Tra respiro e battito



-E poi voglio dei nipotini!- ti dice la voce giocosa di tua madre.
La guardi nei suoi occhi scuri, scintillanti per la gioia di averti finalmente a casa dopo tanto tempo e comprendi che non sta completamente scherzando. Sei l’unico figlio maschio ed è naturale che pretenda da te che ti sposi e abbia dei figli. Eppure la verità è un’altra, ma come puoi rovinarle il giorno del suo compleanno dicendole che non avrà mai dei nipotini perché per te hai scelto non una donna, ma un ragazzo esile e insicuro che è dovuto crescere troppo in fretta e che solo ora, grazie a te, sta imparando cosa voglia dire essere amati? Una persona che ti è entrata sottopelle piano, quasi in punta di piedi, e ti ha fatto innamorare in un modo che non avresti mai creduto possibile, non per uno come te. E ora, semplicemente, non puoi fare a meno di lui.
È bastato solo il pensiero di Spencer perché la tua mente volasse via rapida, tornando da lui. E il tuo corpo non può fare a meno di ricordare. Sulla lingua senti sciogliersi il sapore dolce dei suoi baci, avverti l’impronta rovente del suo corpo attorno e contro il tuo, ricordi quale meravigliosa emozione sia avere i suoi occhi nocciola piantati nei tuoi, le sue mani sottili e affusolate che ti accarezzano.
Ricordi e devi morderti la lingua per non gemere. In questo momento daresti qualunque cosa per essere a casa, disteso sul vostro letto tra le braccia del tuo compagno. È che non ti piace l’idea di lasciarlo da solo, di non poterlo tenere d’occhio, di non sapere esattamente cosa stia facendo in questo momento. Spencer a volte si comporta come un cucciolo curioso che mette il naso dove non dovrebbe, finendo dritto dritto nelle grinfie del cattivo di turno. Hai sempre la paura che gli possa capitare qualcosa, che qualcuno degli psicopatici a cui date la caccia possa prenderlo di mira, che ti graffia il petto. E non sai davvero come potresti reagire nel malaugurato caso dovesse accadere realmente.
Allontani quei pensieri dalla tua mente, convincendoti che Spencer stia bene e al sicuro, e riporti lo sguardo su tua madre che aspetta ansiosa la tua risposta.
- Ah no! Non puoi chiedermi questo!- le rispondi cercando di nascondere nelle risate quel peso che ti preme sul petto.
Lei scoppia a ridere stando allo scherzo e ripete ancora la sua richiesta sperando in fondo al cuore di convincerti a mettere la testa a posto e a farti una famiglia. Ma tu una famiglia ce l’hai già. È piccola e fragile, segnata da tutte le bastonate che la vita gli ha inferto, ma è incredibilmente calda e dolce e accogliente, e ti guarda come se fossi la persona più importante del mondo.
Stai per aprire la bocca e dirglielo, ma il suono stridulo del campanello ti salva. Sempre ridendo e negandoti arrivi alla porta e la apri trovandoti davanti la peggiore sorpresa che potesse capitarti.
E ti ritrovi in manette, trascinato a forza al distretto di polizia con una ridicola accusa di omicidio sul collo. Ma che altro potevi aspettarti da quel bastardo razzista di Gordinski?
Stai a sentire i suoi vaneggiamenti da sbirro ottuso, cercando di fargli capire che tu non c’entri nulla con tutta quella maledetta storia. Ma lui è fermamente convinto che tu sia il colpevole, questa volte come tutte le altre che ha bussato a casa tua. È che ha la convinzione che tu sia un criminale incallito, nonostante il tuo tesserino di agente FBI.
- Voglio chiamare il mio superiore a Quantico.- sbuffi cercando di essere minaccioso.
Non che tu voglia davvero coinvolgere i tuoi colleghi: speri che ricordandogli che sei un agente federale, Gordinski rimetta insieme quel poco di materia grigia che gli è rimasta e capisca finalmente che tu non hai ucciso nessuno.
- L’abbiamo già fatto.- ti risponde di rimando.
E tu rimani a bocca aperta, sorpreso da tanta solerzia. E per la prima volta comprendi che non è tutto un gioco, che quel bastardo sta facendo sul serio e che questa volta sarà veramente difficile uscirne fuori puliti. E ti senti con le spalle al muro, come un animale messo in trappola. E la situazione non ti piace.
