ANIMAL INSTINCT
 
CAPITOLO 7

Puntuale come un orologio svizzero.

Prince era arrivato prima di tutti e, con sorriso soddisfatto proprio da scimmia, si guardò intorno portando la mano sulla macchina fotografica d'istinto, pronto ad usarla in caso di curiosità da soddisfare.
Non era ancora entrato, aveva la sensazione di dover aspettare qualcosa fuori, non sapeva nemmeno lui bene che cosa gli prendeva. Con gambe larghe ben piazzato in mezzo al giardinetto della casa suggestiva anche da fuori aspettava.
La cosa altrettanto curiosa era che lui solitamente si vestiva con vestiti punk, tutt'altro che comodi, e solo per le cosiddette missioni si metteva vestiti larghi e comodi sembrando un rapper in piena regola, se ovviamente non fosse per quei capelli!
Quella sera, teoricamente, non sarebbe dovuto andare in nessuna missione, ma solo parlare con qualcuno, tuttavia sempre d'istinto, aveva indossato i vestiti che usava per 'lavoro'. Curioso, molto curioso. Come era anche curioso Lymahl di sapere che cavolo ci faceva lì quella scimmietta spiona.
Dall'alto muretto della casa a fianco stava accucciato nella sua posa preferita proprio il bel rosso in perfetto ordine, sia di vestiti che di capelli.
Il posto era giusto e la sua voglia di conoscere chi mai fosse il mandante del biglietto era enorme, quasi quanto quella della scimmia davanti alla porta, al centro del giardino spoglio e deserto, alquanto bruttino a dire il vero.
Come anche per Prince, Lymahl aveva l'impressione di dover attendere fuori, immaginava come che chi stava dentro avrebbe saputo da solo quando farli entrare. Con aria sorniona il gatto continuò a fissare un punto fisso, che era la finestra del piano superiore della casa della veggente.
Due occhi. Solo questo si intravedeva. Due occhi dorati che ricordavano tanto quelli di un falco predatore. L'unica cosa che veniva in mente guardando quelle due fessure che spiccavano nell'oscurità della finestra. Il suo istinto non si sbagliava e ora gli diceva che qualcuno, o forse più di qualcuno lo stava aspettando là dentro, lui e non solo. E una vocina gli diceva che se non si fossero tutti presentati all'appuntamento quegli occhi di falco predatori si sarebbero precipitati a prendere di peso quella persona mancante all'appello.
Si, perchè ormai era sicuro che non era il solo ad essere stato convocato in quel modo assurdo e misterioso.
Bene, non aspettava altro che anche gli altri si facessero vivi.

Lion-Ho era seduto, immobile, nel salotto della casa di Bea la veggente. La sua chioma folta, colore ambra del grano, ricadeva ben sistemata sulle sue spalle. Il completo classico metteva ben in risalto le sue spalle larghe.

Con la mano sinistra continuava ad accarezzare la testa del suo bastone.
Interamente in argento, raffigurava il capo di un leone dalle fauci spalancate.
Bea era seduta su una grande sedia di vimini avvolta da un abito nero, oscillante di mille veli.
Squalo rigirava un bicchiere di Brandy nella mano, facendo ondeggiare il liquido che conteneva.
Altre due figure erano presenti con loro. Un uomo, alla finestra, che osservava l'intorno con maniacale attenzione, ed un altro intento a fare un solitario. Non si scorgeva la sua figura...non si poteva dire se era uomo o donna...In ogni caso loro tre formavano 'La Triade' o anche detto 'Triplo Concilio'.
"Due sono già arrivati..." mormorò Bea "...e gli altri non tarderanno a raggiungerli...".
Lion-Ho rispose con un basso respiro. I suoi occhi, nocciola chiaro, vagavano per la stanza immersa nell'oscurità interrotta solo dalla luce di alcune candele tremolanti.
"Spero che capiscano...." mormorò con la sua voce roca e un po' graffiante "...e spero che sappiano affrontare la situazione al meglio...".
L'uomo alla finestra rimase immobile nella sua posizione. A fissare l'esterno senza perdere il minimo di ciò che succedeva....nemmeno delle ombre
 
