ANIMAL INSTINCT
 
 
CAPITOLO 10

La riunione speciale, la prima di una lunga serie a quanto sembrava, era appena finita. Ognuno aveva preso strade diverse, quella sarebbe stata una notte di riflessioni.

Lymahl camminava solo sopra dei tetti di case isolate....i suoi luoghi preferiti.
Aveva lo sguardo assorto, ripensava a ciò che era accaduto....certo, era una cosa che avrebbe dato da pensare a chiunque, ma la sua mente non era stata catturata dalla proposta di Lion-ho, che forse gli avrebbe cambiato la vita, ma di ciò che era successo con il Corvo.
Per un istante, grazie a lui, aveva visto le anime dei morti....era stata una sensazione incredibile. Gli sarebbe piaciuto riprovarla, ma credeva che non ci sarebbe più riuscito da solo, ma soltanto in presenza di Judas.
Soffi caldi ma allo stesso tempo gelidi...inspiegabili visioni lontane intraviste per sbaglio che, forse, esistevano solo nella sua mente.
Non aveva importanza, non aveva paura, anzi gli piaceva terribilmente, gli piaceva tutto, era troppo divertente. Non si sarebbe mai stufato della sua vita!
 
TOC TOC!
"Avanti" disse la voce acuta al di là della porta. L'uscio della stanza privata si aprì, mostrando un uomo  sui 23 anni, abbastanza giovane, dalla muscolatura perfetta e ben scolpita, un corpo atletico invidiabile, due occhi azzurro gelo, pelle chiarissima, capelli bianchi da albino ordinatamente pettinati che gli sfioravano le spalle, sguardo perennemente feroce e minaccioso, vestiti bianchi striati di nero.
Affascinante, dannatamente affascinante e pericoloso, faceva semplicemente paura al solo guardarlo.
Con voce bassa e controllata disse:
" Principessa Eloise, il cacciatore di taglie, che aveva ingaggiato tempo fa per il signorino Lymahl, chiede di farsi ricevere. E' qui fuori, lo faccio entrare?"
La ragazza, che corrispondeva al nome e al grado da lui conferitole, rispose sorridendo calma:
" Il Lupo? Certo, non farlo aspettare; lo sai, Tigre, che lui non ha pazienza!"
Dopo un breve inchino, la pericolosa guardia del corpo della principessa di quel piccolo regno sconosciuto, uscì per poi rientrare subito con Zaphir accanto.
La ragazza, piuttosto giovane ma già con una carica così importante, fissava l'uomo che le parlava senza mostrare molto timore o rispetto nè per lei nè per la Tigre, così chiamato da tutti perchè ricordava incredibilmente sia d'aspetto, che modi di fare la famosa tigre bianca siberiana.
Eloise, effettivamente si stava scaldando, stava già cominciando a fumare, un po' per quello che le stava dicendo, un po' per il modo in cui glielo diceva, non si era nemmeno prostrato ai suoi piedi, osava guardarla perfino dritto negli occhi, era troppo sfrontato quel Lupo!
Lei, la meravigliosa principessa, famosa per i suoi isterismi, capricci nonchè narcisismi le cui caratteristiche ricordavano assurdamente quelle di una barboncina viziata, doveva essere trattata così da uno qualunque? Non ci stava affatto.
Mentre Zaphir le parlava lei si guardava allo specchio , era una fissazione di lei....amava osservare i suoi bellissimi riccioli biondi, la sua candida pelle vellutata, i suoi grandi occhi verdi, il suo splendido fisico perfetto e magrissimo, aggraziato ed elegante. Acconciata e agghindata a dovere, doveva ricevere solo rispetto, ed invece quel tipo lì non era soggetto al suo fascino prorompente! Nemmeno le sue curve magnifiche avevano alcun effetto! L'avrebbe pagata per questo!
" Ehi, tu, comune essere semplice umano! (doveva studiare meglio le materie oltre che limitarsi a guardarsi allo specchio) Come osi parlarmi così....ma lo sai chi sono?"
Sull'altro non ebbe alcun effetto ciò e si limitò a rispondere seccato:
"Ma hai capito quello che ti ho detto?"
Eloise diventò di tutti i colori infine, verde di rabbia, gridò:
"AAAAAAAAAAAAAHHHHHHHH!!!!!!!!!!!  COME MI HAI CHIAMATO????? MI HAI DATO DEL TUUUUUUUUUUUUU???????!!!!!!! ME LA PAGHERAI PER QUESTO BESTIACCIA PELOSA!!!!!!!"
Zaphir senza scomporsi:
"A parte il fatto che non ho tutti sti peli che mi affibbi tu....io ti chiamo come voglio, visto che tu non sei la mia principessa visto che non sono di qua! E infine: hai capito che ho nominato Lymahl????"
A quel nome, per un attimo, smise di respirare, come se qualcuno avesse bloccato il video registratore, avesse messo il ferma immagine solo su di lei, appena riuscì a sbloccarsi, da verde per la rabbia che era, diventò nera, occhi rossi e un aura malvagia circondò il suo corpo...come dire...era furibonda il triplo di prima, quel nome era deleterio!
" COSA HAI DETTO?!?! QUEL MALEDETTO GATTACCIO...COSA!?!!!!?????"
Ecco, non aveva capito nulla di quello che le aveva detto il Lupo.
Con pazienza finita le tornò a dire che aveva ricevuto una proposta più vantaggiosa della sua, ma che coinvolgeva anche Lymahl e che avrebbe dovuto lavorare con il Gatto a volte. Per l'eterna rivalità non sapeva se accettare, doveva dare la conferma l'indomani.
Finalmente qualcuno li interruppe, prima che iniziassero a scannarsi visto che la principessa era uscita di senno sentendo nominare il suo maledetto seduttore e abbandonatore! Isterica era dire poco!
La Tigre bianca siberiana, chiamata a volte Ty, intervenne, calmando con la sua voce penetrante i due:
" E' un ottima occasione. Accetta e fai il doppio gioco. Così sarà più facile prendere il Gatto. Riceverai la tua grossa ricompensa e potrai fare quello che vuoi, continuare a lavorare per Lion-ho oppure startene per conto tuo."
Il Lupo non gradiva che gli si dicessero cosa doveva fare e infatti disse:
"E perchè dovrei fare così?"
" Perchè finchè non ci porti Lymahl, vivo o morto, lavori per noi e devi fare quel che ti viene richiesto gentilmente....visto che alla fine verrai adeguatamente pagato!"
Zaphir si indispettì per queste parole e per il tono che non ammetteva repliche, ma aveva ragione la Tigre, lui purtroppo, non era stupido come la principessa....non gli rimaneva che eseguire. Sputando a terra come faceva sempre quando era seccato, uscì senza dire altro e nemmeno salutare. In quel momento, un urlo ovviamente di rabbia si levò nuovamente dal palazzo. Era la principessa Eloise, il Barboncino reale per prenderla in giro, che non aveva ugualmente gradito tutto ciò!