Spencer. Il suo nome sfuma nella tua mente come il tintinnio di un campanellino d’argento. Puoi quasi immaginare la preoccupazione e la paura tingere il vellutato color noce dei suoi occhi. E maledici una volta di più Gordinski perché l’ultima cosa che vuoi è ferire il tuo compagno. Non avresti mai voluto coinvolgerlo in questa storia, ma sai benissimo che mai come questa volta hai bisogno di lui e del suo cervello.
Digrigni i denti sotto le labbra serrate e giuri che appena finita questa maledetta storia rivolterai lo stato di servizio di quel bastardo fino a che non avrai trovato anche il più piccolo granello di sporcizia e allora sarai tu a divertiti a vederlo seduto in una sala interrogatori!

Sei abituato al suono del cellulare che ti sveglia di notte, ma questa volta non riesci a ingoiare quella brutta sensazione che ti fa battere il cuore più veloce. Sei sempre stato un tipo razionale, non hai mai creduto alle sensazioni, hai sempre indagato con lucida logica fino a scoprirne l’origine naturale, ma questa volta è diverso: non ne puoi fare a meno. Ti mordi il labbro per nulla propenso a lasciare quel letto caldo ancora impregnato dall’odore di Derek. Lo sai che è tornato a casa per qualche giorno per festeggiare il compleanno della madre, esattamente come tu ritorni di tanto in tanto a Los Angeles per far visita alla tua, tutto perfettamente normale. Eppure non ti piace saperlo lontano da te, anche se per poco tempo.
State insieme da poco e ogni volta che ti svegli da solo nel letto ti senti perduto e incredibilmente solo. Non riesci ad allontanare il dubbio che sia stato solo un lungo, splendido sogno e che non è successo mai niente tra te e Derek. È una paura irrazionale e lo sai, ma come puoi credere che uno come lui sia davvero innamorato di uno come te? Allora chiudi gli occhi, cercando di allontanare le insicurezze dell’adolescente che non sei mai stato, e ti aggrappi ferocemente ai ricordi della vostra storia per non sprofondare.
E questo espediente basta a rasserenarti quel poco che basta per farti uscire dal letto. Rabbrividisci sentendo il pavimento freddo sotto i piedi e ti avvicini alla cassettiera dove la sera prima hai appoggiato il cellulare. Ti stanno chiamando dall’ufficio e il pensiero di dover affrontare un nuovo caso senza la presenza rassicurante di Derek ti chiude lo stomaco.
E pensare che prima di fidanzarti con lui non sei mai dipeso così tanto da nessuno e la cosa ti spaventa un po’, perché ti chiedi cosa resterà di te il giorno in cui Derek ti lascerà e tu ti troverai di nuovo da solo, a dover ricordare come si cammina sulle proprie gambe senza avere nessuno accanto.
Sospiri e tenti di scacciare quei pensieri negativi: hai bisogno di essere calmo e concentrato per poter dare il meglio di te. Premi il pulsante e attivi la chiamata.
- Pronto?- domandi ed è la voce agitata di JJ a risponderti.
La ascolti mentre rapidamente ti riassume la situazione e quella sgradevole sensazione di ansia che hai provato poco fa ritorna.
- Va bene, sarò lì tra poco.- tenti di rassicurarla.
E le tue gambe iniziano a tremare insieme alla testa che gira, un moto di nausea ti risale lungo l’esofago fino in bocca, scontrandosi contro i denti serrati.
Derek accusato di omicidio?
Ti domandi non riuscendo a capire fino in fondo il senso di quelle parole. Lui è l’uomo più dolce e gentile che tu conosca, con te soprattutto, certo ha anche lui le sue zone d’ombra in cui nemmeno a te è stato dato il permesso di entrare, ma davvero non riesci a comprendere come possano averlo accusato di un simile crimine.
Accendi l’abat-jour posta al centro del ripiano della cassettiera e la sua luce dorata illumina una cornice di vetro. La sollevi e la porti vicino al volto: la foto ritrae te e Derek seduti su un prato, in uno dei rari giorni liberi che il lavoro vi concede. Ricordi benissimo quel giorno: era una splendida giornata di sole dopo tanti giorni di pioggia e lui ti aveva proposto una normale passeggiata al parco per respirare un po’ d’aria pulita. Tu hai accettato nonostante non ne avessi molta voglia perché non volevi deluderlo, per quella luce che aveva illuminato il suo sorriso e il nero dei suoi occhi rendendo la sua bellezza quasi dolorosa. Il pomeriggio era stato tra i più tranquilli e rilassanti che avessi mai goduto e di questo non smetterai mai di ringraziare il tuo compagno. All’improvviso Derek ti ha costretto a sederti sull’erba e, dopo aver armeggiato un po’ con l’autoscatto della macchina fotografica che si era portato dietro, è ritornato da te. Si è seduto dietro le tue spalle, abbracciandoti e attirandoti contro di sé.
