ROSSO
COME IL SANGUE
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Bring me to life - Evanescence/
Quando
me lo dice la mia vista si offusca, tutto ciò che guardo
è molto confuso, trema ed è macchiato di colore
rosso.
Rossa
l'aria, rosse le pareti, rossi i suoi capelli che invece dovrebbero
essere come la neve, rossa la sua pelle che invece dovrebbe essere rosa
pallido, rossi i suoi vestiti che invece dovrebbero essere color crema
e scuri, rossi i suoi occhi che invece dovrebbero essere dorati.
Tutto
ciò che mi circonda diventa rosso ed io non arrivo
più a respirare regolarmente.
I
polmoni hanno bisogno di troppa aria ed io gliene do svelto e corto ma
non se ne soddisfano mai, non mi arriva abbastanza ossigeno alla testa,
viaggia di più il sangue che scorre nelle mie vene, veloce,
pulsa e mi fa informicare ogni arto, il cuore non batte ma galoppa, mi
sale su, sempre di più finché non mi sembra
essere in gola. Tutto in me si atrofizza e tremo. Il mondo trema. Tutto
gira, come quando sono completamente ubriaco.
Non
c'è nulla da capire, non c'è nessun ragionamento
che io possa fare. Ho sconnesso il cervello, la comprensione
è andata a farsi fottere quando ho registrato quel che mi ha
detto. Mi è arrivato dentro come una pugnalata, un
proiettile che viaggiava a mille miglia orari... ora si è
conficcato qua, nella mia carne, nel mio cervello, nel mio cuore, non
ragiono, non capisco, non... non sono più in me.
Dove
sono?
Vedo
tutto rosso e la cosa mi dà ancor più alla testa.
Presto
sparisce anche il suo bellissimo viso normalmente dolce dai lineamenti
delicati.
Sparisce
tutto. Tutto sfuma per poi ridarmi un altra immagine mentale.
Lui,
quel viso dai lineamenti marcati, la barba sul mento, i capelli corti e
ricci, quegli occhi scavati in due occhiaie profonde.
Quella
stazza che è il doppio di quella di Crystal.
Sgrazziato,
sgradevole, doppiogiochista...
L'avevo
messo in guardia... 'guarda che non mi piace'.
Mi
ricordo di averglielo detto e mentre ciò che gli ha fatto mi
arriva di nuovo con una serie di altri proiettili, mi sembra
così stupido ricordarmi che lo sapevo che sarebbe finita
così.
Non
dovevo lasciare che lavorasse da lui.
Ma
tutto questo viene dopo che quel bastardo l'ha violentato.
Dopo.
Il
fatto che lo sapessi e non abbia fatto nulla non mi aiuta, mi manda in
bestia ancor di più.
È
colpa mia, avrei dovuto fare qualcosa ma non l'ho fatto.
Però lo farò ora.
Quel
pezzo di merda non merita di stare su questo mondo, dovevo toglierlo
prima che lo toccasse.
L'ha
fatto.
L'ha
violentato.
L'ha
preso, l'ha posseduto, l'ha violato, gli ha tolto la sua innocenza,
quel che aveva donato solo a me con tanta fatica ma con amore, l'ha
snaturato, gli ha tolto la sua luce.
Mi
sono accorto che gli era successo qualcosa perché era
spento. Non voleva dirmelo. Gliel'ho fatto dire ed ora il rosso mi
invade, la testa parte, il mio corpo brucia, il respiro viene a meno,
il cuore batte come dei tamburi che crescono di suono ed
intensità.
Di
più, sempre più, ancora... va oltre.
Tutto.
Sento
solo che sto stringendo i pugni tirando i muscoli.
Tremo.
Tremo
di rabbia e di odio.
Non
ho mai provato tanto odio in vita mia.
-
Jay... - Crystal mormora il mio nome ma mi arriva lontano.
Non
lo sento, non sento davvero nulla. E come se avessero attaccato un
interruttore, con questo parto di scatto.
No,
non corro... oh, non potrei, non ce la farei. Sono così
teso, così fuori di me che non potrei correre.
Cammino
veloce e sostenuto, non so se Crystal mi segue, non so nemmeno se mi
chiama ancora.
Non
so.
