*Zoro supera la notte nella quale è stato male e al mattino si ritrova su un corpo caldo e sicuro, non ricorda di essersi riunito a Rufy, ma è convinto sia lui. E gli dà il suo tipico buongiorno. Peccato non sia lui. A me quei due piacciono parecchio insieme, peccato che sia tanto affezionata alla zolu. Magari potrei cimentarmi in un eccezione (non questa che ormai è già scritta e finita, non la cambio...). Vedremo. Fan Art come sempre non mia, ma si accostava bene al capitolo. Buona lettura. Baci Akane*

3. QUELLA VOGLIA STRISCIANTE

zolaw

Il petto caldo contro il viso gli trasmise una piacevole sensazione di protezione. Zoro non aveva bisogno di essere protetto, ma quando dormiva su Rufy gli piaceva sentirsi così. 
La sua mente non gli trasmise il ricordo di quando si erano riuniti, ma non gli importava, contava solo che ora fosse lì. Scivolò con la mano sotto la maglia andando dritto sull’inguine, sotto i pantaloni. A quel punto mentre iniziava a massaggiarglielo con gli occhi chiusi, spostò il volto succhiandogli e leccandogli il collo. 
Trafalgar si svegliò così, con la mano di Zoro che lo masturbava e la sua bocca che gli faceva un succhiotto. 
Spalancò gli occhi di scatto e allargò le braccia come un gatto che gli hanno pestato la coda. Boccheggiò shoccato cercando di capire che diavolo gli prendesse, poi per un momento contemplò l’idea di lasciarlo finire prima di scaraventarlo dall’altra parte o giocare con lui e vedere se capiva ciò che stava facendo. 
“Probabilmente sogna di dormire su Rufy...” si disse ricordandosi che di notte l’aveva chiamato. Così si rilassò e decise per la seconda opzione, ovvero giocare con lui. Il suo lato sadico si fece strada mentre la sua mano e la sua lingua erano davvero molto esperte nel dare piacere.
Non aveva mai avuto approcci di quel genere, non ne aveva avuto tempo, ma ora non lo trovava tanto strano o brutto. Anzi. 
“È maledettamente bello in realtà...” Trafalgar trovò difficile non sospirare e gemere, si morse il labbro mentre l’eccitazione cresceva nella mano esperta di Zoro che si muoveva con intensità. Sentiva che stava per venire, chiuse gli occhi e la sua mente dimenticò completamente che Zoro stava sicuramente pensando di farlo a Rufy, si abbandonò al piacere e arrivò l’orgasmo, un orgasmo sconvolgente che gli fece capire che oltre al dovere e ai piani di conquista e di vittoria, c’era spazio anche per il piacere, quel piacere solo fisico che però male non faceva di certo. 
Quando Zoro sentì il seme caldo scivolargli sulla mano, si sollevò indirizzandosi alla sua bocca, contemporaneamente si portò la mano sporca alle labbra e la leccò malizioso, stava per fare altrettanto con lui, quando aprendo finalmente gli occhi e praticamente con la lingua sulle sue labbra, lo vide. 
Zoro si fermò in tempo anche se ormai aveva già leccato il suo seme, spalancò l’occhio e lo vide sia eccitato che ghignante. Trafalgar era venuto ed era preda dei piaceri dell’orgasmo migliore mai avuto, al tempo stesso lo fissava con un sorrisino sadico e divertito. 
- Trafalgar, ma che cazzo... - Zoro si alzò di scatto mettendosi in ginocchio nell’alcova dove si erano rifugiati e lo fissò malamente, truce e pieno di voglia di ucciderlo, si infilò la mano nella sabbia e se la strofinò per pulirsela, poi sputò anche se non serviva. 
Trafalgar rideva della grossa, la sua reazione era divertente e ritagliarsi dello spazio per sfogare il proprio sadismo non era spiacevole. Anzi. 
Si alzò sui gomiti e si toccò fra le gambe dove Zoro l’aveva lasciato scoperto e soddisfatto. 
- Se vuoi replicare io sono disponibile, mai avuto un buongiorno migliore di questo! 
Zoro lo fulminò con gli occhi cercando automaticamente le proprie spade, poi si ricordò che non c’erano e provò un senso di profonda frustrazione. 
- Perché non mi hai fermato? 
- Con tutto quello che è successo stanotte? - alluse alzandosi a sedere, avvicinò divertito e malizioso il viso al suo puntando alle sue labbra, ma Zoro gli mise una mano sulla faccia spiaccicandolo per terra. 
- Che diavolo ci facevo sopra di te infatti? 
Zoro non ricordava nemmeno di essere stato male ed alzandosi in piedi andò in parte per fare la pipì ancora scocciato per aver sbagliato mire, incapace di capire come doveva considerare la cosa appena successa. Dopotutto non era stato consapevole di cosa faceva, specie a chi. 
“Pensavo di farlo a Rufy, io non ho mica colpe... ma perché non mi ha fermato?”
Trafalgar si alzò e si mise al suo fianco per fare la stessa cosa, gomito a gomito rispose senza mostrare imbarazzo, senza fare drammi assurdi per nulla. 
- Sei stato male, quello che hai mangiato era velenoso. Avevi la febbre alta e tremavi, così ho solo cercato di scaldarti. Sono un medico, non potevo lasciarti in quelle condizioni, ma non avevo altro per aiutarti. 
Trafalgar si trovò a spiegare bene l’accaduto, Zoro poco convinto lo ringraziò, ma poi aggiunse: 
- Cosa centra la sega? 
