Come
hai potuto anche solo pensare che una persona come lui, che ha visto le
sue speranze venire distrutte e gettate vie nella più totale
indifferenza, possa essere stato disposto a fidarsi e ad abbandonarsi a
te? Concederti una parola, un gesto d’affetto avrebbe significato per
Callen aprire volontariamente una breccia nelle sue difese e rendersi
debole e vulnerabile. E per la prima volta ti rendi conto che, perso
nell’autocommiserazione, non gli hai dato niente a cui potesse
aggrapparsi per non diffidare di te e di quella situazione nuova che si
era creata tra di voi così improvvisamente da spaventarlo. Non gli hai
mai detto cosa provi per lui, temendo a tua volta di essere respinto e
allontanato, facendogli credere che era solo una faccenda di sesso e
Callen ha cercato di non restare coinvolto, di allontanarti, per non
essere ferito quando anche quel poco che c’è tra di voi fosse finito in
cenere.
Le pene d’amore sono le più dolorose da sopportare, tolgono il
sonno e offuscano il giudizio, facendo apparire tutto irrimediabilmente
perduto anche quando basterebbe fare un passo avanti per chiarirsi.
Un piccolo sorriso ti sfiora le labbra: le parole di Hattie ti sembrano
improvvisamente chiare e ora sai cosa fare per sbloccare quella
situazione di stallo, che a lungo andare avrebbe potuto degenerare e
ferire tutti e due.
Riprendi l’interrogatorio, ma la signora Pears non aggiunge altro a ciò
che già sapevate, eppure i suoi gesti rivelano molte cose sul ruolo che
ha avuto nel vostro caso. Esci dalla stanza degli interrogatori,
ignorando l’ennesimo tentativo di avance della donna.
Nel corridoio ti passi imbarazzato la mano tra i capelli, chiedendoti
seriamente se sei diventato scemo per aver rifiutato una donna simile.
Ma non è lei quello che vuoi, nemmeno se si trattasse di una sola notte
di sesso. Tutto quello che desideri è Callen. I suoi occhi azzurri, il
suo sorriso sbilenco, la sua pelle color miele, il suo corpo sottile,
quasi efebico… può essere solo con lui!
- Complimenti Nate: un vero seduttore.- ti prende in giro la voce di
Sam, spuntata da chissà dove.
E tu eri così immerso nelle tue riflessioni, che sobbalzi come ti
avessero frustato. Lui e Callen ti stanno aspettando nel corridoio, le
braccia incrociate al petto e due espressioni diverse e contrastanti in
volto. Sam ti guarda divertito dalla situazione, mentre gli occhi del
tuo amante ti stanno fissando minacciosi e affilati come la lama di un
pugnale, dietro il falso sorriso che gli piega le labbra. E un brivido
gelido ti scorre lungo la schiena quando incroci quello sguardo.
Ragguagli i tuoi colleghi su ciò che hai letto nel comportamento della
donna, sentendo per tutto il tempo lo sguardo di Callen su di te, come
se le sue irridi bruciassero sulla tua pelle. È una sensazione strana,
che non hai mai provato prima e che rischia seriamente di farti
scoppiare a ridere come un pazzo per la felicità.
Concludi consigliando loro di scavare più a fondo nella vita della
signora Pears, soprattutto si scoprire se di recente ha avuto contatti
con persone sospette. Loro annuiscono e si avviano verso l’ufficio, ma
quando Callen ti passa accanto ti sibila uno “stasera”
che ha il sapore pericoloso di un avvertimento dal quale non si può
prescindere.
- Stasera.- ripeti a te stesso una volta rimasto solo, mentre già metti
a punto il tuo piano d’azione.
Il bacio di Callen non ha niente di delicato, sembra quasi voglia
divorarti, mentre ti schiaccia contro il muro alle tue spalle con tutto
il suo corpo. Da quando è iniziata la vostra relazione, mai si è
comportato in questo modo e senti qualcosa esultare ferocemente dentro
di te a quest’assalto. Un verso di protesta vibra piano nella tua gola,
quando le sue labbra si allontanano dalle tue.
