Note:
Eccomi ritornata con il quarto capitolo della storia di Naruto e
Gaara! Premetto: certo che trovare espedienti per far trovare nello
stesso posto persone che vivono a tre giorni di cammino l’una
dall’altra è una faticaccia… In questa
fic ho immaginato
che Gaara si sia dovuto recare a Konoha per un viaggio istituzionale
(tipo quelli che fanno i nostri capi di stato) e che rimarrà
al villaggio per un po’ (all’inizio volevo mettere
di mezzo
l’esame per chunin, ma alla fine l’ho scartato
perché non
ho ancora trovato spoiler su quella parte, quindi ho dovuto
improvvisare ^^’’). Finalmente Naruto e Gaara
concludono il
discorso interrotto nell’altra fic. Mi sono vergognata come
una
ladra a scrivere la scena X >///< Ho iniziato da poco a
scrivere lemon quindi non sono molto pratica…
-///-‘’
Spero
comunque che vi piaccia e che i personaggi non mi siano usciti troppo
sdolcinati…
Dediche: dedico questa fic a NekoRika: sono
contenta che ti sia piaciuta anche ‘Le notti di
Suna’ e che ti
piacciano i miei Gaara e Naruto, me commossa T^T spero che ti
piacerà
anche questa; a SilverPhoenix: grazie per aver
letto tutte e
tre le mie fic su questa coppia e sono contenta che ti siano
piaciute, non mi piacciono molto le raccolte, preferisco una serie di
fic legate l'una all'altra, comunque sono contenta di aver azzeccato
il carettere di Gaara (spesso ho paura di farlo troppo OOC) e di
essere riuscita ad esprimere bene i loro sentimenti, spero di aver
fatto un buon lavoro anche con questa fic e che ti piaccia ^^; e la
dedico anche a Naru_Sasu_Fan che ha messo anche
l’altra fic
tra le sue preferite: grazie mille (inchino!).
Ringraziamenti:
ringrazio tutti coloro che hanno letto ‘le notti di
Suna’ e tutti
coloro che leggeranno e commenteranno questa fic.
Non mi resta che
augurarvi buona lettura, alla prossima ^.^
Un
Nuovo Inizio
Cammino per le strade di Konoha
godendomi la fresca aria del tramonto, guardando il sole che
insanguina ogni cosa. È esattamente come lo ricordavo: le
case
bianche ammassate le une sulle altre ed addossate alle strade che
tagliano irregolarmente il villaggio, il tutto annegato nel verde
della foresta che lo circonda. Un piccolo sorriso tranquillo mi
incurva le labbra mentre mi guardo intorno: nutro un profondo affetto
per Konoha, per tutto quello che mi ha concesso e mi ha
dato… Ad
ogni passo mi stupisco delle differenza tra questo villaggio e Suna:
qui le persone sono molto più spensierate, le donne di
ritorno
dal mercato chiacchierano allegramente in piccoli gruppi, gli uomini
svolgono i loro lavori serenamente, mentre le strade risuonano delle
risate allegre dei bambini che si rincorrono; Suna al confronto
è
molto più malinconica.
Eppure non posso dimenticare che
questo villaggio è stato l’inferno personale del
mio
Naruto!
Posso quasi vederlo, un bambino biondo che cammina da
solo, cercando di non guardare le mamme con in braccio i loro figli
che gli camminano accanto, rasente i muri, la testa abbassata per non
mostrare quello che si agita nei suoi occhi e sul suo volto, le mani
strette a pugno ed affondate nelle tasche del pantalone, le spalle
incurvate in avanti come per difendersi da tutto quello che lo
circonda…
… e, le stesse persone che ora si inchinano al mio
passaggio, lo scansano, lo guardano con disprezzo, ogni suo passo
è
accompagnato dal brusio delle cattiverie dette alle sue
spalle.
