Chop Suey
CAUSA INCOSTANTE!
(System of a down)
Svegliati
prendi una spazzola e mettiti un po’ di trucco
prendi una spazzola e mettiti un po’ di..
nascondi le tue cicatrici per far svanire l’agitazione
nascondi le tue ferite per far svanire..
perché hai lasciato le chiavi sul tavolo?
Qui tu stai creando un’altra favola
Tu volevi…
Prendi una spazzola e mettiti un po’ di trucco
Tu volevi…
Nascondi le tue cicatrici per far svanire l’agitazione
Tu volevi..
Perché hai lasciato le chiavi sul tavolo?
Tu volevi…
Non penso che tu creda al mio stesso giusto suicidio
Io piango quando gli angeli meritano di morire, morire…
Svegliati,
prendi una spazzola e mettiti un po’ di trucco
prendi una spazzola e mettiti un po’ di..
nascondi le tue cicatrici per far svanire l’agitazione
nascondi le tue ferite per far svanire..
perché hai lasciato le chiavi sul tavolo?
Qui tu stai creando un’altra favola
Tu volevi…
Prendi una spazzola e mettiti un po’ di trucco
Tu volevi…
Nascondi le tue cicatrici per far svanire l’agitazione
Tu volevi..
Perché hai lasciato le chiavi sul tavolo?
Tu volevi…
Non penso che tu creda
Al mio stesso giusto suicidio
Io piango quando gli angeli meritano di morire..
Al mio stesso giusto suicidio
Piango quando gli angeli meritano di morire
Padre, padre, padre, padre,
Padre nelle tue mani affido il mio spirito
Padre nelle tue mani..
Perché mi hai abbandonato,
nei tuoi occhi, abbandonato,
nei tuoi pensieri, abbandonato,
nel tuo cuore, abbandonato, oh..
Credi al mio stesso giusto suicidio
Io piango quando gli angeli meritano di morire
Al mio stesso giusto suicidio
Io piango quando gli angeli meritano di morire...
LYMAHL IL GATTO
30 Marzo.
È una data, questa, che ogni anno che viene mi fa inevitabilmente
riflettere. Perchè mi fa rendere conto di quanto io sia assassino. In
questa parola si riassume la mia vera essenza. In fin dei conti sono
solo una persona maligna che per la prima volta ha ucciso proprio in
quella data di 23 anni fa. Devo aver segnato un record...ma in fin dei
conti non sono l'unico a uccidere in questo modo e così in fretta...ma
ugualmente sono fra i più 'bravi'...uccidere mentre si nasce non è da
tutti.
Il 30 Marzo è la data maledetta...la data del mio primo e unico
assassinio...un assassinio che vale per mille altri spesi in un intera
esistenza.
Oggi è il mio compleanno.
Oggi è l'anniversario della morte di mia madre.
Già, esatto....sono stato io il suo assassino, per questo dico che mi
sento un killer che uccide tanto e da anni.....con quella sua morte
provocata da me ho ucciso ogni giorno della mia vita. Ha lo stesso
valore.
Sono solo uno stupido idiota superficiale che ha perso il cuore e la
capacità di amare e di riceverlo quando è venuto fuori da quel buco
troppo fragile per un essere strano come me.
Ad ogni modo sapere che la propria madre è crepata per farti vedere
questa merda di mondo non è semplice da accettare, ma l'ho fatto mio
malgrado perchè non mi rimaneva altro da fare. Non so nulla di mia
madre solo che non somigliava per nulla ne a me ne a mia sorella. Sono
venuto al mondo e lei se ne è andata senza nemmeno salutarmi, mi sono
negato il piacere di ricevere un bacio da lei. Ed ora ne parlo in
questo modo cinico e semplicistico perchè non posso far altro....non so
parlarne in un altro modo. Io non capisco perchè ma ho ricordi troppo
remoti. Ricordi che un normale essere umano non dovrebbe
possedere....ho ricordi di quando sono venuto al mondo....io un
marmocchietto talmente piccolo da sembrare irreale, quello che
sentivo...le voci di gente che mi guardava disgustata...e infine le mie
mani...avevo delle unghie innaturalmente lunghe e affilate, inoltre non
piangevo ma guardavo tutti serio e sornione come faccio ora. Sono
sempre stato anormale...assassino e mostro...non tanto per le unghie
quanto per i miei occhi...mia sorella mi disse solo in seguito che
erano da gatto...pupille sottili e iridi dorate...anche la forme era
quella tipica allungata ma grande dei gatti. Non sembravo molto
umano...me lo disse anche questo mia sorella. Fu lei a raccontarmi che
solo dopo una iniezione dal contenuto sconosciuto mi andarono via
quelle strane pupille rimanendo solo il colore e la forma...a lungo
andare mi piacquero i miei occhi e tuttora ne vado fiero...come ne vado
di ogni altra parte del mio corpo.
