Note: Io non “amo” molto i pairing ordinari, sono più per le coppie alternative, e quando ho scoperto quella formata da Subaru e Kamui ne sono rimasta folgorata. Questa fic nasce dal mio totale rifiuto di credere che Seishiro Sakurazukamori riesca a rovinare la vita di Subaru fino in fondo. La storia d’amore tra Seishiro e Subaru è tanto bella quanto crudele, per questo non voglio credere che Subaru sia destinato a restare legato al suo ricordo per tutta la vita e che diventi il nuovo Sakurazukamori. Recentemente ho riletto i volumetti pubblicati di X e sono rimasta incantata dal bellissimo rapporto che si instaura immediatamente tra Subaru e Kamui. Un rapporto dolcissimo, fatto di profondo affetto reciproco, e che potrebbe tramutarsi in tutt’altro se solo non ci fosse l’ombra invadente di Seishiro tra loro -__- Ma perché devono soffrire per due come Fuuma e Seishiro, quando Kamui e Subaru possono essere felici insieme? Quando mi sono messa al computer non sapevo nemmeno cosa volessi scrivere, avevo solo in testa un bellissimo amv visto su youtube, quindi questa fic è venuta fuori da sola. È una fic dove Subaru decide di darsi una possibilità per ritornare a vivere. È una fic semplice e senza pretese, solo una piccola prova per vedere come me la cavo con questa bellissima coppia, spero che sia decente e che non abbia combinato grossi casini ^__^’’’
Ringraziamenti: Ringrazio chiunque leggerà e commenterà questa fic.
Adesso vi lascio alla lettura, alla prossima fic gente \^O^/




Una possibilità



La sua immagine si sgretola davanti ai miei occhi.
Lentamente si sfalda ed, uno dopo l’altro, i pezzi volano via, lasciando tra le mie dita solo i ricordi avvelenati di quel breve periodo che abbiamo vissuto insieme felici, quando, ancora bambino, credevo che il mondo fosse un bel posto in cui vivere ed ancora non avevo assaporato sulla lingua il sapore acido del tradimento.
La tua immagine è sempre qui sul fondo della mia anima, come una ferita infettata che sta facendo imputridire tutto il mio corpo, eppure, per quanto mi aggrappi ad essa, lentamente scivola via dalle mie dita, come granelli di sabbia portavi via dal vento, lasciando soltanto il carico di dolore che mi hai inferto.
Mi fa paura tutto questo.
Perché temo che ciò che ti sta sostituendo possa diventare incontrollabile e troppo importante, addirittura più importante di te, spingendomi in avanti, ad uscire dalla prigione di tenebra ed indifferenza in cui mi sono rinchiuso, per potermi illudere di odiarti, per potermi abbeverare al calice avvelenato della vendetta, trasformandomi, così, ogni giorno di più, in un burattino mosso soltanto dai fili che mi legano inevitabilmente a te. Eppure sento che la loro stretta su di me sta diventando sempre più lieve, donandomi quasi il sapore della libertà… Ed è proprio questa libertà che temo sopra ogni cosa, perché significa allontanarmi definitivamente da te, che quei giorni ormai lontani che abbiamo trascorso insieme hanno perso del tutto il loro significato, che per me tu stesso non significhi più nulla…
Mi porto la mano al petto e stringo la stoffa della maglia all’altezza del cuore. Lì dove tu prima battevi furioso, ora posso ascoltare un cuore calmo, come quello di un neonato che batte i primi battiti di vita, e che sussurra appena udibile un nuovo nome.
- … Seishiro…- pronuncio con disperazione il tuo nome.
Appena un sospiro sulle labbra, un sapore così diverso da quello che conoscevo. In quelle poche lettere non si impastano più tutti i sentimenti più violenti che mi hanno animato, mantenendomi in vita in un modo o nell’altro. Sta diventando un nome come un altro, il cui solo vanto è quello di appartenere all’uomo che ha ucciso mia sorella.
Un senso d’inquietudine inizia a serpeggiarmi nelle vene. Prendo il pacchetto di sigarette sul comodino e me ne porto una alle labbra, accendendola subito dopo. Il sapore un po’ acre della nicotina mi impregna la bocca, infiltrandosi nei miei tessuti neurali, calmandomi. Chiudo gli occhi e rilasso i muscoli della schiena mentre espiro la boccata di tabacco.
Mi sento così instabile, come se fossi un vetro pieno di crepe che rischia di infrangersi in mille schegge insanguinate da un istante all’altro…
- Subaru!- la sua voce mi accarezza all’improvviso l’udito, riscuotendomi dai miei pensieri.