Judas, si congedò dal gruppo allontanandosi con il suo solito modo silenzioso.
Erano usciti passando da una porta secondaria, essendo che nello spiazzo lo scontro infervorava ancora.
Camminava, con le mani nelle tasche del suo impermeabile nero, lungo un vialetto secondario.
Da lì si sarebbe immesso sulla strada principale e preso un taxi al volo...oppure era meglio farsela a piedi. Avrebbe camminato e non pensato a nulla per un po'...oppure avrebbe pensato a tutto.
Il vento notturno smuoveva le foglie degli alberi, intorno a lui e i suoi capelli di pece.
Avrebbe voluto restare da solo....ma Loro non lo lasciavano mai. Camminava e Loro camminavano con lui...si fermava e si fermavano anche Loro....vivevano con lui la Loro eternità ultraterrena.
E poi c'era Lei....
Non la vedeva sempre...ma solo quando il tempo per qualcuno era scaduto...e veniva a prenderselo... come era successo con Bringer...
Non ricordava di preciso da quanto li vedesse...ma era molto piccolo. Suo padre, il vecchio guardiano, lo rimproverava perchè non gli credeva.

"E' questo che ti ho insegnato???" e giù un altro schiaffo più forte del primo "ti ho insegnato ad essere un bugiardo? Se tua madre fosse ancora viva si vergognerebbe di te...."
"Ma...io la vedo la mamma....e lei mi crede...."
"Taci!!! la mamma è morta hai capito? Morta!!!"