Non mi piace parlare di me...mi piace essere adulato e ricevere coccole.
Ricordo della mia infanzia che passavo ore davanti allo specchio in
silenzio e fermo....non avevo particolari esigenze se non quelle
dell'estetismo. Dovevo apparire perfetto sempre e comunque, perchè mi
piaceva. Facevo sport per tenermi in forma e così fu che il mio corpo
divenne sempre più bello e atletico. Non esiste una parte del mio corpo
che odio.
Non mi mancò nulla quando ero piccolo. Sono stato cresciuto da mia
sorella e basta...lei usciva per lavorare e non si faceva viva per
intere giornate e io andavo avanti da solo...lei mi lasciava i
soldi...tanti soldi, non mancavano mai quelli...lei se li procurava
lavorando ed io non sapevo che faceva. Non mi interessava molto e fra
di noi non ci sono mai state dimostrazioni d'affetto, non sembravamo
nemmeno fratello e sorella.
Però mi è sempre piaciuta. Non gliel'ho mai detto. Il suo vero nome lo
conosco solo io e nessun altro. Ora si fa chiamare in quel modo per non
mostrare punti deboli. Ora lei è lontana da me ma sempre vicina. Lei è
forte...molto forte...non ho mai visto una persona potente come
lei...nessuno al mondo è in grado di fermarla...ma per diventare così è
dovuta passare per l'inferno.
Un inferno che non meritava...un inferno che ora ha il terrore di lei.
Subito dopo la nascita siamo stati lasciati soli, io crescevo
velocemente e lei non ancora maggiorenne ha voluto occuparsi di me da
sola lo stesso. Ha rifiutato tutte le proposte di aiuto e non mi ha
ficcato in uno di quei maledetti istituti. Inizialmente abitavamo in un
buco di casa e i nostri vicini mentre lei era fuori vedevano di
me...poi sono cresciuto e lei anche...è diventata molto
bella...veramente tanto...e con la sua bellezza sono cresciuti i
soldi...i miei vicini erano gli unici che accettavo accanto a me, forse
perchè i bambini mi somigliavano....avevano qualcosa in loro che me li
faceva piacere più degli altri....avevano come me l'istinto degli
animali. Avevano tre figli...uno della mia stessa età e altri due che
nacquero in seguito....mi ricordavano tre scimmiette, mi facevano
ridere tantissimo e li prendevo sempre in giro. Quello della mia età
era Prince che in seguito ritrovai nella mai stessa città, gli altri
due si chiamavano uno Gackt e l'altra Anggun, due gemelli. Il mio
carattere si è formato sullo stampo di quello di mia sorella....ma
comunque diverso. Io ero attirato da poche cose ma quelle poche
esercitavano enormi poteri su di me. Amavo prendermi gioco degli altri
senza mai mostrare i miei lati deboli e il mio vero essere. Ho sempre
avuto un carattere forte e incrollabile....un carattere che non
permetteva a nessuno di arrivare a me.
Quando diventai abbastanza grande e lei ebbe abbastanza soldi ce ne
andammo in un altra casa....era molto grande...era una villa...e mi
chiedevo come avesse fatto mia sorella a procurarsela ma non glielo
domandai mai. Lei aveva i suoi segreti come io i miei... i miei segreti
erano il desiderio di amore che sentivo crescere in me fino allo
svenimento. avevo bisogno di sentire quel sentimento per me. Ma non
potevo chiederlo a lei. Avevo bisogno di appartenere a qualcuno e di
sentirmi vivo...avevo bisogno di quello che alla mia nascita con il mio
assassinio mi ero negato da solo. Avevo bisogno di una famiglia, di
amore e affetto...non solo di cameriere e tate che mi portavano a
scuola e ai vari club sportivi.
