*Dopo la potente scossa emotiva subita da entrambi separatamente, Sanemi e Giyu sentono il bisogno di unirsi ulteriormente come ancora non avevano fatto. Hanno fatto un viaggio in loro stessi che gli ha permesso di maturare e trovare risposte a questioni in sospeso ed ormai sono due ragazzi nuovi. L'atto d'amore che suggellerà questa innovazione, li vedrà esplodere nelle loro energie cariche di elementi che fusi insieme creeranno una splendida tempesta. Sono stata come sempre ispirata da alcune fan art trovate in rete, ma un disegno in particolare mi aveva proprio colpita e penso si capirà qual è. Spero d'aver reso bene la descrizione di quando lo fanno perché ho voluto farlo un po' diverso dal solito. A dopo per le conclusioni. Buona lettura. Baci Akane*

11. SI COMINCIA

sanegiyusanegiyusanegiyusanegiyusanegiyu

Aveva forse cominciato perché si sentiva freddo e vuoto, per scaldarsi e riempirsi, ma tornati in camera, mentre chiudeva la porta scorrevole davanti a sé, Giyu si rese conto che ora era diverso. 
Era come se qualcosa dentro di sé scalpitasse, qualcosa che era lentamente cresciuto e che all’inizio era stato come una minuscola briciola invisibile, più come una goccia piccolissima. 
Lentamente, ora dopo ora passata con Sanemi, si era reso conto che quella goccia invisibile era diventata sempre più grande fino a diventare qualcosa di troppo grande da contenere. 
Aveva capito che non era più vuoto e che quello che aveva dentro non era qualcosa di freddo, ma era un’onda calda, un’onda perpetua che di volta in volta che si ritira e torna fuori, è sempre più grande. 
Non aveva più bisogno di prendere qualcosa da Sanemi, ora Giyu aveva necessità di darglielo. 
Chiusa la porta, si girò appena in tempo per ritrovarselo davanti a baciarlo con la sua tipica irruenza. 
Gli prese il viso fra le mani e si appoggiò automaticamente dietro di sé aprendo la bocca e accogliendo la sua. Gli venne incontro con la lingua chiudendo gli occhi, bisognoso di dargli ciò che ormai dentro di sé iniziava a straripare. 
Non riusciva più a contenere l’onda all’interno degli argini. 
Giyu si sentì le ginocchia cedere e si lasciò cadere giù, ma prima di finire a terra tutto piegato male contro la porta, roteò su sé stesso e si fece cadere sui due futon uniti poco distanti. 
In parte, ancora la propria spada a cui aveva legato i propri capelli. 
Sanemi lo accompagnò a terra senza smettere di baciarlo un secondo, gli si stese sopra e il bacio divenne umido e salì d’intensità e calore.
Era come se il suo vento lo investisse prendendo il posto delle proprie onde, onde che arrivarono a Sanemi riempiendolo, sostituendosi al suo uragano. 
Si rese conto di essere quasi intossicato e capì che se non fosse andato subito oltre, sarebbe esploso come uno tsunami e considerata la portata del vento sprigionato da Sanemi, c’era quasi da preoccuparsi che la camera cadesse. 
Mentre lo pensava, allargando febbrile le gambe e allacciandole intorno ai fianchi del suo compagno sopra, si rese conto che non era solo una metafora. 
Sentiva del vento schiaffeggiarlo, era fresco, ma non freddo ed era piacevole, ma stava crescendo sempre più. 
Era reale. 
Aprì in trance gli occhi sollevandoli sulla parete ma vide che la finestra era chiusa così capì che era l’energia di Sanemi, anche lui stava per esplodere e solo quando tornò a guardare il viso del compagno, si accorse che anche lui stesso stava realmente facendo qualcosa. 
Non sprigionava acqua vera e propria, ma era come se la propria energia, uscendo incontrollata dal corpo, si condensasse trasformandosi in pioggia vaporizzata. 
Questa pioggia vaporizzata turbinava trasportata dal vento, riempiendo la stanza mentre la mano di Sanemi scendeva fra i loro corpi attaccati.
Il compagno sopra di sé non si era accorto di nulla, era totalmente preso da lui e dal bacio.
Bacio che presto divenne ben altro, quando Giyu aprì entrambi i lacci degli yukata per permettere ai loro corpi nudi di trovare sollievo nel strofinarsi. 
Quando la loro pelle si unì in un contatto diretto, invece di placarsi, la loro energia esplose. 
Si sentivano bagnati come immersi in un mare. 
La pioggia vaporizzata era diventata acqua compatta salita di livello fino a ricoprirli completamente ed ora li invadeva ovunque. Non erano semplicemente adagiati sopra, vi erano dentro e l’elemento era in ogni parte della camera. 
Era come cadere negli abissi allacciati insieme e le loro bocche non si separarono mai, perché Sanemi prendeva l’aria che generava da solo e gliela trasmetteva direttamente nei polmoni.
Gli sembrava di affondare, ma non avevano paura, mentre  erano totalmente uniti, avvinghiati in un’unica entità. 
Non c’era d’aver paura di quel mare, né di quella corrente d’aria che generava un gorgo che li faceva girare. Non soffocavano, non stavano morendo.
Si stavano rigenerando. 