Quel ricordo riaffiorò alla sua mente, improvviso e forte, come un colpo di vento...e gli sembrò, che quella sferzata d'aria fredda, lo schiaffeggiasse come faceva suo padre.
All'inizio non capiva chi fossero e perchè suo padre non li vedesse...poi vide Lei...vicino a suo padre...e nemmeno allora lui gli credette...morì il giorno dopo.
Judas capì.
Capì anche suo padre...e, una notte, comparve ai suoi occhi chiedendogli scusa.
Lo chiamavano il Messaggero di Morte...non avevano tutti i torti.
Arrivò davanti ai cancelli del cimitero...la sua casa...
Una luce fioca proveniva dalla sua abitazione. La osservò con sospetto.
Chi c'era?

Lui aveva spento tutto prima di andare dalla Vedova.
Aprì lentamente la porta, ed entrò...
Una figura, in abito porpora lungo, gli dava le spalle ed era illuminata dalla debole luce di una candela consumata.
Un fisico perfetto.
Capelli, lunghi e scuri, scendevano lisci sulla sua schiena.
Un profumo inconfondibile aleggiava intorno a lei...un profumo che, Judas, non avrebbe mai potuto dimenticare, ma sperava non avrebbe sentito mai più...
"Ester...." chiamò lentamente.
La donna lasciò intravedere il suo profilo e le carnose labbra, tinte di un rossetto di fuoco, risaltarono alla luce della fiamma.
"Judas..."
"Cosa fai tu qui?"
"Ero tornata in città...mi sembrava carino salutarti..."
"Non avresti dovuto..."
"Volevo. Non sei felice di rivedermi ,Corvo?"
Il giovane non rispose, ma il suo sguardo lasciava chiaramente presagire la risposta.
Ester sorrise "Il tuo sguardo impassibile è sempre lo stesso. Nulla può turbarti, vero Judas?"
Falso! Assolutamente Falso! Voleva darlo a credere a tutti ma...la sua sola essenza al muschio bianco lo confondeva...
"Perchè sei tornata?"
"Lavoro...."
"Che genere?"
Sorrise di nuovo, mostrandogli interamente il suo viso. La pelle scura...gli occhi nocciola....calienti come solo quelli di una Spagnola sanno essere...Ester Ibanez...
"Non essere così curioso...la curiosità uccise il Corvo imprudente..."
Non rispose.
Si avvicinò lentamente. La scollatura ampia, del suo vestito, ne fasciava le forme morbide, i capelli oscillavano come onde ai suoi passi.
Erano vicinissimi.
"No encontre ojos asì, como los que tienes tu..." mormorò con la sua voce sensuale prima di baciarlo.

Un bacio lungo...pieno di passione e fuoco...le loro labbra si unirono in una danza lenta che Judas non aveva mai dimenticato...
Lei si separò, osservandolo con sguardo di sfida...
"Sapevo di non esserti indifferente..."
"Non lo sei mai stata...vattene Falena, prima che ti uccida come ho promesso di fare tempo fa...."
Sorrise.
Prese il mantello nero che aveva lasciato su una sedia e si allontanò dicendo
"Sono tornata per prendermi ciò che voglio..."

 
"Vada al diavolo... se non fosse per il patto di sangue che mi lega a lei avrei già girato i tacchi!" pensò il Lupo osservandosi i polsi, segnati da due profonde cicatrici che li percorrevano trasversalmente.
Si mise le mani in tasca, continuando per la sua strada assorto nel silenzio di un boschetto.
D'impulso annusò l'aria, sentendosi minacciato da un nemico invisibile. Poi si fermò di colpo, in posa di difesa, annusando con più attenzione, ma niente si presentava ai suoi scrutanti occhi grigi. Spazientito sollevò le spalle riprendendo il suo cammino...
-Stupido... non si è accorto della mia presenza! Mi dispiace averti sopravvalutato cagnaccio!-
Una voce lugubre e sinistra sibilò dal nulla, mentre due occhi vitrei e sproporzionati di mille verdi osservavano Zephir, allontanarsi nell'oscurità.

Lentamente scese dall'albero su cui era nascosto, strisciando sulla corteccia con circospezione per poi accucciarsi a terra, in attesa.
Gracile di corporatura e di media altezza, con una carnagione dal colorito piuttosto insolito e tendente al verdastro.
D'un tratto estrasse la lingua fulmineo, ritraendola immediatamente nella sua deformità, per poi inghiottirsi un insetto che era malauguratamente passato di lì in quel momento.
-Ricorda Zaphir... il Camaleonte non perdona!-
E sibilata quell'ultima frase al vento, si gettò all'inseguimento del Lupo, mimetizzandosi tra le fronde degli alberi.