“Volevo avere un ricordo di noi come coppia. In tutte le foto che ho siamo insieme alla squadra…”.
Ti ha spiegato con semplicità, senza schernirsi. Passi il polpastrello del pollice sul vetro proprio sopra il volto di Derek, come una leggera carezza, mentre il tuo cuore batte più calmo. Quel ricordo è come miele fuso per la tua amina graffiata e tormentata. Ti è bastato guardare dentro quegli occhi nerissimi, anche se dentro una foto, per uscire dallo stato confuso in cui eri e capire cosa fare.
Hai preso la tua decisione: metterai in campo tutta la tua intelligenza per dimostrare che Derek è innocente, per non permettergli di portarlo via da te.

Hotch è in piedi davanti a te e nemmeno il suo volto di pietra riesce a mascherare la preoccupazione. E questo, per contrasto, aumenta anche la tua. Gordinski è davvero deciso a metterti dentro e non si darà pace fino a quando non ti avrà visto dietro le sbarre di una prigione di stato.
Hotch ti spiega la situazione sbrigativo come al solito, come se avesse una bomba a orologeria appesa al collo. Ti fa un paio di domande e tu rispondi cercando di non dire troppo, ma da come il tuo superiore ti guarda capisci che sa che gli stai nascondendo qualcosa. Cerchi di glissare, raccontandogli del capobanda che ti ha minacciato il giorno prima nella speranza che ti creda e che trovino un colpevole che faccia al caso loro.
Sai che è inutile, però speri lo stesso che non si mettano a scavare nel fango che ricopre il tuo passato. Ma conosci il tuo superiore e sai che verrà a capo della questione a costo di aprirti la testa ed estrarre la verità direttamente dal tuo cervello.
- Il resto della squadra è di là, faremo tutto il possibile per tirarti fuori pulito.- ti informa lanciandoti una lunga occhiata allusiva.
Dovresti fermarti a riflettere su cosa il tuo superiore sappia della tua storia con Spencer, ma ora tutta la tua attenzione, tutto te stesso è concentrato sul tuo fidanzato. E il solo pensiero che il tuo piccolo genio sia a pochi passi da te ti fa sentire bene, per un attimo la disperazione sembra svanire dentro di te e puoi concederti il lusso di sperare in un lieto fine.
Vorresti uscire da quel buco freddo e buio e correre da lui. vorresti stringere il corpo magro e delicato di Spencer tra le braccia, fino a sentire il suo buon profumo di sapone sulla tua pelle. Vorresti naufragare nel mare di cioccolata delle sue iridi e dirgli ancora una volta che lo ami, tranquillizzarlo, dirgli che va tutto bene anche se non è così. Vorresti vedere la preoccupazione evaporare dai suoi occhi, sostituita da quella scintilla di gioia che li illumina sempre ogni volta che siete insieme. Vorresti vederlo sorridere e poi baciarlo per scoprire se è dolce come ricordavi, perderti nelle trame vellutate del piacere che ti da mentre risponde con candida lussuria ai tuoi baci.
E invece sei inchiodato lì dentro, senza alcuna possibilità di uscire.
Apri la bocca per chiedere a Hotch di poter vedere Spencer, anche solo per pochi minuti, ma ti blocchi appena in tempo. Sarebbe quantomeno strana una richiesta simile da parte tua. Ci si aspetterebbe che tu voglia parlare con Gideon o con Hotch stesso per cercare di trovare una soluzione a quella maledetta situazione, non che tu voglia sentire le chiacchiere di quel piccolo genio.
Nemmeno tu sai come riesci a trattenere quel desiderio impellente di vedere Spencer, ma annuisci e ringrazi Hotch. Sospiri di sollievo quando il tuo capo esce dalla stanza, anche se quell’ultima occhiata indagatrice che ti ha lanciato ti ha messo in allarme: ora sei certo che né lui né Gideon si fermeranno fino a quando non saranno arrivati a capo di tutto.