Nemmeno si possono contare le notti che ha trascorso a
piangere, nella gelida solitudine della sua stanza, abbandonato su di
un letto incapace di sciogliere quel freddo che lo scuote, un freddo
che non è fisico, ma è soprattutto dentro
l’anima,
cercando di combattere il dolore che gli lacera il petto, come se il
cuore si fosse accartocciato su se stesso, il viso bagnato nascosto
contro il cuscino, mentre la voce rotta dai singhiozzi chiede alla
solitudine, sua unica e dolorosa compagna, perché proprio a
lui, cosa ha fatto di male…
Un’agonia troppo profonda perché
un bambino possa affrontarla e superarla da solo…
Ancora una
volta mi ritrovo a scoprire quanto simili siamo io e Naruto, riflessi
dello stesso specchio, figli della stessa colpa mai commessa,
accompagnati dallo stesso dolore e solitudine.
E sono pronto a
scommettere che per Naruto l’inferno non sia ancora
terminato, che
la gente lo tratti ancora con disprezzo, nonostante abbia dimostrato
tutto il suo valore.
Come posso non vedere lo splendido ragazzo,
dolce e sensibile, sempre gentile con tutti, sempre pronto a
sacrificarsi per quello in cui crede? Con quale coraggio continuano a
ferirlo ancora, ancora ed ancora, mai sazi della sua sofferenza?
E
mi mordo le labbra per sciogliere il nodo che mi ha serrato la gola,
mentre la voglia di spazzare via questi idioti si fa sempre
più
prepotente, sto quasi per sollevare la mano, quando mi rendo conto
che non servirebbe a nulla, anche se li uccidessi il suo dolore non
scomparirebbe, anzi!
Io per primo sono consapevole che portiamo
dentro di noi una voragine gelida e profonda, che minaccia
costantemente di inghiottirci, una voragine nata dal dolore, dal
rifiuto, dalla mancanza d’affetto, qualcosa che non si
cancellerà
mai…
Qualcosa che ci accompagnerà fino alla morte…
Due
bambini che litigano all’angolo di una strada attirano la mia
attenzione, li guardo per un po’, fino a quando alla loro non
si
sovrappone l’immagine di altri due bambini, uno biondo e
confusionario, l’altro moro, altezzoso e silenzioso.
Naruto ed
Uchiha la prima volta le li vidi.
Naruto, con Sakura ed un gruppo
di bambini, stava litigando con Kankuro e Temari, ricordo che la mia
testa bionda che si stava lanciando all’attacco contro mio
fratello, senza pensare, a testa bassa, tipicamente nel suo stile,
quando era intervenuto Uchiha che seduto sul ramo di un albero aveva
lanciato un sasso contro Kankuro. Ricordo che Naruto era
così
furioso di essere stato interrotto da Uchiha, da sembrare percorso
dalla corrente di un fulmine. E forse, inconsciamente, fu proprio per
questo che intervenni a fermare mio fratello: stavo osservando quel
biondino fuori da ogni schema di comprensione da un po’,
certo
allora non lo reputai né pericoloso né alla mia
altezza, anzi lo classificai subito tra le persone inutili, ma mi
divertiva vederlo alle prese con quelle tre piccole pesti e Sakura
che non ne voleva sapere niente di lui; volevo osservarlo ancora un
po’, sentire quella sensazione che non provavo da tantissimo
tempo,
e che forse non avevo mai provato, godermi lo spettacolo della sua
spavalderia ed incapacità, ed Uchiha aveva disturbato il mio
divertimento, per questo intervenni: non valeva più la pena
di
restare li a guardare.
Ed una piccola risata mi scappa ancora oggi
al ricordo dell’espressione furiosa che aveva Naruto quel
giorno.
Era troppo buffo!
Riprendo a camminare ed esco dalla città,
immergendomi nel mare verde della foresta. Per me che sono nato e
vissuto in un villaggio annegato nel caldo e nel deserto, la bellezza
di una foresta è un incanto irresistibile. Mi perdo nella
frescura che emanano le ombre di questi immensi alberi, riempiendomi
i polmoni dell’odore dolce della linfa che impregna
l’aria.