Sanemi, preso da un bisogno folle, rendendosi conto vagamente che le loro energie stavano facendo qualcosa di strano, si attaccò ulteriormente a Giyu come non volesse perderselo in quel caos incomprensibile. 
Perché la sola cosa che contava era lui, averlo, perdersi nel suo corpo, toccare la sua anima.
Così prese la propria erezione, carico di desiderio, e sentendosi morire all’idea di non farlo subito, lo penetrò entrando in lui con una spinta decisa e possente. 
Delle bolle d’aria si generarono dalle loro bocche unite, mentre gemevano piene di un piacere che esplose in un istante, crescendo via via sempre più.
Ad ogni spinta, le bolle turbinavano intorno a loro e l’acqua sembrava viva, mentre li trasportava in quell’amplesso perfetto. 
I brividi li coprirono dalla testa ai piedi, mentre tutto in loro era caos puro, due elementi esplosi da loro tramite le energie, perfettamente unite in una nuova che non aveva nome.
Sanemi aumentò i colpi, mentre le lingue continuavano a succhiarsi ed intrecciarsi, incapaci di separarsi anche di un solo istante. 
Uniti, fortemente stretti uno all’altro, pochi centimetri per volta separavano i loro corpi coperti di segni, che poi sparivano ad ogni spinta sempre più forte e possente. 
Vicino all’orgasmo, la mano di Sanemi corse febbrile sul braccio tagliato di Giyu e quando gli carezzò e gli stuzzicò la cicatrice, il giovane sotto di sé staccò improvvisamente le labbra dalle sue, premendo la nuca all’indietro, preda di un piacere intenso sempre più forte, incontenibile. 
Nell’istante in cui i loro visi si separarono per gemere più forte, Sanemi mise la propria mano sulle sue labbra, ma non per zittirlo bensì per carezzarlo con le due dita mozzate, alla ricerca dello stesso piacere intenso che gli stava offrendo lui.
Giyu, sempre gemendo preda di un godimento senza pari, tirò fuori la lingua e lo leccò lì dove si sentivano i punti di sutura che ormai si erano rimarginati. 
Il piacere di Giyu si rispecchiò in Sanemi che aumentando l’intensità delle spinte, esplodendo in perfetta sincronia.
Ed il vento unito all’acqua divenne una calamità naturale che spazzò via tutto per poi, finalmente, placarsi lentamente.
Sfiniti e sconvolti, riemersero dalle acque che piano si asciugarono tornando di nuovo energia che fluì in Giyu. Ed il vento si quietò, assorbito da Sanemi. 
Stanchi, madidi di sudore, la pelle imperlata, ansimanti, stesi uno sull’altro. 
Sanemi nascose il viso sul collo di Giyu, questi lento sollevò la mano e infilò le dita fra i suoi capelli strafondi. 
Era come se avessero fatto il bagno sul serio. 
Sentì la sua bocca baciarlo sulla tempia e si rilassò sentendo di potercela fare, da lì in poi.
Anzi.
In realtà non ne vedeva l’ora. 
- Si comincia! - asserì fremendo colmo di gioia.

