Storie D'Altri Luoghi

 

CAPITOLO I:

CAMERUN

 

Erano sempre stati solo amici, non intimi e tanto meno d'infanzia, solo amici comuni che se ne possono avere a bizzeffe, si ammiravano e stimavano a vicenda, ma più di quello non era mai stato, entrambi semplicissimi, sia esteriormente che interiormente, coi propri punti di forza.
Lui aveva degli occhi azzurro mare penetranti e notevoli, dei lineamenti niente male e una bocca interessante, aveva il viso rotondo quindi non aveva lineamenti d'angelo e la barba che aveva a seconda dei punti di vista lo facevano sembrare affascinante o 'barbone', i capelli erano lunghi e boccolosi sulle lunghezze, castano chiaro, un corpo muscoloso, non magro e nemmeno debole, di lui affascinava il sorriso mostrato raramente e lo sguardo che quando era diretto metteva in subbuglio tutti.
Era un orso, un lupo solitario insomma. Silenzioso e brusco, scorbutico abbastanza spesso, impacciato nei rapporti sociali, interagiva poco e odiava parlare in generale, si scioglieva solo con gli amici stretti e lì era simpatico, sparava battute a modo suo e la sua opinione era molto ben considerata.
Affascinava un po' tutti.
Lei era alta con il solito bulbo etilico da smaltire, odiava i dolci ma amava la cioccolata e le patatine, il suo punto forte era la bocca, carnosa di natura, gli occhi che sotto il sole diventavano dorati, normalmente erano verdi e i lineamenti del volto piuttosto carini, una bellezza un po' aggressiva e selvatica, non eccessiva, incontrandola per strada non si giravano e non ci provavano con lei facilmente, solo quelli che non capivano che tipo fosse: ovvero una difficile! Aveva delle belle curve, un seno prosperoso, fianchi un po' troppo accentuati, doveva andare giù qualche chilo ma non ce la faceva mai, era troppo pigra. Sommariamente una ragazza normale con qualcosa di bello e qualcosa di brutto, come anche lui.
Era oltremodo pigra e lenta se qualcosa non le interessava strettamente. Quando si metteva a fare era estremamente precisa, ordinata, pignola, programmava per filo e per segno tutto ed aveva una memoria impressionante, ricordava cose e date o numeri di anni e anni prima, una specie di computer portatile, non era però una tipa socievole e chiacchierona, era per i gesti, le azioni, non le parole, detestava i pettegolezzi e voleva andare sempre dritta al sodo. Somigliava a lui in molte cose, in altre si differenziava, non era molto sensibile e il romanticismo non era il suo forte, lui gli amici li aveva e con loro si scioglieva, lei era sola, non aveva amici e nessuno con cui rapportarsi veramente.
Erano nello stesso gruppo di volontariato, qualcosa di umanitario...come quello in cui si trovarono coinvolti insieme. Un esperienza fuori dal comune, molto forte e particolare.
Erano andati insieme in Africa a fare, appunto, volontariato. Una cittadina piccola del Camerun con la quale avevano alcuni contatti.
Lui ci era già stato, lei no, così si aggrappava molto a lui. Passarono tantissimo tempo insieme socializzando come mai avevano fatto prima, si scoprirono e con l'andare del tempo entrambi assunsero un aspetto sempre più selvatico e per questo affascinante.
Lei cominciò a dimagrire e anche il famoso doppio mento sparì presto, dopo le prime scottate aveva cominciato ad abbronzarsi nonostante la pelle chiara. Lui stava dimagrendo a sua volta, i capelli più lunghi gli davano quell'aria trascurata che gli donava parecchio per non parlare dell'abbronzatura invidiabile che aveva. Il fisico si arricchì di muscoli e in generale divennero entrambi di un certo bell'aspetto.
Erano sempre molto indaffarati e stanchi, sudavano di continuo e la pelle imperlata di sudore sotto il sole diventava lucida ed assumeva un curioso senso seducente, agli occhi altrui.
I capelli legati in code basse e veloci avevano ciocche che sfuggivano abbracciando il volto.
Un avvicinamento interiore e spirituale ma anche 'fisico'.
Dopo tanto tempo senza nessuna 'dolce metà' con cui sfogare i naturali bassi istinti, cominciarono a guardarsi anche sotto quel punto di vista, cosa che non sarebbe mai potuta accadere rimanendo a casa propria!
Capitò così una sera in cui soli in casa, abitavano insieme in quel paesino, si creò facilmente un'atmosfera intima e facile. Perfettamente lucidi si resero conto che ormai era nell'aria da un po', quel che fecero fu solo lasciare che le cose accadessero. Ormai, poi, quel sentimento e quel legame che prima non esisteva, era vivo e concreto.
Parve naturale.
Si erano entrambi appena lavati e avevano mangiato qualcosa, coi capelli bagnati ed i vestiti per la notte calda, quindi canottiere e pantaloni corti, cominciavano le loro pelli ad inumidirsi di nuovo per l'afa serale.
Quell'atmosfera sempre più impossibile da ignorare li investì quando lei con la sua eterna goffaggine inciampò su qualche oggetto poggiato a terra e quasi cadde. Lui era lì in piedi e la prese istintivamente al volo, in quell'abbraccio spontaneo e non calcolato, le loro braccia si toccarono combaciando, le mani sulle rispettive schiene altrui aggrappate, il volto di lei immerso nel petto di lui e quel contatto vivo li turbò al punto da dimenticare di rimettersi in equilibrio e sciogliersi, sentivano i respiri farsi sempre più corti e l'imbarazzo crebbe impregnandosi anche di qualcos'altro, qualcosa di indefinibile e sfuggente. Fu lui il primo a cedere a questo desiderio, senza smettere di sorreggerla le alzò il viso spingendola subito a fissarlo negli occhi sorpresi ma al tempo stesso intensi, arrossirono tutti e due, incapaci di separarsi.
