* Questa fanfic anch'essa non molto recente ma nemmeno troppo vecchia, è su Saga ... bè, in effetti non saprei che altro dire a parte questo, è semplicemente da leggere! Buona lettura. Baci Akane *
Shine On Your Crazy Dyamond
“Ricorda
quand'eri giovane, brillavi come un sole
Splendi,
folle diamante
Ora
i tuoi occhi guardano come buchi neri nel cielo
Risplendi
ancora, pazzo diamante
Preso
nel fuoco incrociato di fama e d'infanzia
Travolto
dal vento d'acciaio
Vieni
bersaglio di risa lontane, vieni straniero
Leggenda,
martire: splendi
Troppo
presto hai raggiunto il segreto, hai pianto alla luna
Splendi,
folle diamante
Minacciato
da ombre la notte, ma esposto alla luce
Risplendi,
pazzo diamante
Disfatto
il benvenuto con precisione casuale
Hai
cavalcato il vento d'acciaio
Vieni
farneticante, vieni visionario, vieni pittore pifferaio
Prigioniero,
risplendi “
-
Voglio solo sapere perché, credo di aver diritto a ricevere una risposta. -
Era
ancor un bambino quello che aveva davanti. I ribelli capelli biondo scuro si
divertivano a giocare con la sua pazienza, ricadevano selvaggiamente sul volto
dai lineamenti così familiari….così impressionatamente simili e decisi anche
se solo in un volto di bambino. Ma erano gli occhi la cosa che colpivano di più.
Azzurro splendente. Folgorante. Eppure in quel momento quelle pietre sembravano
due piccoli cieli in tempesta. Cupi e tetri, fissavano il Gran Sacerdote che gli
stava riferendo di persona la notizia dolorosa della morte del fratello adorato.
Quel fratello con cui era cresciuto insieme, quasi……e gli aveva dato la
forza di arrivare a quel punto. Mille volte si era scoraggiato innanzi
all’allenamento per diventare Gold Saint…ma era sempre stato lui a
convincerlo ad andare avanti, lui che aveva una forza d’animo fuori dal
comune. Era sempre stato il suo esempio, il suo idolo. Ed ora….ora stava
crollando tutto in quel modo.
Il
piccolo fiero ma incupito Aiolia stava a debita distanza dal Sacerdote e seppur
con mille sentimenti contrastanti dentro, manteneva una certa riverenza e
rispetto.
Così
piccolo e già aveva provato un dolore così grande. Un dolore che nessun essere
umano e non dovrebbe provare mai. Perdere il proprio fratello.
La
luce del quasi cavaliere di Leo non splendeva più come un tempo….perché
ormai non più accompagnata. La costellazione del sagittario si era spenta per
sempre.
-
Aiolia.-
La
voce bassa e penetrante dell’adulto arrivò a lui rimbombando per l’enorme
stanza. L’uomo allungò una mano nella sua direzione cercando di essere meno
irraggiungibile per il bambino che si sentiva smarrito e tratteneva un
esplosione di lacrime e dolore impareggiabili. Fece qualche passo verso quella
mano ma si fermò prima. Non l’avrebbe presa. Non voleva toccare nessuno, non
voleva fare nulla, non voleva consolazioni o pietà. Voleva solo sapere.
-
mi dica perché è successo.-
Sospirò
stancamente e appoggiò la mano sulla gamba.
-
si era ribellato ad Athena. Non era più degno di indossare le sacre vesta di
Sagitter. Se non fosse stato necessario non sarebbe successo.-
Sbattè
gli occhioni azzurri cercando di trattenere lacrime o smorfie.
-
un traditore…-
Disse
fra se e se….sbalordito e incredulo. Non poteva essere. No. Solo così, solo
questo.
-
vuoi parlare?-
Cercò
di dimostrarsi gentile per quanto gli era possibile.
Ma
l’offerta fu negata da una scossa energica del capo.
I
modi di Gold Saint erano già molto radicati in lui….Lui avrebbe vinto dove il
fratello aveva fallito. Sembrava che tutti, guardandolo, pensassero questo….ma
Aiolia vedeva solo sguardi accusatori e ingiusti….come a dire che anche lui li
avrebbe traditi….e avrebbe vissuto in questo modo diversi anni della sua vita.
Ora
sapeva cosa doveva fare, sapeva qual era il suo posto, sapeva ogni cosa e
l’avrebbe fatta. Chiuse i pugni stretti e strinse gli occhi. Non una lacrima
usciva. Si chinò profondamente e mormorò solo:
-
vorrei ritirarmi. Mi perdoni…-
-
vai pure piccolo Aiolia.-
Lo
congedò capendo bene cosa si agitava nel cuore del fragile e forte apprendista.
