*Il ritiro della settimana per prepararsi alla partita contro la squadra americana, continua sotto gli occhi vigili e indagatori di Seijuro e Tetsuya, i quali sono già in moto per trovare i metodi migliori per arrivare ad un livello decente. Anche se Tetsu è un po' distratto da Ryota, visto che fra loro sta già succedendo qualcosa (o finalmente, direi...). Il tutto mentre Daiki e Taiga possono finalmente allenarsi nella cosa che preferiscono, gli scontri diretti. È proprio in quello che Seijuro e Tetsuya riescono a capire cosa succede quando giocano insieme, cos'è realmente la danger zone. Il capitolo segue Tetsuya perciò osserviamo le cose da un punto di vista più esterno rispetto ai due protagonisti che avevano lasciato nel capitolo precedente in un orgasmo nel loro letto. Come sempre le fan art non sono mie, ma mi hanno aiutato a scrivere certe scene. Buona lettura. Baci Akane* 

3. ESCLUSIVITÀ

aokagaaokaga

Non capiva perché, ma in camera le cose erano diverse. 
Taiga era riuscito ad accettare quello che Daiki gli aveva fatto - e fatto fare - senza battere ciglio.
Gli si erano spalancate le porte dell’ovvietà, aveva capito che voleva succhiare le sue dita col suo sperma appiccicato sopra, voleva leccare la sua lingua e voleva masturbarsi davanti a lui. 
Ma poi, una volta usciti dalla camera per arrivare puntuali in palestra - dopo il richiamo tempestivo e previdente di Tetsuya - il muro dell’imbarazzo si era innalzato altissimo e l’aveva bloccato completamente. 
Uscito in silenzio dalla stanza, con la faccia dello stesso colore dei capelli, Tetsuya aveva subito capito che era successo qualcosa e visto che non si muoveva dalla porta, Daiki l’aveva superato colpendolo con la spalla. Quello l’aveva svegliato e si era attivato se non altro per seguirlo fuori ed insultarlo per la cafonaggine. 
Ryota, leggermente indietro, aveva visto la scena ed aveva capito all’istante che era già successo qualcosa fra loro, mentre Tetsuya, ancora fermo davanti alla porta della loro camera, li guardava sconvolto alla medesima ovvia rivelazione. 
- Ma è quello che sembra? - chiese a Ryota che l’aveva intanto affiancato. 
Il braccio del ragazzo gli cinse le spalle e avvicinando il viso al suo, gli parlò all’orecchio avendo cura di appoggiarvi le labbra, facendogli così partire mille brividi di piacere che lo percorsero bloccandogli l’udito. 
Ryota gli parlò, ma lui non capì cosa gli disse, nel dubbio annuì perplesso facendolo anche ridere eroticamente. 
Lo guardò da vicino meravigliato ed imbarazzato senza concepirne il motivo e no, il motivo non lo comprese, ma confermò a sé stesso che una persona poteva davvero ridere in modo erotico. Ryota l’aveva appena fatto. 
Forse era colpa dei massaggi che gli aveva fatto in camera, erano stati molto rilassanti. 
Seducenti, addirittura. 
“Questi due stanno tramando qualcosa. Li conosco troppo bene.” 
Pensò poi seguendo gli altri alla palestra, mentre constatava che qualunque cosa fosse successa in camera fra Daiki e Taiga ora dovesse essere passata in secondo piano da come bisticciavano per le solite sciocchezze. 

Una volta in palestra, Seijuro ignorò totalmente i litigi di Daiki e Taiga, prese con la sua tipica aria da felino illeggibile le mani di Ryota, lo condusse come se fosse una principessa verso una panchina a bordo campo, lo fece sedere senza dirgli nulla e così, inquietante come pochi e come poche volte lui stesso era stato, e di cose inquietanti ne aveva fatte, iniziò a palpeggiarlo.
Iniziò dalla testa, scese sul collo, le spalle, le braccia, il torace, la schiena e poi le gambe, saltando per fortuna l’inguine. 
Infine accucciato davanti a lui, riservò lo stesso trattamento alle caviglie e ai piedi da cui tolse addirittura le scarpe, per poi rimettergliele serio senza fare una sola piega, né dire mezza parola.
Ryota, paralizzato e storicamente imbarazzato, era rimasto buono a farsi fare di tutto senza fiatare, mentre Tetsuya, poco distante, si era piantato ritrovandosi a fissarli con due occhi shoccati e fiammeggianti al tempo stesso. Gli occhi di quando erano in partita contro qualche avversario particolarmente antipatico. 
Tetsuya aveva ormai superato gli enormi problemi con Seijuro, ma quell’atteggiamento era la prima volta che lo mostrava e proprio su Ryota. Come aveva osato? 
Un’ondata di gelosia pura ed incontaminata arrivò a riempirlo di fastidio che, ovviamente, tardò a focalizzare. 