"Rospo....potevi almeno metterti qualcosa di meno appariscente!" esclamò Asha osservando il suo compagno che risaltava nell'oscurità con il suo classico completino verde!
"Ehi...questo è il mio abito migliore!!!!...craaaaa!" esclamò dandosi una sistemata al chiodo.
Camminavano a passo sostenuto lungo un silenzioso, quanto isolato, viale.
Al suo termine sarebbe comparsa la casa di questa misteriosa veggente.
Asha osservava l'intorno, con notevole circospezione.
Non le andava di essere colta di sorpresa.
La mano destra, impugnava saldamente la frusta.
"Visto che al cimitero non ti è andata bene...ora vuoi provarci anche qui?"
Una voce comparsa dal nulla fece sobbalzare entrambi.
Un uomo, quasi perso nell'oscurità dietro di loro, comparve facendosi illuminare dalla fioca luce di un lampione intermittente.
"Il tipo del cimitero!" esclamò la giovane mettendosi in difesa.
"Chi???...craa?" Rospo era interdetto.
"Tutti mi chiamano Corvo, ma puoi chiamarmi Judas se preferisci....sono il guardiano del cimitero...e mi piacerebbe sapere cosa cercavi a casa mia...!" chiese il ragazzo, portandosi al fianco della giovane, con un sorriso appena accennato sul suo volto dall'aria perennemente malinconica.
Asha lo osservò farglisi contro.
Non avvertiva pericolo dalla sua persona.
Ripose la frusta nella sua fondina.
"Sapevo che c'era qualcosa di interessante..." disse con nonchalance
Judas sorrise passando oltre
"Se lo dici tu..." continuò, poi aggiunse "...credo che la nostra destinazione sia comune...vogliamo proseguire...?"
La Gazza e Igor si scambiarono un'occhiata furtiva.
Il Corvo si era già avviato.
Si misero al suo passo.
"Io mi chiamo Igor...craaa....e sono un Hacker!".....



Gli occhi dorati, che ricordavano tanto quelli di un rapace, scrutavano con attenta scrupolosità senza lasciarsi sfuggire nulla poi, con la sua voce roca che sapeva anche raggiungere livelli altissimi in caso di bisogno, disse:
" Ci sono tutti tranne il Lupo."
Non si girò, attendeva l'ordine che sapeva sarebbe arrivato subito.
" Vai a prenderlo" La voce di Lion-ho gli arrivò in un sussurro, sapeva che non ci sarebbe stato bisogno di ripetere due volte un ordine.
Fly, così si chiamava il Falco, con un movimento deciso aprì la finestra davanti a se e già non si vedeva più.
Correva veloce in luoghi elevati ed alti, saltava e mentre faceva tutto ciò sembrava volasse dall'incredibile velocità.
Per questo si chiamava così, Fly, sembrava veramente un Falco, un Rapace che mentre volava alto in cielo continuava con i suoi occhi acuti e attenti a scrutare in basso, sul terreno ogni angolo nascosto e buio per vedere se trovava colui che cercava. Quando l'avrebbe trovato, sarebbe sceso in picchiata atterrando elegantemente sul suolo davanti alla preda.
I capelli castani e corti erano al vento perennemente sparati un po' da tutte le parti, la pelle abbronzata e un maglione attillato dal collo alto nero.

Indossava un paio di jeans tagliati al ginocchio, sfilacciati.
Sembrava molto giovane, ed effettivamente lo era, anche se nessuno, nemmeno Lion-ho sarebbe stato in grado di dire l'età precisa.
Ad un certo punto, fermò la sua ricerca con gli occhi fermando anche, allo stesso tempo con uno scatto impressionante, la sua corsa folle. L'aveva trovato.
Era in cima ad una casa alta. Gli piacevano le altezze, più era la distanza che lo separavano da terra e più si sentiva bene, a suo agio, nel suo ambiente naturale, ma allo stesso modo gli piaceva tuffarsi giù da quei luoghi vertiginosi, senza precauzioni, paura, aggrapparsi a nulla. Così fece ora, senza pensarci un attimo si buttò letteralmente giù mantenendo gli occhi aperti, senza paura di schiantarsi.

Con una grazia fuori dal comune atterrò davanti a Zaphir bloccandogli la strada, composto e senza nessun minimo dolore guardò fisso negli occhi l'uomo davanti a se e disse con la sua voce roca:
"Vengo per conto di Lion-ho. Hai un appuntamento con lui. Non è il caso di farlo attendere. O vieni di tua volontà oppure sarò costretto a portartici io. Scegli, basta che ti sbrighi che non è molto paziente il capo."
Ora la parola spettava al lupo.