- Letto…- biascica mentre ti lecca il collo.
Rabbrividisci sentendo quel tono umido sciogliersi sulla tua pelle e,
nonostante non abbia fatto praticamente niente, senti la tua mente già
iniziare a offuscarsi. Questa è la sua tecnica: condurre il gioco fino
a ridurti a un ammasso tremolante e poi allontanarsi da te il più in
fretta possibile. Ma questa volta non andrà come vuole lui, pensi con
un ampio sorriso mentre lo trascini verso la tua stanza da letto.
Questa notte sarà la prova del nove per te: gli farai capire cosa provi
davvero per lui, anche a costo di metterti completamente a nudo, di
renderti debole e ridicolo ai suoi occhi, poi lascerai la decisione
nelle mani di Callen. Lo sai che è un azzardo, ma non puoi fare
altrimenti, non c’è altro modo per dare una svolta e una speranza alla
vostra relazione. Devi concederti completamente a lui, anima mente e
corpo, solo in questo modo Callen capirà che tu non hai alcuna
intenzione di fargli del male e potrà fidarsi di te, abbassare le sue
difese e lasciarsi finalmente amare.
Callen ti strattona la maglia per farti cadere sul letto alle vostre
spalle, ma tu opponi resistenza ed essendo la prima volta riesci a
coglierlo di sorpresa quel tanto che basta per stendere lui sulle
coperte. Lo senti agitarsi sotto di te, evidentemente a disagio per la
novità della situazione, ma tu gli sorridi rassicurante e ti abbassi
fino a sfiorargli l’orecchio con le labbra.
- Lasciami fare.- gli sussurri piano, mentre infili le dita sotto il
bordo della sua maglia.
Callen si inarca e geme di fastidio e piacere, quando avverte le tue
mani fresche toccare la sua pelle calda. Il sorriso sulle tue labbra si
amplia, continui a baciargli il volto e ad accarezzargli torace,
portando con te nella risalita anche la stoffa della t-shirt,
accarezzando con i palmi bene aperti tutta la pelle che riesci a
toccare.
Lo liberi dell’indumento e ti fermi a guardarlo dall’alto della tua
posizione: il corpo di Callen è un piacere per il tatto, ma ancor più
per la vista. Il suo fisico è sottile, ma armonioso, con i muscoli
allenati e ben designati, ma non eccessivi. Praticamente perfetto.
Incantato segui con la punta delle dita la linea dei fianchi stretti,
che viene interrotta dal bordo ruvido e spesso dei jeans.
Gli occhi azzurri di Callen fissano circospetti, quasi guardinghi, ogni
tua mossa e per un attimo ti sembra di avere di fronte un bambino
spaventato che studia il suo genitore senza sapere cosa aspettarsi da
lui. Una morsa ti stringe il cuore a quella considerazione, perché non
puoi fare a meno di pensare a tutte le volte che è stato minacciato e
picchiato da chi invece avrebbe dovuto prendersi cura di lui. vorresti
fare qualcosa per lui, cancellare i ricordi terribili di quegli anni,
ma sai che è impossibile, che tutto ciò che ti è concesso è di
addolcirne la memoria, donargli ciò che nessuno mai si è disturbato a
dargli. Accarezzando la sua pelle con il dorso delle dita, risali dal
fianco fino al torace e fermi la mano al centro del suo petto, sul
cuore che senti pulsare forte contro il palmo. Piano ti chini su di lui
e lasci un bacio lì dove fino a poco prima tenevi la tua mano, che gli
fa trattenere il fiato di colpo. Non è abituato a essere trattato con
gentilezza, realizzi mentre con le mani e la bocca disegni arabeschi
sinuosi e incandescenti sul suo torace. Lo sfiori come se fosse fatto
di un materiale fragile e prezioso, che potrebbe frantumarsi in mille
pezzi se solo lo toccassi con più forza. Callen sospira e si muove
appena sotto di te e questo ti fa sentire felice e soddisfatto.