Alla
fine mi ritrovo ai bordi di una radura che riconoscerei tra mille
altra identiche: è qui che io e Naruto ci siamo scontrati
dopo
l’attacco a Konoha durante l’esame per chunin, la
natura ne porta
ancora i segni, anche se quelli del villaggio hanno cercato di
nasconderli. I rami spezzati sono stati segati ma al loro posto
è
rimasto il vuoto, così come gli alberi che sono stati
strappati via quando io ho invocato Shukaku e Naruto
quell’enorme
rospo con il kimono, alcune cortecce sono ancora scorticate. Mi
guardo intorno cercando il tronco contro cui ho quasi schiacciato
Naruto, quello dove avevo intrappolato Sakura, evito accuratamente di
pensare a dove rantolava Uchiha. Avanzo a piccoli passi, quasi come
temessi di varcare un confine sacro entrando in questa radura, una
volta al centro chiudo gli occhi e nella mia mente vorticano le
immagini di quello scontro, veloci e spietate. Su tutto dominano gli
splendidi occhi azzurri di Naruto, non gli ho mai più visti
decisi e mortalmente seri come quel giorno, per fortuna; io li
preferisco come sono quotidianamente, dolci e gentili, allegri ed un
po’ furbi, caldi ed innamorati quando guardano me. Abbasso lo
sguardo ed incrocio il manto verde del prato, appena mosso dalla
leggera brezza tiepida della sera, lo stesso dove siamo crollati alla
fine del nostro scontro. Sorrido appena davanti il ricordo di me
stesso disteso e sfinito, con la fronte sanguinante per la testata
appena ricevuta da lui e pieno di lividi, capace solo di voltare la
testa verso Naruto, che aveva ancora le energie necessarie per
strisciare verso di me. Mi è sembrato di essere colpito da
un
fulmine quando Naruto ha sollevato la testa permettendomi di
osservare il suo volto: il copri fronte era volato via ed i capelli
gli incorniciavano liberamente il volto infantile ma già
bello, ma la cosa più stupefacente erano i suoi occhi:
scintillanti zaffiri limpidi e puliti che riflettevano la sua
determinazione a combattermi per difendere i suoi amici.
Non ho
mai visto nient’altro di più bello nella mia vita!
Sospiro
sentendo il cuore battere più forte come quel giorno, al
solo
ricordo, e mi siedo a terra con la schiena contro il tronco di uno
degli alberi, poggio la testa contro il legno che conserva ancora il
calore della giornata appena trascorsa, e sollevo lo sguardo verso il
cielo, dello stesso colore degli occhi del mio Naruto.
Non posso
fare a meno di pensare che sia stato il karma a portarmi qui oggi.
È
stato in questo luogo che mi è stato mostrato un nuovo
significato della vita, è stato da questa radura che ho
mosso
il primo passo per poter cambiare e diventare quello che sono ora.
E
sempre qui ho trovato una nuova ragione per ritornare a
vivere.
Spesso mi ritrovo a chiedermi come sarebbe stata la mia
vita se non avessi mai incontrato Naruto, se non mi avesse mai aperto
gli occhi su quello che ero diventato e non mi avrebbe mai mostrato
quello che sarei potuto essere…
… e la risposta è
sempre un desolante deserto di ghiaccio che mi avrebbe consumato poco
alla volta fino a cancellare ogni traccia di umanità dentro
di
me.
Mi viene quasi da ridere al pensiero di quanto sia strana la
vita e lo farei davvero se non fossi io!
Osservo il cielo che è
diventato di un tenue color lavanda ed improvvisamente avverto la
necessità di avere Naruto qui accanto a me, di sentirmi
stretto tra le sue braccia, avvolto dal suo profumo.
Quando sono
partito da Suna credevo che sarei riuscito a strappare più
di
un momento solo per noi, speravo di poter recuperare tutto il tempo
che siamo stati separati e magari concludere il discorso che abbiamo
iniziato a Suna, invece i miei impegni diplomatici mi tengono
occupato tutto il giorno e Naruto si sta allenando fino allo
sfinimento con Kakashi per imparare una nuova tecnica, che so
benissimo contro chi e per quale motivo userà, penso con una
punta di quella gelosia che ancora mi pungola, ogni volta che lui non
è al mio fianco e vorrei tanto sapere dove sia. Eppure
quando
ci siamo rivisti nello studio dell’Hokage l’ho
potuta leggere nei
suoi occhi quella luce impaziente e sensuale, che sicuramente
riflettevano anche i miei.
‘Comunque
la
prossima volta non mi scapperai, quindi preparati!’.
La
sua voce che mi minaccia così sensualmente mi esplode nella
testa, facendomi rabbrividire.