Riapro le palpebre incontrando per un attimo le mille luci di Tokyo nella prima sera al di la della finestra aperta, come un cielo notturno al contrario incastonato di stelle. Lentamente mi volto, quasi per darmi tempo di prepararmi, e vedo la sua figura esile e slanciata sulla soglia della porta, una mano poggiata contro lo stipite e l’altra ancora stretta sulla maniglia. I suoi occhi d’ametista sembrano rilucere di mille pagliuzze dorate sotto la luce del corridoio.
Per un istante mi ritrovo a trattenere il fiato, mentre annaspo in quei suoi occhi troppo grandi ed ingenui per non annegarvi dentro. Pare non esserne minimamente consapevole, ma Kamui sembra avvolto da una corrente magnetica che attrae inesorabilmente tutti coloro che posano lo sguardo su lui. Me compreso. Mi ritrovo, infatti, a compiere alcuni passi verso di lui, richiamato da quella stessa corrente. A bloccarmi è ancora una volta l’immagine sbiadita di Seishiro che mi richiama dal fondo della mia anima.
Per quanto ancora potrò far finta di niente, illudendo me stesso e gli altri, continuando ad indossare la mia solita maschera? Per quanto ancora potrò tenermi aggrappato a lui e rifiutarmi di voltare pagina?
- Dimmi!- gli rispondo forzando tutto me stesso in un sorriso gentile.
Kamui inclina la testa di lato, i capelli gli scivolano in delicate volute nere sulla fronte, le guance ed il collo, disegnando arabeschi fantastici sulla sua pelle candida; un gesto naturale ed assolutamente privo di sottintesi, ma che lo rende semplicemente delizioso.
- Volevo avvisarti che la cena è quasi pronta!- mi dice con la sua voce bassa e gentile.
Ed io mi ritrovo ad osservare incantato quelle labbra sottili e rosee muoversi piano, sfiorarsi appena ad ogni parola, prima di tendersi in un morbido sorriso. Deglutisco a vuoto sentendo i fili di Seishiro allentare ancora un po’ la loro presa su di me.
- Allora scendiamo!- gli rispondo ancora sorridendo.
Spengo la sigaretta nel posacenere sul comodino e lo affianco, venendo immediatamente colpito dal suo odore di vento, ritrovandomi ad immaginare come potrebbe essere immergesi completamente in esso fino a perdere me stesso.

La cena trascorre come al solito, trasmettendomi un’aria di familiarità che non assaporavo più da tanto tempo. Nonostante la minaccia sempre più incombete della guerra con i Draghi della Terra, nonostante le distruzioni che ci circondano ed il carico di vittime che ognuno si porta sulle spalle, questi ragazzi, quando sono insieme, riescono a creare un clima sereno e disteso, per nulla irreale o fittizio, in cui poter credere che si possa ancora scherzare e divertirsi. Riescono a ritagliarsi un mondo tutto loro, dove niente è abbruttito dalla guerra e dove si può ancora credere di essere felici. È bello sentire delle persone ridere attorno a me, mi riporta indietro nel tempo, a quando vivevo a Kyoto con mia sorella, ed ancora non avevo incontrato lui.
La risata di Kamui però sembra pizzicare corde nascoste della mia anima che nemmeno credevo di avere. È una melodia chiara e limpida che si adatta perfettamente al suo aspetto fragile. Mi volto a fissarlo, ritrovandolo seduto dall’altro lato del tavolo, con la schiena rigidamente ritta contro lo schienale. I tratti del suo volto, se possibile, diventano ancora più eleganti e belli quando si rilassa e sorride. E, quasi per riflesso, mentre lo sguardo mi sento anch’io più in pace con me stesso. Ma poi, all’improvviso, un crampo spaventosamente familiare mi stringe le viscere ed io distolgo lo sguardo atterrito. Quando risollevo lo sguardo davanti a me scopro, con sorpresa, che Sorata mi sta fissando con un sorriso compiaciuto. Un incomprensibile brivido mi scorre lungo la schiena al pensiero che lui possa aver compreso cosa mi sta accadendo, ma Sorata distoglie subito dopo lo sguardo dal mio, richiamato da Yuzuhira.
- Sorata sono davvero eccezionali questi dolcetti: non li avevo mai mangiati prima d’ora!- gli dice entusiasta la ragazza.
Il volto di Sorata si illumina di un sorriso orgoglioso.