-Zaphir!-
Il Corvo urlò nella notte, rizzandosi a sedere sul letto, con uno scatto, ancora madido di sudore. Cercò intorno a sè guardingo, cercando l'ombra del Lupo, ma non riuscì a scorgere nulla nel buio profondo e quasi irreale della sua camera.
Erano rarissime le volte che si concedeva qualche ora di sonno, e quella era una delle rare eccezioni... era stata una giornata stancante e ricca di colpi di scena, ma forse non avrebbe dovuto addormentarsi.
Quando si lasciava cullare da Morfeo, subito le voci dei morti si facevano più presenti e insistenti, costellando le sue notti di incubi... e quella sera tra loro c'era Zaphir...


Il Ghepardo si rigirò nel letto, cercando un po' di pace ed infine si arrese, aprendo gli occhi. Si alzò lentamente scoprendosi e accostandosi alla finestra, mostrando le sue nudità al sole appena sorto. Si stropicciò gli occhi pigramente, per tornare finalmente conscio della realtà.
Gli tornò in mente lo scontro a casa di Lion-ho e poi... poi?
Merda! Non se lo ricordava cosa era successo dopo!
Si guardò intorno, smarrito, e il suo sguardo fu attirato da un biglietto imbevuto di profumo:
*Sei sempre stato bravo in certe cose, Jason! Grazie di avermi permesso di curiosare un po' nella tua vita privata di felino... è stato molto interessante! Un bacione e in gamba! Tua miciona*
Il tutto coronato dal segno delle sue labbra.
-ARGH! Pantera, questa me la paghi!- e, urlando infuriato, uscì dalla sua camera portandosi appresso un paio di pantaloni e sbattendo la porta con forza.
C'era cascato di nuovo... succube del fascino della bella felina...

Il ticchettio dei suoi tacchi risuonò ritmico nel corridoio della villa.
TAC-TAC-TAC-TAC....
Aveva un passo cadenzato, ma molto deciso.
Avanzò fino a trovarsi nel fondo del corridoio.
Aprì, con slancio, entrambe le porte della stanza che si trovava di fronte a lei.
Un uomo fumava un pregiato sigaro, seduto dietro un enorme scrivania.
I capelli erano tirati indietro. Lucidi di gelatina sotto i lampi che provenivano dall'esterno.
Si stava preannunciando un temporale.
La stanza era al buio.
Ma distingueva come fosse stato pieno giorno la figura che era presente.
"Ben arrivata...sei in ritardo" ringhiò l'uomo tenendo il sigaro tra i denti.
"Avevo una visita da fare..."
L'uomo sorrise.
"Grazie per essere venuta..."
"Figurati...mi hai proposto un lavoro, ed io ho accettato!"
"Il tuo compito è semplice...la mia squadra di assalto contro Nadar è troppo sguarnita...mi serviva un altro elemento..."
"Cosa devo fare?" la sua voce sensuale accarezzava le orecchie di chi la sentiva, come fosse stata di velluto.
"Uccidere Nadar Lion-ho!"
La donna rimase silenziosa. Poi aggiunse "Il mio compenso lo sai!"
"Si certo. Lui è tutto tuo...anche se avrei preferito averlo dalla mia parte..."
La giovane sorrise.
"Molto bene. Allora siamo d'accordo...."
"Quando avrò bisogno di te ti chiamerò. Le riunioni avvengono nella sala al piano terra."
Lei gli voltò le spalle.
La loro conversazione era finita.
Si avviò all'uscita con il suo ritmico ticchettio quando Doggher disse
"Bentornata in città...Ester!"
Un tuono rimbombò cupo all'esterno della villa.


