Forse Un Giorno
Sono
sbagliato. Non c’è altra spiegazione. Sono un errore genetico. Il mio DNA è
stato trascritto male al momento del concepimento. Sono certo sia una cosa del
genere.
Dio
ha detto che la donna è affidata all’uomo ed essi amandosi dovranno
procreare, il matrimonio stesso è concesso solo fra uomo e donna…a parte in
poche nazioni che fanno eccezione.
Dunque
io non sono normale. Io come tutti quelli come me.
La
normalità esiste, mia madre mi ha insegnato che normale è tutto ciò che fa la
maggior parte della gente e ciò che non crea scandalo. Quindi poiché io creo
scandalo ovunque vada e non faccio cose che la maggior parte degli altri
fa, io non sono normale.
Quelli
come me vengono puniti, guardati male, discriminati, maltrattati, sfottuti…ed
è giusto perché non sono cose che si fanno quelle che la gente come me fa.
Forse
con le punizioni la smetterò un giorno.
Forse
un giorno in questo modo potrò diventare normale e guarire da questa malattia.
Forse
un giorno riuscirò a diventare quello che dovevo diventare da piccolo.
Forse
prima o poi non mi ecciterò più guardando i ragazzi, forse i sogni
smetteranno, forse il mio corpo risponderà ai miei comandi…chissà.
Forse
un giorno smetterò di essere omosessuale.
Lo
spero. Non ho scelta, devo sforzarmi e far di tutto affinché sia così…altrimenti
se mia madre lo scopre muore. Piuttosto che accettarmi si ucciderebbe.
E
poi come posso pretendere di farmi accettare da qualcuno se prima non mi accetto
io?
Ma
come posso?
Voglio
dire…è inaccettabile essere così mostruoso.
Sento
spesso i discorsi di mia madre, dice che i gay sono peggio degli animali. Quando
sento certi discorsi da mia madre è come se venissi pugnalato mille volte.
Vorrei
andare da lei e piangendo chiederle in ginocchio perdono per quello che sono,
dirle anche che non è colpa mia…e supplicarla di non considerarmi peggio
degli animali…pregarla di amarmi lo stesso.
Ma
poi non ce la faccio mai.
Sono
solo un vigliacco schifoso che si masturba guardando uomini e compagni nudi.
Sono
veramente peggio degli animali.
È
da quando ho capito di essere diverso che non mi guardo più allo specchio. Esco
il meno possibile e ormai non parlo più. Ho paura di guardare mia mamma negli
occhi, ho paura di andare a scuola, ho paura di affrontare i miei amici…amici
che non ho mai avuto…la gente sa anche se cerco di nascondere. Io non so come
fanno ma tutti mi dicono battute e mi chiamano ‘frocio’ o ‘recchione’,
mi fanno scherzi cattivi…ma come poso biasimarli?
Io
al loro posto farei lo stesso.
E
poi…e poi..ora è arrivata la tragedia. Il colpo di grazia.
Non
so come uscirne. Questa volta non credo proprio di farcela.
Mi
sono innamorato. Esattamente. Ma questo è amore e lui è la persona meno adatta
e comprensibile di questo mondo. Inaccessibile che odia i gay. Io credo di
amarlo e non so come andrò avanti.
È
atroce. Ogni sera chiudo gli occhi pregando di non riaprirli più…ogni mattina
li riapro maledicendo il momento in cui lo faccio.
Dio,
io credo in te anche se non ti rispetto amando gli uomini invece che le donne,
ma ti chiedo cosa posso fare io…ti giuro, non è colpa mia se sono così, non
è colpa mia, non lo faccio apposta, prima di ammetterlo ho fatto di tutto.
Ora
a questo punto chiedo a te che fare.
Guardo
lui e lo sento ridere dietro ai ragazzini effeminati come me e più lo guardo più
mi ci perdo.
I
miei sogni che mi trasformano la notte in terrore non mi abbandonano più.
Ma
io…io continuo a rifiutarmi e a vivere il meno possibile per non dare fastidio
a nessuno. Eppure comunque vivo lo stesso.
A
chi chiedo perdono? A chi posso rivolgermi? Io non so perché certe cose
succedono, io non so molte cose e sono ignorante ma so che quello che porto non
posso portarlo per sempre.
Proprio
non posso.
Prima
o poi smetterò e farò l’unica e la prima cosa giusta della mia sporca vita.
So
che non è un premio meritato, ho solo contaminato il mondo, me ne rendo conto,
ma spero non se la prenderanno se lo farò ugualmente. Non è il mio posto qua.
Non
so dove sia, certamente non un mondo dove i diversi come me vengono condannati.
Io
capisco molte cose ma non posso reggere ancora. Non potrò mai avere quello che
hanno gli altri: amore, rispetto, fiducia, stima, sostegno, amici, famiglia…e
allora non mi resta che andarmene sperando che un giorno ci sia posto per noi
qua, che un giorno saremo accettati e potremo vivere come gli altri.
Chissà,
forse un giorno questa malattia non sarà vista più così.
Forse
un giorno la normalità sparirà e ci sarà posto anche per i diversi.
Forse
un girono le ingiustizie cesseranno e nessuno si schiferà di ciò che non
capisce.
Forse
un giorno saranno tutti più disponibili e non condanneranno così facilmente.
Forse
un giorno la libertà smetterà di ammazzare gli altri.
Forse
un giorno si imparerà ad accettarsi…ma non sarà ora…ora…io vado incontro
a un po’ di pace…alla mia.
Vado
a fare questo favore a tutti.
Cosa
mi rimane da dire?
Finalmente
per la prima volta nella vita sorrido…ci credo…smetterò di soffrire!
Arrivederci.
Forse
un giorno il mondo aprirà gli occhi…e allora nessuno piangerà di dolore ma
solo di gioia.