È strano trovarsi a casa di Derek e guardare sua madre negli occhi senza che lei sappia di te e suo figlio. È una bella donna, con gli stessi profondi occhi neri di Derek. E non puoi sopprimere un brivido quando ti fissano stanchi e arrossati dal pianto. Per un attimo ti sembra di essere ritornato a un di quei momenti dopo aver fatto l’amore, quando Derek ti fissa con il nero morbido e caldo delle sue iridi che sembra sciogliersi come pece bollente sotto la tua pelle.
La donna parla ma tu non l’ascolti, ti stai chiedendo cosa accadrebbe se sapesse che sei il fidanzato di suo figlio. E ti scopri a sperare che in qualche modo capisca, che ti accetti. Sembra una famiglia unita, colma di affetto e calore, così diversa da quel mezzo disastro affettivo in cui sei dovuto crescere tu e ti piacerebbe farne parte.
- Quel bastardo di Gordinski ha preso di mira nostro fratello fin da quand’era un bambino. Ogni cosa che accadeva nel quartiere era colpa sua, questa era la prima porta a cui veniva a bussare.- sbotta una delle sorelle di Derek.
E il suo sforzo ha il potere di riportarti con i piedi per terra. L’aver scoperto che Derek ha dei precedenti penali ti ha parecchio sconvolto. Non vorresti fare la parte della ragazzetta isterica che pretende che il suo fidanzato gli racconti ogni secondo della sua vita prima di conoscerla, ma ti chiedi perché non si sia fidato di te abbastanza da dirtelo. Credeva forse lo avresti raccontato a Gideon e messo nei guai?
Increspi le labbra in una di quelle smorfie saccenti che irritano tanto gli altri e cerchi di convincerti che è normale che Derek abbia dei segreti. Tutti ne possiedono almeno uno e hanno il sacrosanto diritto di difenderlo gelosamente da tutti, anche dai propri compagni.
Tu stesso infondo hai dei segreti che non vuoi che gli altri conoscano. Qualcosa a Derek lo hai confessato, ma è Gideon la persona che conosce tutto di te.
Eppure lo stesso non ti piace. Sbuffi irritato e torni a concentrarti sulla conversazione: infondo sei lì per trovare qualcosa che possa aiutare Derek, per le recriminazioni ci sarà tempo poi.
Forse…

Seduto per terra con la schiena contro il muro e lo sguardo perso nel cielo limpido che si intravede dalla finestrella della cella, le foto del cadavere in mano, pensi.
Pensi a quanto pagheresti perché quella dannata storia non fosse mai iniziata, a quanto desideri non essere mai venuto a Chicago. Una mano d’acciaio ti stringe il cuore e la nausea ti risale acida nella gola, mentre quei maledetti ricordi ritornano a tormentarti.
Hai impiegato anni per venirne fuori, ma è bastata una sola parola di Gordinski per rigettarti nell’incubo. Sei sempre stato molto attento a che gli altri non venissero a conoscenza di tutto. Eri un bambino e ti ha fatto cose che nemmeno capivi fino in fondo, per le quali ti sei sentito colpevole come se gli avessi dato tu stesso il permesso di toccarti, che ti hanno fatto sentire così sporco da vergognarti di parlarne perfino a tua madre. Qualcosa che ti ha segnato così profondamente da portarti a credere che mai più avresti permesso a qualcuno di avvicinarsi a te emotivamente e fisicamente.
Hai perso il conto delle notti in cui ti sei svegliato urlando, terrorizzato dal solito incubo in cui mani invisibili e indesiderate strisciano sulla tua pelle, accompagnate dal peso schiacciante di un corpo steso sul tuo e da un respiro roco e ansante soffiato direttamente nel tuo orecchio. In quei momenti ti guardavi intorno cercando di capire dove fossi, con le lacrime che ti rigavano le guance e ti appannavano la vista. Nemmeno in casa tua, nella tua camera da letto riuscivi a sentirti al sicuro. Ci sono voluti anni perché riuscissi ad addormentarti senza chiudere a chiave la porta e sprangare le finestre.
Eppure nonostante tu sia un uomo fatto e finito, ancora oggi a volte ti svegli di soprassalto nel cuore della notte, ansimante e sudato, con il cuore che batte cupo nel petto per la paura. Momenti in cui ti sembra di essere ritornato indietro nel tempo a quand’eri un ragazzino spaurito, che Carl si ancora lì, acquattato nel buio sempre pronto a minacciarti.