Piano percorri quella pelle calda e lieve, sentendola sciogliersi sotto
le tue dita e la tua lingua. Con ogni bacio e con ogni carezza disegni
sul suo corpo un ti amo indelebile, sperando che
penetri sotto la sua epidermide e si radichi dentro di lui. Perché così
capisca quanto tu lo ami.
Ti attardi così tanto sul ventre, che la pelle si è arrossata e quando
scendi più in basso, con il mento urti il bordo dei jeans. Ti fermi con
la fronte appoggiata contro il suo addome, cercando di riprendere quel
fiato che comincia a mancarti. Le emozioni che provi in questo mento
sono troppe e ti senti come sul punto di esplodere. Nonostante non sia
la tua prima volta con lui, senti il tuo corpo tremare come se avessi
la febbre alta, fremere di aspettativa, desiderio e di tutti quei
sentimenti che provi per lui, che ogni volta ti sembrano più forti, più
potenti.
E sorprendentemente le dita di Callen ti sfiorano la guancia in una
carezza rapida e furtiva, come se ne provasse vergogna. E tu sorridi
stupito e felice per quel gesto semplice, inaspettato e insperato, e ti
sembra di aver fatto un piccolo passo in avanti verso di lui. Baci quel
pezzetto di pelle che si trova sotto le tue labbra, inspirandone
l’odore forte e sensuale, mentre le tue mani riprendono ad accarezzare
il suo torace. Tiri con i denti e spingi con la punta della lingua per
sfilare il bottone di metallo dei jeans dall’asola, e Callen sospira
pesantemente sentendo il tuo mento sfregare contro la sua eccitazione.
Una volta slacciato il bottone e abbassato la cerniera, gli sfili
lentamente i pantaloni e i boxer, accarezzando tutta la pelle delle sue
gambe che riesci a toccare. Ancora una volta ti fermi a guardarlo, come
se non ne avessi mai a sufficienza, riempiendoti la mente e l’anima
della vista del suo corpo nudo e perfetto, abbandonato tre le lenzuola
sfatte del tuo letto. Una visione devastante che divora la tua ragione
e appicca il fuoco nelle tue viscere. Ti prendi tutto il tempo che vuoi
per portare il tuo compagno al limite, in bilico tra dolore e piacere,
senza accontentarlo mai, nemmeno quando ti spinge una mano sulla testa
per spiegarti cosa desidera da te.
Sorridendo contro la sua pelle rovente, prendi la sua mano nella tua e
intrecci le dita, in un gesto così intimo che ti stringe un nodo nello
stomaco. Ti sollevi appena e, guardandolo dritto negli occhi, porti le
vostre mani unite alle labbra e ne baci le dita. E nello sguardo
azzurro di Callen leggi sorpresa, imbarazzo, affetto e tutti quei
sentimenti che fino a questo momento ti ha nascosto, che ti travolgono
e ti stordiscono con la loro intensità. E tu ricambi il suo sguardo con
uno deciso e innamorato, lasciando che quelle iridi affilate scavino
dentro di te alla ricerca di qualcosa che solo lui
può vedere, incidendo solchi profondi sulla tua anima, saccheggiando di
te tutto quello che riescono a trovare. Ma tu non ti muovi, non
protesti, resti fermo nella tua posizione mentre continua il suo studio
minuzioso. Poi, d’improvviso, sul suo bel volto appare quel suo
caratteristico sorriso sbilenco che tanto ti piace, che ti fa capire
che qualcosa dentro di lui è cambiata, che finalmente ha preso la sua
decisione.
Con un leggero strattone ti tira verso di lui, facendoti sbilanciare in
avanti e cadi praticamente addosso a lui. Callen ti preme la mano
libera sulla nuca, spingendo il tuo volto verso il suo e ti bacia.