Tutti sapevano cosa sarebbe diventato, tutti sapevano molte cose che lasciavano
nel silenzio.
Andò,
uscendo dalla stanza, percorse il grande tempio, e scese molte scale osservato
da chi stava in quelle 12 case sottostanti. Arrivò alla nona casa. Seduto in un
angolo ricordò e affrontò il dolore a modo suo.
Era
davanti allo specchio delle sue stanze personali. Nessuno poteva arrivarvi. Si
osservava serio e serafico. La maschera nera non permetteva la visione del suo
volto a nessuno. Nessuno in realtà aveva idea del viso che stava dietro a
quella maschera. Nessuno. O quasi.
Liberò
quei lunghi capelli biondo e mossi….erano fili d’oro invidiabili, di una
tonalità di biondo molto particolare. Lento sciolse le vesti che avvolgevano il
suo corpo regale. Infine con fare nobile si tolse anche quella ‘pesante’
maschera scura. Si vide nella sua interezza di un corpo ormai adulto nudo e in
un identità segreta.
Non
un volto qualsiasi, non un volto comune. Lì c’era un volto che dietro quelle
vesti non doveva stare….un volto che aveva lasciato vuota l’armatura di
Gemini.
La
vasca incavata nel pavimento era piena d’acqua calda che creava nebbioline e
vapore nella stanza.
Occhi
nei suoi occhi mentre tutto diveniva confuso a causa dei vapori. Diamanti. Erano
diamanti splendidi e splendenti.
Avevano
delle luci intense, quei due occhi …dove dietro di esse, lontano, si poteva
scorgere dei misteri inspiegabili. Occhi pieni di ogni cosa e di nulla. Occhi
che sapevano molto e nulla …troppo ugualmente. Due diamanti che dovevano
splendere a tutti i costi….ma in fondo solo due diamanti folli.
Si
girò entrando nella vasca, il suo corpo marmoreo come quello di una statua
greca, si immerse lentamente nell’acqua insieme ai capelli che si spargevano
intorno. Abbassò il volto e ancora…si perse a fissare la sua immagine
riflessa. Un fratello……pensò ad Aiolia e al dolore che doveva provare per
il fratello Aiolos morto. Non aveva saputo molte cose, molti dettagli, molte
verità.
Verità
nascoste. Che dietro ad un vetro due mani spingevano e grattavano insistenti per
far fuoriuscire. Un vetro che nascondeva un volto molto simile a quello del
piccolo Aiolia ora, forse, piangente.
Ricordò
e immaginò. Erano cosa proibite, solo lui avrebbe potuto saperle. Nessun altro
aveva diritto e abbastanza lucidità per sapere oltre ciò che sapevano. Ma lui
era sopra tutti perché si era messo da solo. Ma non lui…bensì
l’altro.…Ora lui…doveva …andare avanti……con …quegli occhi che lo
tormentavano….Chi era in realtà il diamante perduto? Il folle, il traditore,
il ribelle……un diamante folle che continuava a splendere a discapito di un
altro spento.
In
ognuno c’erano due parti, due lati, due personalità. Ma bisognava fare
attenzione ad esse perché se queste erano troppo opposte fra loro il risultato
era devastante per colui che le conteneva.
Una
guerra. una grande e dura guerra lui la combatteva ogni giorno nel suo silenzio
e deserto. Nel suo splendore. Nella sua mente immensa.
Con
se stesso.
Sospirò
portandosi dell’acqua al volto, se lo bagnò nuovamente constatando stanco che
indietro non si tornava, ma si poteva solo andare avanti….dove?
Ogni
diamante ha tante facce, tutte autentiche….ma in un diamante non dovrebbe mai
prevalere la parte folle. Fatti innominabili aveva compiuto. Il folle diamante
spezzò vite importanti, sogni, speranze, promesse, felicità….amori……riportò
eventi gravi nella storia che si sarebbero ricordati per sempre.
Aveva
ricordi scolpiti col sangue nella sua mente. Ricordi da non ricordare.
Quando…
per lui sarebbe stato il momento della pace? Quando non avrebbe più dovuto
combattere contro se stesso e vedersi fare cose terribili?
Ma
sapeva che la pace non era ancora per lui, ciò che aveva fatto non aveva nome e
avrebbe dovuto soffrire molto per ripagare almeno in parte la perdita grave che
aveva costretto tutti.
Rimaneva
il ricordo, il vuoto, la sofferenza, la solitudine, le lacrime che sarebbero
ancora rimaste a quel tempo…in lui, essere peccaminoso ma puro.
Un
diamante, un diamante che splende e che sarebbe sempre rimasto acceso. Un
diamante folle a tratti, saggio ad altri, ma che non si sarebbe spento per ora.
Un
diamante di cui c’era ancora bisogno.
Splendi.
Splendi
ancora folle diamante.