Il medico scoppiò a ridere spontaneo, stare con lui era particolarmente stimolante. 
- Niente, volevo solo metterti in difficoltà! - ammise mostrandosi divertito. 
- Sei un sadico bastardo. 
Zoro finì di urinare e si rimise a posto voltandosi verso la spiaggia un po’ più soleggiata del giorno prima. 
Trafalgar concluse a sua volta e prima di voltarsi si fermò. 
“È meglio così, se mi vede solo come un sadico bastardo. Così non mi complico troppo la vita.” 
Poi si voltò e gli mise un braccio intorno al collo malizioso, sussurrandogli all’orecchio. 
- Però ci sai dannatamente fare... sentiti libero di riprovarci, non dirò niente a Rufy! 
Zoro a quel punto gli diede un pugno allo stomaco che lo fece piegare per l’impreparazione. 
- Non c’è niente da dirgli, pensavo fossi lui! - con questo Zoro riprese a camminare, scocciato dall’assenza più delle sue spade che dei suoi compagni. Era stufo di stare solo con quel tipo, sembrava di capire qualcosa di lui e poi cambiava tutto in un attimo. 
Trafalgar mentre camminava con lui oltre la scogliera per andare in un’altra spiaggia, in silenzio accanto ad un silenzioso Zoro, pensò che forse per far scoppiare quei due sarebbe bastato dire a Rufy cosa c’era stato fra loro. 
Non riusciva a capire se Rufy era geloso, ma era di sicuro credulone. 
“Però ha un sacco di fede in lui, se bastasse questo a farli lasciare significherebbe che non è vero amore...” gli venne in mente così dal nulla, senza particolari intenzioni e senza darsi motivi a livello cosciente, sebbene ormai dentro di sé lo sapeva. 
Sapeva che stava iniziando a provare qualcosa per Zoro. 
“Far separare Zoro e Rufy non è un’opzione geniale per i nostri piani di conquista...” pensò poi tornando razionale, mentre dentro di sé sentiva un piccolo lato di sé che gridava ‘RIVOLUZIONE!’ 
“Se quei due litigassero e si lasciassero assolderei Zoro e sarebbe mio.” 
Mentre lo diceva a sé stesso, mise male il piede rischiando di cadere proprio dalla scogliera su cui stavano camminando, entrambi con stati d’animo tempestosi e poco inclini ad ammirare lo spettacolo che la natura gli offriva lì, in riva ad un mare sempre agitato, anche se meno del giorno precedente. 
Zoro di riflesso lo prese al volo tirandolo per il braccio, non disse nulla e lo lasciò come se fosse normale, mentre Trafalgar sentiva dove l’aveva toccato un micidiale bruciore. 
La ‘cosa’ stava venendo ormai a galla, a breve non sarebbe più riuscito a soffocarla e fingere nulla. 
Per Zoro c’erano meno problematiche in corso perché lui sapeva di aver sbagliato persona in buona fede. Fisicamente Rufy e Trafalgar si somigliavano molto, anche la pelle ruvida attraversata da molte cicatrici era simile, la loro fisicità, anche se Trafalgar era un più freddo di Rufy ed i loro cuori battevano con un ritmo diverso. Più accelerato per Rufy, più lento per Trafalgar. 
Pensando alle loro differenze, Zoro capiva che aveva osservato per bene anche Trafalgar senza rendersene conto. 
“È vero che si somigliano in tante cose e poi dormivo, non sapevo che cosa era successo e che stavo su Trafalgar. Non è niente di che.” 
Peccato che Rufy fosse un toro in certe cose e non riuscisse a capire quelle piccole differenze sottili che rendevano una cosa giusta o sbagliata. Oppure giusta con un ma. 
Ripensò a quella volta che avevano litigato il giorno in cui avevano incontrato Bibi. Rufy non aveva capito che Zoro aveva ferito tutte quelle persone perché aveva scoperto erano parte di un’organizzazione che li voleva uccidere nel sonno. Non aveva nemmeno voluto sentire ragioni. Era andato dritto contro di lui a prenderlo a pugni, così Zoro aveva agito di conseguenza. 
Avevano litigato per una cosa inesistente, in realtà. 
“Se sapesse che per sbaglio nel dormiveglia mi sono fatto Trafalgar non so se ascolterebbe la parte in cui gli dico che pensavo fosse lui!”
Non gli piaceva avere segreti con lui, ma capiva che alcuni era meglio tenerseli. 
“Bisogna vedere di che avviso è questo stronzo!” pensò poi guardando Trafalgar che gli camminava davanti conducendolo verso un’altra insenatura. 
Appena fu visibile, indicò un galeone arenato a pochi metri dalla riva. 
- Eccoli! - esclamò notando il chiasso che si levava dalla spiaggia. Zoro sentì un tuffo al cuore e per un momento assurdo pensò di vedere Rufy scendere gridando come un matto, ma il chiasso era limitato a quello di Franky ed Usop e si ricordò che per rivedere Rufy avrebbe dovuto di nuovo aspettare. Di nuovo. 
“Sbrigati a venire!” 
Per lui non c’erano problemi con Trafalgar, non se l’era fatto con intenzione e non poteva giudicare realmente piacevole o meno quanto accaduto per il semplice fatto che per tutto il tempo aveva pensato fosse Rufy ed il piacere provato era per quel pensiero. Quella convinzione. 
Nelle sue contemplazioni non esisteva la questione ‘mi piace Trafalgar’ come invece c’era in quelle di quest’ultimo, il quale comunque non stava ovviamente pensando ‘mi piace Zoro’, non a livello cosciente, ma qualcosa iniziava a sentirsi e farsi strada.