Rabbrividisci avvertendo il calore della sua pelle attraverso la
leggera stoffa della camicia. Rapidamente le sue mani ti spogliano dei
vestiti che ancora indossi, scivolando sulla tua pelle in tanti tocchi
tentatori che ti avvicinano di un passo al bordo del precipizio. Una
volta nudo ti stringi a lui più che puoi, come tante volte hai
desiderato di fare, ed è una sensazione pazzesca sentirlo pelle contro
pelle. Incoerentemente pensi che quelli sono i baci più dolci che tu
abbia mai assaporato.
Uniti in quel forte abbraccio, rotolate tra le lenzuola sfatte e umide,
come due belve che combattono per il predominio del branco. Getti la
testa indietro con gli occhi spalancati sul nulla e la bocca aperta in
un grido, confusamente ascolti la tua voce salire sempre più
d’intensità e il tuo corpo trasformarsi in gelatina tremula. Questo non
è il modo consueto in cui fate l’amore. E’ tutto molto più intenso e
coinvolgente. Callen non ti lascia il tempo di fermarti a pensare, ma
ti sembra di precipitare in un vortice di sentimenti sconvolgenti e
incandescenti, che ti mozzano il respiro e la ragione, fino a che tutto
attorno a te non si dissolve nel piacere.
Quando riesci a riemergere dall’oblio in cui sei stato gettato, ancora
ansimante e percorso dagli ultimi tremiti dell’orgasmo, ti guardi
intorno confuso e la prima cosa che noti è che Callen è ancora disteso
su di te. Senti distintamente il tuo cuore perdere un battito per la
sorpresa e la gioia, perché prima di quel momento, appena terminato
l’amplesso, si ritirava nell’altra metà del letto mettendo fine a ogni
contatto tra voi.
Sollevi l’altra mano e inizi ad accarezzarlo sul collo e la schiena,
piano come se temessi la sua reazione, di essere scacciato e rifiutato
nonostante tutto. Invece Callen si abbandona ancora di più contro di
te, sfregando la guancia contro la tua spalla e sospirando di piacere.
E tu chiudi gli occhi e poggi la tua testa contro la sua, godendoti
quegli attimi di vicinanza e di completezza. Rimanete a lungo in quella
posizione, godendo l’uno della presenza dell’altro, ma alla fine Callen
si scioglie dal tuo abbraccio e si scosta da te, tu deglutisci già a
vuoto, sentendo la delusione iniziare a vibrare in fondo alla tua gola.
Questa volta però lui si corica accanto a te, di fianco, con la testa
poggiata sul tuo stesso cuscino. Con il cuore che ti batte impazzito
nel petto, ti giri stendendoti sul fianco, di fronte a lui, con le mani
ancora unite poggiate sulle lenzuola tra i vostri corpi così
incredibilmente vicini, e i suoi occhi azzurrissimi ti guardano immensi
come quelli di un bambino, carichi di domande e sentimenti che nemmeno
lui riesce a capire fino in fondo. E in questo momento perfetto non
servono lunghe e vuote dichiarazioni d’amore imperituro e nemmeno
promesse che nessuno dei due potrà mantenere, tutto quello che serve è
racchiuso in quei suoi gesti che parlano più di mille parole.
Spingi la testa in avanti e poggi la fronte contro la sua, sorridi
felice perché per la prima volta puoi toccarlo liberamente, senza paura
di essere rifiutato, perché per la prima volta da quando quella storia
è cominciata, puoi sentire che lui è tuo, solamente tuo. Chiudi gli
occhi, sempre con le labbra piegate in un sorriso e la gola impregnata
dal suo odore, e non riesci a credere che sia bastato fare un semplice
passo avanti verso di lui, mettersi un po’ a nudo davanti ai suoi occhi
e lasciarsi completamente andare, per ottenere quel miracolo.
E vi addormentate così, i vicini come mai eravate stati prima, sereni e
soddisfatti, certi di poter finalmente voltare pagina.
I tuoi occhi si muovono velocemente sul fascicolo che hai tra le mani,
leggendone le parole, assimilandole e scomponendole in schemi logici.
Sei di ottimo umore e questo si riflette anche sul tuo lavoro: ora che
la tua mente è libera, riesci a concentrarti più facilmente e a dare il
meglio di te in ciò che eccelli.