Giyu sorrise e con la spalla gli sollevò il capo per guardarlo negli occhi. Quando lo fece, lo vide felice e sereno.
- Non ti chiedi cos’è successo? 
Sanemi alzò le spalle baciandolo.
- Tanto lo sai tu che è successo... era comunque figo.... 
Stava per spiegargli la sua teoria mantre il compagno invece sembrava intenzionato a tornare a baciarlo, quando da fuori bussarono alla porta.
Una voce femminile apprensiva si levò:
- Ehm, tutto bene? Abbiamo sentito una forte esplosione energetica, pensavamo steste litigando facendo mandare in frantumi la camera... 
Giyu avvampò mentre Sanemi reagì per primo d’impulso, gridando come suo solito in modo maleducato:
- Sì cazzo che stiamo bene, fatevi i ca... - stava per dire ‘cazzi vostri’, ma gli premette la mano sulla sua boccaccia ingrata, zittendolo a forza. Aggiunse un’occhiata gelida delle sue che mandò su tutte le furie Sanemi, il quale evidentemente non gradì l’impedimento. 
Giyu non si scompose minimamente. 
- Stiamo bene, grazie. Abbiamo avuto una dispersione incontrollata delle nostre energie, ma non è successo nulla, è tutto ok, grazie. - rispose calmo al suo posto, sempre tenendogli la mano sulla bocca e fissandolo tagliente. 
Sanemi respirò a fondo un paio di volte pensando se morderlo o farlo sopravvivere, alla fine optò per lasciar perdere e alzando gli occhi al cielo, scosse il capo.
Giyu tolse la mano e lo lasciò andare, così si tolse da sopra mettendosi comodo accanto, piegò un braccio sotto la testa e si mise meglio.
- Se lo rifai ti azzanno. 
Giyu ridacchiò lieve, sapeva che l’avrebbe fatto.
- Hai solo da provarci e vedere se non ti ritrovi poi senza denti, oltre che senza dita.
Ed anche quello, in effetti, era un’eventualità piuttosto probabile. 
Lo disse mentre si girava verso di lui, sistemandoglisi sopra. Tirò le coperte del futon su entrambi e si accoccolò come se non avesse detto niente di minaccioso con l’aria più tranquilla del mondo. 
Proprio quella che faceva tremare. 

Sanemi rabbrividì scrollando le spalle per poi accoglierlo e cingerlo col braccio. La mano sui suoi capelli che, con enorme fastidio, non trovò sulla schiena. Per farlo dovette risalire sulla nuca. Erano lì, corti e spettinati, ancora umidi e sudati. 
Sospirò e come se non avessero quasi litigato, gli baciò la fronte. 
- È stato fottutamente bello. 
- Sì, lo è stato... 
Non lo avrebbero dimenticato, ma non sarebbe stata l’unica né l’ultima, solo la prima di molte. 