- E' una ricetta speciale di un’importante famiglia che vive ai piedi del Monte Koya – spiega portandosi una mano al mento per assumere un’aria ancora più credibile – E’ un segreto antichissimo che non rivelano mai, ma io sono riuscito a farmelo dire: ho sedotto la figlia minore del padrone, anche se poi ho dovuto ampiamente ricompensarla…- conclude con un sorriso allusivo.
Con la coda dell’occhio guardo Kamui e vedo che è notevolmente arrossito, nonostante il volto sia impassibile. Prevedibile. È così ingenuo che non riesce a capire quando qualcuno scherza. Ed un piccolo sorriso mi scivola velocemente sulle labbra.
- Davvero?- chiede ancora Yuzuhira interessata.
- Ovviamente no! – risponde Sorata serio, lasciando gli altri di sasso – Non avrete mica creduto ad una cosa simile, vero?!- e scoppia a ridere fragorosamente.
Kamui abbassa la testa per riprendere a mangiare il dolce, ma posso scorgere comunque il lampo divertito che attraversa i suoi occhi sotto le ciocche scomposte della frangetta. Ed anch’io ritorno alla mia porzione di dolce. È buono, come i dolci che mi preparava la nonna da piccolo quando ero giù di morale…

Cammino lentamente nel corridoio in penombra per tornare in camera, dopo aver passeggiato un po’ per la villa senza meta, quando scorgo la sagoma di Kamui in piedi, di profilo, davanti una delle ampie finestre dell’andito laterale. Mi fermo ad osservarlo illuminato da una doccia di opalescenti raggi lunari, che lo avvolgono rendendolo quasi una creatura mitica. Ha lo sguardo determinato mentre rincorre i suoi cupi pensieri, come un guerriero a riposo che attende vigile l’arrivo dell’alba in previsione di nuovi attacchi. Eppure sembra anche così fragile, tanto che non si può fare a meno di chiedersi come può il destino del Mondo gravare su quelle spalle così fragili…
La solita corrente mi spinge a raggiungerlo ed i miei passi che risuonano nel corridoio deserto attirano la sua attenzione. Si volta verso di me ed io trattengo il fiato completamente soggiogato. I capelli ricadono in ciuffi scomposti sul volto affilato e teso, le labbra appena schiuse contro il respiro regolare e gli occhi, perduto il proprio caratteristico colore ametista, sembrano profondi laghi di argento liquido. È in momenti come questo che mi rendo conto che la figura di Seishiro sta sbiadendo inesorabilmente, sostituita da un’altra dai colori più brillanti anche se più delicati… Come può quel ragazzo avere un simile effetto su di me? Come può arrivare al punto di oscurare il ricordo dell’uomo che ho amato ed odiato con tutto me stesso, che ha monopolizzato ogni centimetro del mio corpo e della mia anima, e che ha riempito completamente i miei giorni per anni?
- Non riesci a dormire?- mi chiede preoccupato.
E nonostante il tono greve la sua voce risuona ancora come una dolcissima melodia che sfiora il mio cuore.
- Neanche tu!- rispondo appena riesco a ritrovare la voce, mentre mi avvicino a lui.
Lui mi guarda con i suoi occhi enormi da bambino, in cui scalpitano troppi sentimenti contrastanti che tiene a bada a fatica e che minacciano di sopraffarlo da un istante all’altro.
- Mi ha svegliato un incubo e non avevo più voglia di tornare a dormire…- mi spiega con un tono di voce più basso e triste.
- Capisco!- rispondo appoggiandomi con la spalla contro il muro del corridoio – Vuoi raccontarmelo?- .
Kamui esita indeciso, prima di abbassare lo sguardo sulle mani che tiene poggiate sul davanzale. Ha delle belle mani sottili, morbide e calde. Ricordo ancora il calore di quelle mani che stringevano la mia, quando sono stato ferito. Era un calore morbido e piacevole che si infiltrava nella pelle, risalendo lungo tutto il braccio e la spalla, fino ad irraggiarsi in tutto il mio corpo. Un calore che ha guidato la mia coscienza fino a portarmi fuori dall’oblio. In quei momenti mi sono sentito come se Kamui avesse preso la mia anima tra le sue mani per tenerla a sicuro e riscaldarla.
A volte vorrei provare nuovamente quel calore, ma moltiplicato per cento, per poter assaltare tutti i miei sensi e tutto il mio corpo…
- Tu invece?- mi chiede Kamui ritornando a guardarmi.
- Non avevo sonno e così ho passeggiato un po’…- rispondo scuotendo le spalle.