Ma
so che mi sto avvicinando a lui, a dove io so lui si trova.
Non
farò più del male a nessuno.
Non
lo toccherà più.
Non
toccherà più Crystal.
Non
lo toccherà più.
Lo
giuro.
Quando
a tempo indefinito arrivo al suo locale che sembra chiuso per riposo
pomeridiano ma in realtà è aperto
perché lui è dentro, non vedo se c'è
qualcuno, vedo solo lui, la mia vista ridotta punta su un unica figura
in piedi davanti al flipper, in fondo al locale. Non corro nemmeno qua,
lui mi vede, dice qualcosa, forse addirittura ha il coraggio di
sorridere.
Lui
sorride.
Lui
fa come se nulla fosse.
Dopo
che ho sopportato per mesi che lui ci provasse col mio ragazzo e non ho
fatto nulla solo perché lo conoscevo da anni, mi ripaga in
questo modo... violentando il mio ragazzo.
Sono
stato buono, mi sono sempre trattenuto, non sono saltato alle
conclusione affrettate, ho dato fiducia a tutti ed ora... ora
è arrivato il momento di prendere le cose nelle mie mani, di
mettere fine a questo bastardo che non si merita di vivere se per farlo
deve distruggere gli altri.
Lui
ha voltato le spalle alla nostra amicizia ed io farò
altrettanto.
Ti
sei rovinato da solo.
Sapevi
che non dovevi risvegliarmi.
Oh,
se lo sapevi.
Ma
tu hai tirato troppo la corda.
È
solo un lampo, io questi pensieri nel caos primordiale del mio odio
atroce e lui che mi fissa capendo solo un istante prima che tutto
accadda.
Un
istante, il tempo di mille battiti che dettano un ritmo serrato,
pericoloso, crescente, incessante.
E
arrivato davanti a lui lo colpisco con un pugno.
Un
pugno dalla forza inaudita che sfoga tutto quel che mi sono tenuto
dentro per mesi, la luce spenta di Crystal, l'immagine di lui che lo
violentava.
Viene
sbalzato all'indietro contro la finestra ed il balcone, molti degli
oggetti che c'erano sopra cadono con un gran fracasso, cocci rotti, un
vaso forse.
Lui
si tiene il viso dove il labbro sanguina.
È
rosso.
Rosso
il suo sangue.
Rosso
tutto ciò che continuo a vedere.
Rossa
la ragione che svanisce quando lui ha il coraggio di dire... cosa dice?
-
Ti prego, perdonami... io non ero in me... - Non era in
sé...? Ho sentito bene?
Lui
non era in sé?
Ma
se...
-
MA SE STAVI GIOCANDO A FLIPPER, ADESSO! PERCHè SE NON ERI IN
TE QUANDO L'HAI VIOLENTATO ED ORA LO SEI, NON TI UCCIDI PER IL RIMORSO?
SEI ANCORA VIVO, STRONZO! - Ma da qui la sicura alla mia voce si toglie
e continuo a gridare mentre lo riprendo per il colletto e continuo a
colpirlo, lo colpisco ancora finmché le mani non si
ritrovano insanguinate, le nocche mi fanno lontanamente male, o
dovrebbero per lo meno, i muscoli tremano per quanto ho usato forza e
lui non si regge più in piedi. Ma io continuo ad urlare e
colpirlo: - ERI MIO AMICO! CI CONOSCEVAMO DA QUANDO HAI APERTO QUESTO
LOCALE DI MERDA! TI HO PRESENTATO IO CRYSTAL! TI HO DETTO CHE ERA IL
MIO RAGAZZO! LO SAPEVI! E TU NON SOLO CI HAI SEMPRE PROVATO CON TE, MA
QUANDO TI HA RESPINTO PER LA MILLESIMA VOLTA HAI ANCHE OSATO
VIOLENTARLO! L'HAI VIOLENTATO, VIOLENTATO! TE NE RENDI CONTO O TI SEI
BRUCIATO COSI' TANTO CHE NON CAPISCI NEMMENO QUESTO? E TU CHIEDI
PERDONO? TU DOVRESTI CHIEDERE DI MORIRE! È SOLO QUESTO CHE
TI MERITI! NON HAI VISTO I SUOI OCCHI! È SPENTO, E' MORTO
DENTRO, FORSE NON TORNERA' PIU' E TUTTO CIO' A CUI PENSAVA ERA NON
FARMELO SAPERE PER NON FARMI STAR MALE! TU HAI TRADITO ME, HAI FERITO A
MORTE LUI... SEI UNA MERDA! NON MERITI NULLA, NULLA! - Avrei continuato
se fra le mie urla non si fossero contrapposte le sue lagne che
chiedevano ripetutamente scusa... mi dice che ho ragione, che era
impazzito, che non sa cosa gli sia successo, che Crystal gli ha dato
alla testa, che è troppo bello, che non poteva lasciarlo
stare, che... che...