Lo sguardo fisso ed inquietante di Sanemi, che difficilmente sarebbe cambiato diventando più morbido, puntò stile gatto selvatico sulla nuca di Giyu, in piedi davanti a lui a vestirsi. 
Si era fatto aiutare a mettere la camicia e la giacca della divisa che continuavano ad usare. Quel giorno ci sarebbe stata l’ultima riunione e ci tenevano ad essere al meglio, anche se contavano di cambiare anche gli abiti una volta completati i rituali che avevano in mente appena usciti da lì. 
Per lo meno forse ci teneva Giyu che gli aveva perfino chiesto di allacciargli bene i bottoni e aiutarlo a sistemarsi la divisa da cacciatore di demoni. 
Si era fatto anche aiutare ad infilare lo haori, il suo solito con metà di una stoffa e metà dell’altra. 
Una volta che si fu girato di spalle, infilatolo bene, si sistemò da solo con la mano rimanente, controllando che fosse tutto in ordine.
In quello lo sguardo inquietante da gatto di Sanemi gli fissò la nuca dove la sera prima gli aveva tagliato i capelli e vide delle ciocche laterali che gli stavano più lunghe ed incontrollate, una vera e propria stonatura. 
“Ho fatto un vero disastro tagliandogli semplicemente la coda, sapevo che non doveva farseli fare da me!” pensandolo prese le forbici che aveva recuperato la sera prima proprio per l’operazione taglio, che poi non aveva usato perché aveva fatto con la spada. 
Si avvicinò silenzioso e inquietante alla schiena di Giyu e sollevò le forbici fissando da vicino i suoi capelli neri che puntavano ora incontrollati da tutte le parti.
Fissando torvo proprio quelle due ciocche laterali troppo lunghe, accostò le lame deciso a tagliare, ma quando stava per farlo, Giyu si voltò percependolo. 
- Che fai? 
Sanemi non si scompose e rimanendo concentrato e serio, gli prese la testa e gliela tornò a raddrizzare. 
- Correggo. - rispose semplicemente. Giyu provò a lamentarsi, ma venne totalmente ignorato tanto che Sanemi prese e sistemò meglio il taglio come fosse un vero professionista.
Infine soddisfatto si fece indietro e lo guardò critico fingendosi un esperto, senza dare retta all’espressione perplessa e scettica di Giyu che con santa pazienza aspettava che la smettesse di giocare al parrucchiere. 
- Contento ora? - chiese rassegnato. Sanemi annuì e sorridendo gli scoccò un bacio sulla guancia sporgendosi oltre la sua spalla. 
- Adesso sei bellissimo! 

Giyu nemmeno si guardò allo specchio, non era certo una priorità essere ‘bello’, né tanto meno ‘bellissimo’.
Per lui contava essere in ordine e pratico e quei capelli ora lo erano. Oltretutto si sentiva rinnovato, in qualche modo ed era pronto a ricominciare. 
Anzi, per la verità non vedeva l’ora di uscire da quella villa e andarsene con Sanemi.
Andarsene verso la loro nuova vita che improvvisamente aveva non solo voglia, ma anche impazienza di cominciare. 
- Andiamo? - disse poi Giyu rivolgendosi a Sanemi, una volta che l’ebbe affiancato dopo aver recuperato anche le loro spade ed ogni effetto personale. 
I due si guardarono uno accanto all’altro, poi si voltarono in concomitanza verso la camera che era stata teatro della fine e dell’inizio delle loro vite. 
Lì dentro per quei giorni infiniti eppure definiti avevano sofferto, riflettuto, pianto, ma erano anche stati bene, avevano scoperto il piacere, i sentimenti, le emozioni e, soprattutto, una nuova persona con cui ricominciare a vivere. 
Erano stati male e bene insieme.
Dopo averci pensato un ultimo istante, si guardarono di nuovo e si sorrisero, uno più entusiasta e convincente dell’altro che invece manteneva sempre una calma compostezza. 
Annuirono. 
- Andiamo. - concluse Sanemi prendendogli la mano e aprendo la porta scorrevole. 
Giyu gliela strinse di rimando nel superare la soglia con lui, come se fosse il primo passo reale verso quel nuovo tanto agognato e voluto percorso.
Appena fuori, si lasciarono, ma camminarono a fianco, dritti e con una serenità che nessuno di quelli che aveva sempre avuto a che fare con loro, aveva mai visto. 
Da lì, si cominciava davvero. 

FINE

NOTE FINALI: 
La fic si conclude qua, non escludo che posso scrivere un seguito per vedere come se la cavano nelle loro nuove vite coi loro nuovi sé stessi, ma al momento non ho niente di specifico in mente. 
Volevo ringraziare tutti quelli che hanno commentato e letto, sono felice che la fic sia piaciuta. Grazie di cuore davvero. 
Per sapere cosa scrivo, quando pubblico e sapere di più sulle mie passioni, basta seguire la mia pagina su FB. 
Saluti e baci
Akane