Alla fine del suo esame, Seijuro si alzò ed ignorando totalmente Ryota, come se non l’avesse appena molestato come poche volte era successo in vita sua, andò dal mister e dalle due manager annuendo, in particolare a Riko. 
- Avevi ragione, è in perfette condizioni, non è mai stato così bene in effetti. L’unica cosa è che non si è rinforzato adeguatamente dal punto di vista fisico, durerà alcuni minuti in quelle condizioni, più che contro il Seirin in semifinale, perché non ha infortuni di mezzo, ma ha un tipo di fisico diverso da Daiki o Kagami. Perciò potremo sfruttarlo a fondo per trovare un po’ di vantaggio e quando poi si esaurirà, lo toglieremo e useremo l’altra tattica. 
- Quale altra tattica? E la prima in cosa consiste? Possiamo saperlo anche noi? - Tetsuya per dirgliene quattro, l’aveva seguito ed aveva sentito di cosa parlavano, a quel punto la gelosia era svanita ed era subentrata la curiosità e la necessità di sapere delle loro strategie. 
Se quei quattro lavoravano insieme per scovare tattiche di gioco vincenti, c’era da stare non solo sereni, ma anche da godersi lo spettacolo. 
Tetsuya se ne rese conto solo in quel momento, ma Seijuro a quel punto gli sorrise gentile, come forse ai primi tempi aveva fatto, appena approdato alla Teiko, e gli rispose criptico come suo solito: 
- Non preoccuparti, presto capirete da soli. 
A Tetsuya partì la vena, ma le urla di Taiga che litigava ancora con Daiki attirarono la loro attenzione e girandosi, li videro che si strattonavano per le magliette minacciosi in punto di picchiarsi. 
Il giovane corse da loro e mettendo una mano leggera sulle braccia di entrambi, come per magia i due si calmarono e si lasciarono sospirando imbronciati. 
- Non potete litigare tutto il tempo, pensate al basket e concentratevi su quello. Pensavo andaste d’accordo ormai... so che vi allenat - non riuscì a finire la frase che due mani si piazzarono sulla sua bocca contemporaneamente per zittirlo. 
I due ragazzi entrambi imbarazzati all’idea di far sapere che facevano sfide di street da soli, avevano di nuovo agito in perfetta sincronia. Dimostrando ancora una volta alle 4 menti della squadra che sì, erano naturalmente predisposti per fare le stesse cose, ma che serviva un ingranaggio per farli collaborare in modo da essere efficaci.
E quell’ingranaggio era chiaramente lì davanti ai loro occhi. 
- Senza Tetsu sarà impossibile. - constatò Momoi.
- Basterà preservarlo all’inizio, quando useremo Ryota. - rispose senza peli sulla lingua Seijuro. Di solito non condivideva le sue strategia, ma essendo che si era unito a loro proprio per quel motivo, aveva deciso di fare una cosa nuova che non aveva mai fatto. 
Essere collaborativo. 
In realtà non gli dispiaceva.
Riko per esempio aveva doti che non aveva pensato di trovare in una ragazza non ancora professionista. Gli bastava guardare un ragazzo senza vestiti per capire come fossero le sue condizioni fisiche e non sbagliava mai. Quel mattino, all’inizio del primo allenamento, li aveva fatti spogliare tutti e non aveva capito il motivo, fino a quando non aveva detto che Ryota Kise era in condizioni eccellenti, anche se muscolarmente non particolarmente forte e resistente. 
Seijuro aveva usato il suo metodo e dopo averlo toccato aveva convenuto che aveva ragione. 
Momoi invece aveva capito subito che per far collaborare quelle due teste selvagge dovevano usare Tetsuya e dopo aver controllato le loro dinamiche, aveva notato che era come diceva lei. 
- Per le sostituzioni mi affiderò a lei, mister. Per questo genere di cose so che è il migliore. - disse rivolto ad Aida. Certe cose le avevi con l’esperienza in quel settore e lui ne aveva molta. Sapere chi e quando cambiare era un arte che da giocatore in campo, per quanto eccellente come Seijuro, non era scontato e facile. 
Aida annuì deciso, sapendo di poter contare sul proprio sesto senso e sulla propria esperienza per capire gli innesti e le sostituzioni migliori. 
- Io penserò al resto. - e anche per questo, gli altri tre intorno a lui, erano tutti consapevoli che erano in ottime mani. 
Del resto quando lavoravi con un genio, lasciavi semplicemente che lo fosse. 

- Cos’era quella faccia? - chiese apparentemente sereno Tetsuya a Ryota, una volta che si fu ripreso dallo shock del palpeggiamento di Seijuro e dopo che Tetsuya ebbe placato i due felini feroci. 
- Che faccia? - rispose senza capire Ryota. 