Allori ti giri piano e osservi la figura sottile beatamente addormentata al tuo fianco, con un piccolo sorriso a distenderle le labbra sottili. Ti sembra quasi che il candore di Spencer possa avvolgerti e cancellare in un attimo le tue paure. Lo guardi e ti sembra quasi impossibile che tu sia riuscito a innamorarti, ma quando lui è tra le tue braccia non pensi più a nulla, non esiste né il passato né il futuro. Solo quel magnifico presente con vissuto con lui ha importanza. Allora ti stendi sul fianco e prendi una delle sue mani sottili nella tua, intrecciando le dita, e ti addormenti con l’immagine di Spencer impressa nella mente.
Ma a volte non basta. A volte soltanto fare l’amore con lui riesce a spegnere il terrore dentro di te. Come se il calore del suo corpo e la dolcezza dei suoi baci fossero l’unico balsamo in grado di lenire la tua anima lacerata. Dopo ti addormenti con la testa poggiata sul suo petto magro e ossuto, ascoltando il battito irregolare del suo cuore, abbracciandolo per la vita, sereno e tranquillo come un bambino stretto al suo orsacchiotto di pezza preferito.
Appoggi la nuca contro le piastrelle del muro e chiudi gli occhi. Daresti qualsiasi cosa per avere Spencer lì con te in questo momento. Abbracciarlo per i fianchi e poggiare il viso contro il suo collo, come fai spesso per respirare quel suo odore di pulito che ti piace tanto. Immagini l’espressione ancora leggermente imbarazzata del tuo piccolo genio mentre ti ricambia, come se in tutto quel tempo che state insieme non si fosse ancora abituato a quelle manifestazioni d’affetto e, per la prima volta nelle ultime ore, un piccolo sorriso ti stende appena le labbra.
Perché basta il suo solo pensiero a calmarti, a placare le tue preoccupazioni, come se i ricordi legati a Spencer fossero uno scudo innalzato a difesa della tua anima. E questo pensiero ti fa sentire bene, come se niente potesse toccarti.
E un piano folle prende di colpo forma nella tua mente: saresti uscito da quella cella e avresti cercato Carl, costringendolo a confessare tutto. Perché sei convinto che dietro a tutta quella storia ci sia solo lui, il mostro travestito da agnello, il viscido bastardo che si nasconde sotto la maschera dell’eroe del quartiere.
Di scatto ti alzi in piedi e ti infili il giubbotto. Non sai cosa ne sarà di te quando quella storia sarebbe terminata, ma questa volta non permetterai a Carl di farla franca e rovinare altri ragazzi come te.

Abbassi la pistola lentamente e non riesci a staccare lo sguardo dalla figura di Derek in piedi al centro del magazzino. Ha gli occhi rossi e il respiro scoordinato. È strano pensare una cosa simile di uno come lui, ma in questo momento ti sembra incredibilmente fragile. Come se ritrovarsi faccia a faccia con Carl Buford lo avesse prosciugato di ogni energia.
Vorresti correre da lui, abbracciarlo e baciarlo senza curarti dei tuoi colleghi né di quello che potrebbe accadere. Ma la paura ti frena, inchiodandoti sul quel vecchio pavimento impolverato e scheggiato.
Hai paura che possa respingerti, che ora che è stato costretto a fare i conti con il passato tutto tra voi sia cambiato. Temi che ora, dopo aver rivissuto tutte le molestie di cui è stato vittima, non voglia più toccarti e un baratro oscuro si apre sotto i tuoi piedi al solo pensiero.
Derek si volta ed esce dal magazzino senza guardarti, come se non avesse notato la tua presenza. E tu devi mandare giù a fatica quel grumo amaro che ti serra la gola, impedendoti di respirare.
È già così tardi?
- Ehi Reid, che fai lì impalato? Torniamo indietro, qui abbiamo finito.- la voce di Prentiss ti sorprende alle spalle.
Sei sempre stato un bravo bugiardo, hai dovuto imparare troppo presto per impedire agli altri di capire quello che ti stava accadendo, per tenerli fuori dal tuo mondo e per illuderti che la solitudine in cui eri stato gettato era una cosa normale, ma ora devi fare forza su te stesso per risponderle in modo naturale, come se tutto dentro di te fosse andato in pezzi. Nonostante non sia quello che vuoi, a passi lenti e stanchi raggiungi la tua collega e insieme andate via.