Lui la rimise in piedi ma non la lasciò andare, continuò a tenerla per la vita e il mento fra le sue dita, erano della stessa altezza circa e nessuno dei due doveva abbassare gli occhi sull'altro, ora erano alla pari e se qualcuno non avrebbe voluto, sarebbe bastato semplicemente girarsi e uscire dalla stanza. Ci fu del tempo per capire il proprio volere, per capire cosa sarebbe successo e che quel qualcosa di incomprensibile era semplice e naturale voglia dell'altro come mai era stata presente. Il fattore scatenante forse fu per lui solo l'avere un corpo femminile sotto il suo, poterlo toccare ed immaginare di toccarlo del tutto, mentre per lei magari fu l'essere abbracciata e fissata in quel modo penetrante e profondo. Lei ci mise sicuramente più sentimento del compagno, anche se poi proseguendo tutto si mescolò e non si poté certamente distinguere con chiarezza cosa sentisse l'uno e cosa sentisse l'altra.
La prima cosa che si guardarono dopo gli occhi furono le bocche piene e morbide e il resto fu dimenticato, perché quel contatto aveva dato vita e voce a qualcosa di comunque primordiale.
Si avvicinarono insieme quel tanto che bastaò per toccarsi con le labbra unendole e baciarsi, subito le aprirono disponibili mentre le lingue stettero poco ad andarsi incontro, toccarsi, giocare e far quel vortice subito veloce.
La mano di lui andò immediatamente al seno di lei che non gli fu negato, lo prese pieno stringendolo non con forza, ma con bisogno. Non portava il reggiseno e complice anche quella consapevolezza per lui era stato tutto troppo. Lei non gli impedì nessuna mossa e al contrario l'aiutò a farsi strada sotto la sua canottiera per dargli un miglior accesso e contatto al suo corpo, cosa che avvenne con l'altra mano in mezzo alle sue gambe ad esplorare anche quella parte. Lei dal canto suo gli tolse la maglia lasciandolo a torso nudo e quando ebbe sotto il suo tatto quel torace forte cominciò a respirare corto, premendo i suoi seni su quel petto così desiderabile.
Presto nudi finirono contro la parete, lui appoggiato di schiena mentre la compagna si inginocchiava per andare al cosiddetto sodo, lo prese fra le labbra e non dovette 'lavorare' molto per sentire quel suo membro eretto ed eccitato. Non vi era più vergogna. Niente più remore, non realizzavano nulla di coerente, andavano per istinti.
Quando lui stava per venire la tolse dalla presa per poter liberarsi unicamente in quell'atto che ormai desiderava da molto.
L'alzò facendole attorcigliare le gambe ai suoi fianchi, senza troppa attenzione la sedette sul tavolo lì accanto facendo cadere alcune cose che vi erano sopra, poi lei avvolse il capo di lui con le braccia facendolo immergere sui suoi seni che finalmente furono sulle sua labbra. Leccò i capezzoli e si riempì la bocca di quella carne soda e piena, andando avanti non capiva nulla di quel che succedeva, solo piacere, improvviso, forte, grande, sempre più totale. E frenesia, farlo con frenesia, intrufolarsi nelle gambe di lei con le mani ancora una volta per prepararla, avere un disperato bisogno del corpo altrui, farlo, andare a fondo, provare ancora di più.
Quando lui scivolò in lei si staccò del suo petto per premere la fronte nell'incavo del collo, si abbracciarono diversamente da prima: svelti e con forza, passione, desiderio crescente, bisogno di non sentirsi distanti e diversi, ma solo uguali, unici, vicini; ogni cosa si cancellò sentendo quella sensazione così forte. Il dolore fu accompagnato dal piacere e il sentirsi avvolgere nelle parti più eccitanti e sensuali, più piacevoli in assoluto, stringere e penetrare, avere in corpo qualcuno che sapeva come muoversi, che gli piaceva a sua volta, che non aveva ripensamenti, che si davano a vicenda era solo quello che in quel istante serviva.
Sembrava tutto così perfetto mentre il godimento esplodeva inesorabile ed entrambi a ritmo entravano ed uscivano dandosi piacere, un piacere immenso. Incrociarsi, intrecciarsi, aversi, penetrarsi, sedursi, sciogliersi.
Vennero entrambi insieme, svuotandosi fino a non averne più, fino a sentirsi stravolti anche nell'animo.

Da lì in poi cominciarono a fare l'amore regolarmente donando all'altro quel tipo di sostegno che rafforzava, dando la possibilità di affrontare qualunque cosa, così quando si resero conto che ormai c'erano dentro con tutte le scarpe non solo per un discorso sessuale e fisico, ma anche interiore e spirituale, fu tempo di tornare a casa, un po' perché il periodo prestabilito era terminato, un po', specialmente, per un altro motivo più specifico ed importante.
Fu difficile spiegare al ritorno che loro stavano insieme, non tanto alle famiglie quanto agli amici che li avevano sempre saputi solo qualcosa più di conoscenti ma non amici stretti. Ancor più complicato fu annunciare il motivo principale del loro ritorno in patria: lei era incinta di lui.