- Quella di quando ti toccava. - replicò ancora ‘apparentemente’ sereno il più basso. A quel punto Ryota lo guardò e capì che il ‘sereno’ era in realtà un gelo senza precedenti. Si massaggiò il braccio spalancando gli occhi sconvolto. 
- Ecco cos’era quel gelo che sentivo! 
- Non rispondi, eh? Bene, ok. - mancava solo dicesse ‘me la segno’. Ryota realizzò di cosa si trattava e invece che shoccarsene di più, iniziò a gongolare contento. Non avrebbe di certo pensato che il capitano li avesse potuti aiutare in quel modo, ma tanto valeva approfittarne. 
- Non c’è niente da dire, non mi ha mai toccato in quel modo e sono rimasto sorpreso... non me l’aspettavo. E poi... - doveva aggiungere qualcosa e non sprecare l’occasione. 
- E poi? - a momenti uscivano delle lame di ghiaccio dagli occhi. Il tono era piatto e tagliente. 
- E poi non so se ti è mai capitato di essere toccato in quel modo da lui, ma... come posso dire... ha il suo fascino, no? Con quei modi così particolari, la doppia personalità stronza e sexy... - forse stava esagerando, pensò a quel punto tornando a guardare accanto a sé. Guardò il vuoto, però. Perché Tetsuya per non ucciderlo aveva deciso di andarsene e nel farlo si era anche chiesto cosa gli prendesse.
“Ryota può fare quello che vuole con chi vuole, non c’è scritto da nessuna parte che debba avere una curiosa e tenera predilezione per me. Se subisce il fascino di Seijuro può tranquillamente provarci con lui. Magari gli farà bene, al capitano, un’esperienza con Ryota.” 
Magari faceva bene anche a lui!

L’idea dei 4 dell’apocalisse era di rendere più collaborativi Taiga e Daiki, ma per farlo serviva un certo metodo, non potendo pretendere che ci sarebbero riusciti in un giorno, Seijuro decise di andare per gradi, in accordo con Riko e Momoi che conoscevano meglio rispettivamente Taiga e Daiki. 
Così per quel primo pomeriggio ognuno dei membri della squadra seguì un genere di allenamento adatto al proprio scopo e talento. Ryota, per esempio, venne messo sotto in un allenamento rinforzante, Seijuro volle allenarsi con Shintaro e Takao ai passaggi dell’ultimo secondo per permettergli il suo canestro speciale senza palla, prevedendo la necessità di doverne fare al posto di Takao. 
Ognuno di loro ebbe un allenamento specifico, così pure Daiki e Taiga che gli venne ordinato di lavorare sugli scontri diretti.
Uno contro uno, solo loro due, nessun altro. 
- In quella squadra ci sono elementi mostruosi e negli scontri diretti sono imbattibili. Voi due siete i migliori in questo, ma non siete ancora al loro livello. Vi ci avvicinate, ma non è abbastanza. Voglio che lavorate al massimo uno contro l’altro per alzare il vostro livello in quello. Solo voi due potete migliorarvi a vicenda. Sarebbe perfetto se lo faceste usando la zone. 
Aida sapeva che la loro zone probabilmente non era sufficiente per le capacità normali di quei mostri, oltretutto doveva tenere in considerazione l’idea che anche loro potessero usarla come volevano. 
- Io e lui? - chiesero in concomitanza, sorpresi, indicandosi. 
- Sì, ci sono problemi? - fece con una vena irritata che pulsava sulla fronte, le mani ai fianchi, già la voglia di picchiarli. 
Daiki circondò le spalle di Taiga con un braccio in quella che era la sua tipica mossa col rivale, alzò le dita in segno di vittoria insieme ad una strana luce di gioia marcata negli occhi blu scuro. 
- Assolutamente no! - rispose sorprendendo il mister. 
- Anzi! - replicò Taiga incrociando le braccia al petto con un sorrisino inequivocabilmente felice. - Non potevamo chiedere di meglio! 
Ed era vero, ma Aida non poteva sapere il motivo di tanta gioia. 
Tetsuya lo sapeva, ma era alle prese col proprio allenamento speciale. 
Semplicemente Taiga e Daiki adoravano sopra ogni altra cosa allenarsi insieme e giocare gli uno contro uno. Era la cosa che al momento preferivano in assoluto nel basket. 
Dal momento che lo facevano abbastanza regolarmente da mesi, non era un problema farlo ancora e per un momento pensarono incuriositi se sarebbero entrati nella danger zone.
Erano sempre stati soli, non si erano mai ‘esibiti’ davanti a nessuno, ma forse dall’esterno qualcuno come Seijuro e Tetsuya potevano capire meglio di loro quel che succedeva quando scattava quella strana cosa fra loro, quella che chiamavano zona pericolosa. 