All’improvviso qualcosa mi
afferra per le braccia e mi tira verso di sé prima che un
paio
di labbra sfiorino le mie. Riconoscerei queste labbra ovunque!
A
questo pensiero mi rilasso all’istante abbracciandolo e
lasciandomi
coinvolgere.
Le sue labbra…
Il suo sapore…
Il suo
calore…
Il suo torace…
Le sue braccia…
Le sue mani…
Il
mio Naruto!
Non capisco più nulla…
Non riesco più
a pensare a nulla…
… mi sento completamente sciolto in questo
vortice ribollente di calore e sensazioni varie…
Non mi sento
più a Konoha, né in nessun altro luogo
materiale…
…
non so nemmeno più se sono fatto di materiale solido oppure
sono una massa di sensazioni pulsanti che si agitano a contatto con
lui…
Pian piano comincio a riprendere coscienza di me e di
quello che mi circonda, quando Naruto si allontana da me io lo seguo
per strappare un altro contatto alle sue labbra, desideroso di
perdermi nuovamente…
Alla fine dobbiamo proprio staccarci e le
iridi azzurre di Naruto mi fissano scintillanti, smaniose ed
innamorate, polle d’acqua dolce in cui potrei perdermi senza
più
trovare la volontà di tornare indietro. Naruto mi sorride in
quel modo dolce e malizioso che riserva solo a me, e mi stringe
più
forte contro di sé, sembra che gli piaccia molto tenermi
così…
Ed io subito mi sistemo meglio iniziando a
strofinare il volto contro la sua spalla, mentre anche le mie braccia
si stringono di più attorno al suo torace: lui è
solo
mio e non sono disposto a lasciarlo a nessun altro!
- Sembri un
gatto!- ridacchia dolcemente al mio orecchio.
Un suono arrochito e
denso, dannatamente sensuale, che mi fa drizzare i capelli sulla
nuca, mentre un gemito basso esce per riflesso, incontrollabile,
dalla mia gola e nascondo il viso contro il suo collo, venendo subito
avvolto dal suo profumo e calore, esattamente come volevo. Dopo un
istante sento le sue labbra morbide ed umide depositare tanti baci,
leggeri come piume, sulla pelle del collo che la casacca lascia
scoperta.
Sento che la mia lucidità scompare ad ogni suo
tocco…
- Co… come hai fatto… a trovarmi?- chiedo
ansimando
appena, per distrarre lui e me stesso.
Naruto continua con i suoi
baci ancora per un po’, poi si ravvicina al mio orecchio.
- So
sempre dove ti trovi…- ed io non posso reprimere i brividi
che mi
scatena il suo respiro caldo soffiato direttamente nel mio
orecchio.
Brividi che aumentano quando avverto la sua lingua
disegnarne il contorno. Avverto il mio corpo inarcarsi contro il suo,
mentre uno stano calore comincia a diffondersi sottopelle.
Che hai
in mente Naruto?
Cerco di rialzarmi, ma lui non me lo permette,
serrando ancora di più la stretta delle sue braccia su di
me.
Sollevo quindi la testa e scopro che mi sta fissando con il suo
solito sguardo dolce e pulito, ma ora pesantemente colorato da
pennellate di desiderio che hanno reso il loro colore azzurro scuro e
denso.
- Na… Naruto?- riesco a chiedere dopo aver diradato un
po’ della nebbia che mi avvolge il cervello.
- Ti avevo
avvertito che non mi saresti più scappato! – dice
sorridendo
in un modo così sensuale che mi fa ribollire il sangue nelle
vene – Ti voglio, Gaara!- .
Osservo la sua espressione sicura,
mentre il tono denso della sua voce mi penetra sotto la pelle
incendiando il sangue. Lui mi vuole, ed io? Io sono sicuro di
volerlo?
Mi immergo nelle sue iridi azzurre alla ricerca di una
risposta alle domande che mi stanno invadendo il cervello.
Anch’io
lo voglio! Voglio Naruto con una fame disperata!
Solo che non mi
sarei mai aspettato di farlo in una radura all’aperto con il
rischio di essere scoperto da un momento all’altro…
… avevo
immaginato di rotolarmi in un mare di lenzuola umide e sfatte, e di
risvegliarmi, l’indomani, con le sue mani ancora addosso,
avvolto
dal calore del mio biondino e delle coperte…
Naruto deve aver
letto sul mio volto i dubbi che scalpitano all’interno della
mia
testa, perché mi solleva la testa mettendo due dita sotto il
mio mento e mi fissa malizioso e divertito.