La camera reale della principessa era illuminata solo da qualche candela....la luce era andata via a causa del temporale che esplodeva all'esterno, nel palazzo erano tutti al sicuro, a parte la luce che continuava ,da un po', ad andare e venire. Poco importava, c'era un'atmosfera meravigliosa, si potrebbe definire magica se non fosse per i tuoni che sembravano inscenare un film cupo dell'orrore.
Distesa nel letto a guardare fuori dalla finestra, assorta, c'era Eloise, la principessa. Questa volta calma e tranquilla, non presa da qualche capriccio o a tormentare quella sua povera guardia del corpo.
Era sera e il tempo, da fuori, trasmetteva malinconia persino alla ragazzina  narcisista ed egoista.
Era sola, Ty l'avevano mandato a cercare di rimettere in sesto il contatore della luce, in vano probabilmente...dei fili sembravano recisi da delle banali forbici...il temporale sembrava non centrare nulla.
Il corpo, minuto e dalle indubbie belle curve, di Eloise era vestito di una graziosa camicia da notte, azzurra, ricamata e piena di fru fru e volant. Le stava d'incanto.
I capelli dai splendidi boccoli biondi ora erano sciolti e sparsi sul lenzuolo di seta sempre azzurro, in questo momento di abbandono in cui era incantata dalle gocce grosse che cadevano fuori.
Era inconsapevolmente bella, bastava che non si curasse del suo aspetto per diventare ancora più attraente di come lo era sempre.
Ora sembrava addirittura che il suo caratteraccio fosse mite e socievole...sembrava...per metterla a 'cuccia' l'unico rimedio era ipnotizzarla!
Era tranquilla, si sentiva al sicuro, il tempo non permetteva a nessuno di avvicinarlesi per farle nulla e anche se la Tigre non c'era al momento non si spaventava, nessun pazzo le avrebbe tentato di far nulla, di sicuro. Ma come si sbagliava!
D'improvviso, un'ombra venne illuminata da un lampo, seguita dal rombo assordante del tuono. Dietro la finestra stava una persona, era sotto la pioggia e la guardava...solo gli occhi si intravedevano luminosi, due fessure.
Ebbe il tempo solo di sussultare prima che la finestra, grande, della camera si spalancasse...era troppo facile senza la Tigre....non era poi così divertente....Eloise si affidava completamente alla sua forte guardia del corpo e non aveva paure o timori, era convinta che nessuno mai potesse toccarla e arrivare a lei, nemmeno tenendo delle finestre normali senza rinforzi o allarmi particolari. Ma non aveva calcolato la furbizia e l'ingegno degli altri esseri della notte.
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!”
Solo un urlo prima di cadere fra le braccia del rapitore priva di sensi...non era stupido chiunque esso fosse, conosceva l'impossibile carattere della principessa che seppur piena di soldi era anche piena di capricci...se qualcosa non le andava bene sembrava un indemoniata!
Ora al buio era stato facile narcotizzarla e rapirla ora, innocua com'era, potevano scappare sotto la pioggia correndo veloce incurante dell'acqua che li bagnava entrambi....quando si sarebbe risvegliata, chi l'avrebbe sentita, la ragazzina che tanto odiava questi modi bruschi, a venire bagnata così?
Chi era quel pazzo che preferiva le sue urla isteriche e avere come nemico la Tigre Bianca tanto temuta da tutti, piuttosto che vivere in pace?
 
Ty, appena udì l'urlo inconfondibile della principessa, corse nella sua camera dicendosi che non avrebbe comunque dovuto lasciarla sola...non c'era luce ma solo buio, ma lui vedeva ugualmente attraverso la notte, sapeva orientarsi. Come temeva trovò il letto vuoto e la finestra aperta, la finestra dalla quale entrava pioggia a tutto andare.
Il ragazzo provò ad uscire per vedere se riusciva a trovarla nei paraggi, ma dopo aver girato a vuoto, strafondo com'era, non gli rimase che andare dalla regina, la signora madre della ragazza che viveva lì, e avvisarla dell'accaduto.
Appena vide i capelli gocciolanti, come i vestiti e lo sguardo furente della Tigre, la signora, dai lunghi e setosi capelli bianchi lasciati morbidi  e mossi sulla schiena, capì che era successo.
Chiuse gli occhi respirando profondamente, nemmeno attraversata dalla preoccupazione dimostrava gli anni che aveva, giovane donna meravigliosa e regale, rispettata da tutti che già conviveva con un dolore immenso, il dolore della perdita del marito, misteriosamente scomparso e ucciso da non si sa chi.
"No, Eloise non doveva toccarla. E' me che vuole, il mio cuore, il mio amore, non i miei soldi, non mia figlia, non la fama, non la corona, ma me, quante volte mi ha insistentemente chiesto la mano, mi ha fatto la corte ed io ho dovuto rifiutarlo...maledetto Dogger...non ti sei ancora arreso dunque?"
Aveva parlato ad alta voce, ma in realtà era come se avesse riflettuto da sola. Il suo era un passato particolarmente doloroso e travagliato e la perdita del caro marito non aveva fatto risentire alla sua bellezza nulla, solo il colore dei capelli diventati più bianchi del tempo...ma questo non incise, non deturpò la sua regale e maestosa bellezza.
Il cigno continuava a splendere incrollabile sul trono e nulla l'avrebbe mai contaminata, il suo cuore e la sua nobiltà sarebbero sempre rimaste del re suo amore, morto assassinato per lei.
" Ty, contatta il suo nemico primo, fatti aiutare da lui, è l'unico che può fare qualcosa contro di Dogger. Contatta Nadar Lion-ho, lui sarà sicuramente disposto ad aiutarmi."
Il suo amico d'infanzia non l'aveva mai tradita al contrario di Dogger, che pretendeva il suo amore nei modi più sbagliati.
 