Eccitati ed incuriositi, ma anche più semplicemente felici, si tolsero le felpe, recuperarono una palla dalla cesta e si diressero ad uno dei canestri dell’enorme palestra per iniziare, sotto gli occhi curiosi di tutti gli altri.
Ognuno si fermò per un momento dal fare ciò che faceva. 
Tutti li guardarono come se intercettassero quella strana aria che c’era fra loro, come se la percepissero. 
- Sta per succedere qualcosa. - sussurrò Ryota con un ghigno eccitato. 
Era così chiaro a tutti, che non si resero conto di essersi bloccati a guardarli. 
Quando li videro che si comportavano pratici, come se sapessero già cosa fare, realizzarono che lo facevano già da tempo. Era impossibile il contrario. 
Daiki che aveva la palla in mano si mise in posizione col fianco al canestro e senza fare il solito tiro a sorte per il possesso palla, quando anche Taiga fu in posizione, pronto ad attaccare, la pantera sollevò la palla fra loro lasciandola ricadere. Non saltarono poiché non avevano compagni a cui passare. Una volta che fu fra loro, entrambe le mani scattarono una sopra, l’altra sotto, con l’intenzione di prenderla. 
La toccarono insieme, ma fu Daiki quello più veloce di una frazione di secondo. La prese lui e appena lo fece, si girarono in sincronia, come sapessero, come l’avessero fatto milioni di volte. 
Taiga spalle al canestro e Daiki di fronte, palleggiando esterno si prese due secondi per guardarlo. Sorridevano felici, avevano una luce di divertimento puro, come se avessero appena inserito una spina. 
Senza dirsi nulla, sembrava si stessero promettendo scintille.
E quelle arrivarono. 
Daiki disse: - Fammi divertire un po’! 
Taiga si leccò le labbra, rispose: - Vedrai! - e poi cominciarono.
Quella volta, ancora troppo eccitati da quello che era successo prima, cominciò immediatamente. 
Da entrambi i loro occhi scaturirono le scintille simili alla zone, ma tutti la riconobbero. Non era la zone normale. 
Era un altro genere. 
Immediatamente il livello con cui giocarono il primo uno contro uno fu talmente elevato ed intenso da stupire perfino Seijuro. 
Non era un livello di basket normale, non per loro. 
“Non sono nella zone, ma nemmeno ne sono fuori. È qualcosa di strano. Non l’ho mai visto prima...”
Senza rendersene conto Tetsuya gli si era avvicinato. 
- Credo sia qualcosa che raggiungono quando giocano da soli. - Seijuro non staccò gli occhi attenti dai due, vide Daiki eseguire una mossa complicata, ma appena Taiga lo fermò questi cambiò movimento e inventandosene un’altra in elevazione fece comunque canestro. Qualcosa di impossibile per chiunque, che era venuto solo grazie alla contro manovra di Taiga, di alto livello anche quella. 
- Giocano spesso così? - era una domanda che sapeva di consapevolezza. Se ne era accorto subito. Tetsuya confermò. 
- È dalla Winter Cup che si vedono ogni tanto, ma sono sempre soli. Non avevo idea che succedesse questo... 
Erano eccitati. Si vedeva negli occhi, nel modo in cui si guardavano e come fremevano. Si stavano eccitando anche fisicamente. Era chiaro. 
- Giocano così tanto insieme che per superarsi il loro istinto li fa muovere prima che la loro mente gli suggerisca qualcosa o registri la mossa dell’altro. Loro già sanno cosa faranno o sanno che faranno qualcosa di incredibile, perciò reagiscono a questo e non solo. 
- Uno riesce a fare mosse pazzesche in relazione a quella altrettanto pazzesca dell’altro. Se giocassero con persone normali che fanno mosse normali, non gli riuscirebbero certe manovre. - Tetsuya ci era arrivato subito. 
Seijuro sorrise soddisfatto riprendendosi dallo stupore, in un attimo la sua mente elaborò il programma di allenamento per loro due e vide quale sarebbe stato il livello che avrebbero potuto ottenere in una settimana. 
- Il punto debole di questa danger zone è che possono ottenere questo livello così eccezionale e fare mosse così incredibili solo ed esclusivamente quando giocano uno contro l’altro. Se affronteranno un altro avversario comunque fortissimo, non otterranno mai lo stesso risultato. È qualcosa di specifico solo fra loro due. Esclusivo, direi. 
Seijuro aveva subito individuato i pro e i contro e di nuovo aveva deciso di renderne a parte gli altri. 
- Sì, ma si può fare in modo che usino questa loro esclusività insieme in partita. Penso di sapere come fare. - Seijuro guardò Tetsuya che fissava i due compagni assorto e catturato. 
- Era proprio quello che speravo. 
“Era proprio quello che sapevo!” Si corresse da solo, con la sua tipica sicurezza di sé.