- Non pensare male di
me amore – ridacchia un po’ nervoso –
è solo che questo
posto ha cambiato la vita ad entrambi, qui è iniziato il
capitolo migliore della nostra vita e mi sembrava il posto ideale per
il nostro nuovo inizio!- .
- Nuovo… inizio… ?- chiedo di
rimando non capendo a fondo il senso delle sue parole.
- Si, un
nuovo inizio! – esclama con uno dei suoi bellissimi sorrisi
ampi e
caldi – Dopo che ci saremo amati niente sarà
più lo
stesso, saremo sempre uno dell’altro anche se ci saranno
montagne e
deserti a separarci, non saremo mai più soli, Gaara. Per
questo ho pensato che sarebbe stato bello se questo nuovo capitolo
delle nostre vite sarebbe iniziato nel luogo dove tutta la nostra
storia ha avuto inizio. Non volevo essere precipitoso, scusami.- e mi
bacia sulla tempia.
Osservo Naruto mentre il rombo cupo del mio
cuore quasi mi assorda. Come può essere così
dolce?
Come possono venirgli simili pensieri ed esternarli in questo modo
così particolare, che mi fa letteralmente perdere la testa?
Mi
sono innamorato di un pazzo scatenato che si butta in ogni scontro
senza pensarci due volte, senza temere per la propria
incolumità;
di un esaltato che urla ai quattro venti che un giorno
diventerà
Hokage superando tutti i suoi predecessori; di un bambino ferito ed
in lacrime, abbandonato e solo, che cerca in ogni modo di circondarsi
di persone che l’amano…
… mi sono innamorato di un ragazzo
pasticcione e così ingenuo da sembrare stupido a volte, ma
che
ha in sé una dolcezza ed una sensibilità che
scaldano
il cuore, che lo portano a preoccuparsi prima degli altri e poi di se
stesso, che gli fanno dire la cosa giusta al momento giusto…
…
mi sono innamorato di un ragazzo che con i suoi gesti romantici e
profondi mi fa sentire la persona più importante del mondo,
quella davvero necessaria per lui…
Sento una dolcezza dirompente
stendersi a macchia d’olio nel mio petto, mentre la tenerezza
per
il suo pensiero mi fa tremare appena le mani.
Prendo il suo volto
tra le mani e lo bacio, un bacio lento e denso con cui dirgli che ho
capito le sue intensioni ed anch’io lo voglio.
Naruto si stacca
appena dalle mie labbra per sussurrarmi un “Grazie”
con
un’espressione radiosa indescrivibile, io scuoto la testa per
dirgli che non c’è niente per cui debba
ringraziarmi prima
di ritornare sulle sua bocca. Premendo leggermente su di me Naruto mi
fa distendere sul prato e subito l’erba fresca mi solletica
il
collo. Avverto indistintamente le mani di Naruto iniziare ad
armeggiare con i bottoni della mia casacca, slacciandola e
scostandola dal mio corpo. Le sue mani iniziano a scivolare sulla mia
pelle in carezze appena accennate, dannatamente invitanti, che mi
strappano una serie di ansiti che si spengono nella bocca ancora
impegnata a baciare la sua. Quando Naruto si allontana da me per
riprendere fiato, sollevo a fatica le palpebre, ritrovandomi ad
osservare l’espressione estasiata con cui lui mi sta
fissando. È
strano vedere qualcuno fissarmi in quel modo, non ci sono abituato.
Poi Naruto si abbassa fino a portarsi al livello del mio orecchio.
-
Sei bellissimo!- mi sussurra facendomi arrossire all’istante.