A 12 anni ne dimostravo molti di più di quelli reali...sembravo un
ragazzo già maturo e pronto. I miei modi di fare lasciavano trasparire
una sicurezza fuori dal comune....fu allora che mi resi conto di
piacere alle donne e non solo a me stesso...piacere d'aspetto,
ovviamente. Le donne più grandi per i miei modi di fare felini mi
chiamavano micino e questo mi rendeva deciso e sicuro. Amavo i gatti e
i gatti amavano me...ma non era quel tipo di amore che volevo. Volevo
sapere di essere vivo, di essere qualcuno, volevo sentire in me
qualcosa di forte, dei sentimenti. Ero incontrollabile. Il desiderio
crebbe sempre più in me fino a raggiungere il culmine a quell'età.
Avevo quasi 13 anni. Era pomeriggio e mi ero accorto di piacere ad una
mia compagna di scuola. A dire il vero non piacevo solo a lei. Molti mi
adulavano e mi circondavano per quel mio aspetto sinuoso e i miei modi
di fare felini....e il mio carattere aperto, casinista, provocatorio ma
allo stesso tempo intimidatorio. I miei sguardi fissi davano molto
fastidio alla gente ed io li davo apposta. Avevo comportamenti
esagerati per uno della mia età...il classico tipo che o si ama o si
odia...ma che se si odia non si ha più pace.
Quel pomeriggio avevo riflettuto molto e il mio desiderio era ormai
incontenibile. Avevo bisogno di sentire le braccia di una donna cingere
il mio corpo, adagiare la mia testa sui suoi seni. Chiudere gli occhi e
venire amato anche solo fisicamente...anche solo per una
notte...chiudere gli occhi mentre tutto quello accadeva e pensare di
avere mia madre. Di avere una vita normale, di avere le emozioni che
tanto cercavo, di poter provare amore. Di essere amato. Scelsi per
l'illusione di un amore una ragazza più grande di me che mi veniva
dietro. La portai a casa mia, la mia villa era vuota...o meglio c'erano
le solite cameriere che non mi calcolavano.
E in quella camera, che non era nemmeno la mia bensì una qualunque degli ospiti, io a 12 anni persi la verginità.
Fu veramente come rinascere, le sensazioni orgasmiche che riuscii a
provare mi condussero in paradiso...una donna, solo lei poteva farmi
sentire in quel modo...si, era quello, mi sentivo qualcuno. Avevo avuto
l'illusione di essere amato non solo per il mio corpo ma anche per il
mio essere. Stavo bene....ma era solo un illusione. Quello non mi bastò
mai...non bastava mai una volta sola...le donne e il sesso erano come
droghe perchè quello che mi davano era molto simile a quello che
cercavo da sempre.
L'amore di una donna. Non compresi mai che quella donna dalla quale cercavo l'amore era già morta uccisa da me.
Volevo solo amore.
Ma una buona parte la mise anche il mio istinto...il mio istinto
animale che mi spingeva a cercare e richiamare, a cacciare le mie prede
sempre più belle. Poi divenne una cosa automatica. Abbordavo le donne e
vi facevo del sesso per una notte, poi ci abbandonavamo entrambi.
Non ho mai capito in cosa sbagliavo...perchè non mi sentivo mai realizzato e pieno.
So di aver lasciato in cinta una donna una volta....ma la fissai e
senza dir nulla alzai le spalle e me ne andai. Non me ne importava
nulla...era la mia natura fare il bastardo e fregarmene dei sentimenti
altrui...giocare con loro....ero bravo non solo nel sesso ma anche nel
prendermi gioco degli altri. Chissà dov'è mio figlio ora...e se è mai
venuto al mondo.