Zaphir lo squadrò dalla testa ai piedi senza scomporsi minimamente. Davvero uno strano tipo... ma niente di così impressionante. Il lupo distolse lo sguardo avvilito. "Che palle...E se non avessi voglia di venire?!"
"Te l'ho già detto! Ti ci porterò io."
"Sei piuttosto monotono falco! Non ho una gran simpatia per gli uccellacci..." Zaphir si alzò lentamente mettendosi il giubbotto, per poi riprendere: "... quindi il nostro incontro finisce qui... addio!"
Lanciando completamente spiazzato l'avversario, il lupo, prese la rincorsa e si buttò giù dal palazzo. Fly sgranò gli occhi incredulo: l'uomo stava cadendo giù piano dopo piano con gli occhi chiusi e un ghigno a metà tra il diabolico e il furbesco.
"Si schianterà!" urlò il falco sconvolto e buttandosi a sua volta nell'impossibile tentativo di raggiungerlo.
Fly precipitava ad una velocità impressionante e con il suo fisico snello e slanciato pareva proprio un falco pronto a ghermire la sua preda.
"Cazzo! Non farò in tempo!" sussurrò fra sè, stringendo i denti in una smorfia di fallimento.
Poi con un gemito si curvò su se stesso e dalla schiena spuntarono un paio di agili ali dalle mille sfumature castane, che si aprirono aggraziatamente librandolo in volo. Con un ultimo scatto repentino nell'aria, riuscì a raggiungere Zaphir, afferrandolo saldamente per le possenti spalle. Infine atterrò dolcemente a terra, come se fosse appena saltato da un muretto. Lasciò cadere a terra il lupo con un gesto di stizza e incenerendolo con i particolarissimi occhi, ora di un giallo furente.
"Cosa ti salta in mente?! Sei impazzito?!" gli urlò dietro con la voce che si era fatta improvvisamente acuta e sgraziata.
Zaphir non riuscì a trattenere una risatina di scherno, mentre si alzava in piedi e si sploverava i pantaloni non curante.
"Non pensavo di essere un soggetto così importante per la vostra organizzazione... davvero interessante il tuo potere speciale!" concluse infine dandogli un amichevole pacca sulla spalla e incamminandosi in direzione della casa di Vedova Nera.
Il falco lo seguì con uno sguardo tra l'interdetto e l'incazzato, mentre le ali gli tornavano nella schiena lasciandogli il maglione stracciato. I due scomparirono alla vista accompagnati dai sussurri della gente e dai loro sguardi sconvolti.


Jericho osservò, per l'ennesima volta, l'orologio.
Mezzanotte passata da un pezzo.
"Io ho un lavoro da sbrigare...." sentenziò
Lion-ho non si mosse.
"Aspetterà" disse soltanto.
"Senti Lion..." cominciò Jericho "....quando ho deciso di lavorare per te...avevo messo ben in chiaro le cose! Se ho un lavoro vado. Punto."
"Si lo so." lo Squalo poteva sentire il graffio della sua voce sulla pelle. "Ma per questa volta farai un'eccezione. Ormai sono arrivati"
Jericho alzò lo sguardo al cielo, contrariato.
Eccheccavolo in meno di un paio di giorni aveva perso circa 130.000$ !!!!
"Spero in un rimborso spese!"
"Lo avrai."
La porta si aprì.
I giovani avanzarono nella stanza.
La penombra non permetteva loro di vedere al meglio.
La Gazza, Il Gatto ed il Corvo erano i più avvantaggiati: loro ci lavoravano nel buio.
"Benvenuti..." la voce graffiante di un uomo li raggiunse "...Bea...luce...."
La donna battè le mani una volta e la fiamma delle candele sembrò avvampare di colpo.
Lymahl socchiuse gli occhi un attimo per abituarsi alla nuova situazione.
Ora i presenti erano ben visibili.
"Wow...figa sta cosa! craaa!" mormorò Igor all'indirizzo di Asha "...deve essere un dispositivo sonoro, che riconosce solo il rumore emesso dalla donna..."
"Piantala!!!" la gazza lo fulminò con lo sguardo.
Già la situazione non le piaceva un granchè perchè c'era il Corvaccio...ma poi anche il sacco di pulci!!!!! questo era troppo!!! Già sentiva i suoi occhi che correvano sulle curve del suo didietro...!!!!
"Prego....siate i benvenuti miei giovani ragazzi...accomodatevi."
Un divano e due poltrone erano poste di fronte a quella occupata da Lion-ho.
Bea restava ferma sulla sedia in un angolo alle spalle del Leone.
Jericho le si fece al fianco.
Appena lo vide, Asha scattò. "TU!!! brutto lurido figlio di...."
"Si si...non infierire...." tagliò corto l'uomo
la Gazza stava per replicare, ma un gesto di Lion-ho la zittì bruscamente.
"I litigi a più tardi...ora...ci sono cose più importanti di cui parlare."
I giovani si accomodarono come era stato detto loro.
Lymahl si stravaccò sul divano allargando le braccia lungo lo schienale. Si guardava intorno con curiosità.
Prince si mise su una delle poltrone, stessa cosa il Corvo.
La gazza e Rospo si sistemarono accanto al Gatto.
Ovviamente il Rospo li divideva.
"Immaginavi che ci saremmo rivisti così presto?" Mormorò Lymahl alla giovane.
"Speravo di no!" la sua espressione era piuttosto pessima.
"Fly arriverà tra poco con l'ultimo membro di questa riunione." affermò Lion-ho.
Corvo lo osservava. Fisso. Come il suo solito.
Stranamente era uno sguardo insistente...aveva l'impressione di averlo già visto da qualche parte...
"Io e te ci siamo già incontrati..."
Sentenziò l'uomo, lasciando uno sguardo sorpreso sul viso di Judas.
"...Lo credo anche io...però è raro che mi dimentichi di un volto...." poi, come un flash, l'immagine comparve nella sua mente.
"...Il funerale..." disse
"Ma non mi dire? Ed io che credevo ad un party!" ironizzò Lymahl
Judas lo ignorò di sana pianta.
"...Era morto Fuster Lynx...l'uomo d'affari....lei era il suo socio!! Nadar Lion-ho!"
"Quel Lion-ho????????!!!!!" esclamò d'improvviso Prince "Uno dei fondatori della TechnoWorld e socio della Federal Unions Bank?????????"
Asha rimase di sasso.
"Quello a cui ho rubato quel Monet un paio di mesi fa!!!!" poi di colpo si tappò la bocca...."....ehm...ooopss!!"
Il Gatto sorrise sornione "Ehehe....ora ti tocca restituirglielo!"
"Non posso...l'ho venduto!!!"
"Lo so....a me!" si intromise Lion-ho.
La Gazza rimase di sasso per la seconda volta.
Rospo aveva gli occhi sbrilluccicanti
"La TechnoWorld?????" ripetè "Oh...signore io....Sono così felice di conoscerla!!! Uso tutte le sue apparecchiature!!! Sono le migliori!!!! craaaaaa!!!!"
"Rospo, stai sbavando!" ringhiò Asha disgustata.
"Shay!!! non puoi nemmeno immaginare le loro apparecchiature di cosa sono capaci!!!!! L'impero della TechnoWorld....è senza confini!!!"
Lion-ho sorrise "So di cosa siamo capaci...infatti non siete qui per parlare di me...comunque...attendiamo l'arrivo dell'ultimo membro. Il Lupo."