Alla stazione di polizia guardi Derek da lontano, mentre è impegnato a compilare i rapporti. In questo momento pagheresti qualsiasi cosa per sapere cosa sta pensando e di nuovo quel claustrofobico senso di angoscia ti chiude la gola.
Hai un disperato bisogno di lui, ma adesso è troppo lontano perché tu possa raggiungerlo.
Deglutisci a vuoto e cerchi di convincerti che Derek ha solo bisogno di riprendersi, di metabolizzare quanto è accaduto negli ultimi giorni, nient’altro.
E allora perché le tue stesse parole sembrano risuonare come un’enorme bugia?
Distrattamente osservi Gordinski girare attorno al tuo compagno con un’espressione imbarazzata in volto, senza trovare il coraggio per scusarsi. Aveva arrestato Derek basandosi soltanto sul profilo stilato da Gideon e sui suoi pregiudizi, e ora aveva imparato sulla sua pelle che le proprie convinzioni con bastano per mettere in prigione qualcuno, ma servono solide prove. E ora non sapeva come affrontare quella sensazione di fallimento nello scoprire di aver rincorso per tanti anni un fantasma, lasciando il vero assassino libero di uccidere chissà quanti ragazzi.
Ora avrebbe dovuto ricominciare daccapo e sapeva che non sarebbe stato facile.
- Reid accompagna Morgan a casa di sua madre.- ti ordina la voce severa e distaccata di Hotch.
Lo guardi sbattendo le palpebre, come se ti fossi appena svegliato da un sogno. Fai fatica a capire quello che ti ha detto, ma annuisci comunque, senza domandarti perché lo abbia chiesto proprio a te. Velocemente prendi da JJ le chiavi di uno dei suv con cui siete arrivati lì e aspetti sulla soglia della stanza che Derek ti raggiunga, mentre un miscuglio elettrico di timore e aspettativa ti scorre nelle vene al posto del sangue.
L’unica cosa che riempie l’abitacolo, mentre l’auto sfreccia per le strade illuminate dalla luce lattiginosa dei lampioni, è un silenzio pesante come un macigno, carico di tutte le domande che vorresti porre al tuo compagno ma che hai volutamente messo a tacere.
Stringi la presa sul volante e ti sembra di soffocare. Viaggiare in auto verso la scena di un delitto o per tornare all’aeroporto, per voi è sempre un modo come un altro per stare insieme senza terzi incomodi. Di solito tu parli a ruota libera di tutto quello che ti passa per la testa e Derek ti ascolta, prendendoti di tanto in tanto in giro. Poi, un attimo prima di scendere, lui ti sorprende sempre con un bacio, un ultimo istante strappato al vostro paradiso personale prima di calarvi nelle tenebre dell’inferno.
E adesso dov’erano finiti quei momenti?
Ti mordi le labbra non sapendo cosa pensare né come comportarti e parcheggi l’auto accanto al marciapiede di fronte casa di Derek. Un peso ti schiaccia il torace al pensiero di lasciarlo andare così, senza nemmeno esservi scambiati una parola o uno sguardo.
Smonti dall’abitacolo e aspetti che faccia il giro dell’auto. Quando ti è davanti lo fissi nei suoi occhi nerissimi e disperati, cercando di trasmettergli un po’ del mare del emozioni che ti stanno vorticando dentro.
Ma lui ricambia il tuo sguardo e non dice nulla.
Sospiri e cerchi di rivolgergli un sorriso convincente.
- Noi questa notte rientriamo, ci vediamo in ufficio. Salutami tua madre.- dici sentendoti sconfitto.
Lo guardi un’ultima volta e poi gli volti le spalle per risalire in macchina. Ma qualcosa ti stringe la mano, bloccandoti.
- Resta con me!- la voce di Derek si scioglie sulla tua guancia calda, inaspettata e insperata.

- Resta con me!- dici solo questo e lo abbracci disperato, come se fosse l’unico appiglio a cui puoi aggrapparti per non precipitare.
Senti il corpo sottile di Spencer irrigidirsi, prima di ricambiare l’abbraccio. Le sue forme acerbe si modellano contro le tue e, nonostante tutto, un brivido ti scorre lungo la schiena. Solo ora che lo stringi tra le braccia ti rendi conto di quanto ti sia mancato, di quanto bisogno avessi di lui. E una sensazione di pace e sollievo si scioglie dolorosa e calda dentro di te. Finalmente puoi toccarlo, abbracciarlo. Eri quasi arrivato a credere che non sarebbe più accaduto. Non sai come sei riuscito a resistere fino a ora, forse a frenarti è stata la consapevolezza che se solo lo avessi sfiorato non saresti più riuscito a trattenerti e avresti commesso qualche sciocchezza davanti a tutti i tuoi colleghi.