La
bocca di Naruto, senza mai allontananrsi dalla mia pelle, scende
dall’orecchio al collo, che inizia a torturare con baci,
morsi e
lappate. Pur essendo sempre più annebbiato dal piacere,
sollevo le mani portandole una alla cerniera della sua casacca,
l’altra sotto la stoffa: non voglio restarmene immobile come
una
bambola, voglio partecipare attivamente, voglio fargli capire quanto
anch’io lo voglia. Gli sfilo la giacca e la t-shirt nera che
porta
sotto, ritrovando la sua pelle morbida e calda che mi aveva fatto
letteralmente impazzire. Mi stringo di più a lui, carezzando
le sue braccia e la sua schiena, godendo della consistenza dei suoi
muscoli. Intanto Naruto è passato a baciarmi il torace,
lasciando tante macchie rosate sulla mia pelle bianca. Arrivato al
ventre affonda la lingua nell’ombelico, ruotandola contro le
pareti, e mimando quello che mi farà tra poco, strappandomi
grida roche. Le sue mani intanto si sono intrufolate sotto i miei
pantaloni e li stanno calando insieme ai boxer: nemmeno per un
istante mi ha sfiorato la vergogna di trovarmi nudo davanti
un’altra
persona, anzi era come se il mio corpo desiderasse quel gesto. In uno
sprazzo di lucidità mi chiedo cosa mi stia facendo questa
testa bionda: sto gemendo senza più alcun ritegno, con la
testa arcuata contro il terreno e la schiena inarcata nel disperato
tentativo di ottenere un maggior contatto con lui, le mie mani sono
affondate nei suoi capelli biondi per spingerlo ancora di
più
contro di me, e le mie gambe si muovono freneticamente, seguendo le
ondate dei brividi, sfregando contro i suoi fianchi e le sue cosce.
La testa di Naruto scende ancora di più sul mio corpo e non
c’è più spazio per nessun pensiero
coerente. Mi sta
toccando in un modo che mi sta facendo perdere la testa, che mi porta
a tendermi e rilassarmi secondo le ondate di piacere che mi sta
riversando all’interno del corpo, che mi sta facendo urlare
senza
più freni. Lottando contro questo piacere dilagante apro gli
occhi e sollevo la testa, e quello che vedo mi scuote fin dentro
l’anima: la testa di Naruto tra le mie gambe, le mie
ginocchia
poggiate sulle sue spalle e le sue braccia strette attorno alle mie
cosce. Un formicolio mi sale dalla punta dei piedi lungo tutto il
corpo, come l’onda gigantesca di un maremoto, che sale, sale,
sale,
fino a toccare la punta massima della sua altezza, un attimo di stasi
e poi esplode ricadendo al suolo in mille schizzi. Quando ritorno
cosciente di me stesso, mi ritrovo ad ansimare pesantemente, con
tutti i muscoli stranamente rilassati. Poi una strana sensazione si
fa strada dentro di me, come di qualcosa che mi sta accarezzando
dall’interno, mentre le spire di un nuovo debole piacere
comincia
ad avvilupparmi nelle sue spire. Che cos’è? Riapro
gli occhi
stancamente, ritrovando lo sguardo innamorato e preoccupato di Naruto
nel mio.
- Tutto bene?- mi chiede dopo un bacio.
Io annuisco
con un cenno della testa, non avendo la forza di parlare.
- Bene!-
esclama lui soddisfatto.
Ora che non sono più torturato dal
piacere mi permetto di osservarlo attentamente: gli occhi di Naruto
sono diventati quasi viola e scintillano pericolosamente, il suo
volto e teso e sudato come se si stesse trattenendo, il mio sguardo
scivola sempre più in basso, scoprendo il suo corpo
perfetto,
fino ad incontrare il kanji del mio nome, tatuato in rosso ed in nero
sulla pelle ambrata di Naruto, all’altezza del suo cuore.
Emozionato sollevo la mano e la porto su quelle lettere colorate,
avvertendo il battito impazzito del suo cuore sotto i polpastrelli.
-
E questo…?- chiedo ricalcandone il contorno con le dita.
A
quelle carezze Naruto ansima, prende la mia mano nella sua e la porta
alle labbra.
- È per averti sempre con me e ricordare agli
altri a chi appartengo!- e bacia le punte dei polpastrelli una dopo
l’altra per poi lambire il palmo.
Naruto riporta la sua
attenzione su di me ed i suoi occhi ora sono seri ed ansiosi, mentre
quella sensazione dentro di me diventa sempre meno vaga ed
indistinta.
