FRAMMENTI
CAPITOLO
1:
PERFETTO
'Era
una vita meravigliosamente giusta e perfetta. Come un vetro di cristallo puro
che non si incrina mai. Ma un cristallo può nascondere una doppiezza
insostenibile se si trasforma in specchio.'
Quel
giorno la lezione era finita. Una lezione che probabilmente aveva ascoltato
sinceramente interessato solo lui.
Ripose
i libri scolastici al loro posto e senza notare tutti gli sguardi sognanti che
gli lanciavano, uscì dall'edificio. Seppur fosse una scuola privata riservata a
gente di un certo rango, non erano abituati a vederlo lì. Normalmente a gente
come lui si riservava un educazione speciale, con insegnanti appositi, non in
una scuola. Ma avevano insistito sia loro che la madre per andare come tutti.
Per cui non rimpiangeva la scelta di abbandonare le lezioni private, così
poteva provare a socializzare...si era detto questo all'inizio, tuttavia a volte
si chiedeva che senso avesse. Tutti lo guardavano come se fosse un Dio, molti lo
invidiavano al punto di sparlar di lui e trattarlo male, altri cercavano di
essergli utili in tutti i modi. A lui infastidivano questi atteggiamenti, ma era
così che si era fatto l'unico sincero amico.
Del
resto che poteva pretendere? Un Principe ai giorni moderni che tenta una vita
simil normale non passava inosservato.
Si
differenziava pur cercando di mascherarsi. Non serviva rivelare il suo cognome e
il suo titolo, trapelava la sua essenza da ogni poro.
Da
come camminava elegantemente aggraziato, dallo sguardo espressivo e fiero, la
piega sicura della bocca ben disegnata, gli occhi azzurri attenti e misteriosi,
i lineamenti puramente aristocratici, i capelli biondi ordinatamente sistemati
sul capo in modo da non cadergli sul volto e sulla fronte. Erano leggermente
mossi e li domava senza l'ombra di qualche intruglio assurdo. Le mani lungo i
fianchi morbide e abbandonate. Tutto di lui rivelava la sua identità. Non lo
faceva apposta, era un dono di natura quell'apparenza così principesca. Non
vestiva come un manichino, certamente tutto di marca ma anche uno straccio gli
sarebbe apparso come un dono della regina. Semplici jeans che gli fasciavano le
gambe lunghe, ne troppo stretti ne troppo larghi. Il torace non esageratamente
atletico per un quindicenne era nascosto da una maglia nera morbida che lo
avvolgeva invidiabile.
Supremo.
Così
veniva definito dalle fan.
Cresceva
bene fisicamente parlando e le poche volte in cui sorrideva era contagioso,
faceva inebetire tutti. In quanto al carattere...beh, supremo anch'esso.
Il
classico principe, introverso, distinto, elegante, sapeva stare al suo posto,
non osava più di quello che sapeva poter fare, non trattava male nessuno ma era
educato e sornione. Il tipico sguardo importante e suggestivo. Sicuro di se.
Lui
aveva una luce dentro che fuoriusciva nei suoi gesti e nelle sue parole di
giovane.
Forse
era intelligenza, forse era rispetto per chi era sotto di lui, forse era solo un
dono di natura. Non aveva ancora nome ma certamente negli anni l'avrebbe
posseduta.
Percorrendo
il cortile incontrò l'unico suo vero amico che l'aveva convinto a venire a
quella scuola, Drew. Lo salutò cordiale senza quei gesti esagerati che si
scambiavano i ragazzi di quell'età.
-
Ciao Will, come va?-
Era
un peccato non essere finiti nella stessa classe. I due continuarono ad avanzare
lentamente ma allo stesso tempo sostenuti. La voce calda ed educata del principe
rispose senza scomporsi o fare espressioni particolari:
-
Bene, grazie. Tu?-
Ricevette
un sorriso amichevole. Drew era nobile anche lui, lontanamente imparentato col
biondo, ed erano praticamente cresciuti insieme.
-
come al solito...-
Gli
lanciò il solito sguardo laterale per osservare i suoi atteggiamenti
giornalieri. Non c'era dubbio. Anche quel giorno era il principe di sempre!
Seguendo
un suo pensiero, il moro sentenziò:
-
te lo dico sempre. Io ti sostengo e ti ammiro, ma sei troppo maturo. Anche se
sei un principe sei comunque un quindicenne! Comportati come tale!-
La
freddezza e compostezza di William non si turbò, non una smorfia, non un
cambiamento, la pelle chiara e levigata rimase liscia, il volto diplomaticamente
sicuro e lontano.
Ecco
il punto. Lui era lontano, sempre via. Completamente in un altro mondo rispetto
a tutta la gente che lo circondava e che cercava di essere al suo pari. Proprio
li distanziava nettamente. Perfetto. Lui era perfetto. In tutto. Studio, sport,
comportamento. Era irraggiungibile e non riusciva a trovare lo stesso interesse
degli altri coetanei. Veniva accusato di snobbismo ma non era così.
Semplicemente era più in su rispetto agli altri, ne era semi consapevole e non
vedeva motivo nell'affannarsi per apparire come gli altri anche se non lo era
mai stato.
Si
sentiva diverso e ancora a quell'età uno se lo chiede:
Che
fare?
Perché?
Ma
poi non si trovano altri comportamenti adottabili. Lui aveva già trovato un suo
equilibrio e non si sarebbe piegato e abbassato.
I
primi passi per diventare quello che sarebbe diventato.
Per
capirlo bisognava saper leggere negli animi indecifrabili come il suo. Pochi.
Molto pochi ci riuscivano.
Il
suo amico. Suo fratello in parte. Totalmente sua madre.
Lui
era identico a lei e crescendo lo si vedeva chiaramente. Era il suo ritratto e a
lui bastava ricevere il suo amore. Si sentiva bene nella vita che conduceva.
Assurdamente bene, non per vanità e senso di arrivismo o perché viziato. Non
lo era affatto. Lui era così.
Aveva
sangue nobile nelle vene e un tipo del genere avrebbe riservato molte, ma molte
sorprese.
Arrivarono
fuori dal cancello dove si trovava parcheggiata la limousine nera della sua
famiglia. Lo stemma reale vigilava alla somma dell'auto.
Accostato
l'autista. Il solito che veniva a prenderli.
-
Sua maestà principe William...buongiorno...-
Il
ragazzo si fermò a qualche metro dritto senza assumere pose particolari.
Leggermente
severo rispose:
-
quante volte te lo devo dire...sono William e basta...-
Sapeva
che non ci sarebbe stato verso di farlo cambiare.
-
Drew, ci vediamo...-
Salutò
l'amico che ricambiò e se ne andò.
-
Sua maestà il principe Andrew?-
Strinse
leggermente le labbra...lo sapeva! L'aveva fatto di nuovo! Non era essere
principe che gli interessava, bensì essere lasciato in pace!
Pura
utopia!