Avevi bisogno di restare da solo con lui e forse dovresti ringrazia Hotch per quell’opportunità. Poggi la fronte contro la sua e lo guardi in quel suoi innocenti occhi nocciola, in cui ogni volta ti sembra di naufragare senza possibilità di trovare la via del ritorno.
- Mi sei mancato tantissimo.- bisbigli sulle sue labbra e lo baci.
Lui si aggrappa forte alle tua spalle, stringendo nel pugno la stoffa della tua giacca sulle spalle e ti risponde con una passione disperata, come se quello fosse il vostro ultimo bacio. Davvero non sai come hai fatto ad arrivare fino a ora senza vederlo né toccarlo. La tua lucidità sfuma rapidamente in un mare di sensazioni sempre nuove e familiari, di cui il centro è sempre e solo Spencer. Ormai sei completamente dipendente da lui, non sapresti più come fare se non ci fosse lui al tuo fianco, nella tua vita. E se pensi che sei stato a un passo dal finire in carcere a vita, dal perderlo, un’ondata di gelido terrore ti sommerge. Mescoli la disperazione alla passione e cerchi di cancellare le ultime ore con il delicato piacere di quel bacio. Con un sospiro ti scosti dalla sua bocca e con il viso carezzi il suo, sentendo la sua pelle scorrere morbida e calda sotto la tua.
- Credevo che non mi volessi più.- il suo è un sussurro così basso che per un attimo hai creduto di averlo immaginato.
Riporti lo sguardi nel suo e lo scruti a lungo, comprendi che quella era l’ombra che aveva oscurato il limpido color noce dei suoi occhi. E sorridi delle sue insicurezze: come se potessi vivere senza di lui!
- Sei stato l’unica cosa a cui mi sono aggrappato per non sprofondare nella disperazione. Non è passato un istante senza che desiderassi vederti. – gli sfiori le labbra con un piccolo bacio – Ti amo Spencer e questa è l’unica verità su cui si basa la mia vita!-.
E sulle tue labbra suona come un giuramento solenne. Le guance del tuo piccolo genio si colorano di un delizioso rossore che ti fa venire voglia di mangiarlo, mentre ti risponde con un imbarazzato ed emozionato ti amo.
Lo stringi a te e lo baci, subito il mondo scompare dai suoi sensi. Spencer non ti dice spesso quello che prova per te, lascia piuttosto che tu lo intuisca dai suoi gesti. Per questo ogni volta che ti dice che ti ama, provi la sensazione di avere tra le mani un tesoro inestimabile. E non puoi evitare di sentirti stupidamente felice.
Prendi una delle sue mani e la porti sulla tua guancia, per un attimo assapori il suo calore sulla tua pelle, ma quando riporti lo sguardo nel suo ogni traccia di gioia è scomparsa.
- Perdonami. – sussurri accorato – Perdonami. So che avrei dovuto parlartene, spiegarti quello che mi è accaduto, ma ogni volta che cercavo di farlo non riuscivo a trovare le labbra. Volevo farti vedere solo la parte migliore di me, quella che ti avrebbe reso sempre felice – e con il polpastrello del pollice disegni la linea delle sue labbra – Ma sei venuto a conoscenza di tutto nel modo peggiore e io non…- e ti fermi non sapendo cos’altro poter dire.
Spencer ti guarda con un’ombra di dolore negli occhi, prima di cercare la tua bocca con un bacio morbido e dolce, con cui dirti che va bene così, che non hai nulla di cui farti perdonare. E tu ti senti incredibilmente leggero e libero, come raramente sei stato prima che Spencer entrasse nella tua vita.
- Derek?- una voce femminile e familiare invade il vostro personale angolo di paradiso e rompe la bolla dorata in cui eravate avvolti.
Ti allontani dal tuo compagno e ti volti, trovando tua sorella in piedi a pochi passi da voi, che vi fissa con una strana espressione. E per la prima volta ti ricordi che sei davanti casa di tua madre. Avresti dovuto dir loro di voi prima, ora sarebbe stato tutto più difficile.