Ero grande...avevo quasi 17 anni. Quella sera la vidi tornare a casa
tutta pestata, mia sorella...era in uno stato pietoso. Non mi ero mai
curato di lei....come lei non l'aveva mai fatto di me...vivevamo
insieme, lei mi dava i soldi e non mi mancava nulla...ma non ci eravamo
mai detti niente. Eppure ci volevamo bene...lo compresi in quel
momento. Non sapevo un fico secco di lei e della vita che faceva, che
lavoro avesse che fruttava così tanto. Aveva sangue dappertutto e
pioveva. Quel suo corpo adulto da donna...non pensai mai a lei come
pensavo alle altre...non provai mai attrazione per lei come accadeva
per le altre...fra di noi c'era una sorta di rispetto reciproco....lei
nn sapeva nemmeno che io a 12 anni avevo già fatto sesso. Come io non
sapevo in che razza di modo prendesse tutti quei soldi. Ma in quel
momento l'abbracciai e basta. Senza dirle nulla. Senza pensare a
qualcosa di particolare. Il mio bell'aspetto e il mio carattere ambiguo
non serviva a nulla in quei momenti di bisogno. Non ero capace di
provare amore, ne ero convinto, perchè non ne avevo mai ricevuto. Ma mi
sbagliavo...perchè se provai mai amore per un essere umano, non ero
io...ma colei che me l'aveva donato in quel modo tutto suo. Mia sorella.
Eravamo solo due esseri diversi dagli altri, lo percepivamo da sempre
in modo indelebile. Eravamo uguali ma diversi. Eravamo contraddizione,
eravamo violenza, eravamo interiorità, eravamo pazzia, eravamo
contenitori vuoti, eravamo istinto animale. Non avevamo un posto al
quale appartenevamo. Noi vivevamo nel mondo nel modo che più ci
aggradava per provare delle emozioni che in quanto esseri anormali non
riuscivamo a provare. Avevamo bisogni diversi dagli altri umani.
Eravamo in continua ricerca di noi stessi.
Dopo quel momento non la vidi per un po', si chiuse in camera e ci
rimase per un paio di giorni. Poi rispuntò. Era cambiata. Completamente
diversa. Non era più mia sorella ma la donna adulta che nessuno mai
avrebbe più calpestato. La donna spietata che tutti avrebbero temuto.
La donna senza limiti, senza cuore, senza coscienza, senza realtà.
Era diventata la Donna-Ragno.
Aveva la parte sinistra del capo rasata e la frangia tagliata
obliquamente. I capelli lunghissimi lisci e neri come la pece....stesso
colore degli occhi. Quei suoi meravigliosi occhi maligni. In quella
parola era racchiusa la nostra essenza. La malignità. Noi non ci
eravamo trovati un posto nella parte bella dell'esistenza ma ce
l'eravamo trovata in quella brutta. Nell'oscurità dove viaggiava ancora
il mio cuore. Eravamo soli senza un posto.
La Donna-Ragno aveva un vestito in pelle nera attillato e corto, molto
sexy e quel suo corpo letale e terribile non sarebbe mai stato di
nessun cuore. Aveva due coltelli dalla lama nera e una pistola. Non
seppi mai come se li era procurata. Mi disse solo col tono che non
ammetteva repliche, un tono duro, inumano:
- ehi bel micino. Vado a dettare un po' di legge come si deve...tornerò
ma non ci terremo in contatto...devo proteggerti...cavatela da
solo...so che ce la farai. Presto capirai il mio comportamento.-
poi mi si era avvicinata e mi aveva dato una di quelle carezze che si riservano ai gattini, poi aveva aggiunto:
- a presto!-
sparì. E dopo due giorni circa sui giornali ci fu una notizia che fece
parlare tutto il mondo. Ammazzati tutti i membri di una delle più
ricercate ed estese bande di prostituzione e pornografia di tutti i
tempi.
Molte altre volte quando mi trovai in difficoltà serie, in fin di vita,
lei riapparse silenziosa e maligna a vendicare e a tirarmi fuori dai
guai, con una benda nell'occhio destro e il tatuaggio di una ragnatela
con il ragno che partiva dalla spalla e si estendeva su tutto il petto
terminando sui seni e sulla schiena, sullo stomaco aveva un altro
tatuaggio...sempre un ragno che scendeva calandosi con un filo appeso
all'incavo dei seni...dalle tenebre compariva e nelle tenebre tornava a
scomparire...senza mai dare spiegazioni a nessuno, non ne avevo bisogno
perchè sapevo già. Mi diceva solo:
" Ehi, bel micino..." e poi mi salutava con: " a presto!"
sapevo che non avrebbe mai avuto fine questo ciclo. E lo so tuttora....quelle come lei non muoiono mai.