Che
cazzo sta dicendo?
Mi
fermo un attimo, lo lascio cadere a terra, bofonchia ancora qualcosa
con la bocca piena di sangue, lo stesso che esce dal suo naso e dal
sopracciglio. Che ho sulle mie nocche che pulsano come ogni altra parte
di me, ogni organo, ogni legamento. Tutto ciò sparisce. La
sensazione del mio corpo non ce l'ho più.
-
Che cazzo dici? - Dico con voce roca abbassandola prima dell'esplosione
che so sta per arrivare.
Lui
borbotta tutto rannicchiato fra i cocci e gli oggetti caduti, non ha il
coraggio di guardarmi.
E
allora mi ingonocchio anche io, lo prendo per il collo e lo alzo fino a
guardarlo in quel viso ripugnante ed irriconoscibile.
-
Ripeti! - Ordino appoggiando una mano a terra sulle cose che sono
cadute e si sono rotte.
Allora
finalmente posa i suoi occhi sui miei, sono iniettati di sangue e
lacrime ma la luce del pentimento o della ragione non c'è.
Non so come sono io, non lo so proprio, però so che lui non
è più di qua. Non è quella persona che
ho conosciuto. Non lo è.
E
quando dice chiaramente scandendo bene le parole, svanisco
completamente anche io.
-
Quando lo facevo mi sembrava di essere in paradiso! -
-
Tu... tu non sei pentito... - Un pugnale. Come se un pugnale mi
colpisse. E poi...
-
No! - ...e poi qualcuno mi butta benzina addosso.
Il
fuoco divampa come prima non era successo davvero ed io non ho
più la forza di dire nulla... solo che alzo quel che stringo
in mano, quel pezzo di vaso rotto, e con un delirio rabbioso pieno di
odio affondo nella sua carne vedendomi nella mente gli occhi di Crystal
spenti e svaniti.
Lo
faccio e urlo, urlo senza dire nulla. Urlo e basta tirando fuori tutto
quello che non ho ancora tirato fuori, tutto ciò che mi
è rimasto dentro, tutta la follia che mi ha invaso, tutto...
tutto... ogni parte di me esce con questo urlo primordiale mentre
affondo la lama nella sua carne.
Lui
rantola, ma non lo so davvero.
Perdo
cognizione di me.
Improvvisamente
il mondo non è più rosso come il sangue, il mondo
riacquista i suoi colori ed io mi rendo conto di una cosa...
Ho
appena ucciso un uomo.
Lo
mollo ma forse lo immagino, forse lo faccio, forse è Crystal
che me lo fa fare.
Non
riconosco nulla, non ho coscienza di me e di quel che faccio.
Improvvisamente
mi sento solo il sangue addosso che rosso come i miei capelli mi sporca
buttandomi via.
Dove
sono?
Cosa
ho fatto?
Dov'è
la luce di Crystal?
Salvami...
chiamami... dì il mio nome e riportami in vita, ti prego.
Però
non sento e non vedo nulla... solo le sue braccia che mi circondano
deboli, la sua testa adagiata sul mio petto, noi inginocchiati a terra
ed il mio sguardo vuoto, svanito, che guarda davanti senza vedere
nulla. Appoggio le mie mani molli sulla sua schiena, lo sporco.
Però
poi cosa succede?
Cosa
faccio?
Il
nulla... il nulla ed il freddo è tutto ciò che mi
avvolge.
Perché
le sue braccia non bastano più?
Dove
sono?
Qualcuno
mi salvi...