Lion-ho era rientrato nel suo maniero senza intoppi.
L'incontro a casa della Vedova si era risolto come aveva immaginato.
La squadra si era formata e, presto, sarebbe cominciata la guerra contro Dogger.
Avrebbe voluto evitarla.
In tutti quegli anni aveva sempre cercato di tenerlo a bada, senza usare la forza. Aveva sperato di farlo ragionare.
Inutile. Tutto inutile.
I suoi buonismi avevano portato la morte di Fuster Lynx....il suo vecchio amico Fus...il suo socio in affari.
Sospirò grave.
Lo scontro nello spiazzo, antistante la villa della Vedova, si era concluso con un nulla di fatto da entrambe le parti.

L'aveva capito che era stato solo un piccolo avvertimento.
Fly, Jericho e la Pantera ne erano usciti perfettamente illesi, stessa cosa per i loro avversari.
Lo Squalo lo aveva riaccompagnato a casa, insieme ai suoi compagni della Triade.
Ora era lì. Seduto nel suo studio a fissare la pioggia battente che scivolava lungo i vetri dell'enorme balcone.
Tre colpi ruppero il silenzio dell'ambiente.
"Avanti..."
La porta si aprì, facendo comparire la figura di Fly.
Il giovane avanzò con il suo sguardo sempre severo.
"C'è un giovane che vuole vederti Nadar..."
Il Falco gli fece segno di entrare e, un attimo dopo, una imponente figura di uomo fece il suo ingresso nella stanza. I suoi lunghi capelli bianchi grondavano acqua come il suo impermeabile. Gli occhi erano gelidi.
Nadar lo osservò, per un attimo, con espressione incerta, poi esclamò
"Ty!" si alzò di scatto dalla poltrona.
L'uomo fece un cenno del capo in segno di saluto "Mi scusi l'ora tarda signor Lion-ho....vengo per conto della regina Enya...."
Un'educazione glaciale...che avrebbe fatto venire i brividi a tutti.
"Si certo...!" si affrettò ad annuire Nadar "...togliti pure il soprabito e siediti..." la sua presenza sembrava averlo messo in allarme...che fosse successo qualcosa alla bellissima Enya?
La Tigre seguì gli inviti di Lion-ho e, dopo aver posato all'esterno della stanza la giacca grondante, si accomodò nella poltrona di fronte a quella del Leone.
Fly si era seduto su un angolo della scrivania.
"Dimmi pure...."
"La Regina chiede il vostro aiuto sir Lion-ho....la principessa Eloise è stata rapita, nel cuore del temporale, da sconosciuti..."
"Mmmhh....sconosciuti un accidente....credo sia opera di Dogger...."
"E' lo stesso sospetto di sua maestà....mi ha mandato qui per chiederle di aiutarci...."
Lion-ho annuì grave "Assolutamente! Avrete il mio aiuto...."
La tigre si alzò annuendo "La ringrazio per la sua disponibilità, sir Lion-ho"
Il giovane lasciò la stanza richiudendo le porte alle sue spalle.
"Questa non ci voleva proprio...." esclamò Fly
"C'era da immaginarselo! Sapevo che non avrebbe mai rinunciato a lei..."
"Con un ostaggio le cose si complicano...."
"Lo so...richiama i ragazzi....li voglio qui domani sera!"
Fly annuì lasciando lo studio.
Nadar si sedette sulla poltrona rilasciandosi contro lo schienale.
"Maledetto tu sia Dogger...." disse in un soffio.