"Entra" La voce gli era tornata roca, dopo che aveva raggiunto un livello notevole di acuto. Fly si trovava dietro a Zaphir e non gli aveva staccato gli occhi di dosso, nemmeno per un secondo. Gli seccava che avesse dovuto mostrargli subito il suo potere speciale, ma del resto con uno così aveva avuto poca scelta!
La porta non era chiusa a chiave e si aprì subito rivelando una grande e spaziosa sala con divani e poltrone di pelle nera, sembravano tutte comode.

Davanti ad una delle lunghe finestre c'era una scrivania in marmo che, ad occhio, doveva essere molto costosa, come l'intero arredamento. Dietro alla scrivania c'era Lion-oh che lo fissava serio e tranquillo, con la sua voce graffiante disse:
"Accomodati pure su una delle poltrone libere."
Il lupo, come quella sera aveva già fatto diverse volte, preferì fare l'esatto contrario di quello che gli si diceva e disse sfrontato senza un filo di intimidazione "Preferisco stare in piedi."

A quelle parole il Falco ancora dietro di lui lo spinse, poi lo afferrò per la maglietta e avvicinando le labbra al suo orecchio fino a sfiorarglielo disse in tono basso e penetrante:
"Siediti. Non è bello contraddire il capo!"

Per finire, con una seconda spinta,  lo fece cadere sulla poltrona indicata dal Lion-oh poco prima.
"Grazie Fly, efficiente come sempre." Ringraziò il Leone.

Quando il ragazzo dai capelli sparati da tutte le parti si girò per dirigersi nella sua postazione preferita, davanti alla finestra che dava sul giardino, mostrò all'uomo dietro la scrivania la maglia nera dal collo alto strappata all'altezza delle ali. Capì subito che era successo e disse calmo e pacato.
" Fly, hai dovuto usare le tue ali per prendere il signor Zaphir?"
L'altro si girò a con i suoi occhi dorati, che non avevano paura di nulla, guardò Lion-oh e disse:
" Si, si era buttato giù da un altezza che lo avrebbe ucciso."
"Capisco, è un osso duro il Lupo, eh? Vai pure a cambiarti."
Dopo di che Fly uscì dalla stanza, per andare a cambiarsi come gli era stato detto.
Ora che erano tutti poteva dedicarsi ai suoi affari.