Quando ti sei svegliato Callen era andato via come sempre, ma c’era
qualcosa di diverso che ti ha impedito di provare il solito,
claustrofobico senso di vuoto delle altre mattine. Nonostante l’enorme
passo avanti che avevate fatto durante la notte, sapevi di non poter
pretendere che le cose tra voi cambiassero così a fondo e così
velocemente. Il modo in cui ti aveva guardato dopo aver fatto l’amore
era inequivocabile.
Ma la conferma l’hai avuta quando, muovendoti sulle lenzuola per
stiracchiarti, hai sentito crepitare sotto le dita della carta.
Sorpreso ti sei voltato di scatto e hai trovato un piccolo foglio di
carta, strappato da uno dei tuoi block notes, appoggiato sulla federa
del cuscino accanto al tuo. Impaziente lo hai afferrato e portato
davanti al viso. C’era scritto su solo un semplice “ci
vediamo in ufficio” ma tu ugualmente hai sentito il tuo cuore
riempirsi di gioia e gonfiarsi nel petto, perché quello era il gesto
d’affetto a cui hai anelato per tante mattine, rimanendo costantemente
deluso.
Contro la tua volontà, senti le labbra piegarsi irresistibilmente in un
sorriso, al solo ricordare quei momenti, che fino a due giorni fa mai
avresti pensato di poter vivere. Porti la mano alla tasca dei pantaloni
e, sotto la punta delle dita, senti il rilievo del foglio piegato a
metà.
- Hai per caso vinto alla lotteria Nate?- ti chiede Kensi, incuriosita
dal tuo palese buonumore.
Sollevi lo sguardo su di lei che, appoggiata contro il bordo della
scrivania, ti guarda visibilmente divertita.
- Non proprio, ma quasi.- le rispondi vago, appoggiandoti con la
schiena allo schienale della sedia, solleticando il suo istinto da
poliziotto.
- Ma davvero? E cosa può fare così schifosamente felice un uomo oltre
ai soldi?- domanda ancora e puoi vedere i suoi occhi scuri accendersi
d’interesse.
Stai per risponderle, ma Sam ti precede.
- Una donna, ovviamente. – dice comparendo alle spalle della collega –
Vediamo… E’ la dottoressa dell’obitorio o la bella sospettata di ieri?-
ti domanda a sua volta un po’ scherzoso, un po’ no.
Lentamente il sorriso sulle tue labbra si allarga, mentre sollevi le
braccia e incroci le mani dietro la nuca, dondolando un po’ sulla sedia.
- Molto, molto meglio.- sogghigni guardandoli dritti in volto per
dimostrargli che non stai mentendo.
- Che sta succedendo qui?- chiede la voce fuoricampo di Callen.
E tu per poco non cadi dalla sedia per la sorpresa, non ti eri accorto
che fosse arrivato in ufficio. Ti volti verso di lui, in piedi accanto
alla tua scrivania, vestito sempre nel suo stile pratico e trascurato,
le braccia incrociate al petto mentre ascolta Sam che gli racconta
della tua presunta notte di sesso con una donna di cui non vuoi
rivelare l’identità.
- E bravo San Nate, non avrei mai creduto che fossi un tipo simile.- ti
prende in giro, sorvolando sul fatto che eravate insieme in quel letto
la scorsa notte, mentre sposta lo sguardo su di te.
E tu vorresti rispondergli a tono, ma qualcosa nel tuo cervello smette
di funzionare quando incroci quelle incredibili iridi azzurre,
brillanti di malizia e divertimento. Improvvisamente non riesci più a
formulare un pensiero di senso compiuto e senti la gola secca come se
avessi fatto una passeggiatina nel deserto: come può ridurti in questo
stato pietoso senza fare praticamente nulla?
Non lo sai e forse non lo saprai mai. L’unica cosa di cui sei
consapevole in questo momento è il modo in cui Callen ti sta fissando.
Il suo è lo sguardo di un uomo innamorato.