I miei occhi, i miei veri occhi da gatto, vennero fuori in un occasione
particolare. Della gente che non conoscevo mi aveva spiattellato in
faccia che la donna che aveva fatto nascere me e mia sorella non era
nostra vera madre. Che noi eravamo privi di madre...io non capii mai il
significato di quelle parole...perchè avevo prove che io ero figlio di
mia madre...l'avevo uccisa io. Era evidentemente una cattiveria....che
non mi toccò molto...ma poi toccarono mia sorella iniziando a parlare
male di lei, come di una puttanella qualsiasi che andava in giro a
giocare a fare la criminale. Loro non avevano parlato della Donna-Ragno
come di mia sorella....ma ne parlavano e basta...non capivo perchè mi
dicevano queste cose, nessuno sapeva che quella criminale che io
ammiravo tanto era mia sorella. Ma mi infuriai...forse era un insieme
di cose....forse arrivai a pensare che la colpa di tutto quello che ci
successe era loro...anche se non li conoscevo. Il mio istinto li odiava
dal profondo e mi metteva in guardia da loro...non sapevo
null'altro...e mi bastò per uscire di me.
Ricordo solo che mi sembrò di impazzire dalla rabbia...la mia mente non
rispondeva più ai miei comandi e la volontà di uomo normale era
sparita...ero solo istinto, puro e incontrollabile. Ricordo che mi
venne la classica pelle d'oca che rizza tutti i peli del corpo...e
avevo la consapevolezza che i miei occhi erano mutati...erano tornati
quelli veri...dalle pupille sottili da gatto.
Quegli occhi emanavano qualcosa di innaturale...i gatti stessi sono
innaturali....i loro occhi vengono temuti e terrorizzano....gli occhi
dei gatti vengono sempre disegnati sui demoni e i diavoli....il motivo
lo si era sempre ignorato...ma i gatti e i loro occhi fanno paura a
tutti.
Io in quel momento ero inarrestabile...mi muovevo come non mi era mai
capitato...come un vero proprio felino avrebbe fatto. E i miei occhi
impregnati di potere nero condannarono uno di quegli uomini alla
pazzia. Non lo uccisi ma gli feci peggio...quando tornai in me c'era
molta gente introno e quell'uomo aveva perso la ragione, la folla mi
guardava stranito mentre i compagni di lui mi fissava come soddisfatto.
Venni assalito da urla terrorizzate e isteriche e additato come 'Il
Diavolo' i miei occhi erano tornati normali e anche io....ma non so fin
dove finisce la normalità e arriva l'istinto puro. Non lo so
tuttora....è un confine invisibile.
Persi di vista quegli uomini strani e la mia vita fu simile
all'inferno. Tutti spaventati da me...mi divertivo a venir identificato
nel Diavolo solo per i miei occhi...ogni cosa di me mi piaceva...e mi
divertivo giocare e provocare. Da sempre ero stato così. Ma mi decisi a
vendere la villa, cacciare tutti i camerieri e a prendermi una casa
mia, un appartamento normale in un altra città. Quella di dove sono
ora.
Io quella volta credo veramente di essere stato il Diavolo. E la cosa non mi è mai dispiaciuta.
Non ho avuto un infanzia particolare a parte questo, e non credo alla
fine sia chissà cosa. Ora continuo a cercare l'illusione dell'amore nel
corpo delle donne e nel sesso. A fare casino, a curiosare dappertutto,
a comandare e decidere. Mi faccio notare sempre e comunque e faccio di
tutto per essere diverso dagli altri, perchè lo sono e mi piace
esserlo. Non ho più incontrato gente strana, ma sento che questo punto
presto cambierà. Perchè ancora una volta il mio istinto mi sta dicendo
qualcosa di strano. E non vedo l'ora che si avveri. Perchè questa mia
vita sta diventando fin troppo noiosa e pacifica per i miei gusti
spericolati e stravaganti.
Non so chi sono. Non so a chi appartengo. Non so cosa mi riserva il futuro. Non so nulla di me e di cosa sono capace.
Ma so che vivrò come voglio e che prima o poi avrò quel che cerco.
E poi ho la cosa più importante.
Ho la mia libertà...e nessuno mi imprigionerà, e anche se fossi il
Diavolo o qualsiasi altro animale...sono sempre un mito, il
migliore...in quel caso viva gli animali e i Diavoli!