Abbracci Spencer per la vita e te lo stringi contro il petto, come se volessi proteggerlo, e guardi tua sorella dritta negli occhi, mostrandole che sei sincero e deciso, che non ti vergogni di quello che sei.
Un sorriso dolce e divertito schiude le labbra di tua sorella.
- Ecco perché eludevi sempre le richieste di mamma di sposarti. – sogghigna e puoi facilmente immaginare la tinta di rosa che ha colorato le guance del tuo genietto – Dai, entrate: dobbiamo ancora finire di festeggiare il compleanno di mamma.- .
E intuisci che ha capito la reale natura dei tuoi sentimenti per Spencer. Sospiri sollevato: la tua famiglia è tutto per te e ti sarebbe dispiaciuto profondamente rompere i legami con essa, perché se ti avessero chiesto di scegliere tra loro e il tuo compagno non avresti avuto dubbi.
- Andiamo.- sussurri a un suo orecchio, per poi baciarlo sulla guancia.
Vedendovi così il sorriso di tua sorella si addolcisce.
- Eravate proprio carini prima. – ti dice con un tono casuale quanto le passate accanto – Proprio carinissimi. Soltanto un come lui avrebbe potuto farti innamorare, fratellone.- .
È tua sorella dopotutto e non ti sorprende che abbia capito della tua storia con Spencer molto più di quanto avessi pensato.

La camera da letto di Derek è buia e colma dei vostri bisbigli.
Siete sdraiati sul letto singolo, troppo piccolo per contenervi entrambi, ma il tuo fidanzato non ha voluto sentire ragioni. Non ti ha lasciato tornare a casa con il resto della squadra e quando gli hai detto che saresti potuto andare a dormire in albergo, ti ha lanciato un’occhiataccia e poi ti ha trascinato nella sua camera da ragazzo. Il tutto sotto lo sguardo divertito della madre e delle sorella.
- Mia madre si è innamorata di te!- ride sensuale contro la pelle del tuo collo che stava baciando.
Ed è vero. Inizialmente la donna ti ha squadrato in un modo che ti ha messo soggezione, forse ricordando il tuo goffo tentativo di difendere Derek quel pomeriggio, finendo poi con il peggiorare la situazione. Ma poi qualcosa nel suo sguardo è cambiata e ti ha accolto in famiglia con un sorriso caloroso e un abbraccio affettuoso. Dopo è stato un continuo vezzeggiarti e coccolarti, un piccolo assaggio di quello che avresti potuto avere se tua madre non si fosse ammalata.
Sorridi e ti sistemi meglio nell’abbraccio del tuo compagno. Derek prende una delle tue mani che tieni premute sul suo petto, schiacciate tra i vostri corpi allacciati, e la porta alle labbra. Tu sposti la testa fino a trovarti con il volto contro il suo e respiri il suo odore di dopobarba, ancora percepibile sulla sua pelle.
- Sei la mia scheggia di paradiso: hai illuminato la mia vita, colorandola con migliaia di sfumature, rendendola degna di essere vissuta di nuovo. Ma sei anche la casa in cui posso rifugiarmi ogni giorno e sentirmi finalmente in pace. Sei tante cose per me Spencer e ormai non posso più vivere senza di te!- .
E sei troppo sorpreso ed emozionato per formulare una risposta coerente. Chiudi gli occhi e lasci che quelle parole penetrino sotto la tua pelle e si sciolgano dentro di te, riempiendoti con la loro dolcezza. Con Derek è sempre così: è capace di stupirti con simili frasi romantiche, che sulle sue labbra suonano naturali e per nulla stucchevoli. Tu vorresti rispondergli, dirgli qualcosa con cui fargli capire quanto sia importante per te, ma le parole restano sempre congelate in gola.
Però ti restano sempre i gesti.
Riapri gli occhi e osservi il suo profilo appena deliniato nel buio dalla flebile luce che filtra dalla strada. Con i polpastrelli accarezzi quelle labbra che li stanno ancora baciando. Spingi il tuo volto contro il suo e lo baci. Dentro di te senti una tenerezza verso quell’uomo forte e imperturbabile, ma che hai scoperto essere anche tanto fragile, che quasi ti dilania il petto.
E mentre senti quella bocca dolce e umida contro la tua, una lacrima solitaria scorre lungo la tua guancia, come per lavare via tutta la sofferenza che avete provato nelle ultime ore, e ti rendi conto che lui è diventato semplicemente tutto il tuo mondo.