- Gaara io ti voglio, ma se tu non ti senti ancora
pronto devi dirmelo ora, non voglio in alcun modo forzarti o che tu,
dopo, te ne possa pentire.- parla lentamente, scandendo bene le
lettere in modo che io capisca bene il suo discorso.
L’ha fatto
un’altra volta! Ancora una volta si è preoccupato
per me,
anteponendomi a se stesso! Ma questa volta non ho alcuna intenzione
di lasciar perdere.
Allaccio le mie braccia al suo collo e me lo
tiro contro, baciandolo e sfregandomi contro di lui.
- Prendimi,
fammi tuo…- gli sussurro poi all’orecchio
allacciandogli le gambe
attorno alla vita.
Naruto mi fissa ancora per qualche istante,
come se cercasse ancora qualche traccia di incertezza, ed allora io,
per convincerlo, inizio a baciargli la pelle del collo e delle
spalle, fin dove riesco ad arrivare. Quelle che poi ho scoperto
essere le sue dita, escono dal mio corpo, accompagnate da un mugolio
risentito. Naruto mi prende il mento tra due dita e porta il mio
volto contro il suo, e subito mi coinvolge in un bacio sensuale che
mi fa perdere la testa. Le sue mani scivolano lungo il mio corpo in
tante carezze rilassanti e piacevoli, che mi distraggono dal suo
corpo che sta entrando dentro di me.
Fa male dannazione! È
un dolore così lancinante che mi sembra di spaccarmi in due,
come se qualcosa la sotto si fosse davvero strappato.
Cerco di
resistere stringendo gli occhi e digrignando i denti, mi aggrappo
maggiormente a lui e nascondo il volto contro il suo collo, ansimando
pesantemente.
- Rilassati amore o ti farà ancora più
male, fidati di me, rilassati!- .
La voce di Naruto mi raggiunge
dolce e preoccupata, come un faro nella tempesta: nessuno prima
d’ora
mi aveva rivolto un simile tono carico d’affetto, nessuno mi
aveva
mai chiamato ‘amore’, e la sensazione di benessere
che ne
scaturisce allenta già la resistenza dei miei muscoli,
rilassandomi e facendomi provare meno male. Seguendo il suo consiglio
mi concentro sul respiro cercando di regolarizzarlo e di rilassare
completamente i muscoli, e quando ci riesco un piacere sottile e
deciso inizia a serpeggiare dentro di me, spingendomi a chiedere di
più.
È come una danza, un crescendo di sensazioni,
in cui ognuno cerca il corpo dell’altro, scavando fino a
raggiungere la sua anima. Mi sento come se il resto del mondo fosse
scomparso come se non esistesse nient’altro oltre al corpo
bollente
che si muove su di me. Quando raggiungiamo l’apice ci
stringiamo
uno contro l’altro, mentre le nostre urla si spengono nel
bacio in
cui mi ha trascinato. Sento i miei muscoli tendersi fino al limite,
quasi sul punto di spezzarsi, per poi rilassarsi
all’improvviso,
quasi non avessero più forze.
Ancora abbracciati io e
Naruto ci stendiamo sull’erba, cercando di ricordare come si
fa a
respirare, guardandoci negli occhi, sorridendo felici e soddisfatti,
continuando a carezzarci, come se fare l’amore non bastasse a
placare il bisogno di toccarci.
E' una sensazione piacevole
questa, lo scoprire il bisogno che lui ha di me, lo stesso che io ho
di lui. Lo guardo nei suoi stupendi occhi scintillanti in cui
turbinano ancora le sensazioni appena sperimentati, occhi che mi
fanno sentire il centro dell'universo e che mi scaldano con l'affetto
che riflettono. Sorrido ammaliato dallo spettacolo del suo bel viso
acceso e felice, del suo sorriso che ora mi sembra molto più
caldo.
Lui è mio!
Quest'idea ruggisce violentemente
nella mia testa vedendo il tatuaggio con il mio nome che spicce sul
suo petto, questo ragazzo è solo ed unicamente mio!
Mi
chino e bacio il tatuaggio a fior di labbra, prima di tornare a
stringermi al suo corpo pronto a farmi amare ancora, ancora ed
ancora, ormai dimentico di ogni paura e dubbio.
Mio! E' l'ultima
cosa che penso prima di abbandonarmi di nuovo a Naruto.