In realtà stavo cercando di liberarmi la mente da quelle sensazioni pulsanti che credevo ormai completamente disperse sotto la cenere dei miei sentimenti distrutti, e che questo ragazzino sta risvegliando dentro di me ancora vive e reali.
Kamui risolleva lo sguardo puntandolo sulla luna che brilla come una perla nel cielo nero e limpido.
- Da piccoli, durante le notti di plenilunio, Fuuma e Kotori sgattaiolavano in camera mia… ci sedevamo tutti sul mio letto ed io e Kotori ascoltavamo Fuuma raccontare storie di fantasmi. Alla fine crollavamo addormentati sulle coperte abbracciati l’un l’altro. Io avevo molta paura delle storie di fantasmi, ma c’era qualcosa che non mi faceva rinunciare a quelle notti insieme. Mi piacevano troppo!- mi racconta con un piccolo sorriso felice.
Ed io qui ad ascoltarlo mentre osservo avido i suoi tratti delicati, imprimendomi bene nella mente ogni curva ed ogni avvallamento del suo bellissimo volto di adolescente. E rimaniamo a lungo in silenzio ad osservare la notte, beandoci semplicemente della presenza l’uno dell’altro.
Sto bene in questo momento qui con lui. Bene come non mi capitava di essere da troppo tempo. Una sensazione di serenità che emana da Kamui e mi avvolge come il bozzolo di una crisalide.
- Si è fatto davvero tardi, credo che dovremmo andare a dormire!- sospiro all’improvviso staccandomi dal muro.
La vicinanza di Kamui è diventata simile ad una fiamma che brucia la mia pelle, che non mi permette di pensare a null’altro. Lui annuisce piano con un cenno della testa.
- Buonanotte.- gli auguro con un sorriso prima di dargli le spalle ed allontanarmi.
Faccio appena pochi passi che la voce di Kamui mi blocca.
- Ho sognato che ti portava via da me!- mi dice tutto d’un fiato.
Io mi volto incredulo e lo vedo in piedi, al centro del corridoio, ha il capo abbassato per nascondermi il suo volto, le mani strette a pugno, e trema vistosamente. Deve essere stato uno sforzo enorme per lui parlarmi di questo. Mi riavvicino a lui, sentendo il cuore battere un po’ più forte alle sue parole, comprendendo che si riferisce a Seishiro.
- Non vado da nessuna parte!- lo rassicuro sollevandogli il volto con una mano.
E quando incrocio nuovamente il suo sguardo vengo sopraffatto da tutti i sentimenti che posso finalmente leggere sul fondo delle sue iridi, liberi per la prima volta dal giogo con cui li aveva incatenati. E mi sento lacerare dall’amore che prova per me. Come ha potuto tenere celato un sentimento di tale intensità? Come può amarmi in questo modo? Ed io… io come ho fatto a non notarlo prima?
Spaventato mi allontano da lui come se scottasse.
- Kamui lo sai io…- inizio a parlare, come per negare ancora a me stesso un po’ di felicità e continuare sprofondare sempre più nell’abisso nero che Seishiro ha costruito per me.
- Dammi una possibilità!- mormora lui tendendomi una mano tremante.
Una possibilità…
Non ricordo dove, ma qualcuno mi disse che chiunque ha almeno una possibilità per beffare il destino e riemergere, per tentare di essere felice.
Guardo quella mano e sul suo palmo vedo l’immagine di Seishiro, la stessa di quella notte in cui mi ha marchiato come vittima dei Sakurazukamori. Beffardo e crudele.
Sposto lo sguardo sul volto di Kamui e l’immagine di Seishiro inizia a sbiadire davanti ai miei occhi. So che apparterrò a lui per tutta la vita, che un amore come quello che provo io per lui non potrà mai venir meno, ma questa mano piccola e tremante ha il sapore della speranza di una nuova vita… Mi sta dando l’opportunità di mettere un punto qui, questa notte, e domattina ricominciare daccapo.
Non so cosa ci riserverà il futuro, quale destino ci attende al di la di questa notte, ma voglio ricominciare da Kamui e dai sentimenti che sto iniziando a provare per lui, anche se tutto questo mi fa tanta paura.
Afferrò la mano di Kamui quasi senza pensarci, me ne rendo contro solo quando vedo i suoi occhi dilatarsi per lo stupore e sento la sua pelle calda contro la mia. Ed i fili con cui mi ero legato a Seishiro si sciolgono completamente ed un senso di vertigine mi coglie mentre mi sento davvero di libero per la prima volta in tutta la mia vita. Libero di vivere, di scegliere ed amare come non mi era stato concesso di fare di prima.
Una possibilità…
… credo proprio di essermela meritata…